1.2. SCHEDE SPECIE FLORISTICHE 1.2.1. Acer cappadocicum Gled. subsp. lobelii (Ten.) Murray Famiglia: Aceraceae Nome volgare: Acero di Lobel Biologia: Pianta arborea dal portamento colonnare. Le foglie, tipicamente palmate, hanno la base a bordi arcuati e i lobi non hanno denti laterali e terminano in una punta molto acuta. I fiori hanno calici pelosi. Fioritura: maggio. Distribuzione: Endemica dell’Appennino meridionale, Sardegna e Corsica, affine ad Acer cappadocicum Gled. ssp. cappadocicum, esclusivo dell’Anatolia. Nella regione è diffuso sui rilievi dal Vulture al Pollino, da 750 a ca. 1700 m s.l.m. Più abbondante nei sic limitrofi di Gallipoli-Cognato e Montepiano, è segnalata presso il centro abitato di Castelmezzano (Fascetti & Navazio, 2007). Ecologia: E’ diffusa nelle fasce collinari e montane dell’Italia meridionale (dalla Campania alla Calabria). E’ frequente nei boschi montani di faggio su suoli ricchi di humus, da 700 a 1700 m s.l.m. Habitat e/o biotopo elettivo/i all’interno del SIC: 9180* Foreste di versanti, ghiaioni e valloni del Tilio-Acerion; 91M0 Foreste Pannonico-Balcaniche di cerro e rovere. Minacce: taglio e pratiche di pulizia del bosco. Livello di minaccia nel SIC: basso Conservazione e protezione: A minor rischio (LR) a livello regionale e nazionale (Conti et al., 1997); specie a protezione limitata nella regione (art. 3 DPGR 55/2005). 1.2.2. Centaurea deusta Ten. Famiglia: Asteraceae Nome volgare: Fiordaliso cicalino Biologia: Fiorisce tra giugno e agosto Distribuzione: Specie euri-Mediterranea, con areale centrato sulle coste mediterranee, ma con prolungamenti verso nord e verso est Presente in tutte le regioni tranne Valle d'Aosta e Sardegna. Questa pianta è un'entità polimorfa riferibile al complesso aggregato di Centaurea alba L. che però non è presente sul nostro territorio. In Centaurea deusta Ten. si includono anche le subspecie che un tempo erano indicate come: Centaurea deusta Ten. subsp. deusta, Centaurea deusta Ten. subsp. concolor (DC.) Hayek, Centaurea deusta subsp. divaricata (Guss.) Matthäs e Pign.; Centaurea deusta Ten. subsp. splendens (Arcang.) Matthas & Pignatti. Per le Dolomiti di Pietrapertosa è stata segnalata la ssp. concolor in Conti et al., 2007. Ecologia: Tipica di prati aridi, incolti e ambienti rocciosi da 0 a 1500m; nel SIC caratterizza gli aspetti di vegetazione rupicola ben rappresentati nell’area. Habitat e/o biotopo elettivo/i all’interno del SIC: 8210 Pareti rocciose calcaree con vegetazione casmofitica Minacce: La specie non presenta particolari vulnerabilità, colonizzando ambienti difficilmente esposti ad azioni di disturbo, ad esclusione dei potenziali incendi e di interventi di messa in sicurezza e ripulitura delle pareti rocciose che potrebbero ridurre l’estensione e la vitalità delle popolazioni. Livello di minaccia nel SIC: basso Conservazione e protezione: La specie non è inclusa nelle liste rosse, né nella legislazione regionale per la protezione della flora. Ulteriori indagini tassonomiche, considerate le caratteristiche sistematiche di questo gruppo (per lo stesso gruppo tassonomico sono state descritte diverse entità endemiche ad areale ristretto), potrebbero ridefinire l’areale di distribuzione di questa entità, motivando anche eventuali azioni di tutela. 1.2.3. Dactylorhiza romana Sebast. Famiglia: Orchidaceae Nome volgare: Orchide romana Biologia: Scapo alto da 15 a 30 cm, foglie lineari-lanceolate, infiorescenza cilindrica, generalmente lassa, con brattee fiorali verdi o verdi-porporine, larghe e rivolte verso l’alto. I tepali esterni sono di colore porpora o giallo-crema, gli interni concolori agli esterni e conniventi a cappuccio. Il labello, dello stesso colore, è trilobato con lobi subeguali. Lo sperone è più lungo dell’ovario e rivolto verso l’alto. Fiorisce da aprile a maggio. Impollinazione entomogama, soprattutto ad opera di imenotteri. Distribuzione: E’ specie steno-mediterranea, presente in Italia in tutta la penisola (ad esclusione dell’Emilia-Romagna e dell’estremo nord). Ecologia: Frequente nel sottobosco e radure di querceti, castagneti, su terreno preferibilmente acidificato; nella fascia collinare e montana. Habitat e/o biotopo elettivo/i all’interno del SIC: 91M0 “Foreste Pannonico-Balcaniche di cerro e rovere”. Minacce: raccolta diretta, eccessivo calpestio. Il pascolo potrebbe favorire l’espansione di questa specie in bosco, tuttavia il calpestio eccessivo, la nitrificazione dei suoli e le pratiche di ripulitura del sottobosco possono avere effetti negativi sulla densità delle popolazioni di orchidee. Livello di minaccia nel SIC: basso Conservazione e protezione: specie protetta da normativa internazionale CITES B; è specie a protezione assoluta in Basilicata (DPRG 55/2005- Art. 2). 