Spedizione in Abb.Post. D.L. 353/2003 (N.46 2004) art.1 comma 2 E 3 • ANNO 2010 N. 4 • STAMPA IN PROPRIO
4/2010
IV trimestre
dicembre 2010/febbraio 2011
NO AL FUMO!!!
PIEMONTE ONLUS
Associazione di volontariato per la
prevenzione delle malattie cardiovascolari
AMICI DEL CUORE PIEMONTE • Associazione Onlus
Presidente: Roberto Guido Bijno
www. centrocardio.it
Email: [email protected][email protected]
cell. 346/1314392
Associazione di Volontariato, no-profit, per la prevenzione
e la ricerca delle malattie cardiovascolari
CARDIO PIEMONTE - ANNO VI - N. 16 (2010) Tribunale di Torino 4447 del 26-02-92 • Direttore Responsabile: ROBERTO GUIDO BIJNO
ORGANO UFFICIALE DE “AMICI DEL CUORE PIEMONTE” • Associazione Onlus
Sede Ospedale Molinette Torino • Corso Bramante, 88 • 10126 Torino • Tel. 011.633.55.64 • Reparto di Cardiologia2 dr. Sebastiano Marra
CARDIO PIEMONTE • N. 4/2010 dicembre febbraio 2011
Il Volontario è...
◗ Il volontario è una persona normale,
◗Il volontario appartiene ad ogni ceto
sociale, indipendentemente dal colore
della sua pelle e della sua religione,
◗Il volontario è dove vi è qualcuno che
ne ha bisogno,
◗Il volontario può anche essere un donatore di sangue, perché con il suo
gesto può salvare una vita,
◗Il volontario è assistenza, soprattutto
quando si occupa di persone disabili,
◗Il volontario è anche un compagno,
un amico, un confidente,
◗ I l volontario è uno che dona il suo
tempo, sapendo sempre che non riceverà mai nulla in cambio,
◗ Il volontario è uno disponibile nel
momento del bisogno,
___________________________________ pag
Il Volontario è____________________ 2
Editoriale
PROMESSE!? ____________________ 3
Il corso di primo soccorso per
operatori non sanitari_ ____________ 5
Gli impegni della nostra Onlus
Breve relazione sulla giornata
della prevenzione a Pinerolo________ 7
Prevenzione in loco
Il “caldo” Vigone_________________ 9
Un decalogo per l’uso corretto
dei farmaci_____________________ 10
Oggi odio il fumo________________ 11
Avviso ai lettori e soci____________ 12
Un lavoro d'"equipe"_____________ 13
Notizie varie
Gli amanti del pesce rischiano meno
infarti e ictus___________________ 14
Grazie…grazie…grazie___________ 14
La dieta mediterranea____________ 15
◗ I l volontario è uno che non appartiene ad una specie in estinzione,
Broccoli e banane
proteggono l'intestino____________ 21
◗ I l volontario è chi alla sera, quando
va a dormire, è soddisfatto di quello
che ha fatto durante la giornata ed
è sicuro di non aver perso del tempo
inutilmente,
Miele, latte caldo e infusi: rimedi
naturali contro la tosse___________ 22
◗ I l volontario vuol anche dire fare della prevenzione, soprattutto quando è
un “Amico del cuore”
Michele Falanga
2
Sommario
Il cuore delle donne sempre
più a rischio: come proteggerlo_____ 22
Ansia: la richiesta d’aiuto_ ________ 23
Un nuovo farmaco riduce
del 16% la mortalità
per fibrillazione atriale____________ 23
Notizie dal Mondo
da Internet___________________________ 24
Le noci aiutano a diminuire
gli effetti dello stress_____________ 25
CARDIO PIEMONTE • N. 4/2010 dicembre febbraio 2011
Editoriale
a cura di Roberto Guido Bijno
PROMESSE!?
Ho ricevuto in redazione un bollettino della Regione Piemonte dal titolo: “ IL CITTADINO AL CENTRO
DELLA SANITÀ”.
Oltre alla pagina che pubblico, dove i due nuovi
protagonisti della politica regionale piemontese
fanno delle precise dichiarazioni, come potrete
voi stessi rendervi conto, nello stesso erano state
inserite alcune delle proposte che sia il Presidente
Roberto Cota, sia l'Assessore alla Sanità Caterina
Ferrero hanno intenzioni di mettere in pratica nel
corso del loro mandato.
Una lodevole iniziativa che spero veramente possa
costituire le basi per trasformare la nostra sanità
in una struttura adeguata e migliore di quella che
oggi abbiamo.
Viene spontaneo però chiederci: “RIUSCIRANNO I
NOSTRI EROI NELL'IMPRESA?”
Un compito credo non facile, pieno di ostacoli, d'opposizioni e di posizioni diverse
che possono in qualche modo condizionare la riuscita del progetto e qualche volta
addirittura travisarne completamente i contenuti.
In paesi vicini, come la Francia, ad esempio, il servizio sanitario locale utilizza
molto la domiciliazione, per la cura dei malati cronici od anziani.
Da noi invece questo metodo, che secondo gli esperti farebbe risparmiare milioni
alla Sanità, viene applicato solo in minima parte e francamente non se ne comprendono i motivi.
Ad esempio, una nostra amica di famiglia che abita a Nizza (Francia) e che ha dei
problemi cardiovascolari, non deve mai andare in ospedale per i controlli periodici
che deve fare. Tutti i giorni un infermiere professionale va a visitarla, controllando
le medicine che deve prendere. Analogamente, quando lo ritiene necessario, effettua un prelievo di sangue per il controllo del suo INR e se i valori sono fuori norma,
lo stesso informa il medico curante che disporrà una variazione dei farmaci assunti
o addirittura un ricovero per approfondire questi controlli.
Tutto questo avviene sempre in assenza burocrazia o scartoffie da compilare, non
scomodando mai la persona anziana, che può continuare a starsene tranquillamente nella propria abitazione, senza preoccuparsi di nulla..
Qui a Torino, in un ospedale come il nostro delle Molinette, tutte le mattine molto presto (dalle ore 7) anche d'inverno quando fa molto freddo ed è buio pesto,
vedo invece che ci sono delle lunghe code di persone per fare lo stesso esame e
che magari devono rimanere tutta la mattinata in corsia, sia per il prelievo del
sangue, sia per il relativo referto che avviene normalmente attorno alle 10,30-11
del mattino.
Un altro grosso problema che si verifica, ad esempio, sempre nel nostro ospedale,
ma credo in tutti gli altri della Regione, sono le visite di controllo dei malati cardiopatici che devono essere sempre seguiti periodicamente.
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CARDIO PIEMONTE • N. 4/2010 dicembre febbraio 2011
Si formano anche in questo caso lunghe code agli sportelli e molte persone addirittura non possono
farli questi esami e vengono purtroppo respinte.
Ho ricevuto, ad esempio, una lettera da un nostro Socio, che mi scrive:
“… mi sono recato presso l'ambulatorio del dott. … per sottopormi ad un E.C.G da sforzo poiché
da qualche mese avverto dei sintomi che prima dell'estate non avevo…
Lì mi sono accorto, dopo averlo domandato alle gentilissime signorine dell'accoglienza, che non mi
sarà più possibile essere seguito da questa struttura (peraltro pubblica).
La cosa mi addolora poiché non conosco specialisti del livello di questo primario… che mi diano
la stessa fiducia necessaria.
A questo punto, dopo essere stato sottoposto nel pomeriggio odierno, presso un'altra struttura
(ospedale di …), ad un Ecocardiografia, ho deciso che, mestamente, non farò altri accertamenti
diagnostici futuri.
Caro Presidente, non la si veda come una "rappresaglia" non sono così meschino, solo che lo stato
di frustrazione in cui sono caduto è solo un fatto mio e tale me lo tengo…”
Ricordo che la Signora Caterina Ferrero, che era nello
scorso anno all'opposizione, nella precedente legislatura regionale fece compilare un lungo dossier
sulle spese inutili che erano state fatte in un anno
nel campo della Sanità, evidenziando che si poteva tranquillamente fare dei grossi risparmi, solo
mettendo in funzione l'intelletto delle persone, nel
cercare la strada migliore per ottenere dei risultati efficienti, spendendo decisamente molto di
meno.
Rimasi molto colpito da questo studio ed allora mi domandai, ma senza poter formulare una
risposta, come fosse stato possibile che persone qualificate, professionali e preparate, abbiano potuto gestire la spesa pubblica in questo
modo.
Spero veramente che oggi, questo nostro Assessore che stimo ed apprezzo, si ricordi di quanto
ha indicato in quella circostanza ed attui le riforme necessarie.
Ne abbiamo tutti molto bisogno: giovani e
vecchi, nessuno escluso.
Termino questo mio editoriale però con una
riflessione un poco amara: ho scritto sul numero precedente della rivista un articolo dal
titolo: “LA CULTURA DELLA SALUTE”. Speravo
che molti leggendolo mi avrebbero scritto,
magari anche criticato, ma nessuno l'ha fatto.
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Allora mi domando:
“MA È ANCHE COLPA NOSTRA SE LA SANITÀ NON FUNZIONA COME DOVREBBE.
UNA CAUSA È FORSE LA TOTALE INDIFFERENZA ED IL DISINTERESSE CHE NUTRIAMO VERSO I PROBLEMI SOCIALI, QUANDO NON NE SIAMO COINVOLTI PERSONALMENTE?”.
CARDIO PIEMONTE • N. 4/2010 dicembre febbraio 2011
Il corso di primo soccorso per
operatori non sanitari
Rianimazione cardiopolmonare e relativa defibrillazione
Continuano, con notevole successo, i nostri
corsi per dare a tutti la possibilità di poter
salvare delle vite umane, intervenendo in
tempo, nei modi dovuti.
Un nostro grande successo, che è diventato
anche il fiore all'occhiello della onlus: sono
state moltissime, infatti, le richieste di partecipazione, tanto che non è stato possibile
accontentare così tante persone.
Il nostro Consiglio Direttivo ha già abbozzato
il programma per aumentare il numero di Corsi nel 2011 in modo da poter accontentare
almeno 100 persone al posto delle attuali 75
del 2010.
Anche se la realizzazione di questi corsi ha
un costo non indifferente, come indica abitualmente ai convenuti il nostro Presidente,
farli significa forse contribuire a salvare anche una sola vita umana. Questo, non può
che renderci orgogliosi di quanto avremo fatto per il nostro prossimo.
Ecco l'elenco delle persone che hanno partecipato al corso del 24 settembre:
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CARDIO PIEMONTE • N. 4/2010 dicembre febbraio 2011
(Per ordine di prenotazione)
Verchio Emanuela, Diana Fanari, Purtrino Silvana, Bortolozzo Antonella, Belletti Paola,
Contini Dino, Lingua Maria Rosa, Garelli Martina, Pullara Liso Rosalba, D'ingeo Cristina,
Purtrino Silvana, Mascolo Filippa, Marotta
Roberta, Mantelli Angela, Italiano Giuseppe,
Crosetto Serena, Cometto Federica, Martino
Elena, Cona Piero, Colombo Delia, Bortolozzo Antonella, Bertone Franco, Lionello Maria
Angela, Falanga Giovanni, Giacone Carla.
