Spedizione in Abb.Post. D.L. 353/2003 (N.46 2004) art.1 comma 2 E 3 • ANNO 2010 N. 4 • STAMPA IN PROPRIO 4/2010 IV trimestre dicembre 2010/febbraio 2011 NO AL FUMO!!! PIEMONTE ONLUS Associazione di volontariato per la prevenzione delle malattie cardiovascolari AMICI DEL CUORE PIEMONTE • Associazione Onlus Presidente: Roberto Guido Bijno www. centrocardio.it Email: [email protected] • [email protected] cell. 346/1314392 Associazione di Volontariato, no-profit, per la prevenzione e la ricerca delle malattie cardiovascolari CARDIO PIEMONTE - ANNO VI - N. 16 (2010) Tribunale di Torino 4447 del 26-02-92 • Direttore Responsabile: ROBERTO GUIDO BIJNO ORGANO UFFICIALE DE “AMICI DEL CUORE PIEMONTE” • Associazione Onlus Sede Ospedale Molinette Torino • Corso Bramante, 88 • 10126 Torino • Tel. 011.633.55.64 • Reparto di Cardiologia2 dr. Sebastiano Marra CARDIO PIEMONTE • N. 4/2010 dicembre febbraio 2011 Il Volontario è... ◗ Il volontario è una persona normale, ◗Il volontario appartiene ad ogni ceto sociale, indipendentemente dal colore della sua pelle e della sua religione, ◗Il volontario è dove vi è qualcuno che ne ha bisogno, ◗Il volontario può anche essere un donatore di sangue, perché con il suo gesto può salvare una vita, ◗Il volontario è assistenza, soprattutto quando si occupa di persone disabili, ◗Il volontario è anche un compagno, un amico, un confidente, ◗ I l volontario è uno che dona il suo tempo, sapendo sempre che non riceverà mai nulla in cambio, ◗ Il volontario è uno disponibile nel momento del bisogno, ___________________________________ pag Il Volontario è____________________ 2 Editoriale PROMESSE!? ____________________ 3 Il corso di primo soccorso per operatori non sanitari_ ____________ 5 Gli impegni della nostra Onlus Breve relazione sulla giornata della prevenzione a Pinerolo________ 7 Prevenzione in loco Il “caldo” Vigone_________________ 9 Un decalogo per l’uso corretto dei farmaci_____________________ 10 Oggi odio il fumo________________ 11 Avviso ai lettori e soci____________ 12 Un lavoro d'"equipe"_____________ 13 Notizie varie Gli amanti del pesce rischiano meno infarti e ictus___________________ 14 Grazie…grazie…grazie___________ 14 La dieta mediterranea____________ 15 ◗ I l volontario è uno che non appartiene ad una specie in estinzione, Broccoli e banane proteggono l'intestino____________ 21 ◗ I l volontario è chi alla sera, quando va a dormire, è soddisfatto di quello che ha fatto durante la giornata ed è sicuro di non aver perso del tempo inutilmente, Miele, latte caldo e infusi: rimedi naturali contro la tosse___________ 22 ◗ I l volontario vuol anche dire fare della prevenzione, soprattutto quando è un “Amico del cuore” Michele Falanga 2 Sommario Il cuore delle donne sempre più a rischio: come proteggerlo_____ 22 Ansia: la richiesta d’aiuto_ ________ 23 Un nuovo farmaco riduce del 16% la mortalità per fibrillazione atriale____________ 23 Notizie dal Mondo da Internet___________________________ 24 Le noci aiutano a diminuire gli effetti dello stress_____________ 25 CARDIO PIEMONTE • N. 4/2010 dicembre febbraio 2011 Editoriale a cura di Roberto Guido Bijno PROMESSE!? Ho ricevuto in redazione un bollettino della Regione Piemonte dal titolo: “ IL CITTADINO AL CENTRO DELLA SANITÀ”. Oltre alla pagina che pubblico, dove i due nuovi protagonisti della politica regionale piemontese fanno delle precise dichiarazioni, come potrete voi stessi rendervi conto, nello stesso erano state inserite alcune delle proposte che sia il Presidente Roberto Cota, sia l'Assessore alla Sanità Caterina Ferrero hanno intenzioni di mettere in pratica nel corso del loro mandato. Una lodevole iniziativa che spero veramente possa costituire le basi per trasformare la nostra sanità in una struttura adeguata e migliore di quella che oggi abbiamo. Viene spontaneo però chiederci: “RIUSCIRANNO I NOSTRI EROI NELL'IMPRESA?” Un compito credo non facile, pieno di ostacoli, d'opposizioni e di posizioni diverse che possono in qualche modo condizionare la riuscita del progetto e qualche volta addirittura travisarne completamente i contenuti. In paesi vicini, come la Francia, ad esempio, il servizio sanitario locale utilizza molto la domiciliazione, per la cura dei malati cronici od anziani. Da noi invece questo metodo, che secondo gli esperti farebbe risparmiare milioni alla Sanità, viene applicato solo in minima parte e francamente non se ne comprendono i motivi. Ad esempio, una nostra amica di famiglia che abita a Nizza (Francia) e che ha dei problemi cardiovascolari, non deve mai andare in ospedale per i controlli periodici che deve fare. Tutti i giorni un infermiere professionale va a visitarla, controllando le medicine che deve prendere. Analogamente, quando lo ritiene necessario, effettua un prelievo di sangue per il controllo del suo INR e se i valori sono fuori norma, lo stesso informa il medico curante che disporrà una variazione dei farmaci assunti o addirittura un ricovero per approfondire questi controlli. Tutto questo avviene sempre in assenza burocrazia o scartoffie da compilare, non scomodando mai la persona anziana, che può continuare a starsene tranquillamente nella propria abitazione, senza preoccuparsi di nulla.. Qui a Torino, in un ospedale come il nostro delle Molinette, tutte le mattine molto presto (dalle ore 7) anche d'inverno quando fa molto freddo ed è buio pesto, vedo invece che ci sono delle lunghe code di persone per fare lo stesso esame e che magari devono rimanere tutta la mattinata in corsia, sia per il prelievo del sangue, sia per il relativo referto che avviene normalmente attorno alle 10,30-11 del mattino. Un altro grosso problema che si verifica, ad esempio, sempre nel nostro ospedale, ma credo in tutti gli altri della Regione, sono le visite di controllo dei malati cardiopatici che devono essere sempre seguiti periodicamente. 3 CARDIO PIEMONTE • N. 4/2010 dicembre febbraio 2011 Si formano anche in questo caso lunghe code agli sportelli e molte persone addirittura non possono farli questi esami e vengono purtroppo respinte. Ho ricevuto, ad esempio, una lettera da un nostro Socio, che mi scrive: “… mi sono recato presso l'ambulatorio del dott. … per sottopormi ad un E.C.G da sforzo poiché da qualche mese avverto dei sintomi che prima dell'estate non avevo… Lì mi sono accorto, dopo averlo domandato alle gentilissime signorine dell'accoglienza, che non mi sarà più possibile essere seguito da questa struttura (peraltro pubblica). La cosa mi addolora poiché non conosco specialisti del livello di questo primario… che mi diano la stessa fiducia necessaria. A questo punto, dopo essere stato sottoposto nel pomeriggio odierno, presso un'altra struttura (ospedale di …), ad un Ecocardiografia, ho deciso che, mestamente, non farò altri accertamenti diagnostici futuri. Caro Presidente, non la si veda come una "rappresaglia" non sono così meschino, solo che lo stato di frustrazione in cui sono caduto è solo un fatto mio e tale me lo tengo…” Ricordo che la Signora Caterina Ferrero, che era nello scorso anno all'opposizione, nella precedente legislatura regionale fece compilare un lungo dossier sulle spese inutili che erano state fatte in un anno nel campo della Sanità, evidenziando che si poteva tranquillamente fare dei grossi risparmi, solo mettendo in funzione l'intelletto delle persone, nel cercare la strada migliore per ottenere dei risultati efficienti, spendendo decisamente molto di meno. Rimasi molto colpito da questo studio ed allora mi domandai, ma senza poter formulare una risposta, come fosse stato possibile che persone qualificate, professionali e preparate, abbiano potuto gestire la spesa pubblica in questo modo. Spero veramente che oggi, questo nostro Assessore che stimo ed apprezzo, si ricordi di quanto ha indicato in quella circostanza ed attui le riforme necessarie. Ne abbiamo tutti molto bisogno: giovani e vecchi, nessuno escluso. Termino questo mio editoriale però con una riflessione un poco amara: ho scritto sul numero precedente della rivista un articolo dal titolo: “LA CULTURA DELLA SALUTE”. Speravo che molti leggendolo mi avrebbero scritto, magari anche criticato, ma nessuno l'ha fatto. 4 Allora mi domando: “MA È ANCHE COLPA NOSTRA SE LA SANITÀ NON FUNZIONA COME DOVREBBE. UNA CAUSA È FORSE LA TOTALE INDIFFERENZA ED IL DISINTERESSE CHE NUTRIAMO VERSO I PROBLEMI SOCIALI, QUANDO NON NE SIAMO COINVOLTI PERSONALMENTE?”. CARDIO PIEMONTE • N. 4/2010 dicembre febbraio 2011 Il corso di primo soccorso per operatori non sanitari Rianimazione cardiopolmonare e relativa defibrillazione Continuano, con notevole successo, i nostri corsi per dare a tutti la possibilità di poter salvare delle vite umane, intervenendo in tempo, nei modi dovuti. Un nostro grande successo, che è diventato anche il fiore all'occhiello della onlus: sono state moltissime, infatti, le richieste di partecipazione, tanto che non è stato possibile accontentare così tante persone. Il nostro Consiglio Direttivo ha già abbozzato il programma per aumentare il numero di Corsi nel 2011 in modo da poter accontentare almeno 100 persone al posto delle attuali 75 del 2010. Anche se la realizzazione di questi corsi ha un costo non indifferente, come indica abitualmente ai convenuti il nostro Presidente, farli significa forse contribuire a salvare anche una sola vita umana. Questo, non può che renderci orgogliosi di quanto avremo fatto per il nostro prossimo. Ecco l'elenco delle persone che hanno partecipato al corso del 24 settembre: 5 CARDIO PIEMONTE • N. 4/2010 dicembre febbraio 2011 (Per ordine di prenotazione) Verchio Emanuela, Diana Fanari, Purtrino Silvana, Bortolozzo Antonella, Belletti Paola, Contini Dino, Lingua Maria Rosa, Garelli Martina, Pullara Liso Rosalba, D'ingeo Cristina, Purtrino Silvana, Mascolo Filippa, Marotta Roberta, Mantelli Angela, Italiano Giuseppe, Crosetto Serena, Cometto Federica, Martino Elena, Cona Piero, Colombo Delia, Bortolozzo Antonella, Bertone Franco, Lionello Maria Angela, Falanga Giovanni, Giacone Carla. Hanno partecipato al corso del 22 ottobre: (per ordine alfabetico) Almerighi