Disturbi dello Spettro Autistico: elementi di clinica Giovanni Valeri UOC Neuropsichiatria Infantile IRCCS – OPBG 2015 • • • • • DIAGNOSI EPIDEMIOLOGIA EZIOLOGIA MODELLI PSICOLOGICI TERAPIA • 1943 Kanner L. Autistic disturbances of affective contact • 1944 Asperger H. Die autistischen Psychopathen im Kindesalter • DSM-I (1952) e DSM-II (1968) • Childhood schizophrenia • DSM-III (1980) PDD Pervasive Developmental Disorders • DSM-III-R (1987) • DSM-IV (1994) e DSM-IV-TR (2000) • DSM 5 (2013) ASD Autism Spectrum Disorders • Con il DSM-III (1980) è stato introdotto il termine (e il concetto nosografico) di DEVELOPMENTAL DISORDERS (DD) per descrivere i disturbi caratterizzati da atipie nello sviluppo di funzioni psichiche di base, con esordio precoce e con decorso continuo. • Differenziati in • SDD Specific Developmental Disorders e • PDD Pervasive Developmental Disorders • Con il DSM-III (1980) è stato proposto il termine PERVASIVE DEVELOPMENTAL DISORDERS (PDD) per descrivere i disturbi caratterizzati da atipie nello sviluppo di molteplici funzioni psichiche di base, che sono implicate nello sviluppo delle competenze sociali e comunicativo-linguistiche, come l’attenzione, la percezione e la programmazione motoria. • In italiano il termine Pervasive Developmental Disorders è stato tradotto come DISTURBI GENERALIZZATI DELLO SVILUPPO (DGS) nel DSM-III e nel DSM-IV; come SINDROMI DA ALTERAZIONE GLOBALE DELLO SVILUPPO PSICOLOGICO nell’ICD-10. DSM 5 - NEURODEVELOPMENTAL DISORDERS DSM IV "Disorders Usually First Diagnosed in Infancy, Childhood, or Adolescence" diventano "Neurodevelopmental Disorders," • • • • • • Intellectual Developmental Disorders Communication Disorders Autism Spectrum Disorder Attention Deficit/Hyperactivity Disorder Specific Learning Disorder Motor Disorders NEURODEVELOPMENTAL DISORDERS • I disturbi neurodevelopmental, tutti ad esordio precoce, sono caratterizzati da: • si manifestano tramite un sviluppo ritardato/atipico (delay/deviance) in caratteristiche psicologiche fortemente influenzate dalla maturazione del SNC (es. le competenze non possono svilupparsi finché la struttura neuronale corrispondente non sia organizzata). • il decorso è continuo (e non con remissioni e ricadute, tipico invece di molti dei disturbi mentali multifattoriali) DSM5 - Disturbi dello Spettro Autistico A) Deficit persistenti nella comunicazione sociale e nella interazione sociale che si manifestano attraverso tutti i seguenti criteri: • 1) Deficit nella reciprocità socio-emozionale; • 2) Deficit nella comunicazione non verbale,. • 3) Deficit nello sviluppare e nel mantenere relazioni sociali, B) Un pattern ristretto e ripetitivo di comportamenti, interessi o attività, che si manifesta in almeno due dei seguenti criteri: • 1) Eloquio, movimenti motori o uso degli oggetti stereotipato o ripetitivo, • 2) Eccessiva aderenza a routine, pattern ritualizzati di comportamenti verbali o non verbali, oppure eccessiva resistenza al cambiamento • 3) Interessi altamente ristretti e fissi, atipici per intensità o per focalizzazione, • 4) Iper- o Ipo- sensibilità a input sensoriali o interessi atipici per aspetti sensoriali dell’ambiente, C) I sintomi devono essere presenti nell’infanzia,. D) I sintomi nel loro insieme limitano e compromettono il funzionamento quotidiano. DSM5 - Disturbi dello Spettro Autistico A) • • • Deficit persistenti nella comunicazione sociale e nella interazione sociale in differenti contesti, che non siano una semplice conseguenza di un ritardo generale dello sviluppo. I deficit si manifestano attraverso tutti i seguenti criteri: 1) Deficit nella reciprocità socio-emozionale; varia da approcci sociali atipici e fallimenti nella normale conversazione bidirezionale, a una riduzione della condivisione di interessi, emozioni ed affetti, fino alla totale mancanza di iniziativa nell’interazione sociale reciproca. 2) Deficit nella comunicazione non verbale, comportamenti fondamentali per l’interazione sociale; varia da una comunicazione con scarsa integrazione degli aspetti verbali e non-verbali, ad anomalie nel contatto oculare e nel linguaggio corporeo, deficit nella comprensione e nell’uso della comunicazione non verbale, fino alla totale assenza di gesti ed espressioni facciali. 3) Deficit nello sviluppare e nel mantenere relazioni sociali, appropriate al livello di sviluppo (oltre a quelle con i cargivers), che varia dalla difficoltà di modulare il comportamento nei diversi contesti sociali, alla difficoltà nel gioco immaginativo condiviso e nello sviluppare amicizie, fino alla (apparente) assenza di interesse verso le altre persone. DSM5 - Disturbi dello Spettro Autistico B) Un pattern ristretto e ripetitivo di comportamenti, interessi o attività, che si manifesta in almeno due dei seguenti criteri: • • • • 1) Eloquio, movimenti motori o uso degli oggetti stereotipato o ripetitivo, come stereotipie motorie, ecolalia, uso ripetitivo di oggetti o frasi idiosincratiche. 2) Eccessiva aderenza a routine, pattern ritualizzati di comportamenti verbali o non verbali, oppure eccessiva resistenza al cambiamento, come insistenza sugli stessi percorsi o sugli stessi cibi, domande ripetitive o estremo disagio per piccoli cambiamenti. 3) Interessi altamente ristretti e fissi, atipici per intensità o per focalizzazione, come forte attaccamento o preoccupazione per oggetti insoliti, interessi estremamente circoscritti o perseverativi. 