Hanno partecipato al corso del 22 ottobre:
(per ordine alfabetico)
Almerighi Paola, Bianchi Renato, Bisogno
Pasquale, Caratto Antonietta, d'Amore Cinzia, d'Amore Pia, Di Iorio Daniele, Di Passuale Alessandro, Garavoglia Franco, Garbarini
Massimo, Ierardi Rosa, La Porta Salvatore,
Malandrino Francesca, Pillosu Cinzia, Rispoli
Bianca Maria, Roffinello Caterina, Russi Erika,
Russi GianPaolo, Tonoli Elisabetta
Come di consueto, la dr.ssa Patrizia Vitolo,
(nella foto a sinistra, di spalle) della Medicina d'urgenza dell'Ospedale Molinette, inzia
a spiegare ai presenti lo scopo del corso, accompagnata da altri medici ed infermieri professionali. Tutti gli istruttori hanno svolto il
loro impegno con grande professionalità che
ha coinvolto profondamente con il loro entusiasmo e dedizione, le persone che vi hanno
partecipato.
Ancora un momento del corso, dove la brava
infermiera professionale Paola Tommasella,
(foto qui accanto, di spalle) istruttrice abilitata al rilascio del brevetto, insegna ad un
gruppo alcune delle azioni che occorre sviluppare per effettuare il massaggio cardiaco
e la respirazione bocca a bocca.
Ricordiamo ai nostri soci che ogni mercoledì
pomeriggio
dalle ore 15 alle ore 18 è aperta la nostra sede
di
C.so Moncalieri, 18 Circoscrizione 8 Torino
per informazioni, consigli e per i Volontari.
Il 4° mercoledì di ogni mese alle ore 15
conferenze sulle malattie
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Il primo giovedì di ogni mese serata
conviviale (prenotazione)
CARDIO PIEMONTE • N. 4/2010 dicembre febbraio 2011
Gli impegni della nostra
Onlus
Breve relazione sulla giornata
della prevenzione a Pinerolo
5 settembre 2010
Nella splendida cornice della piazza Vittorio
Veneto a Pinerolo, il nostro folto gruppo di
volontari, accompagnato da alcuni medici
dell' Ospedale Molinette e dell'ospedale di
Pinerolo, con al seguito i nostri infermieri professionali, si sono riuniti per l'intera
domenica al fine di poter svolgere la programmata giornata della prevenzione cardiovascolare, concordata con il Comune di
Pinerolo, attraverso l'assessore Sig. Negro.
Sia “La Stampa” sia il settimanale “Eco del
Chisone” avevano nella settimana precedente già pubblicato la notizia che informava i
Pinerolesi della nostra iniziativa.
Tutto questo ha anche decisamente contribuito al successo della giornata ed ha dimostrato, ancora una volta, che le persone
hanno a “cuore” la loro salute, quando è
possibile, vengono volentieri a farsi visitare
e controllare.
Un grande entusiasmo quindi, da parte della
popolazione locale, che attendeva pazientemente di essere visitata, con punte d'attesa
anche di un'ora.
Erano persone di tutte le età, compresi molti giovani attorno ai 20 anni.
La maggior parte però delle visite sono state
fatte invece a persone di età media attorno
ai 50-55 anni.
È stata una giornata intensa e produttiva,
che ha coinvolto completamente il nostro
gruppo, collaudando a fondo il sistema che
abbiamo ideato. Una alta partecipazione
che ha visto la presenza presso i nostri gazebi di oltre 150 persone: un record per la
nostra onlus.
Il dr. Sebastiano Marra, primario di cardiologia 2 dell'Ospedale Molinette ha voluto
anch'egli partecipare all'avvenimento congratulandosi con tutto il gruppo dei volontari e dei medici ed infermieri che hanno
dato la loro disponibilità gratuitamente per
la riuscita della giornata.
Le nuove schede che abbiamo preparato,
sono state compilate in duplice copia e sono
state consegnate alle persone visitate, con
l'intesa di presentarle ai loro medici curanti
per degli eventuali approfondimenti clinici.
Per la prima volta, oltre ai numerosi E.C.G.
(elettrocardiogrammi) effettuati dal nostro
infaticabile infermiere Archetti, abbiamo
anche eseguito molte analisi per il controllo
della glicemia.
Fortunatamente, questa volta, nonostante
il numero notevole di visite, abbiamo potu-
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CARDIO PIEMONTE • N. 4/2010 dicembre febbraio 2011
to constatare che i visitatori con problemi
cardiovascolari sono stati pochissimi: segno
questo positivo, che denota come la popolazione di Pinerolo goda di buona salute.
Purtroppo, però dobbiamo dire che tra le
tante persone visitate, si è notato un numero elevato di fumatori .
Tutti ovviamente sono stati invitati a smettere di fumare ed i medici presenti hanno
richiamato molti di loro invitandoli a farlo
(un risultato quasi nullo, purtroppo).
Dato il grande successo riportato, Il nostro
Presidente Bijno, ha parlato a lungo con il
dr. Ganci, Medico cardiologo dell'ospedale
di Pinerolo che è stato con noi per l'intera giornata, proponendogli delle nuove iniziative di prevenzione cardiovascolare che
verranno, con l'aiuto dei medici cardiologi
dell'Ospedale di Pinerolo, programmate nel
prossimo anno.
Il nostro fotografo ufficiale e nostro Consigliere Fiorenzo Ardizzone si è “divertito” ad
immortalare molti dei presenti.
Alcune delle foto migliori da lui fatte, verranno pubblicare sul nostra rivista CardioPiemonte e sul nostro sito: www.centrocardio.it e sinceramente lo ringraziamo per la
sua dedizione e la sua disponibilità .
Il suo aiuto prezioso e preciso nell'organiz-
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A sinistra, il primario dr. Sebastiano Marra, a destra il dr.
Ganci, cardiologo dell'ospedale di Pinerolo. Al centro il dr.
Marchetti Matteo del nostro staff con la sig.a Jole dell'ambulatorio di cardiologia delle Molinette.
zare la giornata, come quello di tutti i volontari presenti che mi hanno appoggiato
ed aiutato con grande spirito umanitario, ci
ha permesso ancora una volta di poter realizzare una manifestazione come questa.
Questi risultati ci spronano quindi anche a
cercare altri nuovi volontari che siano disponibili ad effettuare periodicamente e
con maggiore frequenza, queste giornate
della prevenzione.
R.G.B.
RIFLESSIONI
Di una nostra attiva volontaria, la Sig.a
Cesarina Arneodo, sul ruolo del volontariato nella nostra onlus.
Sono già trascorsi tre anni e più... il
tempo è volato.. mi sembra che sia ora
di fare qualche bilancio.
Questi anni mi hanno insegnato a credete nei veri valori della vita e nell'importanza di collaborare insieme.
Voglio ringraziare tutti per ciò che mi
hanno trasmesso.
Oggi più che mai, in un mondo dove
sembra che dare aiuto e fiducia, sia
sempre più difficile e mal interpretato.
Ho cercato di dedicare le mie poche ore
di tempo libero, con persone diverse tra
loro, per età ed esperienze di vita, diventate amiche, con cui collaborare per
raggiungere lo stesso obiettivo.
La nostra credibilità di volontari è decisamente aumentata per la presenza
continua, presso l'ambulatorio ed il reparto di cardiologia dell'Ospedale Molinette.
La diversità tra i volontari, che caratterizza la nostra Associazione è fonte di
confronto e di ricchezza e noi tutti uniti dobbiamo salvaguardarla ed essere di
esempio anche quando le opinioni sono
differenti, sostenendoci a vicenda.
Insieme cresceremo ancora sempre...e
meglio.
CARDIO PIEMONTE • N. 4/2010 dicembre febbraio 2011
Prevenzione
Il “caldo” Vigone
Una giornata ancora sulla prevenzione cardiaca, il 12 settembre 2010, nella bellissima
cornice della città di Vigone (TO).
Tutti gli abitanti che abbiamo incontrato,
in questa occasione, ci hanno accolto con
entusiasmo, simpatia e tanto calore.
Anche il sole ci ha dato il suo benvenuto,
quasi fossimo ancora in piena estate. Abbiamo dovuto utilizzare tutti i gazebi a nostra
disposizione per non rimanere scottati dai
suoi cocenti raggi.
Nella piazza storica della città, attorniati
da case antiche, dalla cattedrale e da una
maestosa torre in mattoni, risalente al secolo XV abbiamo avuto la possibilità anche
di conoscere e parlare a lungo con il Sindaco della città il dr. Claudio Restagno che si
è dimostrato molto interessato alla nostra
iniziativa a favore della popolazione locale.
Lui stesso si è sottoposto al test ed ha discusso animosamente con il nostro medico
Marchetti, sui particolari adottati per il TEST
DELLA SALUTE.
Abbiamo anche potuto vedere di persona,
proprio in questa piazza storica, le belle manifestazioni folcloristiche del paese, come
la gara di tiro con le BALESTRE ANTICHE,
che con molta professionalità i concorrenti,
hanno saputo utilizzare per centrare i bersagli, ad una distanza di oltre 50 metri.
Abbiamo anche avuto il piacere di ascoltare la banda musicale e vedere da vicino gli
sbandieratori con i simboli della città. Questi giovani, oltre ad essere bravi e veloci,
indossavano dei bellissimi costumi antichi
del luogo.
In molti hanno fatto la coda per sottoporsi
al nostro test dei “NUMERI DELLA SALUTE”
(oltre 130). Tra questi abbiamo avuto la
possibilità di constatare che non solo hanno
voluto effettuare la visita delle persone mature (oltre i 70 anni), ma anche tanti giovani, nel pieno delle loro forze fisiche.
Anche in questa circostanza, come già in al-
in loco
tri comuni visitati, abbiamo riscontrato che
la pressione sanguigna si attestava su valori
superiori alla media ed erano quasi tutti in
sovrappeso e questo, nonostante l'abituale
laboriosità e sportività della popolazione
(quasi tutti vanno in giro in bicicletta, anche se hanno superato abbondantemente gli
80 anni).
I nostri volontari (oltre 15 persone) compreso il medico dr.ssa Elisa ed il caposala
Sig. Gerardo Bocchino di cardiologia 2 del
nostro reparto di Cardiologia 2 delle Molinette e l'infermiere professionale Sig. Archetti Giovanni, non hanno avuto un momento di relax.
Sono stati letteralmente assaliti dalla popolazione che chiedeva notizie sulla propria
salute o voleva avere dei consigli sulle medicine da assumere.
Molti ancora richiedevano, talvolta anche
con insistenza, di poter avere la misurazione della loro glicemia o di poter effettuare
un E.C.G. oppure semplicemente di conoscere il valore della pressione sanguigna.
Quando abbiamo deciso nel pomeriggio inoltrato di chiudere la postazione per ritornare
in città, tutti noi eravamo piuttosto stanchi
ed affaticati ed accaldati, ma certamente
contenti e soddisfatti per quanto eravamo
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CARDIO PIEMONTE • N. 4/2010 dicembre febbraio 2011
riusciti a fare.