Paola, Bianchi Renato, Bisogno Pasquale, Caratto Antonietta, d'Amore Cinzia, d'Amore Pia, Di Iorio Daniele, Di Passuale Alessandro, Garavoglia Franco, Garbarini Massimo, Ierardi Rosa, La Porta Salvatore, Malandrino Francesca, Pillosu Cinzia, Rispoli Bianca Maria, Roffinello Caterina, Russi Erika, Russi GianPaolo, Tonoli Elisabetta Come di consueto, la dr.ssa Patrizia Vitolo, (nella foto a sinistra, di spalle) della Medicina d'urgenza dell'Ospedale Molinette, inzia a spiegare ai presenti lo scopo del corso, accompagnata da altri medici ed infermieri professionali. Tutti gli istruttori hanno svolto il loro impegno con grande professionalità che ha coinvolto profondamente con il loro entusiasmo e dedizione, le persone che vi hanno partecipato. Ancora un momento del corso, dove la brava infermiera professionale Paola Tommasella, (foto qui accanto, di spalle) istruttrice abilitata al rilascio del brevetto, insegna ad un gruppo alcune delle azioni che occorre sviluppare per effettuare il massaggio cardiaco e la respirazione bocca a bocca. Ricordiamo ai nostri soci che ogni mercoledì pomeriggio dalle ore 15 alle ore 18 è aperta la nostra sede di C.so Moncalieri, 18 Circoscrizione 8 Torino per informazioni, consigli e per i Volontari. Il 4° mercoledì di ogni mese alle ore 15 conferenze sulle malattie 6 Il primo giovedì di ogni mese serata conviviale (prenotazione) CARDIO PIEMONTE • N. 4/2010 dicembre febbraio 2011 Gli impegni della nostra Onlus Breve relazione sulla giornata della prevenzione a Pinerolo 5 settembre 2010 Nella splendida cornice della piazza Vittorio Veneto a Pinerolo, il nostro folto gruppo di volontari, accompagnato da alcuni medici dell' Ospedale Molinette e dell'ospedale di Pinerolo, con al seguito i nostri infermieri professionali, si sono riuniti per l'intera domenica al fine di poter svolgere la programmata giornata della prevenzione cardiovascolare, concordata con il Comune di Pinerolo, attraverso l'assessore Sig. Negro. Sia “La Stampa” sia il settimanale “Eco del Chisone” avevano nella settimana precedente già pubblicato la notizia che informava i Pinerolesi della nostra iniziativa. Tutto questo ha anche decisamente contribuito al successo della giornata ed ha dimostrato, ancora una volta, che le persone hanno a “cuore” la loro salute, quando è possibile, vengono volentieri a farsi visitare e controllare. Un grande entusiasmo quindi, da parte della popolazione locale, che attendeva pazientemente di essere visitata, con punte d'attesa anche di un'ora. Erano persone di tutte le età, compresi molti giovani attorno ai 20 anni. La maggior parte però delle visite sono state fatte invece a persone di età media attorno ai 50-55 anni. È stata una giornata intensa e produttiva, che ha coinvolto completamente il nostro gruppo, collaudando a fondo il sistema che abbiamo ideato. Una alta partecipazione che ha visto la presenza presso i nostri gazebi di oltre 150 persone: un record per la nostra onlus. Il dr. Sebastiano Marra, primario di cardiologia 2 dell'Ospedale Molinette ha voluto anch'egli partecipare all'avvenimento congratulandosi con tutto il gruppo dei volontari e dei medici ed infermieri che hanno dato la loro disponibilità gratuitamente per la riuscita della giornata. Le nuove schede che abbiamo preparato, sono state compilate in duplice copia e sono state consegnate alle persone visitate, con l'intesa di presentarle ai loro medici curanti per degli eventuali approfondimenti clinici. Per la prima volta, oltre ai numerosi E.C.G. (elettrocardiogrammi) effettuati dal nostro infaticabile infermiere Archetti, abbiamo anche eseguito molte analisi per il controllo della glicemia. Fortunatamente, questa volta, nonostante il numero notevole di visite, abbiamo potu- 7 CARDIO PIEMONTE • N. 4/2010 dicembre febbraio 2011 to constatare che i visitatori con problemi cardiovascolari sono stati pochissimi: segno questo positivo, che denota come la popolazione di Pinerolo goda di buona salute. Purtroppo, però dobbiamo dire che tra le tante persone visitate, si è notato un numero elevato di fumatori . Tutti ovviamente sono stati invitati a smettere di fumare ed i medici presenti hanno richiamato molti di loro invitandoli a farlo (un risultato quasi nullo, purtroppo). Dato il grande successo riportato, Il nostro Presidente Bijno, ha parlato a lungo con il dr. Ganci, Medico cardiologo dell'ospedale di Pinerolo che è stato con noi per l'intera giornata, proponendogli delle nuove iniziative di prevenzione cardiovascolare che verranno, con l'aiuto dei medici cardiologi dell'Ospedale di Pinerolo, programmate nel prossimo anno. Il nostro fotografo ufficiale e nostro Consigliere Fiorenzo Ardizzone si è “divertito” ad immortalare molti dei presenti. Alcune delle foto migliori da lui fatte, verranno pubblicare sul nostra rivista CardioPiemonte e sul nostro sito: www.centrocardio.it e sinceramente lo ringraziamo per la sua dedizione e la sua disponibilità . Il suo aiuto prezioso e preciso nell'organiz- 8 A sinistra, il primario dr. Sebastiano Marra, a destra il dr. Ganci, cardiologo dell'ospedale di Pinerolo. Al centro il dr. Marchetti Matteo del nostro staff con la sig.a Jole dell'ambulatorio di cardiologia delle Molinette. zare la giornata, come quello di tutti i volontari presenti che mi hanno appoggiato ed aiutato con grande spirito umanitario, ci ha permesso ancora una volta di poter realizzare una manifestazione come questa. Questi risultati ci spronano quindi anche a cercare altri nuovi volontari che siano disponibili ad effettuare periodicamente e con maggiore frequenza, queste giornate della prevenzione. R.G.B. RIFLESSIONI Di una nostra attiva volontaria, la Sig.a Cesarina Arneodo, sul ruolo del volontariato nella nostra onlus. Sono già trascorsi tre anni e più... il tempo è volato.. mi sembra che sia ora di fare qualche bilancio. Questi anni mi hanno insegnato a credete nei veri valori della vita e nell'importanza di collaborare insieme. Voglio ringraziare tutti per ciò che mi hanno trasmesso. Oggi più che mai, in un mondo dove sembra che dare aiuto e fiducia, sia sempre più difficile e mal interpretato. Ho cercato di dedicare le mie poche ore di tempo libero, con persone diverse tra loro, per età ed esperienze di vita, diventate amiche, con cui collaborare per raggiungere lo stesso obiettivo. La nostra credibilità di volontari è decisamente aumentata per la presenza continua, presso l'ambulatorio ed il reparto di cardiologia dell'Ospedale Molinette. La diversità tra i volontari, che caratterizza la nostra Associazione è fonte di confronto e di ricchezza e noi tutti uniti dobbiamo salvaguardarla ed essere di esempio anche quando le opinioni sono differenti, sostenendoci a vicenda. Insieme cresceremo ancora sempre...e meglio. CARDIO PIEMONTE • N. 4/2010 dicembre febbraio 2011 Prevenzione Il “caldo” Vigone Una giornata ancora sulla prevenzione cardiaca, il 12 settembre 2010, nella bellissima cornice della città di Vigone (TO). Tutti gli abitanti che abbiamo incontrato, in questa occasione, ci hanno accolto con entusiasmo, simpatia e tanto calore. Anche il sole ci ha dato il suo benvenuto, quasi fossimo ancora in piena estate. Abbiamo dovuto utilizzare tutti i gazebi a nostra disposizione per non rimanere scottati dai suoi cocenti raggi. Nella piazza storica della città, attorniati da case antiche, dalla cattedrale e da una maestosa torre in mattoni, risalente al secolo XV abbiamo avuto la possibilità anche di conoscere e parlare a lungo con il Sindaco della città il dr. Claudio Restagno che si è dimostrato molto interessato alla nostra iniziativa a favore della popolazione locale. Lui stesso si è sottoposto al test ed ha discusso animosamente con il nostro medico Marchetti, sui particolari adottati per il TEST DELLA SALUTE. Abbiamo anche potuto vedere di persona, proprio in questa piazza storica, le belle manifestazioni folcloristiche del paese, come la gara di tiro con le BALESTRE ANTICHE, che con molta professionalità i concorrenti, hanno saputo utilizzare per centrare i bersagli, ad una distanza di oltre 50 metri. Abbiamo anche avuto il piacere di ascoltare la banda musicale e vedere da vicino gli sbandieratori con i simboli della città. Questi giovani, oltre ad essere bravi e veloci, indossavano dei bellissimi costumi antichi del luogo. In molti hanno fatto la coda per sottoporsi al nostro test dei “NUMERI DELLA SALUTE” (oltre 130). Tra questi abbiamo avuto la possibilità di constatare che non solo hanno voluto effettuare la visita delle persone mature (oltre i 70 anni), ma anche tanti giovani, nel pieno delle loro forze fisiche. Anche in questa circostanza, come già in al- in loco tri comuni visitati, abbiamo riscontrato che la pressione sanguigna si attestava su valori superiori alla media ed erano quasi tutti in sovrappeso e questo, nonostante l'abituale laboriosità e sportività della popolazione (quasi tutti vanno in giro in bicicletta, anche se hanno superato abbondantemente gli 80 anni). I nostri volontari (oltre 15 persone) compreso il medico dr.ssa Elisa ed il caposala Sig. Gerardo Bocchino di cardiologia 2 del nostro reparto di Cardiologia 2 delle Molinette e l'infermiere professionale Sig. Archetti Giovanni, non hanno avuto un momento di relax. Sono stati letteralmente assaliti dalla popolazione che chiedeva notizie sulla propria salute o voleva avere dei consigli sulle medicine da assumere. Molti ancora richiedevano, talvolta anche con insistenza, di poter avere la misurazione della loro glicemia o di poter effettuare un E.C.G. oppure semplicemente di conoscere il valore della pressione sanguigna. Quando abbiamo deciso nel pomeriggio inoltrato di chiudere la postazione per ritornare in città, tutti noi eravamo piuttosto stanchi ed affaticati ed accaldati, ma certamente contenti e soddisfatti per quanto eravamo 9 CARDIO PIEMONTE • N. 4/2010 dicembre febbraio 2011 riusciti a fare. Ancora una volta abbiamo potuto constatare che queste giornate sono importanti e che occorre ripeterle spesso. Ma per poterlo fare dobbiamo anche poter contare (cosa non sempre facile da ottenere) su un numero maggiore di volontari (medici, infermieri e volontari) che a turno possano essere a disposizione per portare avanti questi appuntamenti sanitari. R.G.B. Il Sindaco di Vigone a destra con il nostro Presidente Un decalogo per l’uso corretto dei farmaci DAL MINISTERO DELLA SALUTE 10 È stata pubblicata sul sito del ministero della Salute una mini-guida con dieci consigli ai cittadini per l'uso sicuro dei farmaci. Dall'assunzione alla conservazione, con particolare attenzione ai disturbi che possono comparire durante la cura, viene sintetizzato tutto quello che c'è da sapere per evitare pericolosi "fai da te". Ecco, dunque, le dieci "istruzioni per l'uso". 