Società contemporanea in osservazione sociologica: alcuni esiti 1. Avvertenze preliminari di percezione o “preliminari di disorientamento” 1.1. un effetto sfaldamento, scomparsa e smarrimento: il venir meno della previsionalità di sistema come dato economico e politico socio-organizzativo. Söderström Ola, in prefazione a Rossi Ugo, Vanolo Alberto 2010 Geografia politica urbana, Laterza, Roma-Bari 1.2. un effetto di ridondanza e di moltiplicazione di dati e processi tra loro non compatibili Pombeni Paolo 2010 La ragione e la passione. Le forme della politica nell’Europa contemporanea, il Mulino Bologna. 1.3. non conforta (a prima esperienza) ciò che resta e sembra crescere: la complessità. 1.3.1. complessità in prima presentazione: «…la conoscenza delle parti non è sufficiente a spiegare il funzionamento del tutto… che è maggiore della somma delle parti»; «rinvia spesso a una soglia critica, a una frontiera tra caos e ordine»; «la modellizzazione teorica di particolari sistemi dinamici» Benkirane Réda 2002 La teoria della complessità, Bollati Boringhieri, Torino 2007 1.3.2. applicazione ed uso della complessità in contesto sociologico: antinomie. 1. una rapida evoluzione nelle forme ma con sopravvivenza di regole e sistemi antichi; 2. forte unità nella organizzazione statuale ma con differenze "culturali" rivendicate e ripristinate come meccanismi identitari; 3. forte dinamismo sociale di comunicazioni ma con dislivelli forti e resistenti. 1.4. «le scienze sociali come meccanismi di riduzione della complessità». Demichelis Lelio 2010 Società o comunità. L’individuo, la libertà, il conflitto, l’empatia, la rete, Carocci editore, Roma . 2. Un sistema classico finora dominante: classificazione basata sui ruoli professionali. 2.1. Il criterio classico e l’evoluzione dei suoi elementi: le classi (evoluzione economico-sociale). 2.1.1. Un simile criterio di classificazione e di orientamento spinge a considerare come tendenzialmente coincidenti la struttura professionale e la struttura sociale di un gruppo. 2.2. la crisi della classificazione sociale per aree di professioni 2.2.1. Le trasformazioni. Il prevalere del settore terziario, del nuovo terziario che impone l’informatizzazione dei processi gestionali e produttivi. Il prevalere del capitale finanziario. Le innovazioni tecnologiche trasformano i modi e i tempi dei processi produttivi. 2.2.2. La scomparsa delle professioni classi sociali tradizionali (proprie della prima rivoluzione industriale), la difficoltà a conservare la coincidenza tra struttura professionale e struttura sociale. 2.2.3. Il formarsi di una infinita e indistinta "middle class". 1. appare piuttosto come una classe di consumo che come classe produttiva; 2. Si tratta della "società dei due terzi"; 3. al binomio uguaglianza / disuguaglianza sostituita dunque la coppia inclusione/esclusione. 2.3. in conclusione: sulla difficile tenuta di concetti classici: classe, nazione, stato. Bonomi Aldo 2010 Sotto la pelle dello Stato. Rancore, cura, operosità, Feltrinelli, Milano 3. alla ricerca di nuovi classificatori sociali 3.1. La complessità delle funzioni e un alto livello di mobilità nella definizione dei ruoli Raymond Boudon, La logica del sociale, A. Mondadori, Milano l980 3.2. L’emergenza delle interrelazioni oltre le interrelazioni professionali: «effetti di aggregazione» o «emergenti». I ruoli professionali e le loro necessarie interdipendenze non esauriscono il complesso delle relazioni sociali. 3.3. il gusto: un nuovo criterio di orientamento sociale la critica sociale del gusto o proposta di criteri, di carattere fenomenologico per l’orientamento, la catalogazione, la distinzione sociologica. Pierre Bourdieu, La distinzione. Critica sociale del gusto, il Mulino, Bologna 1995 3.4. L’estetica popolare e la sua logica comportamentale. 3.5. una conclusione applicativa: l’emozione nell’orientamento e nelle scelte politiche (marketing politico) Cacciotto Marco 2011 Marketing politico. Come vincere le elezioni e governare, il Mulino, Bologna; Sorice Michele 2011 La comunicazione politica, Carocci editore, Roma 4. emergenze sociali dell’età contemporanea tra omologazioni, tempo liberato 4.1. processi economici e sociali di omologazione. 4.2. tempo liberato (tempo libero, tempo meno occupato, tempo disoccupato… ) il sistema economico non riesce a comporre investimento con occupazioni; anzi i due fattori, in crescita, sembrano escludersi sempre più. Amartya Sen: «L’etica del lavoro — ovvero la moralità di avere un posto di lavoro o l’immoralità di perderlo — è radicata nel nostro patrimonio culturale.» 4.3. Tempo a margine e tempo inutile…. i fenomeni metropolitani di povertà e solitudine degli “homeless”: stile di vita rilevante dal punto di vista non solo economico (è infatti rivelatore delle finalità prime del sistema economico dominante), ma anche etico e politico. Raffaele Rauty, Homeless. Povertà e solitudini contemporanee, Genova 1995. La fenomenologia del disoccupato (e del “cassintegrato” del precario, dell’indignato) con attenzione al mondo giovanile in attesa di impiego… Silvia Ballestra Il compleanno dell’Iguana; Mario Celi, Quei ragazzi virili e disperati che sognano Berlino, 1985; Umberto Galimberti, La generazione degli sprecati, 1995. 5. Un contenitore mobile e ampio delle dinamiche sociali: Società - Comunità. 5.1. I concetti formulati dal sociologo e filosofo tedesco Ferdinand Tönnies in ripresa e sviluppi 5.2. la comunità e la negazione della società «La società muore e morendo fa risorgere l’idea di comunità. Risorge la comunità e risorgendo nega ulteriormente ogni riflessione sull’idea e sul bisogno (oggi già drammaticamente assente) di società e di socialità, soprattutto sull’idea di una società aperta fatta di dia-logo, di ri-conoscimento delle soggettività, delle esistenze. (Demichelis) 5.3. la negazione o la morte dell’utopia (nella comunità) come morte della politica. 5.3.1. è bene che l’utopia sia morta se… 5.3.2. l’irrinunciabilità politica all’utopia. 5.4. tuttavia, lo spazio per la comunità: «Comunità solide, comunità liquide»(Demichelis) 6. Un contenitore in avanzata: globalismo e “ossessione identitaria” 6.1. il legame tra globalizzazione e affermarsi di progetti identitari Z. Bauman, Voglia di comunità, Laterza, Roma-Bari 2001; Crespi, Franco 2004 Identità e riconoscimento nella sociologia contemporanea, Laterza, Roma-Bari) 6.2. sono in crescita le comunità e con esse l’“ossessione identitaria” F. Remotti, L’ossessione identitaria, Laterza, Roma-Bari 2010; Z. Bauman, Voglia di comunità, Laterza, Roma-Bari 2001 6.3. l’”ossessione identitaria” o l’identità avvelenata o identità e violenza. Sen, Amartya 2006 Identità e violenza, Laterza, Roma-Bari; Bauman: l’identità è un «surrogato di comunità»; Remotti: l’identità è una parola avvelenata, «perché promette ciò che non c’è, perché ci illude su ciò che non siamo; perché fa passare per reale ciò che invece è una finzione o, al massimo, un’aspirazione». 6.3.1. i molti livelli dell’identità avvelenata: l’individuo, la comunità, la società.; Aime Marco 2004 Eccessi di culture, Einaudi, Torino; Touraine Alain 2004 La globalizzazione e la fine del sociale. Per comprendere il mondo contemporaneo, il Saggiatore, Milano 2008; Maria Cristina Marchetti, La contraddizione multiculturale. Identità e identificazione; Crespi, Franco, 2004, Identità e riconoscimento nella sociologia contemporanea, Laterza, Roma-Bari 7. Un contenitore sociale e politico indifferenziato. Il populismo 7.1.-7.3. per chiarire. 7.4. I quattro populismi “genealogie populiste: del rinserramento, dell’individualismo proprietario, dell’invidia sociale (che sostituisce la lotta di classe), populismo dolce. Bonomi 2010, 115 7.5. Per evitare il peggio. C’è un rischio che di fronte all’avanzata politico-culturale dei populismi va evitato accuratamente. È il rischio che dentro la crisi si realizzi una saldatura tra un ceto medio riflessivo che aveva creduto nell’apertura alla dimensione globale, ma che con il passaggio alla globalizzazione hard potrebbe scivolare verso il basso reddito e stile di vita, e quella base sociale del rancore territoriale che oggi, sotto i colpi della crisi, pare estendersi. 7.6. il formarsi di movimenti e le loro specifiche funzioni «Se si aggiunge poi che, nonostante l’evidente sviluppo del ruolo dello Stato nell’insieme della vita sociale, le società occidentali industrializzate rimangono in gran parte società civili, non conviene forse rifiutare l’idea di una scomparsa dei movimenti sociali e conservare l’idea opposta, quella della nascita, forse per la prima volta, di movimenti propriamente ed unicamente sociali? … i movimenti sociali d’oggi vogliono vivere fin da ora in modo conforme a ciò che deve diventare, secondo loro, il mondo domani.» Alain Touraine, Analisi critica dei movimenti sociali, in AA.VV. Le società complesse, ed. Il Mulino, Bologna 1983; M.Ilardi 1995 L'individuo in rivolta. Una riflessione sulla miseria della cittadinanza, Costa & Nolan, Genova).