1.2.4. Dianthus vulturius Guss. & Ten. Famiglia: Caryophyllaceae Nome volgare: Garofano del Vulture Biologia: Emicriptofita scaposa, alta fino a 50 cm. Foglie cauline lineari, con guaina lunga almeno tre volte il diametro del fusto, generalmente convolute. Fiori riuniti in fascetti apicali circondati da brattee allungate. Calice lungo 15-17 mm. Petali con lembo violaceo. Fiorisce tra Giugno e Agosto. Distribuzione: E’ specie endemica dell’Italia meridionale, presente in modo discontinuo in Abruzzo, Puglia, Calabria e Basilicata. Nella regione è presente in varie località (Pietrapertosa, Pignola, Stigliano, Monte Volturino, Atella, Muro Lucano e Aia Silvana di Potenza. Nel SIC Dolomiti di Pietrapertosa è segnalata presso la Sorgente Solforosa (Fascetti & navazio, 2007). Ecologia: Prati aridi e sassosi e boschi radi di latifoglie termofile, tra 400-1200 m. Habitat e/o biotopo elettivo/i all’interno del SIC: 91M0: Foreste Pannonico-Balcaniche di cerro e rovere. Minacce: Calpestio eccessivo e raccolta diretta. Livello di minaccia nel SIC: alto Conservazione e protezione: E’ inserita nelle liste rosse regionali della Calabria e della Puglia, ma non considerata per la Basilicata. Fascetti e Navazio (2007) la ritengono vulnerabile a livello regionale. È protetta della flora lucana ai sensi del DPGR 55/2005, come specie a protezione assoluta. 1.2.5. Ilex aquifolium L. Famiglia: Aquifoliaceae Nome volgare: Agrifoglio Biologia: E' un arbusto (fino a 8m) sempreverde con foglie coriacee, spinose o con margine ondulato. Pianta dioica (a fiori con sessi separati in individui differenti), i fiori unisessuali, sono bianchi, a quattro petali, e raggruppati con un breve peduncolo. Il frutto è una bacca tonda, prima verde e poi di colore rosso, velenosa. Fioritura: da maggio a giugno. Impollinazione entomofila; disseminazione ad opera degli uccelli Distribuzione: Specie europea. Presente in tutte le regioni d’Italia. In Basilicata è frequente in tutte le aree submontane e montane del settore occidentale (provincia di Potenza). Quasi assente nella provincia di Matera. Ecologia: Specie caratteristica delle faggete meridionali a clima oceanico. Altitudine (min/max): 600/1200 m. Frequente nelle faggete, negli abieti-faggeti e nei querco-carpineti. Habitat e/o biotopo elettivo/i all’interno del SIC: 91M0 Foreste Pannonico-Balcaniche di cerro e rovere. Minacce: Pascolo, taglio e pratiche di pulizia del bosco Livello di minaccia nel SIC: medio Conservazione e protezione: Nel sito è in riduzione a causa del pascolo e delle pratiche di ripulitura del bosco. Specie a protezione limitata nella regione (art. 4 DPGR 55/2005). 1.2.6. Knautia lucana (Lacaita) Szabo Famiglia: Dipsacaceae Nome volgare: Ambretta di Lucania Biologia: Emicriptofita scaposa, in genere biennale, che può raggiungere i,5 m di altezza. Il fusto è pubescente con setole patenti in basso e peli brevi e ghiandolari in alto. La rosetta basale spesso scompare alla fioritura. L’infiorescenza è un capolino che compare tra giugno e agosto, di ca. 3 cm di diametro, con corolle purpuree. Distribuzione: E’ specie esclusiva della Basilicata, dove oltre al SIC delle Dolomiti di Pietrapertosa è presente nel sito limitrofo di Gallipoli-Cognato ed in altre località (Abriola, M.te Vulture, Lago Pantano di Pignola, M. Carruozzo, al Bosco del Principe di Ruoti, ai Poggi di Pignola e a Casa del Conte presso Terranova di Pollino). Pietrapertosa è il locus classicus della specie descritta nei primi del ‘900 proprio per questa località. Foto C. Gangale Ecologia: boschi di latifoglie e radure, margini di strade e incolti su substrato siliceo, tra 800 e 1500 m. Habitat e/o biotopo elettivo/i all’interno del SIC: 91M0 “Foreste Pannonico-Balcaniche di cerro e rovere”. Minacce: Le popolazioni si concentrano nelle radure e lungo i margini delle strade dove l’eventuale intensificazione del disturbo (pascolo, calpestio, ecc.) potrebbe incidere sulla densità delle popolazioni. La popolazione più ricca nel SIC è localizzata lungo la vecchia strada tra Castelmezzano e Pietrapertosa, attualmente chiusa al traffico, almeno ufficialmente, perché dissestata. Eventuali lavori di ripulitura e di messa in sicurezza delle scarpate stradali possono ridurre in modo considerevole le popolazioni, tuttavia la specie, per la sua biologia ed ecologia, non appare particolarmente a rischio. Livello di minaccia nel SIC: medio Conservazione e protezione: La specie non è tutelata a livello regionale, né è inclusa nelle liste rosse regionali. Per una valutazione realistica dello stato di conservazione nel sito e nell’areale complessivo sarebbe necessario avere dati quantitativi pregressi. Trattandosi di una specie endemica, il cui locus classicus è nel territorio nel parco, la specie va in ogni caso protetta e valorizzata. Da valutare anche la possibilità di conservazione ex situ. 1.2.7 Linaria dalmatica (L.) Mill. Famiglia: Scrophulariaceae Nome volgare: Linajola di Dalmazia Biologia: Emicriptofita scaposa, alta fino a 1 m. Ha foglie amplessi cauli acute, larghe fino a 4 cm, ovate o lanceolate, suberette e rigide. I fiori sono riuniti in racemi allungati, con corolla gialla, zigomorfa, personata, con un lungo sperone. Il frutto è una capsula sub sferica di 3-7 mm. Distribuzione: Specie NEMediterraneo-montana, in Italia è presente in modo sporadico in Basilicata, Calabria