Neuropsichiatria Infantile ll corso si propone di fornire agli studenti competenze nell'ambito della neurologia e della psichiatria dell'infanzia e dell'adolescenza, con particolare riferimento alle patologie che richiedono un supporto psicologico in un'ottica di rete e multidisciplinarietà Neuropsichiatria Infantile La NPI in un ottica moderna è una disciplina al crocevia di pìù discipline. Quali? •la neurologia dell'infanzia e dell'adolescenza •la neuropediatria •la psichiatria dell'infanzia e dell'adolescenza •la riabilitazione dell'età evolutiva •la psicologia e la psicopatologia dello sviluppo e dell'adolescenza •la neuropsicologia e molte altre. Perchè non si procede a separarla almeno nelle sue due branche principali la Psichiatria e la Neurologia? Non si procede a separare le due branche come per l'adulto perchè il bambino esige un'osservazione non settoriale perchè il suo sviluppo è un'interfaccia continua fra: •ciò che è innato (vedi preprogrammato, genetico, interno, endogeno, costituzionale) e •ciò che viene modificato continuamente dalle stimolazioni ambientali. Mente e cervello: cenni sull'apporto delle neuroscienze per la comprensione dello sviluppo e la neurofisiologia del Sistema Nervoso durante l'età evolutiva Le neuroscienze hanno dimostrato che la mente non si sviluppa per natura né il cervello si sviluppa per il genoma dell'homo sapiens ma entrambi si sviluppano per l'esperienza che il bambino ricava dalle persone che si sono prese cura e si prendono cura di lui sin dalla vita fetale. Il cervello è individuale nella sua micromorfologia e funzionalità, perchè il cervello di ognuno si costruisce nelle relazioni a cominciare dal feto, mutando in continuazione nelle relazioni per tutta la vita. Vita prenatale, postnatale L'esperienza è diversa per ciascun bambino e quindi una diversa esperienza costruisce un certo cervello. Mente e cervello non sono due cose diverse ma due situazioni reciprocamente attivantesi: il cervello è l'apparato biologico che sta funzionando, la mente la / o le funzioni in quel momento esplicate Sviluppo neuropsichico e mente relazionale Ogni funzione biologica è modulata dal cervello La macromorfologia del cervello umano è determinata dal genoma, la micromorfologia e la fisiologia si strutturano in modo individuale sulla base dell'esperienza. Nessuno ha un cervello uguale all'altro (nemmeno i gemelli, i fratelli) Normale: quello che è nella media di tutti gli esseri umani L'esperienza è il prodotto finale del lavoro che ogni singolo cervello compie sulle afferenze che riceve dagli apparati sensoriali interni e esterni. Il lavoro di elaborazione dipende da come il cervello è in grado di funzionare in quel momento (prematuro, neonato a termine, bambino di 3 o 5 anni) La strutturazione neuronale dipende dalla struttura emozionale scaturita dall'esperienza con i cervelli con cui si rapporta il bambino in quel momento. IL risultato continuativo di questo processo determina quello che denominiamo mente La strutturazione del cervello inizia% verso il IV mese di gestazione, ha la sua massima incidenza nei primi 18 mesi di vita e prosegue con progressive ristrutturazioni per tutta la vita Sviluppo neuropsichico La mente è primariamente e essenzialmente inconscia Nei primi 18 mesi funziona solo il cervello dx, poi gradualmente e successivamente si strutturamo le connessioni che permettono al cervello sx di funzionare (EEG, età di insorgenza delle epilessie, memoria, sviluppo neuromotorio) Il lavoro del cervello dipende dalle connessioni neuronali, il connettoma (miliardi di miliardi) costruite dall'elaborazione dell'esperienza. Il genoma determina il numero di neuroni, il connettoma è generato dall'esperienza Noi siamo le nostre emozioni (DAMASIO 2010) Noi siamo il nostro connectoma (SEUNG 2014) La memoria dipende dal connectoma, la memoria non è un magazzino ma un'attività continua e mutevole. Apprendere significa acquisire memoria, in qualche caso consapevole, ogni nuova memoria può modificare le precedenti o condizionare le successive La% memoria non potrà mai essere ricordata, pur continuando a regolare le nostre capacità il nostro comportamento e e il nostro corpo (Imbasciati Margiotta 2005) Processo Diagnostico in NPI 1 Diagnosi: Dia (attraverso) e Gnosis (conoscenza) Il processo diagnostico è il risultato dell'integrazione di diversi fattori di ordine biologico, psicologico, sociale e di una visione unitaria dell'individuo formulata in funzione di un trattamento terapeutico (Gislon 1988) Il processo diagnostico in NPI comporta un approccio multidimensionale con l'approfondimento di elementi e conoscenze che appartengono a campi diversi del sapere medico e psicologico: •Inquadramento nosografico della patologia •Assessment psicologico (anamnesi, colloquio, osservazione, eventuali test) Processo Diagnostico in NPI 2 Complessità del processo diagnostico in un processo di sviluppo significa valutare gli aspetti maturativi, socilali, cognitivi, il ruolo degli affetti entro il sistema bambino-caregiver, entro il contesto del bambino, nella famiglia. Valutare gli scambi comunicattivi tra le caratteristiche individuali del bambino, biologicamente determinate e il suo ambiente di accudimento, nelle relazioni precoci che s'istaurano Cosa è la famiglia? La famiglia è un contesto di apprendimento emotivo ed affettivo all'interno del quale il bambino apprende nell'esperienza ruoli, funzioni e meccanismi di difesa per modulare il dolore mentale connesso alla crescita (Meltzer 1983) Sistemi di classificazione diagnostica Sistemi di classificazione diagnostica per psichiatria dell'infanzia e dell'adolescenza più utilizzati: •DSMV •ICD-10 •PDM Manuale diagnostico Psicodinamico •Classificazione multiassiale dei disturbi psichiatrici del bambino e dell'adolescente (Who 1996B) •Classificazione diagnostica 0-3 Il bambino si trova all'interno di un processo di sviluppo e il non soddisfare pienamente i criteri diagnostici rappresenta la situazione più facilmente osservabile perchè molti aspetti dell'adattamento e del funzionamento sono mutevoli e in evoluzione. Variabili Individuali Vulnerabilità individuale: legata al concetto freudiano di -barriera protettiva contro gli stimoli-, rappresenta un sottoinsieme del rischio, riferito a fattori endogeni che possono fungere da meccanismi nello sviluppo del disturbo (Price e Lento 2001) Fattori di rischio: segnalano, favoriscono o precedono situazioni di disagio e difficoltà minacciando il benessere psicofisico dell'individuo. Fattori protettivi: condizioni presenti nel soggetto o nel suo ambiente capaci salvaguardare in toto o in parte l'equilibrio psicofisico di un individuo e che possono mitigare o ridurre gli effetti delle condizioni di rischio. Valutazione della variabile esperienza del bambino per valutare le difficoltà e le sue potenzialità di sviluppo. Valutazione della famiglia, della situazione scolastica, delle relazioni sociali e dell'ambiente in cui vive il bambino Processo diagnostico in NPI Un sintomo può essere quasi fisiologico ad un età, inquietante ad un altra e nettamente patologico ad un altra (Bollea) Multidisciplinarietà, contesto (Ospedale, consultorio, centro di riabilitazione, studio privato ecc.) Colloquio genitori e visita bambino (In due tempi , in un solo tempo) Colloquio solo genitori analizzare le condotte di sofferenza(nel bambino, nei genitori, tra i fratelli a scuola, nel corpo), raccolta anamnestica, storia dei disturbi (sintomi attuali e passati ed eventuali consultazioni precedenti (chiedo relazioni, collaborazione con i curanti) tipo di famiglia e di comunicazione fra i genitori avvenimenti importanti nella vita del bambino , della mamma (depressioni), o della famiglia(malattie interventi chirurgici, traumi, lutti, separazioni Processo diagnostico 2 gravidanza e parto( bambino desiderato, o no, condizioni fisiologiche e patologiche alla nascita, prematuro, peso corporeo, allattamento, svezzamento... sviluppo nella prima infanzia (sviluppo somatico, psicomotorio,del linguaggio, cognitivo relazioni con l'ambiente e scambi affettivi(alimentazione, svezzamento, ritmo sonno veglia, controllo sfinterico, condotte e interessi sessuali, come chiamano i genitali e cosa sanno delle differenze sessuali vita scolastica dal nido prime reazioni e adattamento successivo socialità e sport posto del bambino nelle aspettative dei genitori e nelle dinamiche della coppia. anche per i genitori, attenzione al transgenerazionale, eventuali patologie dei genitori. Cosa i genitori possono dire al bambino riguardo alla consultazione Visita, colloquio, osservazione Esame neurologico solo se necessario, di base ma soprattutto osservazione neuropsicomotoria del bambino , dei suoi movimenti, andatura Osservazione del bambino in tutti i suoi linguaggi a secondo delle diverse età Eventuale lavoro in rete con altre figure professionali Eventuali test Osservazioni di gioco e disegno libero per valutare il comportamento del bambino e le reazioni durante il colloquio La cosa più importante e creare un clima di fiducia e rispetto Sotto i 5 anni a. osservazione di gioco e disegno con i genitori, (valutaz. dello sviluppo del bamb. e della relazione con i caregiver, val.dei genitori e relaz. con bamb.) Con età scolare N.B. Come si separa dai genitori Colloquio Colloquio con bambino è diverso da quello con un adulto, flessibilità Osservare sviluppo capacità cognitive e linguaggio Relazione di fiducia, riservatezza e informazione del bambino Osservare comportamento e reazioni durante colloquio Vocalizzazione e produzione (qualità, quantità, ritmo, intonaz., volume) Linguaggio recettivo: comprens. Comunic. Verbali e non,presenza di risposte comportamentali, valutaz. Capacità uditive. Ling.espressivo:vocaliz., parole, brevi frasi, ecolalie, verbaliz. bizzarre.In età preverb. intenz. comunicat., vocalizaz., imitaz., gestualità, balbettio, scuotere testa, indicare e comprensione del caregiver nel comprendere Colloquio Adolescente da 11- 20 Nel colloquio bisogna indagare: Rapporto adol. con se stesso, con il corpo, con attività intellettive Rapporto adol. con realtà e mondo esterno:con la famiglia, scuola, spazi, con coetanei, altro sesso, esame di realtà Rap. A. con operatore: capac. di riconoscere il bisogno, cap. effettuare una domanda, accettaz. o contrattaz. dipendenza, capac. di autorifless o di rifless. sull'altro e sulla relazione Tenere presente tendenza ad agire Esame realtà -capac. di valutare realisticamente i propri affetti, i comportam. e i contenuti di pensiero nel quadro delle comuni norme sociali (Kernberg 1984) Per Senise (1984)-il luogo e il tempo del colloquio con adolescente diventano un momento di riflessione e identificazione da parte dell'Io del soggetto sull'Io oggetto, cioè sul Sè. Colloquio Adolescente da 11- 20 Per Senise (1984) -il luogo e il tempo del colloquio con adolescente diventano un momento di riflessione e identificazione da parte dell'Io del soggetto sull'Io oggetto, cioè sul Sè. Osservazione gioco disegno Il gioco è il mezzo principale per raccoglire informazioni sullo sviluppo e sullo stato mentale del B., sul funzion. Cognitivo simbolico, su aggressività e su relazioni con le persone del mondo del B.Varia con età, bisogna valutare struttura e contenuto del gioco. La struttura comprende: •Gioco sensomotorio sino ai 12 mesi (mettere in bocca, lanciare, far cadere, dopo 6 m. gioco di esploraz. Dell'oggetto) •Gioco funzionale sino ai 18 m. ( utilizzo funzione dell'oggetto es. telefono, bambola) •Gioco simbolico da 18 mesi con gioco del far finta es di mangiare. •G. simb. Comples sino 30 m.con proget. E rappr. Sequenze compl. •G. imitativo, il fare a turno, nel gioco Osservazione gioco disegno Contenuti del gioco: rispecchia vita emozionale del b. - è un'attività spontanea ... attraverso cui raffigura il suo mondo interiore, le sue angosce, cerca la soddisfazione fantasmatica dei suoi desideri e si proietta nel futuro (houzel 1985). Klein identifica nel G. tecnica più adatta per esplorare mondo interno b. -attraverso il G. il b. esprime in maniera simbolica fantasie, desideri e esper. Reali- (Klein 1950) Winnicott- attraverso G.il b. e adulto è libero di essere creativo, -impressione che la vita valga la pena di essere vissuta- (1971), g condiz. Di salute, facilita la crescita, e relazioni di gruppo, origina dal rapporto di fiducia tra b e madre (1941) Scatola con giochi scelti in base al valore associativo, bambino che non gioca, inibiz. Coart Osservazione disegno Il disegno: all'inizio attività motoria, spontanea, complessa, progressivamente più coordinata col procedere dello sviluppo. Può essere valutato da diverse prospettive: In rapporto allo sviluppo mentale, alla valutazione del pensiero spaziale e della somatognosia. Verso i 3 a. inizia un grafismo con intenzione di simbolizzare oggetti, condizionato dall'abilità psicomotoria nel controllare la motricità della mano e inizia il disegno spontaneo, si passa dallo scarabocchio, ad uno stadio in cui sono preferite prima le forme circolari, solo dopo le forme quadrangolari, le rette, gli angoli. Inoltre vi è un'asincronismo fra capacità percettiva, cap. rappresentaz mentale e capacità di rappresentazione grafica, che è la piu tardiva. Osservazione disegno Il bambino ha bisogno anche di denominare oggetto che rappresenta (rinforzo verbale del disegno), l'approsimatività della figura (ideogramma) fa si che gli stessi segni possano significare di volta in volta cose diverse. Inoltre la modalità percettiva e rappresentativa del bambino è improntata a due caratteristiche apparentemente opposte: il sincretismo (tendenza a cogliere l'insieme globale, trascurando le parti) e la frammentarietà (ten. a isolare alcuni particolari trascurando l'insieme). Il disegno del B.è improntato al realismo intellettivo (disegno è soggett.,b. rappresenta solo quello che lui sa di quel modello, o ciò che in esso ha più senso per lui o ciò che lo interessa e colpisce di più). Quest'ultimo aspetto è imp. per la proiettività. Osservazione disegno Test dell'omino di Goodenough: sottolinea come con il progredire dell'età la figura umana si arricchisce di particolari e dettagli oppure può rivelare anomalie della rappresentaz. corporea (PCI) L'evoluzione del Disegno infantile è graduale ma specifico per ogni B. che può però mantenere le forme di espressione primitive accanto a quelle più evolute, a secondo del contesto. Disegno infan. è un rilevatore della vita affettiva e emotiva, narra in modo proiettivo le esperienze interiori, fornisce informaz. sulle rappresentazioni del sé e delle relazioni con gli altri, di cui il bambino può non essere consapevole. L'istanza della proiettività si riduce progressivamente dopo i 12-13 anni quando il disegno diventa più formale. TEST PSICOLOGICI TEST PSICOLOGICI: TEST DI INTELLIGENZA Terman-Merril forma L-M (Qi detto di deviazione, la misura in cui il soggetto devia al di sopra o al di sotto della prestazione media dei soggetti della stessa età) Limiti Scale Wechsler (intelligenza globale si compone non solo di aspetti e di capacità cognitive ma anche di altri fattorirelazionali emotivi ed affettivi). WIPPSI-R dai 4 ai 6 anni e WISC-R dai 6 fino ai 17 anni. Matrici Progressive (misurazione veloce e quando è compromesso l'uso del linguaggio) PM47 colorate sino a 12 anni, e PM 38 dai 12 anni in su. TEST PSICOLOGICI TEST PROIETTIVI CAT 3-10 anni (comprensione dei rapporti che intercorrono tra il bambino e le persone che lo circondano) •TAT •Blacky Pictures •TEST di Rorschach TEST GRAFICI •disegno della figura umana di Machover •disegno della famiglia di Corman •disegno dell'albero di Koch TEST grafici neuropsicologici per abilità specifiche •Bender visual-motor Gestalt test (indaga l'organizzazione percettiva e motoria dello spazio) •Test della figura complessa di Rey (indaga abilità visuo spaziali e visuomotorie) INTERPRETAZIONE del disegno secondo tre livelli: grafico, formale e di contenuto. •Elementi strutturali o morfo dinamici del soggetto rappresentato (curvilineità o angolosità, disposizione nello spazio, continuità o frammentazione e pressione dei tracciati). •Elementi di contenuto che suggeriscono i significati simbolici specifici per ogni disegno. Restituzione RESTITUZIONE Colloquio finale di restituzione ai genitori dei dati emersi e della loro integrazione in un profilo complessivo del figlio comprendente condizioni attuali, problematiche e difficoltà emerse, progressione futura, risorse presenti. Il problema del fare diagnosi in età evolutiva e di come comunicare un orientamento diagnostico senza