Le difficoltà scolastiche: dal riconoscimento all’intervento educativo didattico. Secondo incontro Prof. Stefano Zucca USO DIDATTICO INTERNO 1 Criterio della discrepanza: dove per discrepanza si intende la differenza tra una stima delle abilità intellettive generali del bambino e l’effettivo successo scolastico. Criterio della disomogeneità: il bambino può avere buone prestazioni nelle discipline matematiche, ma non in quelle linguistiche, oppure anche nell’ambito della stessa disciplina può presentare delle difficoltà specifiche solo in alcuni ambiti quali ad esempio, adeguate abilità di soluzione dei problemi, ma difficoltà nel calcolo USO DIDATTICO INTERNO 2 mentale LESSICO Comorbidità: presenza contemporanea nella stessa persona di più patologie che tra loro non presentano alcun nesso causale Diagnosi Differenziale: determinazione di una malattia mediante l’esclusione di affezioni simili USO DIDATTICO INTERNO 3 Un’altra questione che rischia di minare alle sue stesse fondamenta (Rispens e Van constatazione il concetto Yperen, di 1997) dell’elevata “specificità” deriva comorbidità dalla che caratterizza i DSA, sia tra loro stessi, sia con altri disturbi evolutivi (Chadwick et al., 1999; Gagliano et al., 2007), primo tra tutti con il disturbo di attenzione/iperattività, ma anche con quello della coordinazione psicopatologici. motoria e con USO DIDATTICO INTERNO altri disturbi 4 La comorbidità è pervasiva nei DSA e solo raramente al clinico capita di osservare i cosiddetti casi “puri” in cui risulta compromessa una sola abilità, ad esempio la lettura, mentre le altre, la scrittura indenni. e il calcolo USO DIDATTICO INTERNO sono 5 È caratteristica una storia familiare di condizioni omologhe o correlate e un’evidenza preliminare che i fattori genetici giochino un ruolo importante nell’eziologia in molti (ma non in tutti) i casi. I fattori ambientali spesso influenzano lo sviluppo delle funzioni interessate, e ne possono modulare l’espressività, ma di solito non sono sufficienti da soli a determinare l’insorgenza. USO DIDATTICO INTERNO 6 F.81 Disturbi evolutivi specifici delle abilità scolastiche (ICD-10) F81.0 Disturbo specifico della lettura F81.1 Disturbo specifico della compitazione F81.2 Disturbo specifico delle abilità aritmetiche F81.3 Disturbi misti delle abilità scolastiche F81.8 Altri F81.9 Non specificati USO DIDATTICO INTERNO 7 F81.0 DISTURBO SPECIFICO DELLA LETTURA USO DIDATTICO INTERNO 8 L’ICD -10 dell’OMS parla di Disturbo Specifico di Lettura e afferma che: “la principale caratteristica di questo disturbo è una specifica e significativa compromissione nello sviluppo della capacità di lettura, che non è solamente spiegata dall’età mentale, da problemi di acutezza visiva o inadeguata istruzione scolastica. La comprensione della lettura, il riconoscimento delle parole nella lettura la capacità di leggere ad alta voce e le prestazioni nei compiti che richiedono la lettura possono essere tutti interessati” USO DIDATTICO INTERNO 9 DISTURBO DI SVILUPPO DELLA LETTURA (Dislessia) DSM IV • La caratteristica fondamentale del Disturbo della Lettura è data dal fatto che il livello di capacità di leggere raggiunto (cioè precisione, velocità, o comprensione della lettura misurate da test standardizzati individualmente) si situa al di sotto di quanto ci si aspetterebbe data l’età cronologica del soggetto, la valutazione psicometrica dell’Q.I. e una istruzione adeguata all’età. • Il 60-80 % dei casi in cui viene diagnosticato un Disturbo della lettura sono maschi. • E’ di rado diagnosticato prima della fine dell’asilo o dell’inizio delle scuole elementari perché l’insegnamento formale della lettura di solito non inizia prima di questo livello nella maggior parte degli USO DIDATTICO INTERNO 10 ambienti scolastici. DISTURBO DI SVILUPPO DELLA LETTURA (O Dislessia) DSM IV • Difficoltà nel riconoscere lettere e nel ricordarle, nella fusione dei suoni, false partenze, lunghe esitazioni perdita del segno nel testo difficoltà nel riconoscimento della parola intera , difficoltà di lettura ad alta voce, e comprensione del testo scritto. La lettura orale è caratterizzata da distorsioni, sostituzioni, omissioni, lentezza errori di comprensione • Conseguenze secondarie possono includere i problemi di comprensione nella lettura e una ridotta pratica della lettura che può impedire la crescita del vocabolario e della conoscenza generale • Difficoltà ad effettuare una lettura accurata e/o fluente DIDATTICO INTERNO e nella decodifica. 