e Puglia, in quest’ultima regione è considerata scomparsa (Scoppola & Spampinato, Foto C. Gangale 2005). In Basilicata è nota per poche località tutte localizzate nell’area del Parco di Gallipoli Cognato. Si segnala lungo la strada di Accettura, presso Monte Croccia, e a Pietrapertosa sulle rupi e lungo la strada provinciale. Durante i sopralluoghi sono stati rinvenuti diversi nuclei lungo la strada provinciale tra Pietrapertosa e Castelmezzano e in località Acquarra di sotto. Ecologia: Si rinviene su rupi e ghiaie, su depositi di materiale clastico incoerente. Nel sito è frequente ma localizzata anche sulle scarpate al margine delle strade. Il range altitudinale varia tra i 300 e i 1000 m. Habitat e/o biotopo elettivo/i all’interno del SIC: nel sito si rinviene alla base delle rupi caratterizzate dall’habitat 8210, ma anche nelle radure nell’ambito dell’habitat 91M0. Minacce: la specie è rara e molto localizzata, pur occupando ambienti ecotonali, spesso anche soggetti a notevole disturbo (margine strada, scarpate, margine di orti). Livello di minaccia nel SIC: alto Conservazione e protezione: E’ inclusa nella Lista Rossa Nazionale con lo status di Minacciata sia a livello regionale che nazionale. E’ anche inclusa nell’Atlante delle Specie a rischio di estinzione (Scoppola e Spampinato, 2005). E’ tutelata dalla Legge Regionale (DPRG 55/2005) come specie a protezione limitata. Essendo prevalentemente localizzata in aree ad elevato disturbo le popolazioni potrebbero essere soggette a drastica riduzione demografica. Gli interventi di ripulitura della vegetazione effettuati lungo la strada provocano sicuramente la scomparsa di alcuni individui. Eventuali interventi di ripristino e messa in sicurezza della strada potrebbero danneggiare in modo serio la popolazione del sito. Considerata la rarità in Italia, per questa specie potrebbe essere utile avviare anche un programma di conservazione ex situ. 1.2.8. Neotinea maculata (Desfontaines) Stearn Famiglia: Orchidaceae Nome volgare: Satirione macchiato Biologia:. Geofita bulbosa con fusto gracile, a volte maculato di bruno, alto da 10 a 30 cm; si caratterizza per i fiori molto piccoli, lo sperone cortissimo e le foglie per lo più maculate. L’infiorescenza è cilindrica e densa, costituita da piccoli fiori (3-5 mm) che odorano di vaniglia, biancastri screziati e/o punteggiati di rosso; tepali interni ed esterni conniventi a cappuccio; il labello a tre lobi, gli esterni più stretti, il centrale più ampio e bifido con dentino al centro. Fiorisce da fine marzo a maggio; le caratteristiche foglie basali finemente maculate sono già ben evidenti dal mese di novembre. Distribuzione: mediterraneo-atlantica; pur estendendosi su un vasto areale, per lo più le sue popolazioni appaiono molto localizzate. In Italia è presente in tutta la penisola, soprattutto sulla costa e nelle isole. Nel sito è stata rilevata soprattutto al margine delle cerrete a nord di Castelmezzano. Ecologia: Presente in garighe, cespuglieti, pinete e prati, è pianta assai eclettica per il substrato che può essere arido o fresco, basico o acido; inoltre vegeta in pieno sole, ma anche all'ombra. Mediamente si incontra fino a 400 m di altitudine, ma può raggiungere sporadicamente anche i 1000 m (http://www.giros.it). Habitat e/o biotopo elettivo/i all’interno del SIC: Frequente, ma non comune, nelle radure e al margine delle cerrete (habitat 91M0 - Foreste Pannonico-Balcaniche di cerro e rovere). Minacce: Il pascolo potrebbe favorire l’espansione di questa specie in bosco, tuttavia il calpestio eccessivo, la nitrificazione dei suoli e le pratiche di ripulitura del sottobosco possono avere effetti negativi sulla densità delle popolazioni di orchidee. Livello di minaccia nel SIC: medio Conservazione e protezione: specie protetta da normativa internazionale CITES B; è specie a protezione assoluta in Basilicata (DPRG 55/2005- Art. 2). 1.2.9 Onosma helvetica Boiss. em. Teppner ssp. lucana (Lacaita) Peruzzi, Aquaro et Cesca Famiglia: Boraginaceae Biologia: E’ una camefita suffruticosa alta fino a 75 cm. Il fusto è ispido e lignificato alla base, con foglie lineari-lanceolate lunghe fino a 10-12 cm e larghe 6-8 mm. Le foglie portano tubecoli con una setola lunga crcondata da setole corte disposte a stella. I fiori sono tubulosi e penduli, con corolla giallo chiaro, brevemente pelosa sui denti. I frutti sono mericarpi di 5 mm. Fiorisce tra giugno e luglio. Foto C. Gangale Distribuzione: La specie è a distribuzione SE europea. La sottospecie lucana è endemica della Calabria e della Basilicata. In Calabria è nota per la zona del Pollino ed alcune località della Sila Greca. In Basilicata è segnalata nella zona del Pollino, presso Terranova di Pollino e in varie località della valle del Basento. Nel sito è stata rinvenuta sulle scarpate lungo la strada provinciale tra Castelmezzano e Pietrapertosa. Ecologia: si rinviene su scarpate e rupi, preferibilmente su substrati incoerenti, silicei e sabbiosi, tra 400 e 1300 m di quota. Habitat e/o biotopo elettivo/i all’interno