TFA Discipline Elettroniche Esercizi commentati ➜ Accedi ai servizi riservati Il codice personale contenuto nel riquadro dà diritto a servizi esclusivi riservati ai nostri clienti. Registrandosi al sito, dalla propria area riservata si potrà accedere a Infinite esercitazioni on-line codice personale ➜ Grattare delicatamente la superficie per visualizzare il codice personale. 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Potete segnalarci i vostri suggerimenti o sottoporci le vostre osservazioni all’indirizzo [email protected] Per problemi tecnici connessi all’utilizzo dei supporti multimediali potete contattare la nostra assistenza tecnica all’indirizzo [email protected] TFA Discipline Elettroniche Esercizi commentati per le classi di abilitazione A034 Elettronica A035 Elettrotecnica ed applicazioni TFA Discipline Elettroniche – Esercizi commentati Copyright © 2014, 2012, EdiSES S.r.l. – Napoli 9 8 7 6 5 4 3 2 1 0 2018 2017 2016 2015 2014 Le cifre sulla destra indicano il numero e l’anno dell’ultima ristampa effettuata A norma di legge è vietata la riproduzione, anche parziale, del presente volume o di parte di esso con qualsiasi mezzo. L’Editore A cura di: Vincenzo Izzo (elettronica), Massimo Della Pietra (elettrotecnica) Progetto grafico: ProMedia Studio di A. Leano – Napoli Grafica di copertina: Impaginazione e redazione: EdiSES – Napoli Stampato presso la Litografia Sograte S.r.l. – Città di Castello (PG) Per conto della EdiSES – Piazza Dante, 89 – Napoli ISBN 978 88 6584 383 3 www.edises.it [email protected] INDICE GENERALE Prefazione Il nuovo sistema di formazione dei docenti Il tirocinio formativo attivo L’ammissione al Tirocinio formativo attivo VII VII IX Parte I – Prerequisiti 1 Comprensione di testi: Interpretazione di brani Risposte commentate 3 59 Parte II – Competenze disciplinari 1 Fisica77 Risposte commentate 101 2 Elettronica155 Risposte commentate 208 3 Elettrotecnica233 Risposte commentate 282 Parte III – Simulazioni d’esame Esercitazione 1323 Risposte corrette 336 Esercitazione 2337 Risposte corrette 351 Esercitazione 3353 Risposte corrette 366 PREFAZIONE Il nuovo sistema di formazione dei docenti Il sistema di formazione e reclutamento dei docenti è stato interessato negli ultimi anni da notevoli trasformazioni legislative. In seguito alla soppressione delle Scuole di Specializzazione per l’Insegnamento Secondario (SSIS), la formazione degli insegnanti di scuola secondaria di primo e di secondo grado è stata di fatto affidata alle Università che dovranno, mediante l’attivazione di apposite lauree magistrali, trasmettere le conoscenze didattico-disciplinari e socio-psico-pedagogiche necessarie per svolgere la professione di insegnante. Secondo quanto stabilito dal DM 249/2010, Regolamento ministeriale sulla “Definizione della disciplina dei requisiti e delle modalità di formazione iniziale degli insegnanti”, il percorso per la formazione dei docenti di scuola secondaria di primo e secondo grado si articola in: – un corso di laurea magistrale biennale – un anno di tirocinio formativo attivo (TFA). In attesa che le lauree magistrali abilitanti vengano attivate e producano i primi laureati, ovvero nella fase transitoria, possono accedere al TFA coloro che alla data di entrata in vigore del Regolamento 249/2010 (pubblicato in GU n. 24 del 31/1/2011 e, quindi, in vigore dal 15 febbraio 2011) sono in possesso dei requisiti previsti dal DM 22/2005. Sia le lauree magistrali che il TFA attivato in via transitoria sono a numero programmato11. L’accesso a tali percorsi è dunque subordinato al superamento di una prova di ammissione. Il numero dei posti disponibili è definito dal Ministero sulla base del fabbisogno di personale docente del sistema nazionale di istruzione per i diversi gradi e le diverse classi di abilitazione nonché della disponibilità degli Atenei ad attivare e a svolgere i suddetti percorsi formativi. 