L’Ora di Religione – rubrica “UdL primaria” – settembre 2012 Il tempo... nel tempo Nelle società primitive il tempo veniva rappresentato da una ruota o da un cerchio che torna su se stesso, sempre e per sempre. Gli Egizi furono i primi a suddividere il giorno, che finora aveva rappresentato la più piccola unità di misura. Sentirono l'esigenza di suddividere maggiormente il tempo per i moltissimi rituali che si svolgevano ogni giorno nei grandi templi, per i quali era necessaria una suddivisione precisa del tempo. Perciò i sacerdoti egizi, dovendo conoscere esattamente ogni fase del giorno, elaborarono diversi sistemi di misurazione. Non è un caso che il termine egiziano che indicava l'ora significasse anche lo svolgimento del servizio sacerdotale. Per i Maya il tempo era una divinità corrispondente a un numero che veniva rappresentato con un mandala: un'immensa sequenza circolare nella quale gli dei, come figurine, portano sulle spalle un numero di giorni, di mesi, di anni. I giorni cambiano le cose mentre si muovono nel cielo. Anche i Cinesi avevano due mandala del tempo: la grande legge dell'esistenza e la sicurezza del grembo materno nel quale tutto ritorna, dopo aver compiuto il ciclo della vita. In India predominava un concetto di tempo completamente ciclico: la yuga o era, rappresentava l'unità primaria e ogni ciclo era costituito da quattro periodi. Ogni era è peggiore della precedente fino a giungere alla dissoluzione totale per poi ricominciare. È l'eterno SAMSARA o ciclo delle rinascite che non smette mai di ripetersi. Gli antichi Greci utilizzavano due parole per indicare il tempo: kronos e kairos. La prima si riferisce al tempo logico e sequenziale, la seconda significa «momento giusto o opportuno» o meglio «tempo di Dio». Ma Crono era anche una figura mitologica, un titano nato da Urano, il cielo, e Gea, la terra. Crono aiutò la madre a liberarsi di Urano che le impediva di avere i figli concepiti. Prese il posto del padre alla guida del mondo, scacciò i fratelli Ciclopi ed Ecatonchi confinandoli nel Tartaro. Sposò poi la sorella Rea. A Crono era stato predetto che sarebbe stato detronizzato da uno dei suoi figli, proprio come aveva fatto lui stesso con il padre. Così, non potendo uccidere i suoi figli, in quanto divinità immortali, appena nati li ingoiava. La moglie Rea, con un trucco, riuscì a sottrargli il figlio Zeus, il quale, una volta cresciuto, somministrò a Crono un veleno e si pose al comando dell’Universo sul monte più alto della Grecia: l’Olimpo. Crono, il Tempo, era nato come mito per spiegare i cicli dell'anno agricolo e gli aspetti connessi alla fecondità e successione del regno. Assumerà poi un nuovo significato: il tempo che divora tutte le cose che egli stesso ha creato. Sembra che Crono originariamente fosse un dio dell'agricoltura; questa è la ragione per cui i Romani lo identificarono con Saturno, il dio italico della semina. La mitologia latina narra che Saturno, dopo essere stato detronizzato da Giove, si stabilì sul Campidoglio, fondandovi un villaggio che prese il nome di Saturnia. A Roma nel mese di dicembre erano celebrati i Saturnali, feste nelle quali venivano fatte sparire, anche se temporaneamente, le differenze sociali. A volte gli schiavi vestivano gli abiti dei padroni e questi servivano ai tavoli. L'ebraismo è una religione che mira alla santificazione del tempo. A differenza dell'uomo, la cui mente è dominata dallo spazio, per cui il tempo è invariato e tutte le ore sono uguali, la Bibbia sente il carattere diversificato del tempo: non vi sono due ore uguali, ciascuna è unica, la sola concessa in quel momento, esclusiva e infinitamente preziosa. Gli ebrei si sentono legati alla santità del tempo, Editrice ELLEDICI L’Ora di Religione – rubrica “UdL primaria” – settembre 2012 ad eventi sacri. La maggior parte delle osservanze del rituale ebraico – il sabato, la luna nuova, le feste, l'anno sabbatico e l'anno del giubileo – sono connesse a una certa ora del giorno o ad una stagione dell'anno. Per esempio, l'invito alla preghiera è legato alla sera, alla mattina o al pomeriggio. I principali temi della fede sono nell'ambito del tempo; gli ebrei infatti ricordano il giorno dell'esodo dall'Egitto, il giorno in cui Israele si fermò al Sinai; la loro più grande speranza è l'attesa di un giorno, della fine dei giorni. Se per il filosofo Platone il tempo è «l'immagine mobile dell'eternità», per Aristotele, invece, è la misura del movimento secondo il «prima» e il «poi», per cui lo spazio è strettamente necessario per definire il tempo. Solo Dio è motore immobile, eterno e immateriale. Secondo sant’Agostino il tempo è stato creato da Dio insieme all'Universo, ma la sua natura resta profondamente misteriosa, tanto che il filosofo afferma: «Se non mi chiedono che cosa sia il tempo lo so, ma se me lo chiedono non lo so». Da sant'Agostino in poi, nel pensiero cristiano il tempo è concepito in senso lineare-progressivo e non più circolare-ciclico come nel mondo pagano. Dalla caduta di Adamo l'escatologia cristiana procede verso la «consumazione del tempo», il riscatto dell'uomo verso Dio, il Giudizio Universale e l'eternità spirituale. Editrice ELLEDICI