4) Iper- o Ipo- sensibilità a input sensoriali o interessi atipici per aspetti sensoriali dell’ambiente, come apparente indifferenza al dolore o al freddo, riposte evitanti a specifici suoni o aspetti tattili, eccessiva attività nell’odorare o nel toccare oggetti, fascinazione per luci o per oggetti che ruotano. • C) I sintomi devono essere presenti nell’ infanzia, ma possono manifestarsi pienamente solo quando le richieste sociali eccedono le capacità limitate. • D) I sintomi nel loro insieme limitano e compromettono il funzionamento quotidiano. Autismo, DPS, DGS, Disturbi dello Spettro Autistico • I Disturbi Pervasivi (o Generalizzati) dello Sviluppo, ora denominati Disturbi dello Spettro Autistico sono un ETEROGENEO gruppo di “neurodevelopmental disorders”, caratterizzati da compromissioni qualitative dell’interazione sociale e della comunicazione, accompagnate da comportamenti ripetitivi e stereotipati. • • • • 1) Sindrome RETT: mutazione MECP2, Methyl Cytosine Binding Protein 2 2) Disturbo Disintegrativo dell’Infanzia: studi su autismo associato a regressione 3) Sindrome ASPERGER: ben 5 differenti definizioni, spesso in contrasto con i criteri di esclusione di ICD-10 e DSM-IV: disturbo Autistico e ritardo precoce del linguaggio. Differenza tra Asperger e Autismo AF (esiti, comorbidità, profilo neuropsicologico, genetica)? 4) AUTISMO ATIPICO (DPS-NAS): Relazione tra gravità dell’autismo e QI DIAGNOSI DIFFERENZIALE DEI DISTURBI CON COMPROMISSIONE DELL’INTERAZIONE SOCIALE RECIPROCA • MULTIPLEX DEVELOPMENTAL DISORDERS regolazione stati affettivi e ansia; compromissione interazione sociale; compromissione elaborazione cognitiva/disturbi del pensiero • DISTURBO SOCIO PRAGMATICO COMUNICATIVO • • • • DISTURBO MULTISISTEMICO DELLO SVILUPPO DISTURBO DI PERSONALITA’ SCHIZOIDE NON VERBAL LEARNING DISABILITY SYNDROME DISTURBI DELL’ ATTACCAMENTO DIAGNOSI • - Criteri diagnostici ICD-10 (1992) e DSM 5 (2013) • - Strumenti standardizzati: • ADI-R Autism Diagnostic Interview -R (Le Couter et al., 2003) • ADOS Autism Diagnostic Observation Schedule (Lord et al., 2000) DIAGNOSI E STUDI GENETICI • Trasmissione familiare di un fenotipo di difficoltà sociali, comunicative e/o comportamentali • Studi genetici con campioni differenziati in base ai punteggi nei domini della ADI-R • Analisi fattoriale: • fattore unico per items sociali e comunicativi; • fattore per comportamenti ripetitivi STRUMENTI PER L’IDENTIFICAZIONE DEL FENOTIPO ALLARGATO • SRS, Social Responsiveness Scale • (Costantino, 2002), questionario di 65 items • SCQ, Social Communication Questionnaire • (Rutter et a., 2003) questionario di screening, 40 items • CCC, CCC 2 Children Communication Checklist • (Bishop, 1998), checklist di 70 items DIAGNOSI IN BAMBINI PICCOLI • • L’Autismo può essere diagnosticato in modo attendibile dai 2 anni; stabilità della diagnosi Maggior variabilità per bambini con Autismo atipico o DPS-NAS • Trasformazioni evolutive dei sintomi (comportamenti ripetitivi e atipie sociali più frequenti in età prescolare e scolare) • • Ricerca su caratteristiche precoci (screening) CHAT a 18 mesi (scarsa sensibilità nella popolazione generale; buona nella popolazione clinica). M-CHAT a 24 mesi • Dal DSM-IV al DSM-5 Non più Disturbi Pervasivi dello Sviluppo ma Autismo come estremo finale di un continuum di difficoltà: Disturbi dello Spettro dell’Autismo. Categoria diagnostica SINGOLA: Disturbo autistico; Disturbo di Asperger; DPS – NAS. Adattata alla presentazione clinica individuale attraverso uso di: - specificatori clinici (gravità, abilità verbali, etc.); - caratteristiche associate (disturbi genetici, epilessia, DI, etc.). Disturbi dello Spettro Autistico: elementi di clinica Disturbi dello Spettro Autistico: criteri diagnostici (A) A. Deficit persistenti nella comunicazione sociale e nell’interazione sociale in differenti contesti, come manifestato dai seguenti fattori, presenti attualmente e nel passato: 1. Deficit nella reciprocità socio-emotiva, che vanno per esempio, da un approccio sociale anomalo e dal fallimento della normale reciprocità della conversazione; a una ridotta condivisione di interessi, emozioni o sentimenti; all’incapacità di dare inizio o di rispondere a interazioni sociali; 2. Deficit dei comportamenti comunicativi non verbali utilizzati per l’interazione sociale, che vanno, per esempio, dalla comunicazione verbale e non verbale scarsamente integrata; ad anomalie del contatto visivo e del linguaggio del corpo o deficit della comprensione e dell’uso dei gesti; a una totale mancanza di espressività facciale e di comunicazione non verbale; 3. Deficit dello sviluppo, della gestione e della comprensione delle relazioni, che vanno, dalle difficoltà di adattare il comportamento per adeguarsi ai diversi contesti sociali; alle difficoltà di condividere il gioco di immaginazione o di fare amicizia; all’assenza di interesse verso i coetanei. Disturbi dello Spettro Autistico: elementi di clinica Specificare la gravità attuale: Il livello di gravità si basa sulla compromissione della comunicazione e sui pattern di comportamento ristretti, ripetitivi (vedi Tabella). Disturbi dello Spettro Autistico: elementi di clinica Disturbi dello Spettro Autistico: criteri diagnostici (B) B. Pattern di comportamento, interessi o attività ristretti, ripetitivi, come manifestato da almeno due dei seguenti fattori, presenti attualmente o nel passato: 1. Movimenti, uso degli oggetti o eloquio stereotipati o ripetitivi, (per es.,stereotipie motorie semplici, mettere in fila giocattoli o capovolgere oggetti, ecolalia, frasi idiosincratiche). 