Ancora una volta abbiamo potuto constatare che queste giornate sono importanti e
che occorre ripeterle spesso.
Ma per poterlo fare dobbiamo anche poter
contare (cosa non sempre facile da ottenere) su un numero maggiore di volontari
(medici, infermieri e volontari) che a turno
possano essere a disposizione per portare
avanti questi appuntamenti sanitari.
R.G.B.
Il Sindaco di Vigone a destra con il nostro Presidente
Un decalogo per l’uso corretto dei farmaci
DAL MINISTERO DELLA SALUTE
10
È stata pubblicata sul sito del ministero della Salute una mini-guida con dieci consigli ai cittadini per l'uso sicuro dei farmaci. Dall'assunzione alla conservazione, con particolare attenzione
ai disturbi che possono comparire durante la cura, viene sintetizzato tutto quello che c'è da
sapere per evitare pericolosi "fai da te". Ecco, dunque, le dieci "istruzioni per l'uso".
1)Assumo farmaci solo su indicazione del medico e non perché consigliati da un parente o da
un amico oppure perché ne ho sentito parlare alla tv o letto informazioni su riviste o su
internet.
2)Voglio essere informato della cura che sto facendo. Non esito a chiedere al medico o al
farmacista tutte le informazioni sui farmaci che devo prendere e se non ho capito bene,
chiedo di ripetere con parole più semplici.
3)Parlo apertamente con il medico. Porto sempre la lista dei farmaci che sto prendendo,
anche quelli prescritti da altri. Riferisco se sto facendo uso di prodotti omeopatici, erboristici, fitoterapici, integratori o altri preparati acquistati in negozi specializzati.
4)Informo il medico se sono allergico ai farmaci. Anche durante il ricovero, devo sempre
riferirlo ai camici bianchi e agli infermieri.
5)Riferisco al medico i disturbi apparsi durante la cura. Lui mi dirà come comportarmi.
6)Rispetto le indicazioni fornite dal medico. Controllo sempre che il farmaco da assumere
sia quello prescritto e che la quantità sia quella indicata. Se sbaglio medicina o quantità,
prima di prendere iniziative, consulto il medico. Se mi dimentico di prendere un farmaco,
non ne prendo due successivamente.
7)Presto attenzione se devo assumere più farmaci. Riferisco al medico o al farmacista la difficoltà a ricordare tutti i nomi e gli orari di assunzione e chiedo di avere un promemoria.
8)Non sostituisco i farmaci né modifico la cura prescritta di mia iniziativa. Quando sono
ricoverato riferisco quali medicine sto prendendo e, per evitare interazioni, non prendo i
farmaci che eventualmente ho portato da casa.
9)Conservo i farmaci in modo sicuro. Li ripongo in un luogo asciutto, al riparo dalla luce o,
se indicato, in frigo e lontano dalla portata dei bambini. Separo quelli che hanno la confezione o il nome simili e possono trarmi in inganno e quelli per i bambini da quelli per gli
adulti. Non lascio i blister o i flaconi aperti a portata di tutti. È buona abitudine conservare
i medicinali nelle proprie confezioni originarie, con il foglietto illustrativo. prima di assumerli, controllo la scadenza e la corretta conservazione, osservando eventuali cambiamenti
di colore e odore. Non lascio i farmaci in auto, specie d'estate o se è esposta al sole.
10)Se assisto qualcuno, non esito a chiedere aiuto.
CARDIO PIEMONTE • N. 4/2010 dicembre febbraio 2011
Oggi odio il fumo
Mi chiamo Piero Podestà, ho 63 anni, sono
un volontario degli AMICI DEL CUORE e non
fumo più da quasi vent'anni.
Ho deciso di scrivere qualche riga per testimoniare come sia possibile smettere di
ingurgitare scarti della combustione del tabacco.
Mio nonno si permetteva 60 sigarette al
giorno sino a quando un bell'enfisema polmonare gli ha imposto di gettare all'istante
i pacchetti che aveva acquistato, recuperando anche con quel gesto altri 18 anni
di vita.
Meno fortunato mio padre che invece, grazie alle sue 20 Africa al dì, ci ha lasciati a
34 anni. Conservo ancora quel suo ultimo
pacchetto.
La protervia che ostentavo da ragazzo, leggasi: "io sono immortale e non sarò come
loro, anzi li vendicherò", unitamente agli
esempi della cinematografia anni 50-60
(uno su tutti Humphrey Bogart) ed ai compagni di classe più "fighi", tutti col cilindretto bianco in bocca, furono motivi più
che sufficienti a farmi iniziare.
Ovviamente ci presi gusto nonostante la
tosse si facesse più frequente ed al mattino mi ritrovassi la bocca di un minatore in
piena attività.
Una mia frase era nota: "non mi vedo non
fumante" e la gran parte delle fotografie
dell'epoca mi ritrae in mezzo ad una nube
con un'espressione sbilenca ed inconsciamente infastidita.
Ne aspiravo 30, più che meno, dopo aver
passato anche l'età della pipa e del sigarillo.
Detto in lessico familiare: non mi sono fatto
mancare nulla!
Veniamo ora ad una brevissima storia del tabacco per sommi capi:
Arriva in Europa in seguito alle esplorazioni
di Colombo, come moda stravagante e riservata a pochi. E forse ancora su questo pre-
supposto si basa il concetto di una sigaretta
come status simbol.
Il fumo si diffonde a livello diplomatico in
tutto il continente quando l’ambasciatore
portoghese Jean Nicot fa omaggio a Caterina de Medici non solo delle foglie, ma anche
del seme delle piante e proprio dal suo nome
viene classificato come "Herba nicotina".
L'origine della sigaretta sembra risalga alla
guerra di Crimea, quando, affondato un carico di pipe, i soldati decidono di arrotolare
il tabacco nei contenitori di carta della polvere da sparo. Tra le due guerre mondiali, i
trinciati divengono più forti, raggiungendo
così vasti strati di popolazione.
Nelle scuole elementari americane una campagna per l'educazione antifumo comincia
con un indovinello:
"Nasce come stramberia, si trasforma in costume, diviene vizio, finisce piaga dell'umanità".
Purtroppo i galeoni spagnoli oltre a patate, pomidoro e cacao trasportarono anche
il tabacco!
Torniamo al sottoscritto. Per merito della
placca ateromasica ritrovatami dall'allora appena scoperto ecodoppler, come mio
nonno lanciai il pacchetto nel cestino ed
iniziai la mia nuova vita da "uomo libero
dalla schiavitù del fumo". Do volutamente
11
CARDIO PIEMONTE • N. 4/2010 dicembre febbraio 2011
una connotazione positiva all'accezione e
non quella negativa di "non fumatore" o
nostalgica di "ex fumatore" o sociologica di
"fumatore pentito".
Chiunque sia riuscito a superare questo scoglio sa benissimo che la richiesta fisica
di nicotina dura al massimo
una ventina di giorni, il resto sono "fisime", che detto
in modo nobile diventa "dipendenza psicologica".
Leggende metropolitane:
"Quella" del mattino, appena svegli è imperdibile!
E' proprio "quella" che fa
più male di tutte.
Mi serve per concentrarmi
meglio.
Balle, Il sangue fluisce peggio e perciò il cervello lavora male.
Dopo il caffè!!!
Da quando ho smesso di fumare, ho iniziato
a bere il caffè senza zucchero, perchè nel
giro di pochi mesi le mie papille gustative e l'olfatto hanno iniziato ad essere infinitamente più ricettivi e vi assicuro che
senza quel sovraccarico di nicotina il gusto
dell'espresso dura per ore. Unico consiglio:
cercate un bar che lo sappia fare e che serva miscele di prim'ordine (ahimè sempre più
rari in città)!
Queste sono solo alcune, se ve ne vengono
in mente altre fatemelo sapere e sarò ben
lieto di rispondervi.
Il Vs. Volontario del Cuore
Piero Podestà
12
AVVISO ai LETTORI
ed ai SOCI
Con la fine dell'anno 2010 scadono
le iscrizioni a Socio della nostra
onlus.
Le quote devono essere versate per
l'anno 2011 entro e non oltre
il 30 gennaio 2011.
Ricordiamo ancora che le quote
versate, sono per anno solare
(1 gennaio- 31 dicembre)
indipendentemente dal momento
del versamento effettuato.
Su questo numero abbiamo anche
inserito il bollettino postale per
facilitarvi questa operazione.
La quota minima di Socio ordinario
è rimasta invariata ad euro 25.
Più Soci avremo, maggiori
possibilità ci saranno per
raggiungere tutti i nostri principali
obiettivi:
• CONTRIBUTI ALLA RICERCA
• MAGGIORI INFORMAZIONI
SULLA PREVENZIONE
CARDIOVASCOLARE
• PIU' ASSISTENZA PER COLORO
CHE SOFFRONO DI QUESTE
MALATTIE
GRAZIE ED
AUGURI DI
BUONE FESTE
CARDIO PIEMONTE • N. 4/2010 dicembre febbraio 2011
Il supporto psicologico in cardiologia: medici, infermieri, psicologi e volontari.
Un “lavoro” d’equipe
Ogni giorno il reparto di Cardiologia 2
dell’Ospedale Molinette di Torino ospita
40 pazienti che presentano svariate patologie cardiache. Sebbene i vari iter clinici
e terapeutici siano diversificati tutti questi
pazienti sono accomunati dal trovarsi ad affrontare un evento fortemente stressogeno.
Ci si può quindi interrogare su quali siano
i fattori causa di maggior stress in questi
pazienti. Primo fra tutti sembra essere l’imprevedibilità dell’evento acuto cardiologico,
l’“imprevisto malattia”, che molto spesso fa
aumentare i livelli di ansia, paura e preoccupazione anche in persone normalmente
stabili e con una buona capacità di problem
solving. In secondo luogo, la perdita del
controllo sul proprio corpo e la conseguente necessità di doversi affidare all’equipe
medica spesso causa ansia e disagio poiché
implica la cieca fiducia riposta in una figura
che, nonostante sia uno specialista, è per il
paziente pur sempre un estraneo. A tutto ciò
si sommano il timore di non riuscire più a
svolgere la vita a cui si era abituati o di non
riuscirci più in maniera ottimale e il disagio pratico causato dall’ospedalizzazione e
da un ricovero spesso non programmato che
catapulta il paziente in una realtà esterna
alla propria routine, senza avere il tempo
e la possibilità di prepararsi, logisticamente e psicologicamente, ad essa. Per ultimo,
ma sottostante a tutto ciò, ci sono infine le
comprensibili angosce più profonde legate
alla prognosi e allo sviluppo della malattia.
Una parte dei pazienti, grazie alle proprie
capacità di adattamento alla malattia e al
ricovero, oltre che ad un adeguato supporto
socio-familiare, riesce a far fronte alla situazione, mentre la restante parte esprime
un disagio che può manifestarsi sotto forme
differenti.
I medici e gli infermieri sono i primi che
si imbattono in tale sofferenza: il paziente
che esprime un disagio può essere maggiormente richiedente rispetto alle cure, può
tollerare con più difficoltà il dolore, può invadere di domande e richieste il personale
ospedaliero, può essere oppositivo rispet-
to alle strategie terapeutiche necessarie.
