Le guerre prima dellla Gande guerra - "E. Fermi"

La guerra anglo-boera è il conflitto del 1899-1902 fra Gran Bretagna e repubbliche boere (afrikaner) di
Transvaal (o Repubblica Sudafricana, protagonista nel 1880-81 di una prima guerra) e Orange, che
negavano i diritti politici ai bianchi non olandesi. Questi ultimi, perlopiù inglesi, erano
detti Uitlander (stranieri) e, guidati da Cecil Rhodes, capo del governo della colonia britannica del Capo
di Buona speranza, si ribellarono per rendere l’intero Sudafrica una colonia inglese. Ragione del conflitto
era la contesa per le ricche miniere d’oro della regione. Nel 1899 i boeri dichiararono guerra alla Gran
Bretagna, invadendo la colonia del Capo. All’inizio vittoriosi nonostante la palese inferiorità, i boeri
(88.000 armati contro 450.000 inglesi), dinanzi alla controffensiva britannica e all’occupazione di
Johannesburg e Pretoria, reagirono con un’efficace guerriglia. Essa fu duramente repressa da lord
Kitchener, in una sorta di ‘guerra totale’ che colpì in modo massiccio la popolazione civile, con
distruzione delle colture e campi di concentramento (forse i primi della storia, vi morirono oltre 20.000
civili) che suscitarono lo sdegno internazionale. La Pace di Vereeniging tra Olanda e Gran Bretagna
(1902) sancì la supremazia inglese in Sudafrica, mentre i boeri rimasero un gruppo socialmente e
culturalmente separato.
La guerra Russo-giapponese è il conflitto (1904-05) sanguinoso che scaturì dalle ambizioni
imperialistiche rivali dell’Impero Russo e del Giappone nella Manciuria e in Corea. All’inizio del 1904 i
contrasti tra Russia e Giappone per la prevalenza nell’Estremo Oriente asiatico erano giunti a un punto di
tensione che lasciava prevedere lo scoppio delle ostilità. Dopo un infruttuoso scambio di note
diplomatiche, i Giapponesi, appoggiati dalla Gran Bretagna e dagli USA, senza dichiarazione di guerra
attaccarono la flotta russa a Port Arthur (8-9 febbraio 1904). Il 1° maggio successivo batterono i Russi sul
fiume Yalu, costringendoli alla ritirata, e alla fine del mese assediarono Port Arthur; il 10 agosto
affondarono gran parte della flotta zarista di stanza in quel porto e quattro giorni più tardi anche quella
di Vladivostok. Infine attaccarono i Russi sulla terraferma, sconfiggendoli presso Liaoyang (24 agosto - 4
settembre). Dopo la capitolazione di Port Arthur (2 gennaio 1905), l’esercito zarista subì una serie di
sconfitte, culminate nella disfatta di Mukden (10 marzo), e fu costretto a una rapida ritirata verso il nord.
Intanto il governo russo, non potendo utilizzare la flotta del Mar Nero a causa delle convenzioni
internazionali che vietavano alle navi da guerra il transito attraverso gli Stretti, inviò in Estremo Oriente
la flotta del Baltico. Il 20 maggio la flotta russa entrò nel Mar Orientale della Cina e il 27 nello stretto
di Tsushima subì una drastica sconfitta che pose fine alla guerra. Con il trattato di pace di Portsmouth (5
settembre 1905) la Russia riconosceva la preponderanza giapponese in Corea, cedeva al Giappone
l’affitto sulla penisola del Liaodong, con le basi di Dairen e Port Arthur, e la parte meridionale dell’isola
di Sachalin.
La questione balcanica è l’insieme di rivalità e tensioni che, a partire dal 19° sec. e in concomitanza con
la crisi dell'Impero ottomano, coinvolse la Penisola Balcanica, comprendente la Bulgaria, la Grecia, parte
della Turchia (Tracia orient.), la Serbia, il Montenegro, l'Albania, la Macedonia, la Bosnia, la Croazia e la
Slovenia; a questi Stati si aggiunge di solito la Romania, che ha condiviso profondamente la storia
balcanica.
Il termine Balcani cominciò a essere usato per designare la parte europea dell'Impero ottomano nel 19°
sec., mentre sorgevano nell'area nuovi Stati, come la Grecia, la Serbia, il Montenegro, la Bulgaria e la
Romania, nelle zone progressivamente abbandonate dai turchi sotto la pressione dei movimenti
indipendentisti e delle potenze europee che li appoggiavano. Il termine divenne d'uso comune in
Occidente nella prima metà del 20° sec., con le guerre balcaniche (1912-13) e con la Prima guerra
mondiale (1914-18).
Il periodo di conflitti tra il 1912 e il 1918 impegnò i giovani Stati nazionali, desiderosi di consolidare ed
estendere i propri territori. Tali conflitti provocarono ripetuti mutamenti dei confini politici ed esodi
forzati delle popolazioni civili, pesantemente coinvolte nelle operazioni militari, e portarono alla nascita
di due nuovi Stati, l'Albania e la Iugoslavia. In seguito a questi eventi, la q.b. divenne, presso l'opinione
pubblica occid., sinonimo di conflitto etnico e religioso, di crudeltà contro popolazioni inermi, di
instabilità sociale e politica.