2. Insistenza nella sameness (immodificabilità), aderenza alla routine priva di flessibilità o rituali di comportamento verbale o non verbale (per es., estremo disagio davanti a piccoli cambiamenti, difficoltà nelle fasi di transizione, schemi di pensiero rigidi, saluti rituali,necessità di percorrere la stessa strada o mangiare lo stesso tipo ogni giorno. 3. Interessi molto limitati, fissi che sono anomali per intensità o profondità (per es., forte attaccamento o preoccupazione nei confronti di oggetti insoliti, interessi eccessivamente circoscritti o perseverativi). 4. Iper-iporeattività in risposta a stimoli sensoriali o interessi insoliti verso aspetti sensoriali dell’ambiente (per es., apparente indifferenza a dolore/temperatura, reazione di avversione nei confronti di suoni o consistenze tattili Autistico: specifici,elementi annusare o toccare oggetti in modo eccessivo, Disturbi dello Spettro di clinica essere affascinati da luci o da movimenti) Specificare la gravità attuale: Il livello di gravità si basa sulla compromissione della comunicazione e sui pattern di comportamento ristretti, ripetitivi (vedi Tabella). Disturbi dello Spettro Autistico: elementi di clinica Disturbi dello Spettro Autistico: criteri diagnostici (C-D-E) C. I sintomi devono essere presenti nel periodo precoce dello sviluppo (ma possono non manifestarsi pienamente prima che le esigenze sociali eccedano le capacità limitate, o possono essere mascherati da strategie apprese in età successiva). D. I sintomi causano compromissione clinicamente significativa del funzionamento in ambito sociale, lavorativo o in altre aree importanti. E. Queste alterazioni non sono meglio spiegate da disabilità intellettiva (disturbo dello sviluppo intellettivo) o da ritardo globale dello sviluppo. La disabilità intellettiva e il disturbo dello spettro del’autismo spesso sono presenti in concomitanza; per porre diagnosi di comorbilità di disturbo dello spettro dell’autismo e di disabilità intellettiva, il livello di comunicazione sociale deve essere inferiore rispetto a quanto atteso per il livello di sviluppo generale. Disturbi dello Spettro Autistico: elementi di clinica Disturbi dello Spettro dell’Autismo: criteri diagnostici Nota: Gli individui con una diagnosi consolidata DSM-IV di disturbo autistico, disturbo di Asperger o disturbo pervasivo dello sviluppo senza specificazione dovrebbero ricevere la diagnosi di disturbo dello spettro dell’autismo. Gli individui che presentano marcati deficit della comunicazione sociale, ma i cui sintomi non soddisfano i criteri per il disturbo dello spettro dell’autismo, dovrebbero essere valutati per la diagnosi di disturbo della comunicazione sociale (pragmatica). Disturbi dello Spettro Autistico: elementi di clinica Disturbi dello Spettro dell’Autismo: criteri diagnostici Specificare se: Con o senza compromissione intellettiva associata Con o senza compromissione del linguaggio associata Associato a una condizione medica o genetica nota o a un fattore ambientale (Nota di codifica: Utilizzare un codice aggiuntivo per identificare la condizione medica o genetica associata.) Associato a un altro disturbo del neurosviluppo, mentale o comportamentale (Nota di codifica: Utilizzare un codice/i aggiuntivo/i per identificare il/i disturbo/i del neurosviluppo, mentale/i o comportamentale/i associato/i.) Con catatonia (per la definizione, fare riferimento ai criteri per la catatonia associata a un altro disturbo mentale). (Nota di codifica: Utilizzare un codice aggiuntivo 293.89[F06.1] catatonia associata a disturbo dello spettro dell’autismo per indicare la presenza di una concomitante catatonia.) Disturbi dello Spettro Autistico: elementi di clinica Livello di gravità Livello 3 “E’ necessario un supporto molto significativo” Comunicazione sociale Gravi deficit delle abilità di comunicazione sociale verbale e non verbale causano gravi compromissioni del funzionamento, avvio molto limitato delle interazioni sociali e reazioni minime alle aperture sociali da parte di altri. Per esempio, una persona con un eloquio caratterizzato da poche parole comprensibili, che raramente avvia interazioni sociali, e quando lo fa, mette in atto approcci insoliti solo per soddisfare esigenze e risponde solo ad approcci sociali molto diretti. Comportamenti ristretti, ripetitivi Inflessibilità di comportamento, estrema difficoltà nell’affrontare il cambiamento, o altri comportamenti ristretti/ripetitivi interferiscono in modo marcato con tutte le aree del funzionamento. Grande disagio/difficoltà nel modificare l’oggetto dell’attenzione o l’azione. Livello 2 “E’ necessario un supporto significativo” Deficit marcati delle abilità di comunicazione sociale verbale e non verbale; compromissioni sociali visibili anche in presenza di supporto; avvio limitato delle interazioni sociali; reazioni ridotte o anomale alle aperture sociali da parte di altri. Per esempio, una persona che parla usando frasi semplici, la cui interazione è limitata a interessi ristretti e particolari e che presenta una comunicazione non verbale decisamente strana. Inflessibilità di comportamento, difficoltà nell’affrontare i cambiamenti o altri comportamenti ristretti/ripetitivi sono sufficientemente frequenti da essere evidenti a un osservatore