The main causes of gastric and duodenal peptic ulcers are H. pylori and aspirin/NSAIDs. Idiopathic peptic ulcer are rare, and even in cases in which they seemed excluded he two most common causes need to be searched with care with repeated tests and anamnesis. More rare causes, including infections, drugs and other disorders such as coeliac disease and Crohn’s disease need to be excluded. Finally, in selected cases, the study of gastric acid secretion and of gastrin levels, is necessary to rule-out Zollinger Ellisson syndrome, or idiopathic acid hypersecretion. Parole chiave: ulcera peptica, H. pylori, aspirina, FANS, ipersecrezione acida, idiopatica Key words: peptic ulcers, H. pylori, aspirin, acid hypersecretion, idiopathic IF Gabriele Capurso Fabio Cipolletta Malattie dell’apparato Digerente e del Fegato Ospedale S. Andrea II facoltà di Medicina Università "Sapienza" di Roma Introduzione La causa principale delle ulcerazioni dello stomaco e del duodeno è rappresentata dall’infezione da Helicobacter pylori (Hp) e dall’assunzione di FANS o aspirina. Una revisione sistematica della letteratura ha dimostrato che l’Hp è un fattore di rischio per l’ulcera peptica non complicata con un OR=2.17 negli studi di coorte e che arriva fino a 4 nei casi-controllo. Similmente l’uso di FANS è un fattore di rischio indipendente, associato ad un OR=3- Il rischio è più elevato in modo esponenziale nei soggetti Hp-positivi che fanno uso di FANS, con un odds ratio che raggiunge 17 (1). Tuttavia, alcune ulcere sono apparentemente non correlate a tali fattori di rischio. Recenti dati provenienti dal nord America suggeriscono che più del 50% delle ulcere sono Hp negative mentre nelle altre parti del mondo la percentuale di ulcere Hp negative risulta essere inferiore al 5% (2). Anche in Italia la percentuale di ulcere apparentemente idiopatiche sembra essere bassa (3). Almeno due fattori possono spiegare questa marcata variazione percentuale delle ulcere non correlate all’in- Giorn Ital End Dig 2010;33:303-308 Le cause principali delle ulcerazioni dello stomaco e del duodeno sono rappresentate dall’infezione da Helicobacter pylori e dall’assunzione di FANS e/o aspirina. Le lesioni peptiche “idiopatiche” sono rare, e anche nei casi in cui non siano state inizialmente diagnosticate le due cause principali vanno ricercate con estrema accuratezza con tests ripetuti ed anamnesi. Cause più rare, farmacologiche, infettive o altre patologie come celiachia e morbo di Crohn vanno escluse. Infine, in casi selezionati, è necessario lo studio della secrezione acida gastrica, e dei livelli di gastrina, per escludere la Sindrome di ZollingerEllisson o una ipersecrezione idiopatica. Iniziative Formative > Che fare se...? Che fare se l’ulcera è Hp negativa ed il paziente non assume FANS? 303 IF Iniziative Formative > Che fare se...? fezione da Hp o all’utilizzo di FANS. Il primo è rappresentato dalla prevalenza (background prevalence) di infezione da Hp nella popolazione studiata e dalla robustezza dei metodi di esclusione dell’infezione da Hp stessa, mentre il secondo è rappresentato dalla prevalenza dell’uso di FANS e/o aspirina, anche surrettizio. Di conseguenza, quando un paziente che non sta prendendo FANS od aspirina si presenta con una lesione ulcerativa dello stomaco o del duodeno, e la ricerca dell’Hp è negativa, la prima cosa da fare è pensare ad un falso negativo, o all’uso inconsapevole o surrettizio di farmaci gastrolesivi. In ogni caso, comprendere la causa della lesione ulcerativa e trattarla in modo adeguato è fondamentale, perché il tasso di ricorrenza e la relativa mortalità è molto più elevato nei casi di ulcera peptica che restano idiopatici. Questo articolo discute il work-out completo suggerito per questo scenario clinico, considerando l’ulcera peptica, ovvero non trattando di lesioni ulcerate gastriche di aspetto francamente neoplastico, seppure con un esame istologico inizialmente negativo. Esclusione dell’infezione da Hp Gabriele Capurso et al > Che fare se l'ulcera è Hp negativa senza FANS? 304 La prevalenza dell’infezione da Hp varia marcatamente nelle diverse regioni, con picchi vicini al 100% in alcuni Paesi in via di sviluppo e al 10 % in alcune aree dei Paesi industrializzati; come conseguenza delle