1)Assumo farmaci solo su indicazione del medico e non perché consigliati da un parente o da un amico oppure perché ne ho sentito parlare alla tv o letto informazioni su riviste o su internet. 2)Voglio essere informato della cura che sto facendo. Non esito a chiedere al medico o al farmacista tutte le informazioni sui farmaci che devo prendere e se non ho capito bene, chiedo di ripetere con parole più semplici. 3)Parlo apertamente con il medico. Porto sempre la lista dei farmaci che sto prendendo, anche quelli prescritti da altri. Riferisco se sto facendo uso di prodotti omeopatici, erboristici, fitoterapici, integratori o altri preparati acquistati in negozi specializzati. 4)Informo il medico se sono allergico ai farmaci. Anche durante il ricovero, devo sempre riferirlo ai camici bianchi e agli infermieri. 5)Riferisco al medico i disturbi apparsi durante la cura. Lui mi dirà come comportarmi. 6)Rispetto le indicazioni fornite dal medico. Controllo sempre che il farmaco da assumere sia quello prescritto e che la quantità sia quella indicata. Se sbaglio medicina o quantità, prima di prendere iniziative, consulto il medico. Se mi dimentico di prendere un farmaco, non ne prendo due successivamente. 7)Presto attenzione se devo assumere più farmaci. Riferisco al medico o al farmacista la difficoltà a ricordare tutti i nomi e gli orari di assunzione e chiedo di avere un promemoria. 8)Non sostituisco i farmaci né modifico la cura prescritta di mia iniziativa. Quando sono ricoverato riferisco quali medicine sto prendendo e, per evitare interazioni, non prendo i farmaci che eventualmente ho portato da casa. 9)Conservo i farmaci in modo sicuro. Li ripongo in un luogo asciutto, al riparo dalla luce o, se indicato, in frigo e lontano dalla portata dei bambini. Separo quelli che hanno la confezione o il nome simili e possono trarmi in inganno e quelli per i bambini da quelli per gli adulti. Non lascio i blister o i flaconi aperti a portata di tutti. È buona abitudine conservare i medicinali nelle proprie confezioni originarie, con il foglietto illustrativo. prima di assumerli, controllo la scadenza e la corretta conservazione, osservando eventuali cambiamenti di colore e odore. Non lascio i farmaci in auto, specie d'estate o se è esposta al sole. 10)Se assisto qualcuno, non esito a chiedere aiuto. CARDIO PIEMONTE • N. 4/2010 dicembre febbraio 2011 Oggi odio il fumo Mi chiamo Piero Podestà, ho 63 anni, sono un volontario degli AMICI DEL CUORE e non fumo più da quasi vent'anni. Ho deciso di scrivere qualche riga per testimoniare come sia possibile smettere di ingurgitare scarti della combustione del tabacco. Mio nonno si permetteva 60 sigarette al giorno sino a quando un bell'enfisema polmonare gli ha imposto di gettare all'istante i pacchetti che aveva acquistato, recuperando anche con quel gesto altri 18 anni di vita. Meno fortunato mio padre che invece, grazie alle sue 20 Africa al dì, ci ha lasciati a 34 anni. Conservo ancora quel suo ultimo pacchetto. La protervia che ostentavo da ragazzo, leggasi: "io sono immortale e non sarò come loro, anzi li vendicherò", unitamente agli esempi della cinematografia anni 50-60 (uno su tutti Humphrey Bogart) ed ai compagni di classe più "fighi", tutti col cilindretto bianco in bocca, furono motivi più che sufficienti a farmi iniziare. Ovviamente ci presi gusto nonostante la tosse si facesse più frequente ed al mattino mi ritrovassi la bocca di un minatore in piena attività. Una mia frase era nota: "non mi vedo non fumante" e la gran parte delle fotografie dell'epoca mi ritrae in mezzo ad una nube con un'espressione sbilenca ed inconsciamente infastidita. Ne aspiravo 30, più che meno, dopo aver passato anche l'età della pipa e del sigarillo. Detto in lessico familiare: non mi sono fatto mancare nulla! Veniamo ora ad una brevissima storia del tabacco per sommi capi: Arriva in Europa in seguito alle esplorazioni di Colombo, come moda stravagante e riservata a pochi. E forse ancora su questo pre- supposto si basa il concetto di una sigaretta come status simbol. Il fumo si diffonde a livello diplomatico in tutto il continente quando l’ambasciatore portoghese Jean Nicot fa omaggio a Caterina de Medici non solo delle foglie, ma anche del seme delle piante e proprio dal suo nome viene classificato come "Herba nicotina". L'origine della sigaretta sembra risalga alla guerra di Crimea, quando, affondato un carico di pipe, i soldati decidono di arrotolare il tabacco nei contenitori di carta della polvere da sparo. Tra le due guerre mondiali, i trinciati divengono più forti, raggiungendo così vasti strati di popolazione. Nelle scuole elementari americane una campagna per l'educazione antifumo comincia con un indovinello: "Nasce come stramberia, si trasforma in costume, diviene vizio, finisce piaga dell'umanità". Purtroppo i galeoni spagnoli oltre a patate, pomidoro e cacao trasportarono anche il tabacco! Torniamo al sottoscritto. Per merito della placca ateromasica ritrovatami dall'allora appena scoperto ecodoppler, come mio nonno lanciai il pacchetto nel cestino ed iniziai la mia nuova vita da "uomo libero dalla schiavitù del fumo". Do volutamente 11 CARDIO PIEMONTE • N. 4/2010 dicembre febbraio 2011 una connotazione positiva all'accezione e non quella negativa di "non fumatore" o nostalgica di "ex fumatore" o sociologica di "fumatore pentito". Chiunque sia riuscito a superare questo scoglio sa benissimo che la richiesta fisica di nicotina dura al massimo una ventina di giorni, il resto sono "fisime", che detto in modo nobile diventa "dipendenza psicologica". Leggende metropolitane: "Quella" del mattino, appena svegli è imperdibile! E' proprio "quella" che fa più male di tutte. Mi serve per concentrarmi meglio. Balle, Il sangue fluisce peggio e perciò il cervello lavora male. Dopo il caffè!!! Da quando ho smesso di fumare, ho iniziato a bere il caffè senza zucchero, perchè nel giro di pochi mesi le mie papille gustative e l'olfatto hanno iniziato ad essere infinitamente più ricettivi e vi assicuro che senza quel sovraccarico di nicotina il gusto dell'espresso dura per ore. Unico consiglio: cercate un bar che lo sappia fare e che serva miscele di prim'ordine (ahimè sempre più rari in città)! Queste sono solo alcune, se ve ne vengono in mente altre fatemelo sapere e sarò ben lieto di rispondervi. Il Vs. Volontario del Cuore Piero Podestà 12 AVVISO ai LETTORI ed ai SOCI Con la fine dell'anno 2010 scadono le iscrizioni a Socio della nostra onlus. Le quote devono essere versate per l'anno 2011 entro e non oltre il 30 gennaio 2011. Ricordiamo ancora che le quote versate, sono per anno solare (1 gennaio- 31 dicembre) indipendentemente dal momento del versamento effettuato. Su questo numero abbiamo anche inserito il bollettino postale per facilitarvi questa operazione. La quota minima di Socio ordinario è rimasta invariata ad euro 25. Più Soci avremo, maggiori possibilità ci saranno per raggiungere tutti i nostri principali obiettivi: • CONTRIBUTI ALLA RICERCA • MAGGIORI INFORMAZIONI SULLA PREVENZIONE CARDIOVASCOLARE • PIU' ASSISTENZA PER COLORO CHE SOFFRONO DI QUESTE MALATTIE GRAZIE ED AUGURI DI BUONE FESTE CARDIO PIEMONTE • N. 4/2010 dicembre febbraio 2011 Il supporto psicologico in cardiologia: medici, infermieri, psicologi e volontari. Un “lavoro” d’equipe Ogni giorno il reparto di Cardiologia 2 dell’Ospedale Molinette di Torino ospita 40 pazienti che presentano svariate patologie cardiache. Sebbene i vari iter clinici e terapeutici siano diversificati tutti questi pazienti sono accomunati dal trovarsi ad affrontare un evento fortemente stressogeno. Ci si può quindi interrogare su quali siano i fattori causa di maggior stress in questi pazienti. Primo fra tutti sembra essere l’imprevedibilità dell’evento acuto cardiologico, l’“imprevisto malattia”, che molto spesso fa aumentare i livelli di ansia, paura e preoccupazione anche in persone normalmente stabili e con una buona capacità di problem solving. In secondo luogo, la perdita del controllo sul proprio corpo e la conseguente necessità di doversi affidare all’equipe medica spesso causa ansia e disagio poiché implica la cieca fiducia riposta in una figura che, nonostante sia uno specialista, è per il paziente pur sempre un estraneo. A tutto ciò si sommano il timore di non riuscire più a svolgere la vita a cui si era abituati o di non riuscirci più in maniera ottimale e il disagio pratico causato dall’ospedalizzazione e da un ricovero spesso non programmato che catapulta il paziente in una realtà esterna alla propria routine, senza avere il tempo e la possibilità di prepararsi, logisticamente e psicologicamente, ad essa. Per ultimo, ma sottostante a tutto ciò, ci sono infine le comprensibili angosce più profonde legate alla prognosi e allo sviluppo della malattia. Una parte dei pazienti, grazie alle proprie capacità di adattamento alla malattia e al ricovero, oltre che ad un adeguato supporto socio-familiare, riesce a far fronte alla situazione, mentre la restante parte esprime un disagio che può manifestarsi sotto forme differenti. I medici e gli infermieri sono i primi che si imbattono in tale sofferenza: il paziente che esprime un disagio può essere maggiormente richiedente rispetto alle cure, può tollerare con più difficoltà il dolore, può invadere di domande e richieste il personale ospedaliero, può essere oppositivo rispet- to alle strategie terapeutiche