Quaderni d`italianistica : revue officielle de la Société canadienne

come concezione
Leonardo Sciascia
saggio
Il
in
Samir Ben
Dopo
metafisica
Ahmed
aver puntualizzato sociologicamente
il
fenomeno
della mafia attraverso le
pagine de Le parrocchie di Regalpetra, e una volta superata l'esigenza pretta-
mente
saggistica, Sciascia pubblica nel 1961 un'opera intitolata // giorno della
civetta} In essa l'autore approda a una definitiva maturazione letteraria che gli
permette di armonizzare
le strutture del
racconto e
Su uno sfondo mafioso Leonardo Sciascia
la
"materia saggistica".
così orchestra
vatore Colasbema viene ucciso a colpi di lupara e con
st'uomo: Paolo Nicolosi. Nella zona
rabinieri settentrionale
che ha
si
il
lui
suo racconto: Sal-
scompare un one-
poco tempo un capitano dei
trova da
Da ex
fatto la Resistenza.
ca-
partigiano ha una visione
precisa della vita e della sua missione; cerca nelle sue indagini di non lasciarsi
fuorviare da nulla e da nessuno. Organizzata una rete di informatori, fa arrestare
diversi mafiosi di secondo piano.
D suo intento tuttavia è di arrivare fino ad un
momento in cui il suo scopo è quasi rag-
capomafia: don Mariano Arena. Nel
giunto, entra in scena la macchina delle clientele e l'inesperto capitano, recatosi a
Parma per una breve
licenza, al suo ritomo trova alibi prefabbricati per tutti gli
non
incriminati, che escono trionfanti dal carcere; al capitano Bellodi
tornarsene a Parma e meditare su quello che è
la giustizia.
naggi principali del romanzo siano due, don Mariano Arena e
il
vero protagonista è l'universo insulare e
le
resta che
Ora, benché
il
i
perso-
capitano Bellodi,
sue sotterranee, travolgenti forze
sovversive.
La domanda
di base
servirsi della struttura
stesso
La
che
ci
facciamo
è:
perché Sciascia sente
il
bisogno di
schematica del romanzo poliziesco, sconvolgendola allo
tempo?
scelta del genere poliziesco da parte di Sciascia ha suscitato l'interesse di
molti studiosi,^ che, da un lato, hanno focalizzato l'attenzione sulle deviazioni
strutturali rispetto al
za
i
romanzo
giallo classico e, dall'altro,
hanno messo
in
eviden-
temi socio-politici immessi nella trama poliziesca. Già nel 1974, Claude
Am-
broise poteva scrivere:
La forma
politico.
del giallo in quanto prodotto ideologico ha evidentemente un significato
Sempre.
Ma nei libri di
Sciascia, c'è qualcosa di più e cioè
missione della politica nella trama romanzesca:
approdare
alle sfere politiche.
[.
.
.]
si
Questo movimento è manifesto ne
civetta, diventa più sottile e acquista
una
diretta im-
parte dalla cronaca nera per
//
giorno della
maggiore ampiezza nelle opere successive. (141)
QUADERNI d'italiamstica\olvmtXV, So.
1-2,
1994
Samir Ben Ahmed
238
Per
critico francese, infatti, "il giallo diventa la
il
che
dei
verità
la
forma peculiare della riflessione
con l'ovvia differenza rispetto
sul sistema politico" (ibid.);
anglosassone
al giallo
non viene scoperta né vengono
fatti
puniti
i
L'incapacità dell'investigatore sciasciano di scoprire la verità ne
Giovanna Jackson, un
The
La
secondo
anti-eroe. Per la Jackson, infatti:
detectives of Sciascia are gifted with
all
the abilities of a
Holmes, yet they consistently fail to bring order
balance that the crime had destroyed. (12)
to chaos
D motivo che
l'inadeguatezza della ragione
—
a Sherlock
to re-establish the
comune
a tutti gli in-
essa propone per questa impossibilità è
base sulla quale riposa
la
Dupin or
and
studiosa ha identificato così una caratteristica costante
vestigatori sciasciani.
colpevoli.
fa,
il
giallo classico
—
nell'ambiente socio-politico in cui opera l'investigatore.^
Il
leitmotiv,
che attraversa
tutti
contributi della critica
i
intomo
al
GC, è che
ci
si
trova davanti a un saggio-denuncia della mafia siciliana presentato nella forma
di
un
Il
ricorso al genere "giallo" non
giallo.