del SIC: Caratterizza localmente alcuni aspetti dell’habitat 8210 Pareti rocciose calcaree con vegetazione casmofitica Minacce: Le stazioni rinvenute nel sito sono tutte localizzate sulle scarpate lungo i margini delle strade, in particolar modo lungo la vecchia strada provinciale tra Castelmezzano e Pietrapertosa, attualmente chiusa al traffico, almeno ufficialmente, perché dissestata. Eventuali lavori di ripulitura e di messa in sicurezza delle scarpate stradali possono ridurre in modo considerevole le popolazioni. Livello di minaccia nel SIC: medio-alto Conservazione e protezione: L’entità è considerata vulnerabile in Basilicata (Fascetti e Navazio, 2007), ma non inclusa nella legge regionale. Trattandosi di un endemismo, e avendo una distribuzione estremamente localizzata nel resto della regione, meriterebbe provvedimenti di tutela specifici. Da valutare anche la possibilità di conservazione ex situ. 1.2.11. Ophrys exaltata Ten. Famiglia: ORCHIDACEAE Nome volgare: Biologia: Pianta alta 20-50 cm; slanciata e robusta, fusto spesso; infiorescenza abbastanza densa con 4-15 fiori; sepali rosa o biancastri (raramente verdi), i laterali (patenti) formanti un angolo di circa 120° con il (eretto); petali glabri, oblunghi, più scuri dei sepali, a margini ondulati; labello intero o subtrilobo, ovale o orbicolare, decisamente convesso, bruno-rossiccio, peloso ai margini e spesso con gibbosità appena accennate; macula basale di solito semplice a forma di H o X; apicolo molto piccolo. Fiorisce da marzo ad aprile. Si riproduce per impollinazione entomogama ad opera dell'imenottero apoideo Colletes cunicularius. Distribuzione: coste tirreniche dell'Italia meridionale e Sicilia Foto C. Gangale Ecologia: Garighe, prati magri, cespuglieti, boschi chiari, bordi stradali. Si spinge dai 15 m fino ai 1250 m di altitudine. Habitat e/o biotopo elettivo/i all’interno del SIC: 6210 - Formazioni erbose secche seminaturali e facies coperte da cespugli su substrato calcareo (Festuco-Brometalia), ma è stata rinvenuta anche nelle radure dell’habitat 91M0 “Foreste Pannonico-Balcaniche di cerro e rovere”. Minacce: Il pascolo in bosco, se non intenso, probabilmente favorisce il mantenimento di aree aperte e radure di una certa estensione che permettono alla specie di diffondersi anche in ambito forestale. Le pratiche di ripulitura del sottobosco possono però costituire una minaccia. Livello di minaccia nel SIC: medio. Conservazione e protezione: specie protetta da normativa internazionale CITES B, specie a protezione assoluta in Basilicata (DPRG 55/2005- Art. 2). 1.2.11 Ophrys tethrendinifera Willd. Famiglia: ORCHIDACEAE Nome volgare: Ofride maggiore, Vesparia barbata Biologia: Pianta alta 10-40 cm; robusta, fusto spesso; infiorescenza con 2-8 fiori medio-grandi; sepali ovali grandi e vistosi, con apice arrotondato, di colore bianco, rosa o viola; petali decisamente più corti, triangolari, vellutati, più scuri dei tepali; labello da trapezoidale a globuloso, intero, con pelosità labellare densa soprattutto nella zona marginale dove assume un colore giallo-verdastro; macula ridotta, bluastra, contornata da una linea biancastra; apicolo ivolto in avanti, ben evidente. Fiorisce da marzo a maggio. A seconda delle aree geografiche si possono avere caratteristiche diverse delle popolazioni, tanto che recentemente sono state riconosciute diverse entità, anche rivalutando vecchie denominazioni. Intanto sarebbe assente dall'Italia il tipo (subsp. tenthredinifera), ad areale occidentale, oltre alla molto simile subsp. villosa (Desf.) H. Baumann & Künkele ad areale orientale. in Italia invece avremmo: la subsp. neglecta (Parl.) E.G. Camus (= O. neglecta Parl. 1860), nelle regioni peninsulari e in Sardegna, caratterizzata da fiori più piccoli, labello più convesso, campo basale rossastro; e la subsp. grandiflora (Ten.) Kreutz (= O. grandiflora Ten. 1819), in Sicilia e Calabria meridionale, a fiori grandi, labello trapezoidale, pelosità marginale gialla. Entrambe queste entità sono anche caratterizzate da un grosso ciuffo di peli irsuti sopra l'apicolo (http://www.giros.it/). Distribuzione: E’ specie stenomediterranea, diffusa nelle regioni costiere dei paesi circummediterranei. In Italia è presente nelle regioni centrali (Romagna compresa), ed è comune al Sud e nelle Isole. Ecologia: prati aridi, garighe, radure boschive, su terreni calcarei o poco acidi fino a 1000 m. Habitat e/o biotopo elettivo/i all’interno del SIC: 6210 - Formazioni erbose secche seminaturali e facies coperte da cespugli su substrato calcareo (Festuco-Brometalia). Minacce: Il pascolo, se non intenso, probabilmente favorisce il mantenimento di aree aperte e radure di una certa estensione che permettono alla specie di diffondersi anche in ambito forestale. Le pratiche di ripulitura del sottobosco possono però costituire una minaccia. Livello di minaccia nel SIC: medio. Conservazione e protezione: specie protetta da normativa internazionale CITES B, specie a protezione assoluta in Basilicata (DPRG 55/2005- Art. 2). 