necessarie. La spiegazione di cosa sta accadendo e la previsione, se possibile, di ciò che accadrà sono gli strumenti in mano ai medici e agli infermieri per aiutare il paziente a pacare le proprie ansie. È proprio in questa cornice che si inserisce il ruolo dello psicologo. Il paziente in certi momenti può aver bisogno di uno spazio mentale dove poter riversare le paure, la rabbia, le preoccupazioni, le domande pragmatiche e quelle più esistenziali e tale spazio può essere costruito con l’aiuto dello psicologo: una figura professionale preparata all’ascolto empatico, che può comprendere i meccanismi sottostanti il disagio psicologico, che può aiutare il paziente a costruire una spiegazione del perché avere un cuore malato porta a tanta sofferenza. Insieme allo psicologo un ruolo fondamentale nel dare ascolto alle preoccupazioni dei pazienti lo ricoprono i volontari, che dedicano ore preziose ai pazienti stando loro vicino, aiutandoli ad orientarsi fisicamente e mentalmente nell’ospedale e a volte facendosi carico dei problemi del paziente stesso, mettendosi anche in discussione, senza dimenticare però che il paziente, per quanto bisognoso, rimane comunque sempre un'altra persona e che in primis bisogna tutelare se stessi. Talvolta bisogna riuscire anche a superare e sopportare il silenzio, il desiderio di solitudine e le tempistiche che ogni persona richiede per affrontare le situazioni e che possono essere le più diverse tra loro. Da questo punto di vista, per andare incontro all'idea di creare un ospedale più umano e “a misura di paziente” risulta necessaria la collaborazione sinergica tra le varie figure che ruotano all'interno del reparto, dove ognuno opera con un suo ruolo ben definito nel proprio campo di competenza, ma allo stesso tempo collabora globalmente per dare ai pazienti accoglienza, cura, comprensione e informazione. Sfida difficile, ma non impossibile. Dr.ssa Daniela Cipriani 13 CARDIO PIEMONTE • N. 4/2010 dicembre febbraio 2011 Notizie varie Gli amanti del pesce rischiano meno infarti e ictus Gli uomini di mezza età che mangiano pesce ogni giorno sono meno esposti al rischio cardiaco. Lo conferma una ricerca della Kookmin University di Seul che ha concluso come tra gli amanti del pesce si registri una minore incidenza di sindrome metabolica, una condizione caratterizzata dalla presenza di fattori di rischio cardiaco e metabolico, come pressione alta, obesità, trigliceridi, colesterolo e glicemia fuori norma. 14 Lo studio ha preso in esame 3500 coreani tra i 40 e i 69 anni e ha scoperto che gli uomini che mangiavano pesce ogni giorno avevano il 57% di probabilità in meno di sviluppare la sindrome metabolica nel giro di tre anni, rispetto a chi mangiava pesce meno di una volta alla settimana. Secondo i ricercatori i risultati sono in linea con i precedenti studi che avevano mostrato i benefici offerti dagli acidi grassi omega. Lo studioso Inkyung Baik ha spiegato che non è emersa la stessa correlazione tra minore rischio cardiaco e consumo di pesce per le donne e la ragione di questa disparità non è chiara. Forse le donne, ipotizzano gli studiosi, non assorbono sufficienti acidi grassi dal pesce, ma sarà necessario approfondire il tema. Olio di pesce può ridurre 9% morti per infarto Un grammo al giorno di olio di pesce può ridurre del 9 per cento le probabilità di attacco cardiaco fatale in persone che hanno il cuore 'debole'. Lo ha scoperto uno studio britannico pubblicato dall'European Journal of Cardiovascular Medicine. Martin Cowie dell'Imperial College di Londra ha esaminato 7mila pazienti affetti da problemi cardiaci, assegnando a metà di loro un grammo di olio di pesce al giorno, ricco di acidi grassi omega-3, e all'altra metà un placebo. Dopo due anni nel primo gruppo si è verificata una diminuzione della mortalità del 9 per cento, con un taglio significativo anche delle ammissioni in ospedale. "Lo studio dimostra - ha spiegato Cowie che se due terzi delle persone che in Gran Bretagna soffrono di problemi cardiaci prendesse il supplemento si risparmierebbero 10mila morti l'anno". AZIE… RAZIE… GR G … IE Z A R G CARDIO PIEMONTE • N. 4/2010 dicembre febbraio 2011 La dieta mediterranea La dieta mediterranea - basata sul consumo di alimenti ricchi di fibre (cereali, legumi, frutta e verdura), di olio d'oliva, di pesce in preferenza alla carne e di quantità limitate di prodotti caseari - è da sempre considerata una dieta sana e nutriente, utile per contrastare l'invecchiamento cellulare e le malattie cardiovascolari. Gli studi di Ancel Keys Correva l’anno 1945 quando il dottore Ancel Keys, al seguito delle truppe americane, giungeva in Italia; successivamente, si stabilì nel Cilento, dove poi sarebbe vissuto fra pescatori per quasi quaranta anni. È morto centenario nel 2004. Durante il suo lungo soggiorno italiano Keys notò un curioso paradosso: i popoli mediterranei, pur assumendo nella loro alimentazione livelli di grassi animali simili a quelli assunti dal popolo statunitense, evidenziano una minor incidenza in malattie cardiovascolari. Secondo i suoi studi e le sue intuizioni il motivo è da ricercarsi nell’azione dell’olio di oliva, che controbilancia i grassi animali abbassando i livelli di colesterolo, nonché nel consumo del vino rosso, che si rivela un potente fattore protettivo grazie al suo apporto di bioflavonidi dai notevoli effetti antiossidanti. Queste in sintesi sono le basi del modello nutrizionale dei popoli del bacino del Mediterraneo dalla Grecia, all’Italia meridionale alla Spagna, da cui prende le mosse quel complesso di studi e di pubblicazioni che fanno capo alla cosiddetta dieta mediterranea. Il dottor Keys infatti nell’ambito degli studio epidemiologico condotto in ordine al Seven Countries Study in ben sette paesi di tre continenti (Stati Uniti, Giappone, Italia, Grecia, Jugoslavia, Olanda, Finlandia) su 12.000 campioni compresi fra i 40 e 59 anni suddivise in 14 campioni, nonché della famosa opera intitolata “Mangiar bene e star bene”, nella quale egli riporta gli anni di studi e di esperienze condotte non solo nella società americana ma anche e soprattutto durante il suo soggiorno in Italia, nel Cilento in provincia di Salerno. Keys aveva notato infatti che la popolazione contadina locale si nutriva di pasta, pane, frutta, verdura, moltissimi legumi, ottimo olio extravergine di oliva, poco pesce, pochissima carne; queste ultime due voci incidevano poco sull’alimentazione non per scelta ma per povertà e sinonimo di povertà era tutta la loro alimentazione, che però aveva una ricaduta positiva incredibile: l’incidenza in malattie gastrointestinali e cardiovascolari era molto più bassa che nella società americana. La mortalità superiore delle altre popolazioni fu attribuita all’uso consistente di grassi saturi quali burro, strutto e carni rosse. Di questo egli si convinse e convinse la Commissione del Senato Americano nella sua famosa relazione: ne nacque così la Dieta Mediterranea intesa come regola di vita che si basa sulla rivalutazione delle verdure e dei prodotti in genere dell’agricoltura mediterranea, della pastasciutta condita con olio e pomodoro, molto rivalutata oggi nella stessa società statunitense. “Se volete vivere più sani e più a lungo, nutritevi come si sono sempre nutriti i contadini dell’Italia meridionale”: queste sue convinzioni egli ci comunica nella sua pubblicazione “Mangiar bene e star bene” e nel libro "Eat well and stay well, the Mediterranean way" edito negli anni 70. Ne è conferma lo studio LYON condotto dall’American Heart Association (AHA), la DIETA MEDITERRANEA abbassa del 50% la mortalità della malattia coronarica. A scanso di equivoci però giova chiarire subito,come punto cardine, che per dieta, intesa nel suo autentico significato etimologico di vita, stile di vita, modo di vivere, si indicano quel complesso di abitudini alimentari e quell’organizzazione di più razioni alimentari nel tempo grazie alle quali dall’alimentazione si possano trarre i massimi vantaggi in rela- 15 CARDIO PIEMONTE • N. 4/2010 dicembre febbraio 2011 zione alla salute e all’efficienza fisica. E, a voler essere ancor più chiari, la dieta è ed è da considerarsi uno stile di vita, un modello alimentare che può essere portato avanti per tutta la vita senza problemi di salute. Qualunque “dieta” si discosti dagli standard consigliati dalla scienza ufficiale anche dopo anni può comportare seri problemi di salute del tipo di osteoporosi, anemia, squilibri ormonali, disfunzioni ghiandolari ed altri ancora non sempre riconducibili al modello alimentare sbagliato che li ha generati. È bene chiarire che nel delineare la dieta stessa il prof. Keys si è riferito ad operai e contadini che zappavano, che lavoravano manualmente, che si spostavano a piedi o con mezzi non meccanici. I più fortunati disponevano di un asino o di un mulo, ma più che farsi trasportare, preferivano che fosse trasportato alla loro casa il carico di frutta, di legna o di fieno. Si muovevano pertanto, impegnavano energie, bruciavano calorie e quindi necessitavano indispensabilmente di un apporto glucidico costante. Nella dieta mediterranea, che non è abbondanza di pane e di pasta, il pane è integrale, la pasta non è solo di grano duro ma di ce- reali vari; molto spazio occupano i legumi; la carne è poca e bianca, il pesce è azzurro; molta è la verdura, abbondante è la frutta. I pranzi o le cene dei contadini, ma è bene chiarire che durante la giornata o c’era il pranzo o la cena, quando c’erano, si articolavano sovente sul piatto unico: pasta e fagioli, la tipica alimentazione contadina dei tempi passati. Non per niente i legumi erano detti “la carne dei poveri”; se poi la pasta era fatta in casa all’uovo si realizzava un piatto unico ricco di proteine nobili, glicidi complessi, preziosi minerali, vitamine e fibre. Altri piatti erano pasta e ceci, lenticchie, piselli, minestroni vari con verdure e legumi, pizza napoletana con alici, mozzarella e pomodoro; un buon bicchiere di vino rosso bevuto a tavola innaffiava i pasti che si concludevano con verdura e frutta, disponibili a iosa nei