La spiegazione di cosa sta accadendo e la
previsione, se possibile, di ciò che accadrà
sono gli strumenti in mano ai medici e agli
infermieri per aiutare il paziente a pacare le
proprie ansie.
È proprio in questa cornice che si inserisce
il ruolo dello psicologo. Il paziente in certi momenti può aver bisogno di uno spazio mentale dove poter riversare le paure,
la rabbia, le preoccupazioni, le domande
pragmatiche e quelle più esistenziali e tale
spazio può essere costruito con l’aiuto dello psicologo: una figura professionale preparata all’ascolto empatico, che può comprendere i meccanismi sottostanti il disagio
psicologico, che può aiutare il paziente a
costruire una spiegazione del perché avere
un cuore malato porta a tanta sofferenza.
Insieme allo psicologo un ruolo fondamentale nel dare ascolto alle preoccupazioni dei
pazienti lo ricoprono i volontari, che dedicano ore preziose ai pazienti stando loro vicino, aiutandoli ad orientarsi fisicamente e
mentalmente nell’ospedale e a volte facendosi carico dei problemi del paziente stesso, mettendosi anche in discussione, senza
dimenticare però che il paziente, per quanto
bisognoso, rimane comunque sempre un'altra persona e che in primis bisogna tutelare
se stessi.
Talvolta bisogna riuscire anche a superare
e sopportare il silenzio, il desiderio di solitudine e le tempistiche che ogni persona
richiede per affrontare le situazioni e che
possono essere le più diverse tra loro.
Da questo punto di vista, per andare incontro all'idea di creare un ospedale più umano
e “a misura di paziente” risulta necessaria
la collaborazione sinergica tra le varie figure che ruotano all'interno del reparto, dove
ognuno opera con un suo ruolo ben definito nel proprio campo di competenza, ma
allo stesso tempo collabora globalmente per
dare ai pazienti accoglienza, cura, comprensione e informazione. Sfida difficile, ma non
impossibile.
Dr.ssa Daniela Cipriani
13
CARDIO PIEMONTE • N. 4/2010 dicembre febbraio 2011
Notizie
varie
Gli amanti del pesce rischiano
meno infarti e ictus
Gli uomini di mezza età che mangiano pesce ogni giorno sono meno esposti al rischio
cardiaco.
Lo conferma una ricerca della Kookmin University di Seul che ha concluso come tra gli
amanti del pesce si registri una minore incidenza di sindrome metabolica, una condizione caratterizzata dalla presenza di fattori
di rischio cardiaco e metabolico, come pressione alta, obesità, trigliceridi, colesterolo
e glicemia fuori norma.
14
Lo studio ha preso in esame 3500 coreani
tra i 40 e i 69 anni e ha scoperto che gli
uomini che mangiavano pesce ogni giorno
avevano il 57% di probabilità in meno di
sviluppare la sindrome metabolica nel giro
di tre anni, rispetto a chi mangiava pesce
meno di una volta alla settimana.
Secondo i ricercatori i risultati sono in linea
con i precedenti studi che avevano mostrato
i benefici offerti dagli acidi grassi omega.
Lo studioso Inkyung Baik ha spiegato che
non è emersa la stessa correlazione tra minore rischio cardiaco e consumo di pesce
per le donne e la ragione di questa disparità
non è chiara.
Forse le donne, ipotizzano gli studiosi, non
assorbono sufficienti acidi grassi dal pesce,
ma sarà necessario approfondire il tema.
Olio di pesce può ridurre 9%
morti per infarto
Un grammo al giorno di olio di pesce può
ridurre del 9 per cento le probabilità di attacco cardiaco fatale in persone che hanno
il cuore 'debole'.
Lo ha scoperto uno studio britannico pubblicato dall'European Journal of Cardiovascular Medicine.
Martin Cowie dell'Imperial College di Londra
ha esaminato 7mila pazienti affetti da problemi cardiaci, assegnando a metà di loro
un grammo di olio di pesce al giorno, ricco
di acidi grassi omega-3, e all'altra metà un
placebo.
Dopo due anni nel primo gruppo si è verificata una diminuzione della mortalità del 9
per cento, con un taglio significativo anche
delle ammissioni in ospedale.
"Lo studio dimostra - ha spiegato Cowie che se due terzi delle persone che in Gran
Bretagna soffrono di problemi cardiaci prendesse il supplemento si risparmierebbero
10mila morti l'anno".
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RAZIE… GR
G
…
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Z
A
R
G
CARDIO PIEMONTE • N. 4/2010 dicembre febbraio 2011
La dieta mediterranea
La dieta mediterranea - basata sul consumo
di alimenti ricchi di fibre (cereali, legumi,
frutta e verdura), di olio d'oliva, di pesce in
preferenza alla carne e di quantità limitate
di prodotti caseari - è da sempre considerata una dieta sana e nutriente, utile per
contrastare l'invecchiamento cellulare e le
malattie cardiovascolari.
Gli studi di Ancel Keys
Correva l’anno 1945 quando il dottore Ancel Keys, al seguito delle truppe americane, giungeva in Italia; successivamente, si
stabilì nel Cilento, dove poi sarebbe vissuto fra pescatori per quasi quaranta anni. È
morto centenario nel 2004. Durante il suo
lungo soggiorno italiano Keys notò un curioso paradosso: i popoli mediterranei, pur
assumendo nella loro alimentazione livelli
di grassi animali simili a quelli assunti dal
popolo statunitense, evidenziano una minor incidenza in malattie cardiovascolari.
Secondo i suoi studi e le sue intuizioni il
motivo è da ricercarsi nell’azione dell’olio
di oliva, che controbilancia i grassi animali
abbassando i livelli di colesterolo, nonché
nel consumo del vino rosso, che si rivela
un potente fattore protettivo grazie al suo
apporto di bioflavonidi dai notevoli effetti
antiossidanti.
Queste in sintesi sono le basi del modello nutrizionale dei popoli del bacino del Mediterraneo dalla Grecia, all’Italia meridionale alla
Spagna, da cui prende le mosse quel complesso di studi e di pubblicazioni che fanno
capo alla cosiddetta dieta mediterranea.
Il dottor Keys infatti nell’ambito degli studio epidemiologico condotto in ordine al
Seven Countries Study in ben sette paesi di
tre continenti (Stati Uniti, Giappone, Italia, Grecia, Jugoslavia, Olanda, Finlandia)
su 12.000 campioni compresi fra i 40 e 59
anni suddivise in 14 campioni, nonché della famosa opera intitolata “Mangiar bene e
star bene”, nella quale egli riporta gli anni
di studi e di esperienze condotte non solo
nella società americana ma anche e soprattutto durante il suo soggiorno in Italia, nel
Cilento in provincia di Salerno.
Keys aveva notato infatti che la popolazione
contadina locale si nutriva di pasta, pane,
frutta, verdura, moltissimi legumi, ottimo
olio extravergine di oliva, poco pesce, pochissima carne; queste ultime due voci incidevano poco sull’alimentazione non per scelta ma per povertà e sinonimo di povertà era
tutta la loro alimentazione, che però aveva
una ricaduta positiva incredibile: l’incidenza in malattie gastrointestinali e cardiovascolari era molto più bassa che nella società
americana. La mortalità superiore delle altre
popolazioni fu attribuita all’uso consistente
di grassi saturi quali burro, strutto e carni
rosse. Di questo egli si convinse e convinse
la Commissione del Senato Americano nella
sua famosa relazione: ne nacque così la Dieta Mediterranea intesa come regola di vita
che si basa sulla rivalutazione delle verdure
e dei prodotti in genere dell’agricoltura mediterranea, della pastasciutta condita con
olio e pomodoro, molto rivalutata oggi nella
stessa società statunitense.
“Se volete vivere più sani e più a lungo, nutritevi come si sono sempre nutriti i contadini
dell’Italia meridionale”: queste sue convinzioni egli ci comunica nella sua pubblicazione “Mangiar bene e star bene” e nel libro
"Eat well and stay well, the Mediterranean
way" edito negli anni 70.
Ne è conferma lo studio LYON condotto
dall’American Heart Association (AHA), la
DIETA MEDITERRANEA abbassa del 50% la
mortalità della malattia coronarica. A scanso
di equivoci però giova chiarire subito,come
punto cardine, che per dieta, intesa nel suo
autentico significato etimologico di vita,
stile di vita, modo di vivere, si indicano quel
complesso di abitudini alimentari e quell’organizzazione di più razioni alimentari nel
tempo grazie alle quali dall’alimentazione si
possano trarre i massimi vantaggi in rela-
15
CARDIO PIEMONTE • N. 4/2010 dicembre febbraio 2011
zione alla salute e all’efficienza fisica. E, a
voler essere ancor più chiari, la dieta è ed è
da considerarsi uno stile di vita, un modello alimentare che può essere portato avanti
per tutta la vita senza problemi di salute.
Qualunque “dieta” si discosti dagli standard
consigliati dalla scienza ufficiale anche dopo
anni può comportare seri problemi di salute del tipo di osteoporosi, anemia, squilibri
ormonali, disfunzioni ghiandolari ed altri
ancora non sempre riconducibili al modello
alimentare sbagliato che li ha generati.
È bene chiarire che nel delineare la dieta
stessa il prof. Keys si è riferito ad operai
e contadini che zappavano, che lavoravano
manualmente, che si spostavano a piedi o
con mezzi non meccanici. I più fortunati disponevano di un asino o di un mulo, ma più
che farsi trasportare, preferivano che fosse
trasportato alla loro casa il carico di frutta,
di legna o di fieno. Si muovevano pertanto,
impegnavano energie, bruciavano calorie e
quindi necessitavano indispensabilmente di
un apporto glucidico costante.
Nella dieta mediterranea, che non è abbondanza di pane e di pasta, il pane è integrale,
la pasta non è solo di grano duro ma di ce-
reali vari; molto spazio occupano i legumi;
la carne è poca e bianca, il pesce è azzurro;
molta è la verdura, abbondante è la frutta.
I pranzi o le cene dei contadini, ma è bene
chiarire che durante la giornata o c’era il
pranzo o la cena, quando c’erano, si articolavano sovente sul piatto unico: pasta e
fagioli, la tipica alimentazione contadina
dei tempi passati. Non per niente i legumi
erano detti “la carne dei poveri”; se poi la
pasta era fatta in casa all’uovo si realizzava
un piatto unico ricco di proteine nobili, glicidi complessi, preziosi minerali, vitamine e
fibre. Altri piatti erano pasta e ceci, lenticchie, piselli, minestroni vari con verdure e
legumi, pizza napoletana con alici, mozzarella e pomodoro; un buon bicchiere di vino
rosso bevuto a tavola innaffiava i pasti che
si concludevano con verdura e frutta, disponibili a iosa nei campi.
Quanto detto non riguarda solo la nostra società ma, pur nella diversità che distingue
i vari paesi europei mediterranei, si notano
elementi comuni di somiglianza ed omogeneità di una dieta, di cui proviamo a tracciare delle linee di sintesi.
