1.2. SCHEDE SPECIE FLORISTICHE
1.2.1. Acer cappadocicum Gled. subsp. lobelii (Ten.) Murray
Famiglia: Aceraceae
Nome volgare: Acero di Lobel
Biologia: Pianta arborea dal portamento colonnare. Le foglie, tipicamente palmate, hanno la base a
bordi arcuati e i lobi non hanno denti laterali e terminano in una punta molto acuta. I fiori hanno
calici pelosi. Fioritura: maggio.
Distribuzione: Endemica dell’Appennino meridionale, Sardegna e Corsica, affine ad Acer
cappadocicum Gled. ssp. cappadocicum, esclusivo dell’Anatolia. Nella regione è diffuso sui
rilievi dal Vulture al Pollino, da 750 a ca. 1700 m s.l.m.
Ecologia: E’ diffusa nelle fasce collinari e montane dell’Italia meridionale (dalla Campania alla
Calabria). E’ frequente nei boschi montani di faggio su suoli ricchi di humus, da 700 a 1700 m
s.l.m.
Habitat e/o biotopo elettivo/i all’interno del SIC: 9180* Foreste di versanti, ghiaioni e valloni
del Tilio-Acerion; 91M0 Foreste Pannonico-Balcaniche di cerro e rovere.
Minacce: taglio e pratiche di pulizia del bosco.
Livello di minaccia nel SIC: basso
Conservazione e protezione: A minor rischio (LR) a livello regionale e nazionale (Conti et al.,
1997); specie a protezione limitata nella regione (art. 3 DPGR 55/2005).
1.2.2. Cardopatum corymbosum (L.)Pers.
Famiglia: COMPOSITAE
Nome volgare: Broteroa.
Biologia: emicriptofita scaposa interamente spinosa, con foglie basali pennate e fusto centrale più
breve delle foglie (alto sino a 20 cm), portante un’infiorescenza a corimbo formata da capolini di
fiori azzurri. Fiorisce da giugno ad agosto.
Distribuzione: nord-est mediterraneo-montana. Entità rara nell'Italia meridionale presente anche in
Abruzzo e Sicilia e non nota per la Campania. Si rinviene da 0 a 1300 m di altitudine e in Basilicata
è nota anche per il tratto medio e basso del Valle del Basento e del Cavone. Segnalata anche per
l’area del SIC Murgia S. Lorenzo, nel SIC Gallipoli-Cognato è stata rilevata lungo il sentiero e negli
incolti presso il Torrente Mandria, nel settore settentrionale del sito.
Ecologia: specie termofila, eliofila, moderatamente nitrofila e alotollerante che predilige suoli erosi
e aridi di natura argillosa; risulta favorita anche da un moderato disturbo pastorale.
Habitat e/o biotopo elettivo/i all’interno del SIC: Tipica dell’habitat “Percorsi substeppici di
graminacee e piante annue dei Thero-Brachypodietea” (Cod. 6220*), nel sito è stata rilevata in aree
incolte riferite all’habitat 6210.
Minacce: La specie si rileva in aree intensamente pascolate e calpestate. E’ rara nel sito in quanto il
suo habitat ottimale (i prati aridi su substrati argillosi) è poco rappresentato nel sito.
Livello di minaccia nel SIC: medio
Conservazione e protezione: pur essendo una specie rara in Basilicata, attualmente non è tutelata
da alcuna legge o normativa e non figura in nessuna convenzione nazionale e internazionale.
1.2.3. Dactylorhiza romana Sebast.
Famiglia: Orchidaceae
Nome volgare: Orchide romana
Biologia: Scapo alto da 15 a 30 cm, foglie lineari-lanceolate, infiorescenza cilindrica, generalmente
lassa, con brattee fiorali verdi o verdi-porporine, larghe e rivolte verso l’alto. I tepali esterni sono di
colore porpora o giallo-crema, gli interni concolori agli esterni e conniventi a cappuccio. Il labello,
dello stesso colore, è trilobato con lobi subeguali. Lo sperone è più lungo dell’ovario e rivolto verso
l’alto. Fiorisce da aprile a maggio. Impollinazione entomogama, soprattutto ad opera di imenotteri.
Distribuzione: E’ specie steno-mediterranea, presente in Italia in tutta la penisola (ad esclusione
dell’Emilia-Romagna e dell’estremo nord).
Ecologia: Frequente nel sottobosco e radure di querceti, castagneti, su terreno preferibilmente
acidificato; nella fascia collinare e montana.
Habitat e/o biotopo elettivo/i all’interno del SIC: 91M0 “Foreste Pannonico-Balcaniche di cerro e
rovere”.
Minacce: raccolta diretta, eccessivo calpestio. Il pascolo potrebbe favorire l’espansione di questa
specie in bosco, tuttavia il calpestio eccessivo, la nitrificazione dei suoli e le pratiche di ripulitura
del sottobosco possono avere effetti negativi sulla densità delle popolazioni di orchidee.
Livello di minaccia nel SIC: basso
Conservazione e protezione: specie protetta da normativa internazionale CITES B; è specie a
protezione assoluta in Basilicata (DPRG 55/2005- Art. 2).