11 e da abilità scadentiUSOnella scrittura Dislessia evolutiva Si manifesta all’inizio del processo di apprendimento della lettura. Il bambino mostra subito delle difficoltà a riconoscere le lettere dell’alfabeto. Il primo segno della dislessia evolutiva è il lento e faticoso apprendimento della lettura. USO DIDATTICO INTERNO 12 Come si manifesta •sostituzione di lettere simili (m/n - v/f – b/d – p/q) • sostituzione di lettere omofone (b/p – t/d – f/v – s/z) • inversioni di lettere (da/ad – per/per – da/pa) • difficoltà di riconoscere gruppi sillabici complessi (gn – ch – gl ) • difficoltà di lettura delle non parole • difficoltà di mantenere il rigo di lettura • confonde i rapporti spaziali e temporali (dx/sx – ieri/oggi -giorni/mesi) • difficoltà di espressione verbale • difficoltà nella ricopiatura dalla lavagna • difficoltà a prendere appunti • lentezza nella lettura • difficoltà nella lettura ad alta voce • nella lettura/scrittura ripete sillabe/parole/frasi • salta le parole • non comprende quello che ha appena letto USO DIDATTICO INTERNO 13 CARATTERISTICHE DELLA DISLESSIA: - partenza lenta della lettura e scarsi progressi con il passare del tempo; - difficoltà nell’apprendimento e nella memorizzazione; - mancata fissazione della corrispondenza fonemagrafema; - difficoltà a mantenere la corretta posizione nella linea di lettura; - difficoltà nel passaggio da una riga alla successiva con frequenti salti di riga; - rilettura della stessa riga; - cattiva pronuncia di parole anche familiari; - lettura senza intonazione; - scarsa comprensione di un passaggio anche se correttamente letto; USO DIDATTICO INTERNO 14 - lettura lenta, esitante, laboriosa soprattutto ad alta voce; - estrema difficoltà a ritrovare il segno una volta che questo è stato perduto; - salto di parole o aggiunta di parole extra; - impossibilità a riconoscere anche parole semplici; - confusione fra parole simili; - spezzettamento delle parole in sillabe con tentativo di ricomposizione graduale; - perdita di sillabe; - scarso rispetto della punteggiatura; - anagrammi di parole; - difficoltà nel legare le lettere in parole; - facilità nel confondere parole con suoni simili; - anche se la lettura delle parole è corretta può sfuggirne il senso o il significato; - posture anomale durante la lettura. USO DIDATTICO INTERNO 15 Dislessia acquisita Un soggetto che è in grado di leggere normalmente e con facilità inizia a compiere errori oppure non riesce a riconoscere le parole con la stessa facilità. La dislessia acquisita è riconducibile ad una lesione mentre la dislessia evolutiva ha cause diverse di solito non lesionali ma congenite. USO DIDATTICO INTERNO 16 Può essere considerata deficitaria una prestazione che si distanzia di 2 deviazioni standard (-2ds), nella velocità o nella correttezza, dai valori di norma attesi per l’età o per la classe scolastica frequentata (criterio adottato nelle raccomandazioni cliniche emerse dalla Consensus Conference – AID, 2009 – e condiviso a livello internazionale nei manuali diagnostici ICD-10 – OMS, 1994 – e DMSIV – APA, 1996). USO DIDATTICO INTERNO 17 È possibile sciogliere una diagnosi dopo il compimento del secondo anno della scuola primaria, dal momento che questa età coincide con il completamento del ciclo dell’istruzione formale del codice scritto. USO DIDATTICO INTERNO 18 Già alla fine del primo anno della scuola primaria può capitare di valutare bambini con profili funzionali così compromessi e in presenza di altri specifici indicatori diagnostici (pregresso disturbo del linguaggio, familiarità accertata per il disturbo della