1.2.12. Orchis mascula L. Famiglia: ORCHIDACEAE Nome volgare: Orchide maschia Biologia: Geofita bulbosa, con scapo alto 20-50 /70) cm, violetto in alto. L’infiorescenza è cilindrica, densa, lunga. Le foglie sono lanceolate, addensate nella parte basale del fusto, verde lucido. Brattee fiorali violacee, lanceolate e sub eguali all’ovario. I fiori sono di colore rossoporporino, con tepali concolori e il labello grande, con margine crenulato e trilobato, di color porpora con una chiazza bianca alla base. Fiorisce tra aprile e giugno. Distribuzione: Europa e Caucaso. In Italia è presente in tutte le regioni ad esclusione del Molise, Puglia e Sicilia. In Basilicata è una specie frequente. Ecologia: fiorisce soprattutto al margine dei boschi, nei pascoli sassosi, generalmente predilige suoli calcarei fino a 2400 m di altitudine, ma anche oltre al Sud. Habitat e/o biotopo elettivo/i all’interno del SIC: 6210 - Formazioni erbose secche seminaturali e facies coperte da cespugli su substrato calcareo (Festuco-Brometalia), ma è stata rinvenuta anche nelle radure dell’habitat 91M0 “Foreste Pannonico-Balcaniche di cerro e rovere”. Minacce: Occupando preferibilmente zone ecotonali, la specie non appare minacciata dal pascolo e da alcune pratiche forestali che favoriscono la presenza di ambienti aperti e radure nel bosco. La raccolta diretta può rappresentare una minaccia reale. Livello di minaccia nel SIC: basso Conservazione e protezione: Protetta da normativa internazionale CITES B, è specie a protezione assoluta in Basilicata (DPRG 55/2005- Art. 2). 1.2.13 Orchis papilionacea L. Famiglia: ORCHIDACEAE Nome volgare: Cipressino, Orchidea farfalla Biologia: Geofita bulbosa, fiorisce tra Marzo e Giugno. Distribuzione: Euromediterranea. Specie con areale centrato sulle coste mediterranee, ma con prolungamenti verso nord e verso est, (area della Vite). In Italia è presente in tutto il territorio escluso il Trentino alto Adige. Ecologia: predilige prati magri e incolti, garighe, boschi aperti. Habitat e/o biotopo elettivo/i all’interno del SIC: 6210 Formazioni erbose secche seminaturali e facies coperte da cespugli su substrato calcareo (Festuco-Brometalia). Minacce: Abbandono delle pratiche Foto E. Fulco colturali quali lo sfalcio e pascolamento con conseguente avanzamento del bosco spontaneo nelle zone marginali con maggiore substrato dove è quindi più facile la colonizzazione delle specie vegetali tipiche nelle prime fasi di evoluzione verso il bosco. Livello di minaccia nel SIC: In assenza di una gestione attiva, l’habitat è destinato ad una ulteriore riduzione. La vulnerabilità resta elevata più per motivi naturali che antropici. L’abbandono dei prati-pascoli ed una cattiva gestione degli stessi potrebbe provocarne la scomparsa. Conservazione e protezione: specie protetta da normativa internazionale CITES B, specie a protezione assoluta in Basilicata (DPRG 55/2005- Art. 2). Sarebbe auspicabile un mantenimento di elevati livelli di diversità del mosaico ambientale, con i diversi stadi delle successioni vegetazionali ben rappresentati (di particolare importanza la tutela di praterie e garighe) ed un miglioramento delle conoscenze sugli aspetti naturalistici attraverso la divulgazione ed il coinvolgimento degli attori locali. 1.2.14 Orchis provincialis Balb. ex Lam. & DC. Famiglia: Orchidaceae Nome volgare: Orchide gialla, Orchidea di Provenza Biologia: Geofita bulbosa, con scapo alto 15-40 cm, verde chiaro, mai arrossato. L’infiorescenza è cilindrica, densa, lunga. Le foglie basali oblunghe-lanceolate, ± macchiate di violaceo, le interne più erette ad abbracciare il fusto; poche cauline piccole e inguainanti. Infiorescenza lassa con grandi fiori giallo pallidi.. I fiori hanno sepali laterali distesi o eretti, il dorsale eretto e curvo sul casco formato dai petali. Labello convesso o piegato, con lobo mediano ginocchiato alla base, poco più lungo dei laterali e leggerm. bilobo; area centrale giallo vivo con macchie porporine.. Fiorisce tra aprile e maggio. Distribuzione: E’ specie stenomediterranea, abbastanza diffusa in Italia. Ecologia: da ambienti prativi luminosi fino all’ombra nei boschi, abbastanza indifferente al substrato, da 0 a >1700 m d Habitat e/o biotopo elettivo/i all’interno del SIC: 6210 - Formazioni erbose secche seminaturali e facies coperte da cespugli su substrato calcareo (Festuco-Brometalia), ma è stata rinvenuta anche nelle radure dell’habitat 91M0 “Foreste Pannonico-Balcaniche di cerro e rovere”. Minacce: Occupando preferibilmente zone ecotonali, la specie non appare minacciata dal pascolo e da alcune pratiche forestali che favoriscono la presenza di ambienti aperti e radure nel bosco. La raccolta diretta può rappresentare una minaccia reale. Livello di minaccia nel SIC: medio Conservazione e protezione: Protetta da normativa internazionale CITES B, è specie a protezione assoluta in Basilicata (DPRG 55/2005- Art. 2). 