1 Superata la fase transitoria, per accedere al TFA non sarà prevista alcuna prova di ingresso, dal momento che esso costituirà il completamento del percorso magistrale per accedere al quale si dovrà sostenere un esame di ammissione. VIII Prefazione Il tirocinio formativo attivo Il tirocinio formativo attivo è un corso di preparazione all’insegnamento di durata annuale istituito presso una facoltà universitaria di riferimento o presso un’istituzione di alta formazione artistica, musicale e coreutica. Gli obiettivi del corso consistono nella formazione di insegnanti qualificati, in possesso delle necessarie competenze disciplinari, psicopedagogiche, metodologico-didattiche, organizzative e relazionali necessarie a far raggiungere agli allievi i risultati di apprendimento previsti dall’ordinamento. A tale scopo, al termine del percorso formativo, i docenti abilitati dovranno: • aver acquisito solide conoscenze delle discipline oggetto di insegnamento e possedere la capacità di proporle nel modo più appropriato al livello scolastico degli studenti con cui entreranno in contatto; • essere in grado di gestire la progressione degli apprendimenti adeguando i tempi e le modalità alla classe e scegliendo di volta in volta gli strumenti più adatti al percorso previsto (lezione frontale, discussione, simulazione, cooperazione, laboratorio, lavoro di gruppo, impiego di nuove tecnologie); • avere acquisito capacità pedagogiche, didattiche, relazionali e gestionali; • aver acquisito capacità di lavorare con ampia autonomia anche assumendo responsabilità organizzative. Al fine di conseguire tali obiettivi il percorso del tirocinio formativo attivo prevede: • insegnamenti di scienze dell’educazione, con particolare riguardo alle metodologie didattiche e ai bisogni speciali; • insegnamenti di didattiche disciplinari che possono essere svolti anche in contesti di laboratorio in modo da saldare i contenuti disciplinari con le modalità di insegnamento in classe; • un tirocinio che prevede sia una fase di osservazione che una di insegnamento attivo, presso istituti scolastici sotto la guida di un tutor; • laboratori pedagogico-didattici, indirizzati alla rielaborazione e al confronto delle pratiche didattiche proposte e delle esperienze di tirocinio. L’attività di tirocinio si conclude con la stesura di una relazione che consiste in un elaborato originale che, oltre all’esposizione delle attività svolte, deve evidenziare la capacità del tirocinante di integrare a un elevato livello culturale e scientifico le competenze acquisite nell’attività svolta in classe e le conoscenze psicopedagogiche con quelle acquisite nell’ambito della didattica disciplinare, in particolar modo nelle attività di laboratorio. Prefazione Al termine dell’anno di tirocinio si svolge l’esame di abilitazione all’insegnamento che consiste: • nella valutazione dell’attività svolta durante il tirocinio; • nell’esposizione orale di un percorso didattico su un tema scelto dalla commissione; • nella discussione della relazione finale di tirocinio. Requisiti di ammissione al TFA Possono partecipare alle selezioni per l’accesso al tirocinio formativo attivo coloro che siano in possesso: • di una laurea del vecchio ordinamento riconosciuta dal DM 39/98 e degli eventuali esami richiesti per poter avere accesso all’insegnamento; • di una laurea del nuovo