Balli di Gaspare Angiolini nell`opera Lucio Vero di

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AAR Anno V, numero 9 – Maggio 2015
Balli di Gaspare Angiolini nell’opera Lucio Vero
di Apostolo Zeno – Ferdinando Gasparo Bertoni
Teatro Regio di Torino 17571
Lucio Vero / dramma per musica / da rappresentarsi / Nel Regio Teatro / di
Torino / Nel carnevale del 1757 / Torino / Presso gli Zappata, e Avondo
Impress., e Libr. / della Società de’ Signori Cavalieri.
)( VI )(
MUTAZIONI DELLE SCENE
ATTO PRIMO
[…]
Pel primo Ballo. Selva, e Colline, dalle quali scorrono un fonte, ed il fiume
Ladone.
ATTO SECONDO
[…]
Pel secondo Ballo. Accampamento dell’Esercito Romano attendato sotto le
Mura di Efeso.
ATTO TERZO
[…]
Inventori, e Pittori delle suddette Scene.
Li Signori Fratelli Gagliari Piemontesi.
)( VII )(
BALLI.
Primo.
Di Diana, ed Endimione.
Secondo.
Di Soldati, Vivandieri, ed altri del Campo Romano.
Terzo.
Di diverse Nazioni all’uso del loro Paese.
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La musica di Rocco Gioannetti, conservata in copia manoscritta presso la Biblioteca di
Santa Cecilia nel volume Raccolta di balli fatti nelle opere del Real Teatro di Torino con la
spiegazione dei medesimi e li nomi dei compositori, tomo II, è stata pubblicata in Balli
teatrali a Venezia (1746-1859), Drammaturgia musicale veneta 30, vol. II, Milano, Ricordi,
1994 pp. [127-164]. 1
AAR Anno V, numero 9 – Maggio 2015
Compositore de’ medesimi.
Il Signor Gasparo Angiolini.
Compositore delle arie de’ Balli.
Il Signor Rocco Gioanetti Musico Sonatore della regia Cappella.
Inventore degli Abiti.
Il Signor Francesco Mainini.
)( VIII )(
BALLERINI.
Signor Gasparo Angiolini.
Signora Teresa Angiolini Fogliazzi.
Signor Pietro Bernardo Michel.
Signora Margarita Falchini.
Signor Filippo Beccari.
Signora Colomba Beccari.
FIGURANTI.
Signor Francesco Dogliani.
Signora Maria Bianco.
Signor Gioanni Baldassare Arman.
Signora Anna Provenzala.
Signor Gioanni Passeponti.
Signora Teresa Garrona.
Signor Stefano Porro.
Signora Margherita Bianco.
Signor Gioanni Batista Chiaborello.
Signora Anna Brun.
Inventori e Pittori delle Scene.
Li Signori Fratelli Gagliari Piemontesi.
[pp. 22-23, Tra I e II atto]
BALLO PRIMO
La Scena rappresenta una Selva ornata di Collinette, al piè delle quali
scorre il fiume Ladone Padre della Ninfa Siringa; vedesi questo Nume
seduto in cima al Colle, ed in cespuglio Cupido addormentato.
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Entra Diana in Scena, la quale quasi subito sorprende Cupido, ed
accertatasi essere questo immerso in profondo sonno, con varj ramuscelli
dello stesso cespuglio lo allaccia: accorrono le Ninfe del suo seguito da lei
chiamate, ed all’arrivo di queste si risveglia Cupido, che tenta la fuga, ma
Diana lo afferra, e con un dardo s’appresta colle sue seguaci per
trafiggerlo: umile e supplichevole Amore s’adopera per ottenere la sua
libertà, la quale finalmente ottiene, a condizione però di allontanarsi, e di
non turbare la loro quiete. Tutto promette Cupido ne’ lacci, ma sciolto
risolve vendicarsi.
Diana frattanto dispone una caccia con ispedire le sue Ninfe in traccia di
fiere; ma Cupido che sta in agguato, osservando sola la Dea, presso di lei
guida Endimione, il quale volendo accostarsele rispettosamente, viene da
essa disdegnosa minacciato.
Accorre Cupido in soccorso di Endimione, e con una delle sue saette,
ferisce Diana.
Tutto festoso di essersi vendicato, va in traccia delle Ninfe, indi di una
Brigata di Fauni, Cacciatori del Dio Pan, e di un Silvano, i quali tutti fa
venire per maggior confusione di Diana.
Si intreccia un Ballo generale, il quale riducesi in un quartetto, eseguito dal
Dio Pan, e dalla Ninfa Siringa, da un Silvano, e dalla Ninfa Napéa.
La prima di queste per liberarsi dalle importunità del Dio Pan, corre a
gittarsi nel fiume Ladone suo Padre, il quale amorosamente l’accoglie, e la
trasforma in una pianta di Canne.
Non essendo riuscito a Cupido di vincere la fierezza delle Ninfe, moltiplica
la sua sembianza, e vedonsi varj Amorini, li quali con bella maniera
uniscono gli animi delle Ninfe, e de’ Silvani, e formano tutti insieme una
lieta contradanza, colla quale termina il Ballo.
[p. 47, tra II e III atto]
BALLO SECONDO
Si fa il secondo Ballo nel Campo dell’Esercito Romano, il quale sta
attendato sotto alle mura di Efeso, e vi si vedono i Soldati confusamente
dispersi quà e là, parte giocando, e parte riposando.
S’introducono alcune Rivendugliole di liquori, le quali, dopo averne venduti,
ballano a richiesta degli astanti, e ballando s’incontrano con altra partita di
Soldati, ch’escono da un’Osteria, co’ quali si uniscono, e ballano tutti
insieme.
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Segue un terzetto di due Contadini Calabresi, e d’un Contadino, indi un
Ballo Grottesco di un Marescalco, e di una Vivandiera.
Finalmente s’introduce sulla scena un Mercante di nastri: e molte di quelle
Donne, che si trovano nel Campo, si affollano per comprarne. Una però fra
le altre si adopera in varie guise per rubare alcuni di que’ nastri, ma il
Mercante, che se ne avvede, attende a prevenire gl’inganni di quella
giovane, l’azione di questo Ballo raggirandosi ad esprimere il dispetto di
questa di essere scoperta, e la sollecitudine del Mercante per evitarne la
frode.
S’intreccia per fine un corpo di Ballo, il qual dee servire di finale, e che si
scioglie con tumulto allo strepito militare delle Trombe e de’ Timpani, che si
fanno sentire per chiamare all’armi tutta la Soldatesca.
[p. 64, dopo il III atto]
BALLO TERZO
Diverse Nazioni ballano all’uso del loro Paese, e fra queste separatamente
le seguenti:
Terzetto di Tirolesi
( D’Inglesi
A due (
( Di Nobili Ungari
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