creare delle diagnosi che stigmatizzino il futuro del bambino Restituzione al bambino e all'adolescente come momento strutturante di riflessione e comprensione di sé. Paralisi cerebrale infantile Disordine del movimento o della postura non progressivo ma non immodificabile, causati da un danno all'encefalo. ESITI NON EVOLUTIVI di un danno all'encefalo sofferto in epoche precoci (pre peri e post natali) entro i primi due anni di vita, a carico del movimento, del tono muscolare e del controllo della postura. Non evolutivi ma con possibilità di modificarsi nel tempo Eziologia P.C.I. Cause prenatali e/o fattori predisponenti alle encefalopatie infantili: •esposizione ai raggi X durante il primo trimestre di gravidanza(storico) •infezioni virali(rosolia, citomegalovirus, toxoplasmosi...) •carenze alimentari e vitaminiche (carenze proteiche..) •farmaci (dintoina molti antiepilettici e sedativi) •alcolismo materno •tossicodipendenza materna •ittero nucleare da incompatibilità Rh (valore storico) •pre e immaturità (vulnerabilità neurologica) •gravidanze multiple •malfunzionamento placenta o malattia della madre che riduce apporto ematico e di ossigeno al feto Eziologia P.C.I. Cause perinatali: oggi rare per la migliore assistenza ostetrica e per utilizzo del T.C. Cause post natali: •processi infiammatori encefalo-meningei •traumi cranici, frequenti in casa, i bambini picchiati •lesioni vascolari, tumorali, tossiche, asfissia da monossido di carbonio ecc Patogenesi P.C.I. Patogenesi del danno: • Anossia-ischemia (ridotto apporto di ossigeno e di sangue) • Perdita dell'autoregolazione del circolo cerebrale • Occlusione dei vasi sanguigni e lesioni delle pareti • Emorragie • Necrosi e degenerazione cellulare Il danno encefalico può essere molto vario con coesistenza di atrofie diffuse e lesioni localizzate, singole o multiple, della sostanza grigia e/o di quella bianca, corticali e/o sottocorticali con eventuali displasie, malformazioni e/o idrocefalo Sedi TIME SPECIFIC STIMULUS NON SPECIFIC Non sono le singole condizioni in sé a determinare il quadro patologico ma il tempo dello sviluppo del SNC in cui agiscono N.B. Per P.C.I. e D.I. Quadri clinici PCI in cui il danno è localizzato al sistema PIRAMIDALE, deputato al controllo dei movimenti volontari, con difficoltà nella integrazione del movimento, presenza di pattern patologici per cui i muscoli agonisti e antagonisti si contraggono contemporaneamente, riduzione della forza e ipertono muscolare di tipo spastico PCI in cui il danno è localizzato al sistema extrapiramidale, deputato alla regolazione automatica del tono durante il movimento intenzionale, con tono muscolare variabile e movimenti involontari (discinesie). In particolare si distinguono movimenti atetosici lenti alle estremità e movimenti distonici più rapidi a carico dell'asse corporeo Quadri clinici Quadri clinici in cui il danno è localizzato al cervelletto,deputato all'equilibrio e alla coordinazione dei movimenti fini e precisi, con alterazioni dell'equilibrio, (atassia) della mira e della coordinazione Classificazioni PCI Sulla base del tipo del disturbo motorio Spastiche Atetosiche Rigide Atassiche Atoniche Miste Classificazioni PCI Sulla base della distribuzione topografica Monoplegia Paraplegia Emiplegia Triplegia Tetraplegia Diplegia Doppia emiparesi Diagnosi Diagnosi clinica: Esame neurologico con segni di deficit posturo motorio Anamnesi positiva per presumibile danno cerebrale precoce RX cranio con esiti lesionali a carico del SNC RMN in anestesia o sedazione TAC(meno precisa ma meno invasiva) EEG Potenziali evocati visivi, acustici.. Consulenze (oculistica, ortopedica, odontoiatrica... Diagnosi differenziale: Patologie del midollo spinale Tumori, malattie metaboliche, vascolari,degenerative o infettive dell'encefalo N.B. Precocità diagnosi Valutazione Per stabilire gli obiettivi del progetto riabilitativo, che deve essere aggiornato periodicamente, il bambino viene sottoposto a periodiche valutazioni psicomotorie, con valutazione qualitativa della postura e del movimento, delle funzioni motorie, sensoriali, cognitive, neuropsicologiche, relazionali Viene programmato un intervento a misura del singolo paziente, dei suoi deficit, delle possibilità residue, dei compensi spontanei o raggiunti con trattamento riabilitativo Valutazione intellettiva N.B. le risposte ai test richiedono abilità motorie spesso compromesse nelle PCI. N.B. Ruolo dello psicologo esperto Scale Valutazione intellettiva: Scala di Utzgiris-Hunt da 0 a 24 mesi Leiter, Columbia, Matrici Progressive (test con indicazione gestuale o di sguardo) (per valutazione intellettiva) Valutazione autosufficienza: Functional indipendence measure for children da 6m. a 7 anni Pediatric evaluation of disability inventory Prognosi Miglioramento della prognosi da 30 anni ad oggi per progressi riabilitazione, chirurgia, assistenza medica. •Deambulazione autonoma paraparetici e 50% dei tetra. •Prevenzione delle deformità scheletriche con posizionamenti, tutori, stretching e chirurgia per cui le immobilizzazione delle articolazioni del passato sono eccezionali. •Le forme extrapiramidali hanno prognosi peggiore per compromissione del controllo del tronco, della deambulazione e del linguaggio •Ritardo mentale è più grave se compromessa la corteccia cerebrale, per cui è più probabile nelle tetraparesi, meno grave nelle paraparesi e nelle forme extrapiramidali Prognosi Epilessia:più frequente tetra/emiparesi. La prognosi è migliore a seconda della resistenza o meno ai farmaci e alla frequenza delle crisi. La prognosi è migliore a seconda della presenza di deficit, sensit., sensoriali., cognit.,del linguaggio Inserim.scolastico e programmi didattici individualizzati col coinvolgimento di insegn. sostegno, psicol., pedagog., NPI che lavorano in rete con i genitori. Contrastare isolamento, emarginazione, eliminazione barriere architettoniche, inserimenti lavorativi protetti, problema dell'istituzionalizzazione durante o dopo la morte dei genitori. Comorbidità In realtà si tratta di aggiungere agli esiti motori le altre manifestazioni cliniche della encefalopatia precoce. •Disturbi oculistici: malformazioni occhio, vizi di refrazione, lesioni della papilla ottica e della retina, disturbi dei movimenti oculari... •Epilessia N.B. gravi encefalopatie epilettiche •Ritardo mentale oggi Disabilità Intellettiva •Disturbi del linguaggio: afasie , disfasie, disprassie bucco fonatorie •Deficit sensitivi, sensoriali, acustici Comorbidità 2 Conseguenze a lungo termine delle disfunzioni posturo motorie delle PCI: •Deformazioni dello scheletro (anca, ginocchio, caviglia, dita piedi, colonna vertebrale con gravi scoliosi) e delle articolazioni, contratture muscolari, accorciamento dei tendini. Causa il carico anomalo sulla colonna, il tono alterato, ... •Problemi di alimentazione per deficit motorio dei muscoli della masticazione, deglutizione •Disturbi trofici e dell'accrescim. I muscoli deficitari e arti lesi crescono di meno (asimettrie di lunghezza arti emiparesi). Problema di diffic. di alimentazione e per gli ipomobili tendenza a obesità. Comorbidità 3 Probl.odontoiatrici.: ipertrofia gengive, denti disallineati, carie Alterazioni funzioni grastrointestinali Disturbi respiraz. e fonaz.: frequenti infezioni broncopolm. e disturbi emissione voce (flebile, esplosiva...) Alteraz.della comunicaz. e dell'estetica per deficit intellett. e linguistico, alteraz.della mimica, gestualità , espressività e dell'emiss. del tono voce. Alteraz. estetiche, scialorrea e deformaz. osteoarticolari con difficoltà nei rapporti sociali Probl. psicologici e disturbi del comportam.: vissuto di diversità, deformità, inadeguatezza, debolezza, fragilità. Compromissione dell'autostima, passività Comorbidità 4 Nelle forme meno compromesse ribellione in adolescenza con inadeguata autosufficienza. In quelle più compromesse isolamento. Presenza di comportamento autoaggressivi La famiglia: senso di colpa e angoscia sulle cause del danno, desiderio di rivalsa sulla società, sofferenza per l'emarginazione del figlio e senso di impotenza, sopravalutazione del figlio. Il carico psicologico e materiale può causare tensioni coniugali sino alla separazione o rinforzare la coesione di coppia. Rassicurazione dei genitori e accoglimento delle loro difficoltà, competenza degli operatori. Fratelli trascurati o fratelli genitoriali Trattamento Presa in carico da parte dell'equipe riabilitativa per età evolutiva (referente NPI, fisiatra, fisioterapisti, logopedisti, psicomotricisti, psicologo, neuropsicologo, ev. ortopedico, odontoiatra, oftalmologo) N:B. Coinvolgimento dei genitori Trattamento riabilitativo più idoneo al caso Collaterali riabilitaz.: ippoterapia, piscina, musicoterapia Trattamento chirurgico delle deformazioni osteoarticolari Tossina botulinica che riduce l'eccesso di tono muscolare di alcuni distretti corporei Terapia farmacologica soprattutto per ridurre le discinesie e come anticonvulsivi Trattamento 2 e Prevenzione Sostegno psicologico al b.e familiari con event. psicoterapia dei genit. o del bamb.%in adolesc. Inserimento scolastico con programma educativo individualizzati Fattori contestuali, ausili, assistenza personale Prevenzione: Livello socioeconomico della popolazione Efficienza del sistema sanitario Buona assisten. Ostetrico/ginecol. Gravid./ parto Rianimaz. Neonatale, terapia intensiva pretermine Prevenzione dei traumi cranici da incidenti stradali (seggiolini ecc) Ruolo dello psicologo Valutazione testologica Valutazione neuropsicologica Valutazione per progetto educativo individualizzato Sostegno psicologico al bambino, ai genitori, alla famiglia Psicoterapia bambino, coppia genitori Gruppi con operatori per prevenire il burn-out Gruppi con genitori Epilessia, Comizialità, Convulsività Epilessie: un gruppo di sindromi caratterizzate dalle crisi epilettiche Crisi: manifestazioni involontarie, impreviste e imprevedibili a carico delle funzioni motorie, sensitivo- sensoriali o psichiche, con o senza perdita di coscienza. Crisi generalizzate, sede tutta la superficie della corteccia cerebr: la perdita di coscienza è immediata e completa Crisi parziali, sede in un'area limitata della s. cort. Cer. : non vi è perdita di coscienza Crisi parziali secondariamente generalizzate Classificazione delle epilessie % epilessie idiopatiche con esordio entro adolescenza 75-80% esordio entro i 20 anni, di cui il 15% entro I anno e 33% entro il V anno. Eziopatogenesi Uno squilibrio fra neurotrasmettitori eccitatori (glutammato ed aspartato) ed inibitori (GABA ac. gamma aminobutirrico) (% Epilettogenesi focale) Anormalità dei canali ionici di membrana voltaggio dipendenti Anormale interazione talamo corticale (% epilettogenesi generalizzata), tramite i canali T del calcio dei neuroni talamici. Numerosi farmaci antiepilettici agiscono interferendo su questi complessi meccanismi d'azione Diagnosi D.D con manifestazioni critiche non epilettiche Importanza anamnesi, esame generale e neurologico per corretta diagnosi clinica, EEG, eventuale EEG dinamico, dosaggio elettroliti serici (calcemia), glicemia, studio del sonno, ECG. Una crisi di tipo epilettico ha carattere dirompente, simbolico (effetto alone, pregiudizio sociale, ansia e sconvolgimento dell'equilibrio familiare). Crisi non epilettiche o pseudo epilettiche : Parossismi EEG in soggetti normali o af. da sonnambulismo Crisi da pavor nocturnus Emicrania Accessi non epilettici (apnee periodiche, narcolessia, alter. episodiche frequenza e/o ritmo cardiaco Crisi funzionali Convulsioni febbrili ll 5% dei bambini può presentare tra i 12 mesi e i 4-5 anni un episodio di convulsione % durante il Iperiodo di salita della febbre. Crisi: •Perdita di coscienza con irrigidimento diffuso (crisi tonica) •+- scosse generalizzate (crisi tonico/cloniche) •Op. rilasciamento diffuso (crisi atonica) •Durata da pochi secondi a qualche minuto •EEG negativo •Eventuale predisposizione alla convulsività in febbre •Non terapia anticonvulsivante cronica ma diazepam rettale in caso di febbre Epilessie più frequenti in età evolutiva • • • • • Epilessie parziali Epilessie sintomatiche, quadro clinico e EEG a secondo della sede della lesione cerebrale di focolaio. Epilessie idiopatiche con variabilità del qu. clinico e alterazioni EEG a secondo dell'età del soggetto Epilessia benigna rolandica, a punte centro temporali, con esordio fra 6 e 10 anni, in bambini con familiarità positiva per epilessia (crisi parziali motorie e crisi tonico -cloniche generalizzate, morfeiche) Epilessia benigna con crisi affettiva (facies terrifica con sguardo atterrito e spasmodica ricerca di aiuto) Epil. Benigna a paross.occipitali con crisi sensoriali visive (fosfeni, amaurosi, disperc.). D.D. con forma grave dei celiaci. Epilessie frequenti in età evolutiva Epilessie generalizzate Idiopatiche (età dipendenti e %genetiche) Convulsioni neonatali benigne, convulsioni infantili familiari, Epilessia mioclonica benigna dell'infanzia (assenza mioclonica) Epilessia assenza (piccolo male), improvvisa perdita di coscienza, pochi sec. • Forma.infanzia (esor. 3 e 5 a) se non interv. Farmacol. assenze poss. divent. frequenti e lunghe con “stato di assenza”. In età scolare SPM e apprendimento possono subire rallentamento. • For.adolesc. (es.10-15 an.), ass. protratte (10-15 sec.) o brevissime (spaniolessia), polipuntaonda diffusi , facil.SLI, stanchezza e dal rilassamento attenzione. Epilessie frequenti in età evolutiva Epilessia mioclonica giovanile di Janz , esordio tremori mattut., mioclonie assiali e crisi ton. clon. gen. mattut. Polipunta onda con SLI e tracciato di sonno Epilessie sintomatiche di danno cerebrale prima/seconda infanzia, coesistenza di diversi tipi di crisi (miocloniche, toniche, atoniche, assenze atipiche), anomalie EEG bilaterali, aritmiche e asimmetriche, tracciati di base non bene organizzati. Encefalopatia epilettica precoce infantile con, suppression burst, (esordio primi tre mesi, EEG con s/b, ),Pr.severa Sindrome di West (spasmi in flesso/estens, arresto SPM, ipsaritmia EEG, (totale scomparsa del ritmo di fondo e successione di punte, punteonde, ondelente polimorfe in modo asincrono e disorganizzato) Sindrome di Lennox-Gastaut, crisi polimorfe, farmaco resist.con EEG destrutturato Altre epilessie parziali e generalizzate Sindrome di Landau-Klefner o afasia epilessia bambini con SPM regolare presentano improvv, prolungati periodi di afasia.Farmaco resistenza. Guarigione spontanea verso 15-16 anni. EEG da sonno: onde aguzze trifasiche, centrotemporali, sx che diffondono in stato di male elettrico. Epilessia parziale benigna atipica dell'infanzia Electrical status epilepticus during sleep in assenza di manifestazioni comiziali ma disturbi del sonno comportamento e dell'apprendimento. Fattori di rischio e protettivi Trasmis. Genet. (autosomica dominante o recessiva per % Epil. Idiopatiche) Convulsioni febbrili segnalano tendenza a convulsivare in caso di brusche variazioni termiche, o in caso di stati carenziali (ipoglicemia, ipocalcemia) o di ipossia cerebrale Per epilessie sintomatiche stessa probabilità popolazione generale per i discendenti di sviluppare un'epilessia Insulti ischemici, emorragici, malformazioni corticali favoriscono epilettogenesi che avviene nella sostanza grigia corticale o sottocorticale Prognosi Epilessie parziali idiopatiche %guarigione entro adolescenza Epilessie generalizzate idiopatiche, ben controllate farmacologicamente ma spesso ricadute alla sospensione della terapia, non prima di 5 anni dalla normalizzazione del tracciato Epilessia sintomatica non prognosi favorevole per il controllo delle crisi e la sospensione dei farmaci Fattori psicologici Pregiudizio sociale che gravita intorno all'epilessia (ho un'epilessia e sono un'epilettico, non si dice ho un tumore e sono un tumore) % bam. con epiles. (anche idiopat.) può present. problemi comportamentali: irrequietezza, instabilità, aggressività capricciosità, o tend. Ansia e reaz. Nevrotiche, o inappetenza, bulimia, disturbi qualit. o quantit. del Sonno, difficoltà relaz. o di appren. Cause: Raramente,% nelle forme sintomatiche deficit neurofunzionali o epilessia % atteggiamento iperprotettivo famil., emarginazione sociale o scolastica farmaci antiepilettici per difficoltà attentivo-cognitive-mnestiche con deficit apprendimento Terapia delle epilessie Si prevengono le crisi ma non è possibile prevenire epilessia. Prima di somministare una ter. Antiepilet. fare Diagnosi epilessia. Non si curano EEG ma i bambini con crisi all'interno della famiglia. Farmaci