lettura), anticipando i tempi della formulazione diagnostica, o comunque, di una ragionevole ipotesi diagnostica, prevedendo verifica successivi. necessari USO DIDATTICO INTERNO momenti 19 di F81.1 DISTURBO SPECIFICO DELLA COMPITAZIONE USO DIDATTICO INTERNO 20 Disturbo di sviluppo dell’espressione scritta DSM IV • La caratteristica fondamentale del Disturbo dell’espressione scritta è una capacità di scrittura misurata da test standardizzati (individualmente) che si situa al di sotto di quanto ci si aspetterebbe data l’età cronologica del soggetto, la valutazione psicometrica dell’Q.I. e una istruzione adeguata all’età. • Il disturbo è caratterizzato da ridotte capacità di scrittura non imputabili a danni organici rispetto alla scolarizzazione e all’età mentale che interferiscono negativamente con l’apprendimento scolastico e con le attività quotidiane che richiedono la composizione di testi scritti. • Esiste in genere un insieme di difficoltà nella capacità del soggetto di comporre testi scritti, evidenziata da errori grammaticali o di punteggiatura nelle frasi, scadente organizzazione in capoversi, calligrafia deficitaria. • Viene di rado diagnosticato prima della fine della prima elementare Perché un sufficiente insegnamento formale della scrittura non21ha di USO DIDATTICO INTERNO solito avuto luogo. Nell’ICD-10 per fare una diagnosi corretta di dislessia e/o di disturbo specifico della compitazione bisogna che siano soddisfatte le seguenti condizioni (deve essere presente uno dei seguenti aspetti): 1. un punteggio a un test standardizzato nell’accuratezza e/o nella comprensione della lettura che sia almeno due deviazioni standard al di sotto del livello atteso sulla base dell’età cronologica e dell’intelligenza generale del bambino; 2. una storia di gravi difficoltà nella lettura o punteggi a test che soddisfino i criteri del punto 1 per un’età inferiore, e un punteggio a un test di compitazione che sia almeno due deviazioni standard al di sotto del livello atteso in base all’età cronologica del bambino e del QI del bambino USO stesso. DIDATTICO INTERNO 22 La disortografia • La disortografia è un disturbo specifico della scrittura che non rispetta le regole di trasformazione del linguaggio parlato in linguaggio scritto non imputabile alla mancanza di esperienza o a deficit motorio sensoriali. • Le manifestazioni della disortografia possono essere: omissioni di grafemi e parole o parti di parole. USO DIDATTICO INTERNO 23 La disortografia La disortografia è la difficoltà a tradurre i suoni che compongono le parole in simboli grafici; essa si presenta con errori sistematici che possono essere così distinti: – Confusione tra fonemi simili: il soggetto confonde suoni alfabetici che si somigliano: F V -T D- B L – Confusione tra grafemi simili: il soggetto ha difficoltà a riconoscere i segni alfabetici che presentano somiglianza nella forma. Ad esempio: B P – Omissioni: è frequente che il soggetto ometta parti della parola (le doppie), le vocali (fuoco foco) la consonante intermedia (cartolina catolina) – Lentezza nelle produzioni – Inversioni: è un errore che riguarda le inversioni nella sequenza dei suoni all’interno delle parole: semaforo semarofo oppure USO DIDATTICO INTERNO 24 sefamoro F82 DISTURBO SPECIFICO DELLO SVILUPPO DELLA FUNZIONE MOTORIA USO DIDATTICO INTERNO 25 DSM IV • La caratteristica fondamentale del Disturbo della Coordinazione è una marcata compromissione dello sviluppo della coordinazione motoria (Criterio A). La diagnosi viene fatta se questa compromissione interferisce in modo significativo con l’apprendimento scolastico o con le attività di vita quotidiana. (Criterio B) • La diagnosi viene fatta se le difficoltà nella coordinazione non sono dovute ad una condizione medica generale (paralisi, distrofia muscolare) e se non risultano soddisfatti i criteri per un Disturbo Pervasivo dello Sviluppo • Le manifestazioni di questo disturbo variano con l’età e con lo sviluppo, ad esempio i bambini più piccoli possono manifestare delle difficoltà nel gattonare, nello stare