campi. Quanto detto non riguarda solo la nostra società ma, pur nella diversità che distingue i vari paesi europei mediterranei, si notano elementi comuni di somiglianza ed omogeneità di una dieta, di cui proviamo a tracciare delle linee di sintesi. La dieta mediterranea Nel quotidiano 16 Cereali integrali e tuberi: pane e pasta di frumento integrale, mais, farro, avena, grano saraceno, riso, patate. Legumi secchi e verdi: fagioli, piselli, ceci, lenticchie, fave. Frutta di stagione: mele, pere, arance, albicocche, pesche, angurie, meloni, fragole, castagne, noci. Verdure e ortaggi: rape, ravanelli, carote, insalate, spinaci, cicorie, porri, asparagi, bietole, carciofi, cavoli, pomodori, melanzane, peperoni, zucchine, cipolle. Condimenti: soprattutto olio extravergine di oliva; in subordine: burro, lardo, strutto. Erbe aromatiche: basilico, origano, aglio, prezzemolo. Latte intero: di capra o di mucca; formaggi. Vino. Da una a tre volte a Carne: prevalentemente bianca, quindi di volatili da cortile: pollo e tacchino; coniglio, maiale, vitello. settimana Pesce: prevalentemente azzurro: acciughe, sardine, aguglie, sgombri, spatole. Uova: da utilizzare anche per la pastificazione casalinga. Dolci e miele. Sporadicamente CARDIO PIEMONTE • N. 4/2010 dicembre febbraio 2011 Di quanto esposto proviamo ora a tracciare un quadro sinottico relativo ai gruppi alimentari, nutrienti e funzioni. GRUPPI DI ALIMENTI NUTRIENTI FUNZIONI CONSIGLI Cereali: pasta, pane, riso, mais, farro. Tuberi: patate Glucidi (amido), proteine vegetali di medio valore biologico, vitamine del complesso B, fibra Energetica, plastica. Prediligere prodotti integrali; consumare cereali per la colazione e pranzo, limitarne l’uso a cena. Moderare il consumo di pizza, pasta all’uovo, biscotti. Frutta e ortaggi. Legumi freschi. Provitamina A, vitamina C, minerali, antiossidanti, acqua, glucidi, fibra. Regolatrice, protettiva, energetica. Moderare il consumo di uva, banane, fichi, succhi di frutta zuccherati. Consumare la frutta lontano dai pasti. Latte e derivati: Proteine animali di elevato Energetica, formaggi, valore biologico, minerali plastica, yogurt, ricotta. (calcio altamente biodispo- regolatrice. nibile, fosforo) vitamine B2 e A, glucidi (lattosio). Preferire latte e yogurt scremato o parzialmente scremato, formaggi freschi e magri; evitare panna e burro; consumare con moderazione i formaggi a pasta dura e fusi. Carne, pesce, uova. Proteine animali di elevato valore biologico, minerali (zinco, rame, ferro altamente bio disponibile) vitamine del complesso B. Preferire carni e pesce magri: pollame, dentice, merluzzo; pesce azzurro, acciughe, sardine, aguglie, sgombri, spatole. Consumare almeno due volte a settimana pesce lessato o arrosto. Limitare l’uso di insaccati, delle carni e pesci grassi, delle frattaglie. Consumare uova senza aggiunta di grassi: sode o alla coque. Legumi secchi: ceci, fave, fagioli, lenticchie. Plastica, energetica. Fonte di proteine vegetali di medio valore biologico, vitamine del complesso B, minerali: ferro. Grassi da condimento: olio extravergine di oliva, altri olii, burro, margarina, lardo, strutto. Grassi, acidi grassi anche essenziali, vitamine liposolubili A e B. Energetica. Limitare l’uso di grassi in genere, specialmente se di origine animale e fritti. Preferire gli olii vegetali, in particolare l’extravergine di oliva. I nutrienti L’alimentazione del tipo mediterraneo si articola sui tre pasti principali - colazione, pranzo e cena - e su due spuntini intermedi. Da quanto emerge anche dai dati precedentemente esposti, contiene in media: •55–60% di Glicidi, di cui l’80 % complessi (pane integrale, pasta, riso, mais) e il 20 % di zuccheri semplici; •10–15% di Proteine, delle quali 60% di origine animale (carni bianche e pesce azzurro) e il 40% di origine vegetale (fagioli, ceci, lenticchie e legumi); •25–30 % di Grassi (prevalentemente olio di oliva, strutto, burro); •frutta e verdura occupano un posto di rilievo per le vitamine, i minerali, gli antiossidanti e le fibre che forniscono. 17 CARDIO PIEMONTE • N. 4/2010 dicembre febbraio 2011 I GLICIDI costituiscono la maggior fonte di energia, partecipano alla costituzione di fattori vitaminici, di sistemi enzimatici, nelle strutture cellulari come il DNA e nelle membrane cellulari. In base alla facilità di assorbimento si distinguono in: • monosaccaridi (glucosio, fruttosio, mannosio); • disaccaridi (maltosio, lattosio, saccarosio); • polisaccaridi (amidi, glicogeno, fibre). Nelle cellule e nel sangue si trovano sotto forma di glucosio; a livello dei muscoli e del fegato si immagazzina il glicogeno, il carburante dei muscoli, cioè l’associazione di più molecole di glucosio (sono di facile assorbimento); il di più si trasforma in grasso sottocutaneo di riserva. Per essere assorbiti dall’intestino i disaccaridi e i polisaccaridi richiedono una scissione fino a monosaccaridi. Strettamente connesso alla Dieta Mediterranea è l’Indice Glicemico: la misura della velocità con cui un alimento comporta l’aumento della glicemia e quindi l’entità della risposta insulinica. Tale indice viene tenuto sotto controllo dai fattori che riducono la velocità di assorbimento degli zuccheri, come la presenza di grassi insaturi, le fibre idrosolubili, il rapporto tra fruttosio e glucosio. Per quanto attinente alla pastasciutta, influisce il tempo di cottura: più la si consuma al dente, più si allungano i tempi di digestione e di assorbimento, quindi risulta più basso l’indice glicemico. I Glicidi rivestono ancora particolare importanza nello Sport dal momento che il sistema nervoso ed i globuli rossi del sangue utilizzano specificamente il glucosio; nella metabolizzazione delle proteine essi hanno un ruolo specifico che poi viene completato nella eliminazione di scorie azotate, in funzione disintossicante; nelle diete dimagranti infine intervengono nella demolizione dei grassi contrastando l’acidità del sangue imputabile alla formazione di corpi che tonici, derivati dall’acido acetoacetico. 18 Le PROTEINE sono particolarmente impor- tanti per l’anabolismo proteico sia in fase di accrescimento sia durante gli allenamenti muscolari degli atleti. Esse possono essere di origine animale (carni, formaggi, latte, uova, pesci) oppure di origine vegetale (farinacei, verdure, legumi, frutta); in base alla complessità della loro costituzione chimica possono essere altresì semplici (aminoacidi e derivati), composte e derivate. Esse sono costituite da aminoacidi, otto dei quali, gli aminoacidi essenziali, non sintetizzabili dall’organismo, vengono introdotti nell’organismo solo mediante l’alimentazione: leucina, isoleucina, valina, lisina, triptofano, metionina, fenilalanina, treonina. Una dieta è sana ed equilibrata quando fornisce in sufficiente quantità tutti i nutrienti e gli aminoacidi necessari. Alcuni alimenti come le uova, la carne, il latte, i formaggi contengono sufficienti quantità di aminoacidi essenziali. Proteine contenute in alcuni alimenti: Alimenti % su 100g Farina di pesce 64 Sanguinaccio 43 Formaggi 8-47 Pesce Fresco 10-22 Tonno 27 Legumi secchi 16-37 Legumi freschi 27 Prosciutto 22 Carne di cavallo, pollo, sardine 21 Tacchino, fegato 20 Salmone, sogliola, rombo 16 Uovo intero 13 Pane bianco 7 Latte di mucca intero 3.5 Fagioli verdi, spinaci, patate 3 Carote, pomodori, ravanelli 1 Frutta fresca 0.2-2 Zucchero 0 Fra gli aminoacidi, quello presente in quantità minore, che alla fine finisce col condizionare la sintesi proteica degli altri, è CARDIO PIEMONTE • N. 4/2010 dicembre febbraio 2011 detto Aminoacido Limitante: la lisina nei cereali, la metionina e cistina nei legumi, lisina e triptofano nel mais, lisina e isoleucina nel riso; per ovviare offrendo un buon bilanciamento di proteine ad alto valore si usa l’abbinamento dei legumi con i cereali. L’uovo con un indice di valore biologico di 97/100 è fra i primi posti della scala degli alimenti per la completezza delle proteine assimilabili. Negli sport caratterizzati da notevole impegno muscolare sono metabolizzati gli aminoacidi a catena ramificata leucina, isoleucina, valina. Per le persone sedentarie e comunque dopo i 30 anni circa è preferibile ridurre drasticamente il consumo delle proteine di origine animale incrementando il consumo di quelle di origine vegetale: fagioli, ceci, lenticchie. Aminoacidi a catena ramificata contenuti in alcuni alimenti: Alimenti Isoleucina Leucina Valina Parmigiano 67 97 72 Asiago 60 96 74 Prosciutto crudo 46 79 48 Prosciutto magro 55 75 56 Fave secche 60 96 74 Fontina 38 71 42 Pasta glutinata 56 74 60 Fagioli secchi 54 66 64 Coniglio magro 50 78 52 Tacchino (petto) 56 84 60 Baccalà 54 83 57 Manzo magro 53 74 51 Pollo 55 82 55 Merluzzo 51 76 52 Maiale magro 68 78 74 Uovo intero 42 69 49 Pane integrale 44 86 61 Riso brillato 62 97 55 I GRASSI possono essere di origine animale: latte, burro, lardo, strutto oppure di origine vegetale: olio di oliva, di semi, al- cune margarine. Si presentano come Acidi Grassi Saturi, distinti da un legame molecolare solido, di difficile scissione durante il processo digestivo e quindi di digestione lenta e laboriosa (acido stearico, butirrico, palmitico, arachico), come Acidi Grassi insaturi caratterizzati da un legame chimico più debole e quindi di maggior digeribilità e più facile assorbimento; questi ultimi sono contenuti nell’olio di oliva, mais, soia, ed olio di fegato di merluzzo. Generalmente i grassi forniscono energia e svolgono complesse funzioni a livello cellulare; sono parte integrante dei fosfolipidi, dei cerebosidi, del colesterolo e di alcuni ormoni; hanno una funzione plastica nelle membrane cellulari, sono i principali veicoli delle vitamine liposolubili A,D,E,K. Alcuni grassi, non sintetizzabili dall’organismo ma assumibili solo a mezzo alimentazione, sono definiti Grassi Essenziali: acido linoleico, acido linolenico, acido arachidonico. Una particolare famiglia dei grassi essenziali sono gli Omega-3 e gli Omega-6. Fonte principale degli Omega-3 sono i grassi di pesce, soprattutto di aringa, sardina, sgombro, salmone ed inoltre l’olio di pesce, l’olio di lino, semi, noci, legumi. Gli Omega-6 invece si ricavano dagli oli vegetali spremuti a freddo (soprattutto di girasole e mais) da vegetali a foglie verdi, cereali, legumi, noci e semi. Entrambi hanno una funzione energetica, contribuiscono alla formazione delle membrane cellulari, regolano il tono delle pareti dei vasi sanguigni, abbassano la capacità di aggregazione delle piastrine. Contribuiscono a contenere il colesterolo e l’artrite reumatoide, sono indispensabili per le funzioni cerebrali e nervose, agiscono come antiossidanti sui radicali liberi. Hanno un ruolo molto importante nella produzione degli eucosanoidi, particolari ormoni plurifunzionali regolatori di vari processi ormonali, intervengono sul sistema di difesa immunitario,nei processi infiammatori, sulla pressione e la viscosità del sangue. 