Axelis de Tocqueville (1805-1859) Nel maggio del 1831 Alexis de Tocqueville e Gustave de Beaumont, amici nella vita e nella concezione socio-politica, partono dalla Francia verso gli Stati Uniti con l'incarico conferitogli dal Ministero degli Interni di studiare il sistema penitenziario americano. Gli Stati Uniti dell'epoca erano meno vasti di adesso: constavano di circa 13 stati. Dopo circa dieci mesi passati negli Stati Uniti, Tocqueville e Beaumont tornano in Francia, e Beaumont viene sollevato dal suo incarico. Per solidarietà, Tocqueville darà le dimissioni; questo può dare un'idea della forza con cui Tocqueville credeva nell'amicizia. Nella Francia democratica del tempo, il motto liberté, fraternité, egualité era molto sbandierato ma era di fatto privo di basi; nell'ancien regime, invece, i legami di amicizia erano profondamente sentiti anche a causa dell'ereditarietà di tali vincoli. Nel 1832, Tocqueville completa il suo rapporto sul sistema giudiziario e penitenziale americano, e nel 1833 redige il primo volume della sua opera fondamentale, La democrazia in America. Nel 1835 pubblicherà l'intero libro, e nel 1856 L'Ancien Regime la Rivoluzione. I problemi della società di Tocqueville sono gli stessi che affronto Comte, ma quest'ultimo sperò di risolverli tramite una teoria scientifica di validità generale, mentre Tocqueville, convinto che il regime pre-rivoluzionario era finito per sempre e che la società muoveva inevitabilmente verso la democrazia, cercò alternative concrete. Tocqueville si dedica all'osservazione dei costumi e della religione americana per due fini: fornire un quadro dettagliato di quel caso particolare di democrazia che era l'assetto americano, facendo riferimento a modus vivendi, divertimenti, ecc. e usare questa descrizione dell'esempio americano per enucleare dei tratti che forniscano un modello generale di democrazia. Il problema di fondo dello scrittore è capire il motivo per cui la democrazia negli Stati Uniti ha messo radici in maniera relativamente rapida e priva di minacce, mentre in Francia, dopo la rivoluzione, la democrazia si è trovata priva di radici. Più in generale, Tocqueville si propone di cercare le differenze di contesto tra Stati Uniti ed Europa che motivano l'esito differente dell'esperimento democratico. Per Tocqueville, la democrazia consiste nell'uguaglianza delle condizioni. Una società in cui tutti gli individui sono socialmente uguali è per Tocqueville democratica; non esistono differenze ereditarie di condizione e ogni onore è accessibile a tutti. L'idea di democrazia implica dunque insieme uguaglianza sociale – non economica né intellettuale – e tendenza all'uniformità del modo e del tenore di vita. Nell'uguaglianza delle condizioni Tocqueville coglie un miglioramento generale del livello di vita economica, morale e intellettuale delle masse, ma pure un venir meno delle espressioni più raffinate dello spirito aristocratico. Regnerà una passione per l'uguaglianza che sarà più forte del gusto per la libertà; in nome dell'uguaglianza si è disposti a qualsiasi rinuncia, anche alla rinuncia della libertà: e come si può rinunciare ad essa per sottomettersi al dominio di uno solo, allo stesso modo si può rinunciare ad essa per sottomettersi alla volontà della maggioranza, in quella che Tocqueville chiama “tirannide della maggioranza”. Il dominio della maggioranza appare più forte di quello del despota tradizionale; quest'ultimo poteva certo servirsi della violenza fisica, ma non poteva penetrare nelle coscienze. Però, scrive Tocqueville, “la libertà di associazione è diventata una garanzia necessaria contro la tirannide della maggioranza”.s Chi non si identifica con la maggioranza è punito con il totale isolamento ed emarginazione. Il conformismo della società di massa, che costituirà un argomento tipico di tanta letteratura sociologica poteriore, è già problema del tutto esplicito nelle opere di Tocqueville. L'autore si presenta come un allievo di Montesquieu, ed usa il suo stesso stile da aristocratico e le sue stesse categorie, aggiornandole ai suoi fini. Per Montesquieu, repubblica e monarchia sono regimi moderati, mentre il dispotismo non lo è. Tra repubblica e monarchia, però, esiste una differenza di fondo: la repubblica è caratterizzata dall'uguaglianza, mentre la monarchia dalla disuguaglianza (degli