ordinamento specialistica o magistrale riconosciuta dal DM 22/2005 e degli eventuali crediti formativi per poter avere accesso all’insegnamento; • del diploma ISEF, già valido per l’accesso all’insegnamento di educazione fisica, per i TFA di Scienze Motorie. Per partecipare alle selezioni è necessario essere in possesso di un piano di studi ritenuto idoneo per l’insegnamento. È possibile verificare la congruenza del proprio percorso di studi (e gli eventuali crediti da colmare) dalla apposita piattaforma ministeriale del portale www.istruzione.it. Le prove di accesso al tirocinio formativo attivo L’accesso al tirocinio formativo attivo è a numero programmato secondo le specifiche indicazioni annuali adottate con decreto del Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca. L’ammissione avviene per titoli ed esami. Le prove d’esame mirano a verificare le conoscenze disciplinari relative alle materie oggetto di insegnamento della specifica classe di abilitazione. Le prove di ammissione sono espletate dalle Università e si articolano in: • un test preliminare • una prova scritta • una prova orale Il decreto istitutivo del TFA (DM 249/2010, dopo le modifiche apportate nel corso del 2013) rimanda ad un apposito decreto del Ministro dell’istruzione la definizione delle specifiche indicazioni per l’accesso al tiroci- IX X Prefazione nio. In ogni caso, il test preliminare consiste nella risoluzione di domande a risposta chiusa con 4 opzioni di tipologie diverse, incluse domande volte a verificare le competenze linguistiche e la comprensione dei testi. Accedono alla fase successiva, la prova scritta, i candidati che abbiano conseguito un punteggio di almeno 21/30. Tale prova, predisposta a cura delle università, consta di domande a risposta aperta relative alle discipline oggetto di insegnamento delle relative classi di concorso. Nel caso di classi di concorso per l’insegnamento delle lingue classiche sono previste prove di traduzione; nel caso di classi di concorso per l’insegnamento dell’italiano è prevista una prova di analisi dei testi. Per essere ammesso alla prova orale il candidato deve aver conseguito, alla prova scritta, una votazione maggiore o uguale a 21/30. Anche la prova orale, infine, è predisposta dalle singole università ed è organizzata tenendo conto delle specificità delle varie classi di laurea; nel caso di classi di abilitazione per l’insegnamento delle lingue moderne è previsto che la prova si svolga in lingua straniera; nel caso di classi di abilitazione affidate al settore dell’alta formazione artistica, musicale e coreutica può essere sostituita da una prova pratica. La prova orale, valutata in ventesimi, è superata se il candidato riporta una votazione maggiore o uguale a 15/20. Per essere sempre aggiornati è stata creata un’apposita pagina facebook raggiungibile dall’indirizzo http://www.facebook.com/iltirocinioformativoattivo Clicca su mi piace ( acebook ) per ricevere gli aggiornamenti. Elettronica 1) In un partitore di tensione, costituito da due resistenze R1 e R2 in serie, con R1 = 3R2: A. la corrente nella resistenza R2 è quadrupla della corrente nella resistenza R1 B. la corrente nella resistenza R2 è tripla della corrente nella resistenza R1 C. la corrente nella resistenza R1 è tripla della corrente nella resistenza R2 D. le correnti nelle due resistenze sono uguali 2) Un’induttanza, in un circuito alimentato solo in corrente continua e a regime: A. è equivalente a un ramo aperto B. è equivalente a un cortocircuito C. è un’impedenza di valore wL D. è un’impedenza di valore 1/wL 3) In un partitore di corrente, costituito da due resistenze