19 CARDIO PIEMONTE • N. 4/2010 dicembre febbraio 2011 Gli Omega-3 e gli Omega-6 agiscono in sinergia ma non in modo intercambiabile e pertanto una alimentazione equilibrata deve prevedere la presenza di entrambi. Alcuni grassi, specialmente di origine animale contengono un elevato tasso di colesterolo, che predispone a molte malattie legate all’arteriosclerosi. Il colesterolo tuttavia non è solo negativo; esso si distingue in L.D.L. ed H.D.L. L.D.L. è una lipoproteina a bassa densità avente ruolo nella distribuzione di grassi e colesterina nelle cellule: è il colesterolo accumulatosi nel sistema cardio – circolatorio; H.D.L. è una lipoproteina ad alta densità con funzione di salvaguardia e riduzione del colesterolo L.D.L. In una dieta mirante a limitare i livelli di colesterolo L.D.L. si preferiscono verdure, pollame, olio di oliva e comunque oli di origine vegetale, alcool da assumere in quantità modiche; sono da evitare uova, carni ghiandolari, manzo, prosciutto e insaccati vari, latte e latticini. Le VITAMINE agiscono come catalizzatori nei processi metabolici dei nutrienti e nei processi energetici; sono anche definite “alimenti protettivi” poiché senza di esse le cellule non sono in grado di costruire il protoplasma e di costruire energia. Il miglior apporto di vitamine è garantito da verdura e frutta fresca di stagione, le quali invece, fuori stagione vedono calare paurosamente il loro apporto nutritivo a seguito dei trattamenti subiti; i cibi conservati perdono fino alla metà del loro contenuto in vitamine che essi garantivano in origine. 20 I SALI MINERALI sono indispensabili nello svolgersi delle varie funzioni organiche. Essi sono i costituenti principali delle cellule e dei tessuti, di cui regolano gli scambi osmotici, garantiscono l’equilibrio acido – basico del sangue (ph), sono regolatori del metabolismo idrico e del volume del sangue. I principali sali sono calcio,cloro, ferro, fosforo, iodio, magnesio, potassio, rame, sodio, zolfo, di cui sono molto ricchi acqua, frut- ta, verdura. I Sali, prodotti endogenamente dall’organismo o in esso introdotti mediante alimentazione, contrastano efficacemente l’azione negativa di Radicali Liberi, i quali, lasciati indisturbati i un’azione continua, avrebbero notevole ruolo nell’insorgenza di gravi patologie come il cancro, diabete, sclerosi multipla, morbo di Parkinson e di Alzhaimer, e molte altre ancora. Giova tener presente però che ogni antiossidante si limita a contrastare uno o al massimo due specifici radicali liberi, perciò è necessaria un’alimentazione ricca, varia e completa, atta ad un’efficace azione antiossidante: 5 o 6 etti di frutta e verdura fresche di stagione, ripartite in almeno due etti di frutta e tre di verdura al giorno. La dieta mediterranea si caratterizza per l’alto numero di fibre alimentari di cui frutta, verdura e cibi integrali dispongono, che l’uomo non può utilizzare con finalità energetiche. Esse si dividono in Fibre Idrosolubili e Fibre non Idrosolubili. Entrambe offrono vantaggi differenti: le Idrosolubili non forniscono calorie, aumentano in senso di sazietà, catturano in parte zuccheri, grassi e colesterolo rallentandone i processi di assorbimento; le non Idrosolubili non forniscono calorie, favoriscono lo svuotamento dell’intestino facilitando la peristalsi,neutralizzano parte del colesterolo, dei sali prodotti dalla bile e sostanze tossiche diverse. Entrambe sono poco tollerate in presenza di colite ulcerosa, assorbono minerali come ferro, calcio e zinco, se ingerite in quantità notevoli. CARDIO PIEMONTE • N. 4/2010 dicembre febbraio 2011 Conclusioni Oggi si levano voci di dissenso o di totale contestazione verso la dieta mediterranea: qualcuno parla di “Dieta Italiana” piuttosto che di “Dieta Mediterranea”; altri negano che in Italia ci sia mai stata una tal dieta. Il non consenso, totale o parziale che sia, nulla toglie all’importanza che la Dieta Mediterranea ha acquisito. È pur vero che il professor Ancel Keys non ha indicato il quantum da assumere nel quotidiano, ma sono altrettanto valide le linee guida da lui tracciate che spingono ad un mangiare vario, sano, equilibrato, in funzione di un fitness da riguardare costantemente. Se i popoli italiano, statunitense o comunque dell’Europa occidentale sono diventati o tendono a diventare obesi, ciò non è imputabile alla dieta, ma semmai alla inosservanza della stessa. Al di là delle critiche comunque, positive o negative che siano, un nuovo motivo di approfondimento nasce negli ultimi periodi dalla Dieta Mediterranea: l’olio di oliva protegge dal cancro! Ricercatori statunitensi e spagnoli hanno scoperto che la Dieta Mediterranea, basandosi sul cospicuo uso dell’olio di oliva ricco di acido oleico, protegge dal tumore al seno. Gli studiosi, a cui precedentemente accennavamo, infatti nei loro articoli sulla prestigiosa rivista “Annals of Oncology” prevedono un prossimo ruolo dell’acido oleico nelle cure e nei trattamenti contro il cancro. Nei loro esperimenti in laboratorio su campioni di cellule di tumore al seno gli scienziati hanno dimostrato che l’acido oleico riduce notevolmente i livelli dell’oncogene Her–2/ neu detto anche erb B–2. In un quinto dei pazienti affetti da tumore al seno si sono scoperti alti livelli di tale oncogene associati a tumori molto aggressivi con prognosi infausta. L’acido oleico non solo sopprime l’espressione eccessiva del gene, ma, come evidenziato in altri test, migliora l’efficacia del trattamento con trastuzumab (Herceptin), l’anticorpo monoclonale che ha come bersaglio il gene Her–2/neu, consentendo di prolungare la vita di molte persone affette dal suddetto tumore. Il principale autore degli studi sopra descritti, Javier Menendez, ricercatore della Northwestern University di Chicago, ha dichiarato che i risultati fin qui ottenuti confermano i precedenti studi epidemiologici i quali mostrano e dimostrano come la Dieta Mediterranea protegga dal cancro, da malattie cardiovascolari e della vecchiaia. Broccoli e banane proteggono l'intestino Gli estratti di broccoli e banana possono aiutare a combattere alcune infezioni all'intestino. Lo ha dimostrato uno studio pubblicato dalla rivista Gut, che proseguirà testando estratti di questi vegetali su pazienti affetti dal morbo di Crohn, una patologia che colpisce l'apparato digerente. I ricercatori dell'Università di Liverpool hanno studiato su colture cellulari di malati del morbo di Crohn, provocato da infezioni intestinali croniche, come le fibre vegetali influenzano il passaggio di alcuni batteri nelle cellule dell'intestino, verificando che broccoli e banane hanno i migliori effetti nel proteggere dai microrganismi pericolosi, mentre un additivo tipico del cibo precotto ha l'effetto contrario. "Lo studio dimostra che l'alimentazione ha un ruolo grandissimo nel regolare il movimento dei batteri nell'intestino - ha spiegato Barry Campbell, uno degli autori - e almeno dai test in laboratorio sembra poter aiutare anche i pazienti affetti dal morbo". Lo studio proseguirà sperimentando su alcuni pazienti affetti dalla malattia di Crohn alcuni estratti della banana, per verificare se i benefici si ottengono anche 'in vivo'. 21 CARDIO PIEMONTE • N. 4/2010 dicembre febbraio 2011 Miele, latte caldo e infusi: rimedi naturali contro la tosse I rimedi naturali per combattere la tosse e liberare le vie respiratorie dal muco in eccesso sono da sempre uno dei cavalli di battaglia delle nonne: a chi non è mai stato consigliato un latte caldo con miele o un infuso di erbe? Nel caso dell'azione benefica del miele, ci sono ormai numerosi studi scientifici che, come sempre più spesso accade, ne confermano l'efficacia. Scopriamo insieme alcuni di questi segreti della medicina popolare. Miele Il miele (meglio se sciolto in una lazza di latte caldo) è di sicuro il migliore rimedio naturale per curare la tosse: le sue proprietà emollienti e addolcenti con forte azione antibatterica - già conosciute dagli antichi Egizi e dalla medicina tradizionale di molti popoli – lo rendono efficace nella cura della tosse e del mal di gola. Latte e cipolla Un'antica ricetta per calmare la tosse ha come “principio attivo” la cipolla: bollire in un po' di latte qualche fetta di cipolla, filtrare e bere caldo; sembra un intruglio malefico, ma l'aggiunta di miele lo renderà dolce e piacevole. Infusi La tradizione è ricca di infusi utile per eliminare tosse e catarro, da quello di bacche di ginepro pestate a quello di origano, passando per il decotto di liquirizia e salvia. Tè ai chiodi di garofano Il tè ai chiodi di garofano è un ottimo rimedio per raffreddore e tosse, sia bevuto sia inalandone i vapori provocati dall'acqua bollente. Sciroppo di barbabietole Tagliare delle barbabietole rosse a rondelle non troppo spesse, metterle in un piatto e ricoprirle di zucchero. Dopo qualche ora le barbabietole avranno prodotto uno “sciroppo” dolce rosso: un cucchiaio 3 volte al giorno serve a calmare la tosse. Balsamo del tolù Il tolù è un grande albero che cresce in Venezuela e da cui si raccoglie la resina (ricca di acidi fenolici) tramite incisioni nella corteccia. Il balsamo di tolù svolge un’azione antibatterica su molti germi presenti nell’apparato respiratorio e favorisce