seduti, allacciarsi le scarpe o i bottoni di una giacca, chiudere una cerniera lampo. • I bambini più grandi possono mostrare difficoltà nelle componenti motorie dell’assemblaggio pezzi di puzzle, nel modellismo, nel USOdi DIDATTICO INTERNO 26 giocare a palla, nello scrivere in stampatello e nella calligrafia. Sia il DSM IV che l’ICD 10 includono la disgrafia all’interno del Disturbo di Coordinazione Motoria Il DSM IV parla espressamente di un problema legato principalmente alla calligrafia e prevede, come criterio di inclusione, che esistano disturbi motori associati al sintomo “brutta scrittura” che giustifichino performances più basse in compiti motori di ambito scolastico. In questo caso si parla di Disturbo di Sviluppo della Coordinazione. Se alla brutta grafia si associano errori di spelling (di compitazione) e di costruzione del testo (morfosintattici) verrà invece data diagnosi di Disturbo dell’Espressione Scritta. Quest’ultimo rientra nei Disturbi dell’Apprendimento e si trova spesso in comorbilità Per comorbilità , in campo medico, si intende la coestistenza di due (o più) patologie diverse in uno stesso individuo.con Disturbi di Lettura e di Calcolo. L’ICD 10 tende ad assegnare in presenza del sintomo Disgrafia, diagnosi di Disturbo evolutivo specifico della funzione motoria (D.E.S.F.M.). Non prevede un disturbo dell’espressione scritta a se stante, ma in presenza di altri deficit come DIDATTICO INTERNO 27 quelli di decodifica ortografica,USO assegna diagnosi di Disturbo della compitazione (D.d.C.) (errori ortografici). Se si osserva il bambino durante l’esecuzione. La posizione del corpo rispetto al tavolo. Il tono muscolare del corpo, in particolare quello dell’arto e della mano. L’impugno dello strumento. La pressione sul foglio. L’organizzazione spaziale dei grafemi nella parola, nel rigo e nella pagina. La direzione del gesto grafico. La dimensione delle lettere e la loro costanza. La forma dei grafemi. Le modalità di unione delle lettere nelle parole. Gli spazi tra le lettere e le parole. La velocità di scrittura. Il ritmo della scrittura. Segnali importanti: o Eccesso di pressione sul foglio. o Alterata distribuzione spaziale nel rigo e nella pagina. o Parole e righe fluttuanti. o Eccessiva lentezza. o Realizzazione veloce a discapito della precisione. o Scatti e interruzioni del tratto. o Variabilità della distanza tra le parole. o Tremori del tratto. o Morfologia alterata e variabilità dei grafemi. o Variabilità dei tratti di unione tra le lettere. o Ricalco di lettere. o Sovrapposizioni parziali di lettere. USO DIDATTICO INTERNO 28 Posizione e prensione • Posizione e prensione: il bambino che presenta disgrafia scrive in modo irregolare la sua mano scorre con fatica sul piano di scrittura e l’impugnatura del mezzo è spesso scorretta. • La posizione del corpo è inadeguata: il gomito non viene appoggiato sul tavolo, il busto è eccessivamente inclinato, vi è un disimpegno dell’altra mano, anziché tenere fermo il foglio evitando spostamenti essa è utilizzata per giocare con il materiale presente nel banco. USO DIDATTICO INTERNO 29 Posizione e prensione La naturalezza o lo sforzo riguardo all’impugnatura del mezzo. Se l’impugnatura risulta “personalizzata”. L’impugnatura corretta è quella che ottiene il massimo risultato nel minimo sforzo. USO DIDATTICO INTERNO 30 Orientamento nello spazio grafico • La capacità di utilizzare lo spazio è molto ridotta. • Il bambino non possiede dei riferimenti per orientarsi nello spazio del foglio, non rispetta i margini del foglio, lascia spazi irregolari tra i grafemi e tra le parole, non segue la linea di scrittura e procede in salita o in discesa rispetto al rigo. USO DIDATTICO INTERNO 31 Pressione sul foglio • La pressione della mano sul foglio non è adeguatamente regolata, talvolta è troppo forte, talvolta è troppo debole. USO DIDATTICO INTERNO 32 Esecuzione di copie • La copia di parole e di frasi è scorretta e ricorrenti sono le inversioni del gesto e gli errori dovuti a scarsa coordinazione oculomanuale cioè alla