R1 e R2 in parallelo, con R1 = 2R2: A. la corrente nella resistenza R2 è tripla della corrente nella resistenza R1 B. la corrente nella resistenza R1 è tripla della corrente nella resistenza R2 C. la corrente nella resistenza R2 è doppia della corrente nella resistenza R1 D. la corrente nella resistenza R1 è doppia della corrente nella resistenza R2 4) A. B. C. D. In due condensatori di capacità C1 e C2 collegati in parallelo: la capacità risultante è pari alla media aritmetica di C1 e C2 la capacità risultante è minore di ciascuna delle capacità C1 e C2 la capacità risultante è maggiore di ciascuna delle capacità C1 e C2 la capacità risultante è pari alla media geometrica di C1 e C2 5) In un partitore di corrente costituito da due resistenze in parallelo con R1 = 3R2: A. la corrente che attraversa R1 è uguale a quella che attraversa R2 B. la corrente che attraversa R1 è il triplo di quella che attraversa R2 C. la corrente che attraversa R1 è la terza parte di quella che attraversa R2 D. la corrente che attraversa R2 è quattro volte quella che attraversa R1 Parte II - Competenze disciplinari 156 6) Un condensatore da 150 mF, carico inizialmente alla tensione di 100 V viene chiuso su una resistenza da 50 W; dopo un tempo pari a 25 costanti di tempo, l’energia dissipata sulla resistenza è, all’incirca: A. 1.5 J B. 0.75 J C. 0 D. 10–3 J 7) Alla pulsazione di risonanza w0, l’impedenza di un gruppo RLC parallelo è: A. jw0L B. jw0C C. 1/( jw0C) D. R 8) Un’induttanza da 100 mH è percorsa da una corrente I = 200 mA. All’istante t = 0, mediante un commutatore, essa viene collegata a una resistenza R = 100 W, senza nessun altro componente sulla maglia così costituita. Dopo un tempo pari a 100 costanti di tempo, l’energia dissipata sulla resistenza è, all’incirca: A. 2 mJ B. 3 mJ C. 4 mJ D. 2J 9) A. B. C. D. Le resistenze sono identificate mediante: un codice numerico il codice colori un codice alfabetico un codice alfanumerico 10) L’espressione che definisce la costante di tempo di un condensatore è: A. RC 1 B. RC 2 C. RC 2 1 2 D. RC 2 Elettronica 11) Un condensatore da 10 microfarad viene caricato alla tensione Vg = 10 V; la quantità di carica accumulata sulle armature vale: A. 0.1 microcoulomb B. 1 microcoulomb C. 100 microcoulomb D. 200 microcoulomb 12) Un generatore di tensione continua E = 12 V pilota una resistenza R = 4 W in serie con il parallelo di due resistenze R1 uguali fra loro. La corrente erogata dal generatore è I = 2A. Le resistenze R1 valgono, ciascuna: A. 4W B. 6W C. 12 W D. 3W 13) Due condensatori di capacità C1 e C2, con C2 = 2C1, sono collegati in serie (in modo cioè che siano percorsi dalla stessa corrente) e il bipolo risultante è pilotato da un generatore ideale di tensione continua E = 6 V; la tensione sul condensatore C1 è: A. 1V B. 2V C. 3V D. 4V 14) Un condensatore da 1 microfarad viene caricato alla tensione Vg = 10 V; la quantità di carica accumulata sulle armature vale: A. 1 microcoulomb B. 100 microcoulomb C. 10 microcoulomb D. 0.1 microcoulomb 15) A. B. C. D. Quale espressione definisce la costante di tempo di un’induttanza? 