1.2.4. Dianthus vulturius Guss. & Ten.
Famiglia: Caryophyllaceae
Nome volgare: Garofano del Vulture
Biologia: Emicriptofita scaposa, alta fino a 50 cm. Foglie cauline lineari, con guaina lunga almeno
tre volte il diametro del fusto, generalmente convolute. Fiori riuniti in fascetti apicali circondati da
brattee allungate. Calice lungo 15-17 mm. Petali con lembo violaceo. Fiorisce tra Giugno e Agosto.
Distribuzione: E’ specie endemica dell’Italia meridionale, presente in modo discontinuo in
Abruzzo, Puglia, Calabria e Basilicata. Nella regione è presente in varie località (Pietrapertosa,
Pignola, Stigliano, Monte Volturino, Atella, Muro Lucano e Aia Silvana di Potenza. Nel SIC
Gallipoli-Cognato è segnalata in varie località (Monte Croccia, Chiappaia Canosa e a Palazzo.
Durante i sopralluoghi le località segnalate sono state confermate, ma sempre con presenza di
piccole popolazioni (poche decine di individui al massimo).
Ecologia: Prati aridi e sassosi e boschi radi di latifoglie termofile, tra 400-1200 m.
Habitat e/o biotopo elettivo/i all’interno del SIC: 91M0: Foreste Pannonico-Balcaniche di cerro e
rovere.
Minacce: Calpestio eccessivo e raccolta diretta.
Livello di minaccia nel SIC: alto
Conservazione e protezione: E’ inserita nelle liste rosse regionali della Calabria e della Puglia, ma
non considerata per la Basilicata. Fascetti e Navazio (2007) la ritengono vulnerabile a livello
regionale. È protetta della flora lucana ai sensi del DPGR 55/2005, come specie a protezione
assoluta.
1.2.5. Epipactis meridionalis H. Baumann & R. Lorenz 1988
Famiglia: Orchidaceae
Nome volgare: Elleborina meridionale
Biologia: È una geofita alta da 30 a 40 cm. Le radici sono secondarie da rizoma. Il fusto ha una
parte ipogea che consiste in un breve rizoma e la parte aerea formata da uno o eventualmente due
fusti gracili. Il colore del fusto è violaceo. Alla base è glabro, mentre è vellutato verso
l'infiorescenza. Le foglie, di forma ovato-lanceolata, sono distribuite lungo tutto il fusto a
disposizione più o meno spiralata. L'infiorescenza è un racemo terminale, lasso (massimo 20 fiori). I
fiori sono patenti (o più o meno penduli), disposti quasi unilateralmente e pedicellati, con brattee
lanceolate. I fiori sono verde chiaro con sfumature rosate specialmente all'estremità dei tepali.
Distribuzione: Endemica del Centro-Sud Italia, dal Lazio alla Sicilia. Nel sito si rileva in modo
sporadico nel sottobosco della cerreta.
Ecologia: Sottobosco di faggete fino a 1800 m
Habitat e/o biotopo elettivo/i all’interno del SIC: 91M0 “Foreste Pannonico-Balcaniche di cerro e
rovere”.
Minacce: Il pascolo in bosco in questo caso può rappresentare una minaccia rilevante, considerate
le abitudini strettamente nemorali di questa specie. Le pratiche di ripulitura del sottobosco possono
costituire una minaccia reale.
Livello di minaccia nel SIC: medio-alto
Conservazione e protezione: specie protetta da normativa internazionale CITES B, specie a
protezione assoluta in Basilicata (DPRG 55/2005- Art. 2). Inclusa nelle liste rosse regionali dove è
considerata minacciata (EN) in Puglia e vulnerabile (VU) in Calabria. Non è valutata per la
Basilicata.
1.2.6. Heptaptera angustifolia (Bertol.) Tutin
Famiglia: Apiaceae
Nome volgare: Basilisco lucano
Biologia: Pianta erbacea perenne, eretta. Fusto acutamente trigono e ramoso, alto da 4 a 10 dm. Le
foglie primordiali sono indivise, le altre pennatosette. Infiorescenza ad ombrella a 11-13 raggi. Fiori
gialli. Frutto oblungo, glabro a coste largamente alate. Periodo di fioritura: Giugno-Luglio.
Distribuzione: Endemismo lucano, noto per poche località della Basilicata. Nel SIC GallipoliCognato, già segnalata in precedenza da Fiori, 1925 e Aita et al., 1979, durante i rilevamenti sono
state rinvenute due piccole popolazioni (Costa La Rossa località Piano Cancello e lungo il
sentiero per Fontana La pila).
Ecologia: Altitudine (min/max): 600/1200 m.
Habitat e/o biotopo elettivo/i all’interno del SIC: 91M0 Foreste Pannonico-Balcaniche di cerro e
rovere
Minacce: Il popolamento rilevato durante i sopralluoghi si trova al margine di un sentiero, quindi
particolarmente esposto a disturbo da calpestio, incendi accidentali. Nell’area è presente il pascolo
anche se la specie non pare essere appetita dal bestiame.