la fluidificazione del catarro, con effetti espettoranti e disinfettanti. Il cuore delle donne sempre più a rischio: come proteggerlo La prima causa di morte tra le donne over50 sono le malattie cardiovascolari: è questa l’allarmante notizia emersa durante un recente congresso sulla menopausa a Madrid. In Italia sono circa 135mila i decessi femminili causati da problemi cardiovascolari, contro i 108mila che si registrano tra gli uomini. Insomma, i numeri parlano chiaro: dopo i 50-55 anni fino al 75% dei decessi femminili (esclusi gli incidenti) è dovuto a un ictus o a un infarto. Ipertensione, colesterolo, diabete, sovrappeso e i classici sintomi della menopausa: sono queste le ‘bestie nere’ per le donne. I cinquant’anni sono un periodo molto delicato per le donne, che si trovano a dover gestire cambiamenti e squilibri causati dalla menopausa. Basti pensare che il 49% delle italiane in menopausa soffre di iper- 22 tensione, il 38% ha valori di colesterolo elevati, il 10% soffre di diabete e oltre il 30% è in sovrappeso. E sono proprio questi fattori, insieme ai cambiamenti legati all’inizio della menopausa e al calo degli estrogeni, a rendere più sensibili le donne e ad aumentare il rischio di malattie cardiovascolari. Come proteggere, dunque, le donne over-50 dai disturbi cardiovascolari? È prima di tutto indispensabile condurre uno stile di vita regolare e sano, ridurre i consumi di fumo e alcol, fare attività fisica moderata e regolare ed eventualmente seguire, dietro stretto controllo medico, una terapia ormonale sostitutiva. Nonostante i dubbi che ancora e spesso la circondano, la terapia ormonale, se seguita in modo tempestivo e corretto, non comporta rischi, anzi porterebbe a una riduzione del rischio cardiovascolare (del 35-50%) e dell’insorgere di cancro al polmone (del 24%), senza dimenticare i positivi effetti su pressione sanguigna, umore e benessere generale. CARDIO PIEMONTE • N. 4/2010 dicembre febbraio 2011 Ansia: la richiesta d’aiuto Nella maggior parte dei casi i disturbi d’ansia non appaiono gravi in rapporto alle caratteristiche della sintomatologia psichiatrica: essa infatti non degenera mai nell’alienazione mentale, nonostante i tipici timori dei pazienti in questo senso (“ho la sensazione di impazzire”). Al contrario, nonostante le apparenze, i disturbi d’ansia richiedono una specifica attenzione clinica sia per il livello di sofferenza soggettiva sia per la disfunzione personale che essi determinano. A volte la presenza di un disturbo d’ansia può penalizzare significativamente le potenzialità di successo personale: alcuni individui non riescono ad affrontare situazioni sociali o lavorative per cui sarebbero perfettamente preparati (ad es. nella fobia sociale o nel disturbo di panico) mentre altri non riescono ad utilizzare in modo fluido le proprie abilità intellettive (come del disturbo ossessivo-compulsivo). Proprio a causa delle loro condizioni psicologiche, i pazienti ansiosi possono vergognarsi di riferire i propri sintomi (“non voglio essere preso per matto”) o temere le conseguenze degli interventi di cura e riabilitazione (“i farmaci possono far male”, “lo psicoterapeuta può condizionare le mie scelte personali”). Spesso, sotto la pressione del disagio, le persone si confidano in prima battuta con familiari, amici, istruttori di discipline fisiche o spirituali; altre volte esse ricercano il senso del proprio malessere attraverso la lettura di opere letterarie o filosofiche, oppure investendo impropriamente le pratiche religiose. La frequente autosomministrazione di farmaci ansiolitici (in genere benzodiazepine come diazepam, lorazepam, alprazolam) raramente risulta pericolosa in sé, ma ritarda la diagnosi clinica e facilita la cronicizzazione del disturbo. Assai più dannoso è invece rivolgersi all’alcol per “distendere i nervi”, dato che sussiste il rischio di sviluppare dipendenza e/o di provocare danni all’organismo. I medici di famiglia ricevono di solito la prima richiesta d’aiuto professionale da parte dei soggetti ansiosi, oppure sospettano o identificano un ruolo causale dell’ansia nei sintomi fisici dei loro pazienti. Dal momento che alcuni sintomi d’ansia possono essere prodotti da malattie fisiche, è comunque importante che un medico (di medicina generale o specialista in aree specifiche) escluda preventivamente la presenza di alcune patologie (es. ipertiroidismo, anemia, malattie cardiache o polmonari). Altre persone ansiose possono rivolgersi direttamente ad uno psicoterapeuta in base a co- noscenze personali. Però non si dovrebbe mai intraprendere un trattamento farmacologico o psicologico senza l’inquadramento preliminare di uno psichiatra, che deve effettuare la diagnosi differenziale ed informare il paziente su tutte le possibili opzioni di cura idonee al caso specifico. La psichiatria costituisce infatti la specializzazione medica deputata alla comprensione ed alla cura dei disturbi mentali e comportamentali sulla base di conoscenze scientifiche interdisciplinari. A cura del Dott. Pozzi Gino Dirigente Medico Consultazione psichiatrica (UOC) Policlinico Gemelli Un nuovo farmaco riduce del 16% la mortalità per fibrillazione atriale Il dronedarone, la nuova molecola da poco approvata in Italia per trattare la fibrillazione atriale, evita a un paziente su quattro l'ospedalizzazione per cause cardiovascolari, riduce del 34% il rischio di ictus cerebrale e abbassa la mortalita' del 16%. Il farmaco si aggiunge all'armamentario terapeutico dei cardiologi come trattamento di prima linea in tutti i pazienti con fibrillazione atriale parossistica, un’aritmia che si manifesta in episodi acuti risolvibili spontaneamente o permanente. Lo studio Athena, che ha coinvolto oltre 4.600 pazienti con fibrillazione atriale e 29 centri italiani, ha dimostrato la riduzione del 26% delle ospedalizzazioni e puo' evitare la morte a un paziente su sei. Il nuovo farmaco inizialmente sara' prescritto da medici specialisti (cardiologi, geriatri, medici internisti e di medicina d'urgenza), e la terapia potra' poi essere proseguita dai medici di medicina generale. 23 CARDIO PIEMONTE • N. 4/2010 dicembre febbraio 2011 Notizie dal Mondo da Internet Lavorare in ambiente rumoroso aumenta i rischi cardiaci Lavorare in un ambiente di lavoro rumoroso raddoppia il rischio di problemi cardiaci. Lo afferma uno studio pubblicato dal British Medical Journal, secondo cui in chi ha un età inferiore ai 50 anni il rischio aumenta di 4 volte. I ricercatori dell'Università canadese della British Columbia hanno studiato i dati 6mila lavoratori di almeno 20 anni che avevano partecipato ad una ricerca statunitense tra il 1997 e il 2004. La maggior parte dei partecipanti che lavorava in un ambiente giudicato rumoroso, cioé in cui dovevano alzare la voce per parlare, avevano un'alta probabilita' di avere fattori di rischio cardiovascolare, tra cui il fumo e l'eccesso di peso, e tra quelli sotto i 50 anni la percentuale di coloro che soffrivano di angina, problemi alle coronarie o che avevano avuto un attacco di cuore era 4 volte più alta. La cipolla rossa è amica del cuore Cipolla rossa toccasana per il cuore e nemico del colesterolo. 24 L'ortaggio potrebbe essere la risposta giusta per ridurre i livelli del colesterolo cattivo, contribuendo a prevenire l'insorgenza delle malattie cardiache. È quanto emerso da uno studio della Chinese University di Hong Kong riportato dal quotidiano britannico 'Daily Mail'. I ricercatori hanno scoperto che la cipolla rossa, comunemente usata nella cucina mediterranea e indiana, aiuta a rimuovere il colesterolo cattivo dal corpo, che può causare attacchi di cuore e ictus. Allo stesso tempo, quest'ortaggio mantiene il colesterolo buono del corpo che aiuta a proteggere dalle malattie cardiache. Per arrivare a queste conclusioni gli scienziati hanno sottoposto un gruppo di topolini a una dieta a base di cipolle rosse. Hanno così scoperto che, dopo otto settimane, il livello di colesterolo cattivo, o le lipoproteine a bassa densità (LDL), è sceso in me- dia del 20 per cento. Allo stesso tempo non è stata registrata alcuna riduzione dei livelli di colesterolo buono, noto anche come lipoproteine ad alta densità (HDL). "Nonostante le ampie ricerche sulla cipolla - ha detto Yu Chen Zhen, che ha coordinato lo studio - si sa poco di come il loro consumo interagisca con i geni umani e con le proteine coinvolte nel metabolismo del colesterolo". Lo studio, ha continuato, "è il primo nel suo genere a studiare l'interazione delle cipolle rosse con le funzioni biologiche. I nostri risultati consentono di sostenere che il consumo regolare di cipolla rossa riduce il rischio di sviluppare una malattia cardiaca". Cioccolato, un alleato per il cuore Ricerca conferma i benefici prodotti dai flavonoidi Una nuova conferma arriva dall'ultimo studio sugli effetti del cioccolato pubblicato sulla rivista Clinical Nutrition. La ricerca, che ha coinvolto 5.000 volontari americani, sostiene che mangiare cioccolato cinque volte a settimana produce una riduzione del rischio cardiovascolare del 57 per cento. Seguiti nelle loro abitudini alimentari e nello stile di vita condotto, i volontari hanno mostrato una minor propensione alle patologie cardiache proporzionalmente alla loro passione per il cioccolato, in particolare quello fondente. Tutto merito dei flavonoidi, potenti antiossidanti presenti fra l'altro anche in frutta, verdura e tè. Come detto, diverse ricerche in precedenza hanno già evidenziato i benefici derivanti dagli antiossidanti del cacao. I flavanoli del cacao, ad esempio, possono più che raddoppiare il numero di cellule in grado di riparare e preservare i vasi sanguigni. CARDIO PIEMONTE • N. 4/2010 dicembre febbraio 2011 Secondo uno studio scientifico, voluto da Mars Incorporated, i flavanoli del cacao possono avere un ruolo importante nella dieta dei pazienti affetti da patologie cardiovascolari. Il rivoluzionario studio, pubblicato sul prestigioso Journal of the American College of Cardiology, ha sottolineato che il consumo quotidiano di flavanoli del cacao può più che raddoppiare