Sviluppo di Nuovi Farmaci z z Sempre più pressante è la richiesta a livello mondiale di nuovi farmaci efficaci e selettivi e di agenti per la diagnostica Alla comunità scientifica è richiesto di sviluppare approcci innovativi per accelerare la velocità di nuove scoperte (target, farmaci, kit diagnostici) Sviluppo di Nuovi Farmaci z Nuove molecole introdotte in terapia (media 1990-2000): z 38/anno Costo medio sostenuto affinché un farmaco raggiunga il mercato: 400 miliardi di dollari z Ritorno sul capitale investito: ??? z Farmaci orfani: ???? In termini schematici, lo sviluppo di un nuovo farmaco prevede le seguenti tappe: 1) Progettazione; 2) Sintesi e Screening; 3) Sperimentazione Clinica Prima che un farmaco sia approvato dagli organi competenti (FDA, Ministero della Salute, ecc.) è necessaria una sperimentazione clinica che prevede 4 fasi: z Fase 0 (pre-clinica) z Fase I (clinica, inizio sperimentazione sull’uomo) z Fase II z Fase III (sperimentazione su centinaia di pazienti) z Fase IV (COMMERCIALIZZAZIONE - farmacovigilanza) (sperimentazione su un maggior numero di individui) Fase 0 Sviluppo preclinico: richiede da 2 a 3 anni e costituisce il 30% dell'investimento totale L'introduzione di un farmaco in terapia deve soddisfare un principio inderogabile: "primum non nocere". L'obiettivo, perciò, è raccogliere in laboratorio il maggior numero possibile di dati, positivi e negativi, su un farmaco. Le nuove molecole sono sottoposte a screening farmacologico: una serie di test in vitro che indicano se una sostanza ha attività terapeutica. Identificata l'area si restringe via via il campo per comprendere verso quali patologie si indirizza l'attività della molecola. Successivamente gli esperimenti su animali da laboratorio servono a comprendere le proprietà farmacocinetiche e farmacodinamiche di una sostanza. In pratica un principio attivo deve possedere una via di somministrazione accettabile, essere assorbito rapidamente una volta somministrato, raggiungere i suoi bersagli, esplicare la sua azione e poi essere eliminato; il tutto senza risultare tossico. Gli aspetti di tossicità valutati sono relativi agli effetti immediatamente successivi alla somministrazione (tossicità acuta) e quelli invece causati da un uso protratto nel tempo (tossicità cronica). Si devono inoltre verificare gli effetti teratogeni e cancerogeni. Al termine di questa selezione le molecole possono passare alla fase clinica I, previa autorizzazione da parte degli organismi nazionali competenti (in Italia il Ministero della Salute). Salute In genere l'azienda, prima di presentare la documentazione necessaria per ottenere l'autorizzazione, provvede a brevettare le molecole. Fase I z E’ la prima sperimentazione sull'uomo, e si effettua su un numero limitato (da 20 a 50) di volontari sani e serve a confermare quanto sperimentato sull'animale, cioè che la molecola non è pericolosa. Operativamente i volontari vengono divisi in 2 o 3 gruppi: ciascun gruppo riceverà ogni giorno, per alcune settimane, una certa dose della sostanza in oggetto e sarà costantemente controllato. Questi test avvengono in ambito ospedaliero, dove i soggetti possono essere tenuti sotto osservazione dal personale medico. Sorgono qui i primi problemi etici: per partecipare a una sperimentazione clinica, infatti, i volontari devono sottoscrivere un consenso informato. In Fase I, tuttavia, le informazioni che i ricercatori possono fornire sono ancora limitate, lo studio non ha finalità terapeutiche ma solo conoscitive, gli individui sono sani, rispetto al tipo di patologia in discussione, e tutto ciò contrasta apertamente con il principio etico di "evitare trattamenti inutili o dannosi". In alcuni casi particolari, come per i farmaci antitumorali, la Fase I non avviene su volontari, bensì su malati di tumore in fase avanzata e quindi considerati incurabile. Questa scelta è conseguente al fatto che, in generale, i