Livello di minaccia nel SIC: alto, a causa della esiguità dei popolamenti presenti.
Conservazione e protezione: La specie è considerata vulnerabile (VU) a livello nazionale e a
basso rischio (LR) in Basilicata (Conti et al., 1997). Le informazioni sulla distribuzione della
specie sono scarse e risalgono a vecchi contributi. Trattandosi di un endemismo localizzato
sarebbe necessario avviare ricerche sulle popolazioni per una valutazione più aggiornata dello
status di conservazione. La specie andrebbe inserita nella legge regionale sulla protezione
della flora lucana.
1.2.7. Knautia lucana (Lacaita) Szabo
Famiglia: Dipsacaceae
Nome volgare: Ambretta di Lucania
Biologia: Emicriptofita scaposa, in genere biennale, che può raggiungere i,5 m di altezza. Il fusto è
pubescente con setole patenti in basso e peli brevi e ghiandolari in alto. La rosetta basale spesso
scompare alla fioritura. L’infiorescenza è un capolino che compare tra giugno e agosto, di ca. 3 cm
di diametro, con corolle purpuree.
Distribuzione: E’ specie esclusiva della Basilicata, dove oltre al SIC di Gallipoli-Cognato è
frequente nel sito limitrofo delle Dolomiti di Pietrapertosa ed in altre località (Abriola, M.te
Vulture, Lago Pantano di Pignola, M. Carruozzo, al Bosco del Principe di Ruoti, ai Poggi di Pignola
e a Casa del Conte presso Terranova di Pollino). Nel SIC Gallipoli-Cognato è piuttosto rara,
durante i sopralluoghi è stata rinvenuta solo lungo la strada per Accettura, ma risulta più frequente
ai margini e nel sito Dolomiti di Pietrapertosa.
Ecologia: boschi di latifoglie e radure, margini di strade e incolti su substrato siliceo, tra 800 e 1500
m.
Habitat e/o biotopo elettivo/i all’interno del SIC: 91M0 “Foreste Pannonico-Balcaniche di cerro e
rovere”.
Minacce: Le popolazioni si concentrano nelle radure e lungo i margini delle strade dove l’eventuale
intensificazione del disturbo (pascolo, calpestio, ecc.) potrebbe incidere sulla densità delle
popolazioni. Eventuali lavori di ripulitura e di messa in sicurezza delle scarpate stradali possono
ridurre in modo considerevole le popolazioni, tuttavia la specie, per la sua biologia ed ecologia, non
appare particolarmente a rischio.
Livello di minaccia nel SIC: medio
Conservazione e protezione: La specie non è tutelata a livello regionale, né è inclusa nelle liste
rosse regionali. Per una valutazione realistica dello stato di conservazione nel sito e nell’areale
complessivo sarebbe necessario avere dati quantitativi pregressi. Trattandosi di una specie
endemica, il cui locus classicus è nel territorio nel parco, la specie va in ogni caso protetta e
valorizzata.
1.2.8. Ilex aquifolium L.
Famiglia: Aquifoliaceae
Nome volgare: Agrifoglio
Biologia: E' un arbusto (fino a 8m) sempreverde con foglie coriacee, spinose o con margine
ondulato. Pianta dioica (a fiori con sessi separati in individui differenti), i fiori unisessuali, sono
bianchi, a quattro petali, e raggruppati con un breve peduncolo. Il frutto è una bacca tonda, prima
verde e poi di colore rosso, velenosa. Fioritura: da maggio a giugno. Impollinazione entomofila;
disseminazione ad opera degli uccelli
Distribuzione: Specie europea. Presente in tutte le regioni d’Italia. In Basilicata è frequente in tutte
le aree submontane e montane del settore occidentale (provincia di Potenza). Quasi assente nella
provincia di Matera.
Ecologia: Specie caratteristica delle faggete meridionali a clima oceanico. Altitudine (min/max):
600/1200 m. Frequente nelle faggete, negli abieti-faggeti e nei querco-carpineti.
Habitat e/o biotopo elettivo/i all’interno del SIC: 91M0 Foreste Pannonico-Balcaniche di cerro e
rovere.
Minacce: Pascolo, taglio e pratiche di pulizia del bosco
Livello di minaccia nel SIC: medio
Conservazione e protezione: Nel sito è in riduzione a causa del pascolo e delle pratiche di
ripulitura del bosco. Specie a protezione limitata nella regione (art. 4 DPGR 55/2005).
1.2.9. Orchis mascula L.
Famiglia: ORCHIDACEAE
Nome volgare: Orchide maschia
Biologia: Geofita bulbosa, con scapo alto 20-50 /70) cm, violetto in alto. L’infiorescenza è
cilindrica, densa, lunga. Le foglie sono lanceolate, addensate nella parte basale del fusto, verde
lucido. Brattee fiorali violacee, lanceolate e sub eguali all’ovario. I fiori sono di colore rossoporporino, con tepali concolori e il labello grande, con margine crenulato e trilobato, di color
porpora con una chiazza bianca alla base. Fiorisce tra aprile e giugno.