Per dirla con
a metà
al lettore di lasciare
rò riflettendo sul
le
parole di Luigi Cattanei:
il
si
deve solo
libro",
fenomeno mafioso.
ma
Il
alla tecnica narrativa
che "impedisce
all'intento di denuncia che Sciascia
matu-
giallo tradizionale s'anima in lui d'una per-
sonale vibrazione agli eventi, la Sicilia di oggi esclude ogni altra scelta spazio-
temporale e carica
il
"caso" di significati etico-politici, talché l'autore può trascu-
rare l'esito dell'indagine intrecciata a un gioco politico trasparente e pur agilmente
modi
svincolato dai
del saggio. (58)
Oltre alla questione etico-politica, Nicola Fano introduce
"intesa
come
spinta che
conduce l'uomo a scegliere
di dar
e "l'intento etico e sociale [dell'autore] di indicare
zione mortifera dell'uomo
Fano
le
due chiavi
e,
i
il
tema della morte,
morte a un suo simile",
limiti possibili della
voca-
eventuahnente, di porre un freno ad essa" (35). Per
di lettura del
GC
sono, in
effetti,
l'impegno etico-politico
dell'autore e la "vocazione mortifera" dell'uomo:
Appare immediatamente chiaro, dunque, che
una
civetta sono sostanzialmente due:
fi-a
la gestione del potere
le chiavi di lettura del
Giorno della
di ordine politico, legata ai rapporti oscuri
pubblico e quella del potere mafioso;
l'altra di
ordine
morale, relativa a ciò che abbiamo chiamato vocazione mortifera dell'essere
umano. Ed è
commistione
altrettanto chiaro
dici nell'antropologia del
la terra di Sicilia,
con
la
sua specialissima
ma
si
tratta di
all'interno del quale le
profonde ra-
suo popolo) offre a Sciascia un terreno di studio ine-
guagliabile. Proprio la Sicilia
romanzo;
che
fra ragione e mafia, fra utopia e disincanto (che affonda
[.
.
.]
costituisce
una "zona franca",
due precedenti chiavi
il
di
terzo territorio di sviluppo del
un
di lettvaa
territorio
onnicomprensivo
convivono e interagiscono.
(37)
La
scelta del
modello poliziesco,
vantaggi importanti.
Un
tale
in effetti,
porge
alla scrittura di Sciascia
due
genere preconizza intanto l'esistenza di una ragione
//
saggio come concezione metafìsica in Leonardo Sciascia
superiore
—
—
che Sciascia chiama metafisica
239
quale mette
la
in
rilievo la
"positività" dell'investigatore rispetto alla "negatività" del criminale. In più,
questo genere esime lo scrittore dalla piatta scrittura sociologica del saggio moralizzante e fornisce una struttura narrativa che dà al discorso maggiore forza di
convincimento tramite
contrapposizione drammatica di due mondi: quello
la
oscuro della mafia e quello della "Grazia illuminante" della ragione.
In queste pagine,
si
co-cho-à di dimostrare
come Sciascia
stiche della scrittura poliziesca nella stesura del saggio
come
ossia
il
giallo
assuma una funzione
primo romanzo
tesi scritti
come
essai
—
di questo genere, sarebbe più
in particolar
modo
del
GC,
opportuno parlare di romanzi a
da uno scrittore di parte.
titolo, //
Il
inteso
strutturale nell'elaborazione della tesi di
fondo. Nel caso dei romanzi polizieschi di Sciascia e
il
ricorra a certe caratteri-
—
giorno della
due mondi contrapposti:
civetta, è
un ossimoro che richiama l'attenzione su
giorno, che sta per la luce della ragione, e la civetta,
il
uccello notturno, che sta per l'oscurità della mentalità mafiosa. Sin dall'inizio
narratore ci
pone
in
presenza del
mondo "oscuro"
il
del romanzo. All'apertura del
racconto prevale un'atmosfera cupa di paura e di omertà, ove
la reticenza dei te-
stimoni oculari nel partecipare alla ricostruzione dell'assassinio, deriva dalla forte
presenza della mafia con
la
sua sbrigativa giustizia, che non ammette interferenze
e che riesce ad imporsi per mezzo della intimidazione.**
un chiaro avvertimento per
parlare,
pena
la
chi
si
due colpi
di lupara
sono
non deve
morte. Si tratta di una mentalità che è "la forma più netta della
costituzione siciliana, del
modo
di essere siciliano e della legge
scaturisce, [e che] si riduce a un'intesa di persone dei
medesimo
I
trova nelle vicinanze: chi ha visto
sentire"; (Sciascia,
La mqfìa 82)
di
non
scritta
che ne
medesimi pensamenti, del
un modo irrazionale
agli occhi di
chi rappresenta la giustizia dello stato.
È
interessante osservare che in questo
è ben più riconoscibile che non
con
il
morto ammazzato e
lettore,
le
primo romanzo l'impalcatura del
in quelli successivi.
Il
romanzo
si
circostanze del delitto sono rivelate parzialmente
senza cioè rivelare immediatamente l'identità dell'omicida, né
Di qui scatta l'indagine con
giallo
apre, appunto,
le tipiche
il
al
movente.
tecniche investigative, con la raccolta, cioè,
di indizi che poi diventano prove e di interrogatori che diventano confessioni.