1.2.15 Orchis quadripuntata Cirillo ex Ten. Famiglia: Orchidaceae Nome volgare: Orchide a quattro punti Biologia: È una pianta erbacea geofita bulbosa con fusto alto 15-30 cm, di colore verde-giallastro alla base, purpureo all'apice.Le foglie basali, spesso maculate, sono riunite a rosetta, le cauline inguainano il fusto. I fiori, piccoli, di colore dal rosa al violaceo, sono riuniti in infiorescenze cilindriche, piuttosto Foto D. Uzunov lasse. I sepali sono eretti e patenti, mentre i due petali laterali sono ripiegati a cappuccio sul ginostemio. Il labello è trilobato, con base più chiara sulla quale spiccano le quattro caratteristiche macchioline purpuree cui si deve il nome della specie; di questi due si ritrovano all'interno della cavità stigmatica. Lo sperone è lungo e sottile, rivolto all'indietro e verso il basso. Fiorisce da aprile a giugno. Distribuzione: Specie con areale mediterraneo, è presente in Italia centro-meridionale (dall'Abruzzo alla Calabria), in Dalmazia, Albania, Grecia (isola di Creta inclusa), in Turchia e a Cipro. Nel SIC è presente in modo sporadico. Ecologia: Predilige i suoli calcarei di prati e garighe, da 200 a 800 m di altitudine. Habitat e/o biotopo elettivo/i all’interno del SIC: 6210 Formazioni erbose secche seminaturali e facies coperte da cespugli su substrato calcareo (Festuco-Brometalia) Minacce: Abbandono delle pratiche colturali quali lo sfalcio e pascolamento con conseguente avanzamento del bosco spontaneo nelle zone marginali con maggiore substrato dove è quindi più facile la colonizzazione delle specie vegetali tipiche nelle prime fasi di evoluzione verso il bosco. Livello di minaccia nel SIC: medio. Conservazione e protezione: specie protetta da normativa internazionale CITES B e IUCN, specie a protezione assoluta in Basilicata (DPRG 55/2005- Art. 2). Sarebbe auspicabile un mantenimento di elevati livelli di diversità del mosaico ambientale, con i diversi stadi delle successioni vegetazionali ben rappresentati (di particolare importanza la tutela di praterie e garighe) ed un miglioramento delle conoscenze sugli aspetti naturalistici attraverso la divulgazione ed il coinvolgimento degli attori locali. 1.2.16 Orchis tridentata Scop. Famiglia: Orchidaceae Nome volgare: Orchidea tridentata Biologia: Scapo alto 15-40 cm. Le foglie di colore verde-glauco, sono di forma ovato-lanceolata, le basali riunite in rosetta. L’infiorescenza è densa e globosa, con brattee fiorali piccole e membranacee. I tepali esterni sono rosei con maculature porporine, ovali, acuti. I tepali interni sono lineari, più corti. Il labello è roseo, punteggiato di porpora, trilobato e con lobo mediano più lungo e più largo dei laterali. Fiorisce tra aprile e giugno. Priva di nettare, attira gli insetti impollinatori che sono diversi generi di imenotteri (Apis, Bombus, Eucera, Andrena, Psithyrus, Xylocopa) e talora anche coleotteri) grazie all'aspetto del suo fiore che ricorda quello di altre specie nettarifere. Distribuzione: E’ specie eurimediterranea presente in tutte le regioni italiane, più frequente sui rilievi di natura calcarea. Nel SIC Gallipoli-Cognato è presente in modo sporadico nelle cerrete aperte e nei pascoli. Ecologia: prati, radure, pascoli montani; al di sopra dei 400 m fin oltre i 1700 m di quota. Habitat e/o biotopo elettivo/i all’interno del SIC: 6210 - Formazioni erbose secche seminaturali e facies coperte da cespugli su substrato calcareo (Festuco-Brometalia), ma è stata rinvenuta anche nelle radure dell’habitat 91M0 “Foreste Pannonico-Balcaniche di cerro e rovere”. Minacce: Il pascolo in bosco, se non intenso, probabilmente favorisce il mantenimento di aree aperte e radure di una certa estensione che permettono alla specie di diffondersi anche in ambito forestale. Le pratiche di ripulitura del sottobosco possono però costituire una minaccia. Livello di minaccia nel SIC: medio. Conservazione e protezione: specie protetta da normativa internazionale CITES B, specie a protezione assoluta in Basilicata (DPRG 55/2005- Art. 2). 1.2.17. Paeonia mascula (L.) Mill. Famiglia Paeoniaceae Nome volgare: peonia maschio. Biologia: Pianta alta 30-60 cm, con fusti eretti, ramosi, verdi, violacei solo nelle parti più basse (raramente completamente verdi o totalmente violacei). Foglie inferiori con (9) 13-18 segmenti, da ellittici ad ovati (raramente biforcati), di 180-390 x 38-145, verde chiaro e glabre di sopra, glauche e da villose a subglabre di sotto. Fiore rosso, rosso-violaceo, a strisce bianche o bianco. Frutto a follicolo, (1) 3 (-6), coperti con tomento bianco, arrotondati all'apice, sub-eretti, curvi all'indietro a maturità. Fiorisce tra aprile e maggio. Foto C. Gangale Distribuzione: Europeo-caucasica. In Italia è distribuita in maniera discontinua. In regione è abbastanza rara e presente con nuclei di pochi individui in stazioni nemorali. Segnalata anche nel SIC Bosco di Rifreddo e recentemente nel SIC Monti Foi (report area 2). A Gallipoli-Cognato sono stati rinvenuti pochi esemplari in una sola località. La specie è stata rinvenuta anche sulle rupi di Castelmezzano. Ecologia: mesofila, vegeta nelle schiarite ed ai margini dei boschi di querce caducifoglie (soprattutto cerrete) e miste del piano