[ C A SO c l inic o ] Federica Ghiori1 Silvia Ricci1 Francesca Lippi1 Clementina Canessa1 Maria Moribondo1 Biagio Olivito1 Chiara Azzari1 Giovanni Poggini2 1 Dipartimento di Scienze per la Salute della donna e del bambino, Università di Firenze 2 Pediatra di libera scelta DESCRIZIONE DEL CASO Samir è un bambino indiano giunto alla nostra osser- vazione per approfondimenti in merito a linfoadenopatia persistente. È figlio di genitori consanguinei: la nonna paterna e il nonno materno sono cugini di primo grado. Dall’anamnesi familiare non emergono patologie di rilievo. Il bambino è nato da prima gravidanza normodecorsa, parto eutocico a 32 sett di EG; il peso alla nascita era 2010 g e il decorso neonatale è risultato nella norma. Ha effettuato allattamento materno esclusivo per 1 mese, poi è stato introdotto latte di formula. Ha eseguito le vaccinazioni previste dal calendario vaccinale toscano. La madre ci racconta che Samir è stato bene nei primi 6 mesi di vita, poi ha iniziato a presentare episodi febbrili ricorrenti associati a tosse, stomatiti e dermatiti difficilmente trattabili; il primo anno di vita è stato inoltre caratterizzato da scarso accrescimento staturo-ponderale. A circa 16 mesi di età il pediatra curante ha diagnosticato piodermite del cuoio capelluto; nei mesi successivi si sono ripetute infezioni cutanee tipo impetigine alle dita AreaPediatrica | Vol. 15 | n. 1 | gennaio-marzo 2014 La prognosi della malattia può essere migliorata con l’attuazione di un trattamento preventivo degli episodi infettivi, ma l’unica terapia risolutiva è il trapianto di midollo osseo. 9 La storia di Samir: un interessante caso di Malattia Granulomatosa Cronica Caso clinico La storia di Samir: un interessante caso di Malattia Granulomatosa Cronica Controllo sano DHR spontaneo: 0.2% DHR stimolato: 95.0% delle mani e al padiglione auricolare. Ad un anno e mezzo il piccolo ha presentato un episodio di linfoadenomegalia persistente e resistente al trattamento antibiotico protratto. Il bambino è stato quindi ricoverato. L’ecografia della linfoghiandola ha mostrato segni di colliquazione, per la quale è stato necessario drenaggio chirurgico. A due anni di vita ha presentato un episodio di cellullite perianale e candidosi genitale. Dopo l’insorgenza di un nuovo episodio di linfoadenite sottoangolomandibolare a 30 mesi di vita, il pediatra curante ha ritenuto opportuno inviare il bambino alla nostra attenzione per eseguire esami ematochimici di approfondimento. L’emocromo e gli altri esami di routine sono risultati normali. Lo screening immunologico ha mostrato normali livelli delle immunoglobuline sieriche e delle sottoclassi IgG; il valore delle sottopopolazioni linfocitarie non ha evidenziato alcun deficit cellulare. Lo studio di funzionalità dei granulociti neutrofili (NBT test e DHRtest) ha invece mostrato deficit di funzionalità granulocitaria. Considerata la storia clinica altamente evocativa e i dati di laboratorio è stato posto il sospetto diagnostico di Malattia Granulomatosa Cronica (MGC). La diagnosi sarà certa solo dopo ricerca della mutazione genetica tutt’ora in corso. Oggi Samir ha 4 anni ed effettua regolarmente follow-up presso il nostro ambulatorio di Immunologia. AreaPediatrica | Vol. 15 | n. 1 | gennaio-marzo 2014 10 Introduzione alla malattia L a MGC rappresenta una rara immunodeficienza primitiva caratterizzata dall’incapacità delle cellule fagocitiche (granulociti neutrofili e monociti) di uccidere i microorganismi fagocitati. La mutazione responsabile della malattia è a carico di uno dei quattro geni che codificano per le sub-unità dell’enzima NADPH ossidasi. L’enzima in questione è indispensabile per l’attività microbicida dei fagociti, che in caso di presenza di mutazione risultano incapaci di generare l’anione superossido e i suoi metaboliti ad azione microbicida. I microrganismi fagocitati pertanto sopravvivono all’interno della cellula, e risultano difficilmente raggiungibili sia dagli anticorpi che dalla maggior parte degli antibiotici. Il quadro istologico è caratterizzato da lesioni infiammatorie dal peculiare aspetto granulomatoso, da cui prende il nome la malattia1. Paziente samir DHR spontaneo: 0% DHR stimolato: 0% madre di samir DHR spontaneo: 0% DHR stimolato: 97% Figura 1. DHR test: reperti citofluorimetrici a confronto. Epidemiologia ed ereditarietà L’ MGC colpisce in media 1 su 250.000 nati vivi.2 Il complesso NADPH ossidasi è costituito da quattro subunità proteiche: due proteine integrali