Fascismo Le periodizzazioni Il fascismo è una storia complessa • Esistono molte interpretazioni periodizzazioni del fascismo. e – Vediamo una periodizzazione classica: 19191922; 1922-1925; 1925-1936; 1937-1939; 1940-1943; 1943-1945 – Vediamo alcune interpretazioni classiche Le periodizzazioni Adotteremo questa partizione: 1922-1929: costruzione 1929-1936: stabilizzazione e consenso 1936-1945: crisi, crollo e fine del fascismo 1922-1929 La costruzione • Due date di riferimento “interne”: – il 1924 (crisi Matteotti) – Il 1925 (avvio della dittatura) • Tra il 1922 ed il 1929 abbiamo: – A) soppressione libertà politiche; nasce il partito unico, il duce, la ritualità del regime – B) soppressione libertà sindacali ed avvio del corporativismo – C) soppressione libertà di stampa – D) avvio della politica economica fascista e del cosiddetto dirigismo economico 1929-1936 La stabilizzazione e il consenso • Due date di riferimento “internazionali”: – Crisi economica di wall street (1929) – Proclamazione dell’Impero (1936) • Tra il 1929 ed il 1936 abbiamo: – Patti lateranensi (1929) – Elezioni plebiscitarie (1929 dopo i patti) – Sistema corporativo (abolizione della lotta di classe in funzione dell’interesse nazionale) – Nascita delle istituzioni fasciste che non sostituiscono lo stato ma si intrecciano con esso: MVSN, Gran Consiglio, Tribunale Speciale per la Difesa dello Stato, Corporazione 1929-1936 La stabilizzazione e il consenso • Si sviluppa una politica economica caratterizzata da un dirigismo ed intervento dello stato forte • E’ uno degli elementi che – abbinato al triangolo repressione/consenso/propaganda – fa sentire meno gli effetti della crisi del ‘29 pur con costi elevatissimi in termini di salari reali, licenziamenti ed effettivo mantenimento di condizioni di vita accettabili tra operai e contadini • Le linee di intervento principali e caratterizzanti sono 5 (cui si aggiungono quelli propri delle politiche del lavoro e sindacali: il Sistema Corporativo, la Carta del Lavoro, il superamento della lotta di classe in funzione dei superiori interessi nazionali, la Magistratura del Lavoro, gli Uffici di Collocamento): nascita dell’IRI, gli interventi in agricoltura, le politiche ruralistiche e la battaglia del grano, Quota 90, l’autarchia. L’Istituto Ricostruzione Industriale (I.R.I.) • Ente pubblico nato nel 1933 per salvare dal fallimento le principali banche italiane (Commerciale, Credito Italiano, Banco di Roma) che avevano pesantemente risentito della crisi economica mondiale del 1929 tanto da correre il rischio di entrare in fallimento. • Per evitarne quest'eventualità il governo le acquistò, e con esse acquisì la proprietà delle numerose imprese industriali controllate da queste tre banche. • In questo modo l’IRI, e quindi lo Stato, diventò proprietario di oltre il 20% dell' intero capitale azionario nazionale e di fatto il maggiore imprenditore: dalla cantieristica al settore automobilistico - con l' Alfa Romeo - e bancario. • Inizialmente era previsto che l'IRI fosse un ente provvisorio il cui scopo era limitato alla liquidazione delle attività così acquisite; ma nel 1937 il governo trasformò l'IRI in un ente pubblico permanente. Gli interventi in agricoltura • Nel 1928 iniziò un programma di bonifica a livello nazionale: lo Stato avrebbe provveduto alle opere fondamentali (risanamento terreni paludosi, rimboschimenti, drenaggio e controllo delle acque) lasciando ai privati il compito di completare a proprie spese la bonifica con piantagioni, dissodamenti, costruzioni rurali. • Per l'inadempienza dei proprietari, il progetto rimase in buona parte inattuato. Gli interventi in agricoltura • Esito opposto ebbe la bonifica dell'Agro Pontino, che trasformò migliaia di ettari di terre malariche e scarsamente