Distribuzione: Europa e Caucaso. In Italia è presente in tutte le regioni ad esclusione del Molise,
Puglia e Sicilia. In Basilicata è una specie frequente.
Ecologia: fiorisce soprattutto al margine dei boschi, nei pascoli sassosi, generalmente predilige suoli
calcarei fino a 2400 m di altitudine, ma anche oltre al Sud.
Habitat e/o biotopo elettivo/i all’interno del SIC: 6210 - Formazioni erbose secche seminaturali e
facies coperte da cespugli su substrato calcareo (Festuco-Brometalia), ma è stata rinvenuta anche
nelle radure dell’habitat 91M0 “Foreste Pannonico-Balcaniche di cerro e rovere”.
Minacce: Occupando preferibilmente zone ecotonali, la specie non appare minacciata dal pascolo e
da alcune pratiche forestali che favoriscono la presenza di ambienti aperti e radure nel bosco. La
raccolta diretta può rappresentare una minaccia reale.
Livello di minaccia nel SIC: basso
Conservazione e protezione: Protetta da normativa internazionale CITES B, è specie a protezione
assoluta in Basilicata (DPRG 55/2005- Art. 2).
1.2.10. Orchis tridentata Scop.
Famiglia: ORCHIDACEAE
Nome volgare: Orchidea tridentata
Biologia: Scapo alto 15-40 cm. Le foglie di colore verde-glauco, sono di forma ovato-lanceolata, le
basali riunite in rosetta. L’infiorescenza è densa e globosa, con brattee fiorali piccole e
membranacee. I tepali esterni sono rosei con maculature porporine, ovali, acuti. I tepali interni sono
lineari, più corti. Il labello è roseo, punteggiato di porpora, trilobato e con lobo mediano più lungo e
più largo dei laterali. Fiorisce tra aprile e giugno. Priva di nettare, attira gli insetti impollinatori che
sono diversi generi di imenotteri (Apis, Bombus, Eucera, Andrena, Psithyrus, Xylocopa) e talora
anche coleotteri) grazie all'aspetto del suo fiore che ricorda quello di altre specie nettarifere.
Distribuzione: E’ specie eurimediterranea presente in tutte le regioni italiane, più frequente sui
rilievi di natura calcarea. Nel SIC Gallipoli-Cognato è presente in modo sporadico nelle cerrete
aperte e nei pascoli.
Ecologia: prati, radure, pascoli montani; al di sopra dei 400 m fin oltre i 1700 m di quota.
Habitat e/o biotopo elettivo/i all’interno del SIC: 6210 - Formazioni erbose secche seminaturali e
facies coperte da cespugli su substrato calcareo (Festuco-Brometalia), ma è stata rinvenuta anche
nelle radure dell’habitat 91M0 “Foreste Pannonico-Balcaniche di cerro e rovere”.
Minacce: Il pascolo in bosco, se non intenso, probabilmente favorisce il mantenimento di aree
aperte e radure di una certa estensione che permettono alla specie di diffondersi anche in ambito
forestale. Le pratiche di ripulitura del sottobosco possono però costituire una minaccia.
Livello di minaccia nel SIC: medio.
Conservazione e protezione: specie protetta da normativa internazionale CITES B, specie a
protezione assoluta in Basilicata (DPRG 55/2005- Art. 2).
1.2.11. Ophrys exaltata Ten
Famiglia: ORCHIDACEAE
Nome volgare:
Biologia: Pianta alta 20-50 cm; slanciata e robusta, fusto spesso; infiorescenza abbastanza densa con
4-15 fiori; sepali rosa o biancastri (raramente verdi), i laterali (patenti) formanti un angolo di circa
120° con il (eretto); petali glabri, oblunghi, più scuri dei sepali, a margini ondulati; labello intero o
subtrilobo, ovale o orbicolare, decisamente convesso, bruno-rossiccio, peloso ai margini e spesso
con gibbosità appena accennate; macula basale di solito semplice a forma di H o X; apicolo molto
piccolo. Fiorisce da marzo ad aprile. Si riproduce per impollinazione entomogama ad opera
dell'imenottero apoideo Colletes cunicularius.
Distribuzione: coste tirreniche dell'Italia meridionale e Sicilia
Ecologia: Garighe, prati magri, cespuglieti, boschi chiari, bordi stradali. Si spinge dai 15 m fino ai
1250 m di altitudine.
Habitat e/o biotopo elettivo/i all’interno del SIC: 6210 - Formazioni erbose secche seminaturali e
facies coperte da cespugli su substrato calcareo (Festuco-Brometalia), ma è stata rinvenuta anche
nelle radure dell’habitat 91M0 “Foreste Pannonico-Balcaniche di cerro e rovere”.
Minacce: Il pascolo in bosco, se non intenso, probabilmente favorisce il mantenimento di aree
aperte e radure di una certa estensione che permettono alla specie di diffondersi anche in ambito
forestale. Le pratiche di ripulitura del sottobosco possono però costituire una minaccia.
