Foglio di informazione professionale Nr. 143 28 giugno 2005 Gravidanza e farmaci 2 Epilessia in gravidanza Nelle donne in gravidanza affette da epilessia l’obiettivo principale da raggiungere è il controllo delle crisi convulsive che, soprattutto se prolungate, possono causare degli effetti nocivi anche gravi nella madre e nel feto1. La gravidanza, inoltre, andrebbe programmata in modo da raggiungere, almeno sei mesi prima del concepimento, una gestione adeguata della malattia2. Anche se i farmaci utilizzati in questa condizione presentano un potenziale rischio di provocare malformazioni nel nascituro (effetto teratogeno), l’obiettivo principale che deve essere raggiunto è il controllo delle convulsioni. La scelta dei farmaci Esiste un generale consenso nel raccomandare l’impiego di un singolo farmaco alla dose più bassa, evitando, quando possibile, l’associazione di due o più principi attivi. Le politerapie, infatti, aumentano il rischio di malformazioni cui viene esposto il feto2. Secondo le attuali conoscenze, i farmaci anticonvulsivanti comunemente utilizzati (carbamazepina, fenitoina, acido valproico, fenobarbitale), presentano tutti un certo potenziale teratogeno variabile da un principio attivo all’altro. Le conoscenze sono piuttosto limitate sui farmaci di più recente commercializzazione (topiramato, felbamato, oxcarbamazepina, vigabatrin, lamotrigina e gabapentin)3. È importante comunque ribadire che le crisi epilettiche, soprattutto quelle accompagnate da convulsioni, possono essere più pericolose sia per la madre che per il feto rispetto al trattamento farmacologico1. È possibile prevenire? Nelle donne affette da epilessia, in terapia anticonvulsivante, è essenziale intervenire con alcune misure preventive per minimizzare il rischio di malformazioni congenite nel feto. La profilassi consiste nell’assunzione per via orale di 5 mg di acido folico nei tre mesi precedenti il concepimento e durante il primo trimestre di gravidanza. Poiché i farmaci antiepilettici assunti durante la gravidanza possono provocare emorragie nel neonato, recenti linee guida raccomandano la somministrazione giornaliera di 10 mg di vitamina K1 (fitomenadione) per via orale dalla 36° settimana di gestazione; nel caso in cui vi siano ulteriori fattori di rischio emorragico nel nascituro (parto pre-termine, malattie epatiche materne) l’assunzione di vitamina K1 dovrà essere proseguita anche nell’ultimo mese di gravidanza2. Il trattamento con vitamina K1 è previsto per tutti i nati da madri trattate con antiepilettici, alla nascita, alla dose di 1 mg per via intramuscolare2. Principali strategie terapeutiche Ottimizzare il trattamento farmacologico prima del concepimento. Privilegiare le monoterapie ed evitare l’associazione di due o più farmaci. Utilizzare la dose più bassa possibile in grado di controllare le convulsioni. Assumere supplementi di acido folico (5 mg/die per via orale) nei tre mesi precedenti il concepimento e durante il primo trimestre di gravidanza. Assumere supplementi di vitamina K1 (10 mg/die per via orale) dalla 36° settimana di gestazione. INTESA – Via Provina, 3 – 38040 Ravina (TN) – Tel. 0461 901111 Patologie psichiatriche in gravidanza In presenza di patologie quali depressione, disturbo bipolare, disturbi d’ansia o schizofrenia, intraprendere o continuare un trattamento farmacologico durante la gravidanza rappresenta una decisione molto complessa e dipende essenzialmente dalla severità dei sintomi manifestati4. Antidepressivi L’impiego dei triciclici (TCA) e dei più recenti inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI) e della serotonina e noradrenalina (SNRI) non sembra associato ad un aumento del rischio di malformazioni congenite nel feto. Tuttavia, se assunti durante l’ultimo trimestre di gravidanza, il nascituro potrebbe manifestare dei sintomi simili a sindrome da astinenza come ittero, difficoltà respiratorie, diminuita reattività agli stimoli. L’uso degli inibitori delle monoaminossidasi (IMAO) dovrebbe invece essere evitato, sia perché non sono disponibili evidenze che ne escludano il potenziale teratogeno, sia perché possono esacerbare un’ipertensione materna già esistente5. Litio L’impiego del litio durante la gravidanza è stato associato, soprattutto in passato, al rischio di malformazioni fetali a livello cardiaco. Tuttavia, studi più recenti suggeriscono un minore rischio teratogeno. Nelle donne in gravidanza in terapia con litio è comunque raccomandato di sottoporsi a adeguati test di screening, come l’ecocardiografia fetale alla 18°-20° settimana di gestazione e il monitoraggio mensile della litiemia all’inizio e in prossimità del parto5. Benzodiazepine L’impiego di benzodiazepine durante il primo trimestre di gravidanza, sarebbe da evitare, in modo da ridurre al minimo il rischio di danni al feto6. L’esposizione a questi farmaci durante l’ultimo trimestre di gestazione potrebbe causare nel nascituro, sintomi da sospensione quali irrequietezza, difficoltà respiratorie e/o di nutrizione, ipertonia. Nel caso in cui il trattamento con benzodiazepine non possa essere evitato, dovrebbe essere prescritto un solo principio attivo, alla dose più bassa possibile, eventualmente suddivisa in due somministrazioni giornaliere, per un breve periodo di tempo6. Antipsicotici Nelle pazienti che manifestano gravi sintomi psicotici e che devono continuare il trattamento con neurolettici, tra gli antipsicotici tipici, l’aloperidolo non sembra associato ad un aumento del rischio di malformazioni maggiori nel feto che invece è stato riscontrato con clorpromazina7. Non vi sono ancora dati sufficienti sulla sicurezza in gravidanza degli antipsicotici atipici (clozapina, olanzapina, risperidone, quetiapina)4. A cura della redazione di Dialogo sui Farmaci Bibliografia 1. Tomson T et al. Navigating toward fetal and maternal health: the challenge of treating epilepsy in pregnancy. Epilepsia 2004; 45: 1171-75. 2. SIGN-Scottish Intercollegiate Guidelines Network, April 2003. Diagnosis and management of epilepsy in adults. www.sign.ac.uk (accesso del novembre 2004). 3. NICE-National Institute for Clinical Excellence, March 2004. Newer drugs for epilepsy in adults. www.nice.org.uk (accesso del dicembre 2004). 4. American Academy of Pediatrics. Use of Psychoactive Medication During Pregnancy and Possible Effects on the Fetus and Newborn. Pediatrics 2000; 105: 880-7. 5. Simon GE et al. Outcomes of prenatal antidepressant exposure. Am J Psychiatry 2002; 159: 2055-61. 6. Iqbal MM et al. Effects of commonly used benzodiazepines on the fetus, the neonate and the nursing infant. Psychiatric Services 2002; 53: 3949. 7. Ward RK et al. Benefits and risks of psychiatric medications during pregnancy. Am Fam Phisycian 2002; 66: 629-35. INTESA – Via Provina, 3 – 38040 Ravina (TN) – Tel. 0461 901111