Roma. Il Tempo. Lunedì 22 Gennaio 1968. I «comics» di Feiffer. Cristiano e Isabella hanno presentato alle Muse “Che cosa stiamo dicendo?” Perché si ride? Quando e di che cosa ridiamo? Filosofi, letterati, medici e psicologi di ogni epoca si sono posti tali domande, ma nessuno è riuscito a dare un’esauriente risposta sia perché non tutti ridiamo delle stesse cose, sia perché ognuno inquadra il fenomeno da un diverso punto di vista. Spencer ha attribuito la causa del riso al brusco passaggio da grandi a piccole cose, Kant lo fa scaturire dall’improvviso risolversi in nulla di un’ intensa aspettativa, Alexander Bain da una delusione altrui che mette improvvisamente in luce la nostra superiorità, Schopenhauer dall’ incongruenza repentinamente percepita fra un concetto e gli oggetti reali che erano rappresentati dal medesimo, Theodor Lipps dalla svalutazione di un elemento o di un concetto messo a confronto con un altro, Bergson sostiene che si ride nell’istante in cui si percepisce improvvisamente un dissidio o un contrasto innocuo, nelle persone o nei loro atti, una divergenza fra le leggi morali della vita e ciò che cade sotto i nostri sensi, sempreché non si sia fatta l’abitudine a quella discordanza come accade per le stravaganze della moda. Quali che siano le cause del riso, filosofi, letterati o scienziati sono tutti d’ accordo sul benefici d’ordine fisico che derivano dalla risata e sull’utilità sociale del teatro e della letteratura umoristica, che, facendo leva sulle antitesi appariscenti della natura umana, sulle contraddizioni fra l’ essere e il parere, incidono sulla coscienza dello spettatore a volte più efficacemente del teatro e della letteratura drammatica. E’ per questo che con viva soddisfazione registriamo il continuo fiorire di spettacoli satirici nel panorama teatrale della Capitale e non soltanto nei cabaret ma anche nei teatri, soprattutto quando sono confezionati con gran gusto e misura, come Che cosa stiamo dicendo?, messo in scena alle Muse dai simpaticissimi Cristiano e Isabella. Prendendo spunto dai comics di Feiffer, il noto umorista americano, Cristiano e Isabella sono riusciti a costruire una storia d’amore che è una derisione sottile, arguta e dilettevole insieme, dei difetti e delle debolezze di un uomo e di una donna contemporanei, preoccupati di essere «à la page». Suggestionati dalla cultura di massa, dalla pubblicità, dai fatti di cronaca, essi si complicano la vita e smarriscono se stessi nell’ affannosa ricerca di quell’ equilibrio psichico che hanno perduto per seguire le mode. Dotata di una mobilissima maschera facciale e di straordinari mezzi mimici e vocali, Isabella suscita ammirazione anche per l’intelligente uso delle sue non comuni qualità. Tutto lo spettacolo scorre con un ritmo serrato ed è da lodare inoltre per la sua compostezza, per l’assenza di atteggiamenti o espressioni volgari. Aldo Giovannetti