farmaci antitumorali sono molto tossici e non sarebbe corretto sottoporre persone sane a questi trattamenti; inoltre, nel caso di attività del nuovo preparato, il paziente malato ne trarrebbe immediato beneficio. Fase II z La sperimentazione si allarga coinvolgendo un numero maggiore di individui, affetti dalle patologie che rientrano nella probabile attività terapeutica del candidato farmaco. In questo modo si identifica la patologia (o le patologie) verso le quali la molecola è sicuramente attiva. Ulteriore scopo della Fase II è stabilire la minima dose efficace sull'uomo e il regime di somministrazione ottimale (posologia e durata del trattamento). Contemporaneamente si continuano ad acquisire informazioni sulla sicurezza e tollerabilità della molecola. z Questo stadio dura circa due anni. Fase III z Rappresenta l'ultima verifica prima dell'entrata in commercio, e quindi deve soddisfare un numero molto ampio di requisiti, tanto che può richiedere alcuni anni. La sperimentazione si effettua su qualche centinaio di pazienti che vengono suddivisi in gruppi ai quali verrà somministrato il nuovo principio attivo, oppure il farmaco d'elezione per quella specifica patologia. In questa fase, infatti, si deve verificare se la nuova molecola offre dei vantaggi, rispetto a quelle già esistenti, che ne giustifichino la commercializzazione. Fase III Il Codice di Norimberga nel 1947 proclamava in modo solenne che «il consenso volontario del soggetto è assolutamente necessario», riaffermando la diversità della pratica sperimentale da quella medico-assistenziale. La medicina scoprirà la necessità del consenso del paziente, come requisito pieno e non sostituibile da altre forme di legittimazione, solo nei decenni successivi attraverso un percorso tutt'altro che uniforme nei vari paesi e certo non esente da contraddizioni. Attualmente la normativa di riferimento internazionale è espressa dalla dichiarazione di Helsinki, adottata dalla World Medical Association nel 1964 e poi aggiornata; l'ultima versione è del 2000. A livello nazionale, fanno testo le norme di buona pratica clinica che riportano i criteri e i princìpi per condurre correttamente le sperimentazioni cliniche. In Italia il primo criterio enuncia: «Gli studi clinici devono essere eseguiti in conformità ai principi etici che traggono la loro origine dalla dichiarazione di Helsinki, e che rispettano le disposizioni normative applicabili». Fase IV (Farmacovigilanza) z z Accade raramente che un farmaco provochi reazioni non previste e gravi, addirittura più gravi della malattia cui il medicinale in questione dovrebbe porre rimedio. In passato, si sono tuttavia verificati casi molto gravi e significativi (vedi talidomide), il che rende necessario sottoporre tutti i farmaci a dei periodi di verifica anche successivi alla loro approvazione. O O NH N Talidomide O O 2-(2,6-dioxopiperidin-3-yl)isoindoline-1,3-dione immide dell'acido N-ftalilglutammico z Farmaco di sintesi introdotto originariamente in terapia come ipnotico e sedativo, ora non più in uso, si è rivelato fattore casuale di lesioni gravi degli arti del feto (amelia, emimelia, focomelia) se somministrato alle gestanti nei primi mesi di gravidanza (v.teratogenesi). amelia: Malformazione congenita caratterizzata dalla mancanza di uno o più arti, dovuta all'arresto di sviluppo dell'abbozzo embrionale. emimelia: Malformazione caratterizzata dall'assenza totale o parziale della metà distale di un arto. L'emimelia, secondo il segmento colpito, viene detta fibulare, radiale, tibiale o ulnare. focomelia: Aplasia congenita, totale o parziale, del segmento prossimale di un arto, mentre il segmento distale può essere più o meno ben conformato. Le cause della focomelia sono di solito ereditarie, congenite e anche ambientali; durante la vita intrauterina, infatti, il feto può subire l'influenza negativa di traumi, infezioni, tossicità (farmaci assunti