1 RL 2 2 RL L R 2 RL 157 Parte II - Competenze disciplinari 158 16) La serie di una resistenza R, di un’induttanza L e di una capacità C è pilotata con una tensione sinusoidale V1. Il rapporto tra l’ampiezza della tensione sulla resistenza e quella della tensione V1: A. ha un massimo in corrispondenza della frequenza di risonanza della rete B. ha un minimo in corrispondenza della frequenza di risonanza della rete C. è monotono crescente con la frequenza D. è monotono decrescente con la frequenza 17) Un generatore con impedenza Zg = Rg + jXg trasferisce la massima potenza a un carico Zu = Ru + jXu quando: A. Zg = Zu B. C. D. Rg = Ru e Xg = Xu Xg = Xu Rg = Ru e Xg = –Xu 18) A. B. C. D. Un filtro passa-basso è una rete elettrica che: lascia passare solo segnali ad alta frequenza (toni acuti) lascia passare segnali di qualsiasi frequenza attenua i segnali a bassa frequenza (toni bassi) lascia passare solo segnali a bassa frequenza (toni bassi) 19) A(s) A. B. C. D. Considerando un circuito RC serie, il valore della amplificazione = VOUT(s)/VIN(s) ai capi del condensatore è: 1 + sCR 1/(1 + sCR) R + 1/sC 1/R + sC 20) A(s) A. B. C. D. Considerando un circuito RC serie, il valore della amplificazione = VOUT(s)/VIN(s) ai capi della resistenza è: 1 + sCR sCR/(1 + sCR) R + 1/sC 1/R + sC 21) Considerando un circuito RC serie, avente in ingresso un segnale sinusoidale di frequenza f, il valore di ampiezza della tensione VOUT(t) ai capi della resistenza R: A. diminuisce al crescere della frequenza f Elettronica B. C. D. 159 aumenta al crescere della frequenza f è sempre la stessa indipendentemente dalla frequenza f è dato dal partitore di tensione tra R e l’impedenza legata al condensatore 22) Consideriamo un circuito RC serie, con R = 1 kW e C = 10 pF, avente in ingresso un segnale sinusoidale di ampiezza 5 V e frequenza f = 16 MHz. Il valore massimo di ampiezza della tensione VOUT(t) ai capi della resistenza R è: A. 5V B. circa 2,5 V C. circa 3,5 V D. circa 1,5 V 23) Qual è la risposta, nel tempo, al gradino unitario, del circuito in figura? R C vi(t) vo(t) A. B. C. D. V0(t) = 1 + e–t/RC V0(t) = 1 – e–RC/t V0(t) = 1 + eRC/t V0(t) = 1 – e–t/RC 24) Qual è la funzione di trasferimento, in “s”, del circuito in figura? R vi(t) A. G( s) = V0 ( s) 1 = Vi ( s) RLs2 + LCs +1 B. G( s) = V0 ( s) 1 = Vi ( s) RCs2 + LCs +1 C. G( s) = V0 ( s) 1 = Vi ( s) LCs2 + RCs +1 G( L C vo(t) ( i Parte II - Competenze disciplinari 160 D. G( s) = V0 ( s) 1 = Vi ( s) RLs2 + RCs +1 25) Quale dei seguenti componenti circuitali è in grado di immagazzinare energia sotto forma di campo elettrico? A. Induttore B. Generatore di corrente C. Condensatore D. Generatore di tensione 26) In un circuito RLC serie alimentato da una tensione sinusoidale di ampiezza costante e pulsazione w, la pulsazione di risonanza è uguale a: 1 L R C A. ω0 = B. ω 0 = LC C. ω0 = D. ω0 = R 1 L LC C L 27) Un’onda quadra a frequenza f0 = 10 kHz è posta in ingresso a un filtro passa basso, con frequenza di taglio fT = 15 kHz; la forma d’onda in uscita dal filtro: A. è ancora un’onda quadra, attenuata rispetto all’ingresso B. è ancora un’onda quadra, amplificata rispetto all’ingresso C. è praticamente una sinusoide D. è un’onda quadra a frequenza di 15 kHz 28) Nello studio della risposta in frequenza di un amplificatore si definiscono frequenze di taglio inferiore e superiore, le frequenze: A. alle quali l’amplificazione si riduce di 0,707 volte rispetto all’amplificazione massima B. al di fuori delle quali non c’è amplificazione C. all’interno delle quali non c’è amplificazione D. alle quali l’amplificazione si riduce di 0,9 volte rispetto all’amplificazione massima 29) A. Un guadagno in tensione pari a 20 (V/V) corrisponde a: esattamente 20 dB Risposte commentate 1) D. Essendo le due resistenze in serie, esse sono attraversate dalla stessa corrente. 2) B. L’effetto di una induttanza in un circuito è determinato dalla impedenza a essa associata, Z = wL e da eventuali correnti variabili. Per una corrente conti di nua e a regime = 0 , l’effetto della impedenza è nullo e l’induttanza è equiva dt lente a un corto circuito. C. Dalla formula del partitore di corrente, la corrente i1, nella resistenza R1, R2 R1 vale i , mentre la corrente i2, nella resistenza R2, vale i . Dal fatto che R1 + R2 R1 + R2 R1 = 2 · R2, si ottiene che i2 = 2 · i1. 