Ma se nel
giallo tradizionale si assiste allo scontro fra
tore e l'assassino, con la
nel
GC si
messa a fuoco
ha invece uno scontro
chiaramente definita:
il
mondo
ft"a
due individui,
l'investiga-
della superiorità intellettuale del primo,^
due mondi, ciascuno con
la
propria filosofia
dei mafiosi siciliani e dei loro fiancheggiatori ai
posti chiave del potere da un lato, e dall'altro Bellodi
— "che
riteneva la legge
scaturita dall'idea di giustizia e alla giustizia congiunto ogni atto che la legge
muovesse" (408)
—
,
solo contro
tutti,
con
il
suo
mondo
ideale di ragione, di
giustizia uguale per tutti e di verità univoca. C'è, infatti, nella figura di Bellodi,
un motivo
di
fondo che ne costituisce
la cifra:
è
il
forestiero,
il
partigiano setten-
trionale affascinante e temibile per la gente del paese. Affascinante per la sua
cortesia e le sue maniere rispettose dell'individuo (anche se criminale), temibile
Samir Ben Ahmed
240
perché detiene un potere. In fondo
lettore lo percepisce
il
come uno
straniero alle
prese con una cultura radicalmente diversa dalla sua,^ di cui intuisce le ragioni
ma
storiche,
contro cui ha dichiarato guerra.
Da un punto
di vista strettamente strutturale, le indagini
sono un pretesto per
l'esposizione di queste due filosofie e per l'individuazione di quella zona franca,
"terra di
nessuno" che alternativamente
le
no" riconoscibile nella dimensione ove
giocando d'azzardo rischia
don Mariano e
aggira Parineddu,
come una
configura
si
confidente, che
il
mafia e carabinieri.^ Così l'opposizione
la vita tra
capitano Bellodi
il
separa e le unisce: una "terra di nessu-
si
tra
guerra nel corso della
quale assistiamo ad un emblematico "saluto delle armi" scambiato
ft-a i
due mag-
giori contendenti:
Lei,
anche se mi inchioderà su queste carte come un
"Anche
lei" disse
di quel saluto delle armi scambiato
avere stretto
mani,
le
don Mariano aveva
il
[.
al
.]
.
Mancuso e
tutto
ai fini
benché comprenda
Come
si
vedrà
scia riesce a guidare
liana delle cose
si
.
di
dell'esposizione della
romanzo. Intanto, dal passo appena
il
le ragioni storiche
nosce nel potere centrale, ancorché ne
leggi.
.
all'onorevole Livigni: sui quali
ricava più chiaramente la posizione di Bellodi: egli non appartiene
ciliano,
.
nel disagio che subito sentì
vantaggio di essere un uomo. (407)
fondo che regge
tesi di
un uomo
cristo, lei è
con un capo mafia, a giustificazione pensò
ministro
Questa contrapposizione è importante per l'autore
sua
E
capitano con una certa emozione.
il
in seguito, è in
il
lettore verso la
è ormai estesa
sia
il
mezzo a
al
citato, si
mondo
che lo hanno modellato, né
rappresentante e
si-
si rico-
difensore delle
il
questi opposti grazie ai quali Scia-
conclusione
finale: la visione mafioso-sici-
al resto dell'Italia. In tal
modo
l'autore riesce a
veicolare una "lettura" personalissima e soggettiva di certi aspetti dei rapporti tra
la Sicilia
e
il
continente.
Come hanno
due generi
Ma
tiva.*
pria
già osservato molti
letterari:
il
critici,
il
GC
saggio, per la materia, ed
è importante osservare che entrambi
autonomia
stilistica,
si
nasce dunque dalla fusione di
il
i
"giallo", per la tecnica narra-
generi, pur
mantenendo
la pro-
avvalgono del processo "argomentativo" tipico
dell'esposizione dimostrativo-deduttiva. Vale a dire che la questione di fondo
—
capo a un ragionamento
lo-
e la
la 'colpa' nel giallo
gico, nel quale
lezza,
due
'tesi'
fattori
nel saggio
— deve
far
fondamentali (verità e impostura, innocenza e colpevo-
bene e male, opinione propria e quella corrente)
pongono. Ciò che prevale e determina
analisi attira di più l'attenzione, è
il
il
combinano e
procedimento
analitico: la
contrap-
si
successo del ragionamento, e
ta così inconfutabile e, soprattutto, l'unica possibile.
dei due
si
in
ultima
conclusione diven-
A proposito
della "fusione"
generi, Sciascia sostiene che la sua
è una materia saggistica che assume
di trasformazione
non è
facile: e
i
modi
del racconto, si fa racconto.