Livello di minaccia nel SIC: medio.
Conservazione e protezione: specie protetta da normativa internazionale CITES B, specie a
protezione assoluta in Basilicata (DPRG 55/2005- Art. 2).
1.2.12. Paeonia mascula (L.) Mill.
Famiglia Paeoniaceae
Nome volgare: peonia maschio.
Biologia: Pianta alta 30-60 cm, con fusti eretti, ramosi,
verdi, violacei solo nelle parti più basse (raramente
completamente verdi o totalmente violacei). Foglie
inferiori con (9) 13-18 segmenti, da ellittici ad ovati
(raramente biforcati), di 180-390 x 38-145, verde
chiaro e glabre di sopra, glauche e da villose a
subglabre di sotto. Fiore rosso, rosso-violaceo, a strisce
bianche o bianco. Frutto a follicolo, (1) 3 (-6), coperti
con tomento bianco, arrotondati all'apice, sub-eretti,
curvi all'indietro a maturità. Fiorisce tra aprile e
maggio.
Distribuzione: Europeo-caucasica. In Italia è distribuita
in maniera discontinua. In regione è abbastanza rara e presente con nuclei di pochi individui in
stazioni nemorali. Segnalata anche nel SIC Bosco di Rifreddo e recentemente nel SIC Monti Foi
(report area 2). A Gallipoli-Cognato sono stati rinvenuti pochi esemplari in una sola località.
Ecologia: mesofila, vegeta nelle schiarite ed ai margini dei boschi di querce caducifoglie
(soprattutto cerrete) e miste del piano submontano e montano, tra 400 e 1900 metri di altitudine. È
specie indicatrice di lunga continuità ecologica del bosco.
Habitat e/o biotopo elettivo/i all’interno del SIC: 91M0 “Foreste Pannonico-Balcaniche di cerro e
rovere”.
Minacce: modificazioni degli habitat in seguito a ceduazioni o a diradamenti con alterazioni delle
condizioni microclimatiche locali, pascolo in bosco, raccolta diretta, calpestio eccessivo.
Livello di minaccia nel SIC: alto (a breve-medio termine) a causa dell’esigua consistenza della
popolazione nel sito.
Conservazione e protezione: Specie a protezione assoluta nella regione (D.G.R. n. 55 del
18/3/2005). È inserita nelle Liste Rosse Regionali delle Piante d’Italia della Calabria e Puglia,
rispettivamente nelle categorie IUCN delle specie minacciate (EN) e vulnerabili (VU); per la
Basilicata non è considerata, ma in Fascetti e Navazio (2007) è ritenuta vulnerabile a livello
regionale.
1.2.13.– Quercus cerris L.
Famiglia: FAGACEAE
Nome volgare: Cerro
Biologia: E’ un albero maestoso che può raggiungere i 35 m di altezza, con grande chioma densa e
allungata. Il tronco è diritto è ha una scorza spessa e dura, color grigio cenere, molto rugosa e
profondamente solcata in ogni senso. Le foglie sono coriacee e alterne, con picciolo lungo fino a 2,5
cm e lamina allungata e ristretta verde scura e sublucida di sopra, più chiara, opaca e pelosa
inferiormente. Il margine è da ondulato a decisamente inciso con lobi appariscenti. I fiori sono
unisessuali (si tratta infatti di una specie monoica), quelli maschili con 6 tepali verdicci e stami con
antere giallo chiaro sono riuniti in glomeruli (amenti); quelli femminili sono brevemente
peduncolati, singolarmente avvolti dalla cupola, involucro di piccole squame disposte a spirale e
saldate tra loro. Il frutto è una ghianda ovoidale lunga 2,5 cm, marrone, con apice appiattito e
segnato da una pelosità argentea finissima; è ricoperto per oltre metà dalla cupola legnosa formata
di lunghe squame lineari, arricciate. Fiorisce tra maggio e giugno.
Distribuzione: E’ una specie distribuita nell’Europa sudorientale e in Asia Minore.In Italia, si trova
sporadico nella Pianura Padana, forse introdotto, certamente naturale nel Friuli orientale dove
concorre alla formazione dei querceti collinari e rovereti e sul Carso assieme a Roverella ed anche
Rovere in suoli ferrettizzati. Il Cerro, diviene molto abbondante sulla dorsale appenninica,
soprattutto dalla Maremma toscana in giù. Molto diffuso nel Molise, nel Sannio, nell'Irpinia e
Basilicata, diventa più raro in Sicilia e manca in Sardegna. In Basilicata è presente sull’Appennino
lucano, sul M. Vulture e sul Pollino (Fascetti et al., 2006).
Ecologia: Vive dal livello del mare fino a 800-1000 m di altitudine. Forma sia boschi puri sia
consorzi misti assieme alla roverella, al farnetto, al leccio, al castagno. Predilige i suoli neutro-acidi
ricchi di argilla.
Habitat e/o biotopo elettivo/i all’interno del SIC: Codice Corine biotopes 41.75 - Southern
Quercus cerris-Q. frainetto woods (Melitto-Quercion frainetto) specie caratterizzante Habitat
91M0: Foreste Pannonico-Balcaniche di cerro e rovere.