migliori condizioni igieniche, e della pratica più frequente dell’eradicazione del batterio tuttavia, la prevalenza di ulcere gastroduodenali Hp negative sta progressivamente aumentando. Nel discutere il comportamento da adottare nel caso di un paziente con ulcera peptica Hp-negativa, un primo importante punto riguarda la possibile differenza tra ulcere inizialmente associate ad infezione da Hp, che persistono dopo una terapia eradicante certamente efficace, e quelle che si presentano in assenza di infezione ab initio. La percentuale di ulcere non guarite dopo terapia eradicante è di circa il 10%. Non è chiaro se queste ulcere vadano considerate Hp negative e legate ad altre cause, col batterio che magari aveva solo un ruolo di “spettatore innocente”, o se l’infezione da Hp determini in questi casi delle alterazioni permanenti della struttura e/o della funzione gastrica con conseguente predisposizione mucosa all’ulcerazione dopo terapia eradicante. La maggior parte dei dati di letteratura tuttavia, hanno dimostrato che le ulcere che si ripresentano dopo terapia eradicante sono identiche alle ulcere che si osservano nei pazienti senza evidenza di infezione attuale o pregressa e pertanto dovrebbero essere classificate e gestite allo stesso modo. La prima considerazione da fare nel paziente che non assume FANS che presenta ulcerazioni croniche gastriche e/o duodenali e con un Hp-test negativo è che questo risultato sia falsamente negativo. Diverse terapie frequentemente prescritte ai pazienti con sintomi o patologie gastrointestinali determinano un risultato falsamente negativo all’Hp-test. L’aumento del pH gastrico dovuto all’assunzione di inibitori della pompa protonica (IPP) o di alte dosi H2-antagonisti riduce marcatamente l’attività ureasica del batterio e può determinare risultati falsamente negativi ai test basati sull’attività dell’ureasi come il breath test ed il test rapido. Il breath test può risultare falsamente negativo anche dopo un solo giorno di terapia con IPP (4). Tali terapie inoltre riducono la densità di colonizzazione batterica sia nell’antro che nel corpo gastrico, e spesso causano uno shift verso una gastrite prevalentemente del corpo-fondo. Questo aspetto può essere rilevante perché una gastrite divenuta del corpo-fondo in un paziente che negli anni precedenti è stato catalogato come ulceroso Hp-negativo, può risultare più difficile da rilevare al Breath Test con urea, per il rischio di falso negativo legato all’ipocloridria (5). Nella practica clinica, i pazienti che assumono farmaci antisecretori, devono essere allertati per sospendere la terapia almeno 2-3 settimane prima di sottoporsi ad Hp-test. Molti antibiotici, come anche alcune preparazioni contenenti bismuto, sopprimono l’infezione da H. pylori e la sua attività ureasica. Ad ogni modo, in condizioni ottimali, la sensibilità individuale di un Breath Test è inferiore al 95%; questo significa che un paziente su venti affetto da infezione può risultare negativo al test nonostante realmente non lo sia. Una situazione in cui l’infezione da Helicobacter pylori può sfuggire ai test è rappresentata dal paziente che si presenta con un sanguinamento dal tratto GI superiore secondario a patologia ulcerosa. Infatti in tale situazione la percentuale di falsi negativi, in particolare al test rapido all’ureasi, è molto alta e ciò è dovuto sia all’effetto del sangue nello stomaco che ai farmaci prescritti nella situazione clinica acuta. In particolare, nel paziente che si presenta in acuto con sanguinamento in atto si ha un’elevata predittivita positiva ma una bassa predittività negativa con una percentuale di rischio di risultati falsamente negativi fino al 50% dei casi anche con l’esame istologico delle biopsie endoscopiche (6). È estremamente importante essere certi della presenza o meno di infezione da Hp nei pazienti con patologia ulcerosa in modo tale da poter assicurare loro una possibilità di terapia che eradichi l’infezione e che riduca il rischio di andare incontro a complicanze nel tempo. Il modo migliore per investigare la presenza dell’Hp in questo scenario clinico, è quello di eseguire un buon numero di biopsie sia in antro che nel corpo-fondo per esame istologico; inoltre sarebbe appropriato eseguire la ricerca