del passato: Fenobarbital,( produce riduzione tempi di attenzione) Dintoina, fenitoina Carbamazepina, valproato di sodio Benzodiazepine effetto paradosso diazepam bamb. Cortisonoci, ACTH Farmaci attuali: Vigabatrin ,Gabapentin, topiramato, levitiracetam,lamotrigina, felbamato Terapie alternative Dieta chetogena Terapia dietetica (allergie al latte e celiaci) Rifiuto terapia Stimolazione vagale Terapia chirurgica per rimuovere sottostanti lesioni occupanti spazio che producono le crisi (tumori e ascessi cerebr., granulomo, malformazioni arterovenose, ematomi intracranici) o per trattare area epilettogena. Comprens. psicopatol. crisi Freud in Dostoievsky e il parricida (1929): la crisi sarebbe equivalente dell'atto di suicidarsi per risolvere un conflitto tra super Io sadico e Io masochistico, in seguito all'annichilimento dell'IO. Crisi come crisi affettiva in soggetti predisposti per cui la crisi è il risultato dell'inondazione traumatica dell'Io sconfitto da pulsioni disorganizzanti e destrutturanti. -Il modo in cui l'ambiente dà un senso alla crisi, che non ha in realtà alcun senso e che originariamente non può averne è fondamen. per la riorganizzazione del soggetto- (Beauchesne) Crisi suggeriscono vissuto di fragilità narcisistica: corpo minacciato, sentimento di perdita (di coscienza, di controllo, di rapporto) Ruolo psicologo N.B. Collab. epilettologo e psicologo per gestione e modulazione del rapporto terapeutico % adolescenza e con i genitori, vissuto malattia, carico di dramma e ambiguità, coinvolge ambito relazionale a casa e scuola Colloquio psicologico per comprend. Signific. Crisi epilettica nel vissuto conscio e inconscio del sog. Valutazione neuropsicologica Valutazione Test per indagare livello mentale (utile nella DD fra ep. Idiopatiche e sintomatiche, effetti collaterali farmaci antiepilettici ) V.T. test proiettivi per vissuto di malattia, D.D. fra manifestazioni epilettiche e non epilettiche(crisi funzionali) Sostegno psicol. o Psicot. individ., coppia genit., famiglia Progetto educativo scolastico individualizzato o meno Cefalee In età evol. è un disturbo in cui fattori neurologici interagiscono con altri psicologici •Cefalea primaria- indag. Strument. Negative 80% dei casi e 20% popolaz. In età scolare increm. Con la pubertà rapporto femmine maschi 2:1 •Cefalea secondaria a cause: k cerebr., traumi cranici, alteraz. Metaboliche, meningoencefaliti. Caratteristica dolore acuto non attenuato da analgesici Cefalee primarie Emicrania con o senz'aura (sint. visivi, sensor., motori o linguistici preemicr.). Dolore pulsante e costrittivo,% unilat, medio-forte, fotofobia, e/o nausa , vomito Cefalea tensiva episodica o cronica (più di 15/die/mese). Dolore lieve, medio; costrittivo, gravativo, bilater. Carattere di comorbidità psichiatrica per disturbi d'ansia e dell'umore. Disturbo psicosomatico insorg. spesso legata alla scolar. per ricerca del benef. Second. (no scuola): tensione fra paura e angoscia e desiderio di autonomia o afferm. di sé. Conversione isterica: il bamb. Al centro del conflitto fra i genitori Emicrania oftalmoplegica, Emiplegica famil. ecc Prognosi cefalea Remissione 30%casi Prognosi meno buona nel sesso femminile Pr.meno buona se disturbi psicopatolog. Associati Fattori psicologici N.B. prospettiva integrata, Indagare quale significato psicologico può veicolare la cefalea Disturbi emicran. Correl. Dist. d'ansia e depres. Cefalea cronica correl a-depress. mascherata Cefalea, fobia scolare e ambiente familiare Cefalea, problemi familiari, tentativo di chiedere aiuto Ruolo psicologo Indagare significato cefalea all'interno dello psichismo del bambino, della sua famiglia, dell'ambiente scolastico e sportivo. Training autogeno biofeedback Valutazione psicologica Psicoterapia Psicopedagogia Disabilità intellettiva (DSM5) già disturbo dello sviluppo intellettivo (ICD11) Già ritardo mentale - categoria psicopatolog. ad esordio precoce entro 18 anni, eterog. per eziol., caratterizz. da disabilità cognitiva e da funzionam. deficitario nelle autonomie. Confine fra normale e patolog. è arbitrario, deciso dal contesto sociocultur. di riferimento. D.I. è una condizione defic. Cronica. •Q.I. rap.fra età cronol./età ment. Per 100. Misura il funzionamento cognitivo. •Multifattorialità dell'intelligenza •Intell: abilità cognit.astratta o le più pratiche capac. d'interpretare e risolvere i problemi che il mondo ci pone (Sternberg 2000). Diagnosi di disabilità intellettiva DSM5 •Deficit funz. Intellett. (ragionam., problem solving, pianificaz., astraz., giudizio, apprendim. scolastico o dall'esper. •Deficit funz. Adattivo: non ragg. Standard sviluppo e socioculturali per indipendenza personale e responsab. Sociale. Limitato funzionamento in una o più attività del quotidiano: comunic. Partecip. Sociale e vita indipenden. a casa, scuola, lavoro, comunità •Insorgenza dei deficiti intellettivi e adattivi in età evolutiva Livelli di gravità D.I. L. G. definiti sulla base del funzion. adattivo e non sui punteggi di Q.I.perchè è il funz. Adat. A determinare il livello di supporto necessario a mantenere una condizione di vita accettabile. Si distinguono 4 livelli di gravità: lieve, moderato, grave e estremo nei tre differ. Domini: concett., sociale e pratico D.I. inclusa fra i disturbi del neurosviluppo -condizioni con insorg, in età evolut., precoci, caratt. da deficit di sviluppo con compromiss. del funzion. person., soc., scolast., occupaz. Eziologia D.I. Grup. Organico 60%, (sdr. Down, sdr. X fragile, sdr. Fetoalcolica). %ez, genet. 35%, distrib. omogenea popolaz. senza correlaz. livello socioeconom. e culturale. % Associata a patol. sistemica (cardiopatia, diabete, PCI.) Grup. ad eziolog. sconos.,deficit cogn. più lieve, + correlaz. livello socioeconomico e culturale basso, deprivaz. ambientale, talvolta familiarità (trasmissione poligenica complessa) Fenotipi comportamentali. Sdr Down Non disgiunz. crs. 21 trisomia. Ris1: 50, età mat. supera 40. Bas. Statura, facies mongolica, microcef., macroglos., ipotonia, epicanto (piega ang. Occhio), naso piatto, orec. piccole, Crescita cerebrale dim. con alter. qualit./ quantit. Deficit: lieve/medio (normali mosaicismi). Deficit Ocul., attenz. e comunicaz.verb. e non. Buone competenze sociali con comport. Passivi. Rischiopsicopat. 22%: ADHD o pat. Comport. Adulti: Dist. depress., ansiosi, psicot. Fenotipi comportamentali Sdr. XFragile: ripet. anomala tripletta CGG nel DNA del Cr. X. Maschi 1:1200. Bas. statura, faccia lunga, orec. sporgenti, mandib. larga con palato arcuato. Q.I. Deficit o normale:. Fr assoc. ADHD o pat. Comport. tic, Condizione di rischio per i disturbi pervasivi sviluppo Quadri clinici D.I.lieve: 85% di tutte. Spesso livelli performance cognit. e adattive simili popolaz. gener. (casi subclinici) Non deficit nei primi anni di vita. Diagnosi in età scolare, con possib. di apprendimento elementare. Progn./evoluz a secondo del deficit e della compliance amb. familiare e sociale. Inserimento lavorativo Comorbidità: pat. affett. umore ( depr. ansia, osses. compuls.) Quadri clinici D.I. moderato:10% delle D.I. causa organica, freq. epil. e pat. neur. o sist. Grave RSPM nei primi anni di vita. Diagnosi precoce, linguaggio gravem. Comprom., sostegno scuola, 60% ass.cont. a vita, b. % lavori sempl. supervis. Riab/Centri diurni Rischio deterior. con fenom. aut. o psicotic Quadri clinici D.I. Grave: 3/4% D.I. Causa organica, fr. Epil. e pat. neur. o sist. grave RSPM nei primi anni di vita. Diagn. Prec.ma, capac. comunicaz. scarse, linguaggio stereotipato, ecolalico, assenza, sostegno/assistenza scuola, ass. cont. a vita anche per necessità primarie (alim. deamb. Sfinteri). Centri diurni. Istituti, problema del dopo di noi. Comorb. psich. fenom. aut./psicot. Quadri clinici • D.I. Estremo: 1-2% D.I. causa organ., gravi anomalie cerebr., epil. e pat. neur. deficit massivi funz. cognitive, compet. motorie sensoriali e comunic. Diagn. prec.ma, prenatale, capac. comunicaz. scarse, linguag. solo comprensione di ordine sempl., assistenza continuativa. Pr. infausta, exitus prec. cause sistemiche (polmonite ab ingestis) Quadri clinici D.I. gravità non specificata: paz. non testabile, non cooperante o con deterioramento sensoriale o funzionale massivo Comorbidità D.I+ disturbi psichiatrici: 40 - 60% Superato concetto innesto secondario al deficit cognitivo (overshadowing). 50% D.I. grave - sint. spettro autistico 9-18% D.I. lieve/grave - ADHD 25% D.I. lieve/mod. - Dist. ansia gener. 1,11% depres./sint. depres. tristez, anedonia) o irritab., aggr., dist. neuroveg. 36% D.I. gr. comport. auto/eteroaggr. Singoli sint. psicot. o quadri di schizof. Trattamento Oggi i bambini con D.I. vivono in famiglia e nelle comunità, vanno a scuola, seguono un progetto terapeutico. Approccio interdisciplinare fondamentale per valutare le specifiche disabilità e le competenze residue da ampliare e valorizzare Il ruolo dello psicologo • Valutazione neuropsicologica • Valutazione per progetto educativo individualizzato • Sostegno psicologico al bambino, ai genitori, alla famiglia • Psicoterapia bambino, coppia genitori • Valutazione testologica • Gruppi con operatori per prevenire il burn-out • Gruppi con genitori Disturbi specifici linguaggio Classificazione Distur. specif. o primari (ritardo semplice di ling. che è ritardo dello sviluppo fonologico, su base gen. fam. a risol. spontanea). Distur. strument.: ipoacusia, sordità, disartria, anartria. Distur. integraz. sec.: D.I., R.P.M., dan. cereb. fisso, dist. gen. svilup., deprivaz. psicosociale Dist. acquis.: sordità e afasia acquisita Disturbi specifici linguaggio Classificazione I disturbi della comunicazione fanno parte per il DSM5 dei Disturbi del Neurosviluppo, esordiscono nell'infanzia seguono un decorso costante, con una possibile compromissione funzionale che perdura per tutta la vita. Le funzioni colpite coinvolgono l'eloquio, il linguaggio e la comunicazione sociale Disturbi specifici linguaggio epidemiologia e eziologia Distur.specif.linguaggio(DSL): 7% (6% fem., 8% maschi) Eziol. (?) Multifattoriale (interdipendenti e interagenti): Fatt. neurobiologici: gen., cong., postnatale Fatt. psic.(interaz. madre/b.no responsiva e empatica, fratria) Fatt. ambientali (livello cognit. genitori, stato sociale) Disturbi specifici linguaggio Aree Interferenza sviluppo e funzionalità emisf. cerebrale sx Sedi: •Cort. Cerebr. giro tempor. sup. sx (area Wernicke, per ricez. Ling.), •corteccia frontale inf. Sx (area Broca, per espres. Ling.) •area mot. Suppl, cort. Cingol. anter., nuc. Talam., gangli base, cervel., aree corticali sensomot. primarie correlate con produzione verbale Disturbi specifici linguaggio Nosografia DSM5 Disturbi comunicazione: Disturbo. Linguaggio.: - Dist.dell'espressione. ling. (produz.) - Dist.misto dell'espres. e ricezione. Dist.del suono vocale o fonetico-fonologico (già, dist. fonaz., ritardo. semp., dislalia evolutiva.) Dist. fluidità verb.ad esor. infan. (balbuzie) Dist. sociale della comun.verb./non verb. Disturbi specifici linguaggio Nosografia Grande Variabilità fra gruppi e indiv. • Quadri Svilup. Fonol. Rallen. E confuso con diff. Seman. Morfol. e sintat. (ritardo spec. di linguaggio o dislalia combinatoria) • Quadri Difficoltà di Control. Sequenziale del flusso. Fonol. della costruz. Parole associati a compromis. sviluppo lessic. e sintat. (disfasia evolutiva) Disturbi specifici linguaggio Nosografia Disartria: disturbo Strumentale Musc.oro-glosso-faringea, comprom. automat. motori orali e esec. volont. dei mov. Disprassia orale:dist.prelinguistico.di tipo Maturat. con compromis. esecuz. Mov. Volont. Fini della musc. Oroglosso-faringea. Disturbi specifici linguaggio caratteristiche cliniche Esordio graduale fra I e III an. Segnalaz. Spesso in età scolare + ev. associaz. con dist. psicopat./diff. apprend. Poss. Evol. in disturbo cronico per interv. terap. tardivi, scorretti, comorbidità psichiatr.,o disab. associate Disturbi specifici linguaggio: Disturbo dell'espressione del linguaggio 3/10% bam. M:F 2-3:1 Dist. può manifest.18 ms., con persist. comunic. preverb. (gesti, sguardi, mimica, movimento), assente o limit. linguag., comprensione linguist. limit. a ordini semplici. Succes. linguag. con omis. Sostit. distors. suoni e dif. nelle sequenze dei fonemi nella parola, comprens. meno compromessa. Poi dif. organiz. strutt. narrative e espres., usano linguag. concreto, difficoltà. espress. verb. stati affettivi e astraz. Disturbo dell'espressione del linguaggio diagnosi differenziale Disabilità intellettiva lieve Disturbo misto Afasia e disfasia acquisita MUTISMO SELETTIVO con sviluppo del ling. norm.e espres. Verb.limitata a famiglia o taluni interloc. privileg. Disturbi specifici del linguaggio: Disturbo misto espressione e ricezione 3/5% maschi. Più grave del Acquisizione del ling. molto lenta Dist. Espr. Ling. 70% assoc. dist. Psichiatr. (del comport./ansia). Fragilità strumenti comunicativi Comprom. Capacità di rappr. Elabor. Regolar. stati affettivi D.D.: Disab.Intel. , Dist. dello spettro dell'autismo. Disturbi specifici del linguaggio: Approccio multiassiale Diagnosi Valut. Competenze. Preling.: sensomotori, prattognos., simb., Pragmat.-Comun., interat. Storia, anam., Prof.svilup.e cogn. (normale livello intell. non verb.alla perform.), Prof.neuropsic. e psicomot., Organ. Affett.-comport. del bambino e della famiglia. Valut. Specialistica dell'organizzazione interna disturbo Risorse, aspettative, percezione, dinamiche Ruolo psicologo Valut. Variab. Ambient- dinamica e qualità rel. Famil.percez. Disturbo da parte dei gen. e del bamb.- risorse famiglia e della rete di servizi Comorbidità: 41%ritardo o disturbo letto scrittura,5082% dist. Psich.(comport. e affettiv.) Fra i Disturbi del linguaggio: Mutismo Psicogeno Assenza ling.in assenza cause organ. in un bambino che in preced. parlava. •Mut. tot. acqu. succ. a shock affet., dur. variab. passeggero, poi parola bisbigliata o transit. balbuzie. •M. elettivo stab. intrafamil. o extraf. p.e. scolast. sp. età scol. +inib. mot., opposiz. Enur., mutacico a scuola ma conservazione attiv. scritta Disturbi specifici del linguaggio: Mutismo Mecc. di convers. Isterica, adolesc, Indag. Il legame md. b.no perchè ling. può essere vissuto come potenz. minaccia al loro legame Psicot., T. F., psicodram., separaz. familiare Autismo Le protezioni autistiche sono una difesa , un meccanismo di sopravvivenza innato che viene messo in atto dalla mente come espediente temporaneo per avere sollievo da una tensione eccessiva (protezioni autistiche nei nevrotici, psicotici, i deportati nei lagher, sog. che stanno vivendo una situazione traumatica) E' l'uso massiccio, esclusivo e compulsivo di questo meccanismo a renderlo invalidante. Il pensiero autistico è circoscritto ai desideri e alle fantasie del soggetto, senza riferimento all'ambiente o alle considerazioni realistiche di spazio e tempo. Autismo Indipendentemente dalle sue cause la qualità della vita del soggetto autistico è in relazione con quello che la società riesce a mettere a disposizione per facilitare il reciproco adattamento. Il concetto di “neurodiversità” suggerisce di considerare l'aut. non solo secondo un modello deficitario ma come una condiz.con particolari caratteristiche e capacità cognitive,dove per es. accanto a difficoltà nella comprensione delle sfumature sociali, nel filtrare gli stimoli sensoriali e nella pianificazione delle attività giornaliere possono coesistere abilità analitiche, memoria e visione dei dettagli superiori alla media. Per cui autismo può essere considerato una variante evolutiva del normale funzionamento del cervello. Disturbi della condotta DSM4 Disturbi dirompenti del comportamento: Disturbo da deficit attentivo con Iperattività (ADHD) Disturbo Oppositivo Provocatorio Disturbo di Condotta Disturbi della condotta Una serie di disturbi correlati fra di loro con la tendenza a tradurre in comportamenti disadattivi (atti) determinati conflitti. Possono persistere nel tempo, sono associati a vari esiti disadattivi, quali rifiuto dei pari, uso di alcol e droghe, delinquenza in adolescenza, criminalità e psicopatolog. in età adulta. Specifiche caratter. temperamentali esternalizzanti: l'aggressività, l'impulsività e il mancato rispetto delle regole. Disturbi del neurosviluppo DSM5 NEURODEVELOPMENTAL DISORDERS Disabilità intellettiva Disturbo spettroautistico Disturbo della comunicazione Disturbo di sviluppo di coordinazione motoria ADHD Disturbo specifico dell'apprendimento Disturbi della condotta DSM5 Disruptive, Impulse-Control&Conduct