difficoltà di seguire con lo sguardo il proprio gesto grafico. • La copia della lavagna risulta inoltre ancora più complessa in quanto il bambino deve portare avanti più compiti contemporaneamente: distinzione della parola dallo sfondo, spostamento dello sguardo dalla lavagna al foglio, riproduzione di grafemi. USO DIDATTICO INTERNO 33 Dimensione dei grafemi • Si evidenzia uno scarso rispetto delle dimensione delle lettere; esse vengono riprodotte o troppo piccole o troppo grandi e frequentemente in modo irregolare alternando microdimensioni a macrodimensioni. USO DIDATTICO INTERNO 34 Unione dei grafemi • Abbiamo già detto che la mano non scorre adeguatamente sul foglio, la difficoltà a seguire con lo sguardo la propria scrittura, interferisce negativamente con la fluidità del gesto dando origine ad una legatura inadeguata tra le lettere. USO DIDATTICO INTERNO 35 Ritmo grafico • Si evidenzia una alterazione del ritmo grafico. Il bambino scrive con velocità eccessiva o con estrema lentezza ma la sua mano esegue dei movimenti a scatti, senza armonia del gesto e con frequenti interruzioni. USO DIDATTICO INTERNO 36 F81.2 DISTURBO SPECIFICO DELLE ABILITÀ ARITMETICHE USO DIDATTICO INTERNO 37 Compromissione specifica delle abilità aritmetiche che non è spiegabile solamente in base a un ritardo mentale globale o a un’istruzione scolastica grossolanamente inadeguata. Il deficit riguarda la capacità di calcolo fondamentali, come addizione, sottrazione, moltiplicazione e divisione (piuttosto che delle capacità di calcolo matematico più astratto coinvolte nell’algebra, nella trigonometria o nelle geometria. USO DIDATTICO INTERNO 38 Nell’ICD-10 e in accordo con quanto descritto nel DSMIV, i sintomi delle difficoltà aritmetiche sono: -incapacità di comprendere i concetti di base di particolari operazioni; -mancanza di comprensione dei termini e dei segni matematici; -mancato riconoscimento dei simboli numerici; -difficoltà ad attuare le manipolazioni aritmetiche standard; -difficoltà nel comprendere quali numeri sono pertinenti al problema aritmetico che si sta considerando; -difficoltà ad allineare correttamente i numeri o a inserire decimali o simboli durante i calcoli; -scorretta organizzazione spaziale dei calcoli; -incapacità ad apprendere in modo soddisfacente le “tabelline” della moltiplicazione. USO DIDATTICO INTERNO 39 CARATTERISTICHE DELLA DISCALCULIA: - ritardo nell’apprendimento della sequenza dei numeri; - difficoltà nella conta soprattutto a rovescio (dai numeri alti a quelli bassi); - rallentamento nell’apprendimento degli algoritmi aritmetici (soprattutto moltiplicazione e divisione); - difficoltà nell’automatizzazione delle tabelline; - generale efficienza nel “problem solving”. USO DIDATTICO INTERNO 40 Bibliografia di riferimento per la costruzione delle slide Mazzoncini, B. Musatti L., I disturbi dello sviluppo. Bambini genitori insegnanti, Raffaello Cortina Editore, Milano, 2012. Giacomo Stella, Enrico Savelli, Davide Gallo, Mauro Mancino, Dislessia Evolutiva in Pediatria, Guida all’identificazione precoce, Erickon, 2011, Trento. Orsoline M., Fanari R., Maronato C., Difficoltà di lettura nei bambini. Ed. Carocci, 2005. Sabbadini G., Manuale di neuropsicologia dell'età evolutiva. Ed., Zanichelli, 1995. Stella G., ( a cura di ), La dislessia: Aspetti clinici, psicologici e riabilitativi. Ed. F. Angeli, 1996. Tressoldi P.E. , Vio C., Diagnosi dei disturbi dell'apprendimento scolastico. Ed. Erickson, Trento, 1996. Tressoldi P.E., Vio. C., Il trattamento dei disturbi dell'apprendimento scolastico. Ed. Erickson, Trento, 1998. Gazzetta Ufficiale N. 244 del 18 Ottobre 2010 - legge 8 ottobre 2010 , n. 170 “Nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in ambito scolastico.” Vicari S., Caselli M.C., Neuropsicologia dello Sviluppo, Il Mulino. Pratelli Monica Disgrafia e recupero delle difficoltà grafo-motorie, Erickson, Trento. DSM-IV-TR. Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali. Text revision. OMS International Classification of Diseases 10 USO DIDATTICO INTERNO