il numero di cellule angiogeniche che circolano nel sangue. È stato dimostrato che queste cellule hanno funzioni di riparazione e conservazione dei vasi sanguigni, aspetto questo che può contribuire ad una sana circolazione sanguigna. I flavanoli sono un tipo di fitonutrienti appartenenti al più ampio gruppo dei flavonoidi. Sono naturalmente contenuti nel cacao ma, spesso, il processo di lavorazione a cui il cacao viene sottoposto per la produzione del cioccolato, fa in modo che gran parte di questi composti vadano persi. I ricercatori ritengono che i flavanoli possono mantenere in salute i vasi sanguigni ed abbassare il rischio di aggregazione piastrinica che provoca la coagulazione del sangue. La scarsa funzionalità dei vasi sanguigni, infatti, è riconosciuta come il primo passo nel processo di sviluppo di malattie cardiovascolari quale l’arteriosclerosi. Inoltre, secondo uno studio pubblicato nel 2005 sul New England Journal of Medicine, livelli crescenti di cellule angiogeniche sono state associate ad una diminuzione del rischio di morte dovuta a cause cardiovascolari. Le noci aiutano a diminuire gli effetti dello stress Una dieta ricca di noci aiuta a combattere gli effetti biologici dello stress. Lo ha scoperto una ricerca pubblicata dal Journal of the American College of Nutrition, secondo cui mangiare 9 noci al giorno diminuisce sia la pressione totale che l'aumento della pressione dovuta alle situazioni stressanti. I ricercatori hanno studiato 22 adulti sani con il colesterolo alto, fornendo loro tutti i pasti per sei settimane. I soggetti che avevano un'alta quantità di noci nella dieta, sottoposti a prove stressanti come parlare in pubblico o immergere i piedi nell'acqua fredda, hanno mostrato un minore aumento della pressione, e la migliore condizione circolatoria è stata confermata anche con degli esami che misuravano la dilatazione delle vene. "È la prima volta che si trova un beneficio simile da parte di un alimento nei confronti di un effetto dello stress - hanno scritto i ricercatori - questo può essere molto utile perchè non possiamo evitare i fattori di stress nella nostra vita". Come potete vedere o leggere, le proprietà delle noci sono quasi infinite. Vi sono però molte disparità da parte degli scienziati, sulla quantità di noci da mangiare ogni giorno. Vi è chi afferma che bastano 3 noci al giorno, altri 5, in questo articolo addirittura occorre mangiarne 9. A voi la decisione, ma il consiglio è di mangiarne sempre. Per questo motivo la nostra onlus, distribuisce da anni le noci ed anche in questo fine 2010 e 2011, lo faremo sia nelle nostre abituali manifestazioni o convegni, sia nella nostra postazione al giovedì mattina all'ingresso dell'ospedale molinette di torino: corso Bramante, 88 sino ad esaurimento delle scorte acquistate. Un'altra ricerca all’avanguardia ha dimostrato che l’attività fisica, unita ad una terapia farmacologia sperimentale, può aumentare i livelli di cellule angiogeniche, ma lo studio pubblicato sul JACC è il primo a dimostrare tali benefici attraverso un intervento 25 CARDIO PIEMONTE • N. 4/2010 dicembre febbraio 2011 26 nella dieta. In un trial clinico doppio cieco in sequenza controllata di 30 giorni, i partecipanti allo studio hanno bevuto sia una bevanda ricca di flavanoli del cacao che una bevanda a basso contenuto di flavanoli. Dallo studio è emerso anche che l’assunzione di cacao ricco in flavanoli riduce significativamente la pressione sistolica, un importante fattore di rischio per patologie cardiache ed infarto, e migliora la funzionalità dei vasi sanguigni fino al 47% rispetto ad un basso consumo di flavanoli in adulti con malattie cardiovascolari gravi e sotto terapia. Questa ricerca sostiene le evidenze pubblicate precedentemente da ricercatori Mars e dai loro collaboratori accademici che avevano individuato una positiva correlazione tra la dose di flavanoli consumata e gli immediati miglioramenti nel FMD (Flow Mediated Dilation – dilatazione mediata del flusso, un parametro che misura la salute dei vasi sanguigni, per esempio la capacità di un vaso di rilassarsi). “È il meglio da entrambi i mondi. Non capita spesso di riuscire ad identificare un composto alimentare naturale che risulta avere effetti benefici migliori di un trattamento medico” ha dichiarato Carl Keen, PhD, Professor of Nutrition and Internal Medicine presso la University of California-Davis e uno degli autori dello studio. “E forse ancora più importante, abbiamo scoperto per la prima volta che i flavanoli del cacao potrebbero anche far muovere direttamente cellule importanti in grado di riparare vasi sanguigni danneggiati. I benefici sono sostanziali, senza alcun effetto avverso rilevato”, ha aggiunto l’altro autore dello studio Christian Heiss, MD, Dr med, Heinrich-Heine University. “Insieme ai partner del mondo accademico, Mars Inc. sta studiando i flavanoli del cacao da circa vent’anni” ha affermato Hagen Schroeter, PhD, scienziato di Mars Inc. e autore dello studio. “Questa è una delle scoperte più affascinanti e potenzialmente più difficili da raggiungere che abbiamo mai fatto negli anni recenti, in quanto apre una nuova strada alla ricerca verso la comprensione di come i flavanoli del cacao possano giovare alla salute umana. Certamente sono necessari ulteriori studi per confermare e consolidare tali evidenze ma siamo incuriositi dal potenziale dei flavanoli in ambito di dieta alimentare e strategie farmaceutiche per la prevenzione e il trattamento delle malattie cardiovascolari”. Avandia ritirato dal commercio Farmaco a base di rosiglitazone pericoloso per il cuore Tre anni fa il primo campanello d'allarme, ora per il farmaco basato sul Rosiglitazone arriva il ritiro dal commercio, almeno per quanto riguarda l'Europa. È quanto ha deciso l'Ema, l'Agenzia europea del farmaco, anche sulla base dei risultati di uno studio pubblicato sul New England Journal of Medicine, secondo cui uno dei farmaci più usati contro il diabete di tipo 2, l’Avandia, aumenta nei pazienti il rischio di attacco cardiaco. Nello studio ormai famoso dei medici della Cleveland Clinic, che hanno condotto una revisione di 42 studi precedenti nei quali erano coinvolti 28mila pazienti trattati con il farmaco, si afferma che il rischio di un attacco di cuore aumenterebbe del 43%, mentre quello di morte da problemi cardiovascolari del 65%. La ricerca, firmata dagli scienziati americani Steven Nissen e Kathy Wolski, è stata effettuata esaminando studi che hanno coinvolto 15.560 pazienti trattati con Avandia e altri 12.283 in cura con altri prodotti o in gruppo placebo, tutti con un’età media inferiore ai 57 anni e in leggera prevalenza uomini. L'azienda produttrice si è dichiarata disponibile a fornire tutti i dati richiesti dall'Ema per sospendere la decisione del ritiro del farmaco, convinta che i benefici per i malati di diabete di tipo II superino i rischi, ma al momento l'Ema ha invitato i pazienti a rivolgersi al proprio medico per rivedere la terapia adottata. Dall'altra parte dell'oceano, invece, il farmaco rimane in vendita, ma la Food and Drug Administration ha imposto una revisione in senso restrittivo dei parametri per l'accessibilità al medicinale. CARDIO PIEMONTE • N. 4/2010 dicembre febbraio 2011 SCHEDA D'ISCRIZIONE A SOCIO rinnovo Il Consiglio Direttivo Amici del Cuore onlus Presidente Roberto Guido Bijno Vice Presidente Sebastiano Marra Tesoriere Antonio Cerrino Segretario Enzo Bruno Consiglieri Fiorenzo Ardizzone Ezio Bosco Michelangelo Chiale Luisella Chiara Danilo Danielis Ida Fonnesu Carla Giacone Giancarlo Piccinelli Piero Podestà Rita Porta Caterina Racca Sindaci Cesarina Arneodo Fausta Galante Pazè Giuseppe Mamoli Comitato Scientifico dr. Sebastiano Marra dr. Marco Sicuro dr.Tullio Usmiani Comitato di Redazione Ezio Bosco Michelangelo Chiale Carla Giacone Piero Podestà ___________________ Progetto grafico della rivista Roberta Serasso Fotografie Fiorenzo Ardizzone nuovo IL SOTTOSCRITTO/A NATO/A IL RESIDENTE A VIA CAP TELEFONI CELLULARI EMAIL Chiede di poter far parte come Socio/a della Onlus e provvede a versare l'importo di Euro quale Socio (socio ordinario socio sostenitore socio benemerito, sopra i Verso la quota in: 25 e, 100+25 e, 500+25 e) contanti con bonifico bancario presso Banca Intesa Torino Via Garibaldi, 45 IBAN IT52 A030 6901 1380 1724 2810 197 C.C. 017242810197 per conto corrente postale n. 19539105 intestato a: AMICI DEL CUORE PIEMONTE Onlus CASELLA POSTALE 217 10100 TORINO FIRMA DATA Spedire la scheda di iscrizione a: Amici del cuore Piemonte-Onlus Ospedale Molinette- Cardiologia 2 Corso Bramante, 88 10126 Torino VORREBBE FARE IL VOLONTARIO? SI NO Apportando la firma in calce al presente modulo, manifesto il mio consenso al trattamento dei dati, nel solo ambito delle finalità e modalità dell’attività sociale della Onlus. Autorizzo il Presidente, pro tempore, ad informatizzare il mio nome nell’elenco dei Soci, che non verrà comunicato a terzi, fuori dall’ambito della stessa. Mi riservo di tutelare i miei diritti in ogni momento, qualora tale disposizione non venga osservata 27 Corso di rianimazione cardiopolmonare e defibrillazione precoce per soccorritori non sanitari In considerazione del grande successo avuto, il Consiglio Direttivo della nostra Onlus ha deciso di proseguire per il 2011 questa iniziativa proponendo ben 4 corsi che si terranno presumibilmente nei mesi di: marzo, maggio, settembre, novembre. a cura della dr. ssa PATRIZIA VITOLO Coloro che sono interessati a parteciparvi possono prenotarsi a partire dalla fine di gennaio 2011 via e-mail: [email protected] oppure chiamare il numero 011 633.55.64 Si consiglia un abbigliamento sportivo e comodo PIEMONTE ONLUS Associazione di volontariato per la prevenzione delle malattie cardiovascolari OSPEDALE MOLINETTE DI TORINO REPARTO DI CARDIOLOGIA 2 dr. S. Marra C.so Bramante, 88 10126 Torino TELEFONI: 011-6335564 CELL. 346-1314392 www.centrocardio.it Donazioni: Amici del Cuore Piemonte Onlus IBAN IT52 A030 6901 1380 1724 2810 197 C.F. 97504090016 fine del numero - arrivederci al prossimo -