Disorders Disturbo Oppositivo provocatorio Disordine esplosivo intermittente Disturbo di condotta Disturbo antisociale Piromania Cleptomania Disturbi della condotta Eziologia e fattori di rischio che interagiscono fra loro Fattori di ordine genetico (studi su gemelli monozigoti) Fattori biologici (disfunzioni delle regioni cereb. Paralimbiche con alterazione del controllo dell'aggressività e del processamento degli stimoli negativi, con scarsa comprensione ed espressione delle emozioni e dell'empatia, anomalie di sviluppo delle funzioni verbali ed esecutive con difficoltà di autocontrollo e del controllo emozionale) Fattori sociali Disturbi della condotta Eziologia Fattori di rischio sociali La famiglia multiproblematica Famiglie caratterizzate da: disorganizzazione dei ruoli scarsa definizione dei confini del nucleo familiare inadeguatezza e disfunzionalità nello svolgimento del ruolo genitoriale Non collocabile solo in fasce socioeconomiche basse Presenza frequente in uno o entrambi i genitori: Patologie fisiche o psichiatriche Abuso di sostanze o alcool Dissocialità Instabilitàlavorativa Conflitti di coppia Perdita di lavoro Disturbi della condotta: Stile educativo ambiente Stile educativo e ambiente evolutivo, qualità dell'interazione con i genitori, Contesti familiari caotici, disorganizzati, scarsa coesione e sintonizzazione, scarso monitoraggio, coesione e condivisione o contesti familiari con rigida strutturazione, scarso calore affettivo e condivisione sono fattore di rischio per atti antisociali gravi e ripetuti Disturbi della condotta: Fattori protettivi Sesso femminile Buona intelligenza Orientamento sociale positivo e impegno rispetto a valori sociali Temperamento resiliente Buona competenza in almeno una area di interesse e coinvolgimento in attività extrascolastiche Ansia Stabilità nelle relazioni familiari Relazioni calde e supportive con gli adulti Programmi sociali di supporto Disturbi della condotta: Fattori di rischio e comorbidità Disturbo post traumatico individua fattori di rischio ambientale Disturbi della regolazione fattori di rischio costituzionali, maturativi e interattivi Disturbi affettivi fattori di rischio interattivi che si sono generalizzati nel tempo e nelle situazioni Disturbi della condotta: DSM5 I Bambini con disturbo della condotta presentano: •livelli di rabbia persistente ed inappropriata, •irritabilità come stato basale •comportamenti provocatori e oppositori acontestuali e senza uno scopo chiaro •presentano importanti alterazioni dell’adattamento e del funzionamento sociale •età di esordio prevalente: 6-8 anni Disturbi della condotta: DSM5 Distinzione per età di insorgenza: • Infantile a prognosi peggiore, per maggiore comorbidità • Adolescenziale a prognosi migliore, a decorso limitato e più trattabile Disturbi della condotta: Comorbidita' Associazione con DDAI 35-90% Depressione e disturbi umore Disturbi apprendimento Disturbi d'ansia Disturbi correlati a sostanze Deficit cognitivi Inizio precoce attività sessuale, gravidanze non programmate Disturbi della condotta. Bullismo “Uno studente è prevaricato o vittimizzato, quando è esposto ripetutamente, nel corso del tempo, alle azioni offensive messe in atto da uno o più compagni”. (Olweus 1993) •Forma diretta: fisica o verbale •Forma indiretta: isolamento esclusione dell'altro Disturbi della condotta: Ruolo dello psicologo Intervento che coinvolge individuo, famiglia, scuola e contesto sociale in un lavoro di rete territoriale. Attegiamento, non collaborativo, scarsa empatia, capacità simboliz., senso di colpa e la tendenza ad agire necessitano di setting alternativi e flessibili in relazione ai bisogni espressi con i comportamenti. Creare area transizionale tra tp e pz (Winnicott 1971) che permetta di mentalizzare esperienza vissuta attraverso uno spazio per pensare. Deficit attenzione e iperattività Attention deficit hiperactivity disorder ADHD Qual è il confine fra comportento normale e patologico? ADHD è categoriale (diabete) o dimensionale (ipertensione)? Si può definire una patologia a spettro in cui singoli comport. comuni ad ogni b.no assumono rilevanza psicopatol. quando coincidono con altri fattori temporali e contestuali? E' un problema culturale, legato alla capacità di contenimento dei genitori, della scuola e della società? E' un problema del riuscire o non riuscire a dare un limite ai bambini? La sofferenza del Bambino con ADHD lo espone a problemi sociali, cognitivi, scolastici, familiari ed emozionali e a maggiore rischio per lo sviluppo di altri disturbi psicopatlogici Disturbo da deficit di attenzione e iperattività DDAI o ADHD è un disturbo eterogeneo, a eziol. multifattoriale complessa con vari gradi di inattenzione,iperattività e impulsività, spesso associato a DOP, DC, tic,disturbi d’ansia e dislessia Richiede una valutaz. globale del b.no in vari settori: psichiatria infantile, neuropsicologia e pediatria – per verificare il profilo comportamentale, cognitivo, emotivo, di funzionamento sociale e il funzionamento familiare. La valutazione deve indirizzare verso presa in carico a più livelli: psicoterapia, farmacoterapia, distur. Appren.,o per difetti neuropsicol, interventi sulla famiglia. Disturbo da deficit di attenzione e iperattività ADHD spesso persiste in età adulta e l'iperattività si trasforma in irrequietezza interiore, ... l'inattenzione comporta difficoltà ad organizzare le proprie attività o a coordinale le proprie azioni, con conseguenti difficoltà scolastiche, occupazionali e sociali, frequenti incidenti stradali (Cantwell 1996). Più saranno frequenti le esperienze negative cui il bambino con ADHD verrà esposto più sarà alto il rischio di una prognosi sfavorevole (Taylor 1996) Disturbo da deficit di attenzione e iperattività DSM5 Livello di inattenzione e/o iperattività-impulsività, inappropriato rispetto al livello di sviluppo e presente prima dei sette anni •deve essere più grave di quello osservato in altri bambini della stessa età e dello stesso livello di sviluppo •deve essere presente in diversi contesti (es. famiglia, scuola, ...) •si modifica con l’età e può essere presente tutta la vita •deve essere causa di seri problemi nelle attività quotidiana Disturbo da deficit di attenzione e iperattività Sintomi di inattenzione 1. Scarsa cura per i dettagli, errori di distrazione 2. Labilita’ attentiva 3. Sembra non ascoltare quando si parla con lui/lei 4. Non segue le istruzioni, non porta a termine le attivita’ 5. Ha difficolta’ ad organizzarsi 6. Evita le attivita’ che richiedono attenz. sostenuta (compiti) 7. Perde gli oggetti 8. E’ facilmente distraibile da stimoli esterni 9. Si dimentica facilmente cose abituali Disturbo da deficit di attenzione e iperattività Sintomi di Iperattività 1. Irrequieto, non riesce a star fermo su una sedia 2. In classe si alza spesso quando dovrebbe star seduto 3. Corre o si arrampica quando non dovrebbe 4. Ha difficoltà a giocare tranquillamente 5. Sempre in movimento, come “attivato da un motorino” 6. Parla eccessivamente Disturbo da deficit di attenzione e iperattività Sintomi di Impulsività 1. Risponde prima che la domanda sia completata 2. Ha difficoltà ad aspettare il proprio turno 3. Interrompe / si intromette in attivita’ di coetanei o adulti Disturbo da deficit di attenzione e iperattività: Comorbidità psichiatrica 50% Disturbo Oppositivo-Provocatorio 35-50 % Disturbo di Condotta 25% Disturbi Depressivi 15%, Disturbo Bipolare Disturbi d’Ansia 25% Disturbo Ossessivo-Compulsivo Disturbi Adattamento (con sintomi emotivi e di condotta) Sindrome di Tourette Disturbi Specifici dell’apprendimento 15-40% e Dist. Linguaggio 15-75% Ritardo Mentale e Disturbi Pervasivi dello Sviluppo Disturbo da abuso di sostanze in età adolescenziale DDAI eziologia Fattori genetici: più fattori genetici determinano la predisposizione per il DDAI o per specifiche tipologie comportamentali mentre l'attivazione della predisposizione è modulata da fattori ambientali Meccanismi neurochimici: (ipotesi su neurotrasmettitori) per mutazioni difettuali nei geni che regolano il trasporto e la captazione della dopamina. Ipotesi dopaminergica Fattori ambientali: prematurità, abuso di alcol e fumo in gravidanza, psicopatlogia famil., basso livello economico, eventi di vita negativi, traumi cranici... Disturbi del comportamento alimentare I disturbi del comportamento alimentare in età evolutiva possono essere affrontati da vari punti di vista ed abbracciare numerosi filoni teorici. Eziologia e approccio Multidisciplinare Importanza relazioni primarie nella formazione di questo sintomo nell'infanzia e attraverso la sua riattivazione in adolescenza. In adolescenza per le caratteristiche dell'ad. stessa questo sintomo può emergere dal nulla o può essere secondario ad una situazione problematica già presente durante l'infanzia anche se non in maniera evidente. Disturbi del comportamento alimentare Molte ricerche sottolineano il legame tra i vissuti ansiosi e depressivi che hanno origine da un precario e inadeguato sviluppo del senso dell'identità e il bisogno di ricorrere a sistemi di difesa dall'ansia e di compenso del vissuto depressivo, attraverso l'omeostasi fornita dal comportamento alimentare. Devereux anoressia è disturbo etnico per il suo incremento quasi epidemico nelle società occidentali evolute. Legato a costruz. identità. fem. e al ruolo famil. e sociale della donna Anoressia sintomo proteiforme Situazione in cui è sindrome Situazione in cui è sintomo che copre altre manifestazioni (psicosi) o altre strutture di personalità Per questo motivo è necessaria accurata distinzione dato che diversi tipi di anoressia suggeriscono diversi tipi di indirizzo terapeutico Anoressia sintomo proteiforme Psicotici Frequ. periodi di anoressia, o di bulimia Disarmonie evolut.temporanee (momentaneo periodo anor., fobie, restriz. Aliment. per identificaz. Imitat. nel gruppo dei pari, con difese isteriche sino a epidemie scolastiche, per conflitti Dipendenza/auton. con i genit., protesta inconscia contro madre intrusiva,attacco al corpo madre) Conversioni isteriche Emmy di Freud Sindr. Anores. complessa: an., iperattività, amenorrea con organiz. Person. resistente tanto da condurre a morte. Anores. come serie di sintomi in difesa dal breakdown,(dallo scompenso) grazie al controllo ossessivo della realtà e del corpo Sindrome Anoressica approfondimento dinamiche N.B. Anoressia esprime molte dinamiche dalla somatizaz. del vissuto psichico alla perversione •volontà controlla dimagrim. estr.. Anor. non si vede magra, a un livello vede propria immagi. distorta, a un altro sa che è una distorsione. Vi è dissociaz.della realtà del corpo, crea bugie sul suo corpo e ci crede, Diniego, dissoc., uso del corpo, erotiz. corpo negato, bugie, no rappres. dei conflitti adolescenz. •Anor. Impedisce matur. Sess. con il perpet. del legame infan. con i genit., attacco al corpo della madre (leggi caso) Disturbi del comportamento alimentare DSM5 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. Anoressia Nervosa Bulimia Nervosa Binge–Eating Disorders Disturbo Evitante / Restrittivo dell’assunzione di cibo (Ortoressia, Anoressia inversa) Disturbo della ruminazione Pica Altri disturbi specifici della nutrizione e dell’alimentazione (Night Eating Syndrome) Disturbi della nutrizione e dell’alimentazione non specificati Disturbi del comportamento alimentare Conc. di continuum nei disturbi del comportam.aliment.: lo st. pz. può passare da un quadro clinico all'altro, con talvolta alternan. comportam. Bulim./restrittivi Epidemiologia: 90% fem. 12/25 an Prevalenza.:0,5% Esordio: picco fra 14-15 an. Mai prima 8 an. Prevenz.: disturbo immagine corporea e dell'autostima Prevenz.: ruolo dei media e della società Screening scolastici Fine parte prima Disturbi evacuazione Problemi molto comuni, correlati a disturbi e disagi, variabili: Sviluppo funzioni biologiche e corretto funzionamento Apprendimento sociale Cultura d'origine, stile educativo Livello cognitivo Fattori psicol. stato emoz. ba.no, ruolo e aspett. genit, eventi stressanti, scarsa stima di sè Disturbi evacuazione enuresi Enuresi: involontaria (o intenzionale DSMV) emissione di urine in assenza di disturbo fisico (incont. Vescica da patol. neurol., epilessia gener., malformaz. app. urin.) in luoghi social. accett. e dopo i tre anni circa. Enuresi non diagnosticabile, sotto i 5 anni (o con età mentale sotto i 4 ICD-10). A 2 anni si raggiunge la maturazione neurofisiologica tanto da percepire la sensazione di pienezza vescicale. Capacità di verbalizzare (dire pipì) propria necessità è primo step per progressivo apprendimento del controllo sfinteri Disturbi evacuazione DSM5 Stessi criteri DSM4 ma raggruppati in specif. Categoria •Enuresi solo notturna, solo diurna o forma mista •Enuresi primaria: mai acquisito controllo vescicale. % Ritardo maturat. •E. second.: dopo sei mesi di acquis. Contr. Vesc. %forte stress e disagio •Enuresi occasionale: non è enuresi perchè il caratt. Enuresi è la ripetizione per alm. 3 mesi, disagio, compromis area sociale,scolastica. Disturbi Evacuazione DSM5 Stessi criteri DSM4 ma raggruppati in specif. Categoria Encopresi: volont./invol. evacuaz. feci in luoghi inadat. per il contesto sociale e cultur. bam., frequ. Variab. Alm. 1 volta/mese per tre m. in bamb.+4 an. Enc. primaria e secondaria: mai acquisito controllo sfintere anale o meno Forma con o senza costipazione e incontinenza. Da sovrariempimento D.D. encopresi organiche pediatra Disturbi Evacuazione Epidemiologia Enuresi diurna: 12,5% fra 11 e 12 a., 3% tra 15 e 16 a. Enuresi prim.+ frequ. Rispetto sec., +frequ. Maschi Enur. Secon. + frequ.femmine Preval.enur. Famiglie disagiate Enur. Decresce con l'età, più comune nei bamb. con storia famil.+ di reflusso primario vescico ureterale. Preval. Costipazione (meno 3 evac./a sett) 0.3-8% Preval.encopresi 3% Disturbi Evacuazione Eziologia Enuresi Disturbi del sonno: forse fattore che disturba il sonno o associat. Ai D. del sonno., disordine arousal,(alteraz. del mantenim. del sonno con microrisvegli notturni) Ridotta capacità funzionale vescica Minor produz.ADH, orm.antidiuretico, con poliuria nottur. Encopresi Controllo sfintere è il risultato di una maturaz fisica e cogn., influenzato dagli insegnam. e dalle aspett.caregivers Disfunzioni periferiche? Disturbi Evacuazione Comorbidità psichiatrica Fattori. psicologici. Enuresi • Disagio emot., viss. frustrazione, scarsa autostima, colpa, vergogna, imbarazzo, mortificaz.con Super Io severo • Cattivo rapporto con il proprio corpo • Difficol.sociali, paura di essere scoperti, rifiuto a dormir fuori, vittime di bullismo • N.B.Risposta e tolleranza dei genitori, coinvolgerli nel trattam. -enuresi non è colpa del bambino- Encopresi e enuresi comorbidità • Parte disturbo psichiatr. Mag.,o assoc. ADHD, Dist. pervasivi sviluppo, mutismo selett., depressione. Disturbi Evacuazione Fattori di rischio e protettivi • Divorzio / litigi genitori e eventi stressanti fra i 2,5 e i 5 anni possono aumentare rischio di enuresi, perchè può essere compromesso, acquisiz del controllo vescicale. • CAT bamb. Enuretici fanno più uso della repressione delle emozioni e non le verbalizzano, con conseg. Stress che può determinare sintomo somatico • Encopresi può derivare dalla negazione dell'espressione del risentimento e ribellione in famiglie disarmon., pr. Sociali, Conflit., con reaz. ostili fra genit./Figli Disturbi Evacuazione Fattori di rischio e protettivi Pattern familiari Famiglie problematiche disturbo esprime stress e disagi Famiglie con evento traumatico o stressante: nascita fratel., morte nonno, inizio scuola Famiglie ipercontrollanti, rigide, con precoce educazione alla pulizia Disturbi Evacuazione Terapia Valutazione pediatrica del disturbo Val.psicol. su intera famiglia (struttura tipica fam. Psicosomatic.: iperprotett., rigid., confl.irrisolti/ non espressi. Psicoterapia indiv. familiare Valut. Errori pedag.