A proposito di...CUORE - PSICOSOMATICA Dr.Giovi

Apparato Cardiovascolare
A proposito di...CUORE
Gli Egiziani, al tempo dei Faraoni, usavano mummificare i corpi. Il processo di mummificazione,
piuttosto lungo e laborioso, prevedeva lo svuotamento del corpo dai visceri, tranne il CUORE
che doveva rimanere assolutamente in sede. Infatti quando il defunto si presentava al cospetto
di Osiride il dio dell’oltretomba, il suo cuore veniva posto su uno dei due piatti di una bilancia ed
il suo peso confrontato con quello della piuma che guarniva il copricapo della dea Maat che
rappresentava tutto ciò che di buono era nella cultura egizia (onestà, rettitudine, saggezza, ecc.).
Se il cuore pesava come o meno della piuma, allora il defunto entrava in una specie di paradiso,
altrimenti precipitava in una specie di inferno. Il cuore sarà considerato la sede dei sentimenti
fino al 200 d.C., quando cioè Galeno porrà la sede delle emozioni nel cervello. Nonostante ciò
solo a partire dal 1800 si considererà il cuore solo come una pompa. Ancora oggi si parla di
cuore duro o tenero per definire una persona cattiva o buona, la festa degli innamorati - S.
Valentino - è simbolicamente rappresentata da un cuore trafitto da una freccia e la Chiesa
rappresenta il dolore del figlio di Dio per il male compiuto dell’umanità con un cuore che
sanguina e che viene celebrato con la ricorrenza del Sacro Cuore.
Quindi il cuore è considerato simbolicamente la sede delle emozioni e, in particolare, degli
affetti. In effetti le emozioni, specie quelle forti, fanno battere o rallentare il cuore, ne variano il
ritmo. Si dice anche morire di crepacuore (crepa, rottura del cuore) che corrisponde all’ infarto
miocardico, oppure mi fai venire il mal di cuore (angina pectoris), o avere il cuore gonfio
(ipertrofia e miocardiopatia dilatativa), o di non sopportare il ritmo frenetico ed insostenibile
della vita (aritmie).
E siccome noi viviamo di emozioni e di simbologia, si può dire che chi ammala di cuore, ha
sempre una sofferenza interiore di tipo affettivo. Si possono amare le persone, ma anche il
lavoro, lo sport, la squadra calcio, il cantante preferito, il partito politico, un ideale, se
stessi(narcisismo patologico), che diventano l’assoluto e tutto il resto il relativo. Quando per un
qualsiasi motivo quell’assoluto viene a mancare o delude, il cuore si ammala.
Chi ammala di cuore, dunque, dovrebbe essere sempre indagato oltre che sulle sue abitudini
“fisiologiche” di vita(alimentazione, moto, lavoro) anche sulle sue “abitudini sentimentali”
perché il punto cruciale, l’elemento scatenante ed eventualmente favorente la recidiva o la
cronicizzazione, è lì nel cuore…simbolico! Certo anche il patrimonio genetico, la familiarità
hanno il loro peso ma l’elemento scatenante è…il “peso” del cuore.
Un buon medico psicosomatico dovrebbe anche lui, come il dio Osiride, tener conto anche del
"peso" del cuore del suo paziente.
Perché anche i cardiopatici...oltre al cuore, anche un’anima!
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