6. I TERREMOTI Salvi Vittorio-Elena Napolitano-Taulant Ramadani INDICE 6.1 PREMESSA 6.2 CHE COS'è UN TERREMOTO? 6.3 LE CAUSE DI UN TERREMOTO 6.4 DANNI CAUSATI DA UN TERREMOTO 6.5 I SISMOGRAFI 6.6 SCALA MERCALLI E SCALA RICHTER NON SONO CONFRONTABILI 6.7 RISCHIO SISMICO E GEOLOGICO 6.8 LE ZONE Più A RISCHIO E Più COLPITE AL MONDO DAI TERREMOTI 6.9 SE ARRIVA IL TERREMOTO... PREMESSA Il presente lavoro intende illustrare a grandi linee e chiarire a caratteri generali l'argomento riguardante i terremoti. Esso prende nello specifico,in esame i seguenti aspetti : Che cos'eun terremoto, Le cause di un terremoto, Danni causati da un terremoto, I sismografi, La scala Mercalli e la scala Richter non sono confrontabili, Rischio sismico e geologico, Le zone piu a rischio e piu colpite nel mondo dai terremoti, Se arriva il terremoto. E si propone di guidare il lettore attraverso una serie di conoscenze di base che consentano la risposta alle domande : 1) Che cos'è un terremoto? 2) Come si chiama e come funziona lo strumento che misura la magnitudo? 3) Quali sono le scale misurabili? 4) Che cosa si intende per rischio sismico e geologico? CHE COS’è UN TERREMOTO? Il terremoto è un brusco movimento della crosta terrestre. Il termine terremoto deriva dal latino “terrae motus” che significa letteralmente “movimento della terra”. Dal punto di vista scientifico un terremoto è un brusco movimento delle rocce che si genera all’interno della crosta terrestre. Questo movimento si manifesta anche in superficie, sotto forma di scosse più o meno violente in direzione orizzontale oppure verticale. Ogni anno nel mondo avvengono più di 100.000 terremoti dei quali “solo” qualche decina provocano danni di media o notevole entità. La sismologia e la scienza che studia i caratteri e gli effetti dei terremoti cercando di mettere appunto tecniche per prevederli. La crosta terrestre è una sottile pellicola di rocce solide che galleggia su un enorme oceano di materiali fusi o semi fusi. Essa è un fragile mondo in lenta ma continua trasformazione a causa dei movimenti degli squilibri che si manifestano nella parte plastica del mantello. Le vibrazioni che accompagnano le fratture si propagano in tutte le direzioni e si manifestano anche in superficie sotto forma di scossa di terremoto. Un sisma dura in genere pochi minuti. La zona all’interno della terra in cui si origina un sisma detta ipocentro. A partire dall’ipocentro le vibrazione dette onde sismiche si propagano anche a molti km di distanza. La zona della superficie terrestre che si trova sulla verticale dell’ipocentro è detta epicentro. L’epicentro è la zona della superficie più vicina all’epicentro e corrisponde all’area in cui le scosse sono più forti e in cui vengono le maggiori distruzioni. LE CAUSE DI UN TERREMOTO Durante un’eruzione vulcanica può accadere che il movimento del magma causi la deformazione e la frattura delle rocce circostanti provocando un terremoto. Questi terremoti vengono detti vulcanici. I terremoti vulcanici più forti si hanno durante le eruzioni esplosive, molti terremoti invece sono dovuti a deformazioni della crosta terrestre e perciò vengono detti tettonici. Quando queste forze superano un certo limite, la roccia si rompe e si ha una frattura. Se la frattura è accompagnata da uno slittamento una sull’altra delle due parti di roccia che si sono formate, si ha una faglia. La deformazione si libera sotto forma di vibrazioni che producono delle onde sismiche. Dalla zona dell’ipocentro si distinguono in onde longitudinali, che vibrano nella direzione di propagazione delle onde e in onde trasversali che vibrano perpendicolarmente alla loro direzione di propagazione. Le onde che si generano nella zona dell’epicentro si chiamano onde superficiali perché si propagano sulla superficie della crosta terrestre proprio come le