(atteg. Dirett., punit.,inadeguati al livello sviluppo Terapia farmacol. Antidepr. Triciclici, farmaci antidiuretici (desmopressina spray per categoria bassi livelli notturni ADH) Terapia comport. Disturbi D'Ansia Ansia è una normale risposta difensiva a situazioni di allerta o pericolo, può amplificarsi e cronicizzarsi, riguarda tutte le età,con manifestazioni cliniche variabili rispetto al momento dello sviluppo e ai singoli individui. In età evol. è indispens. effett. -una diagnosi di sviluppopiù che nosografica, tenendo conto della necessità di:isolare/classificare; considerare la pers. come sogg. attivo; consider. le interazioni e le fantasie che si strutturano intorno a un disturbo; saper vedere nel bamb. di oggi l'adulto di domani; consid. le possibili trasformazioni dei disturbi (Levi 1995) Disturbi D'Ansia Epidemiologia Comorbidità In età evolut.10%,13% età prepuber.,15% in adolesc. D. d'ansia sono i d. psicopatol.più frequenti in età evol., con possibilità di mantenersi e trasformarsi nel tempo. La Comorbidità è la regola, spesso il D. d'ansia maschera l'altro Comorb.Con Disturbi dell'Umore(Depress. e Bipolare),ADHD 33% paz. Ansiosi sviluppa Dist. Depress.; 66% paz. Depr. Sviluppa Disturbo D'ansia Disturbi D'Ansia Assessment Come differenziare ansia normale da quella patologica? Il criterio dell'intensità e della compromissione funzionale eventualmente esteso all'ambiente è sufficiente? Ansia può essere mascherata e i sintomi possono subire una trasformazione nel tempo. Interviste qualitative che possono aiutare il clinico. Disturbi D'Ansia Diagnosi Ansia è un continuum che si esprime con vari gradi di compromis. funzionale, cognit., somat., comportam.,a seconda delle varie fasi evolutive. Questo ci spiega la possibile continuità e discontinuità dei DAS del B. e Adulto e il fragile confine fra ansia normale e patologica. Il DAS può essere sottostimato e confuso con un tratto del carattere o banalizzato come qualcosa che si risolverà spontaneamente con la crescita, anche se molti problemi si trasformano con l'esperienza e la crescita Temperamento: parte genetic. determinata della person., forse un meccan. della trasmis. trans generaz. della vulnerab. psicopatolog. per i DAS Disturbi D'Ansia Assessment Come differenziare ansia normale dalla patologica? Intensità dei sintomi, grado di sofferenza, eventuali compromissioni funzionali, mascheramenti e trasformazione dei sintomi. Colloquio clinico (favorisce la relazione) e interviste(per velocizzare) Disturbi D'Ansia DSM5 Nel DSM5 i disturbi d’ansia sono presentati in ordine di età d’esordio • • • • • • • • • • • Disturbo d’Ansia da Separazione Mutismo Selettivo Fobia Specifica Disturbo d’Ansia Sociale (Fobia Sociale) Disturbo di Panico Agorafobia Disturbo d’Ansia Generalizzato Disturbo d’Ansia indotto da Sostanza/Farmaco Disturbo d’Ansia dovuto ad Altre Condizioni Mediche Altri Disturbi d’Ansia Specifici Disturbo d’Ansia Non Specificato Disturbo d’Ansia da Separazione Verso i 6-8 mesi il bamb. inizia a riconoscere con più chiarezza le figure di attaccam. e a dimostrare ansia da separaz. e abbandono. Comport. si intensifica fra i 13 e 18 m.si per poi ridursi fra i 3 e i 5 anni. In alcuni bn. la sensibil. alla separaz. si prolunga, diventa eccessiva con compon. ansiosa ed interferisce con la quotidianeità e i normali compiti evol. sino al rifiuto scolast. o sint. somatiche. R. Spitz definisce II organizzat. dello psichismo (I il sorriso a 3 mesi, III il NO a 2 an.) la comparsa della reaz. d'angoscia al viso di un estraneo verso VIII mese. Ciò avviene per l'integraz. progress. dell'io del bamb. e la capacità di distinguere fra me e non me. Inoltre, sottolinea lo stabilirsi della relaz. con la madre, primo oggetto libidico, in concomitanza con la minaccia di perdere questa relazione. Disturbo d’Ansia da Separazione La difficoltà a separarsi dalla madre è un'angoscia di perdita legata a un'esper. traumatica precoce, accompagnata dall'angoscia di perdere l'amore materno, dalla paura di danni al corpo, in relazione ai propri impulsi aggressivi, da ansia punitiva da parte del super io e da sentimenti di colpa.l'aggressività del bamb. verso la madre ed il suo seno determina ambivalenza superata con la scissione che consente la proiezione degli oggetti persecutori all'esterno, per es. la scuola con fobia della scuola (Klein 1946) Ansia da separazione Fattori di Rischio • Fattori individuali: temperamento inibito, dipendente, difficile • Neurologici, biologici, genetici: amigdala, corteccia prefrontale potrebbero essere implicate nella genesi; ereditarietà in relazione alla qualità transgenerazionale della trasmissione, trasformazione e amplificazione dell'ansia da una generazione all'altra; disturbi affettivi nei genitori. • Socioambientali: livello socioeconomico basso; primogeniti; bambini di famiglie numerose; life events (trauma con malattia, morte di parente prossimo, trasloco, cambiamento scuola). Ansia da separazione Quadro clinico Comorbidità: disturbi affettivi, altri disturbi d'ansia, dist. Depress. e della condotta, ADHD Quadro clinico: differenze evolutive a secondo età •3-4 anni intolleran. alla separaz. madre, le sta vicino, in braccio, si aggrappa a lei, la sorveglia, si addormenta con lei, sonno con incubi, intrusioni nel lettone, talvolta prevale inibiz. e depressione •5-8 anni sintomi comportamentali, somatici paure irrealistiche di perdersi senza i genitori, o pericoli, timori di incidenti, malattie , rifiuto scolastico •Adol. somatizzaz., comportam. provocatori per rendersi visibili ai genit. e metterli alla prova. Ansia da separazione Quadro clinico • N.B. Per la diagnosi Inquadrare DAS nelle sue espressioni evolutive e nell'ambiente familiare in cui si sviluppa anamnesi attenta , valutazione psicodiagnostica anche a carico dei genitori. Esiste anche il SASI (SEPARATION anxiety symptom inventory) • Vedi DSM5 simile • Psicoterapia bambino e della coppia dei genitori, counseling alla scuola quando è presente rifiuto della scuola, counseling ai genitori su come rassicurare il bambino e consentirgli un graduale distacco Cosa è la paura Nel Disturbo d’Ansia Generalizzato la preoccupazione si estende a macchia d’olio su tutto senza concentrarsi su un solo aspetto particolare: il soggetto vive costantemente in un mondo che giudica imprevedibile e pericoloso e sperimenta se stesso come incapace di fronteggiarlo Nel Disturbo d’Ansia di Separazione l’evento temuto è il distacco dalle persone care senza le quali ci si reputa assolutamente non in grado di affrontare l’esistenza e delle quali dunque si ritiene di avere infinito bisogno: il soggetto ritiene di non poter sopportare un’emozione che è la tristezza, il dolore per la separazione. (Lorenzini R, Sassaroli S. 1987 “ La paura della paura” La Nuova Italia Scientifica, Roma Disturbo di Panico 300.01 (F41.0) Disturbo di Panico A. Attacchi di panico inaspettati e ricorrenti. Un attacco di panico è un improvviso aumento di intensa paura o disagio che raggiunge un picco in pochi minuti, durante i quali si verificano quattro (o più) dei seguenti sintomi: 1. Palpitazioni, sensazione di cuore in gola o tachicardia 2. Sudorazione 3. Tremori o agitazione 4. Sensazioni di mancanza di respiro o di soffocamento 5. Sensazioni di soffocamento 6. Dolore o fastidio al petto 7. Nausea o disturbi addominali 8. Sensazione di sbandamento, di instabilità, di testa leggera o di svenimento 9. Brividi o sensazioni di calore 10. Parestesia (intorpidimento o formicolio) 11. Derealizzazione (sensazione di irrealtà) o depersonalizzazione (essere distaccati da se stessi) 12. La paura di perdere il controllo o di "impazzire " 13. Paura di morire Disturbo d'ansia generalizzato 300.02 (F41.1) Disturbo d’Ansia Generalizzato A. eccessiva ansia e preoccupazione (attesa apprensiva), che si verificano per la maggior parte dei giorni per almeno 6 mesi, relative ad una serie di eventi o attività (performance lavorative o scolastiche) B. L'individuo ha difficoltà a controllare la preoccupazione C. L'ansia e la preoccupazione sono associate con tre (o più) dei seguenti sei sintomi Nota: nei bambini è richiesto un solo un elemento. 1. Restlessness (irrequietezza/sindrome delle gambe senza riposo) 2. Facile Faticabilità 3. Difficoltà di concentrazione o vuoti di memoria 4. Irritabilità 5. Tensione muscolare 6. Disturbi del sonno (difficoltà ad addormentarsi o a mantenere il sonno o irrequietezza) D. L'ansia, la preoccupazione, o i sintomi fisici causano disagio clinicamente significativo o menomazione nel funzionamento sociale, lavorativo o di altre aree importanti Fobie Semplici Ogni fase di sviluppo del bamb.è caratterizzata da paure fisiolog. che si estinguono progressivamente secondo una sequenza temporale. •Anter. ai 12 mesi Paure di stimoli sensit. e sensor. bruschi e imprev. (tattili, uditivi, visivi , cinestes.) per la rottura di un equil. Omeostat. •Dopo 12 m. paura estraneo •2-3 a. paure prima nottur., (sogni), animali feroci poi diurne (cani) •4-6 a. paure piccoli animali, del buio/notte, transitor. della scuola •Adolesc. paura forma, integrità corpo, dismorfofobie o delle malattie Paura diventa patologico a secondo dell'intensità, del condizionam. della vita, o dell'anacronismo. FOBIE SEMPLICI Quadro clinico Fobie semplici sono paure intense e persistenti nei confronti di oggetti e situazioni, eccessive e irragionevoli, attivate dall'esposizione o anticipaz. dello stimolo fobico, sono di solito associate a comportamenti evitanti e a sintomi somatici(palpitazione, rossore, pallore, dispnea, tensione muscolare) e sintomi comportamentali (pianto rabbia). Assumono caratteristiche diverse in relazione all'età e alle capacità di riconoscere stati emotivi soggettivi Fobie di animali Fob. di situazioni ambientali Paura iniezioni e sangue, di situazioni specifiche (soffocamento, vomitare, contrarre malattie) Disturbo d'ansia sociale già fobia sociale Stato d'intensa ansia attivato da situazioni sociali, con necessità di interagire con sconosciuti, non familiari o situazioni in cui si può essere giudicati, umiliat..così grave da interferire con la vita sociale con massicce condotte di evitamento •4-6 anni bamb. Si nasconde dietro il genit, piange, grida, s'arrabbia •6 anni: incapacità di partecipare alle attività scolastiche sino al rifiuto scolastico •Adolesc. compaiono gravi angosce di essere colto in fallo, di fare qualcosa di sbagliato, senso di mortificazione. Presenza di reaz. vegetative •N.B. Comorbidità con disturbi d'ansia e umore, rischio abuso droghe e alcol perchè diminuiscono ansia sociale Disturbo ossessivo compulsivo La diagnosi di DOC prevede la presenza di ossessioni, o compulsioni o entrambe. Di solito si rileva un'estrema preoccupaz. per ordine, controllo, perfez. con significative interferenze con la quotidianeità. Ossessioni sono pensieri egodistonici ricorrenti e persistenti anche quando si cerca di ignorarli. Compulsioni sono attività o comportamenti intenzionali e ripetuti, intrapresi per ottenere qualche effetto o prevenire qualche conseguenza,in assenza di una relaz. causale realistica tra il comportam. e l'evento così interpretato (Rapaport, Ismond, 1996, pag. 211) Il rituale cognitivo sono quegli atti mentali che servono a distrarre la mente da pensieri angoscianti: un pens. può essere ossess. se provoca ansietà(non posso fare a meno di contare le finestre dei palazzi mentre cammino), compuls. se la riduce (conto le finestre perchè così non sento ansia di avere la mente vuota) Disturbo ossessivo compulsivo Con "spettro ossessivo-compulsivo" s'intendono una serie di condotte che presentano comportamenti impulsivi e/o compulsivi, in base a un continuum del controllo degli impulsi (Hollander e Benzanquen, 1997) da un estremo compulsivo a un estremo impulsivo. Queste condotte condividono anche alterazioni neurobiologiche, fattori eziopatogenetici comuni, certe caratteristiche cliniche e il tipo di risposta terapeutica. Epidemiologia: età media d'inizio 10 anni, maschi/femmine 2:1 Disturbo ossessivo compulsivo DSM5 I Disturbi Ossessivo-Compulsivi includono: •Disturbo Ossessivo-compulsivo (DOC) •Disturbo da Dismorfismo Corporeo •Disturbo da Accumulo •Tricotillomania •Disturbo da Escoriazioni (Skin -picking) •Disturbo Ossessivo-compulsivo indotto da sostanza/farmaco •Disturbo Ossessivo-compulsivo dovuto ad un'altra condizione medica •Altri Disturbi Ossessivo-compulsivi specificati •Disturbo Ossessivo-compulsivo Non Specificato (es. comportamenti ripetitivi focalizzati sul corpo, gelosia partner Disturbo ossessivo compulsivo 300.3 (F42) Disturbo Ossessivo-Compulsivo A. Presenza di Ossessioni-Compulsioni-Entrambi: Ossessioni sono definiti da (1) e (2): 1. Pensieri ricorrenti e persistenti o immagini che vengono vissuti, nel corso del disturbo, come intrusivi e indesiderati e che nella maggior parte degli individui causano ansia o disagio marcati 2. L’individuo tenta di ignorare o sopprimere tali pensieri o immagini, tenta di neutralizzarli con altri pensieri o azioni (es. eseguendo una compulsione) DSM5 10 300.3 (F42) Disturbo Ossessivo-Compulsivo A. Presenza di Ossessioni-Compulsioni-Entrambi: Compulsioni sono definite da (1) e (2): 1. Comportamenti ripetitivi (lavarsi le mani, riordinare, controllare) o azioni mentali (pregare, contare, ripetere parole mentalmente) che la persona si sente obbligata ad eseguire in risposta ad un'ossessione o secondo regole che devono essere applicate rigidamente 2. I comportamenti ole azioni mentali sono volti a prevenire o ridurre l'ansia o disagio, o a prevenire alcuni eventi o situazioni temuti; tuttavia, questi comportamenti o azioni mentali non sono collegati in modo realistico con ciò che sono designati a neutralizzare o prevenire, oppure sono chiaramente eccessivi Eziologia Psican. faceva risalire il DOC a Conflitto non risolto risalente fase anale, con utilizzo di difese contro aggressività per precoci lotte di potere con la figura materna sull'educazione alla pulizia. Oggi si mettono in evidenza elementi interpersonali, stima di sé, gestione della rabbia e dipendenza, stile cognitivo e problemi relativi all'equilibrio tra lavoro e relazioni emotive. Si tratta di bambini non sufficientemente valorizzati ed amati dai genitori, con scarsa fiducia in loro stessi, forse per reale distanza, freddezza figure genitoriali, richiesta di rassicurazione e affetto superiore alla norma con desiderio nostalgico di dipendenza e una riserva di rabbia nei confronti dei genitori, colpevoli di non essere stati emotivamente più disponibili (Gabbard 2002 pag 572) Cognitivisti non spiegano eziologia Eziologia Disturbi nella maturazione del circuito cortico-striato-talamocorticale contribuiscono allo sviluppo di disturbi psichiatrici che hanno in comune un discontrollo delle funzioni auto-regolatorie Diagnosi DIFFERENZE FRA RITUALI DELLO SVILUPPO E DOC I sintomi all'inizio si nascondono con i rituali dello sviluppo dei bambini (4-8 anni) e persistono dopo l'adolescenza. Il loro scopo non è ludico, sociale ma di mitigare angoscia L'interruzione del rituale provoca irritabilità Il rituale non forma parte della vita psichica ma la invade Il rituale non è arricchente ma è considerato perturbatore Diagnosi DIFFERENZE FRA DOC Infantile e DOC adulto Bambino cerca di coinvolgere i genitori Ansia di nascond.rituali può provocare somatizzaz. e ritiro dalla vita sociale, difficoltà concentrazione e calo rendimento scolastico Concomitanza compuls. (verifiche, ripetizioni e pulizie) e ossess. (idee sulla morte dei parenti) % Coinvolgimento nelle ossessioni Ossess. e compul. non sono considerate irrazionali dal bamb. Diagnosi DOC ADOLESCENTE • Ossessione più frequente paura di contaminazione (35%) pensiero di far male a sé stesso o ai propri familiari (30%) (Flament. Rapaport 1988) • Compulsione p. f. rituali di pulizia(75%) e controllo(40%) • Frequenti ossessioni e rituali multipli Diagnosi Differenziale Depressione maggiore N.B. Stato d'animo, mood depressivo Fobie Disturbo d'ansia generaliz.. NB preocc. Verso vita reale Ipocondria Disturbo delirante, ossess. con tratti deliranti Tic e movimenti stereotipati(possibile doppia diagnosi) Disturbi alimentari e dipendenze Prognosi e Comorbidita' 33%-50% degli adulti che soffrono di DOC ha iniziato a soffrirne nell'infanzia Comorbidità DOC +50% disturbi umore o disturbi d'ansia DOC+53%Disturbi della condotta DOC sesso femminile + precedente D. condotta alimentare o depressione maggiore Terapia DOC ha una natura refrattaria Il trattamento più utilizzato è terapia cognitivo comportamentale e farmacologica. Il paz. peggiora quando s'interrompe la terapia farmacologica che dovrebbe essere fatta a vita ma spesso anche quando s'interrompe la terapia cognitivo comportamentale. Il DOC migliora con la psicoanalisi e la psicoterapia individuale a enfasi espressiva (Gabbard 2002) (nessuno crede più possibile per la soluzione del DOC mettere in relazione temporale le idee ossessive con esperienza del pz) Fattori di rischio e prevenzione Fattori di rischio Fattori genetici Influsso familiare, stili educativi familiari autoritari, basati su una discliplina denigrativa, madri ipercontrollanti, disturbi psichiatrici genitori, situazioni ambientali stressanti