degli anticorpi anti Hp nel siero. Anche il solo riscontro di attività infiammatoria all’esame istologico, IF pur in assenza del batterio, se associata ad un titolo elevato di IgG anti Hp andrebbe in questi casi considerato come segno di infezione. Infine, nei casi apparentemente negativi per Hp, è bene ripetere un Breath Test a distanza di alcune settimane (7). Recenti studi hanno dimostrato che in alcuni pazienti con ulcerazioni duodenali, l’infezione è confinata alla mucosa duodenale e, una volta eseguita l’eradicazione si ha la guarigione dalla patologia ulcerosa. In relazione a ciò, nei pazienti con ulcerazioni duodenali e assenza di evidenza di Hp nello stomaco, dovrebbero essere eseguite biopsie anche della mucosa duodenale per esaminare la presenza del batterio (8). In buona sostanza, prima di definire un'ulcera peptica come “Hp negativa” è necessario utilizzare tutti i test disponibili, ripetere un accurato esame istologico con mappatura di antro e corpo-fondo gastrico, e del duodeno, ed eventualmente ripetere un Urea Breath test tardivamente, ovviamente dopo sospensione di terapia con IPP . Uso di aspirina, FANS, o di altri farmaci Negli ultimi 50 anni c’è stato un continuo aumento dell’utilizzo di aspirina e/o FANS come cardioprotezione e come profilassi secondaria per ictus ricorrenti o altre patologie occlusive vascolari. Negli USA più del 50% della popolazione di età superiore ai 65 anni assume frequentemente ASA e/o FANS (9). L’aumento diffuso del consumo di tali farmaci è tuttavia associato all’incremento dell’incidenza di complicanze gastrointestinali dovute ai ben noti effetti lesivi che tali molecole hanno sull’apparato digerente e che includono sintomi dispeptici, presenza di erosioni ed ulcerazioni gastriche e/o duodenali e complicanze ad esse correlate. Tali complicanze, rappresentate prevalentemente dal sanguinamento, rappresentano il più temibile effetto avverso correlato all’utilizzo di ASA e/o FANS. È stato stimato che l’utilizzo cronico di aspirina aumenta il rischio assoluto annuale di sanguinamento gastrointestinale di circa lo 0.04% (10). Tuttavia, malgrado il relativamente basso rischio di emorragia nei pazienti che assumono ASA, il numero degli episodi emorragici correlati all’assunzione di aspirina è piuttosto alto e questo è dovuto probabilmente al fatto che un gran numero di soggetti che assumono tali farmaci per lunghi periodi, hanno ulteriori fattori di rischio emorragico quali ad esempio l’età avanzata e una storia di malattia ulcerosa peptica. L’utilizzo di FANS selettivi come ad esempio gli inibitori delle COX-2 riduce significativamente ma non completamente il rischio di complicanze gastrointestinali. Le lesioni della mucosa gastrica e duodenale indotte da ASA e/o FANS costituiscono il risultato di una serie complessa di eventi patologici conseguenti a meccanismi di tossicità locale (diretta) e sistemica (indiretta). L’aspirina determina il rilascio di acido acetilsalicilico nello stomaco che non viene ionizzato dal succo gastrico, rimane in forma liposolubile e penetra all’interno delle membrane cellulari delle cellule epiteliali gastriche, dove il pH più elevato induce la dissociazione acida. In questo modo l’acido acetilsalicilico ionizzato e quindi idrosolubile distrugge la funzione metabolica cellulare con conseguente incremento della permeabilità mucosale e diffusione retrograda di ioni H+. L’effetto gastrotossico topico dell’aspirina, tuttavia, non sembra essere particolarmente importante in quanto è associato esclusivamente alla presenza di ulcerazioni superficiali che si risolvono spontaneamente. Ben più importante e temibile è invece l’effetto tossico sistemico conseguente alla capacità, caratteristica dei FANS, di inibire selettivamente l’attività catalitica della cicloossigenasi 1 (COX-1) e la sintesi, a partire dall’acido arachidonico, delle prostaglandine G2 che rappresentano l’inizio della cascata prostaglandinica, con conseguente riduzione delle prostaglandine tissutali gastriche che sono fondamentali per garantire l’integrità della barriera muco-bicarbonato. Una review pubblicata dal gruppo Americano di Laine ha evidenziato come anche bassi dosi di aspirina definite come l’assunzione quotidiana di 75-100 mg di acido acetilsalicilico