Università degli Studi di Napoli Federico II Facoltà di Architettura Dipartimento di Progettazione Urbana e di Urbanistica – Unità di Ricerca Tecnologia e Ambiente LA CITTA’ ANTICA: ORIENTAMENTO DEGLI EDIFICI E CONDIZIONI DI COMFORT prof. arch. Mario Losasso PERCORSO SOLARE - FORMA DELL’EDIFICIO Apporto solare in W/mq giorno per superfici variamente orientate nell’arco dell’anno solare Diagramma del sole ASSE ELIOTERMICO ASSE EQUISOLARE Vinaccia (anni ‘30 – ’40) ORIENTAMENTI PREFERIBILI PER GLI AMBIENTI ALTEZZA SOLARE Mileto (479 a.C.): orientamento dell’impianto urbano La città si articola in tre quartieri a pianta ortogonale collegati al centro. L’orientamento degli isolati non è esattamente rivolto sud, bensì a Sudovest; La dimensione di un modulo standard è di 100 x 175 piedi (29,5 x 51,6 metri) o suddiviso a metà, per meglio inserirlo nel perimetro del sito. (fonte: www.miniwatt .it) Mileto (479 a.C.): orientamento dell’impianto urbano 1. Terme di Humeitepe (epoca imperiale) 2. Delfinio (classico / ellenistico) 3. Terme del Capitolio (1. sec. d. C.) 4. Ginnasio (ellenistico) 5. Teatro (1. sec. d. C.) 6. Basilica ionica (epoca imperiale) 7. Heroon I (ellenistico) 8. Monumento del porto (epoca imperiale) 9. Piazza (ellenistica) 10. Mercato settentrionale (ellenistico) 11. Chiesa S. Michele (ca. 600 d. C.) sotto: Tempio di Dionisio (ellenistico) 12. Buleuterio (ellenistico) 13. Ninfeo (epoca imperiale) 14. Porta del mercato 15. Heroon III (3. sec. d. C.) 16. Terme della Faustina (2. sec. d. C.) 17. Serapeion (3. sec. d. C.) 18. Depositi (ellenistico) 19. Mercato meridionale (da ellenistico a imperiale) 20. Sinagoga (4.-5. sec. d. C.) 21. Palazzo vescovile (ca. 600 d. C.) 22. Chiesa grande (1. metà 6. sec. d. C.) 23. Mura giustiniana (538 d. C.) 24. Castello bizantino (.11. sec.) 25. Khan (islamico) 26. Tekke (islamico) 27. Hama selciuco 28. Moschea delle quattro colonne (islamico) 29. Bagno islamico 30. Moschea delle 40 scale (islamico) 31. İlyas Bey Camii (1411 - 1416) 32. Khan (islamicoh) 33. Stadio (epoca imperiale) Olinto (432 a.C.): orientamento dell’impianto urbano La città, che sorgeva su un terreno pianeggiante in cima ad una collina, può essere suddivisa in tre parti: a sud la parte più antica distrutta, nel 479 a.C. dai persiani, a nord i due rioni di ampliamento. La struttura urbana è caratterizzata da alcuni assi Nord-Sud e da vie secondarie in asse Est-Ovest. L’isolato tipo aveva dimensioni di 120 x 300 piedi e conteneva 10 unità abitative sistemate in due schiere parallele. Le case erano a due piani e, al centro o nella parte meridionale del lotto, avevano un cortile. (fonte: www.miniwatt .it) Olinto (432 a.C.): orientamento dell’impianto urbano Il sistema insediativo della città antica: Olinto Olinto, isolati di case a corte delimitati da stenopoi e plateiai. Le strade principali, con orientamento LevantePonente, sono dette plateiai (in epoca romana: decumani); le secondarie, ad esse perpendicolari, sono dette stenopoi (cardines). Olinto (432 a.C.): orientamento dell’impianto urbano Priene (479 a.C.): orientamento dell’impianto urbano Verso la metà del quarto secolo a.C. (350-334 a.C.) la vecchia città di Priene, fu abbandonata, per poi rifondarla e ricostruirla su un sito più salubre. L’ubicazione della nuova città sul versante sud era vantaggiosa dal punto di vista dell’esposizione al sole. La nuova città ricevette una pianta basata su una griglia “ippodamica”, nonostante le difficoltà imposte dalle asprezze del terreno. Furono realizzati notevoli terrazzamenti, scavi e sbancamenti. Non esistono strade piane; nessuna via attraversa la città da un lato all’altro. Tutte le case formavano isolati di uguale dimensione, cioè 120 x 160 piedi (35,4 x 47,2 m); ogni isolato era predisposto per quattro case. Ogni lotto aveva quindi la dimensione di 30 x 40 piedi. Le vie principali avevano una larghezza di 15 piedi (4.44 m), mentre la larghezza delle vie secondarie era di circa 12 piedi (3.5 m). La via principale, che passava di fronte alla stoa, aveva una larghezza di 25 piedi (7.36 m) Priene (479 a.C.): orientamento dell’impianto urbano . Priene si struttura su quattro diversi terrazzamenti (questa è l'eccezionalità della città, ovvero applicare lo schema rigidamente geometrico nato per essere applicato in pianura su una suolo molto scosceso). Qui entra in gioco il fattore paesaggio perché coloro che progettarono la città sfruttarono