abitate, fra Roma e Terracina, facendovi sorgere circa 3000 poderi, sistemati ed attrezzati. • I lavori iniziati nel 1931, furono portati avanti secondo progetti razionali, e contribuirono fra l'altro ad alleviare la disoccupazione che, a causa della crisi, era enormemente aumentata. • Le iniziative di bonifica riguardarono comunque una superficie di oltre 4 milioni e mezzo di ettari. Le politiche ruralistiche e la battaglia del grano • La battaglia del grano iniziata nel 1925, era rivolta a diminuire l'importazione e a rendere, l'Italia completamente autosufficiente. • Dopo la crisi economica del 1929, il regime fascista intensificò la propaganda a favore di un aumento della produzione agricola, facilitando attraverso alcune leggi, la vendita e il collocamento dei prodotti • Con legge, dal 1932 vennero istituiti i consorzi agrari, che raccoglievano i prodotti agricoli, soprattutto cereali, offrendo agli agricoltori anticipi sulle vendite e assicurando la collocazione delle merci sul mercato. • La produzione subì un reale incremento: da 59 milioni di quintali di frumento, nel 1923, si passò alla produzione di 79 milioni di quintali nel 1933 Quota 90 • Si trattò di una sopravalutazione della lira (quota 90 nel 1927): tasso di cambio della lira con la sterlina fissato nel 1927 a seguito della rivalutazione, annunciata da Mussolini nel discorso di Pesaro del 18 agosto 1926. • A quella data il cambio era pari a 153 lire e quota 90 divenne l'obiettivo del governo. • Comportò misure monetarie ed economiche, come il consolidamento dei Buoni del tesoro e la riduzione di salari e prezzi interni. • In conseguenza di questa azione fu possibile mirare ad riduzione e compressione autoritaria dei salari (1930-1934), intervento reso possibile per il sistema di repressione in atto e per l’esistenza di un sistema di compensazione sociale apparente (apparato del consenso) L’autarchia • Linea di politica economica finalizzata all'autosufficienza di un sistema economico, mediante la massima riduzione di importazioni ed esportazioni (ottenuta con apposite misure fiscali, doganali e monetarie) e il massimo sfruttamento dei fattori interni. • Dominò il sistema economico internazionale tra la prima e la seconda guerra mondiale in seguito all'isolazionismo statunitense, alla “cintura sanitaria” imposta all'Urss e alle difficoltà della ripresa della Germania umiliata dalle riparazioni. • Fu uno dei principali fattori di instabilità internazionale L’autarchia • Il mondo si divise lungo due direttrici – Le grandi potenze puntarono sulle proprie immense risorse interne (USA e URSS) oppure su quelle dei propri imperi coloniali (Gran Bretagna/Commonwealth, Francia, ma anche Belgio e Olanda) Germania, Italia e Giappone si orientarono vero un progressivo riarmo legandosi a tre slogan: “spazio vitale”, “posto al sole”, “area di coprosperità della più grande Asia orientale” • Un sistema autarchico sopravvisse di fatto, durante la guerra fredda, nel blocco sovietico in seguito al rifiuto di accedere agli accordi di Bretton Woods (1944) e al piano Marshall (1947). L’autarchia • Solo l'Italia fascista lanciò dichiaratamente l'autarchia dopo le sanzioni della Società delle nazioni per l'aggressione all'Etiopia (1935). • Volta in realtà a rafforzare l'economia di guerra, essa comportò il drenaggio di risorse pubbliche a sostegno dell'industria pesante e la rinuncia a varie importazioni vitali, con gravi distorsioni nei consumi e negli investimenti per un paese poverissimo di materie prime e, soprattutto, una ridicola e molto propagandata pretesa di far da sé in campi tecnologicamente avanzati, e si tradusse in una terribile arretratezza anche della stessa attrezzatura bellica. La società durante il fascismo 1925-1939 Fascistizzazione della