di membrana (gp91-phox e p22-phox) e due proteine citosoliche (p47-phox e p67-phox).3 Circa 2/3 dei casi di MGC sono dovuti alla mutazione del gene CYBB codificante la subunità gp91-phox che si trova sul braccio corto del cromosoma X. Ne deriva un’ereditarietà X-linked: la madre, portatrice sana, trasmette la malattia ai soli figli maschi, con una probabilità del 50%. Tra le forme legate al sesso 1/3 dei casi sono mutazioni de-novo. Negli altri casi il gene mutato, codificante per le subunità citosoliche e per la subunità p22-phox, è trasmesso con modalità autosomica recessiva, pertanto possono essere colpiti ugualmente entrambi i sessi. La malattia, in questi casi, si manifesta solo in omozigosi: genitori entrambi portatori sani hanno il 25% di probabilità di avere figli malati.2 Caso clinico La storia di Samir: un interessante caso di Malattia Granulomatosa Cronica Una buona pratica di prevenzione igienica e antibiotica riduce il tasso di ospedalizzazione dei piccoli pazienti, migliorandone la qualità della vita. Si conoscono oggi oltre 400 mutazioni che possono coinvolgere diversamente il gene codificante il complesso NADPH-ossidasi. L’eterogeneità clinica della granulomatosi cronica è dunque legata al gene coinvolto e al tipo di mutazione in causa.1,2 In particolare la forma X-linked è generalmente associata ad un esordio più precoce della malattia, con decorso clinico più severo ed un tasso di mortalità più elevato.4 grado di degradare la quota di H2O2 da essi stessi prodotta: Staphylococcus aureus, Escherichia Coli, Salmonella, Klebsiella, diversi ceppi di Pseudomonas; saprofiti quali Serratia marcescens, Staphylococcus epidermidis, Enterobacter, Burkholderia Cepacia. In particolare, è doveroso sottolineare la relativa facilità con la quale, in questi pazienti, specie fungine quali l’Aspergillus possano evolvere verso severe forme bronco-pneumoniche.7 Decorso clinico Diagnosi 11 L a produzione di superossido da parte dei fagociti stimolati può essere indagata, come già anticipato, mediante l’NBT test (Test di colorazione con NitroBlu di Tetrazolio).5,8 Nei soggetti sani i leucociti riescono a ridurre l’NBT; nei soggetti affetti la mancata riduzione causa l’accumulo di precipitati durante la fagocitosi. Il test può risultare alterato sia nei soggetti malati che nelle portatrici asintomatiche della mutazione Xlinked. Nel nostro paziente l’NBT test spontaneo e post stimolo risultava 0%. In pazienti con storia clinica fortemente evocativa per MGC ma NBT qualitativamente normale, dovrebbe essere eseguita una misurazione quantitativa della funzione ossidativa dei fagociti. Il test più utilizzato a tale scopo è il DHR (DiHidrossiRodamina 123). Tale test prevede l’analisi, mediante citofluorimetro, del burst ossidativo leucocitario mediante misurazione di una fluorescenza.8 Presso il nostro laboratorio di Immunologia abbiamo eseguito tale test su Samir e anche sulla mamma. Nel caso di Samir il segnale di fluorescenza era nettamente diminuito, nel caso della mamma l’analisi non mostrava sostanziale differenza dal caso-controllo (Fig. 1). Se la madre fosse stata portatrice di una mutazione sul cromosoma X, il segnale di fluorescenza sarebbe stato comunque diminuito. Pertanto si può ipotizzare che la mutazione responsabile del quadro patologico di Samir non abbia una trasmissione di tipo X-linked, ma autosomica recessiva con fenotipo, dunque, più lieve. La diagnosi di certezza richiede, tuttavia, l’indagine genetica mediante AreaPediatrica | Vol. 15 | n. 1 | gennaio-marzo 2014 I bambini con MGC vanno incontro a frequenti e gravi infezioni batteriche e fungine, per lo più entro i primi due anni di vita. L’espressione clinica della malattia è estremamente eterogenea e la formazione di granulomi può interessare qualsiasi organo e apparato, con predilezione maggiore per polmoni, linfonodi, milza, fegato e cute. La presenza di granulomi all’interno del tratto gastrointestinale o urinario può determinare stenosi del lume per la quale può rendersi necessaria terapia chirurgica. Il patogeno fagocitato ma non eliminato dal fagocita può essere trasportato a distanza dalla sede primitiva di infezione, determinando la diffusione della stessa in più focolai.4 In questi pazienti sono frequenti anche le infezioni muco-cutanee ricorrenti o persistenti quali dermatiti, piodermiti del cuoio capelluto, ascessi in particolare della regione perianale, gengivite e ulcere aftose. Samir ha presentato sia coinvolgimenti cutanei importanti che