Tramutola e Bonarelli La Val d’Agri è nota fin dall’antichità per la presenza di numerosi affioramenti spontanei di idrocarburi: famoso è il caso di Tramutola. Secondo alcune leggende sembra che nel territorio di Tramutola tali manifestazioni fossero note da tempi remoti. Il primo studio scientifico dedicato interamente a Tramutola risale al 1902 quando l’ingegner Camillo Crema eseguì una sommaria ricognizione di tali manifestazioni. Nel 1931 ci furono ulteriori approfondimenti in merito da parte del geologo AGIP Guido Bonarelli che individuò sei gruppi di manifestazioni petrolifere presso la bassa valle del torrente Cavolo. Guido Bonarelli ha di fatto contribuito alla scoperta del più grande giacimento on-shore d’Europa. Bonarelli è inoltre internazionalmente noto per avere individuato un livello stratigrafico ascrivibile a circa 90 milioni di anni fa il cosiddetto "livello Bonarelli". L’area di Tramutola è stata protagonista di campagne di ricerche e di coltivazione di uno dei primissimi campi petroliferi da parte dell'AGIP, il Campo petrolifero di Tramutola, con la perforazione di 47 pozzi dei quali 26 produttivi nel periodo 1936-1943. La memoria di quella fase pionieristica è ancora viva non solo negli scritti degli storici locali ma anche nelle testimonianze dirette degli operai dell’epoca e negli esempi di archeologia industriale presenti nell’area. Le associazioni pro-loco hanno fatto di Tramutola una tappa fissa degli itinerari turistici della Val d’Agri. Bonarelli e la Basilicata Secondo alcune leggende tramandate e testimoniate le popolazioni lucane assistevano fin dal XV secolo al manifestarsi di lingue di fuoco sui monti dell’Appennino; si trattava del fenomeno delle “fiaccole” che segnavano il bruciare del metano che fuoriusciva dalla terra, secondo una prassi accertata già all’epoca di Alessandro Volta (1778). La scoperta del petrolio in Basilicata risale al 1902 quando l’Ispettorato del Corpo Reale minerario commissionò una relazione sui giacimenti petroliferi tramutolesi. Nel dicembre del 1912 la Società Petroli d’Italia (SPI) stipulò contratti di cessione con i proprietari terrieri per la ricerca e lo sfruttamento del presunto bacino petrolifero senza però avere gli esiti sperati. Solo nel 1926 il governo affrontò concretamente la questione con l’istituzione dell’Agip, preoccupandosi in tal modo di risolvere il problema del petrolio in Italia. Diversi studi, infatti, interessarono il territorio lucano come quello del famoso geologo Guido Bonarelli autore nel 1932 di uno studio approfondito “sulle possibilità petrolifere nel territorio di Tramutola” La zona petrolifera considerata ha una superficie di pochi chilometri quadrati, ed occupa il fondo della parte settentrionale della stretta valle percorsa dal Rio del Cavolo, un’affluente destro dell’Agri, che scorre ad ovest di Tramutola , il quale dopo aver mantenuta una direzione media volge bruscamente,in quel gomito e più precisamente lungo la riva destra del fiume,si hanno piccole sorgenti subalvee dalle quali, assieme all’acqua, si vedono uscire con una certa frequenza bollicine di gas idrocarburi e gocce più o meno grandi di petrolio semileggero, di colore bruno ambraceo, molto ricco di sostanze lubrificanti e con odore nettamente aromatico, altre manifestazioni si riscontrano a sinistra del Rio Cavolo, lungo il corso del Fossatello, nelle vicinanze della Ramiera e allo sbocco della valle del Cavolo nella piana dell’Agri (da GUIDO BONARELLI, Giornale di geologia, Vol. VI 1932 Bologna R. Museo Geologico G. Capellini) Biografia Il conte Guido Bonarelli nacque nel 1871 ad Ancona da una delle più antiche famiglie della città. Divise la sua vita tra l'Italia e i molti paesi esteri ove effettuò missioni scientifiche. Dal 1901 al 1907 eseguì per conto della Royal Dutch ricerche petrolifere nelle Indie olandesi. Dal 1911 al 1927, salvo qualche interruzione, lavorò in Argentina, dove dal 1923 fu direttore della divisione geologica dei giacimenti petroliferi demaniali. In Italia lavorò per l'AGIP (1927-1935) e, dopo un incarico dal 1936 al 1938 come direttore del servizio geologico in Africa Orientale, per l'ENM ove gli venne affidata la direzione ricerche (1939-1944). Socio dell'Accademia delle Scienze di Torino, presidente della Società Geologica Italiana nel 1946, nel secondo dopoguerra sostenne Enrico Mattei nella ricostituzione dell'AGIP e dell'ENM, processo che doveva portare nel 1953 alla nascita dell'ENI. Bonarelli è inoltre internazionalmente noto per avere individuato un livello stratigrafico ascrivibile a circa 90 milioni di anni fa e che segna il limite fra Cenomaniano e Cretaceo superiore, il cosiddetto "livello Bonarelli". Di Bonarelli si contano, in varie lingue, oltre duecento tra scritti editi e inediti di geologia e paleontologia, in gran parte sull'Appennino centrale, sulle regioni italiane in genere e sull'Argentina, nonché di antropologia, storia, glottologia, e altrettante relazioni geologiche redatte per i diversi enti con i quali collaborò. Tra le pubblicazioni: • con C.F. Parona, Sur la faune du Callovien Inférieur de Savoie, «Mémoires de l'Academie de Savoie», vol. 6, 1895-96; • Descrizione geologica dell'Umbria Centrale, ms. 1901, ed. postuma 1967; • Trenta mesi a Borneo, «Bollettino della Società Geografica Italiana», fasc. 5, 1909; • Le razze umane e le loro probabili affinità, «Bollettino della Società Geografica Italiana», fasc. 8-9, 1909; • La stele pesarese, «Rendiconti dell'Istituto Marchigiano di Scienze, Lettere e Arti», vol. 4, 1928; • America Meridionale. Geologia, «Enc. Treccani», vol. 2, 1929; • Le regioni petrolifere italiane, «La Miniera Italiana», 1929-30; • Glottologia sistematica, «Ultima Miscellanea», vol. 1, 1943; • Sylloge synonymica hominidarum fossilium hucusque cognitorum systematice ordinata, «Ultima Miscellanea», vol. 1, 1944; • Nomenclatura e sistematica in paleontologia, «Ultima Miscellanea», vol. 2, 1946; • Generi e specie in antropologia sistematica, «Ultima Miscellanea», vol. 2, 1946.