submontano e montano, tra 400 e 1900 metri di altitudine. È specie indicatrice di lunga continuità ecologica del bosco. Habitat e/o biotopo elettivo/i all’interno del SIC: 91M0 “Foreste Pannonico-Balcaniche di cerro e rovere”. Minacce: modificazioni degli habitat in seguito a ceduazioni o a diradamenti con alterazioni delle condizioni microclimatiche locali, pascolo in bosco, raccolta diretta, calpestio eccessivo. Livello di minaccia nel SIC: alto (a breve-medio termine) a causa dell’esigua consistenza della popolazione nel sito. Conservazione e protezione: Specie a protezione assoluta nella regione (D.G.R. n. 55 del 18/3/2005). È inserita nelle Liste Rosse Regionali delle Piante d’Italia della Calabria e Puglia, rispettivamente nelle categorie IUCN delle specie minacciate (EN) e vulnerabili (VU); per la Basilicata non è considerata, ma in Fascetti e Navazio (2007) è ritenuta vulnerabile a livello regionale. 1.2.18. Quercus cerris L. Famiglia: Fagaceae Nome volgare: Cerro Biologia: E’ un albero maestoso che può raggiungere i 35 m di altezza, con grande chioma densa e allungata. Il tronco è diritto è ha una scorza spessa e dura, color grigio cenere, molto rugosa e profondamente solcata in ogni senso. Le foglie sono coriacee e alterne, con picciolo lungo fino a 2,5 cm e lamina allungata e ristretta verde scura e sublucida di sopra, più chiara, opaca e pelosa inferiormente. Il margine è da ondulato a decisamente inciso con lobi appariscenti. I fiori sono unisessuali (si tratta infatti di una specie monoica), quelli maschili con 6 tepali verdicci e stami con antere giallo chiaro sono riuniti in glomeruli (amenti); quelli femminili sono brevemente peduncolati, singolarmente avvolti dalla cupola, involucro di piccole squame disposte a spirale e saldate tra loro. Il frutto è una ghianda ovoidale lunga 2,5 cm, marrone, con apice appiattito e segnato da una pelosità argentea finissima; è ricoperto per oltre metà dalla cupola legnosa formata di lunghe squame lineari, arricciate. Fiorisce tra maggio e giugno. Distribuzione: E’ una specie distribuita nell’Europa sudorientale e in Asia Minore.In Italia, si trova sporadico nella Pianura Padana, forse introdotto, certamente naturale nel Friuli orientale dove concorre alla formazione dei querceti collinari e rovereti e sul Carso assieme a Roverella ed anche Rovere in suoli ferrettizzati. Il Cerro, diviene molto abbondante sulla dorsale appenninica, soprattutto dalla Maremma toscana in giù. Molto diffuso nel Molise, nel Sannio, nell'Irpinia e Basilicata, diventa più raro in Sicilia e manca in Sardegna. In Basilicata è presente sull’Appennino lucano, sul M. Vulture e sul Pollino (Fascetti et al., 2006). Ecologia: Vive dal livello del mare fino a 800-1000 m di altitudine. Forma sia boschi puri sia consorzi misti assieme alla roverella, al farnetto, al leccio, al castagno. Predilige i suoli neutro-acidi ricchi di argilla. Habitat e/o biotopo elettivo/i all’interno del SIC: Codice Corine biotopes 41.75 - Southern Quercus cerris-Q. frainetto woods (Melitto-Quercion frainetto) specie caratterizzante Habitat 91M0: Foreste Pannonico-Balcaniche di cerro e rovere. Minacce: In alcune aree la rinnovazione stenta ad affermarsi per l’eccessivo carico di pascolo, che rappresenta un grave fattore limitante alla rinnovazione naturale. Livello di minaccia nel SIC: basso Conservazione e protezione: questa specie non figura nelle convenzioni nazionali ed internazionali, né appare rara o minacciata a livello regionale o provinciale. 1.2.19 Scabiosa crenata Cir. = Lomelosia crenata (Cirillo) Greuter & Burdet Famiglia:Dipsacaceae Nome volgare:Vedovina della Basilicata, Vedovina crenata Biologia: Pianta suffruticosa alta fino a 25 cm. Fusti legnosi, striscianti, ramosi, forma dei pulvini chiaramente individuabili nel suo ambiente di crescita. Scapi fioriferi eretti, semplici, fogliosi nella parte inferiore. Foglie 1-2 pennatosette lunghe 2-4 cm. Inf. a capolino di 3 cm,terminale a ciascun ramo. Fiori con corolla rosa pallido. Frutto di 2 mm, irsuto, circondato completamente dall'involucretto (1,5 mm) che costituisce un organo per la disseminazione a distanza, reste calicine di 4-6 mm.Fiorisce tra Maggio e Agosto. Distribuzione: La specie è presente in Nord Africa (Algeria e Tunisia), Sicilia, Sud Italia, Penisola balcanica e Cipro. Il gruppo di L. crenata consta di 5 specie ad habitus frutescente, tre delle quali distribuite nel Mediterraneo meridionale presentano areali di limitata estensione. L. crenata, specie orofila, è abbastanza frequente sui rilievi calcarei e calcareo-dolomitici. Nel sito colonizza i pavimenti rocciosi in disfacimento di Costa Cervitale e delle rupi presso Castelmezzano. Ecologia: Fessure delle rocce, detriti mobili, creste ventose da 500 a 2000 m s.l.m. Habitat e/o biotopo elettivo/i all’interno del SIC: Caratterizza localmente alcuni aspetti dell’habitat 8210 Pareti rocciose calcaree con vegetazione casmofitica e alcuni aspetti a carattere più casmofilo dei prati dei Festuco-Brometea riferiti all’habitat 62A0 Formazioni erbose