determini un rischio aumentato di circa due volte di danno alla mucosa gastrointestinale con conseguente complicanza emorragica rispetto alla popolazione generale e che dosi superiori non determinano un minor rischio di eventi cardiovascolari. Questo dato viene confermato anche dalle linee guida dell’American Hearth Association dove la dose raccomandata come profilassi primaria per eventi cardiovascolari e di 75-160 mg/die. D’altro canto è stato dimostrato che basse dosi di aspirina intese come 75100 mg determinano un rischio danno alla mucosa GI lievemente minore rispetto alle alte dosi 300-325 mg (9). Dal punto di vista pratico i pazienti pertanto dovrebbero essere attentamente interrogati circa l’assunzione di sostanze come ad esempio fitoterapici in quanto alcuni di questi contengono salicililati. Alcuni studi hanno anche suggerito l’utilità del dosaggio dei salicilati plasmatici o urinari per “smascherare” un uso surrettizio (11). Molti farmaci in aggiunta ai FANS e all’aspirina possono danneggiare la mucosa gastrointestinale, tra questi ricordiamo il ferro, i bifosfonati e la colchicina e tutti i farmaci recentemente assunti dai pazienti dovrebbero essere valutati per eventuali effetti dannosi a carico della mucosa. Altre cause poco frequenti Una piccola percentuale di ulcere che si rinvengono in assenza dei più noti fattori di rischio già discussi può essere correlata ad un’ampia varietà di condizioni. La prima condizione che non deve essere sottovalutata in pazienti con ulcere gastroduodenali di non chiara eziologia è rappresentata dalla presenza di una pato- Giorn Ital End Dig 2010;33:303-308 Iniziative Formative > Che fare se...? 305 IF Iniziative Formative > Che fare se...? Gabriele Capurso et al > Che fare se l'ulcera è Hp negativa senza FANS? 306 logia tumorale sottostante. Mentre questo è assai più ovvio per le lesioni ulcerative del corpo-fondo gastrico, anche nei pazienti con ulcerazioni duodenali Hp e FANS negative, deve essere considerata la possibilità della presenza di un carcinoma o di un linfoma sottostante, e questa è una situazione in cui dovrebbero essere eseguite biopsie a livello sia dell’ulcera duodenale che della mucosa circostante. Un’altra causa di ulcerazioni gastriche e/o duodenali in pazienti senza infezione da Hp e che non assumono FANS e/o aspirina è rappresentata dalla Malattia di Crohn. Il pattern delle ulcerazioni a carico del tratto gastrointestinale alto dovute alla Malattia di Crohn è estremamente variabile. In alcuni pazienti con Malattia di Crohn le lesioni sono confinate allo stomaco e/o al duodeno e di conseguenza dovrebbero essere eseguite biopsie in entrambe queste sedi allo scopo di ricercare la presenza di granulomi o di altre caratteristiche istologiche tipiche di questa malattia malattia. Un'altra condizione da escludere nello scenario di una ulcera peptica apparentemente “idiopatica” è il morbo celiaco. Un lavoro recente ha trovato una prevalenza del 12% di ulcera peptica in 24° pazienti con diagnosi di celiachia. Più di 2/3 di queste ulcere erano Hp-negative (12), suggerendo che le lesioni ulcerative potrebbero essere frequentemente legate alla celiachia per se. Recentemente è stato anche descritto un caso di malattia peptica peggiorata dopo eradicazione di Hp, ed associato ad un marcato infiltrato infiammatorio di IgG4, simile a quello presente nella pancreatine autoimmune. Questo dato, seppure per il momento isolato, sottolinea l’importanza di un attento esame istologico su multiple biopsie nei pazienti con malattia peptica della quale l’eziologia non sia chiara (13). Altre infezioni associate ad ulcerazioni del tratto gastrointestinale devono essere investigate ed escluse. Goddard et al hanno descritto ulcere duodenali associate ad infezione da Helicobacter heilmannii (14). Ci sono inoltre numerosi case reports di ulcere gastriche croniche associate ad infezione da Citomegalovirus in pazienti immunocompromessi. In questo caso all’analisi istologica delle biopsie effettuate si rinvengono i tipici “corpi inclusi” e queste ulcere guariscono dopo terapia con genciclovir (15). Sono stati inoltre descritti casi di ulcere Hp negative associate alla presenza del virus dell’Herpes simplex anche se la natura di questa associazione rimane