linfoadenopatia colliquativa e successivamente linfadenite persistente. Altri quadri patologici fortemente suggestivi per MGC comprendono l’ascesso granulomatoso epatico, forme atipiche di tubercolosi, osteomieliti delle ossa metatarsali, polmoniti complicate da ascessi, cavitazione ed empiema.4,5 La natura cronica della malattia può determinare deficit di crescita e anemia microcitica che in genere si risolve spontaneamente alla fine della prima decade di vita. I patogeni più frequentemente responsabili di infezioni sono prevalentemente germi catalasi positivi6, in Caso clinico La storia di Samir: un interessante caso di Malattia Granulomatosa Cronica il sequenziamento dei geni codificanti o mediante immunoblotting. Tali accertamenti diagnostici sono tutt’ora in corso per il piccolo Samir. L’identificazione della mutazione permette, inoltre, tramite prelievo di villi coriali, di eseguire diagnosi prenatale. Poche settimane fa la madre di Samir ci ha comunicato di aver intrapreso una seconda gravidanza. Se i tempi di laboratorio non permettessero l’identificazione della mutazione in causa si potrà eseguire NBT test e DHR test su sangue fetale cordonale. Terapia e follow up AreaPediatrica | Vol. 15 | n. 1 | gennaio-marzo 2014 12 N odo centrale della terapia dei pazienti affetti da MGC risulta essere la prevenzione delle infezioni batteriche e fungine. È necessario, pertanto, istruire la famiglia sulle norme comportamentali da seguire, basate sull’igiene ambientale e personale.2 Fondamentale è inoltre intraprendere una terapia antibiotica profilattica continuativa. 2,4 Nel caso di Samir abbiamo instaurato una terapia profilattica con cotrimossazolo e fluconazolo. Sono stati condotti studi sull’utilizzo di IFN gamma nei pazienti affetti ma purtroppo i risultati sull’efficacia di tale trattamento sono stati contrastanti, pertanto il loro uso nella pratica clinica non è validato.9 Il trattamento antibiotico delle infezioni acute in questi pazienti deve essere tempestivo ed è raccomandabile l’utilizzo empirico di una molecola diversa da quella utilizzata per la profilassi. L’isolamento del patogeno in causa e l’esecuzione dell’antibiogramma permettono successivamente di attuare una terapia antibiotica mirata. Il monitoraggio clinico dei bambini con MGC è indispensabile. In assenza di novità cliniche degne di nota, rivalutiamo Samir in ambulatorio ogni 6 mesi. Il piccolo, ad oggi, tollera bene la terapia profilattica e, grazie all’aiuto dei familiari, vengono seguite le norme igieniche consigliate per ridurre il rischio di infezioni. Come raccomandato dall’AIEOP (Associazione Italiana Ematologia e Oncologia Pediatrica) ogni 6 mesi il piccolo esegue emocromo con formula, dosaggio sierico delle transaminasi, azotemia, creatinina, indici di flogosi e anticorpi anti-aspergillo. Inoltre, ogni anno, esegue radiografia del torace, ecografia addominale, prove spirometriche e, in caso di indicazione clinica, TC o RM. Ogni due anni sarebbe opportuno eseguire una valutazione del parenchima polmonare mediante TC torace ad alta risoluzione.2 Conclusioni L’ MGC è una patologia cronica le cui caratteristiche cliniche correlano con il diverso genotipo del singolo paziente. La prognosi a lungo termine è ancora incerta. Tuttavia una buona compliance da parte del paziente e della famiglia sembra ridurre il rischio di lesioni parenchimatose permanenti a carico degli organi interessati. Una buona pratica di prevenzione igienica e antibiotica riduce il tasso di ospedalizzazione dei piccoli pazienti, migliorandone la qualità della vita. Tuttavia l’unica possibilità di guarigione è rappresentata dall’allotrapianto di cellule staminali emopoietiche nei primi anni di vita.2,4 La terapia genica, che permetterà la correzione dell’attività ossidativa dei fagociti, è tutt’oggi in via di sperimentazione.6 . Conflitto d’interesse: Gli autori dichiarano di non avere nessun conflitto di interessi. Bibliografia 1. Chronic granulomatous disease. 2011 http://www.orpha.net 2. Malattia granulomatosa cronica. Raccomandazioni per la diagnosi e la terapia. Roma: Associazione Italiana di Ematologia e Oncologia Pediatrica. Gruppo di studio sulle immunodeficienze primitive. Dicembre 2004 www.aieop.org/stdoc/raccomandazioni/ racc_cgd_2004.doc 3. Morel F. Bull Molecular aspects of chronic granulomatous disease – “The NADPH oxidase complex”. Acad Natl Med 2007; 191(2):377-90. 4. Martire B, Rondelli R, Soresina A et al. 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