Il
processo
perciò io sono particolarmente attento e accorto
nella tecnica del raccontare. Spesso anzi
mi servo
della tecnica in
più sleale nei riguardi del lettore, quella che impedisce
un certo senso
al lettore di lasciare
a
metà
//
un
saggio come concezione metafisica
libro; la tecnica, voglio dire, del
sono piuttosto garantito rispetto
sia in crisi.
(Mauro
romanzo
Con questa formula mi
poliziesco.
alla crisi della narrativa.
241
Ammesso
che
la narrativa
2)
che
In base a ciò
Leonardo Sciascia
in
si
è già detto, la "slealtà" di questa tecnica non scaturisce
solamente dall'imposizione dell'obbligo della lettura (che è pur sempre una
ta),
bensì da una
che più importa
tutt'altra costrizione
un contesto ove è
in
ben più
vitale convincere: l'obbligo di condividere
le opinioni dell'autore che sorreggono e
compongono
struttura e la tecnica del giallo forniscono, oltre ai
La
mezzo per guidare le
l'impianto narrativo.
"modi",
il
idee e le prese di posizione dell'autore; così, per dirla con Sciascia,
saggistica ...
si fa
una
contempo, giustifica e condanna
il
"comune
nella descrizione di
la stessa
un volto o
vecchio disse che forse
che, al
loro valore denotativo
siciliani
un atteggiamento:
nome
il
il
funzione del richiamo all'opera di autori
di
ogni caso significava malvagità,
ma
sentire" tipico della mentalità mafio-
ricorso al proverbio e al soprannome, con
e connotativo,^ svolge
Il
"materia
realtà socialmente e storicamente localizzabile, è finaliz-
zato lo stile che tende alla creazione di un senso delle cose siciliane
D
la
racconto". Proprio a questa "trasformazione" (o travestimento)
della materia, che è
so-siciliana.
scel-
che è quella
sottile e vincolante,
giusto era Barricieddu, o forse Bargieddu:
la
ma
in
malvagità di uno che comanda; che un tempo
Barruggieddi o Bargieddi comandavano
mandavano gente
i
alla forca,
per
grado di puntiglio linguistico-lessicale, del tutto
in-
i
paesi e
piacere malvagio .... (455)
In
primo luogo,
si
osservi
il
congruo nel discorso di un pastore
siciliano.
È
chiaro che è l'autore ad insistere
su un dettaglio "saggistico" e con tale insistenza ne
crea quello che ho chiamato
"il
tore presenta la conclusione o, meglio, l'uso che
Un
mazione.
fa,
appunto, "racconto" e così
senso delle cose siciliane". Subito dopo
uso che serve non tanto
al giallo
il
lettore
quanto
al
deve fare
il
narra-
di tale infor-
saggio. Infatti, la con-
clusione è doppia: a) è inutile insistere in questo interrogatorio e b) la Sicilia e
siciliani
non
si
i
fidano di altra legge che della loro propria:
Ma capì che non c'era niente da cavare da uno che riteneva
il
capo degli
sbirri cat-
E
non è che avesse torto, pensava il capitano: da secoli
i bargelli mordevano gli uomini come lui, magari li facevano assicurare, come diceva il vecchio, e poi mordevano. Che cosa erano stati i bargelli se non strumenti
tivo quanto
il
proprio cane.
dell'usurpazione e dell'arbitrio? (455)
Queste considerazioni non assolvono ad alcuna funzione nella
ziesca,
dove
tutto dev'essere finalizzato,
re o a evidenziare una pista o un indizio che ritornerà al
semblaggio del casse-tête. Lo stesso dicasi per
rono spesso
buiscono
che lega
in questa
le
momento
del finale rias-
divagazioni liriche che ricor-
prosa e per certe descrizioni paesaggistiche che non contri-
affatto all'intreccio, bensì a
la
scrittura poli-
programmaticamente inteso a nasconde-
"materia" saggistica
ai
comporre quel tessuto puramente narrativo
"modi del racconto". Pertanto
la particolarità di
Samir Ben Ahmed
242
questo primo giallo sciasciano va rintracciata non solo nella nuova scrittura che
ma
nasce dalla fusione dei due generi,
ha sul
anche e soprattutto nell'impatto che essa
lettore.
Presi separatamente
i
due generi presentano due posizioni diverse dell'autore e
D
perciò due altrettanto diverse aspettative del lettore.
saggio, qui inteso nella sua
accezione settecentesca di essai e di pamphlet, è tradizionalmente in
porto con la filosofia e la visione del
modo da ricondurre
mondo
lettore all'autore e alla sua posizione etico-politica, in cui
il
mantenere una distanza
lettore è libero di
stretto rap-
del saggista; prospettive esposte in
respiro, permettendogli di accettare
o di
critica.
Ciò
gli fornisce
rifiutare integralmente
o
il
un minimo di
in parte le idee
dell'autore.