Fattori preventivi Evitare tensioni familiari, scolastiche, sentimentali Ruolo psicologo Diagnosi in collaborazione con NPI. Ps. Presa in carico psicoterapeutica del pz e della famiglia differente da caso a caso Depressione Anche in età evolutiva si possono avere disturbi depressivi anche se con differenze importanti rispetto all'adulto. •Depr. può essere segno di umore triste, cioè uno stato emozionale possibile sin dalla prima infanzia. •Dep. può diventare un sintomo e in tal caso è più duratura e può interferire con il funzionamento del bam. •Con sindr.o distur.depr. s'intende oltre la presenza duratura di umore triste, la perdita di piacere ed interesse per il quotid., l'aumento o riduz. del sonno,dell'appetito, affaticabil., disistima ecc •Depres.può signific. segnale per il mondo esterno o una difesa di ritiro per risparmiare energie di fronte a pericolo o stress (Freud 1926, Engel e al., 1956) Depressione Sino in tempi recenti si pensava che la depr. come caratteristica affettiva primaria si manifestasse tra uno e due anni in relaz. alla capacità di creare relazioni oggett. e di pensiero simbolico (Dorpat 1977). Studi tramite videoregistraz.dell'interazione madre/b.no hanno dimostrato che esiste, come funzione adattativa in risposta alla frustraz. del contatto interperson. già nei primi mesi (Tronick e al. 1978). La depres. come disturbo in età evol. è stata a lungo discussa. Secondo teoria psicoan. Classica i bamb. non potrebb. sviluppare la nevrosi depress, non avendo ancora interioriz. il super io e il sentimento di colpa, fondam. per lo sviluppo del disturbo depres. (Freud 1938). L'osservaz.dei b.ni nel I an.ha eviden. la possibilità di una depress. grave (anaclitica) causata dalla privaz. della figura materna (Spitz e Wolf 1946). Depressione La tristez., il lutto e la depres. sono in relaz. con la perdita dell'attac. alla madre (Bowlby 1960). Negli ultimi 20 anni sono stati applicati alla depres. in età evolutiv. gli stessi criteri diagnostici applicati all'adulto, e ne sono state anche comprese meglio le differenze. Permane, però, la difficoltà di rispettare l'esigenza della psicopatologia dello sviluppo di valutare le -trasformazioni e le regressioni del comportamento non solo in rapporto allo sviluppo ma come caratteristica essenziale dell'evoluzione dei disturbi stessi- (Ammanniti 2001), per la variabilità del disturbo nelle varie fasce d'età.N.B. Adolescenza Epidemiologia prevalenza depressione in eta' evolutiva 1-2 bambini su 100 3-4 adolescenti su 100 Il suicidio è la III causa di morte da 15 a 24 anni Il suicidio è la VI causa di morte da 5 a 14 anni Depres. e distimia più frequenti nel ses. Femm. 2:1 dopo pubertà Effetto coorte del dis. Depres. : età d'esordio tende ad abbassarsi Fattore di rischio per altre patologie psichiatriche Eziologia Alla base dei disturbi dell'umore una combinaz. di fatt. interagenti fra loro: Genetici: malattia depressiva è un fattore di rischio aspecifico per un vasto spettro psicopalogico: Depres. magg, distimia, dist. bipolari, ansiosi e del comport.. Interazione gene ambiente Ambientali: alta correlaz. con (life events) esper. negative (lutto) e stress, abuso e maltratt., Un genit. depresso con compromissione interazione genitori bambino (Madre funzionalmente morta) Temperament. e di personal. (resilienza) su cui agiscono fattori genet. e ambientali Neurobiologici: esposiz. prolungata a stress altera trasmiss. di neurotrasmettitori (serotonina e norepinefrina) e asse ipotalamo ipofisi surrene (più altri fattori) Eziologia Psicodinamica: In Lutto e Melanconia (1917) Freud differenziò il dolore legato ad un lutto dalla depressione malinconica. Nel lutto l'evento precipitante è la perdita reale di una figura amata. Nella melanconia l'oggetto perduto è emozionale più che reale. Il pz melanconico sente una profonda perdita della stima di sé, accompagnata da autoaccuse e senso di colpa, mentre chi è in lutto mantiene una stima di sé stabile. La svalutazione di sé dei depressi, sarebbe il risultato di una rabbia intensa, rivolta all'interno, perchè il sé del pz si è identificato con l'oggetto perduto, questa introiezione sarebbe l'unico modo (1922) per rinunciare ad un oggetto.In L'IO e l'Es , sostenne che i dp hanno un super io severo per il senso di colpa per aver provato aggressività nei confronti delle persone amate. Eziologia Psicodinamica: Sec.la Klein (1940) il raggiungim.della posiz. Depressiva (II semestre) nello sviluppo del b.no, corrisponde alla percez. dell'oggetto totale: seno buono e s. cattivo, che sono in realtà un unico oggetto da cui la sofferenza, l'inquietudine e la depress.del b.no per le tend. aggressive che sperim. di fronte all' oggetto buono e la paura di perderlo. Le caratterist. della posiz. depr. sono il terreno su cui può crescere un disturbo depress. perchè b.no considera la perdita collegata alla sua distruttività indotta dalla sua avidità, gelosia, invidia. Eventi di perdita reale poss. suscitare reaz. depres. in quanto costituisc. una ferita narcisistica con perdita stima di sé,.con colpa per fantas. aggress.ecc. Attaccamento insicuro o disorient/disorgan. sono ad alto rischio anche per i disturbi dell'umore Quadri clinici Vedi DSM 5 per confronto con adulti Quadri clinici Nei bambini la depressione esordisce spesso in modo insidioso con sintomi d'ansia (ansia di separazione, generalizzata, fobie semplici, rifiuto scolastico) o sintomi di ritiro e isolamento con inibizione motoria (non giocano) Svalorizzazione di sè (non so, non sono capace, non sono amato) per soff. Depress. Difficoltà concentr. e memorizzaz., rallentam. psichico Sintom.somatica (cefalea, addominal., enuresi, eczema, asma)% I infanzia Disturbi comportam. (iperattiv., opposit., (difesa contro la posizione depressiva), aggres) e umore reattivo Ideazione suicidiaria e T.S (spesso interpr. come accidentale), infortuni ripetuti, attitudini pericolosecon sintomi dS Comorbidita' 60-70% dei ba.ni o adolescenti depressi presenta uno o più disturbi psichici •Disturbo d'Ansia 60% •Dist. Oppositivo-provocatorio, Condotta 30% •ADHD 20-30% •Distimia 20-30% •Disturbo ossessivo compulsivo 10% •Abuso di sostanze 10-30% Comorbidità diverse suggeriscono prese in carico differenti per espressività, prognosi e trattamento Fattori di rischio Eventi traumatici attaccamento frequenti che coinvolgono Deprivazione dei bisogni emozionali Disfunzione dell'interazione genitore bambino Depressione materna Abuso, maltrattamento , avversità ambientali Malattia somatica le figure di Decorso • Durata media 6-9 mesi • Guarigione 70-90 % entro due anni • Cronicizzazione 10% • Recidive 40-50% a 5 anni • Depressione doppia, depr. Cronica più lieve con periodiche fasi acute • Disturbo bipolare 20-30% a 5 anni, eventuale familiarità Suicidio • 50% dei bam/ad. con Depres. Magg. effettua 1 T.S., più del 20% tent. ricorrenti • Dist. Depres. + dist. condotta o da abuso di sost., aumenta la probab. • T.S. prevalenza femminile, Suicidi compiuti prevalenza maschile • Nei paesi occidentali il tasso di suicidio e di T.S. è in costante aumento Prognosi Differente a secondo se guarig. o cronicità, ricadute (70% ricad. a 5 anni dall'episodio, se ricad. dopo 17° anno prob. di ricad. di 100%), modificaz. o sviluppo di altro disturbo psicopat (esordio precoce e dist. bipolare) •a secondo dell'età di esordio, ritardo di diagnosi, •gravità clinica •comorbidità •Contesto familiare, ambiente •Condizioni socioeconomiche Prevenzione depressione infantile • Trattamento o prevenzione della depressione postpartum delle madri come potenziale fattore di rischio • Programmi rivolti a gruppi ad alto rischio (per es. figli di genitori depressi) o a tutti i bambini attraverso programmi mirati nelle scuole Trattamento depressione infantile Necessità di un trattamento precoce, efficace •Trattamento farmacologico •Trat. Psicoterapeutico •Trat.psicosociali L'integrazione tra psicoterapia ottimizzare i risultati e interventi farmacologici può Ruolo psicologo Formulazione del progetto terapeutico in collaborazione con NPI, Ps, A.S.(per quanto riguarda situazioni di tipo sociali), educatori. Proposta della psicoterapia Valutazione dell'ambiente familiare e delle condizioni che favoriscono o meno la stabilità della psicoterapia I genitori devono essere coinvolti e parte integrante del progetto ev. Psicoterapia della coppia genitoriale, o psicoterapia familiare Somatizzazioni Il concetto di psicosomatica rappresenta un costrutto teorico-clinico molto vasto, può assumere vari significati (vedi Trombini e Baldoni 1999): •Essere sinonimo di psicogeno, cioè una patologia somatica con origine psichica (dolori addominali del bamb. Verso 3-4 anni) •Indica l'influenza di fatt. psicolog. sui processi corporei (stress e la gastrite) •Indica l'influenza che i processi corporei hanno sulla psiche (somatopsichico neonato e mente cervello) •Indica Sint.funzion. o fenom. di somatizzaz. di organi/ apparati alterati senza base biologica •Indica Un approccio al pz che comprende compon. Corporee, psicol. e sociali. •Indica Modalità relazionale di una famiglia in cui i membri sono predisposti ad ammalarsi somaticam. Somatizzazioni Franz Alexander 1950 : "teoricamente ogni malattia è psicosomatica" Winnicott 1966 -la parola psicosomatica si è resa necessaria perchè non esiste alcun termine semplice appropriato alla descrizione di certi stati clinici, la malattia psicosomatica secondo W. È il sintomo di qualcosa che è andato male nel primo sviluppo emozionale dell'individuo. W. descrive l'integrazione di mente e corpo come collusione psicosomatica; fa poi riferimento all'insediamento della psiche nel corpo che si realizza per il risultato positivo del processo di -personalizzazione-. Questo è il risultato della manipolazione (handling) del b.no, che all'inizio si trova in uno stato di non integrazione, da parte della madre durante la fase di holding. E' questo il periodo della dipendenza assoluta, quando la madre sana è in uno stato di preoccupaz. materna primaria. Se la madre non fornisce un handling buono il ba.no non si sentirà un tutt'uno con il proprio corpo e si verificherà una scissione mente corpo. Somatizzazioni • Gli studi sull'interazione mad/bambino (Stern 1985) hanno sottolineato come la madre abbia la funzione di regolatrice del funzionamento sia fisiologico che mentale del bambino, facilitando la differenzazione delle esperienze e del senso di sé • Secondo (Carratelli, Lanza Giannotti 1985) alcuni autori il dolore emotivo del bno con una mancata sintonizzazione affettiva con la madre può tradursi in un -dolore del corpo- con disturbi somatici di varia natura. • Secondo Kellner (1991) la somatizzazione è un processo che si manifesta con uno o più sintomi fisici senza che esami medici rivelino patologia fisica né un mecc. fisiopatologico...o quando i sintomi fisici o le difficoltà sociali risultano essere in eccesso rispetto a quanto ci si aspetterebbe dagli esami medici. Somatizzazioni • La somatizzazione può dare origine a danni funzionali dell'organismo causando difficoltà e assenze scolastiche per disturbi ricorrenti • Diagnosi: Coinvolgimento multiplo di organi o apparati, esordio precoce ed andamento cronico, assenza di reperti di laboratorio caratteristici (Cloninger 1994) • Comorbidità con forme depressive ed ansiose è la normaS Disturbi somatoformi DSM5 Disturbo da sintomi somatici: presenza di sintomi fisici ma con un'eccessiva preoccupazione per la propria salute Semplice o complesso (a secondo della durata dei sintomi, almeno 1 mese o almeno 6 mesi). Se i sintomi preminenti sono da dolore, la categoria diagnostica viene specificata come Sottotipo algico Disturbo da ansia per la salute: eccessiva preoccupazione per la salute fisica, pur in assenza di sintomatologia fisica significativa (vecchia ipocondria). Disturbo di conversione: anche denominati disturbo da Sintomi Neurologici funzionali. Sindromi da dolori ricorrenti Cefalea Dolori addominali ricorrenti, periombelicali Asma Mal di schiena Sindrome da fatica cronica Psicosi in età evolutiva Per quanto riguarda l'età evolutiva il concetto di psicosi ha subito diverse trasformazioni nel corso degli anni fino al DSM 3 (1978), per cui la schizofrenia infantile comprendeva un cluster di disturbi psicotici vasto (compreso autismo e ritardi nello sviluppo di diverse funzioni (linguag., percez., motricità) e assenza di deliri e allucinazioni nei criteri diagnostici. Successivamente la schizofrenia infantile è stata separata dagli altri quadri psicotici dell'infanzia, considerandola, una variazione quantitativa del quadro caratteristico dell'adulto, anche se certi quadri non possono comparire prima della pubertà perchè necessitano di una certa maturità delle strutture cerebrali, dei processi cognitivi e sul piano psicodinamico, la presenza di istanze psichiche sufficientemente stabili e differenziate (Ammanniti 2002) . Nel termine Psicosi si possono rintracciare tre diverse accezioni (Arrigoni Scortecci 1989) dal punto di vista psicodinamico: Psicosi in età evolutiva 1) una prima all'interno della letteratura psicoanalitica per riferirsi alle patologie che non rientrano nel campo delle nevrosi”Classiche”. 2) una II come sinonimo di schizofrenia. 3) una III, in riferimento all'analisi strutturale del disturbo, si riferisce alla compromissione dell'esame di realtà, alla perdita di confini dell'io, all'uso di processi difensivi arcaici, che si riflette in una sintomatol. dominata da deliri, allucinaz. e disturbi del pensiero. In adolescenza inoltre, il termine psicosi si accompagna all'ambiguità e incertezza identitaria tipica dell'adolescenza Schizofrenia DSM5 Il DSM 5 ricolloca i disturbi schizofrenici nella sua parte iniziale come disturbo del neurosviluppo, per la forte relazione con i disturbi neurocognitivi e la probabilità di legame genetico tra i dist. psicotici. Assume un approccio a spettro nei riguardi della schizofrenia e degli altri disturbi psicotici in cui tutti i disturbi sono definiti da uno o più dei seguenti cinque domini: •Deliri (idee non condivisibili, prive di riscontro nella realtà, per ideaz. alterata •Allucinazioni (voci commentanti o dialoganti) •Pensiero o eloquio disorganizzato (deragliamento o incoerenza) •Comportamento motorio disorganizzato o anormale (catatonia) •Sintomi negativi (appiattimento affettivo) Schizofrenia DSM5 Il DSM 5 adotta il concetto di spettro per molti disturbi (abuso di sostanze, autismo, schizofrenia). Utilizzare un approccio basato su uno spettro permette ai clinici di considerare i disturbi su un continuum di gravità, dove alcune condizioni riflettono sintomi lievi ed altre sono molto più gravi. Schizofrenia modalità di esordio Esordio seconda, quarta decade di vita Esordio precoce prima dei 18 anni Es. molto precoce prima dei 13 anni N.B. Valutare: Fase premorbosa Fase prodromica Fase di stato attiva Fase residuale Schizofrenia sintomi positivi Allucinazioni visive, uditive, tattili, olfattive Deliri grandiosi, di colpa, mistici, di controllo, persecutorio, di gelosia, trasmissione, inserzione, lettura, furto del pensiero Comportamento bizzarro: abbigl., aspetto, comportamento sociale e sessuale, aggressività, stereotipie Disturbo logico formale del pensiero: deragliamento, tangenzialità, incoerenza, illogicità, logorrea, assonanza, distraibilità, impoverimento proc. ideativo Schizofrenia sintomi negativi Appiattimento affettivo (espressione faciale, movimenti spontanei, contatto visivo, partecipazione affettiva, affettività inappropriata) e assenza di empatia interazione sociale Alogia: blocco, povertà eloquio, risposta ritardata Apatia: igiene, lavoro e scuola , anergia fisica Anedonia asocialità Inattenzione fluenza verbale, deficit funzioni esecutive Schizofrenia ad esordio precoce Esordio subdolo con progr. Deterioramento funzionale (mesi o anni) 75% pz.o acuto (giorni o settimane) N.B. sint. Aspecif. Ans., Depr., anomalie cognitive, disturbi del comport. sociale N.B.Allucinazioni: bambole che si animano, mostri, animali, giocattoli in movimento, personaggi dei cartoons, con crisi di riso o pianto immotivati D.D. con allucinazioni benigne frequenti nei bambini N.B. delirio poco strutturato, di breve durata, mutevole: persecutorio sul cibo di soffocamento, avvelenamento D.D. pensiero magico infantile scompare con la scolarità Esordio, fase acuta, cronicizzazione fase del recupero, fase residuale, Schizofrenia Diagnosi differenziale Abuso di sostanze stupefacenti, Epilessia - allucinazioni Epilessia temporale - Disorientamento e incoerenza del pensiero Disturbi pervasivi dello sviluppo- Disturbi di linguaggio e comunicazione, senza sint. Psicotici Disturbo da stress post traumatico- attenta anamnesi, esame psichico , flashback Schizofrenia fattori prognostici Fattori prognostici Precocità esordio Esordio subdolo Prevalenza sintomi negativi Condizioni premorbose più gravi Refrattarietà alla terapia farmacologica, la diagnosi e il tratt. Precoce influenz, il decorso. Suicidio 5% Recupero funzionale completo infer. 