“SENTIERI DI DONNE”

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“SENTIERI DI DONNE”
Isabella Andreini
Ciao a tutti amatissimi lettori e carissime lettrici di Echino!
La rubrica fino a questo momento dedicata a illustri personalità del XX Secolo,
lascia il posto in quest’occasione ad una nuova dal titolo “Sentieri di donne”. Il
nostro intento? Rovistare nei ricordi e volgere lo sguardo anche più in là, a un
passato più lontano, ma soprattutto al lungo cammino che le donne hanno dovuto
percorrere per guadagnarsi un posto nel mondo, per acquisire ­l’uguaglianza
rispetto agli uomini in campo sociale e professionale.
Testi di
Serena Manfrè
www.serenamanfre.it
Illustrazione di
Amalia Caratozzolo
www.amaliac.com
Sì, perché il cosiddetto “sesso debole” ha dovuto lottare tanto per conquistare un
suo spazio ed emanciparsi e dimostrare che, sebbene in parte diversi dal punto di
vista delle caratteristiche e delle qualità, uomini e donne sono sullo stesso piano in
quanto a diritti!
E adesso ecco a voi la storia di Isabella Andreini, vissuta nel ‘500, una delle prime
attrici della Storia del teatro europeo. Eh sì, cari amici, perché nei secoli addietro
questo mestiere era riservato solo agli uomini, i quali impersonavano sia i ruoli
maschili sia quelli femminili!
Come una dea, era. Splendente come una distesa d’acqua accarezzata dal sole.
Elegante e leggera come la coda di un pavone. Isabella, divina Isa-BELLA, che
aveva pure il dono del canto e quello della poesia. Da tutti ammirata come si
ammira un mito!
Nacque a Padova nel 1562, l’attrice Isabella Andreini. E quando non aveva
ancora spento sedici candeline ebbe l’onore e la gran fortuna d’intraprendere
una b
­ rillante carriera teatrale. Onore e fortuna, avete udito bene, perché solo da
pochi anni alle donne era stato permesso di esibirsi davanti a un pubblico. E fu
proprio lei una delle prime interpreti ad apparire sui palcoscenici europei, dando
all’Italia un posto all’avanguardia rispetto ad alcuni Paesi suoi vicini.
Isabella entrò a far parte giovanissima della compagnia bolognese dei “Comici
Gelosi” dove conobbe Francesco Cerracchi, in arte Andreini, il creatore del
leggendario Capitan Spaventa, un soldato colto e sognatore. Isabella se ne­
­innamorò e con lui si sposò ed ebbe sette figli.
Insomma, come una vera donna moderna, la nostra eroina si dedicò sia al suo
mestiere sia alla casa e alla famiglia: fu attrice e mamma premurosa, moglie
­a ffettuosa e letterata perché le piacevano, fra l’altro, la scrittura in genere e
la poesia. Dalla sua penna sgorgarono sonetti, madrigali, sestine, ­c anzonette,
scherzi ed egloghe e pure la favola pastorale intitolata La Mirtilla e un ­e pistolario.
E fu, infine, “amorosa”, quel personaggio che tante volte interpretò facendo
­s ussultare i cuori e strappando alla gente lacrime e risate. Con i Comici Gelosi e
il suo sposo portò in giro per l’Europa il suo talento, la sua grazia e quel genere
teatrale tanto gradito ai suoi tempi: la “Commedia dell’Arte”, i cui attori non­
­lavoravano come si fa oggi seguendo un copione, ma improvvisando una storia.
C’era la ­s cenografia d’una piazza e lì si muovevano i personaggi: la servetta
furba e il ricco ­ingannato, il militare fanfarone e il pedante e con loro le coppie
­d ’innamorati, tutti personaggi, o meglio ancora “maschere” della tradizione. E
lei, Isabella, lì sulla scena, ­d estinata a grandi trionfi! Lei, cittadina del mondo,
che viaggiò tantissimo e conquistò le lussuose corti e la stima dei popoli, dei
nobili e dei re in un’epoca in cui non era certo facile per i commedianti ­o ttenere
rispetto sociale. E figurarsi, poi, per un’artista donna! Lei, però, grazie alle sue
doti umane e professionali ci riuscì. E partecipò pure a tanti eventi importanti
come la presentazione dell’Aminta del rinomato scrittore Torquato Tasso e anche
al m
­ atrimonio tra Ferdinando I de’ Medici e Cristina di Lorena, quando la sua
compagnia mise in scena la Pazzia d’Isabella e grande fu il suo successo da
protagonista.
Purtroppo questa stella del nostro firmamento morì giovane, a soli quarantadue
anni, dopo aver dato alla luce il suo settimo bambino. Non temete, però. Se volete
vederla brillare potete sempre cercarla fra le sue compagne, lassù, nel cielo blu.
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