La
scrittura giallistica, al contrario, è per definizione coinvolgente,
l'autore nel districare l'enigma
mune
a
e
tutti;
si
che fa
la distinzione
perché
appella ad una logica "metafisica" ritenuta co-
A
bene e male non ammette equivoci.
tra
questo riguardo Sciascia scrive:
Nella sua forma più originale ed autonoma,
metafisica: l'esistenza di
quella grazia che
stigatore si
un mondo
teologi
i
può anzi considerare
umano
re
oltre
ma
romanzo poliziesco presuppone una
chiamano illuminante. Della Grazia illuminante
[.
.
.],
il
di
l'inve-
che non rappresenta
fatto
legge in assoluto, la sua capacità di leggere
la
—e
portatore [...]. L'incorruttibilità e infallibilità
il
dell'investigatore, la sua quasi ascetica vita
legge ufficiale
il
"al di là del fisico", di Dio, della grazia
che nelle cose, cioè negli
il
la
delitto nel cuo-
indizi, e di presentirlo, lo investono di
luce metafisica, ne fanno un eletto. ("Breve storia" 218)
Queste qualità inducono chi legge ad immedesimarsi nell'investigatore e quindi a
condividere la "filosofia" e
conclusioni dell'autore, proprio perché non sono
le
più ritenute estranee alle proprie.
Combinando
In
giallo.
due generi, Sciascia ottiene un saggio
i
altre parole,
egli
margine
scritto in
mondo
sostituisce alla visione del
"oggettiva" del giallo classico quella personale e soggettiva del saggio. ^°
"slealtà" nei conft"onti del lettore, di cui
fatto
che
le indagini
meccanismo
e
la
si
La
è detto poc'anzi, scaturisce proprio dal
scoperta per gradi dei
di convincimento. Tale
al
universale e
fatti
mettono
meccanismo porta
il
in
moto un
sottile
lettore, "costringen-
dolo", a condividere inconsciamente la presa di posizione dell'autore, vale a dire:
la Sicilia, scaturigine della non-ragione, del sopruso, del
co
ecc.,
ha esteso
i
Bellodi disse che la Sicilia era incredibile. "Eh
governo della lupara, dico io
bile è
anche
l'Italia.
l'Italia:
Forse tutta
la linea della
etico-politi-
dici bene: incredibile ...
.
.
.
autonomia,
il
Ho
loro governo
co.
.
.
incredibile: è la parola che ci vuole". Incredi-
e bisogna andare in Sicilia per constatare quanto è incredibile
l'Italia
leggendo sui giornali
che
sì,
E ora hanno la loro
nosciuto anch'io dei siciliani ...
il
malcostume
suoi influssi nefasti al di là dello stretto di Messina:
va diventando
gli scandali di
palma, cioè
il
Sicilia
...
A me
è venuta una fantasia,
quel governo regionale:
gli scienziati
dicono
clima che è propizio alla vegetazione della palma.
//
saggio come concezione metafisica in Leonardo Sciascia
viene su, verso
il
nord, di cinquecento metri,
palma ... Io invece
sale
come
Poiché
su su per
la
l'Italia,
Lo
Roma
ed è oltre
".
.
.
.
E
...
(479)
punizione di don Mariano è stata impedita, questa, che è
la
conclusione del romanzo. In
contrapposte messe in moto nel romanzo, è prevedibile che
le forze
linea della
l'ago di mercurio di un termometro, questa linea della palma, del caffè
sione del saggio, è in sostanza anche
non tenda verso
rativa
La
pare, ogni anno ...
dico: la linea del caffè ristretto, del caffè concentrato
forte, degli scandali:
pevole,
mi
243
ma
verso
la
la
soluzione consolatoria del caso e
dimostrazione di
come
Stato, infatti, l'unico abilitato a farlo,
si
il
la
la
conclu-
effetti,
date
la spinta nar-
punizione del col-
colpevole non possa essere punito.
è lasciato contaminare dalla rampante
"pazzia" della Sicilia nella persona di coloro che dovrebbero vegliare a che la sua
giustizia
non venga soppiantata da nessun'altra forma
colare dalla giustizia della lupara.
non rimangono
di fondo, cioè
Roma". E da
tanto
personaggi e
i
lettura
caso parti-
sostitutiva: nel
compiuta, nella memoria del lettore
le situazioni,
quanto l'accettazione della
che "la linea della palma sale ... su su per
tesi
ed è oltre
l'Italia
ciò deriva un senso di disagio perché a chi ha seguito la storia rima-
ne solo da sottoscrivere
plicitamente:
A
il
mondo
al
mondo
"eletto",
il
cui recupero l'autore propone im-
della "grazia illuminante" della ragione, quello ideale che
vagheggia Bellodi, insomma.
Nel
un senso
lettore del giallo classico vi è, inoltre,
un
di appartenenza ad
mondo univoco in cui la distinzione fra il bene il male è chiaramente delineata.