società: si sviluppa con tre aspetti principali Politiche del consenso: propaganda, politiche sociali PNF: struttura militare, repressiva e organizzativa Istituzioni: Stato e Partito Min.Cul.Pop. Incidenza progressiva sulla vita quotidiana OND (tempo libero) MVSN (paramilitare) OVRA (pol.segreta) Controllo della stampa, 1924: Radio Cinema La società durante il fascismo Nella società italiana agiscono strutture dedicate al controllo della società; a parte quelle repressive ed al PNF, il regime costruisce un vero e proprio sistema di controllo, irregimentazione e formazione culturale e pedagogico educativa. Ogni aspetto della vita quotidiana da fanciulli ad anziani viene portato all’interno di questo sistema Alla progressiva fascistizzazione – fino al 1936-39 - resistono (per le particolarità del totalitarismo imperfetto): parte delle organizzazioni cattoliche (ACLI, AGESCI), gli oratorii, le strutture clandestine del PCI. Sarà la crisi ed il crollo del consenso seguita alle paure post-etiopia, alla Germania, alle leggi razziali a modificare velocemente ma radicalmente il quadro O.N.D. • Nasce nel 1925 istituzionalizzando i circoli ricreativi dei sindacati fascisti, dieci anni dopo – all’apice del consenso al regime – era divenuta la struttura organizzativa maggiormente pervasiva della società • All’inizio era rivolta agli ambienti urbani ed industriali (maggiormente “pericolosi”); negli anni 30 si rivolse al mondo delle campagne per evitare “distrazioni dal lavoro della terra” • Dal 1929 si estese anche alle donne con un programma specifico: pronto soccorso, igiene ed economia domestica (ruolo della “donna nuova nell’Italia fascista” • Tra il 1927 ed il 1929 diviene una struttura nazionale che vigilava ed organizzava il tempo libero suddividendole in – – – Istruzione (cultura fascista e formazione professionale) Educazione fisica (sport e turismo) Educazione artistica (musica, cinema, radio e folklore) O.N.D. • Gli iscritti avevano la possibilità di: – – – – Sconti ferroviari sui treni popolari Possibilità di acquisti rateali Riduzioni per i cinema ed i teatri Possibilità di intraprendere attività sportive anche in età adulta: queste competizioni erano indipendenti da quelle del CONI ma con l’impegno di segnalare atleti particolarmente dotati. G.I.L. Stante la centralità dell’educazione giovanile, il regime costituì la Gioventù italiana del littorio (1937-1943). Organizzazione giovanile creata paramilitare dei giovani”. per la “preparazione spirituale, sportiva e La G.I.L. assorbì l'Opera nazionale Balilla con tutte le sue organizzazioni interne (Balilla e Piccole Italiane – da 8 a 14 anni; Avanguardisti e Giovani Italiane – da 14 a 18 anni; Giovani Fascisti e Giovani Fasciste – dai 18 ai 21 anni) e fece capo direttamente alla segreteria del Partito fascista. Nel 1943 arrivò ad avere oltre 8.700.000 iscritti. Annualmente organizzava i Ludi dell'educazione fisica e dello sport. juveniles della cultura, dell'arte, La G.I.L. doveva rappresentare la base comune di tutti gli italiani, indipendentemente dal futuro ruolo che il singolo andava a ricoprire nella società G.U.F. • Mentre la GIL accompagnava i ragazzi e le ragazze fino alla maggiore età puntando sul mito della nuova Italia attraverso lo sport (atletica, sport invernali, ciclismo, nuoto, pugilato, tiro a segno e ovviamente calcio), i Gruppi Universitari Fascisti, istituiti nel 1927 come articolazione del PNF, raccoglievano universitari e iscritti alle accademie militari e avevano il fine di educare i giovani secondo le direttive del regime a livello culturale e teorico. • Manifestazione principale erano i “Littorali della Cultura e dell’Arte” la cui prima edizione si tenne nel 1934 • Fine ultimo dei GUF era l'educazione della futura classe dirigente.