ordini e delle condizioni). A parere di questo autore, quindi, la libertà può essere mantenuta con due tipi di società: le piccole repubbliche dell'antichità caratterizzate dal principio della virtù e le monarchie moderni, in cui il principio è l'onore e la disuguaglianza è condizione stessa, molla e garanzia della libertà. Per Tocqueville la forma di governo dispotica di Montesquieu può esistere anche in un regime formalmente democratico, quando, ad esempio, la capacità effettiva della collettività di esprimere un'inclinazione è ridotta dalla capacità del potere centrale di renderla inutile. Il pensiero di Tocqueville è uno sviluppo di quello di Montesquieu; scrivendo dopo la rivoluzione, Tocqueville non può concepire che la libertà moderna si basi e si fondi sulla diseguaglianza delle condizioni insita nella forma di governo monarchico. Sarebbe insensato voler restaurare l'autorità e i privilegi di un'aristocrazia che la Rivoluzione ha distrutto. Pertanto, la libertà dovrà riposare sulla realtà democratica dell'uguaglianza delle condizioni; l'autore cerca quindi un modo per rendere compatibili uguaglianza e libertà (giungendo così a una democrazia liberale), e come modello usa quello della democrazia americana. Gli Stati Uniti rappresentavano per Tocqueville una società in cui potevano riconstrarsi le caratteristiche della società a venire, dei suoi vantaggi rispetto alle precedenti, delle sue difficoltà. Democrazia in America Nel primo volume della Democrazia in America, Tocqueville ritrae la società americana e presenta tre cause che rendono liberale la democrazia statunitense: Situazione geofisica, e in particolare dimensione territoriale e dimensione continentale. Una dimensione territoriale vasta implica la possibilità di dare assalto a terreni e ricchezze. Uno dei motivi per cui l'aristocrazia non è presente come gruppo sociale in America deriva dal fatto che la condizione che ha favorito il costituirsi dell'aristocrazia in Europa – la scarsità di terra – non ha corrispettivo in America. Tocqueville si distanzia dunque da Montesquieu, secondo il quale uno stato di piccole dimensioni sarà maggiormente predisposto a un regime democratico. Per quanto riguarda la dimensione continentale, essa ha un importante influsso sull'economia dello stato. Se uno stato è circondato dall'oceano, questo favorirà un regime caratterizzato da uno sviluppo economico di pace piuttosto che dalle spese di guerra. Le preoccupazioni del governo non saranno orientate dunque verso la difesa della propria terra ma verso la conquista del benessere economico. Leggi. La democrazia negli Stati Uniti è presidenziale e federale. L'ordinamento federale prevede che alcune funzioni siano esercitate dal governo centrale, mentre tutto il resto sia nelle mani dei governi locali. Inoltre, l'ordinamento presidenziale e federale americano è per Tocqueville molto adatto ai fini della difesa militare del paese. Secondo le tesi classiche e di Montesquieu, uno stato piccolo, come può essere uno degli stati americani, non ha adeguate possibilità di difesa. Gli Stati americani, però, sono uniti in tal modo da avere una sufficiente forza politicomilitare deterrente. L'ordinamento militare è dunque una garanzia di forza. Per quanto riguarda l'economia, per l'ordinamento federale ogni paese decide per stesso: non sono presenti dogane né chiusure di alcun genere. Il benessere economico conquistato da ogni paese, quindi, è garantito dall'ordinamento centrale. Le leggi americane sono anche tra le cause del profondo associazionismo degli Statunitensi. Negli Stati Uniti, qualunque occasione diviene uno stimolo per fare qualcosa insieme: fiere, festival, sport, ecc. L'associazionismo può essere definito come il fervore economico e sociale legato al proliferare di iniziative sociali; queste non vengono sollecitate dall'alto, ma sono come un prolungamento dello spirito di iniziativa americano. L'associazionismo è la base dell'orgoglio civico che è la sostanza del sentimento di identità nazionale. Costumi e credenze. Per Tocqueville, una collettività non può mantenere coesione e ideali se non ci sono valori comuni al di là delle leggi; e questi valori sono quelli della religione e delle credenze; la società americana è quella che ha saputo unire lo spirito religioso e quello liberale, mentre la società francese