Un mondo di cui l'autore, con la punizione del colpevole, asserisce la legittimità
e l'univocità. Nel
mondo
siciliano
GC
Sciascia impedisce al lettore di sentirsi parte tanto del
quanto di quello continentale; l'unica alternativa rimasta è di ac-
cettare, a costo di
rompersi
la testa,^^ la tesi di
la sorregge,
corroborando così
"Questo è
punto" pensò
il
gnerebbe sorprendere
ca.
[.
.]
.
E
il
capitano "su cui bisognerebbe far leva.
le
quella grande famiglia che è
i
covo dell'inadempienza
tendenze o
il
gli incontri dei
regime, e dietro
nemici della famiglia, sarebbe meglio
alle ville, le
la
fiscale,
visione che
[.
.
i
si
membri
Qui bisoAmeri-
.]
come
vecchie e nuove, che stanno a sprecare
tutte quelle volpi,
o
fondo del romanzo e
soluzione suggerita da Bellodi:
la gente nel
dietro le idee politiche
dietro
la
il
in
loro fiuto
più inquieti di
vicini di casa della famiglia, e
mettessero ad annusare intomo
automobili fuori serie, le mogli, le amanti di certi funzionari: e con-
frontare quei segni di ricchezza agli stipendi, e tirarne
il
ad uomini come don Mariano comincerebbe a mancare
In ogni altro paese del
mondo una
evasione fiscale
giusto senso. Soltanto così
il
come
terreno sotto
sarebbe duramente punita: qui don Mariano se ne ride, sa che non
molto per imbrogliare
In questo lungo
le carte".
monologo
nati nel testo, è chiaro
i
piedi
.
.
.
quella che sto costatando
gli ci
vorrà
(465-66)
interiore,
il
più rappresentativo fra
i
tanti
dissemi-
che Bellodi funge da portavoce dell'autore e che queste
considerazioni non fanno parte della tessitura logica e perciò non avrebbero alcu-
na funzione
in
un romanzo poliziesco
tradizionale, che mira esclusivamente a far
Samir Ben Ahmed
244
collimare
fatti
i
te saggistico
e a seguire un ragionamento puramente razionale.
un ulteriore motivo della sconfitta di Bellodi e rappresentano
intanto,
battere, suggerita dall'autore, per sconfiggere la mafia e ciò
D
Ma
sul versan-
queste considerazioni espletano una funzione notevole: forniscono,
rapporto dialettico
viene suffragato, e
tra
fondo di un pozzo:
lei
da
saggio e romanzo poliziesco, che abbiamo delineato,
le eventuali falde cauterizzate
momento
della verità proprio nel
la strada
che essa rappresenta.
in cui
da una coscienza pirandelliana
don Mariano
guarda in un pozzo e vede
il
capitola:
"La
sole o la luna;
verità è nel
ma
se
si
butta
giù non c'è più né sole né luna, c'è la verità (469).
Così Sciascia per bocca di don Mariano anticipa
dunque
la fine della
continuando
nel
la
pozzo della
lodi,
la fine dell'interrogatorio
trama poliziesca, perché l'inchiesta
finisce.
A
metafora pirandelliana di don Mariano, Bellodi ha visto
Ma,
Sicilia.
pur avendo raggiunto
pace di riportarla
dalle pagine che seguono,
"il
come
ci
romperò
la testa",
che
ci
la verità
che Bei-
lettore capisce
fondo del pozzo" e trovato
alla superficie, di presentarla
romanzo con quel "mi
il
la verità,
non
la Verità. Bellodi
riconduce
alla
e
questo punto,
sarà ca-
chiude
il
metafora di don
Mariano.
Nel GC, Sciascia ha assunto una situazione
nota ai suoi lettori
italiani. In
di questa situazione
che era (ed
naca nera dei giornali e delle
storica
che è ben definita e già
ultima analisi la "materia" saggistica sta nella scelta
quotidianamente esposta nella cosiddetta cro-
è)
riviste italiane e
che richiede anche una certa vero-
simiglianza nell'agnizione finale: la mafia non può essere sconfitta, perché
dimostrano che non lo è mai
mente
stata.
Ogni
ottimistica, sarebbe inaccettabile, perché
fatti.
Ma la ragione della
sta la
conclusione verso
— è che
non reggerebbe
alla
fatti
prova dei
non-sconfìtta della mafìa, che Sciascia avanza
la
i
conclusione, oltre che smisurata-
altra
— e qui
quale tende la spinta saggistica e di conseguenza tutto
il
romanzo
il
vero senso della giustizia.
lo stato si è "sicilianizzato"
ed è divenuto corrotto, perdendo
McGill University
NOTE
1
D'ora in avanti GC.