secche della regione submediterranea orientale (Scorzoneratalia villosae) Minacce: La specie si rinviene in due tipologie ambientali: i prati ricchi di affioramenti rocciosi di Costa Cervitale e le rupi di Castelmezzano. Nel primo caso il principale fattore di minaccia è rappresentato dal pascolo e dall’eccessivo calpestio. Meno minacciati sono i nuclei localizzati sulle rupi, a sviluppo prevalentemente verticale, dove, l’unica minaccia reale è rappresentata, in particolar modo per i siti localizzati lungo la vecchia strada provinciale tra Castelmezzano e Pietrapertosa, attualmente chiusa al traffico, da eventuali lavori di ripulitura e di messa in sicurezza delle scarpate stradali. Livello di minaccia nel SIC: medio Conservazione e protezione: L’entità non è inserita in liste rosse, né tutelata dalla legge regionale sulla protezione della flora. Essendo piuttosto comune nel sito non si prevedono particolari azioni di conservazione. 1.2.20 Stipa austroitalica Martinovsky ssp. austroitalica Famiglia: Poaceae Nome volgare: Lino delle fate meridionale Biologia: Emicriptofita cespitosa, densamente cespugliosa con culmi eretti, rigidi, alla base avvolti da fibre biancastre, 4-7 dm. Ecologia: Praterie substeppiche dal livello del mare fino al piano submontano. Distribuzione: Endemica della Sicilia e Italia meridionale. Foto C. Gangale Nell’ambito della specie vengono distinte alcune entità sottospecifiche a distribuzione limitata. La ssp. austroitalica ha una distribuzione più ampia essendo nota per la Campania, Puglia, Basilicata e Calabria. In Basilicata la specie è nota nell’area del Parco della Murgia materana (SIC IT9220135 Gravina di Matera). Nel SIC Dolomiti di Pietrapertosa non risultava precedentemente segnalata, si rinviene con piccoli nuclei sulle rupi presso Castelmezzano e a Costa Cervitale. Minacce: I nuclei rinvenuti nel sic sono a rischio a causa della vicinanza alla strada sia per i popolamenti di Castelmezzano che di Costa Cervitale. In questo, eventuali interventi di ripulitura e messa in sicurezza delle scarpate stradali possono rappresentare una minaccia a questi nuclei più prossimi alla strada. Più in generale le principali cause di minaccia sono legate al pascolo incontrollato con conseguente rischio di carico eccessivo (PIGNATTI et al., 2001; Forte et al., 2007). Livello di minaccia nel SIC: medio, data la scarsa superficie occupata all’interno del SIC. Conservazione e protezione: E’ specie prioritaria dell’All. II della Dir. 92/43/CEE ed è anche tutelata dalla Convenzione di Berna del 1979. Essendo l’unica specie della direttiva presente nel sito, meriterebbe l’organizzazione di un piano di monitoraggio e azioni specifiche di tutela. Il Progetto LIFE RICOPRI appena avviato nell’ambito del SIC, finalizzato al recupero e alla conservazione di habitat legati alle praterie aride non menziona la specie. Parametri Stato di Conservazione della Specie Favorevole Range Favorevole Popolazione Favorevole Non favorevole – Inadeguato Non favorevole Cattivo Sconociuto (informazioni insufficienti a fare una valutazione) Parametri Stato di Conservazione della Specie Favorevole Habitat della specie Prospettive future (relativamente alla popolazione, range e disponibilità di habitat) Valutazione globale dello Stato di Conservazione Non favorevole – Inadeguato Non favorevole Cattivo Sconociuto (informazioni insufficienti a fare una valutazione) Sconociuto Favorevole Favorevole 1.2.21. Tilia cordata Miller Famiglia Tiliaceae Nome volgare: tiglio selvatico Biologia: fanerofita arborea caducifoglia con tronco breve e chioma densa. Ha foglie semplici, alterne, con picciolo glabro e lamina sub rotonda a base cordata, seghettata ai margini. La foglia è verde brillante sopra, e glauca di sotto, con ciuffi di peli brunicci all’ascella delle nervature. Fiorisce tra giugno e luglio, con fiori molto profumati in cime da 4 a 12 fiori. Il frutto è una noce tondeggiante con una brattea fogliacea lunga fino a 8 cm. Distribuzione: Europa, Siberia sud-occidentale e Caucaso. In Italia è presente sull'arco Alpino e sull'Appennino fino alla Basilicata. In montagna si spinge fino a circa 1.500 metri. Molto raro nella zona mediterranea. Ecologia: mesofilo nei riguardi della luce e della temperatura, si rinviene nei boschi montani e submontani tra gli 800 e i 1400 m di quota. , soprattutto nei valloni ombrosi e forre con accumulo di detriti rocciosi. Habitat e/o biotopo elettivo/i all’interno del SIC: 9180* “Foreste di versanti, ghiaioni e valloni del Tilio-Acerion (habitat prioritario)”. Minacce: ceduazioni, prelievi imputabili all’elevato pregio del legname, degradazione delle condizioni ecologiche degli habitat di pertinenza a seguito di diradamenti boschivi e captazioni idriche con evoluzione in senso xerico della vegetazione. Livello di minaccia nel SIC: alto (a breve-medio termine) a causa della rarefazione della specie. Conservazione e protezione: è specie protetta della flora lucana ai sensi del DPGR 55/2005 ed inserita nel novero delle specie a protezione limitata speciale.