La dieta mediterranea
Nel quotidiano
16
Cereali integrali e tuberi: pane e pasta di frumento integrale, mais,
farro, avena, grano saraceno, riso, patate.
Legumi secchi e verdi: fagioli, piselli, ceci, lenticchie, fave.
Frutta di stagione: mele, pere, arance, albicocche, pesche, angurie,
meloni, fragole, castagne, noci.
Verdure e ortaggi: rape, ravanelli, carote, insalate, spinaci, cicorie,
porri, asparagi, bietole, carciofi, cavoli, pomodori, melanzane, peperoni, zucchine, cipolle.
Condimenti: soprattutto olio extravergine di oliva; in subordine:
burro, lardo, strutto.
Erbe aromatiche: basilico, origano, aglio, prezzemolo.
Latte intero: di capra o di mucca; formaggi.
Vino.
Da una a tre volte a Carne: prevalentemente bianca, quindi di volatili da cortile: pollo e
tacchino; coniglio, maiale, vitello.
settimana
Pesce: prevalentemente azzurro: acciughe, sardine, aguglie, sgombri, spatole.
Uova: da utilizzare anche per la pastificazione casalinga.
Dolci e miele.
Sporadicamente
CARDIO PIEMONTE • N. 4/2010 dicembre febbraio 2011
Di quanto esposto proviamo ora a tracciare un quadro sinottico relativo ai gruppi alimentari,
nutrienti e funzioni.
GRUPPI DI
ALIMENTI
NUTRIENTI
FUNZIONI
CONSIGLI
Cereali: pasta,
pane, riso,
mais, farro.
Tuberi: patate
Glucidi (amido), proteine
vegetali di medio valore
biologico, vitamine del
complesso B, fibra
Energetica,
plastica.
Prediligere prodotti integrali;
consumare cereali per la
colazione e pranzo, limitarne
l’uso a cena.
Moderare il consumo di pizza,
pasta all’uovo, biscotti.
Frutta e
ortaggi.
Legumi freschi.
Provitamina A, vitamina C,
minerali, antiossidanti,
acqua, glucidi, fibra.
Regolatrice,
protettiva,
energetica.
Moderare il consumo di uva,
banane, fichi, succhi di frutta
zuccherati.
Consumare la frutta lontano dai
pasti.
Latte e derivati: Proteine animali di elevato Energetica,
formaggi,
valore biologico, minerali
plastica,
yogurt, ricotta. (calcio altamente biodispo- regolatrice.
nibile, fosforo) vitamine B2
e A, glucidi (lattosio).
Preferire latte e yogurt scremato o parzialmente scremato,
formaggi freschi e magri;
evitare panna e burro;
consumare con moderazione i
formaggi a pasta dura e fusi.
Carne, pesce,
uova.
Proteine animali di elevato
valore biologico, minerali
(zinco, rame, ferro altamente bio disponibile)
vitamine del complesso B.
Preferire carni
e pesce magri:
pollame, dentice,
merluzzo; pesce
azzurro, acciughe,
sardine, aguglie,
sgombri, spatole.
Consumare almeno due volte
a settimana pesce lessato o
arrosto.
Limitare l’uso di insaccati,
delle carni e pesci grassi, delle
frattaglie.
Consumare uova senza aggiunta
di grassi: sode o alla coque.
Legumi secchi: ceci, fave,
fagioli, lenticchie.
Plastica, energetica.
Fonte di proteine
vegetali di medio
valore biologico,
vitamine del complesso B, minerali:
ferro.
Grassi da condimento: olio
extravergine di
oliva, altri olii,
burro, margarina, lardo,
strutto.
Grassi, acidi grassi anche
essenziali, vitamine
liposolubili A e B.
Energetica.
Limitare l’uso di grassi in genere, specialmente se di origine
animale e fritti. Preferire gli
olii vegetali, in particolare
l’extravergine di oliva.
I nutrienti
L’alimentazione del tipo mediterraneo si articola sui tre pasti principali - colazione, pranzo e cena - e su due spuntini intermedi.
Da quanto emerge anche dai dati precedentemente esposti, contiene in media:
•55–60% di Glicidi, di cui l’80 % complessi (pane integrale, pasta, riso, mais)
e il 20 % di zuccheri semplici;
•10–15% di Proteine, delle quali 60% di
origine animale (carni bianche e pesce
azzurro) e il 40% di origine vegetale (fagioli, ceci, lenticchie e legumi);
•25–30 % di Grassi (prevalentemente
olio di oliva, strutto, burro);
•frutta e verdura occupano un posto di
rilievo per le vitamine, i minerali, gli antiossidanti e le fibre che forniscono.
17
CARDIO PIEMONTE • N. 4/2010 dicembre febbraio 2011
I GLICIDI costituiscono la maggior fonte
di energia, partecipano alla costituzione
di fattori vitaminici, di sistemi enzimatici,
nelle strutture cellulari come il DNA e nelle
membrane cellulari.
In base alla facilità di assorbimento si distinguono in:
• monosaccaridi (glucosio, fruttosio, mannosio);
• disaccaridi (maltosio, lattosio, saccarosio);
• polisaccaridi (amidi, glicogeno, fibre).
Nelle cellule e nel sangue si trovano sotto
forma di glucosio; a livello dei muscoli e del
fegato si immagazzina il glicogeno, il carburante dei muscoli, cioè l’associazione di
più molecole di glucosio (sono di facile assorbimento); il di più si trasforma in grasso
sottocutaneo di riserva. Per essere assorbiti
dall’intestino i disaccaridi e i polisaccaridi richiedono una scissione fino a monosaccaridi.
Strettamente connesso alla Dieta Mediterranea è l’Indice Glicemico: la misura della
velocità con cui un alimento comporta l’aumento della glicemia e quindi l’entità della
risposta insulinica. Tale indice viene tenuto sotto controllo dai fattori che riducono
la velocità di assorbimento degli zuccheri,
come la presenza di grassi insaturi, le fibre
idrosolubili, il rapporto tra fruttosio e glucosio. Per quanto attinente alla pastasciutta, influisce il tempo di cottura: più la si
consuma al dente, più si allungano i tempi
di digestione e di assorbimento, quindi risulta più basso l’indice glicemico.
I Glicidi rivestono ancora particolare importanza nello Sport dal momento che il sistema nervoso ed i globuli rossi del sangue
utilizzano specificamente il glucosio; nella
metabolizzazione delle proteine essi hanno
un ruolo specifico che poi viene completato
nella eliminazione di scorie azotate, in funzione disintossicante; nelle diete dimagranti infine intervengono nella demolizione dei
grassi contrastando l’acidità del sangue imputabile alla formazione di corpi che tonici,
derivati dall’acido acetoacetico.
18
Le PROTEINE sono particolarmente impor-
tanti per l’anabolismo proteico sia in fase
di accrescimento sia durante gli allenamenti
muscolari degli atleti. Esse possono essere
di origine animale (carni, formaggi, latte,
uova, pesci) oppure di origine vegetale (farinacei, verdure, legumi, frutta); in base alla
complessità della loro costituzione chimica
possono essere altresì semplici (aminoacidi
e derivati), composte e derivate. Esse sono
costituite da aminoacidi, otto dei quali, gli
aminoacidi essenziali, non sintetizzabili
dall’organismo, vengono introdotti nell’organismo solo mediante l’alimentazione:
leucina, isoleucina, valina, lisina, triptofano, metionina, fenilalanina, treonina.
Una dieta è sana ed equilibrata quando fornisce in sufficiente quantità tutti i nutrienti
e gli aminoacidi necessari. Alcuni alimenti
come le uova, la carne, il latte, i formaggi
contengono sufficienti quantità di aminoacidi essenziali.
Proteine contenute in alcuni alimenti:
Alimenti
% su 100g
Farina di pesce
64
Sanguinaccio
43
Formaggi
8-47
Pesce Fresco
10-22
Tonno
27
Legumi secchi
16-37
Legumi freschi
27
Prosciutto
22
Carne di cavallo, pollo, sardine
21
Tacchino, fegato
20
Salmone, sogliola, rombo
16
Uovo intero
13
Pane bianco
7
Latte di mucca intero
3.5
Fagioli verdi, spinaci, patate
3
Carote, pomodori, ravanelli
1
Frutta fresca
0.2-2
Zucchero
0
Fra gli aminoacidi, quello presente in quantità minore, che alla fine finisce col condizionare la sintesi proteica degli altri, è
CARDIO PIEMONTE • N. 4/2010 dicembre febbraio 2011
detto Aminoacido Limitante: la lisina nei
cereali, la metionina e cistina nei legumi,
lisina e triptofano nel mais, lisina e isoleucina nel riso; per ovviare offrendo un buon
bilanciamento di proteine ad alto valore si
usa l’abbinamento dei legumi con i cereali.
L’uovo con un indice di valore biologico di
97/100 è fra i primi posti della scala degli
alimenti per la completezza delle proteine
assimilabili.
Negli sport caratterizzati da notevole impegno muscolare sono metabolizzati gli aminoacidi a catena ramificata leucina, isoleucina, valina.
Per le persone sedentarie e comunque dopo
i 30 anni circa è preferibile ridurre drasticamente il consumo delle proteine di origine
animale incrementando il consumo di quelle
di origine vegetale: fagioli, ceci, lenticchie.
Aminoacidi a catena ramificata contenuti in
alcuni alimenti:
Alimenti
Isoleucina
Leucina
Valina
Parmigiano
67
97
72
Asiago
60
96
74
Prosciutto
crudo
46
79
48
Prosciutto
magro
55
75
56
Fave secche
60
96
74
Fontina
38
71
42
Pasta glutinata
56
74
60
Fagioli secchi
54
66
64
Coniglio magro
50
78
52
Tacchino
(petto)
56
84
60
Baccalà
54
83
57
Manzo magro
53
74
51
Pollo
55
82
55
Merluzzo
51
76
52
Maiale magro
68
78
74
Uovo intero
42
69
49
Pane integrale
44
86
61
Riso brillato
62
97
55
I GRASSI possono essere di origine animale: latte, burro, lardo, strutto oppure di
origine vegetale: olio di oliva, di semi, al-
cune margarine. Si presentano come Acidi
Grassi Saturi, distinti da un legame molecolare solido, di difficile scissione durante
il processo digestivo e quindi di digestione
lenta e laboriosa (acido stearico, butirrico,
palmitico, arachico), come Acidi Grassi insaturi caratterizzati da un legame chimico
più debole e quindi di maggior digeribilità e
più facile assorbimento; questi ultimi sono
contenuti nell’olio di oliva, mais, soia, ed
olio di fegato di merluzzo.
Generalmente i grassi forniscono energia e
svolgono complesse funzioni a livello cellulare; sono parte integrante dei fosfolipidi,
dei cerebosidi, del colesterolo e di alcuni
ormoni; hanno una funzione plastica nelle
membrane cellulari, sono i principali veicoli
delle vitamine liposolubili A,D,E,K.
Alcuni grassi, non sintetizzabili dall’organismo ma assumibili solo a mezzo alimentazione, sono definiti Grassi Essenziali:
acido linoleico, acido linolenico, acido
arachidonico.