è dilaniata dall'opposizione tra chiesa e democrazia, ovvero tra religione e libertà. Quello della religione è un valore vissuto molto intensamente negli Stati Uniti; per ogni villaggio, ci sono almeno dieci confessioni, ognuna legata più o meno intensamente a un certo gruppo sociale o etnico che attraverso essa legittima il suo status. Nella vita associativa dei gruppi religiosi si riflettono i caratteri della democrazia statunitense: l'elettività, l'associatività, i fenomeni carismatici. E' una religione mobile, dal sapore mercantile, che va di pari passo con lo scambio delle scelte identitarie e delle posizioni sociali. In una società egualitaria che voglia governarsi da se è per Tocqueville necessario che ci sia una disciplina morale che non sia semplicemente imposta dal terrore del castigo, e la religione americana è infatti una religione ispiratrice di morale. La scelta religiosa è molto radicata nell'intimo degli Americani; questo perché è basata su un sentimento genuino che è all'origine di una religione “civile”: lo spirito religioso non ha come ambito solo il rapporto dio-fedele, ma si espande. Tocqueville nota infatti un travaso di disponibilità partecipativa e relazionale dalla religione tout court alla religione civile; la festa del quattro luglio è infatti una festa in un certo senso religiosa. Secondo Tocqueville, il motivo per cui negli Stati Uniti il regime democratico era stabilmente affermato era il fatto che in tale paese esisteva sin dall'inizio dell'esperimento democratico un modello di società che non aveva alle spalle un gruppo sociale affermato come quello dell'aristocrazia o con un retroterra forte di usi e costumi, come quello dei contadini. Agli occhi dello studioso, gli Stati Uniti erano una società senza radici, fondata nell'immensità di un continente con enormi risorse al riparo da influenze e giochi di interessi individuali. Inoltre, la società statunitense credeva in una religione unica – il motto In God we trust è scritto sulla banconota da un dollaro – sin da quando i Puritani, fanatici religiosi, lasciarono l'Inghilterra per un desiderio di uguaglianza. Nell'Europa, invece, e specificamente nella Francia, la religione garantiva l'aristocrazia. Lo stato sociale della democrazia americana non prevedeva le gerarchie sociali tipiche dell'aristocrazia, presenti invece in Francia. Per Tocqueville, tre sono i tratti fondamentali della democrazia americana: Individualismo. Grazie alla rivoluzione francese e a quella americana si afferma un modello di uomo nuovo, il cui credo è basato sul rispondere a se stesso di tutte le proprie vittorie e dei propri fallimenti. Ognuno è artefice del proprio destino e progressivamente svincolato dai vari obblighi verso il proprio gruppo sociale di riferimento e verso la società. Prima di tutto bisogna pensare a sé stessi, e poi agli altri. Bisogna usare i propri talenti, perché ognuno ha diritto a una felicità “individuale” in virtù di questo individualismo atomistico. L'individualismo consiste quindi della tendenza ad isolarsi dalla società e a trovare in se stessi, nella famiglia o nel gruppo di amici il senso della propria vita e una compensazione alla mancanza di nessi affettivi con la società nel suo complesso – nella democrazia, infatti, i legami di protezione e i vincoli di amicizie tipici dell'aristocrazia si sciolgono. Mobilità, fisica e sociale, presente nel DNA dell'America. Il vasto continente dell'America fu esplorato dagli americani, che si spostarono sempre più verso oriente, fino ad arrivare nel 1856 in Alaska. L'americano, una volta arrivato viaggiando in un posto ignoto, non si ferma per stabilire la vita, ma continua a viaggiare, andando sempre più avanti. Questa mobilità era anche sociale: era infatti possibile passare da un gruppo sociale ad un altro, anche più alto; e questa è una prosecuzione in termini astratti della mobilità fisica statunitense. Qui stanno le radici del sogno americano: nelle possibilità di acquisire posizioni sociali, di fare carriera, di arricchirsi. Uniformità. Tutti gli americani condividevano gli stessi gusti, gli stessi valori, lo stesso tipo di cultura. Come un supermercato di oggi: si trova di tutto, ma tutto ha più o meno lo stesso valore. L'opera di Tocqueville è ambivalente. Egli fu educato come un aristocratico in quanto appartenente a tale