Minacce: In alcune aree la rinnovazione stenta ad affermarsi per l’eccessivo carico di pascolo, che
rappresenta un grave fattore limitante alla rinnovazione naturale.
Livello di minaccia nel SIC: basso
Conservazione e protezione: questa specie non figura nelle convenzioni nazionali ed
internazionali, né appare rara o minacciata a livello regionale o provinciale.
1.2.14 Quercus frainetto Ten.
Famiglia: FAGACEAE
Nome volgare: Farnetto
Biologia: Il tronco è diritto e presenta una scorza da grigiastra a brunastra. Può raggiungere i 30-40
m d’altezza, con chioma ampia e rotondeggiante. Le foglie decidue, alterne, picciuolate, a lamina
lobata, sono tra le più grandi delle nostre querce (fino a 20 cm di lunghezza). I fiori maschili
formano glomeruli disposti in amenti sottili; con 6 tepali e 6 stami. Quelli femminili sono
peduncolati e raccolti in piccole spighe in numero di 2-5. I frutti sono ghiande giallo-brunastro,
ricoperte fino a metà dalla cupola. La fioritura avviene in aprile-maggio.
Distribuzione: E’ una specie distribuita nell’Europa sudorientale, e l’appennino meridionale
rappresenta il limite occidentale dell’areale di questa specie. In Italia si trova al centro in Toscana
nella Maremma, ma diventa sempre più frequente dal Lazio alla Calabria. E’ segnalata nel SIC
Murgia S. Lorenzo. Nel SIC Gallipoli-Cognato è stata rilevata presso M. Croccia.
Ecologia: E’ presente dal livello del mare fino a 1200 m di quota, associandosi spesso al cerroe alle
altre specie arboree della fascia sopramediterranea. Predilige i substrati neutro-acidi, anche
relativamente poco evoluti.
Habitat e/o biotopo elettivo/i all’interno del SIC: Codice Corine biotopes 41.75 - Southern
Quercus cerris-Q. frainetto woods (Melitto-Quercion frainetto) specie caratterizzante Habitat
91M0: Foreste Pannonico-Balcaniche di cerro e rovere.
Minacce: Il pascolo può rappresentare una minaccia per la rinnovazione di questa specie che
rispetto al cerro ed alla roverella è meno competitiva.
Livello di minaccia nel SIC: medio
Conservazione e protezione: questa specie non figura nelle convenzioni nazionali ed
internazionali, né appare rara o minacciata a livello regionale o provinciale.
1.2.15 Quercus petraea (Mattuschka) Lieblein ssp. austrotyrrhenica Brullo, Guarino, et
Siracusa
Famiglia: FAGACEAE
Nome volgare: rovere meridionale
Biologia: E’ una fanerofita arborea alta fino a 30 m, con corteccia bruna e fessurazioni longitudinali
lunghe e reticolate. I rami giovani sono glabri con lenticelle grigie evidenti. Le foglie picciolate (12,5 cm) hanno forma del lembo molto variabile, lungo fino a 13 cm con massima larghezza nel terzo
centrale, con 4-5 lobi per lato. I fiori compaiono tra maggio e giugno, sono unisessuali: quelli
maschili riuniti in amenti penduli di 3-6 cm, quelli femminili in amenti di 3-7 pezzi. Il frutto è una
ghianda, lunga 2-3 cm, con una cupola a margine irregolare, con squame embriciate, triangolari
all’apice e pubescenti sul dorso.
Distribuzione: La specie è a distribuzione europea. In Italia la Rovere si trova sulle Alpi e sugli
Appennini in stazioni a clima temperato e su terreni asciutti, assente in Sardegna. La sottospecie
austrotyrrhenica è endemica dell’Italia meridionale e finora segnalata nella Sicilia settentrionale,
Calabria meridionale (Brullo et al., 1999). Fascetti et al. (2006) la segnalano per la prima volta in
Basilicata, dove è indicata a Calvello, M.te Vulture, Pignola, Bosco Magnano a San Severino
Lucano e nella Foresta di Gallipoli-Cognato (Fascetti & Navazio, 2007). Nel SIC è stata rinvenuta
lungo la strada per Costa La Rossa.
Ecologia: individui isolati o piccole popolazioni in boschi misti di faggio e cerro. E’ specie acidofila
e predilige terreni profondi e ben drenati. Necessita anche di una certa umidità atmosferica.
Habitat e/o biotopo elettivo/i all’interno del SIC: Codice Corine biotopes 41.75 - Southern
Quercus cerris-Q. frainetto woods (Melitto-Quercion frainetto) specie caratterizzante Habitat
91M0: Foreste Pannonico-Balcaniche di cerro e rovere; 41.182 Campano-Lucanian beech forests
sopecie di pregio dell’Habitat 9210*: Faggeti degli Appennini con Taxus e Ilex.