casuale e interferiscono con il funzionamento nei diversi contesti. Disagio/difficoltà nel modificare l’oggetto dell’attenzione o l’azione. Livello 1 “E’ necessario un supporto” In assenza di supporto, i deficit della comunicazione sociale causano notevoli compromissioni. Difficoltà ad avviare le interazioni sociali, e chiari esempi di risposte atipiche o infruttuose alle aperture sociali da parte di altri. L’individuo può mostrare un interesse ridotto per le interazioni sociali. Per esempio, una persona che è in grado di formulare frasi complete e si impegna nella comunicazione, ma fallisce nella conversazione bidirezionale con gli altri, e i cui tentativi di fare amicizia sono strani e in L’inflessibilità di comportamento causa interferenze significative con il funzionamento in uno o più contesti. Difficoltà nel passare da un’attività all’altra. I problemi nell’organizzazione e nella pianificazione ostacolano l’indipendenza. Decorso I sintomi vengono riconosciuti tra i 12 e i 24 mesi, ma possono essere osservati prima dei 12 mesi se il ritardo dello sviluppo è grave, o dopo i 24 mesi se i sintomi sono attenuati. I primi sintomi comportano uno sviluppo del linguaggio ritardato e modalità di comunicazione insolite., associato a scarsi interessi sociali o a insolite interazioni sociali e a modalità di gioco atipiche frequenza e intensità del comportamento ripetitivo e ristretto. Disturbi dello Spettro Autistico: elementi di clinica Decorso Le manifestazioni psicopatologiche si modificano nel corso della vita. Alcuni adulti mostrano un miglioramento sociale e comportamentale tra i 25 e i 35 anni. Lo sviluppo e il decorso di una persona con autismo è fortemente influenzato dal grado di compromissione cognitiva. I soggetti con QI nella norma o superiore mostrano un esito variabile, con una generale tendenza ad un progressivo miglioramento. QI nella norma necessario ma non sufficiente. Disturbi dello Spettro Autistico: elementi di clinica Epidemiologia Prevalenza Autismo Primi studi (1966-1992): 4,4 su 10.000 Studi recenti (1992-2001): 12,7 su 10.000 Ad oggi (2011-2013): 0.62 –0.70% / 1-2% su larga scala. No epidemia ma - modifiche nelle pratiche diagnostiche - maggiore consapevolezza a livello diagnostico - attenzione agli indicatori precoci. Disturbi dello Spettro Autistico: elementi di clinica Anno Autore Nazione Popolazi one Prevale % con QI nza/100 > 70 00 1966 Lotter UK 78000 4,1 (AD) 15,6 2006 Baird UK 56946 116,1 45 2008 Williams UK 14062 61,9 85,3 2007 CDC USA 407578 69 55,4 2009 CDC USA 3307790 89,6 59 2008 Kawamur a Giappone 12589 181,1 66,4 2011 Kim Corea sud 552661 189 72 Rapporto ASD e QI Review di Fombonne: • circa il 50% delle persone con ASD presenta una DI (QI < 70); • il resto QI nella norma o con Dist Borderline Cognitivo (da 70 a 85); • piccola parte QI superiore alla norma. Disturbi dello Spettro Autistico: elementi di clinica Prevalenze a confronto DI ASD 1 su 50 1 su 100 Altri disturbi di sviluppo (DSL, DSA, ADHD) 17% Sindrome Down: 1 ogni 800 Diabete giovanile 1 ogni 400-500 Tumori infantili: 1,5 su 10.000 Disturbi dello Spettro Autistico: elementi di clinica 2% 1% Frith (2003) “Dato l’enorme aumento, stiamo rischiando di esagerare il numero dei casi che ricadono all’interno dello spettro autistico? E’ improbabile.” “Non è stato ancora fatto nessuno studio epidemiologico che includa tanto gli adulti quanto i bambini, in modo da cogliere i casi di intelligenza media e superiore che possono venire alla luce solo nell’adolescenza o nell’età adulta.” Disturbi dello Spettro Autistico: elementi di clinica Frith (2003) In particolare negli studi di incidenza, tipicamente limitati ai soggetti più giovani, quelli con Sindrome di Asperger possono sfuggire. La proporzione stimata per la sindrome di Asperger è ancora oggetto di congetture. Alcuni studi effettuati in Svezia hanno stimato che questa sindrome si presenta in 36-48 casi su 10.000 bambini delle scuole dell’obbligo, lo 0,4%”. “Se ciò verrà confermato, la stima relativa a tutta la gamma di disturbi autistici, a prescindere dall’età o dalle capacità, potrebbe essere circa l’ 1% della popolazione totale, un valore piuttosto vicino a quello rilevato per la schizofrenia”. Disturbi dello Spettro Autistico: elementi di clinica Fattori demografici, razza e genere Nessuna prevalenza etnica o geografica. ASD: descritti in tutte le popolazioni mondiali e in tutti gli ambienti socio-culturali. Sex-Ratio (rapporto maschi/femmine): 4/1. Associazione tra Sex-Ratio e QI F con ASD in genere più basso QI 7:3 QI norma 4:4 DI lieve 3:5 DI moderata 2:1 DI grave 1:3 DI profonda Disturbi dello Spettro Autistico: elementi di clinica Eziopatogenesi “L’Autismo è un disturbo dello sviluppo biologicamente determinato che si traduce in un funzionamento mentale atipico che accompagna il soggetto per tutto il suo ciclo vitale” (SINPIA, 2005). Indicatori epidemiologici di fattori eziologici di tipo neurobiologico: associazione con RM (75% dei casi); associazione con epilessia (25-30%); aumentata prevalenza nei maschi (3,5-4:1); prevalenza simile in paesi e condizioni SES diverse. Disturbi dello Spettro Autistico: elementi di clinica Ruolo eziologico dei fattori genetici Genetica Comportamentale Disturbi dello Spettro Autistico: elementi di clinica Studi sui gemelli (Folstein e Rutter,1977) Confronto: • 11 coppie di gemelli monozigoti (MZ) (conc. 4/11); • 10 coppie di gemelli eterozigoti (EZ) (conc. 0/10). Concordanze: AUTISMO Gemelli MZ Gemelli EZ 35% 0% FENOTIPO AUTISTICO 80% 10% Altri studi (Bayley et al., 1995; Steffenburg et al., 1989) hanno replicato e confermato questi risultati Autismo: disturbo con elevata ereditabilità (80-90%). Disturbi dello Spettro Autistico: elementi di clinica Studi su fratelli Rischio di presentare un Disturbo dello Spettro Autistico • per la popolazione generale: 1%. • per fratelli di bambini autistici: 18%. Disturbi dello Spettro Autistico: elementi di clinica Basi neuronali autismo Fino al 1990 gli studi di neuroimaging erano condotti senza ipotesi specifiche e caratterizzati da tecniche a bassa risoluzione: • TAC; • SPEC. Dal 1990: • RMN (risoluzione 1mm3); • fRMN; Ipotesi di compromissione dei sistemi neuronali selettivi e distribuiti. Disturbi dello Spettro Autistico: elementi di clinica Anomalie dimensioni cerebrali Aumento precoce della circonferenza cranica (Kanner, 1943) e delle dimensioni cerebrali (confermato da studi con RMN) seguito da normalizzazione: • Volume apparentemente normale alla nascita; • aumento in età prescolare: volume cerebrale circa il 10% più grande in bambini con autismo di 3-4 anni; • successiva riduzione in adolescenza (solo 1% più larga del normale). Differenti fattori sono coinvolti nell’accrescimento cerebrale in diversi periodi evolutivi (dubbio se eccesso di neuroni o ridotto pruning sinaptico). Disturbi dello Spettro Autistico: elementi di clinica Anomalie cerebrali - Sostanza grigia; - Sostanza bianca; - Sistema limbico (amigdala, ippocampo); - Aree corticali (“social brain”) frontali e temporali; - Cervelletto. Disturbi dello Spettro Autistico: elementi di clinica Sistema limbico Amigdala con altre regioni della corteccia limbica > coinvolta nell’arousal emozionale e nell’elaborazione degli stimoli sociali (es. riconoscimento dei segni delle emozioni in altre persone). L’ipoattivazione dell’amigdala sarebbe la causa della scarsa motivazione sociale riscontrata nei soggetti con autismo. Disturbi dello Spettro Autistico: elementi di clinica Aree corticali (“social brain”) Ipoattivazione globale aree frontali e temporali (flusso ematico) fRMN: regione temporale basale, lungo la zona laterale del GIRO FUSIFORME, implicata nell’elaborazione di visi umani. FFA Fusiform Face Area, ipoattiva (e correlata al grado di disabilità sociale e con prove di TdM) STS Solco Temporale Superiore, percezione segnali sociali dinamici. Disturbi dello Spettro Autistico: elementi di clinica Studi su sistemi neurochimici Un terzo dei b. con autismo presenta un aumentato livello di SEROTONINA periferica; Non sono state osservate differenze su DOPAMINA e CATECOLAMINE; Ipotesi (non confermata) di collegamento tra livello di OPPIOIDI ENDOGENI e condotte di autolesionismo. Disturbi dello Spettro Autistico: elementi di clinica Genetica Molecolare Mira all’identificazione di alleli di suscettibilità. Gli ASD sono caratterizzati da una predisposizione genetica complessa: Non esiste un solo gene coinvolto nell’autismo probabile interazione tra centinaia di loci di suscettibilità; Identificazione delle proteine e dei processi biochimici; Identificazione di fattori ambientali, grazie a conoscenza dei meccanismi neurobiologici; Consulenza genetica mirata . Disturbi dello Spettro Autistico: elementi di clinica Fattori ambientali Le situazioni relazionali, anche estreme, NON causano autismo. Critica all’ipotesi di Bettelheim La fortezza vuota (1967): “il fattore che precipita il bambino nell’autismo è il desiderio dei suoi genitori che egli non esista” Disturbi dello Spettro Autistico: elementi di clinica Studi su situazioni relazionali estreme A. Freud, S. Dann (1951) bambini che avevano trascorso periodi della prima infanzia nei campi di concentramento; W. Goldfarb (1945) bambini con esperienza di continui cambiamenti di famiglie adottive; S. Curtiss (1977) caso di Genie, tredicenne vissuta segregata in uno scantinato; Skuse D. (1984) casi di estrema deprivazione materiale e affettiva. Disturbi dello Spettro Autistico: elementi di clinica Rutter et al. (1999) Quasi-autistic patterns following global privation Studio longitudinale su 165 bb. provenienti da orfanatrofi rumeni. All’età di 4 anni 21 su 165 presentavano tratti autistici; All’età di 6 anni tali tratti non erano più riscontrabili. Disturbi dello Spettro Autistico: elementi di clinica Mahler (1968) “è stupefacente la capacità del bambino sano di recuperare (…) di saper raccogliere anche l’ultima stilla della stimolazione umana”. Disturbi dello Spettro Autistico: elementi di clinica Prospettive future Risultati raggiunti: miglioramento nella diagnosi e nella valutazione; maggiore integrazione degli ambiti di ricerca (es. psicologia e neurobiologia); presenza e aggiornamento di linee guida affidabili; importanza attribuita al lavoro in collaborazione con i genitori. Disturbi dello Spettro Autistico: elementi di clinica 1. Studio sullo sviluppo precoce Esordio precoce e efficacia interventi tempestivi. Necessari: studi prospettici sin dalla nascita su bambini ad alto rischio (es. fratellini); Processi evolutivi interagenti e sinergici: l’organizzazione cognitiva emotiva, comportamentale e cerebrale riflette sia predisposizione a deficit che effetto di esperienze ambientali atipiche; Studi longitudinali di follow-up che potrebbero aiutare a differenziare le disabilità sociali ad esordio precoce dagli effetti secondari causati