2
Per via del gran numero degli interventi su questo paiticolaie punto, ne presenteremo solo
quattro tra
3
i
più rappresentativi.
Cfr. Jackson:
"The cool
analytical procedures of the investigators crash against the
monolythic wall of a criminal society, and their
fiasco.
constmcted detection ends in a
carefiilly
At the end of Sciascia's detective novels, the criminals aie
and uncertainty predominate. Sciascia' s representatives of
stroyed by the collective criminal society. Their
necessary compromises for survival
own
is their 'tragic
inability to
flaw'
left
unpunished, disorder
logic, order
and ethics are de-
conform and
which leads them
to
make the
down-
to their
falL"(12)
4
A
questo proposito, sarà
utile ricordale le parole dell'antropologo
cui "ceite e^)ressioni del linguaggio quotidiano mostrano
il
Anton Block secondo
ruolo occupato dalla violenza
saggio come concezione metafisica
//
illegale
neUa società contadina
della Sicilia.
sapevano 'badare
rispetto', 'd'autorità';
in
Leonardo Sciascia
245
mafiosi erano definiti uomini 'd'onore',
I
La
ai fatti propri' e 'farsi rispettare'.
'di
questione
centrale è l'esistenza di un codice di comportamento che si riassume nel termine 'omertà'.
Secondo questo codice, un uomo si fa rispettare mantenendo il silenzio sui 'crimini' di cui
è stato testimone, vittima o esecutore. Reticenza e segretezza, a volte vere e proprie cospirazioni del silenzio specialmente di fronte all'autorità giudiziarie, erano l'espressione
dell'autorità e dell'influenza dei tradizionali àmbiti di potere locali.
di tacere: 'cantare' implicava fare appello
equilibri tradizionali. Attraverso la
del controllo sociale che esso sottintendeva,
il
gli
manipolazione di questo complesso codice culturale e
mafiosi cercavano di tener lontana la popo-
i
lazione locale dalla concorrenza dei poteri estemi.
loro: ignorare
Al debole era imposto
a risorse esteme che avrebbero minacciato
La gente
era costretta ad appoggiarsi a
codice equivaleva a un tentativo di scavalcare
mediatore del potere.
il
Sebbene in misura diversa, l'omertà pervadeva
l'intera struttura della
Per maggiori dettagli sulle caratteristiche
romanzo poliziesco rimandiamo in
Peter Handke e allo studio compiutone da
modo
particular
romanzo L'ambulante,
al
di
Victor Zmegac: "Aspekte des Detectivromans", ora in
Cfr. Jackson:
"BeUodi
a stranger in two ways:
is
from the North and almost a foreigner even
where he
La trama
del delitto.
and most obviously, he
first,
to the local
do not permit him
justice
compromises, nor
to consider
is
man
a
idiom of the small Sicilian town
spend some time as the police captain. [Secondly] Bellodi's
is to
and belief in
comunità". (16)
strutturali del
own
morality
nor
to accept secrets,
even to understand the sacredness of silence among Sicilians"(14).
"Ma tra
mafia e carabinieri,
venirgli
da una sola
ben
le
Da
due
la
voce e non
non, per
il
gli
muoveva
parti tra cui si
il
suo azzardo, la morte poteva
questa parte non c'era la morte, c'era quest'uomo biondo e
quest'uomo che parlava mangiandosi
rasato, elegante nella divisa;
zava
sa;
parte.
confidente, la legge che nasce dalla ragione ed è ragione,
uomo, che nasce dai pensieri e dagli umori di quest'uomo,
deUa legge, ad ogni momento creata da colui che comanda
somma". (407)
[.
[.
.
inchieste di Sdascia]
.
.]
ma la legge
da chi ha
sono avventure
intellettuali
cui lo
in
romanzi
gialli
Non l'appagamento
artistica
di
cui
finale
ma
sostanzia
si
fehcemente legato
secondo
un
la forza, in-
scrive:
"[le
lettore.
Non
la consecutio causa-effetto della loro retorica narrativa.
la ricerca del percorso è di per sé l'avventura
il
di
sbocco non consiste nel
raggiungere una verità ultima e definitiva, e cod appagare lo stato d'attesa del
si tratta di
al-
l'assoluta irrazionalità
.]
Ambroise; Cattanei; Jackson; Fano. Si veda anche Madrignani che
Cfr.
che non
le esse,
faceva pesare di^rezzo: e pure era la legge, quanto la morte pauro-
'romanzo'
dell'ultimo
Sciascia.
mentale e
Gioco d'inteUigenza
alla logica deduttiva, questa arte ingloba tuttavia,
senza rinnegare la
propria normativa ludica, un elemento d'impegno civile abilmente mimetizzato,
ma
decisivo. C'è alle spalle la grande tradizione illuministica francese, con quel tanto dì
seriamente giocoso che conosciamo, mentre rimane sullo sfondo
meccanismi del
non
si tratta di
piste
il
lettore,
giallo
[.