incerta. Circa 30 anni or sono Cameron et al hanno descritto la presenza di ulcerazioni dello stomaco prossimale nei pazienti con ernia iatale e che si sviluppano quando la mucosa gastrica passa attraverso lo iato diaframmatico. Queste ulcere possono essere singole o multiple e sono correlate a un trauma mucosale o ad ischemia. Le lesioni sono spesso associate ad anemia sideropenica che sembra risolversi con terapia con IPP, suggerendo un ruolo della secrezione acida gastrica, o con eventuale intervento chirurgico (16). Ulcerazioni gastriche sono state anche descritte in pazienti che si sottopongono a terapia radiante del tratto addominale alto e in pazienti con severe malattie sistemiche come ad esempio nei grandi ustionati. Ruolo dell’ipersecrezione acida gastrica: idiopatica o in Sindrome di Zollinger Ellisson Molte delle cause di ulcere Hp e FANS negative possono quindi essere scoperte attraverso un’attenta anamnesi e un’altrettanto attento esame endoscopico del tratto digestivo superiore con esecuzione di prelievi bioptici dello stomaco e del duodeno. Se ciò non consente di ottenere una diagnosi eziologica della natura di queste lesioni è opportuno investigare il ruolo della secrezione acida gastrica, e in particolare di escludere la diagnosi di sindrome di Zollinger-Ellison (ZES). La sindrome di Zollinger-Ellison è dovuta alla presenza di un tumore endocrino secernente gastrina, più spesso duodenale e sporadico (ovvero non associato a MEN-I) che pancreatico ed associato ad una sindrome genetica, con una presentazione clinica legata agli effetti dell’ipergastrinemia sul tratto gastrointestinale piuttosto che a sintomi legati alla massa tumorale stessa. I livelli costantemente elevati della secrezione acida gastrica stimolata dalla persistente ipergastrinemia portano alla comparsa di ulcere multiple dello stomaco e del duodeno e le ulcerazioni spesso si estendono a livello del duodeno distale. Le complicanze ulcerose, che comprendono la perforazione e l’emorragia non sono infrequenti, e l’esofagite da reflusso e spesso associata a tale condizione. La sindrome può anche determinare diarrea che si pensa sia dovuta agli elevati livelli di acido che si svuota nel duodeno. Tuttavia, va tenuto presente che questa descrizione classica della sindrome di Zollinger Ellison è stata fatta in era pre-inibitori di pompa protonica, che di fatto sopprime in modo efficace la secrezione acida gastrica e di conseguenza le severe manifestazioni della malattia. Di conseguenza, mentre studi più datati riportavano la presenza di “ulcere multiple ed in sedi atipiche” nei pazienti con ZES, dati più recenti dimostrano che almeno 2/3 dei pazienti con ZES hanno una sola lesione ulcerativa in sede tipica. Inoltre, sebbene un 25% dei pazienti con ZES abbia avuto almeno un episodio di bleeding, la diagnosi errata più comune nella storia clinica di una ZES resta quella di “ulcera idiopatica” (17). Inoltre, sebbene i pazienti con iperesecrezione acida gastrica abbiano un rischio di bleeding di 6 volte superiore rispetto ai pazienti con ulcera e secrezione acida normale, le sedi ed il numero di lesioni ulcera- IF Iniziative Formative > Che fare se...? dopo l’eradicazione, sebbene la secrezione acida resti elevata il rischio scende (18). In ogni caso in questi pazienti selezionati, dopo studio accurato della secrezione acida, può essere necessario considerare una terapia con antisecretori a mantenimento (20). fig. 1: proposta di algoritmo diagnostico per un ulcera apparentemene "idiopatica" Esaminare la validità dell’Hp test (falsi – dovuti a PPI, antibiotici, bismuto) Non fidarsi su un singolo test Ricercare la vera negatività nell’utilizzo di FANS e/o aspirina (ingestione surrettizia di farmaci, fitoterapici etc) Ricercare altri farmaci con potenziale tossicità gastrointestinale (ferro, bifosfonati) Eseguire biopsie ai margini dell’ulcera e su mucosa adiacente per escludere altre possibili cause (neoplasie, linfoma, M. Crohn, celiaco, infezioni) Valutare con attenzione la localizzazione dell’ulcera (erosioni di Cameron) Considerare la possibilità di una ZES Se dopo tutte queste considerazioni l’ulcera rimane idiopatica mantenere PPI ad alte dosi Giorn Ital End Dig 2010;33:303-308 tive non sono diverse negli ipersecretori (18). Dati provenienti dall’NIH negli Stati Uniti e dall’Italia sembrano suggerire che lo shift veso una presentazione meno grave della ZES sia strettamente legato all’introduzione degli IPP, visto che le diagnosi di ZES sono diminuite del 40% dopo la loro introduzione (19). I pazienti con sintomi gastrointestinali alti infatti, spesso cominciano la terapia con IPP prima di sottoporsi all’esame endoscopico e questo potrebbe determinare la presenza di lesioni simili a quelle che si riscontrano in pazienti con la più comune patologia ulcerosa. La necessità di intraprendere precocemente una terapia con IPP rende più complicata la diagnosi di ZES, quindi, mitigando da un lato le manifestazioni cliniche, ma anche, dall’altro causando una ipergastrinemia. I livelli di gastrina di pazienti in terapia cronica con IPP, senza ZES, possono infatti raggiungere il 60% di quelli dei pazienti con ZES. Pertanto, la valutazione della gastrinemia basale richiede l’interruzione della terapia con IPP, fornendo al paziente una copertura con farmaci come sucralfato o simili, per una settimana. Il secondo test utile da associare alla determinazione della gastrina è la valutazione del pH intragastrico anche su uno “spot” di succo gastrico aspirato dal corpo-fondo. Infatti, il riscontro di una gastrinemia basale superiore più di 10 volte la norma, se associato ad un ph<2 consente di fatto di fare diagnosi di ZES. Per valori di gastrina elevati, ma in modo meno importante, sono utili un sondaggio gastrico frazionato, ed il test alla secretina. Quest’ultimo esame misura i livelli sierici di gastrina dopo infuzione di secretina; nel paziente con ZES i livelli salgono dopo iniezione di secretina (0.4ug/kg) con incremento>120 pg/ml, mentre rimangono inalterati nei pazienti non affetti. È importante ricordare che l’ipo-acloridria, dovuta ad una gastrite atrofica del corpo-fondo o ad una terapia con IPP, può “mimare” la biochimica della ZES con incrementi molto importanti della gastrina basale, e talvolta falsi positivi al test alla secretina. Per questo motivo, va ricordato che per la diagnosi è sempre necessaria la valutazione sia del ph intragastrico che della gastrinemia. Infine, va tenuto presente che esistono casi di ipersecrezione acida, anche marcata, non associati ad ipergastrinemia, e quindi non riferibili alla ZES. L’ipersecrezione acida idiopatica, è una condizione clinica definita da un incremento tanto della secrezione acida basale (BAO) che di quella stimolata dalla pentagastrina (PAO), in assenza di ipergastrinemia. Nei pazienti con ipersecrezione acida idiopatica in presenza di infezione da H pylori e/o di uso di aspirina o FANS il rischio di ulcera complicata da sanguinamento, mentre 307 IF Iniziative Formative > Che fare se...? Conclusioni e management nei casi “realmente idiopatici” Una volta completate tutte queste indagini diagnostiche, rimane una piccolissima percentuale di pazienti con apparente patologia ulcerosa idiopatica. Con la verosimile diminuzione negli anni a venire dei casi Hp-positivi, il clinico si troverà a gestire un maggior numero di ulcere “idiopatiche” complicate o meno, e in questi casi sarà cruciale la corretta esclusione delle cause meno frequenti. Per i casi che dopo attenta rivalutazione delle possibili cause restano idiopatici, non esiste una strategia terapeutica standard, ma sembra saggio suggerire una copertura con IPP ed un follow-up endoscopico con biopsie della mucosa gastrica sana e, qualora ricorresse, della lesione ulcerativa. Corrispondenza Gabriele Capurso UOC Malattie dell’Apparato Digerente e del Fegato Ospedale S. Andrea, Università “Sapienza” Via di Grottarossa, 1035 - 00189 Roma Tel. + 39 06 33775691 Fax + 39 06 0633775526 e-mail: [email protected] Gabriele Capurso et al > Che fare se l'ulcera è Hp negativa senza FANS? 308 Bibliografia 1.Papatheodoridis GV, Sougioultzis S, Archimandritis AJ. Effects of Helicobacter pylori and nonsteroidal anti-inflammatory drugs on peptic ulcer disease: a systematic review. Clin Gastroenterol Hepatol 2006 Feb;4(2):130-42. 2.Arents NL, Thijs JC, van Zwet AA, Kleibeuker JH. Does the declining prevalence of Helicobacter pylori unmask patients with idiopatic peptic ulcer disease? 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