da tali disabilità. Disturbi dello Spettro Autistico: elementi di clinica 2. Studio dei processi neuropsicologici studio su abilità precoci di orientamento e motivazione sociale al fine di comprendere diverse traiettorie evolutive; I soggetti con autismo solo presentano DEFICIT nell’acquisizione di importanti abilità e un PARTICOLARE STILE COGNITIVO. studio delle strategie di compenso usate per elaborazione delle informazioni in contesti diversi; studio differenze tra performance in prove strutturate e adattamento alla vita quotidiana: utili per comprendere strategie di generalizzazione. Disturbi dello Spettro Autistico: elementi di clinica 3. Ricerche integrate Obiettivo degli studi: collegare analisi dei diversi livelli (geni, cervello, cognizione e comportamento) al fine di integrare metodologie neurobiologiche e psicologiche. Es. studi di neuroimaging funzionale, neurofisiologici, neuropsicologici potranno fornire dati per comprensione dei processi atipici di elaborazione delle informazioni. La comprensione dell’accelerato accrescimento cerebrale postnatale rende necessario un modello di psicopatologia evolutiva relativo ai pattern di organizzazione cerebrale, cognitiva e comportamentale nei primi due anni di vita. Disturbi dello Spettro Autistico: elementi di clinica 4. La diagnosi e il decorso Necessari: studi su diagnosi precoce che considerino i sintomi e i processi psicologici e neurobiologici specifici; studi longitudinali standardizzati per comprendere il decorso degli ASD e fattori di mediazione degli esiti. Disturbi dello Spettro Autistico: elementi di clinica 5. Trattamento Questo ambito è il più importante per la ricaduta clinica e difficile da condurre. Studiare efficacia, effectiveness, e rapporto costo beneficio dei diversi interventi. Superare distanza tra ricerca e pratica clinica. Disturbi dello Spettro Autistico: elementi di clinica FENOTIPI COGNITIVI NEI DISTURBI DELLO SPETTRO AUTISTICO Giovanni Valeri Roma 26 settembre 2014 Fenotipi cognitivo-comportamentali nei ASDs Progressi nel descrivere il profilo cognitivo di aree di Forza e aree di Debolezza nei ASDs Questioni aperte: 1) loro UNIVERSALITA’, anche in rapporto all’ETEROGENEITA’ clinica dei ASDs 2) esistenza di SOTTOGRUPPI COGNITIVI 3) come Ie caratteristiche cognitive siano associate con i comportamenti nucleari dell’autismo e con la psicopatologia presente in comorbilità Disturbi dello Spettro Autistico (ASD) • Disturbi del neurosviluppo comuni: circa 1 su 100 (CDC, 2009); • • • Elevata ereditabilità, con meccanismi genetici complessi (Abrahams and Geschwind, 2010) Significativa ETEROGENEITA’ fenotipica (‘the autisms’; Geschwind and Levitt, 2007), Eziologie multiple possono convergere in un risultato simile (Schroeder et al., 2010). • ASD come ‘developmental disconnection syndromes’ (Geschwind and Levitt, 2007; Minshew and Williams, 2007). • • Compromissioni socio-comunicative e pattern di comportamenti ristretti e ripetitivi (v. DSM5). Dimensioni caratteristiche delle differenze individuali ampiamente distribuite nella popolazione generale (Constantino and Todd, 2003). • • • Oltre alla ETEROGENEITA’ eziologica e comportamentale dei DGS, Critica all’autismo come disturbo unitario: The ‘fractionable autistim ‘triad’, (Happé and Ronald 2008) Studio gemelli UK: Geni ampiamente indipendenti sono associati ai tre domini sintomatologici. Happé and Ronald (2008) evidenza per il “frazionamento” a livello comportamentale e cognitivo. Fenotipi Cognitivi tra Geni, Cervello e Comportamento • Fenotipi cognitivi e strutture cerebrali implicate; studio sui possibili fattori genetici ed epigenetici coinvolti. • Comprensione dell’”esperienza autistica” (eye tracking; autobiografie) Ricadute terapeutiche Modelli cognitivi • • • • • • Deficit Teoria della mente (Baron-Cohen et al., 1985) Deficit Funzioni Esecutive (Ozonoff et al., 1991) Debole coerenza centrale “weak central coherence” (Frith, 1989; Happé e Frith, 2006), ‘enhanced perceptual functioning’ (Mottron et al., 2006), teoria della ridotta generalizzazione e aumentata abilità di discriminazione (Plaisted, 2001) “hyper-systemising” (Baron-Cohen et al., 2005). Orientamento recente: da un modello cognitivo unitario a un modello multiplo Sottotipi nei DGS A) sottogruppi sulla base di sindromi biologiche: - fragile-X (Belmonte and Bourgeron, 2006) - sclerosi tuberosa (de Vries, 2010) B) sottogruppi sulla base di fenotipi comportamentali: - social responsiveness (Duvall et al., 2007), - ritardo del linguaggio (Alarcón et al., 2002) - ‘insistence on sameness’ (Shaoet al., 2003). Significativa eterogeneità Sottogruppi sulla base di fenotipi cognitivi: Possibili implicazioni per la terapia A) aree di forza e ‘talenti’: Es. inspection time, migliore di quanto previsto sulla base del QI (Scheuffgen et al.,2000). B) aree di debolezza: Es. Comprensione della lettura peggiore di quanto previsto sulla base del QI (Jones et al., 2009). Relazione tra Cognizione e Comportamento • Joseph e Tager-Flusberg (2004): TdM e FE associate alla sintomatologia nel dominio Comunicazione (ma non Sociale o Ripetitività) • Esperienze sensoriali uditive atipiche associate con abilità nella discriminazione uditiva (Jones et al., 2009) • Set shifting (misurato tramite Cambridge Neuropsychological Test Automated Battery; CANTAB) associato, in senso inverso, con le competenze adattive (Ozonoff et al. 2004) Abilità cognitive generali nei DGS Dati “storici” • 70% autistici con RM (o DI) • QI Performance (QIP) maggiore del QI Verbale (QIV). Dati “recenti” • Circa il 50% dei bambini con ASD hanno RM (o DI) (Bertrand et al., 2001; Chakrabarti and Fombonne, 2005; Charman et al., 2011). • Debole sostegno all’ipotesi di uno specifico profilo QIP>QIV • Aree di debolezza confermate (Vocabolario e Comprensione) • Aree di forza confermate (Completamento figure e Ricostruzione di storie) • Non confermate le aree di forza Disegno Cubi e Ricostruzione figure • Non confermata l’ipotesi di una associazione tra social impairment, e QIP >> QIV (Tager-Flusberg and Joseph, 2003). SNAP cognitive phenotype study SNAP Special Needs and Autism Project (Baird et al, 2006); • studio coorte 56945 SNAP cognitive phenotype study • 100 soggetti con ASD 14-16 anni (media 15, 6) • QI (Wechsler Abbreviated Scale of Intelligence): media QI tot 84,2 (50 – 133) • 57 Controlli (QI medio 88) Misure: SNAP cognitive phenotype study • • • • • • Theory of Mind Face/Emotion processing Central coherence Executive function Perceptual processing Memory and attention Theory of Mind 1. 1st and 2nd order false belief tasks a. Combined 1st + 2nd order story b. 1st order story c. 2nd order story 2. ToM failers: Desires story 3. ToM failers: Unexpected contents 4. ToM failers: Picture sequencing 5. ToM passers: Strange stories 6. ToM passers: Frith-Happé animations 7. Reading the mind in the eyes task 8. Penny hiding Face/Emotion processing 1. Whole/Part face processing (1 & 2) a. Un-prompted b. Prompted 2. Benton facial recognition test 3. Ekman-Friesen test of affect recognition 4. Vocal expressions of emotion a. Verbal b. Non-verbal 5. Egocentric eye gaze task 6. Sorting task 7. Kaufman face recognition test for children 8. Emotion production Central coherence 1. Navon a. Divided attention b. Selective attention 2. Sentence completion 3. Embedded figures 4. Homographs 5. Memory for stories (CMS) 6. Segmented block design Executive function 1. Luria hand game 2. Trail making test 3. Planning/drawing 4. Zoo map test (BADS-C)/Mazes (WISC) 5. Card sort 6. Verbal fluency 7. Design fluency 8. Opposite worlds (TEA-Ch) Perceptual processing 1. Auditory frequency discrimination 2. Auditory intensity discrimination 3. Auditory duration discrimination 4. Auditory risetime discrimination 5. Motion coherence 6. Form from motion 7. Biological motion Memory and attention 1. Children’s Auditory Verbal Learning Test-2 (CAVLT)- 2Digit span (CMS) 2. Picture locations (CMS) 3. 1st and 2nd name (RBMT) 4. Belonging (RBMT) 5. Appointment (RBMT) 6. Route (RBMT) 7. Score! (TEA-Ch) 8. Map mission (TEA-Ch) Auditory discrimination and auditory sensory behaviours in autism spectrum disorders Jones CR, Happé F, Baird G, et al. Neuropsychologia. 2009 Nov;47(13):2850-8. • Abilità di discriminazione uditiva in 72 adolescenti con ASD e 57 controlli appaiati per età e QI. • Capacità di discriminazione della frequenza, intensità e durata • A livello di GRUPPO non differenza tra ASD e non-ASD nella discriminazione uditiva (frequenza, intensità, discriminazione), • Un sottogruppo del 20% , nel gruppo ASD: aumentata discriminazione della frequenza; soggetti con QI nella media e storia di ritardo del linguaggio. 'Everyday memory' impairments in autism spectrum disorders Jones CR, Happé F, Pickles A, et al. J Autism Dev Disord. 2011 Apr;41(4):455-64. • • • • • 'Everyday memory’: memoria nel contesto della vita quotidiana 94 adolescenti con ASD e 55 controlli appaiati per età e QI. Prove di “everyday memory” dal Rivermead Behavioural Memory Test (RBMT) e un test standard di word recall (Children's Auditory Verbal Learning Test-2: CAVLT-2). Il gruppo ASD evidenziava una significativa compromissione sia nella RBMT, inclusa la “memoria prospettica”, sia nel CAVLT-2. “Social and communication ability was significantly associated with prospective remembering in an everyday memory context but not with the CAVLT-2”. A multimodal approach to emotion recognition ability in autism spectrum disorders Jones CR, Pickles A, Falcaro M, et al. J Child Psychol Psychiatry. 2011 Mar;52(3):275-85. • • • • • • 99 adolescenti con ASD e 57 adolescenti non-ASD Prove di facial emotion recognition e due test di vocal emotion recognition. Riconoscimento di 6 emozioni happiness, sadness, fear, anger, surprise, disgust. Structural equation modelling: emotion recognition ability come costrutto multimodale, misurato tramite le 3 prove. Non evidenza di un deficit nella emotion recognition nel gruppo ASD (compromissione solo nella “sorpresa”). Significativo effetto del QI “The findings do not suggest a fundamental difficulty with the recognition of basic emotions in adolescents with ASD”. Punti critici nella ricerca sui fenotipi cogniti nel ASD • • • Correlazione tra abilità cognitive specifiche e caratteristiche comportamentali specifiche (non solo discriminanti tra ASD e controlli ) Limiti del “between-group experimental paradigm” Prestare attenzione alla distibuzione dei risultati, non solo alle medie. Eterogeneità • A livello di gruppo non differenza tra ASD e non-ASD nella discriminazione uditiva (frequenza, intensità, discriminazione), • ma il 20%nel gruppo ASD aumentata discriminazione della frequenza; soggetti con QI nella media e storia di ritardo del linguaggio. Punti critici nella ricerca sui fenotipi cogniti nel ASD Approcci statistici (es. Structural equation modelling) per