.
mettere in
ma
.]
con
la
grande sorpresa finale che spiazza
moto una
di sollevare
serie di
dubbi
fittizi
il
il
gusto dei sapienti
lettore.
Per Sciascia
per ingannare e trascinare su false
dubbi anche là dove non ne esistono, dove non sarebbe
economico sollevarne". (140)
Tra
le
pagine 417 e 419 è racchiuso un mini-trattato sulle ingiurie (soprannomi) in
sul loro valore, e su
quanto riescano a cogliere in una parola un
che riassume un individuo. Tramite
concetti e preconcetti che
i
vari impieghi di un'intera
hanno accompagnato
i
siciliani
tratto fisico
gamma di
Sicilia,
o caratteriale
opinioni, assunti,
da sempre, Sciascia può
storiciz-
contempo rendere atemporali situazi(Mii e fatti di cronaca La sicilianità,
"compiuta forma di realtà umana", viene usata da lui come un canone per giudicare e pazare e al
rametrare
il
caos e la
civiltà, il desiderio e la
paura inerenti a
tutti gli
uomini. Questa Sicilia
simbolo della non-ragione e del malcostume politico e morale, è la cornice dei romanzi che
Samir Ben Ahmed
246
nella struttura
ispirano al genere poliziesco e la cui narrazione, nel corso delle indagini,
si
emblematiche del protagonista.
oscilla tra la critica sociale e le vicende
10
È
interessante rilevare che questa "manipolazione" è riscontrabile in tutte le opere di
Sciascia, persino quelle ritenute "storiche"
Moro, La strega e
L'affaire
tore è di fronte alla sintesi di
il
—
consiglio d'Egitto,
La morte
dell'inquisitore.
I
pugnalatori.
capitano e Porte aperte). Nel caso di questi romanzi
una
ricerca storico-investigativa dell'autore stesso
personaggio. Nel corso di questa ricerca,
rativa
(//
morte di Raymond Roussel, La scomparsa di Majorana,
Atti relativi alla
simile a quella del giallo
—
il
fatto storico viene inserito in
che ne assicura
,
una
il
let-
o di un suo
struttura nar-
la giusta interpretazione, cioè quella
voluta dall'autore secondo lo schema che abbiamo presentato sopra. Sciascia sovverte, in-
rico",
nozione manzoniana della storia come scheletro (nel suo saggio "Del romanzo stoManzoni usa il termine "carcame") e ne fa un elemento attivo che agisce diretta-
mente
sui personaggi
fatti, la
de
//
consiglio
personale
1
e,
condizionandone
d Egitto).
La
il
carattere e le motivazioni
storia diventa
eoa un elemento non
(si
pensi all'abate Velia
più fisso e univoco,
ben^
un
perciò, interpretabile. Sicché, tra la versione del libro di storia e quella di
romanzo di Sciascia, il lettore tende a sottoscrivere a quest'ultima.
n romanzo si conclude appunto su questa frase profetica "mi ci romperò
la testa".
OPERE CITATE
Ambroise, Claude. "Giallo e
Block, Anton.
La mafia
di
politica". Invito alla lettura di Sciascia. Milano: Mursia, 1974. 141-45.
un villaggio siciliano 1860-1960. Imprenditori, contadini,
violenti. Tori-
no: Einaudi, 1986.
Cattanei, Luigi.
Leonardo
Sciascia. Introduzione e guida allo studio dell'opera sciasciana. Storia e
antologia della critica. Firenze:
Fano, Nicola.
Come
leggere
II
Le Monnier, 1979.
giorno della civetta di Leonardo Sciascia. Milano: Mursia, 1993.
Handke, Peter. L'ambulante. Milano:
Feltrinelli, 1970.
Jackson, Giovanna. Leonardo Sciascia: 1956-1976.
A
thematic and structural study. Ravenna: Lon-
ge, 1981.
Madrignani, Carlo A. "U gioco degli enigmi". Leonardo Sciascia.
La
verità, l'aspra verità.
Ed. An-
tonio Motta. Manduria: Laicata, 1985. 138-46.
Mauro, Walter. Sciascia. Firenze: La Nuova
Italia,
1970.
Sciascia, Leonardo. // giorno della civetta. Opere. Voi.
Zmegac,
.
La mafia. Bologna:
.
"Breve
storia del
1.
Milano: Bompiani, 1987. 387-483.
Boni, 1970.
romanzo poliziesco". Cruciverba. Torino: Einaudi, 1983. 216-31.
Victor. "Il paradosso storico-letterario del
teoria e analisi del racconto poliziesco. Ed.
Pratiche Editrice, 1980. 183-93.
romanzo poliziesco". La trama del delitto:
Renzo Cremante e Loris Rambelli. Parma: