M° Kurihara e Dintorni
Foto in alto Kurihara sensei Roma 1990 Foto in Basso Kurihara sensei Roma 1993 A destra le
foto originali
Qualche mese fa, andando alla ricerca della lettera aperta del maestro Kurihara all’Aikikai di Italia
mi sono imbattuto in un articolo su un sito di aikido che in molti conoscono. Sono stato
immediatamente colpito dalla foto di prima pagina..... (Foto in alto lato sinistro) Il motivo
ovviamente è che quella foto l’avevo scattata proprio io nel 1993 a Roma alla fine dello stage di
Pasqua, nello spazio retrostante il dojo centrale di via Eleniana. Scattai la foto lateralmente visto
che avevo nel mio obbiettivo allineati il maestro Kurihara ed il mio primo maestro Hosokawa,
(come ben si nota nella foto originale) Ma proprio un istante prima dello scatto il maestro Kurihara
mi sgama, e mi fa quello sguardo che si vede nelle foto, a metà tra il minaccioso e lo
scherzoso.Apro il file dell’articolo ed ad una prima occhiata vedo che anche le altre foto contenute
sono tratte dal mio sito. Basterà visitare il fotoalbum del sito alla voce Kurihara per trovare le
originali. Questo mi ha fatto piacere, anche se personalmente ho trovato insolito il fatto che persone
che non hanno mai conosciuto il maestro Kurihara si prendessero la briga di scrivere delle cose su
di lui, sulla scuola di misogi e su situazioni che a quanto ho letto ignorano. Leggendo l’articolo e
poi il dibattito sul forum mi sono reso conto che la De Filippi con i suoi programmi pettegolezzo
ha fatto breccia in spazi che dovrebbero essere preclusi a inciuci da pianerottolo, il fine chiaramente
è quello di sedurre il lettore sprovveduto su argomenti e fatti che ignora. Dico questo perchè sono
stato al fianco di Kurihara sensei e studiato intensamente con lui per più di 7 anni. Ho organizzato
dal 1990 numerosissimi incontri col maestro, a cui hanno partecipato molte altre scuole di aikido.
Numerosi stage di cui 5 della durata di una settimana, mai fatti al sud da che esiste l’aikido in Italia,
e se ricordo bene tra quei partecipanti spesso vi erano allievi stranieri dalla Spagna agli Stati Uniti.
Per quel che riguarda invece la scuola di Misogi , la Makotonomichi, vorrei precisare che la località
di Orsomarso (CS) alle pendici del parco Nazionale del Pollino, Casaletto Spartano (SA) e le
cascate della Grotta di Morigerati sono state per anni gli unici posti ad essere utilizzati dalla scuola
di misogi del maestro, oltre alla cascata centrale di Avezzano naturalmente. Potrei raccontare
ancora dello stage di Capodanno del 1991, svolto a Lauria, o degli ospiti giapponesi che il maestro
invitò tra cui i coniugi Hirata, discendenti dell’ imperatore del Giappone, in particolare della
raffinatezza e della eleganza della Principessa Michiko che più volte mi volle a Roma ospite della
sua Famiglia, o delle pietanze tipiche giapponesi preparate dalla moglie del maestro ed offerte al
pubblico la sera del 31 subito dopo la dimostrazione di Aikido.
Potrei raccontare del mio personale rapporto col maestro e della stima e fiducia che ci legava, al
punto da essere scelto in un momento molto difficile per lui e fargli da Uke durante l’embukai del
trentennale dell’Aikikai di Italia a Roma nel 1994, al cospetto della massima autorità mondiale
dell’aikido , il Doshu Ueshiba Kisshomaru , nonchè a tutti i direttori didattici Europei il cui grado
non era inferiore al 7° dan mentre quello del maestro era appena il 5°.
Trentennale aikikai Roma 1994 Kurihara Sensei Tantotori
Ma chi è sicuro delle proprie capacità non si formalizza ai gradi, per capire bene cosa intendo
occorre vedere la registrazione dell’evento ed ascoltare il fragore degli applausi ad ogni tecnica del
maestro. Bene questi sono fatti, e non stupide chiacchiere di corridoio.
Primi manifesti di Shinkido la foto e tratta dall embukai del trentennale del M° Kurihara - Uke M°
Fiordineve Cozzi
Potrei raccontare delle serate passate a casa del maestro tra una tazza di sake e un onnigiri fino a
notte tarda per preparare il programma tecnico per la sua nuova disciplina che lui avrebbe di li a
poco chiamato Shinkido. Sono certo che pochi sanno che nel 96 ebbi il riconoscimento al grado di
chudoshi il più avanzato all’epoca di Shinkido, ma la particolarità era che il diploma come si vede
dalla foto era il n° 1.
Ed anche questi sono fatti documentati e non sciocchezze, inventati per impressionare sprovveduti
allo scopo di avere un credito di cui sono probabilmente alla affannosa ricerca. Non ho la
presunzione di raccontare cosa sia o cosa non sia la Makotonomichi, ne di cosa rappresenti il suo
caposcuola , il maestro Hakiwara , ne di come o perché il maestro Kurihara ha iniziato questa
pratica spirituale, tanto meno dei suoi primi misogi o dei suoi primi affiliati in Italia, perché come
recita una massima zen
” Chi sa non parla, chi parla non sa”.
Mi rivolgo a tutte quelle persone che non conoscono il Maestro Kurihara e che hanno letto o sentito
delle cose strane di non fidarsi di racconti fatti da gente che oltre a non averlo mai incontrato non
hanno frequentato ne le sue lezioni ne i suoi misogi . Quello che mi conforta e che questi
"inaffidabili relatori" non potranno sicuramente raccontare dei cerimoniali o degli esercizi
spirituali, visto che erano riservate solo agli adepti della makoto, scelti accuratamente dal maestro,
così come non possono sapere del misogi e del cerimoniale inaugurale che seguì l’apertura della
sede centrale della Mokoto di Roma dal Maestro Hakiwara e dei suoi Sanniwà . Io ero li come
potete vedere dalle foto, ma questi prodighi scrivani premurosi, mica li ho visti, sapete!
Cerimoniale e festeggiamenti, nella foto in basso sono di spalle davanti al Kami dana sul lato
sinistro, hakiwara sensei sul lato destro.
In tanti anni di pratica col maestro non ho incontrato mai nessuno di loro, qualcuno era un fanciullo
anagraficamente parlando, qualcuno lo era aikidoisticamente, e qualcun altro troppo impegnato
probabilmente a lucidare poltrone concesse da federazioni visto che con l’aikikai proprio non gli
riusciva. Mai credere a racconti fatti da individui su persone e vicissitudini legati a periodi storici
non vissuti direttamente , quindi privi sfumature e sottigliezze che potrebbero essere devianti e
condizionanti nelle scelte di altre persone. E sono proprio le sfumature dei colori e delle linee che
fanno la differenza tra un disegno ed un dipinto. Queste persone sono come i classici Cortigiani “
Diplomatici manipolatori” di cui Robert Green parla nel suo magnifico libro “Le Leggi del Potere”
definendoli i più abili seduttori di corte per il proprio tornaconto personale, disposti a vendere tutto
e tutti, pur di rimanere a Corte, negando ed affermando tutto ed il contrario di tutto ed approfittare
come parassiti di situazioni e di persone ignare, e con la stessa rapidità darsela a gambe levate non
appena la situazione si fa difficile. Penso sarà di conforto al lettore sapere che la storia e pur
tuttavia ricca di gogne e patiboli in cui spesso incappavano i meno abili di questi signori o chi aveva
osato troppo e troppo a lungo.
A tal proposito vorrei ricordare una massima di Abramo Lincon (1809 -1865)che recita:”
Puoi imbrogliare tutti alcune volte, o imbrogliarne una parte tutte le volte, ma non potrai mai
imbrogliare tutti, tutte le volte.
Vi commenterò invece le foto che ho trovato in quell’articolo,
cercando di confrontarle con le originali, visto che sono state alterate, come tutto il resto d’altronde.
Questa lè la prima foto che scattai a Kurihara sensei a Roma al suo arrivo nel 1990, subito posai
con lui per una foto ricordo, scorsi il maestro Fujimoto e chiesi la medesima foto anche a lui, ed
ecco qui entrambe.
La foto di sinistra in basso è nell articolo in questione, l'originale è naturalmente a destra, questa
l’ho scattata allo stage di Aieta nel 1993 e anche se non si vede bene l’uke è il M° F. Ruta 5° Dan
responsabile dello shin bu di Bari, con cui condivisi l’organizzazione dello stage di Aieta per 2
anni. Mentre quelle di sopra sono del 1991 ad Aieta a sinistra e nel 94 a Portici, sono tratte dal mio
album, ma raccontano bene il rapporto col sensei.
Questa ultima invece è stata fatta allo stage nel 95 a Lauria, come si vede nell’originale io lavoro
come Chitachi col maestro. Chi ha ritoccato la foto ha pensato bene di nascondermi mentre eseguo
col maestro il Kumi ken no ken no kata, “ e chi segue i miei stage sa bene a cosa mi riferisco.
Nella foto di destra (quella originale) però il maestro tiene correttamente il bokken con la mano
destra avanti. Evidentemente chi ha manipolato la foto non sa come si impugna un bokken mi
auguro solo che abbia meno del sesto kyu, ma nutro seri dubbi.
Leggendo del misogi mi sono reso conto di molte incongruenze, che ovviamente non preciserò,
sarebbe troppo comodo, ma se può bastare dirò che sono stato insignito del 2° livello di Kyosha nel
96, per cui mi era permesso di condurre un Misogi da solo, e guidare le persone, oltre a aiutarle col
manate, ed anche questo si vede chiaramente nel fotoalbum, ma presto provvederò ad inserire le
riprese originale di questi eventi a testimonianza di ciò che racconto.
L'antropologia insegna che
il senso della vista serve a darci una idea di ciò che osserviamo per la prima volta, ma spesso si è
ingannati dall’oggetto che abbiamo di fronte, per cui fin da bambini utilizziamo la manipolazione
per comprendere davvero come sono fatte le cose. A tal proposito mi viene in mente il geniale Totò
che tenendo delle monte in mano le scuote su e giu per valutarne il peso e sentirne il suono ma non
ancora sicuro se le infila in bocca e gli da un morso.
La genialità passando attraverso l’ilarità diviene testimonianza delle scienza eccelsa.
SUL MISOGI VI DIRO SOLO:Imparavamo in quanto studenti della makoto ad aiutare quelle
persone che con un senso strutturato dell’io quando entravano sotto le cascate, restavano
terrorizzati in apnea, avvizziti dal gelo dell’acqua, in semiblocco diaframmatici che impediva loro
l'emissione di qualsiasi suono, spesso perdevano l’equilibrio e talvolta cadevano. Incontrare se
stessi fa paura, ma in special modo terrorizza questi individui, perchè vivono nella proiezione
dell’illusione infantile di loro stessi, e ricordo che il maestro le indicava come persone non vere,
“persone maschera diceva”, a cui occorreva incontrare la propria anima, che io tradurrei in
visceralità autoespressiva, ed il misogi doveva servire a gettare via la maschera con cui si
presentano al mondo per essere noi stessi.
Diceva il maestro che sotto la cascata non puoi mentire, LA SEI SOLO TU E LEI , E LEI é LA
PIU FORTE ma puoi trarre forza attraverso la sua energia , basterà ascoltarsi ed ascoltarla per
sentire che ti sta pulendo, fortemente severamente ma anche gentilmente.Li sentirai la voce dell’eco
della vera tua anima, quello che Alexander Lowen (Bioenergetica) definisce il tuo cuore
intrappolato, da quella armatura difensiva che il tuo vissuto infantile ha strutturato per proteggerti,
ma che allo stesso tempo ti ha relegato ad una vita non vera, non tua, imprigionando il tuo cuore in
una rigida gabbia toracica, immobile, compatta, che non lascia avvicinare niente e nessuno e che ti
tiene prigioniero di te stesso, negando quella che egli definisce la prima nostra natura quella vera,
quella che eravamo prima del trauma infantile la relegasse alle segrete del nostro inconscio, ben
diversa dalla nostra seconda natura, quello che noi non siamo. Il misogi e questo, altro ed altro
ancora, un incontro con noi stessi , cosi come lo è l’aikido che il Maestro Tada da Anni
affannosamente cerca di trasmettere attraverso il kinorenma ed i suoi stage, e non soltanto una
fisicità da palestra.
Gruppo Makoto del Giappone e dell'Italia - Avezzano ho cerchiato Hakiwara sensei e me stesso in
alto a destra, ma si riconosce Fernando, Marco,Francesco, Mauro, Sara, Dea, Rosella. Io c'ero !
ma quelli no ?
Misogi Orsomarso CS Fiordineve Cozzi