20% Schizofrenia fattori terapeutici Fattori terapeutici (AACAP 1997): Terapia farmacologica dei sintomi acuti • Terapia farmacologica per la prevenzione delle recidive • Intervento psicoterapeutico individuale, personalizzato con diverse opportunità di cura • Intervento con la famiglia • Programma riabilitativo con rete di interventi (lavoro, scuola, quartiere, tribunale) Schizofrenia fattori terapeutici Fattori che potenziano esito dell'intervento: • Accessibilità dei servizi territoriali • Progetti di cura individualizzati e continuativi col mantenimento della stessa equipe curante • Ridurre al minimo l'impatto traumatico del ricovero obbligatorio • Coinvolgimento nel progetto terapeutico della famiglia Schizofrenia fattori eziologici • Ipotizzabile alterazione di circuiti funzionali di aree corticali e sistema limbico • Fattori genetici: parenti di primo grado, gemelli monozigoti (più elevato rischio), evidenza figli di schizofrenici adottati; • Fattori rischio psicosociale teoria del doppio legame fra il messaggio verbale e l'atteggiamento emotivo non verbale • Modelli psiconalitici delle psicosi: la psicosi è un disturbo molto precoce e primitivo che risale alla prima organizzazione delle relazioni emotive. Il danno variamente concepito (p-es.regressione alla prima organizzazione libidica per Freud, arresto alla posizione schizoparanoide per Klein) riguarda il modo in cui l'Io organizza la propria percezione del mondo e le proprie relazioni interne, con un malfunzionamento originario che prima o poi sconvolge la psiche. Il disturbo altera alcune funzioni della mente, in particolare la capacità di usare il pensiero simbolico con il fallimento della comprensione della realtà psichica. Schizofrenia fattori eziologici • (perdita della funzione alfa di Bion). Secondo altri autori, primo fra tutti Winnicott, la vulnerabilità alla psicosi è dovuta all'alterazione precoce del rapporto emotivo tra madre e bambino. L'ipotesi della natura conflittuale del disturbo psicotico a carico dell'inconscio dinamico è ormai superata. Prevale un'attenzione a quei fattori che agiscono sui precursori del pensiero simbolico e sugli elementi psichici necessari per la metabolizzazione delle esperienze emotive. Disturbi di Personalità in età evolutiva I disturbi di personalità sono costituiti da un raggruppamento eterogeneo di forme di patologia. A secondo dell'approccio teorico e dell'interesse clinico degli studiosi sono stati presi in considerazione aspetti molto diversi di quest'area psicopatologica. Inoltre il concetto di personalità è molto cambiato nel corso della storia della psicologia (Caprara e Gennaro 1994) e le condizioni dell'adattamentoo individuale sembrano molto risentire dei contesti storici e culturali (Western 1993, Mollon 1996). Sono molti i fattori biopsicosociali che intervengono nella costituzione della personalità sana o patologica, in particolare oggi si dà risalto all'interazione fra il substrato neurobiologico, il temperamento, le esperienze relazionali, gli affetti e i processi cognitivi. Disturbi di Personalità in età evolutiva La personalità è-uno schema complesso di caratteristiche psicologiche ... per buona parte non consapevoli e non facilmente modificabili che si esprimono in quasi ogni aspetto del funzionamento. Questi tratti, intrinseci e pervasivi, emergono da una complicata matrice di disposizioni biologiche ed apprendimenti fondati sull'esperienza e ... comprendono il modello individuale, distintivo di percepire, sentire, pensare, gestire le difficoltà, e comportarsi (Millon 1996). Il rapporto tra personalità e psicopatologia si definisce attraverso 3 ambiti: •Influenza diverse forme di psicopatol.sul funzionam. globale dell'individuo. •Patologie di Personalità (P.P.) cioè eventuali probl. di adatt.generale diagnosticabili Indipendentemente dalla psicopatologia •Influenza della P. P..su genesi e sviluppo delle altre forme di psicopatologia Disturbi di Personalità DSM5 I disturbi di personalità e i loro codici rimangono gli stessi del DSM4. Nel DSM5 coesistono due sistemi quello classico ed uno innovativo perchè i pz tendono a presentarsi con “ modelli di sintomi” che non corrispondono ad un solo ed unico disturbo di personalità. Necessità di maggiore chiarezza ed approfondimento per eterogeneità dei sintomi N.B. Per adolescenza Un disturbo di personalità è un modello di esperienza interiore e di comportamento che devia marcatamente rispetto alle aspettative della cultura dell'individuo, è pervasivo ed inflessibile, esordisce nell'adolescenza o nella prima età adulta, è stabile nel tempo e determina disagio o menomazione. Si manifesta in almeno due delle seguenti aree: cognitività, affettività,funzionamento interpersonale, controllo degli impulsi (criterio A). Questo modello è pervasivo ed inflessibile (criterio B) e rimane stabile in un ampio spettro di situazioni personali e sociali Disturbi di Personalità DSM5 Nel Modello alternativo del DSM V i disturbi di personalità sono caratterizzati da compromissioni del funzionamento della personalità (Criterio A) e da tratti di personalità patologici (Criterio B) Criterio A: Livello di funzionamento della personalità I disturbi del funzionamento del Sé e Interpersonale costituiscono il nucleo della psicopatologia della personalità e in questo modello di diagnosi alternativa vengono valutati lungo un continuum Il funzionamento del Sé comprende l’identità e l’autodirezionalità; Il funzionamento Interpersonale comprende l’empatia e l’intimità (cinque livelli di compromissione) Disturbi di Personalità DSM5 I disturbi di personalità sono divisi in tre gruppi clusters in base ad analogie descrittive: •Il gruppo A comprende i D.P. Paranoide, schizoide e schizotipico. Questi soggetti spesso appaiono strani e eccentrici •Il Gruppo B comprende i D.P. Antisociale, Borderline, Istrionico e Narcisistico. Questi sog. Spesso appaiono amplificativi, emotivi e imprevedibili. •Il gruppo C comprende i D.P. Evitante, Dipendente,Ossessivo -compulsivo e Non altrimenti specificato. Questi soggetti spesso appaiono ansiosi o paurosi Disturbi di Personalità Sono state sollevate nei confronti dei sistemi diagnostici applicati in età evolutiva molte critiche e in effetti lo stesso DSM sconsiglia la possibilità di effettuare una diagnosi di disturbo di personalità in età evolutiva. La prospettiva psicodinamica (Blos 1962,Freud 1966,Erikson 1968, Laufer e Laufer 1984) ha sottolineato la difficoltà a separare le manifestaz. patologiche dell'adatt. inseribili nella patologia dei D.P. dalle vicissitudini conflittuali dello sviluppo, sopratt.in adolesc. La ristrutturaz.della personalità in adolesc. altera gli equilibri preesistenti. Come distinguere per es. una patologia della person.da un disturbo evolutivo del tipo del -tumulto adol.- (A. Freud 1966),per lo sviluppo del corpo e delle sue tensioni o dalla crisi d'identità (Erikson 1968), in cui si possono riscontrare: aumento dell'impulsività, alterazioni dell'umore, accentuaz. di sentimenti di vuoto o vergogna, gravi problematiche nella vita di relazione, sino a comport. Antisociali. Ladame (1999) rileva la difficoltà di stabilire una diagnosi di di D.P. in adol.basata solo su criteri semiologici, cioè senza tener conto del funzion. psichico celato dietro i sintomi. Disturbi di Personalità Se le condotte normali e patolog. sono prodotte da un processo di crescita sequenziale in cui la forma dell'adattamento individuale è vincolata alle forme di organizzaz. comportamentale che l'hanno preceduta bisogna studiare i D. P. degli adulti in relazione ai- precursori organizzazionali e ai percorsi evolutivi che..l'hanno determinata- (Sroufe 1996). In quest'ottica non si può sospendere il giudizio diagnostico e attendere che i processi evolutivi facciano il loro corso all'interno di un processo di sviluppo- normalmente patologico-o di -crisi evolutiva normativa-dall'esito aperto. L'aspetto di crisi può, infatti, non essere un elemento intrinseco allo sviluppo e può costituire un esito patologico, che investe solo una parte..degli adolesc. (Ammanniti e Sergi 2002 ecc). Inoltre le vicende precoci e le relative ricostruzioni evolutive(Kernberg 1984, Kohut 1977, Fonagy e Target 2001) influenzano i processi di organizzaz. della personalità con conseguenze di lunga durata. Disturbi di Personalità in età evolutiva criteri? La variabilità dei processi di regolaz.della sicurezza interna, dell'autostima e della dipendenza affettiva (Jammet1992), dei proc. di mentalizzaz. e regolaz. Affettiva (Fonagy 2002), della riorganizzazione dell'identità e delle rappresentaz. Oggettuali ... possono spiegare l'esistenza di diversi quadri sintomatologici in età evolutiva. Per fare diagnosi di D.P. in età evolutiva bisognerebbe identificare -criteri specificatamente evolutivi, capaci di riflettere i cambiamenti dello sviluppo e produrre una psicopatologia della personalità e dei D.P. più precisa da un punto di vista evolutivo (Kernberg ... 2000) D.P. in età evolutiva epidemiologia Eziologia D.P. Adulti 10-11% popolaz. generale, dati sovrapponibili in età evolutiva, tra i 9 e 19 anni. Problema della stabilità della diagnosi sia in età adulta che in età ev. tendenza a diminuire con l'aumentare del tempo. Eziologia: dato che la personalità è un costrutto complesso, analogamente la sua patologia è il frutto dello sviluppo di un intreccio di fattori secondo il cosìddetto "modello biopsicosociale" (Lingiardi 2001) D.P. in età evolutiva Eziologia Fattori genetici: modelli diversi potrebbero svolgere la loro azione attraverso la mediaz.di fattori di natura ambientale.Vedi epigenetica Ipotesi temperamentale: forse il temperamento influisce orientando il tipo di relaz. che l'individuo sviluppa con il proprio ambiente sociale, contribuendo agli attaccamenti potenzialmente insicuri, per es. i bambini difficili avrebbero una maggiore probabilità di ricevere risposte negative da parte dei genitori e dall'ambiente, con tendenza ad anticiparle e la creazione di un circolo vizioso di tipo interattivo tra temperamento e apprendimento sociale. Questo potrebbe spiegare anche lo strutturarsi dei tratti aggressivi e antisociali della personalità. Ipotesi neurobiologica: alteraz. neuro trasmettitoriali geneticamente determinate (vie dopaminergiche, circuiti serotoninergici, circuiti noradrenergici) possono influire selettivamente sullo sviluppo di diversi tratti patologici della personalità. D.P. in età evolutiva Eziologia Fattori ambientali: 60-80% dei pz D.Borderline ha una storia con eventi traumatici (maltrattamento, abuso sessuale, trascuratezza psicol. e fisica da parte dei genitori-Lingiardi 2001). Quando un evento traumatico può essere definito traumatico ? Qual è impatto dell'evento sulle strategie di adattamento del soggetto e sulla formazione a lungo termine della personalità? Si definisce -trauma dal punto di vista funzionale un evento o una catena di eventi che evocano emozioni a cui il sog. non sa far fronte sulla base delle abituali strategie mentali di regolaz. e modulaz. emotiva, essendo in uno stato di -disperata impotenza- (Allen 2000). E' soggettiva la valut.psicologica che il soggetto compirà dell'evento. D.P. in età evolutiva Eziologia Alcuni eventi hanno un ovvio potenziale traumatico (pericolo di vita), per altri saranno la storia, le condiz. attuali, l'integrità psicologica del sogg a determinarne l'impatto traumatico. Il trauma distorcerebbe i processi rappresentativi fondamentali nella istauraz.di uno stabile senso del sé e delle relazioni interpersonali (Perry e Herman, 1993, Fonagy, 2002). L'inibiz. e la distorsione della capacità di rappresentaz. degli stati interni può determinare: da un lato una ridotta capacità di regolaz. emotiva, una tendenza all'impulsività, una mancata definiz. del proprio schema identitario (Kernberg 1984), un'istabilità nella valutaz. di sé stessi e degli altri, una scarsa comprens. psicol. degli eventi interpersonali, uno sfondo emotivo di sfiducia e impotenza, la tendenza a entrare in stati di cosc. dissociati. D.P. in età evolutiva Eziologia Dall'altro lato per le scarse capacità riflessive e di simbolizzaz. può costituire una predisposiz. a riprodurre vicende traumatiche ed abusi (Fonagy 2002), soprattutto quando le interaz. con i genitori sono caratterizzate da trascuratezza, ipercoinvolgimento emotivo, maltrattamento fisico e psicologico, violenza sessuale. La clin.psicoanalit., la teoria dell'attaccam., l'infant research hanno sottolineato che il b.no arriva gradualmente a formarsi un'immagine di sé e dell'altro (teoria delle relaz.oggett.) stabile e integrata che funziona come principio regolatore interno dei processi alla base dell'adattam. globale dell'individuo al suo ambiente. Se nell'ambiente del b.no le funz. genitor. sono assenti o disorganizzate il b.no non sviluppa questo regolatore interno e presenta a livelli differ. per la mediaz.di diversi fatt. neurobiologici, un disturbo di personalità. D.P. in età evolutiva psicopatologia A secondo degli autori la distorsione del processo evolutivo può determinare: •Indebolimento dell'Io a tollerare angoscia e integrare stati affettivi e motovazionali diversi in un 'immagine unitaria del sé e dell'altro (Kernberg 1976) •Precarietà del senso dell'esistenza e instabilità dell'autostima (Kohut 1971) •Stato emotivo caratteriz. da angoscia abbandonica e/o essere inghiottiti dall'altro (Mahler, 1975, Gunderson 1984) •Diffidenza generalizzata verso relazioni affettive e terrore di fare esperienza intimità psicol. (Sroufe 1996) •Senso di vuoto interiore (Gunderson 1984) D.P. in età evolutiva Psicopatologia • Distorsione dei processi autoriflessivi (1995) Incapacità di rappresent. propri e altrui stati mentali (Fonagy/Target 2001). si tratta di una distruz. difensiva delle proprie capacità per non riconoscere lo stato mentale dei tormentatori. • Distorsione dei processi affettivi e motivazionali regolatori del comport. (Bowlby 1980) Inoltre, nella prospett. psicodinam. molti fenomeni clinici (impulsività disforia, oscillazioni nelle valutaz. del sé e dell'altro, ostilità, euforia) sono interpretate come manifestaz. secondarie compensatorie o difensive per gestire gli stati di angoscia, frustraz., insicur., senso di precarietà che derivano dalla carente integrazione delle relazioni oggettuali. D.P. in età evolutiva Psicopatologia Le modificazioni adolescenziali fisiche e psichiche in combinazione con stress di diversa origine ed entità possono portare ad una situazione di accentuata vulnerabilità con una sintomatologia almeno in parte o transitoriamente sovrapponibile a quella di disturbo di personalità, quando vi sia stata una compromissione dell'attaccamento, con una mancata sintonizzaz. Affettiva da parte dei genitori ., non disponibilità, intrusività, seduttività, inversione di ruoli, scarso contenimento, scarsa modulazione delle tensioni, assenza di limiti. N.B. Carenze o distorsioni di altre relazioni supportive (scuola, sport, gruppo dei pari). Non vi è una connessione diretta tra traumi, abusi sessuali e DP ma un processo che passa attraverso il fallimento evolutivo delle relazioni di attaccamento D.P. in età evolutiva Psicodinamica Secondo Kernberg nel BPD vi è una compromissione della struttura della personalità: •A livello dell'identità dell'io, che determina scarsa capacità di provare empatia e investire emotivamente su di sé e l'altro •A livello della forza dell'io, la cui debolezza det. scarsa capacità di regolare gli affetti, modulare gli impulsi, affrontare l'angoscia e tollerare la frustrazione •A livello del super io che si presenta poco integrato N.B. persistenza di meccanismi di difesa primitivi%scissione D.P. in età evolutiva Valutazione Dati scarsi N.B. Valutaz. degli assetti delle rappresentaz. interne dedotti dalle interaz. nel contesto familiare, scolastico e clinico Disturbo Borderline prima dell'adolescenza Costellaz. Ambient.: abuso sess., maltratt. fisico o verbale, relaz. disturb. Con pari con controllo incessante o violento della relaz. o adesività , isolamento, svalutaz. da parte dei compagni, intolleranza alla solitudine, relaz. con i genitori con invers. di ruolo con