ceto, ma era pure consapevole che non poteva esserci futuro per l'aristocrazia, sapeva che apparteneva a un mondo finito; ma pur sapendo questo, era spaventato dall'uniformità. Gli uomini non si distinguevano più per virtù come onore o raffinatezza, ma solo in base a possessi materiali. La democrazia si giustificava col fatto che favoriva il benessere della maggioranza, ma questo benessere sarebbe stato senza splendore né grandezza. Egli fu il primo pensatore ad individuare i lati oscuri intrinsechi alla democrazia (l'omologazione) mentre ne fondava le basi. L'antico regime e la Rivoluzione L'antico regime e la Rivoluzione è un saggio di spiegazione sociologica di eventi storici, è un'interpretazione sociologica di una crisi storica svolta col proposito di rendere intellegibili gli avvenimenti. Perché, mentre l'insieme delle istituzioni dell'ancién regime andavano in rovine in tutta Europa, proprio in Francia avviene la Rivoluzione? Uno dei motivi consiste nell'accentramento e nell'uniformità dell'amministrazione francese. Inoltre, la società era “sbriciolata”: non si costituiva un'unità tra le classi privilegiate e tra le diverse classi della nazione per la mancanza di libertà politica. I gruppi privilegiati del passato avevano perso la loro funzione storica ma conservavano i privilegi, i gruppi della nuova società svolgevano una funzione decisiva ma restavano separati dell'antica nobiltà. Questi gruppi tendevano contemporaneamente all'uniformità e alla separazione: erano simili tra di loro, ma separati dai privilegi, dalle maniere e dalle tradizioni, e in mancanza di libertà politica, non pervenivano ad acquisire quel senso di solidarietà che è indispensabile alla buona saluta del corpo politico. L'interpretazione centrale che Tocqueville dà della società francese è dunque che essa era la più democratica (quindi caratterizzata da una tendenza all'uniformità delle condizioni e all'uguaglianza sociale) di tutte le società europee ed insieme quella in cui la libertà politica era più ristretta, la società più cristallizzata in istituzioni tradizionali ormai anacronistiche. Il tipo ideale della società democratica Nel primo volume della Democrazia in America e ne L'antico regime e la Rivoluzione vengono presentati il ritratto di una società particolare e l'interpretazione sociologica di una crisi politica. Nel secondo volume della Democrazia in America, Tocqueville immagina le caratteristiche strutturali di una società democratica definita dalla progressiva scomparsa delle distinzioni di classe e dall'uniformità crescente delle condizioni di vita, per poi chiedersi quali saranno le conseguenze per il movimento intellettuale, per i sentimenti degli americani, per i costumi propriamente detti e per la società politica. Si può parlare qui di sociologia della conoscenza, dotata di un carattere astratto e aleatorio. Le risposte date da Tocqueville saranno sia nell'ordine della tendenza, sia nell'ordine dell'alternativa; Tocqueville mostrerà in questo volume una grande capacità di ricostruzione o di deduzione, partendo da un piccolo numero di fatti. Conseguenze della democrazia sul movimento intellettuale. ◦ Tocqueville si chiede inizialmente perché gli americani non abbiano mai mostrato l'interesse dei francesi per le idee politiche. Per l'autore, i francesi hanno preso il gusto dell'ideologia perché per secoli non hanno potuto occuparsi effettivamente della cosa pubblica, appannaggio esclusivo del governo; gli americani, invece, si sono autogovernati sin dall'inizio. ◦ Poi, elabora un'interpretazione di alcune credenze religiose in funzione della società. “Uomini simili e uguali concepiscono facilmente l'idea di un Dio unico, che concede felicità futura a tutti allo stesso prezzo. L'idea dell'unità del genere umano li riporta incessantemente all'idea dell'unità del Creatore”, mentre una società diversificata perviene più facilmente “a seguire mille strade particolari per salire al cielo”. Inoltre, Tocqueville mostra che una società democratica tende a crede alla perfettibilità infinita della natura umano. Nella democrazia regna la mobilità sociale. Una società in cui migliorare è possibile tende a concepire, sul piano filosofico, un analogo miglioramento per tutta l'umanità nel suo insieme; l'idea di progresso è quasi connaturata in una tale società. Una società