Una particolare famiglia dei grassi essenziali sono gli Omega-3 e gli Omega-6.
Fonte principale degli Omega-3 sono i grassi di pesce, soprattutto di aringa, sardina,
sgombro, salmone ed inoltre l’olio di pesce,
l’olio di lino, semi, noci, legumi.
Gli Omega-6 invece si ricavano dagli oli
vegetali spremuti a freddo (soprattutto di
girasole e mais) da vegetali a foglie verdi,
cereali, legumi, noci e semi.
Entrambi hanno una funzione energetica,
contribuiscono alla formazione delle membrane cellulari, regolano il tono delle pareti
dei vasi sanguigni, abbassano la capacità
di aggregazione delle piastrine. Contribuiscono a contenere il colesterolo e l’artrite
reumatoide, sono indispensabili per le funzioni cerebrali e nervose, agiscono come
antiossidanti sui radicali liberi. Hanno un
ruolo molto importante nella produzione
degli eucosanoidi, particolari ormoni plurifunzionali regolatori di vari processi ormonali, intervengono sul sistema di difesa
immunitario,nei processi infiammatori, sulla pressione e la viscosità del sangue.
19
CARDIO PIEMONTE • N. 4/2010 dicembre febbraio 2011
Gli Omega-3 e gli Omega-6 agiscono in sinergia ma non in modo intercambiabile e
pertanto una alimentazione equilibrata
deve prevedere la presenza di entrambi. Alcuni grassi, specialmente di origine animale
contengono un elevato tasso di colesterolo, che predispone a molte malattie legate
all’arteriosclerosi.
Il colesterolo tuttavia non è solo negativo;
esso si distingue in L.D.L. ed H.D.L.
L.D.L. è una lipoproteina a bassa densità
avente ruolo nella distribuzione di grassi e
colesterina nelle cellule: è il colesterolo accumulatosi nel sistema cardio – circolatorio;
H.D.L. è una lipoproteina ad alta densità
con funzione di salvaguardia e riduzione del
colesterolo L.D.L.
In una dieta mirante a limitare i livelli di
colesterolo L.D.L. si preferiscono verdure,
pollame, olio di oliva e comunque oli di origine vegetale, alcool da assumere in quantità modiche; sono da evitare uova, carni
ghiandolari, manzo, prosciutto e insaccati
vari, latte e latticini.
Le VITAMINE agiscono come catalizzatori
nei processi metabolici dei nutrienti e nei
processi energetici; sono anche definite
“alimenti protettivi” poiché senza di esse le
cellule non sono in grado di costruire il protoplasma e di costruire energia. Il miglior
apporto di vitamine è garantito da verdura
e frutta fresca di stagione, le quali invece,
fuori stagione vedono calare paurosamente
il loro apporto nutritivo a seguito dei trattamenti subiti; i cibi conservati perdono fino
alla metà del loro contenuto in vitamine che
essi garantivano in origine.
20
I SALI MINERALI sono indispensabili nello
svolgersi delle varie funzioni organiche. Essi
sono i costituenti principali delle cellule e
dei tessuti, di cui regolano gli scambi osmotici, garantiscono l’equilibrio acido – basico
del sangue (ph), sono regolatori del metabolismo idrico e del volume del sangue. I
principali sali sono calcio,cloro, ferro, fosforo, iodio, magnesio, potassio, rame, sodio,
zolfo, di cui sono molto ricchi acqua, frut-
ta, verdura. I Sali, prodotti endogenamente
dall’organismo o in esso introdotti mediante
alimentazione, contrastano efficacemente
l’azione negativa di Radicali Liberi, i quali, lasciati indisturbati i un’azione continua,
avrebbero notevole ruolo nell’insorgenza
di gravi patologie come il cancro, diabete,
sclerosi multipla, morbo di Parkinson e di
Alzhaimer, e molte altre ancora. Giova tener presente però che ogni antiossidante si
limita a contrastare uno o al massimo due
specifici radicali liberi, perciò è necessaria
un’alimentazione ricca, varia e completa,
atta ad un’efficace azione antiossidante: 5 o
6 etti di frutta e verdura fresche di stagione,
ripartite in almeno due etti di frutta e tre di
verdura al giorno.
La dieta mediterranea si caratterizza per
l’alto numero di fibre alimentari di cui frutta, verdura e cibi integrali dispongono, che
l’uomo non può utilizzare con finalità energetiche. Esse si dividono in Fibre Idrosolubili e Fibre non Idrosolubili. Entrambe
offrono vantaggi differenti: le Idrosolubili
non forniscono calorie, aumentano in senso di sazietà, catturano in parte zuccheri,
grassi e colesterolo rallentandone i processi di assorbimento; le non Idrosolubili non forniscono calorie, favoriscono lo
svuotamento dell’intestino facilitando la
peristalsi,neutralizzano parte del colesterolo, dei sali prodotti dalla bile e sostanze
tossiche diverse.
Entrambe sono poco tollerate in presenza
di colite ulcerosa, assorbono minerali come
ferro, calcio e zinco, se ingerite in quantità
notevoli.
CARDIO PIEMONTE • N. 4/2010 dicembre febbraio 2011
Conclusioni
Oggi si levano voci di dissenso o di totale
contestazione verso la dieta mediterranea:
qualcuno parla di “Dieta Italiana” piuttosto
che di “Dieta Mediterranea”; altri negano
che in Italia ci sia mai stata una tal dieta.
Il non consenso, totale o parziale che sia,
nulla toglie all’importanza che la Dieta
Mediterranea ha acquisito. È pur vero che
il professor Ancel Keys non ha indicato il
quantum da assumere nel quotidiano, ma
sono altrettanto valide le linee guida da
lui tracciate che spingono ad un mangiare
vario, sano, equilibrato, in funzione di un
fitness da riguardare costantemente. Se i
popoli italiano, statunitense o comunque
dell’Europa occidentale sono diventati o
tendono a diventare obesi, ciò non è imputabile alla dieta, ma semmai alla inosservanza della stessa.
Al di là delle critiche comunque, positive
o negative che siano, un nuovo motivo di
approfondimento nasce negli ultimi periodi dalla Dieta Mediterranea: l’olio di oliva
protegge dal cancro!
Ricercatori statunitensi e spagnoli hanno
scoperto che la Dieta Mediterranea, basandosi sul cospicuo uso dell’olio di oliva ricco di acido oleico, protegge dal tumore al
seno.
Gli studiosi, a cui precedentemente accennavamo, infatti nei loro articoli sulla prestigiosa rivista “Annals of Oncology” prevedono un prossimo ruolo dell’acido oleico nelle
cure e nei trattamenti contro il cancro. Nei
loro esperimenti in laboratorio su campioni
di cellule di tumore al seno gli scienziati
hanno dimostrato che l’acido oleico riduce
notevolmente i livelli dell’oncogene Her–2/
neu detto anche erb B–2. In un quinto dei
pazienti affetti da tumore al seno si sono
scoperti alti livelli di tale oncogene associati a tumori molto aggressivi con prognosi
infausta. L’acido oleico non solo sopprime
l’espressione eccessiva del gene, ma, come
evidenziato in altri test, migliora l’efficacia
del trattamento con trastuzumab (Herceptin), l’anticorpo monoclonale che ha come
bersaglio il gene Her–2/neu, consentendo
di prolungare la vita di molte persone affette dal suddetto tumore.
Il principale autore degli studi sopra descritti, Javier Menendez, ricercatore della
Northwestern University di Chicago, ha dichiarato che i risultati fin qui ottenuti confermano i precedenti studi epidemiologici i
quali mostrano e dimostrano come la Dieta
Mediterranea protegga dal cancro, da malattie cardiovascolari e della vecchiaia.
Broccoli e banane proteggono l'intestino
Gli estratti di broccoli e banana possono aiutare a combattere alcune infezioni all'intestino. Lo ha dimostrato uno studio pubblicato dalla rivista Gut, che proseguirà testando
estratti di questi vegetali su pazienti affetti dal morbo di Crohn, una patologia che colpisce l'apparato digerente. I ricercatori dell'Università di Liverpool hanno studiato su colture cellulari di malati del morbo di Crohn, provocato da infezioni intestinali croniche, come
le fibre vegetali influenzano il passaggio di alcuni batteri nelle cellule dell'intestino, verificando che broccoli e banane hanno i migliori effetti nel proteggere dai microrganismi
pericolosi, mentre un additivo tipico del cibo precotto ha l'effetto contrario.
"Lo studio dimostra che l'alimentazione ha un ruolo grandissimo nel regolare il movimento dei batteri nell'intestino - ha spiegato Barry Campbell, uno degli autori
- e almeno dai test in laboratorio sembra poter aiutare anche i pazienti affetti
dal morbo".
Lo studio proseguirà sperimentando su alcuni pazienti affetti dalla
malattia di Crohn alcuni estratti della banana, per verificare se i
benefici si ottengono anche 'in vivo'.
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CARDIO PIEMONTE • N. 4/2010 dicembre febbraio 2011
Miele, latte caldo e infusi: rimedi
naturali contro la tosse
I rimedi naturali per combattere la tosse e liberare le vie respiratorie dal muco in eccesso
sono da sempre uno dei cavalli di battaglia delle
nonne: a chi non è mai stato consigliato un latte
caldo con miele o un infuso di erbe?
Nel caso dell'azione benefica del miele, ci sono
ormai numerosi studi scientifici che, come sempre più spesso accade, ne confermano l'efficacia.
Scopriamo insieme alcuni di questi segreti della
medicina popolare.
Miele
Il miele (meglio se sciolto in una lazza di latte
caldo) è di sicuro il migliore rimedio naturale
per curare la tosse: le sue proprietà emollienti
e addolcenti con forte azione antibatterica - già
conosciute dagli antichi Egizi e dalla medicina
tradizionale di molti popoli – lo rendono efficace
nella cura della tosse e del mal di gola.
Latte e cipolla
Un'antica ricetta per calmare la tosse ha come
“principio attivo” la cipolla: bollire in un po' di
latte qualche fetta di cipolla, filtrare e bere caldo; sembra un intruglio malefico, ma l'aggiunta
di miele lo renderà dolce e piacevole.
Infusi
La tradizione è ricca di infusi utile per eliminare
tosse e catarro, da quello di bacche di ginepro
pestate a quello di origano, passando per il decotto di liquirizia e salvia.
Tè ai chiodi di garofano
Il tè ai chiodi di garofano è un ottimo rimedio
per raffreddore e tosse, sia bevuto sia inalandone i vapori provocati dall'acqua bollente.
Sciroppo di barbabietole
Tagliare delle barbabietole rosse a rondelle non
troppo spesse, metterle in un piatto e ricoprirle
di zucchero. Dopo qualche ora le barbabietole
avranno prodotto uno “sciroppo” dolce rosso: un
cucchiaio 3 volte al giorno serve a calmare la
tosse.
Balsamo del tolù
Il tolù è un grande albero che cresce in Venezuela e da cui si raccoglie la resina (ricca di acidi
fenolici) tramite incisioni nella corteccia.