3) 4) C. La capacità risultante dal collegamento di due capacità in parallelo è pari alla somma delle singole capacità. C. Dalla formula del partitore di corrente, la corrente i1, nella resistenza R1, R2 R1 vale i . Dal fatto che , mentre la corrente i2, nella resistenza R2, vale i R1 + R2 R1 + R2 R1 = 3 · R2, si ottiene che i2 = 3 · i1. 5) 6) B. Dopo 25 costanti di tempo, il condensatore ha ceduto al circuito tutta l’energia immagazzinata che è stata dissipata dalla resistenza. Questo valore è pari 1 a E = CV 2 = 0,75 J. 2 7) D. Alla frequenza di risonanza, jw0L = 1/jw0C e la parte immaginaria dell’impedenza si cancella, lasciando soltanto la parte resistiva. L’impedenza quindi risulta pari a R. 8) A. Dopo 100 costanti di tempo, tutta l’energia immagazzinata nell’induttanza è stata ceduta al circuito ed è stata dissipata sulla resistenza. Il valore di tale 1 energia è E = Li2 = 2 mJ. 2 Risposte commentate • Elettronica 209 9) B. In genere, le resistenze sono identificate con un codice di quattro colori: i primi due indicano il valore numerico, il terzo indica l’ordine di grandezza (Ohm, kiloOhm…) e l’ultimo indica la tolleranza del valore. 10) A. Immaginando di chiudere un condensatore carico su una resistenza R e usando la legge di Kirchhoff sulle correnti, si ottiene l’espressione iR(t) + iC(t) = 0, dove iR è la corrente nel resistore e iC è quella nel condensatore. Sostituendo iR(t) = v(t)/R e iC(t) = Cdv(t)/dt si ottiene l’equazione differenziale v(t)/R + Cdv(t)/dt = 0 che possiamo scrivere anche nella forma dv(t)/dt = –v(t)/RC da cui deriva la costante di tempo RC. 11) C. La capacità di un condensatore è data dal rapporto tra la carica depositata sulle armature e la tensione applicata sulle armature stesse: in formule C = Q/V e dunque Q = C × V. In questo caso, quindi, la carica accumulata vale Q = 10 V × (10 × 10–6 F) = 100 × 10–6 Coulomb. 12) A. L’insieme delle resistenze equivale a una resistenza complessiva RTot ai cui capi c’è la tensione E e attraverso la quale passa la corrente I. Il valore di RTot è dato dalla legge di Ohm, RTot = E/I = 6 W. Ricordiamo che la serie di due resistenze equivale a una resistenza di valore pari alla somma dei singoli valori, mentre il parallelo di due resistenze R uguali vale R/2. Nel nostro caso, il valore di RTot = 6 W è dato dalla serie di R col parallelo delle due R1, tale parallelo vale 2 W e quindi ogni R1 vale 4 W. 13) D. La serie dei condensatori è equivalente a un condensatore di valore 2 C1C1 2 1 in serie, la carica su ciascuna faccia Ceq = = C . Essendo i condensatori 2 C1 + eC1 3 1 dei condensatori è data Q = E ⋅ Ceq = 4 V ⋅ C1. La tensione sul condensatore C1 risule ta quindi V = Q = 4 V. V = C1 14) C. La capacità di un condensatore è data dal rapporto tra la carica deposiQ tata sulle armature e la tensione applicata sulle armature stesse: in formule C = V e dunque Q = C · V. In questo caso, quindi, la carica accumulata vale Q = 10 V × –6 –6 (1 × 10 F) = 10 × 10 Coulomb. 