evidenziare costrutti più ampi, multimodali. Es. “Emotion recognition ability”, come tratto “latente” composto Riconoscimento visivo (emozioni del viso) e uditivo (verbale e non-verbale) delle emozioni di base. Punti critici nella ricerca sui fenotipi cogniti nel ASD Sviluppo Es. non differenza tra adolescenti ASD e non-ASD nella abilità di riconoscimento delle emozioni; ma in entrambi i gruppi performance a livello “soffitto” Studi longitudinali con bb prescolari con ASD Punti critici nella ricerca sui fenotipi cogniti nel ASD - Sviluppo Pellicano E. The development of core cognitive skills in autism: a 3year prospective study Child Dev. 2010 Sep-Oct;81(5):1400-16. • • • • • • Studio longitudinale; “multiple-deficits account” dell’ autismo 37 bb con autismo (M età =67.9 mesi) e 31 bb TD (M età =65.2 mesi) Prove di TdM, FE e CC, a T0 e dopo 3 anni (T1) Come GRUPPO: bb con autismo: poor false-belief attribution, planning ability, and set-shifting, enhanced local processing a T0 e T1. A Livello INDIVIDUALE profilo molto eterogeneo, non universale, a T0 e T1. I bb con autismo mostravano significativi cambiamenti nel tempo, nella TdM e FE, ma non nella CC. Punti critici nella ricerca sui fenotipi cogniti nel ASD - Sviluppo Pellicano E. Individual differences in executive function and central coherence predict developmental changes in theory of mind in autism Dev Psychol. 2010 ;46(2):530-44. • • • Al T0 le abilità nelle FE e nella CC predicevano i cambiamenti a T1 nella TdM. Non predizione nella direzione opposta (TdM -> FE CC) Non associazioni longitudinali tra FE e CC. Punti critici nella ricerca sui fenotipi cogniti nel ASD - Sviluppo Munson J, Faja S, Meltzoff A, Abbott R, Dawson G Neurocognitive predictors of social and communicative developmental trajectories in preschoolers with autism spectrum disorders J Int Neuropsychol Soc. 2008 Nov;14(6):956-66. • • • • • • • Prescolari ASD tra i 4 e i 6,5 anni Prove: learning of reward associations (Lrn-Rew), spatial working memory (SpatWM), imitation from memory and novelty preference (Mem/Nov), nonverbal problem-solving ability (NVDQ). Lrn-Rew e Mem/Nov significativamente associati al tasso di crescita nella Socializzazione e nella Comunicazione (VABS), a differenza della SpatWM, tenendo conto della NVDQ. HP: ruolo congiunto della CPF ventromediale e del lobo temporale mediale • Il 50% di soggetti con of ASD presentano anche una Disabilità Intelletiva (QI<70); • non evidenza di differenti fenotipi cognitivi nei soggetti con ASD ad alto/basso funzionamento (Charman et al., 2011) • Circa il 70% presenta un disturbo psichiatrico in età evolutiva; possibile ruolo dei fenotipi cognitivi. (Simonoff et al., 2008). • • • • • • • • • • J Am Acad Child Adolesc Psychiatry. 2008 Aug;47(8):921-9. Psychiatric disorders in children with autism spectrum disorders: prevalence, comorbidity, and associated factors in a population-derived sample. Simonoff E, Pickles A, Charman T, Chandler S, Loucas T, Baird G. METHOD: A subgroup of 112 ten- to 14-year old children from a population-derived cohort was assessed for other child psychiatric disorders (3 months' prevalence) through parent interview using the Child and Adolescent Psychiatric Assessment. DSM-IV diagnoses for childhood anxiety disorders, depressive disorders, oppositional defiant and conduct disorders, attention-deficit/hyperactivity disorder, tic disorders, trichotillomania, enuresis, and encopresis were identified. RESULTS: Seventy percent of participants had at least one comorbid disorder and 41% had two or more. The most common diagnoses were social anxiety disorder (29.2%, 95% confidence interval [CI)] 13.2-45.1), attention-deficit/hyperactivity disorder (28.2%, 95% CI 13.3-43.0), and oppositional defiant disorder (28.1%, 95% CI 13.9-42.2). Of those with attention-deficit/hyperactivity disorder, 84% received a second comorbid diagnosis. There were few associations between putative risk factors and psychiatric disorder. CONCLUSIONS: Psychiatric disorders are common and frequently multiple in children with autism spectrum disorders. They may provide targets for intervention and should be routinely evaluated in the clinical assessment of this group. • J Am Acad Child Adolesc Psychiatry. 2008 Aug;47(8):921-9. • Simonoff E, Pickles A, Charman T, Chandler S, Loucas T, Baird G. Seventy percent of participants had at least one comorbid disorder and 41% had two or more. • The most common diagnoses were: • social anxiety disorder (29.2%, 95% confidence interval [CI)] 13.2-45.1), • attention-deficit/hyperactivity disorder (28.2%, 95% CI 13.3-43.0), • oppositional defiant disorder (28.1%, 95% CI 13.9-42.2). • Of those with attention-deficit/hyperactivity disorder, 84% received a second comorbid diagnosis. There were few associations between putative risk factors and psychiatric disorder. Fenotipi cognitivo-comportamentali • Considerare anche l’elevata comorbilità psicopatologica nei DGS. • Attenta caratterizzazione dei disturbi emozionali e comportamentali associati • Correlazioni con fattori clinici comportamentali (gravità sintomatologia, competenze linguistiche, adattive) e fattori socio-culturali Ricerche su correlazione tra specifici disturbi psicopatologici nei DGS e fenotipi cognitivi: • • • • • • cognizione sociale, elaborazione delle emozioni, funzioni esecutive, stile cognitivo (coerenza centrale), elaborazione percettiva, attenzione e memoria GRAZIE