manifestaz. di ipercontrollo aggressivo o accudente (Lyons- Ruth 1999), impulsività, temperam. esplosivo, brusche modificaz. nel funzionam. dell'io e/o cadute rendimento scolastico. D.P. in età evolutiva Valutazione borderline Segni indicativi di un probabile disturbo dell'identità (per scissione del senso di sé evidente solo poi in adolescenza): cattivo e svalorizzato senso di sé, istabilità identità, di genere, ruolo, gruppo, famiglia. Tono affettivo: deflesso e apatico oppure istabile e disforico. Esplosioni drammatiche dell'emotività alla separazione. Eventuali sintomi nevrotici: ossessioni, compulsioni, fobie e tratti isterici ADHD, disturbo condotta, d'ansia da separazione D.P. in età evolutiva Valutazione antisociale Disturbo antisociale prima dell'adolescenza • Costellazione ambientale: maltrattamento, relazioni improntate allo sfruttamento • Comportamenti aggressivi, disturbo della condotta scuole elementari, impulsività, irritabilità, insofferenza regole e limiti, bugie, bullismo, comportamenti crudeli, fantasie distruttive e sadiche • Ipot. Trasformazione delle sensazioni di passività e impotenza d'origine traumatica in forme di controllo sadico della relazione trascuratezza, D.P. in età evolutiva Valutazione narcisistico Disturbo narcisistico prima dell'adolescenza Costellazione ambientale: iperinvestimento intellettivo e somatico del ba.no con trascuratezza dei bisogni emotivi. Possibile iperinvestimento del genitore del sesso opposto e rapporto conflittuale, distanza o rifiuto gen. stesso sesso. D.P. in età evolutiva Valutazione istrionico Disturbo istrionico prima dell'adolescenza Costellazione ambientale: genitori che utilizzano b.no per soddisfare insicurezze, lacune narcisistiche e difficoltà relazionali. Il b.no tende a compensare la solitudine per le richieste incongrue adeguandosi alle richieste e adultizzandosi. Drammatizzazione delle emozioni, costante domanda di attenzione e vicinanza dell'adulto tramite la seduttività precoce e la compiacenza D.P. in adolescenza Western e Chang (2000): parliamo di patologia di personalità, piuttosto che di disturbo in quanto”solo un numero assai limitato di pz, che presentano pattern di pensiero, di affettività, di motivazione e di comportamento che portano a un disagio o a una disfunzione, hanno problemi abbastanza gravi da meritare una diagnosi di disturbo di personalità” Diagnosi di personalità deve tener conto degli aspetti di funzionamento sociale e cognitivo dell'adolescenza stessa, le capacità di integrazione delle rappresentazioni, dei modelli relazionali e degli assetti difensivi. D. P. Disturbo borderline adolescenza Kernberg (1977, 1978, 1984, 1993) definisce tre gruppi di sintomi: • A carico dell'identità: diffusione dell'identità, concez. di sé e degli altri caotica e contraddittoria. Istabilità e estremizzaz. drammatica degli atteggiamenti di dipendenza, sottomissione e ribellione (genitori). Alterata concez. di sé conduce a ricercare- identità in prestito- confuse fra loro o si evidenzia tramite angoscia centrata sul corpo, con manifestaz. ipocondriache, disturbi alimentari, anomalie delle condotte sessuali, autolesionismo. Esame della realtà è integro anche se in situazioni di stress si può assistere a transitorie crisi similpsicotiche. • A c. degli affetti si riscontra: depress.con sentim. di vuoto, inutilità, inadeguatezza e vergogna. Secondo Ladame (1999) l'esistenza di aspetti depress.differenzia il BPD dal disturbo narcisistico di person. (NPD). Poi scarsa tolleranza all'angoscia alla separaz.e perdita e rabbia. D. P. Disturbo borderline adolescenza • A carico dell'impulsività. Impulsività è alla base di agiti di tutte le forme auto e eterodistruttivi (T.S., droghe,alcol e farmaci) TRATTAMENTO individualizzato a secondo del cluster • Psicoterapia individuale( nuova esperienza emotiva e cognitiva, fondata sulla relazione con un oggetto benevolente in un contesto di sicurezza) • Psicoterapia delle funzioni genitoriali • Trattamento farmacologico • Trattamento del breakdown evolutivo(ricovero, residenzialità) • Valutazione delle risorse familiari Disturbo di identità di genere o Disforia di Genere Il DSM5 sottolinea (rispetto alle edizioni precedenti) come la non conformità di genere non sia un disturbo mentale. Il disturbo nasce solo se c'è significativo disagio associato alla condizione. La sostituzione del termine -disturbo- con -disforia- lo rende più appropiato e si riferisce alla sofferenza che può accompagnare l'incongruenza tra il genere esperito da un individuo e il genere assegnato, il termine disforia allontana, inoltre, la connotazione che il sogg. abbia dei disturbi psichici. Inoltre il Disturbo-Disforia di genere ha un suo proprio capitolo nel DSM5 distinto dalle disfunzioni sessuali e parafilie. Si parla di incongruenza di genere e non di identificazione nel sesso opposto, perchè il concetto di sesso è inadeguato quando ci si riferisce ad individui con un disturbo dello sviluppo sessuale Disforia di genere Significati di sesso, genere, identità sessuale e identità di genere Sesso: definito da criteri biologici, ”tutte quelle caratteristiche anatomiche e fisiologiche che indicano se si è maschi o femmine” Genere: costrutto psicol. che si modifica in epoche e contesti culturali diversi Identità sessuale A-identità di genere (I. di G.) per Stoller (1992) un complesso sistema di credenze riguardo a se stessi, il senso della propria mascolinità o femminilità, ... ha solo connotazioni psicologiche. Per Money (1994): uno stabile e perstente senso di sé come maschio o femmina. B-ruolo di genere: espressione esteriore dell'I.di G., tutto ciò che facciamo per comunicare agli altri la femminilità o mascolinità C-orientam. sess.: modalità di risposta agli stimoli sess. Etero, omo, bi Disforia di genere Diagnosi DSM5 Caratteristiche diagnostiche disforia di genere(D.G.) nei bambini Desiderio intenso di apparten. o convinz. di essere dell'altro Genere, criterio A1 Giochi di travestimento o forte preferenza stereotipicamente usati dall'altro Genere. nell'indossare abiti Forte preferenza per ruoli dell'altro genere nei giochi di ruolo con i coetanei Preferenz. per compagnie, giochi(anche di fantasia) e attività stereot. dell'altro genere Avversione per il corpo sessuato così come è e il desiderio di acquisire un corpo in armonia con il genere esperito Disforia di genere In particolare questi b.ni vivono con profondo disagio, inadeguatezza il proprio Genere N.B. Giochi di finzione con vestiti dell'altro sesso o improvvisandoli con stoffe, disegni con temi caratteristici per es. la sirena, giochi dell'altro sesso e ricerca dell'altro sesso (maschietti con le bambine e viceversa). Dichiarano di chiamarsi con un nome dell'altro sesso e di appartenere al sesso opposto. Dagli anni 90 in poi si è sviluppato un processo che ha portato al riconoscimento legale nella fase adulta delle identità maschili o femminili “post transizione” in persone transsessuali o transgender. •Per Transessuale s'intende chi desidera o ha già attuato un percorso di transizione (spesso con interventi ormonali o chirurgici) dal genere assegnato alla nascita all'altro genere, da fem. a maschio e viveversa Disforia di genere Transgender s'intende un individuo che si colloca nello spettro intermedio fra le due polarità di femmina e maschio in una prospettiva non binaria dei generi Tornando alla Disforia, molti b.ni a causa delle loro affermazioni e dei comportam. insoliti vengono derisi, sono vittima di bullismo, vengono emarginati in famiglia, a scuola, negli sport. Una parte di loro presenta disagio psicologico con alti livelli di ansia, rifiuto scolastico, crisi di panico, stati depressivi, isolamento dal gruppo dei pari (Di Ceglie 2002). E'importante esplorare l'eventuale collegamento tra il disagio e la D.G. e predisporre intervento psicologico più adatto per b.no e famiglia. La ricerca dimostra che la DG persiste in adoles. solo fra il 10 e il 30% dei b.ni (Green 1987). A causa della variabilità degli esiti l'approccio terapeutico è definito di attesa vigile, i fattori coinvolti sono poco chiari. Disforia di genere eziopatogenesi Fattori biologici poco chiari ma da approfondire Fat. Psicologici: fattori transgenerazionali complessi (rapporti non risolti dei genitori con i propri genitori), presenza di lutti, contesti familiari disturbati con una connessa esperienza traumatica cumulativa, possono concorrere all'insorgenza e al mantenimento della disforia di genere. La difficoltà di separazione, (presente con un disturbo d'ansia nel 60% di questi b.ni, o con attaccamento insicuro alla strange situation nel 70%) può assumere un ruolo di riparaz., il b.no metterebbe in atto un'identificazione imitativa confondendo-l'essere come la mamma- con l'essere con la m.-. il disturbo appare egosintonico se non s'interferisce con esso, cioè se si tollerano i comportamenti cross gender. Disforia di genere trattamento Cautela diagnostica, si tratta di uno sviluppo in senso psicologico atipico o di uno sviluppo in senso psicopatologico? si tratta di un b.no o adol.? Gli adolescenti possono richiedere la riassegnazione del sesso (Trattamento ormonale, blocco sviluppo puberale, e event. intervento chirurgico) Valutazione endocrinol. Pediatrica ecc Psicoterapia con la famiglia, b.no, genitori per alleviare il disagio e promuovere il benessere Gruppi di sostegno per i genitori per superare isolamento che le famiglie si trovano a sperimentare (Di Ceglie 2006) Interventi scuola e contesto sociale per promuovere comprensione della diversità e prevenire ostracismo e bullismo dei pari D.G.modello intervento al Gender Identity Development Service , Tavistock Center Il modello integra un paradigma psicodinamico, biologico, sociale Obiettivi terapeutici (Di Ceglie 1998, 2003) Facilitare riconoscimento e accettaz. non giudicante dei temi relativi all'identità di genere atipica Alleviare difficoltà emotive, comportam., relaz. se presenti Interrompere il ciclo della segretezza Attivare interesse e curiosità attrav. esploraz.degli impedimenti che li limitano Incoraggiare esploraz. delle relazioni mente corpo collaborando tra diversi specialisti, anche endocrinologia pediatrica Permettere elaboraz. del lutto se D.G.segue la perdita di una persona cara D.G.modello intervento al Gender Identity Development Service , Tavistock Center Promuov. sviluppo della capacità di formaz. del pensiero simbol.,Segal1957 Promuov. Separaz. e differenziaz. nel contesto famil. e sociale Mettere in grado b.no, adol. e la famiglia di tollerare incertezza nell'area dello sviluppo dell'identità di genere Mantenere viva la speranza di trovare una soluzione all'incongruenza tra l'autopercezione dell'incongruità di genere e il corpo Combattere nella società la stigmatizzazione associata all'esperienza dell'Identità di genere atipica e alleviare i sentim. di vergogna che i bni e adol. provano Infine valutare la persistenza o desistenza nel tempo dell'organizaz. atipica dell'I.di G. per predisporre interventi durante pubertà e adol. Disturbo post-traumatico da stress Il disturbo post traumatico da stress è caratterizzato da un quadro sintomatologico che segue a un episodio traumatico o a una serie di eventi traumatici collegati, l'evento comporta una minaccia alla vita e all'integrità della persona, e supera le capacità individuali di fronteggiare la minaccia. Storicamente i primi ricercatori, che si occuparono negli anni del 1940-950 delle reazioni allo stress nell'infanzia, furono il gruppo di A Freud(1943, 1967) ad Hampstead, che studiarono le reazioni dei bambini inglesi che avevano sperimentato i bombardamenti di Londra e/o la separazione materna per il trasferimento in campagna. Nei bambini vittime di traumi sono state osservate: •Relaz. Interpersonali difficili con caregiver e coetanei, attaccam. insicuro e disorganiz. con comportam. Bizzarri: freezing (postura irrigidita da raffred.), Fonagy ha, infatti, descritto attaccamento traumatico DPTS psicopatologia Difficoltà nella regolaz. affett. Che possono rappresentare le prime manifestazioni di successivi Disturbi dell'umore e del comportamento. Difficoltà nello sviluppo del sè. DPTS psicopatologia Le risposte al trauma che si subisce, a cui si assiste o si viene coinvolti (uno o una serie, o ripetuti microtraumi. N.B. trauma cumulativo di M. Khan) , da cui dipende lo sviluppo di un PTSD, sono influenzate da: Fattori interni al b.no:intrapsichici, costituzionali, età dei b.ni e la maturaz. delle strutture neurol. deputate alla memoria, (prima dei 4 an. m. implicita, preverbale, per cui b.no non può rappr., ed elab. Il ricordo del trauma o se il tr. È stato disorganizzante), temperamento, eventuale psicopatologia preesistente, Q.I., stili adattativi, riconoscimento cognitivo delle esperienze traum. (Briere 1996); resilience. DPTS psicopatologia Fatt. ambiente: presenza della mamma, fam., psicopatol. o tossicodipend. dei genit., qualità delle relaz. di coppia, relazione genit. b.no, coesione familiare, supporto ricevuto dopo il trauma (Cicchetti 1995);contesto sociale di sviluppo; storia pregressa di traumi. Fra i fattori ambientali anche Fattori relativi alla situaz. Traumatica: quantità, durata trauma, intimità con aggressore, risposte assistenziali, obbligo di deporre in Trib., eventuali perdite aff. in relaz.al trauma(Briere 1996). Fattori di mediazione:disponibilità di un genitore protett. che influenza esiti del trauma (Pynoos 1995) DPTS definizione trauma Trauma: esperienza in cui il sog. Vive la possibilità di una morte psichica e/o fisica (lingiardi 2008, Wan Der Kolk 1996). Morte:una brusca discontinuità del flusso della vita psichica, una modifica dei parametri spazio temp- dell'esistenza niente è più come prima), senso profondo di essere dominati, passivi, inermi di fronte a forze interne e esterne senza spazio per correzioni o modifiche. Esperienza di morte può rappresentarsi: •Eccitamento spaventoso e distruttivo, violento essere attratti e respinti da qualcosa terribile e seducente insieme (es b.no abus.e effetto della seduz. sessuale che li attira a ripetere esperienza)Ferenczi 1923, fascinazione della lingua straniera •Impotenza paraliz. Mortifera, Freud 1926: essere dominati da qualcosa al di fuori che ci tiene completamente in sua balia Criteri diagnostici DSM5 DPTS è collocato nel DSM5 nel capitolo Disturbi correlati ad eventi traumatici o stressanti. Rispetto al DSM4 vi sono molte modifiche e vi sono criteri separati per i bambini sotto i sei anni. Quadro clinico nei bambini piccoli Classificazione diagnostica 0-3 L'evento traumatico riemerge secondo una delle seg. modalità: Gioco posttraum. che ne riproduce alcuni aspetti, diverso dal g. rielab. + simb. Riproposizione del trauma in contesto diverso da quello del gioco Incubi ripetuti, spec, in rapp. al trauma Angoscia quando viene chiesto di ricordare il trauma. Episodi dissociati In cui il tr. viene riprodotto senza intenzionalità. Quadro clinico bambini piccoli Appiattimento della sensibilità del b.no, arresto o distorsione del processo di sviluppo attraverso una delle seguenti modalità: •Ritiro sociale •Gamma limitata di affetti •Perdita temporanea di competenze già acquisite •Riduzione delle capacità di gioco Aumento dell'attivaz. che si esprime attraverso una delle seg. manifestaz. •Terrori notturni con risvegli, pianto inconsolab, manifestaz. Neuroveget. •Difficoltà ad andare a letto •Difficoltà del sonno Quadro clinico Bambini piccoli Difficoltà di attenz. e concentr. Ipervigilanza Risposte (startle) di allarme esagerate Sintomi quali paura e aggressività che si manifest. attraverso almeno una Aggressività rivolta ai pari, agli adulti,agli animali Ansia di separaz. Paura del buio Comportamenti dannosi per sé o provocaz. masochistiche Comport. Sessuali o aggress non adeguati all'età In età scolare Attraverso giochi, disegni e espressione verbale (Rievocaz. Esper. Traumatica) Comportamenti Oppositivi provocatori Comportam. Regressivi Sentimenti di colpa Sintomatologia fisica (Cefalea) Rifiuto scolare, difficoltà attenzione Molti dei segni e sintomi descritti per i bambini piccoli Perdita di fiducia negli adulti Timore che evento possa riaccadere Comport.. evitanti per utilizzo di negaz., dissociaz. e isolam. affettivo In adolescenza In particolare Flashback dell'esperienza traumatica come se stesse avvenendo di nuovo Sintomi depressivi ansia, Alteraz. Emotive con comport.antisociali Abuso di sostanze Disturbi alimentari Depressione e pensieri suicidiari Comportamenti evitanti per utilizzo di negaz., dissociaz. e isolam. affettivo Fine parte seconda