Il balsamo di tolù svolge un’azione antibatterica
su molti germi presenti nell’apparato respiratorio e favorisce la fluidificazione del catarro, con
effetti espettoranti e disinfettanti.
Il cuore delle donne sempre più a rischio: come proteggerlo
La prima causa di morte tra le donne over50 sono le malattie cardiovascolari: è questa
l’allarmante notizia emersa durante un recente congresso sulla menopausa a Madrid. In
Italia sono circa 135mila i decessi femminili
causati da problemi cardiovascolari, contro
i 108mila che si registrano tra gli uomini.
Insomma, i numeri parlano chiaro: dopo i
50-55 anni fino al 75% dei decessi femminili (esclusi gli incidenti) è dovuto a un
ictus o a un infarto.
Ipertensione, colesterolo, diabete, sovrappeso e i classici sintomi della menopausa:
sono queste le ‘bestie nere’ per le donne.
I cinquant’anni sono un periodo molto
delicato per le donne, che si trovano a
dover gestire cambiamenti e squilibri
causati dalla menopausa. Basti pensare
che il 49% delle italiane in menopausa soffre di iper-
22
tensione, il 38% ha valori di colesterolo elevati, il
10% soffre di diabete e oltre il 30% è in sovrappeso.
E sono proprio questi fattori, insieme ai cambiamenti
legati all’inizio della menopausa e al calo degli estrogeni, a rendere più sensibili le donne e ad aumentare
il rischio di malattie cardiovascolari.
Come proteggere, dunque, le donne over-50 dai disturbi cardiovascolari? È prima di tutto indispensabile
condurre uno stile di vita regolare e sano, ridurre i
consumi di fumo e alcol, fare attività fisica moderata e regolare ed eventualmente seguire, dietro stretto
controllo medico, una terapia ormonale sostitutiva.
Nonostante i dubbi che ancora e spesso la circondano,
la terapia ormonale, se seguita in modo tempestivo e
corretto, non comporta rischi, anzi porterebbe a una
riduzione del rischio cardiovascolare (del 35-50%) e
dell’insorgere di cancro al polmone (del 24%), senza
dimenticare i positivi effetti su pressione sanguigna,
umore e benessere generale.
CARDIO PIEMONTE • N. 4/2010 dicembre febbraio 2011
Ansia: la richiesta d’aiuto
Nella maggior parte dei casi i disturbi d’ansia
non appaiono gravi in rapporto alle caratteristiche della sintomatologia psichiatrica: essa infatti non degenera mai nell’alienazione mentale,
nonostante i tipici timori dei pazienti in questo
senso (“ho la sensazione di impazzire”).
Al contrario, nonostante le apparenze, i disturbi
d’ansia richiedono una specifica attenzione clinica sia per il livello di sofferenza soggettiva sia
per la disfunzione personale che essi determinano. A volte la presenza di un disturbo d’ansia
può penalizzare significativamente le potenzialità di successo personale: alcuni individui non
riescono ad affrontare situazioni sociali o lavorative per cui sarebbero perfettamente preparati
(ad es. nella fobia sociale o nel disturbo di panico) mentre altri non riescono ad utilizzare in
modo fluido le proprie abilità intellettive (come
del disturbo ossessivo-compulsivo).
Proprio a causa delle loro condizioni psicologiche, i pazienti ansiosi possono vergognarsi di
riferire i propri sintomi (“non voglio essere preso per matto”) o temere le conseguenze degli
interventi di cura e riabilitazione (“i farmaci
possono far male”, “lo psicoterapeuta può condizionare le mie scelte personali”).
Spesso, sotto la pressione del disagio, le persone si confidano in prima battuta con familiari,
amici, istruttori di discipline fisiche o spirituali; altre volte esse ricercano il senso del proprio
malessere attraverso la lettura di opere letterarie
o filosofiche, oppure investendo impropriamente
le pratiche religiose.
La frequente autosomministrazione di farmaci
ansiolitici (in genere benzodiazepine come diazepam, lorazepam, alprazolam) raramente risulta pericolosa in sé, ma ritarda la diagnosi clinica
e facilita la cronicizzazione del disturbo.
Assai più dannoso è invece rivolgersi all’alcol per
“distendere i nervi”, dato che sussiste il rischio
di sviluppare dipendenza e/o di provocare danni
all’organismo. I medici di famiglia ricevono di
solito la prima richiesta d’aiuto professionale da
parte dei soggetti ansiosi, oppure sospettano o
identificano un ruolo causale dell’ansia nei sintomi fisici dei loro pazienti.
Dal momento che alcuni sintomi d’ansia possono
essere prodotti da malattie fisiche, è comunque
importante che un medico (di medicina generale
o specialista in aree specifiche) escluda preventivamente la presenza di alcune patologie (es.
ipertiroidismo, anemia, malattie cardiache o
polmonari).
Altre persone ansiose possono rivolgersi direttamente ad uno psicoterapeuta in base a co-
noscenze personali. Però non si dovrebbe mai
intraprendere un trattamento farmacologico o
psicologico senza l’inquadramento preliminare
di uno psichiatra, che deve effettuare la diagnosi differenziale ed informare il paziente su
tutte le possibili opzioni di cura idonee al caso
specifico.
La psichiatria costituisce infatti la specializzazione medica deputata alla comprensione ed
alla cura dei disturbi mentali e comportamentali
sulla base di conoscenze scientifiche interdisciplinari.
A cura del Dott. Pozzi Gino
Dirigente Medico Consultazione psichiatrica
(UOC)
Policlinico Gemelli
Un nuovo farmaco riduce
del 16% la mortalità per
fibrillazione atriale
Il dronedarone, la nuova molecola da
poco approvata in Italia per trattare la
fibrillazione atriale, evita a un paziente
su quattro l'ospedalizzazione per cause
cardiovascolari, riduce del 34% il rischio
di ictus cerebrale e abbassa la mortalita'
del 16%.
Il farmaco si aggiunge all'armamentario
terapeutico dei cardiologi come trattamento di prima linea in tutti i pazienti con fibrillazione atriale parossistica,
un’aritmia che si manifesta in episodi
acuti risolvibili spontaneamente o permanente.
Lo studio Athena, che ha coinvolto oltre
4.600 pazienti con fibrillazione atriale e
29 centri italiani, ha dimostrato la riduzione del 26% delle ospedalizzazioni
e puo' evitare la morte a un paziente
su sei.
Il nuovo farmaco inizialmente sara' prescritto da medici specialisti (cardiologi,
geriatri, medici internisti e di medicina
d'urgenza), e la terapia potra' poi essere proseguita dai medici di medicina
generale.
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CARDIO PIEMONTE • N. 4/2010 dicembre febbraio 2011
Notizie dal Mondo
da Internet
Lavorare in ambiente rumoroso
aumenta i rischi cardiaci
Lavorare in un ambiente di lavoro rumoroso
raddoppia il rischio di problemi cardiaci. Lo
afferma uno studio pubblicato dal British
Medical Journal, secondo cui in chi ha un
età inferiore ai 50 anni il rischio aumenta
di 4 volte. I ricercatori dell'Università canadese della British Columbia hanno studiato i
dati 6mila lavoratori di almeno 20 anni che
avevano partecipato ad una ricerca statunitense tra il 1997 e il 2004. La maggior parte
dei partecipanti che lavorava in un ambiente giudicato rumoroso, cioé in cui dovevano
alzare la voce per parlare, avevano un'alta
probabilita' di avere fattori di rischio cardiovascolare, tra cui il fumo e l'eccesso di
peso, e tra quelli sotto i 50 anni la percentuale di coloro che soffrivano di angina,
problemi alle coronarie o che avevano avuto
un attacco di cuore era 4 volte più alta.
La cipolla rossa è amica del cuore
Cipolla rossa toccasana per il cuore e nemico del
colesterolo.
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L'ortaggio potrebbe essere la risposta giusta
per ridurre i livelli del colesterolo cattivo,
contribuendo a prevenire l'insorgenza delle
malattie cardiache.
È quanto emerso da uno studio della Chinese University di Hong Kong riportato dal
quotidiano britannico 'Daily Mail'. I ricercatori hanno scoperto che la cipolla rossa, comunemente usata nella cucina mediterranea
e indiana, aiuta a rimuovere il colesterolo
cattivo dal corpo, che può causare attacchi
di cuore e ictus.
Allo stesso tempo, quest'ortaggio mantiene
il colesterolo buono del corpo che aiuta a
proteggere dalle malattie cardiache.
Per arrivare a queste conclusioni gli scienziati hanno sottoposto un gruppo di topolini a una dieta a base di cipolle rosse. Hanno
così scoperto che, dopo otto settimane, il
livello di colesterolo cattivo, o le lipoproteine a bassa densità (LDL), è sceso in me-
dia del 20 per cento.
Allo stesso tempo
non è stata registrata alcuna
riduzione dei
livelli di colesterolo buono,
noto anche come
lipoproteine
ad
alta densità (HDL).
"Nonostante le ampie ricerche sulla cipolla - ha detto Yu Chen Zhen,
che ha coordinato lo studio - si sa poco di
come il loro consumo interagisca con i geni
umani e con le proteine coinvolte nel metabolismo del colesterolo".
Lo studio, ha continuato, "è il primo nel suo
genere a studiare l'interazione delle cipolle
rosse con le funzioni biologiche. I nostri risultati consentono di sostenere che il consumo regolare di cipolla rossa riduce il rischio
di sviluppare una malattia cardiaca".
Cioccolato, un alleato per il cuore
Ricerca conferma i benefici prodotti dai flavonoidi
Una nuova conferma arriva dall'ultimo studio sugli effetti del cioccolato pubblicato
sulla rivista Clinical Nutrition. La ricerca,
che ha coinvolto 5.000 volontari americani, sostiene che mangiare cioccolato cinque
volte a settimana produce una riduzione del
rischio cardiovascolare del 57 per cento.
Seguiti nelle loro abitudini alimentari e nello stile di vita condotto, i volontari hanno
mostrato una minor propensione alle patologie cardiache proporzionalmente alla loro
passione per il cioccolato, in particolare
quello fondente. Tutto merito dei flavonoidi, potenti antiossidanti presenti fra l'altro
anche in frutta, verdura e tè.
Come detto, diverse ricerche in precedenza
hanno già evidenziato i benefici derivanti
dagli antiossidanti del cacao. I flavanoli del
cacao, ad esempio, possono più che raddoppiare il numero di cellule in grado di riparare e preservare i vasi sanguigni.
CARDIO PIEMONTE • N. 4/2010 dicembre febbraio 2011
Secondo uno studio scientifico, voluto da
Mars Incorporated, i flavanoli del cacao
possono avere un ruolo importante nella
dieta dei pazienti affetti da patologie cardiovascolari.
Il rivoluzionario studio, pubblicato sul prestigioso Journal of the American College of
Cardiology, ha sottolineato che il consumo
quotidiano di flavanoli del cacao può più
che raddoppiare il numero di cellule angiogeniche che circolano nel sangue. È stato
dimostrato che queste cellule hanno funzioni di riparazione e conservazione dei vasi
sanguigni, aspetto questo che può contribuire ad una sana circolazione sanguigna.