15) C. In un circuito costituito da un induttanza L, in cui è immagazzinata energia, e da una resistenza R, per la legge di Kirchhoff si ha iR(t) + iL(t) = 0, dove iR è la corrente nel resistore e iL è quella nell’induttanza. Sostituendo iR (t ) = V (t ) R diL (t) L diL (t ) si ottiene l’equazione differenziale + iL (t ) = 0Vo equivaR dt dt diL (t) R L d ( ( L lentemente + iL (t) = 0 da cui deriva la costante di tempo . R dt L L . e VL (t) = L 210 Parte II - Competenze disciplinari 16) A. L’espressione del rapporto tra l’ampiezza della tensione sulla resistenza R e quella della tensione v1 è data da . Tale valore assume il valo2 1 + R2 + ω L – ωC 1 re massimo in corrispondenza della frequenza di risonanza della rete ω = . LC 17) D. Nel caso semplice di un generatore chiuso su una resistenza Ru, quindi senza reattanze, la condizione di trasferimento di massima potenza si ottiene per Rg = Ru. Considerando le impedenze, il calcolo teorico prevede che le resistenze continuino a essere uguali, quindi ancora Rg = Ru, ma anche che si annullino le impedenze, quindi Xg = –Xu. 18) D. Un filtro passa-basso consente il passaggio soltanto a frequenze al di sotto di una determinata frequenza, detta frequenza di taglio, attenuando invece le frequenze al di sopra della frequenza di taglio. Un semplice esempio di filtro passa-basso è costituito da un circuito RC. 19) B. Il valore della tensione di uscita si può calcolare facilmente utilizzando un 1 1 sC partitore di tensione: VOUT ( s) = VIN ( s) ⋅ Ä = VIN ( s) ⋅ . Così per s 3 q si 1 1+ sCR R+ sC ha che VOUT tende a zero, mentre per s 3 0 si ha VOUT = VIN, che è quello che ci si aspetta da un filtro passa basso. 20) B. Il valore della tensione di uscita si può calcolare facilmente utilizzando un R sCR partitore di tensione: VOUT ( s) = VIN ( s) ⋅ Ä = VIN ( s) ⋅ . Così per s 3 q si 1 1+ sCR R+ sC ha che VOUT = VIN, mentre per s 3 0 VOUT tende a zero, che è quello che ci si aspetta da un filtro passa alto. 21) B. Introducendo la frequenza di taglio fT = 1/(2pRC) è possibile calcolare molto semplicemente la tensione massima ai capi della resistenza come V0 . Da questa relazione si vede che quando la frequenza f supera di mol2 1+ ( fT / f ) to la frequenza di taglio, il rapporto fT /f tende a zero e quindi la tensione ai capi di R aumenta al crescere di f. 22) C. Introducendo la frequenza di taglio fT = 1/(2pRC) è possibile calcolare molto semplicemente la massima tensione ai capi della resistenza come V0 . Il valore di fT è circa 16 MHz e quindi, in questo caso, la frequenza 2 1+ ( fT / f ) Risposte commentate • Elettronica del segnale in ingresso corrisponde alla frequenza di taglio. In corrispondenza di V tale valore di f, il massimo valore della tensione ai capi di R vale dunque 0 , ossia 2 circa 3,5 V. 23) D. La risposta del circuito al gradino si può trovare a partire dalla equazione differenziale vC(t) + RC · dvC(t)/dt = VG dove vC è la tensione sul condensatore, VG è la tensione del gradino e RC è la costante di tempo del circuito. La soluzione per la tensione ai capi del condensatore, nel caso in cui il condensatore è inizialmente scarico, è data da VG(1 – e–t/RC) che nel caso di gradino unitario (VG = 1) –t/RC fornisce il risultato (1 – e ). 24) C. Anche se un po’ laboriosi, può valere la pena eseguire i calcoli per arrivare alla soluzione. A ogni componente del circuito va associata la corrispondente impedenza in s e il circuito va risolto come un partitore di tensione. La induttanza va sostituita con sL mentre il condensatore va sostituito con 1/sC. Possiamo calcolare la corVi Vi Vi ⋅ sC rente che circola nella serie, come Itot = = = = . 1 sCR + s2 LC +1 ZR +t ZL + Zc R + sL + sC Vi 1 La tensione ai capi del condensatoreVoè data Vout = Itot ⋅ ZC = Itot ⋅ = . sC sCR + s2 LC +1 25) C. Mentre i generatori, di tensione o di corrente, sono solo in grado di fornire energia, un induttore e un condensatore sono in grado di immagazzinare energia. L’induttore, però, immagazzina energia sotto forma di campo magnetico, mentre il condensatore la immagazzina sotto forma di campo elettrico. 