aristocratica non crede alla perfettibilità umana perché una simile credenza contraddirebbe lo schema ideologico su cui si basa. ◦ Per quanto riguarda l'arte, a democrazia dà una specie di istintivo disgusto verso ciò che è antico, mentre l'aristocrazia, che conduce la mente umana alla contemplazione del passato, è più favorevole alla poesia, perché le cose di solito si fanno più grandi e si velano man mano che si allontanano e sotto questo duplice rapporto si prestano meglio alla rappresentazione idealizzata. Inoltre, gli storici democratici tenderanno a spiegare gli avvenimenti facendo ricorso a forze anonime e a meccanismi di necessità storica, mentre gli aristocratici enfatizzeranno l'importanza dei grandi uomini. Nella seconda parte, Tocqueville mette in luce i sentimenti che saranno fondamentali in qualsiasi società democratica. ◦ Regnerà una passione per l'uguaglianza che sarà più forte del gusto per la libertà. La società sarà animata dalla preoccupazione del benessere materiale e tormentata a causa di questa ossessione da una sorta di inquietudine permanente. C'è da temere che gli uomini amino la libertà più come una condizione del benessere materiale che per se stessa. Allora, qualora le libere istituzioni funzionino male e compromettano la prosperità, gli uomini potrebbero essere inclini a a sacrificare la libertà nella speranza di consolidare il benessere cui aspirano: “Vogliono l'uguaglianza nella libertà, e se non possono ottenerla, la vogliono nella schiavitù. Soffriranno la povertà, l'asservimento, la barbarie, ma non tollereranno l'aristocrazia”. ◦ Tutte le professioni saranno considerate onorevole, perché tutte saranno, in fondo, della stessa natura e tutte remunerate: società del salariato universale. Nella terza parte del volume II della Democrazia in America, Tocqueville parla dei costumi. ◦ I rapporti tra membri di società democratiche sono diretti, semplici, facili e per nulla formali. Le sfumature della gerarchia aristocratica vanno sparendo. ◦ Le grandi rivoluzioni politiche o intellettuali appartengono alla fase di transizione tra le società tradizionali e quelle democratiche, e non all'essenza delle società democratiche. Le società democratiche non possono mai essere soddisfatte perché, essendo egualitarie, sono predisposte all'invidio. Sono antirivoluzionarie perché, con il migliorare delle condizioni di vita, le persone che hanno qualcosa da perdere in una rivoluzione aumenta. ◦ La guerra è uno spiacevole intermezzo dell'esistenza normale, che è pacifica. Le prime battaglie di una società democratiche esiteranno in disfatte per la mancanza di preparazione, ma poi con il completo mobilitamento la società democratica spingerò la guerra fino alla vittoria totale. Nella quarta parte, Tocqueville conclude il suo discorso. Le società moderne sono travagliate da due rivoluzioni; una tende a realizzare un'uguaglianza sempre maggiore nelle condizioni, tendendo sempre più all'uniformità; l'altra indebolisce incessantemente i poteri tradizionali. Esse si trovano di fronte all'alternativa delle libere istituzioni o del dispotismo. Comte, Marx e Tocqueville di fronte alla modernità Comte, Marx e Tocqueville si trovarono tutti faccia a faccia con la modernità, e ognuno mise in campo una determinata parabola concettuale per analizzarla. Comte vede l'industrialismo come fenomeno centrale della modernità, e, per lui, il gruppo sociale egemone che interpreta al meglio la modernità sono i tecnocrati, gli ingegneri, che sarebbero la nuova aristocrazia. Il futuro sarà uno stato privo di ideologie sottomesso a un'organizzazione tecnocratica. Secondo Marx, invece, il fenomeno centrale della modernità non è l'industrialismo, che vede invece come retroterra, ma il conflitto tra capitale e lavoro. I gruppi sociali che interpretano meglio la modernità sono quelli dei capitalisti e degli operai. La chiave di lettura della modernità che propone Marx è basata sui rapporti di produzione chiusi nella proprietà privata. Prevede per il futuro uno stato socialista attraverso la rivoluzione proletaria. Per Montesquieu e Tocqueville, la modernità è rappresentata dalla democrazia, letta come esito di un transito partito dall'aristocrazia. Nel futuro, per Tocqueville, ci sarà il trionfo della piccola borghesia, che sarà il gruppo sociale protagonista della modernità.