dalla madre a scopo terapeutico, ma che provocano profondi perturbamenti del corretto sviluppo corporeo del feto). La terapia della focomelia è ortopedico-chirurgica, laddove possibile. teratogenesi: sostanze o agenti fisici che provocano malformazioni o mostruosità negli embrioni animali o vegetali. Drug Discovery Random Screening dei composti organici sintetizzati Estratti derivanti da fonti naturali Microorganismi Batteri Piante Funghi modificazioni di sostanze attive già note Minor Disponibilità di Nuove Molecole di origine naturale Sintesi di Molecole Naturali Attive Alti Costi!!! Richiesta massiccia Industria Farmaceutica Bassi Costi Nuove Metodologie in Biologia Molecolare, Biochimica, Genetica Aumento di enzimi, proteine, recettori coinvolti in importanti processi biologici e ottimi candidati nell’ambito dello sviluppo di screening assay!!! Chimica Combinatoriale L’approccio combinatoriale è originariamente basato sulla premessa che la probabilità di individuare una molecola attiva in processi di screening random è proporzionale al numero di molecole analizzate nel processo di screening L’obiettivo primario in Chimica Combinatoriale consiste pertanto nella preparazione di un gran numero di molecole, in breve tempo e bassi costi, su cui effettuare un rapido screening della loro attività. La chimica combinatoriale e le tecnologie ad essa relazionate possono essere utilizzate per produrre: Prodotti farmaceutici Processing Catalizzatori Agenti per la Diagnostica Nuovi Materiali FATTORI CHE DETERMINANO LA SCELTA STRATEGICA IN DRUG DISCOVERY 1] BIOTECNOLOGIE (GENOMICA): forniscono i target molecolari di importanza teraputica (recettori, ormoni, proteine). 2] TECNOLOGIE COMBINATORIALI: offrono la possibilità di generare ampie collezioni di molecole diverse (ma anche di target) che sono preparate (o anche saggiate) simultaneamente. 3] HIGH THROUGHPUT SCREENING (HTS): offrono la possibilità di effettuare più saggi biologici (su molecole o target molecolari) allo stesso tempo. Confronto fra CHIMICA COMBINATORIALE E APPROCCIO CONVENZIONALE COMBINATORIALE CONVENZIONALE Più esperimenti Esperimento singolo sono condotti in contemporanea Più dati sperimentali possono essere trattati contemporaneamente Dati relativi ad un singolo esperimento COMBITECH IN DRUG DISCOVERY Malattia TARGET HIT LEAD Tecniche combinatoriali Tecniche combinatoriali Scoperta di una molecola LEAD Approccio Convenzionale SINERGIA Combinatoriale Molte molecole sono prodotte per Una molecola per volta; ogni sintesi; Sintesi → Purificazione e Caratterizzazione → Test biologico; Sintesi → Test biologico → Purificazione e Caratterizzazione; Centinaia di molecole sono Migliaia di molecole sono prodotte prodotte ogni mese; ogni mese; Identificazione di “Lead” molto Identificazione di “Lead” più lenta; veloce; Elevato rischio di fallimento. Basso rischio di fallimento. • I Lead identificati attraverso approcci combinatoriali possono essere raffinati con i metodi della chimica farmaceutica classica. • Metodi convenzionali e combinatoriali sono complementari gli uni agli altri e possono agire in pronta sinergia nei processi di drug discovery. Studi di Relazioni Struttura-Attività e di Relazioni StrutturaAttività Quantitative, definite come (Q)SARs, prevedono l’elaborazione di modelli teorici utili per predire le proprietà chimico-fisiche e biologiche delle molecole. Uno studio di Relazioni Struttura-Attività (SAR) consente l’associazione (qualitativa) fra una substruttura chimica e la possibilità che un composto chimico contenente la substruttura in esame esibisca un determinato effetto biologico. Uno studio Quantitativo di Relazioni Struttura-Attività (QSAR) fornisce un modello matematico che relaziona un dato quantitativo di una struttura chimica (ad es., una specifica proprietà chimico-fisica) ad una proprietà fisica o ad uno specifico effetto biologico (ad es., un effetto tossico).