Minacce: a causa dell'intenso sfruttamento subito nei secoli a causa della bontà del suo legno, ma
anche perchè la Rovere occupava terreni fertili adatti all'agricoltura (vigneti, castagneti da frutto), i
querceti a Rovere sono molto ridotti. Attualmente la specie è minacciata da tagli selvicolturali
inappropriati.
Livello di minaccia nel SIC: medio-alto
Conservazione e protezione: risulta endemica per l’Italia meridionale; è una specie rara e
vulnerabile ai tagli boschivi Fascetti & Navazio, 2007). Specie a protezione limitata in Basilicata
(DPRG 55/2005- Art. 3).
1.2.16 Ranunculus aquatilis L.
Famiglia Ranunculaceae
Nome volgare: Ranuncolo acquatico.
Biologia: Idrofita radicante a portamento in parte sommerso. La lunghezza media varia da 2 a 15
dm (massimo 2 m). Il fusto ha una consistenza flaccida, è sottile ma tenace ed è natante (in maggior
parte sommerso). I fusti sono glabri. Le foglie superiori emerse sono a lamina sviluppata con bordi
dentati. Le foglie inferiori sommerse sono a lacinie capillari di consistenza molle e riunite a ciuffi. I
peduncoli fiorali sono più brevi del picciolo delle rispettive foglie ascellari. I fiori (10-20 mm) sono
ermafroditi, e attinomorfi. Il ricettacolo è pubescente e piuttosto tozzo.
Distribuzione: specie subcosmopolita, presente in America settentrionale, in Europa ed in Nord
Africa. In Italia è segnalata quasi in tutte le regioni. In Pignatti (1982) per la Basilicata si riportano
le località di Balvano e Muro lucano, ma più recentemente in Conti et al. (1995) la presenza viene
considerata dubbia per la regione.
Ecologia: l'habitat tipico di questa pianta sono le acque limpide, stagnanti o lentamente fluenti (uno
scorrimento troppo veloce blocca la crescita della pianta), ma anche piccoli laghi fiono ai 400 m di
quota. Il substrato preferito è sia calcareo/siliceo che siliceo con pH basico e terreno ad alti valori
nutrizionali permanentemente bagnato (e sommerso).
Habitat e/o biotopo elettivo/i all’interno del SIC: La specie nel sito caratterizza la vegetazione
acquatica primaverile dell’habitat 3150 Laghi eutrofici naturali con vegetazione del Magnopotamion
o Hydrocharition, a cui sono state attribuite le fitocenosi delle pozze rilevate nell’area.
Minacce: degradazione e/o eliminazione dell’habitat di pertinenza, sistemazioni idrauliche,
variazioni del regime idrologico e del deflusso, disturbo da pascolo.
Livello di minaccia nel SIC: molto alto (a breve-medio termine) a causa dell’elevata vulnerabilità
dell’habitat, della sua rarità nell’area e della pressione elevata esercitata dal pascolo.
Conservazione e protezione: la specie non rientra nelle liste rosse regionali e non è soggetta ad
alcun tipo di tutela. Andrebbe confermata la sua presenza nella regione e verificata la consistenza
delle popolazioni per valutarne lo status di conservazione a livello regionale e locale.
1.2.17 Ranunculus trichophyllus Chaix subsp. trichophyllus
Famiglia Ranunculaceae
Nome volgare: Ranuncolo a foglie capillari.
Biologia: idrofita perenne radicante, fiorisce tra aprile e giugno. Fusti robusti. Le foglie sono tutte
capillari, con lacinie divergenti. I fiori sono attinomorfi a petali bianchi e ricettacolo pubescente. Il
frutto è un achenio pubescente prima della maturazione.
Distribuzione: specie subcosmopolita, presente in America settentrionale ed in Europa. In Italia è
segnalata in tutte le regioni. In Basilicata è stato segnalato in poche località in diversi distretti
geografici, sulla costa jonica e nell’Appennino centrale lucano. E’ segnalato nel SIC Monti Foi. Nel
SIC Gallipoli-Cognato è stato rilevato in alcune delle pozze presenti nell’area ed utilizzate per
l’abbeveraggio del bestiame.
Ecologia: specie dulcacquicola, presente nelle acque oligotrofiche, poco profonde, stagnanti o con
bassa corrente, si ritrova presso rive ed alvei di laghi, stagni, fiumi e corsi d’acqua minori, canali,
fossi. Vegeta nei piani basale, collinare e montano, da 0 a 800 m s.l.m. e oltre.
Habitat e/o biotopo elettivo/i all’interno del SIC: La specie è caratteristica dell’habitat 3260
“Fiumi delle pianure e montani con vegetazione del Ranunculion fluitantis e CallitrichoBatrachion”, ma nell’habitat caratterizza la vegetazione acquatica primaverile dell’habitat 3150
Laghi eutrofici naturali con vegetazione del Magnopotamion o Hydrocharition, a cui sono state
attribuite le fitocenosi delle pozze rilevate nell’area.
Minacce: degradazione e/o eliminazione dell’habitat di pertinenza, sistemazioni idrauliche,
variazioni del regime idrologico e del deflusso, disturbo da pascolo.