onde che si formano sull’acqua quando si lancia un sasso in uno stagno. Ogni giorno la crosta terrestre è scossa da terremoti generalmente così deboli da poter essere rilevati solo da strumenti adeguati. DANNI CAUSATI DA UN TERREMOTO Le conseguenze dovute a un terremoto dipendono principalmente dall’ampiezza delle onde che raggiungono la superficie terrestre. Tale ampiezza dipende a sua volta da due elementi: la quantità di energia liberata e la profondità dell’ipocentro. A parità di energia liberata, le onde che arrivano in superificie sono piu ampie se l’ipocentro è superficiale; in tal caso il terremoto è forte. Se invece l’ipocentro è profondo, arrivano in superficie onde meno ampie e il terremoto è debole. L’uomo può limitare i danni provocati dai terremoti adottando criteri antisismici nella costruzione di edifici, strade, ponti. Il fenomeno prende il nome di maremoto o Tsunami. Durante un maremoto le onde sono molto basse e si allontanano velocemente dall’epicentro. In prossimità della riva diventano enormi e si muovono lentamente. Nel 1755 la città di Lisbona in Portogallo fu colpita da un terremoto e subito dopo, da un maremoto; le sue onde si abbatterono anche sulle coste atlantiche dell’America. Si ritiene che soltanto a Lisbona le vittime siano state circa 60.000. Alla fine del 800 il sismologo italiano Giuseppe Mercalli insieme ad altri due studiosi propose una scala per classificare i terremoti in base alla loro intensità. La scala mercalli è stata accettata universalmente e viene usata anche oggi. Essa è suddivisa in 12 gradi di intensità. Nel 1935 il sismolo americano Charles Francis Richter propose una nuova scala che si basa unicamente sulla magnitudo del sisma in cui i valori possono variare da 0 a 8,7 gradi circa. La scala Richter, misura la quantità di energie che si libera nell’ipocentro del terremoto. Ancora oggi per indicare l’intensità di un terremoto vengono utilizzate entrambe le scale. I SISMOGRAFI Un sismografo è costituito da due parti principali: -Una parte saldamente fissata al suolo la quale vibra con esso, in presenza di onde sismiche; -Una parte sospesa, piuttosto pesante, la quale, per inerzia, tende a rimanere immobile anche quando il resto dello strumento oscilla. Quando non ci sono fenomeni sismici il pennino lascia una traccia rettilinea. Quando invece si ha un terremoto, il pennino disegna il grafico delle onde sismiche, detto sismogramma. L’ampiezza del sismogramma ci permette di valutare con precisione l’intensità, o magnitudo, del sisma. A tale scopo si utilizza una scala messa a punto nel 1935 dal sismologo statunitense Charles Richter, chiamata scala Richter. LA SCALA MERCALLI E LA SCALA RICHTER NON SONO CONFRONTABILI Le due scale non sono confrontabili l’una con l’altra: infatti i danni provocati da un terremoto non dipendono soltanto dalla sua intensità ma anche dal tipo di edifici colpiti e dalla densità di popolazione della zona interessata. RISCHIO SISMICO E GEOLOGICO Per rischio sismico si intende la probabilità che in una determinata zona della terra si verifichi una catastrofe dovuta ad un terremoto. Il rischio sismico e quello vulcanico formano nel complesso, il rischio geologico. Il nostro paese è nel complesso esposto ad un altro rischio sismico. In Italia sono avvenuti negli ultimi 1000 anni oltre 30 000 terremoti, di cui 200 disastrosi. Maggiore è la densità abitativa, soprattutto in presenza di costruzioni poco resistenti, maggiore è il rischio. Quasi tutti i terremoti profondi si verificano vicino i continenti, mentre i terremoti con ipocento più superficiale si verificano in prossimità delle fosse oceaniche. L’Italia è un paese con un incidenza molto elevata di terremoti; nel nostro paese, infatti, si verifica un terremoto ogni sette anni. Le zone più a rischio e più colpite del mondo dai terremoti