I flavanoli sono un tipo di fitonutrienti appartenenti al più ampio gruppo dei flavonoidi. Sono naturalmente contenuti nel cacao
ma, spesso, il processo di lavorazione a cui
il cacao viene sottoposto per la produzione
del cioccolato, fa in modo che gran parte di
questi composti vadano persi. I ricercatori
ritengono che i flavanoli possono mantenere in salute i vasi sanguigni ed abbassare il
rischio di aggregazione piastrinica che provoca la coagulazione del sangue. La scarsa
funzionalità dei vasi sanguigni, infatti, è
riconosciuta come il primo passo nel processo di sviluppo di malattie cardiovascolari
quale l’arteriosclerosi. Inoltre, secondo uno
studio pubblicato nel 2005 sul New England
Journal of Medicine, livelli crescenti di cellule angiogeniche sono state associate ad
una diminuzione del rischio di morte dovuta
a cause cardiovascolari.
Le noci aiutano a
diminuire gli effetti
dello stress
Una dieta ricca di noci aiuta a
combattere gli effetti biologici dello
stress.
Lo ha scoperto una ricerca pubblicata dal
Journal of the American College of Nutrition, secondo cui mangiare 9 noci al giorno
diminuisce sia la pressione totale che l'aumento della pressione dovuta alle situazioni
stressanti.
I ricercatori hanno studiato 22 adulti sani
con il colesterolo alto, fornendo loro tutti i pasti per sei settimane. I soggetti che
avevano un'alta quantità di noci nella dieta,
sottoposti a prove stressanti come parlare
in pubblico o immergere i piedi nell'acqua
fredda, hanno mostrato un minore aumento della pressione, e la migliore condizione
circolatoria è stata confermata anche con
degli esami che misuravano la dilatazione
delle vene.
"È la prima volta che si trova un beneficio simile da parte di un alimento nei confronti di
un effetto dello stress - hanno scritto i ricercatori - questo può essere molto utile perchè
non possiamo evitare i fattori di stress nella
nostra vita".
Come potete vedere o leggere, le proprietà delle noci sono quasi infinite. Vi sono
però molte disparità da parte degli scienziati, sulla quantità di noci da mangiare ogni
giorno.
Vi è chi afferma che bastano 3 noci al giorno, altri 5, in questo articolo addirittura
occorre mangiarne 9.
A voi la decisione, ma il consiglio è di mangiarne sempre.
Per questo motivo la nostra onlus, distribuisce da anni le noci ed anche in questo
fine 2010 e 2011, lo faremo sia nelle nostre abituali manifestazioni o convegni, sia
nella nostra postazione al giovedì mattina
all'ingresso dell'ospedale molinette di torino: corso Bramante, 88 sino ad esaurimento
delle scorte acquistate.
Un'altra ricerca all’avanguardia ha dimostrato che l’attività fisica, unita ad una terapia
farmacologia sperimentale, può aumentare
i livelli di cellule angiogeniche, ma lo studio pubblicato sul JACC è il primo a dimostrare tali benefici attraverso un intervento
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CARDIO PIEMONTE • N. 4/2010 dicembre febbraio 2011
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nella dieta. In un trial clinico doppio cieco
in sequenza controllata di 30 giorni, i partecipanti allo studio hanno bevuto sia una
bevanda ricca di flavanoli del cacao che una
bevanda a basso contenuto di flavanoli. Dallo studio è emerso anche che l’assunzione di
cacao ricco in flavanoli riduce significativamente la pressione sistolica, un importante
fattore di rischio per patologie cardiache ed
infarto, e migliora la funzionalità dei vasi
sanguigni fino al 47% rispetto ad un basso
consumo di flavanoli in adulti con malattie
cardiovascolari gravi e sotto terapia.
Questa ricerca sostiene le evidenze pubblicate precedentemente da ricercatori Mars e
dai loro collaboratori accademici che avevano individuato una positiva correlazione tra
la dose di flavanoli consumata e gli immediati miglioramenti nel FMD (Flow Mediated
Dilation – dilatazione mediata del flusso,
un parametro che misura la salute dei vasi
sanguigni, per esempio la capacità di un
vaso di rilassarsi). “È il meglio da entrambi i mondi. Non capita spesso di riuscire ad
identificare un composto alimentare naturale
che risulta avere effetti benefici migliori di
un trattamento medico” ha dichiarato Carl
Keen, PhD, Professor of Nutrition and Internal Medicine presso la University of California-Davis e uno degli autori dello studio.
“E forse ancora più importante, abbiamo scoperto per la prima volta che i flavanoli del
cacao potrebbero anche far muovere direttamente cellule importanti in grado di riparare
vasi sanguigni danneggiati. I benefici sono
sostanziali, senza alcun effetto avverso rilevato”, ha aggiunto l’altro autore dello studio
Christian Heiss, MD, Dr med, Heinrich-Heine
University.
“Insieme ai partner del mondo accademico,
Mars Inc. sta studiando i flavanoli del cacao da circa vent’anni” ha affermato Hagen
Schroeter, PhD, scienziato di Mars Inc. e autore dello studio. “Questa è una delle scoperte più affascinanti e potenzialmente più difficili da raggiungere che abbiamo mai fatto
negli anni recenti, in quanto apre una nuova
strada alla ricerca verso la comprensione di
come i flavanoli del cacao possano giovare
alla salute umana. Certamente sono necessari ulteriori studi per confermare e consolidare tali evidenze ma siamo incuriositi dal
potenziale dei flavanoli in ambito di dieta
alimentare e strategie farmaceutiche per la
prevenzione e il trattamento delle malattie
cardiovascolari”.
Avandia ritirato dal commercio
Farmaco a base di rosiglitazone pericoloso per
il cuore
Tre anni fa il primo campanello d'allarme,
ora per il farmaco basato sul Rosiglitazone
arriva il ritiro dal commercio, almeno per
quanto riguarda l'Europa. È quanto ha deciso
l'Ema, l'Agenzia europea del farmaco, anche
sulla base dei risultati di uno studio pubblicato sul New England Journal of Medicine,
secondo cui uno dei farmaci più usati contro
il diabete di tipo 2, l’Avandia, aumenta nei
pazienti il rischio di attacco cardiaco.
Nello studio ormai famoso dei medici della
Cleveland Clinic, che hanno condotto una
revisione di 42 studi precedenti nei quali
erano coinvolti 28mila pazienti trattati con
il farmaco, si afferma che il rischio di un
attacco di cuore aumenterebbe del 43%,
mentre quello di morte da problemi cardiovascolari del 65%. La ricerca, firmata dagli
scienziati americani Steven Nissen e Kathy
Wolski, è stata effettuata esaminando studi
che hanno coinvolto 15.560 pazienti trattati con Avandia e altri 12.283 in cura con
altri prodotti o in gruppo placebo, tutti con
un’età media inferiore ai 57 anni e in leggera prevalenza uomini.
L'azienda produttrice si è dichiarata disponibile a fornire tutti i dati richiesti dall'Ema
per sospendere la decisione del ritiro del
farmaco, convinta che i benefici per i malati
di diabete di tipo II superino i rischi, ma
al momento l'Ema ha invitato i pazienti a
rivolgersi al proprio medico per rivedere la
terapia adottata. Dall'altra parte dell'oceano, invece, il farmaco rimane in vendita, ma
la Food and Drug Administration ha imposto
una revisione in senso restrittivo dei parametri per l'accessibilità al medicinale.
CARDIO PIEMONTE • N. 4/2010 dicembre febbraio 2011
SCHEDA D'ISCRIZIONE A SOCIO
rinnovo Il Consiglio Direttivo
Amici del Cuore onlus
Presidente
Roberto Guido Bijno
Vice Presidente
Sebastiano Marra
Tesoriere
Antonio Cerrino
Segretario
Enzo Bruno
Consiglieri
Fiorenzo Ardizzone
Ezio Bosco
Michelangelo Chiale
Luisella Chiara
Danilo Danielis
Ida Fonnesu
Carla Giacone
Giancarlo Piccinelli
Piero Podestà
Rita Porta
Caterina Racca
Sindaci
Cesarina Arneodo
Fausta Galante Pazè
Giuseppe Mamoli
Comitato Scientifico
dr. Sebastiano Marra
dr. Marco Sicuro
dr.Tullio Usmiani
Comitato di Redazione
Ezio Bosco
Michelangelo Chiale
Carla Giacone
Piero Podestà
___________________
Progetto grafico della rivista
Roberta Serasso
Fotografie
Fiorenzo Ardizzone
nuovo
IL SOTTOSCRITTO/A
NATO/A
IL
RESIDENTE A
VIA
CAP
TELEFONI
CELLULARI
EMAIL
Chiede di poter far parte come Socio/a della Onlus e provvede a versare l'importo di
Euro
quale Socio
(socio ordinario socio sostenitore socio benemerito, sopra i Verso la quota in:
25 e,
100+25 e,
500+25 e)
contanti
con bonifico bancario presso
Banca Intesa Torino Via Garibaldi, 45
IBAN IT52 A030 6901 1380 1724 2810 197
C.C. 017242810197
per conto corrente postale n. 19539105
intestato a:
AMICI DEL CUORE PIEMONTE Onlus
CASELLA POSTALE 217
10100 TORINO
FIRMA
DATA
Spedire la scheda di iscrizione a:
Amici del cuore Piemonte-Onlus
Ospedale Molinette- Cardiologia 2
Corso Bramante, 88 10126 Torino
VORREBBE FARE IL VOLONTARIO? SI
NO
Apportando la firma in calce al presente modulo, manifesto il mio consenso al trattamento
dei dati, nel solo ambito delle finalità e modalità dell’attività sociale della Onlus. Autorizzo
il Presidente, pro tempore, ad informatizzare il mio nome nell’elenco dei Soci, che non
verrà comunicato a terzi, fuori dall’ambito della stessa.
Mi riservo di tutelare i miei diritti in ogni momento, qualora tale disposizione non venga
osservata
27
Corso di rianimazione
cardiopolmonare e
defibrillazione precoce
per soccorritori non
sanitari
In considerazione del grande
successo avuto,
il Consiglio Direttivo della nostra
Onlus ha deciso di proseguire
per il 2011 questa iniziativa
proponendo ben 4 corsi che
si terranno presumibilmente
nei mesi di: marzo, maggio,
settembre, novembre.
a cura della dr. ssa PATRIZIA VITOLO
Coloro che sono interessati a
parteciparvi possono prenotarsi a
partire dalla fine di gennaio 2011
via e-mail: [email protected]
oppure chiamare il numero
011 633.55.64
Si consiglia un abbigliamento
sportivo e comodo
PIEMONTE ONLUS
Associazione di volontariato per la
prevenzione delle malattie cardiovascolari
OSPEDALE MOLINETTE DI TORINO
REPARTO DI CARDIOLOGIA 2 dr. S. Marra
C.so Bramante, 88 10126 Torino
TELEFONI: 011-6335564
CELL. 346-1314392
www.centrocardio.it
Donazioni:
Amici del Cuore Piemonte Onlus
IBAN IT52 A030 6901 1380 1724 2810 197
C.F. 97504090016
fine del numero - arrivederci al prossimo -