Livello di minaccia nel SIC: molto alto (a breve-medio termine) a causa dell’elevata vulnerabilità
dell’habitat, della sua rarità nell’area e della pressione elevata esercitata dal pascolo.
Conservazione e protezione: la specie è considerata vulnerabile (VU) in Basilicata nelle Liste
Rosse Regionali delle Piante d’Italia (Conti et al., 1997).
1.2.18. Ruscus aculeatus L.
Famiglia: LILIACEAE
Nome volgare: Pungitopo, ruscolo.
Biologia: Camefita fruticosa. Cespuglio sempreverde alto da 10-15 cm fin oltre 1 m. Fusti legnosetti
subcilindrici, glabri, verdi (con funzioni fotosintetiche); i rami secondari sono modificati in cladodi
simili a foglie, rigidi, da largamente ovati a lanceolati, con apice acuto e spinoso. Foglie ridotte a
brattee scariose lunghe qualche mm, bianco-brunastre, da strettamente triangolari a linearilesiniformi, slargate alla base, aguzze, una parte ascellanti i cladodi e i rami principali, le altre
inserite entro la metà basale della pagina adassiale dei cladodi, non sempre presenti. Fiori singoli o a
coppie, unisessuali, con perigonio costituito da due verticilli di tre tepali liberi e persistenti alla
fruttificazione, verde-biancastri. Frutto a bacca globosa di 10-15 mm liscia, lucida, rossa. L'antesi
avviene fra novembre ed aprile la specie è presente in tutto il territorio.
Distribuzione: Euri-Mediterranea - Specie con areale centrato sulle coste mediterranee, ma con
prolungamenti verso nord e verso est, (area della Vite). Presente in tutta l'Europa mediterranea,
comprese Turchia, Ungheria e Crimea. In Italia è diffuso in tutto il territorio. In Basilicata è presente
dalle cerrete alle faggete. Nel SIC è ampiamente presente nelle cerrete.
Ecologia: Leccete e boschi caducifogli termofili fino a 1200 m di altitudine. E' una pianta sensibile
al freddo intenso, per cui solo nelle zone meridionali la si può trovare oltre i 1.200, nel resto d'Italia
difficilmente vegeta sopra i 600 m s.l.m.
Habitat e/o biotopo elettivo/i all’interno del SIC: Habitat 91M0: Foreste Pannonico-Balcaniche di
cerro e rovere.
Minacce: Nel sic la minaccia principale è rappresentata dal pascolo in bosco che tende a distruggere
lo strato arbustivo della foresta. Non si hanno dati sulla raccolta diretta della pianta a scopo
ornamentale (decorazioni natalizie) e alimentare (giovani turioni usati come asparagi) e di quanto
questa possa incidere sulle popolazioni locali.
Livello di minaccia nel SIC: medio
Conservazione e protezione: Ruscus aculeatus è presente nell'elenco all'Allegato V della Direttiva
CEE n° 43/1992, tra le "Specie animali e vegetali di interesse comunitario il cui prelievo nella
natura e il cui sfruttamento potrebbero formare oggetto di misure di gestione". In Italia è specie
protetta in diverse regioni. Nel sic e in tutto il territorio del parco la raccolta dovrebbe essere
soggetta a controllo e limitazioni.
1.2.19. Tilia cordata Miller
Famiglia Tiliaceae
Nome volgare: tiglio selvatico
Biologia: fanerofita arborea caducifoglia con tronco breve e chioma densa. Ha foglie semplici,
alterne, con picciolo glabro e lamina sub rotonda a base cordata, seghettata ai margini. La foglia è
verde brillante sopra, e glauca di sotto, con ciuffi di peli brunicci all’ascella delle nervature. Fiorisce
tra giugno e luglio, con fiori molto profumati in cime da 4 a 12 fiori. Il frutto è una noce
tondeggiante con una brattea fogliacea lunga fino a 8 cm.
Distribuzione: Europa, Siberia sud-occidentale e Caucaso. In Italia è presente sull'arco Alpino e
sull'Appennino fino alla Basilicata. In montagna si spinge fino a circa 1.500 metri. Molto raro nella
zona mediterranea.
Ecologia: mesofilo nei riguardi della luce e della temperatura, si rinviene nei boschi montani e
submontani tra gli 800 e i 1400 m di quota. , soprattutto nei valloni ombrosi e forre con accumulo di
detriti rocciosi.
Habitat e/o biotopo elettivo/i all’interno del SIC: 9180* “Foreste di versanti, ghiaioni e valloni
del Tilio-Acerion (habitat prioritario)”.
Minacce: ceduazioni, prelievi imputabili all’elevato pregio del legname, degradazione delle
condizioni ecologiche degli habitat di pertinenza a seguito di diradamenti boschivi e captazioni
idriche con evoluzione in senso xerico della vegetazione.
Livello di minaccia nel SIC: alto (a breve-medio termine) a causa della rarefazione della specie.
Conservazione e protezione: è specie protetta della flora lucana ai sensi del DPGR 55/2005 ed
inserita nel novero delle specie a protezione limitata speciale.