tutte le caratteristiche del suolo dava (rispettando però un criterio rigidamente geometrico) per far si che l'architettura interagisce con il paesaggio, questo si capisce perché la progettazione dei singoli edifici segue chiaramente un criterio di tipo paesaggistico (l’architettura aderisce perfettamente all’orografia del sito). Si passa dalla parte più bassa della città, che poggia su una terrazza alta 30 m sul livello del mare fino ad arrivare all'Acropoli che è alta 381 m, in mezzo troviamo il terrazzamento dell'agorà che si trova a 70 m sul livello del mare, la zona del tempio a 97 m e la zona del santuario a 130 m.) Priene (479 a.C.): orientamento dell’impianto urbano 3550 m 710 m Comunità rurali nell'Italia antica Il paesaggio agrario della valle padana e le tracce della centuriatio romana La centuriatio romana in Emilia (Igm 1894, 1: 25000) IL CONTRIBUTO DI EMILIO SERENI STORIA DEL PAESAGGIO AGRARIO Spiegare le forme fisiche del paesaggio basandosi sulla contrapposizione, tra “uomo e natura”, tra “equilibrio ecologico primigenio” ed “azione modificatrice umana”. I principali temi toccati riguardano: •trasformazione dell’ambiente •analisi dei rapporti di produzione e di organizzazione del lavoro •rapporto fra struttura e sovrastruttura analisi delle interrelazioni economiche e dimensionali tra città e campagna, città e territorio agricolo, sviluppo e assetto territoriale urbano e agrario. Analisi non degli aspetti formali ma dei rapporti sociali e di produzione che determinano le forme del paesaggio. I nessi tra tecnica, economia, socialità e mentalità sociale/dominate: sulla scia del lavoro di Bloch nascono i perché: perché campi uniformemente allungati? Perché parcelle quadrate, massicce? Perché campi chiusi? Perché campi aperti senza recinzioni? Vengono lette le ripercussioni delle tecniche agricole sulla storia umana. Lettura delle permanenze non in chiave formalistica né fenomenologica[i]: a proposito della forma romana del paesaggio agricolo italiano, Sereni afferma che “solo l’immensa accumulazione di energie umane assicurata (…) dallo sfruttamento del lavoro servile, può spiegare quella massiccia e spietata potenza di «una seconda natura che opera a fini civili» di cui parlava Goethe. (…) la forma della centuriatio romana ha potuto imprimersi con il suo reticolo della sua viabilità vicinale e col rigore dei suoi confini, su buona parte della pianura italiana: nel cui paesaggio essa ha segnato l’impronta che resta forse, a tutt’oggi, la più larga e la più duratura”. La centuriatio sostituisce il vecchio sistema agrario dei campi ed erba e in esso si adeguano rapporti di produzione, rapporti di proprietà, rapporti giuridici. Reticolo di viabilità vicinale, rigore dei confini, rete delle grandi vie romane. La centuriatio rappresenta una “Legge d’inerzia” del paesaggio agrario. Anche quando sono scomparsi i rapporti tecnici, produttivi e sociali che ne hanno determinato l’origine vi è persistenza della forma. si prescriveva che l'orientamento delle vie urbane fosse coordinato con quello della centuriazione del territorio rurale. 3550 Il sistema insediativo nel napoletano Forma di occupazione dell’area interna disponibile in funzione: • • dell’orientamento del percorso viario : se è orientato in senso nord-sud il costruito occuperà di preferenza il lato parallelo alla direzione d’ingresso; se è orientato in direzione est-ovest occuperà il lato ortogonale alla direzione d’ingresso esposto a sud; del tipo di edificazione: in serie aperta o chiusa a seconda che ogni serie di domus sia divisa da quella adiacente da un percorso o che sia invece ad essa unita o separata da un semplice ambitus. Secondo Vitruvio, l’orientamento ideale sarebbe quello che corrisponde ad una deviazione di 22,5° dall’asse NS: in questo caso gli spigoli delle case avrebbero smorzato i venti molesti. (fonte: Giuseppe Strappa, La casa a corte) ORIENTAMENTO Il centro antico di Napoli Orientamento delle insule con inclinazione di 24° se-no Orientamento delle insule con inclinazione di 30° seno ORIENTAMENTO Il centro antico di Napoli ORIENTAMENTO Il centro antico di Napoli: gli isolati come aggregati di domus elementari. Isolato di S. Giovanni in Porta “Metrica” nella suddivisione dei lotti Prevalenza del costruito con affaccio verso sud ovest Possibile impianto della domus dell’isolato di San Giovanni in Porta con affaccio principale a sud – sud est Casagiove