26) C. La pulsazione di risonanza assume lo stesso valore sia in un circuito RLC serie che RLC parallelo e vale 1/ LC . Per tale pulsazione, il modulo della reattanza induttiva è uguale a quello della reattanza capacitiva e l’impedenza diventa minima nel caso della serie e massima nel caso del parallelo. 27) C. L’onda quadra, essendo periodica, si può scrivere come sviluppo in serie di Fourier, ossia come somma di un’onda avente la frequenza pari a f0 (detta fondamentale) con una serie di onde aventi frequenza multipla di f0 (dette armoniche). Se poniamo l’onda quadra in ingresso a un filtro passa basso, le frequenze inferiori alla fT sono fatte passare quasi inalterate, mentre quelle più alte vengono attenuate. In questo caso, soltanto la frequenza fondamentale è più bassa di fT e quindi, praticamente, soltanto la onda sinusoidale fondamentale e le prime armoniche escono dal filtro. 28) A. Le frequenze di taglio inferiore e superiore sono le frequenze alle quali 1 l’amplificazione è ridotta di un fattore , cioè 0,707, rispetto al valore massimo 2 211 Parte II - Competenze disciplinari 212 di amplificazione. Usando l’intervallo definito da tali frequenze, in genere, viene definita l’ampiezza di banda di un amplificatore. 29) C. Il valore di una amplificazione in decibel si può facilmente calcolare a partire dalla valore della amplificazione AV(VIN /VOUT) usando la seguente formula: AdB = 20 · log10 AV. In questo esempio, AV = 20 e il calcolo porta rapidamente alla soluzione 20 · log10 20 ~ 20 · 1,3 = 26 dB. 30) D. Il valore di una amplificazione in decibel si può facilmente calcolare a V partire dalla valore della amplificazione A (VIN /VOUT) usando la seguente formula: dB V V A = 20 · log10 A . In questo esempio, A = 5 e il calcolo porta rapidamente alla soluzione 20 · log10 5 ~ 20 · 0,7 = 14 dB. 31) B. Il valore efficace, anche detto RMS (root mean square) di un segnale 2 periodico V, si ottiene calcolando l’integrale tra 0 e T di V , dividendolo per T e poi facendo la radice quadrata del valore ottenuto. In questo caso, possiamo supporre che il segnale sia della forma V = A sint, il valore efficace è la radice quadraT ta di T T # # 0 0 1 1 1 T A A sin 2tdt = A ⋅ sin2 tdt = A ⋅ = . Il risultato è dunque pari al valore T T T 2 2 di picco del segnale diviso per 2. 32) C. Il valore efficace, anche detto RMS (root mean square) di un segnale periodico V, si ottiene calcolando l’integrale tra 0 e T di V 2, dividendolo per T e poi facendo la radice quadrata del valore ottenuto. In questo caso, V 2 = 25 V 2 ed è costante, quindi il suo integrale su T e la successiva divisione per T si cancellano e il valore di cui fare la radice quadrata è ancora 25 V 2. La risposta giusta è quindi 5 V. 33) D. Il valore efficace, anche detto RMS (root mean square) di un segnale periodico V, si ottiene calcolando l’integrale sul periodo (quindi tra 0 e T) di V 2, dividendolo per T e poi facendo la radice quadrata del valore ottenuto. Nel nostro caso, V 2 vale 16 V 2 ed è costante, quindi il suo integrale su T e la successiva divisione per T si cancellano e il valore di cui fare la radice quadrata è ancora 16 V 2. La risposta giusta è quindi 4 V. 34) C. Il valore efficace, anche detto RMS (root mean square) di un segnale 2 periodico V, si ottiene calcolando l’integrale tra 0 e T di V , dividendolo per T e poi facendo la radice quadrata del valore ottenuto. In questo caso, visto che il segnale è della forma V = A sint, il valore efficace è la radice quadrata di T T # # 0 0 T 1 1 1 T A A sin 2 tdt = A ⋅ sin2 tdt = A ⋅ = . Il risultato è dunque pari al valore di T T T 2 2 picco del segnale diviso per 2.