il Prof. Piero Mioli “Gioachin da Bologna. Rossini tra vecchio e

Bologna, 4 marzo 2015
Cari amici,
vi diamo notizia del nostro prossimo incontro.
13 marzo, alle ore 21, presso l’Hotel Europa, Via Boldrini 11,
il Prof. Piero Mioli
terrà una conferenza dal titolo
“Gioachin da Bologna.
Rossini tra vecchio e nuovo, salute e malattia,
dramma e commedia”
Il nome di Gioacchino Rossini, compositore celebratissimo in tutto il mondo, è
indissolubilmente legato alla città di Bologna, dove egli studiò ed abitò per la
maggior parte della sua vita.
Ricordiamo una sua celebre frase: “In Bologna ho trovato ospitalità, amicizia.
Bologna è la mia seconda patria ed io mi glorio di essere, se non per
nascita, per adozione, suo figlio”.
Per chi volesse avere qualche breve cenno sulla biografia di Rossini, riportiamo,
nella pagina seguente, alcuni degli episodi salienti della sua vita.
Il Prof. Mioli è ben noto a Bologna e, ancor più fra i nostri soci, ma riportiamo comunque un breve curriculum del nostro
brillante conferenziere.
Piero Mioli, bolognese, si è laureato in Storia della musica e perfezionato in Filologia classica a Bologna.
Ha insegnato Storia della musica al Conservatorio di Verona e di Parma, e dal 1988 insegna la stessa materia al
Conservatorio di Bologna.
È Accademico Filarmonico di Bologna e Socio ordinario dell’Associazione culturale "Il saggiatore musicale".
Collabora con parecchi teatri italiani e tiene corsi presso l'Università "P. Levi" e
l'Istituto "C. Tincani" di Bologna.
È consulente musicale dell'editore Mursia (Milano) e della SPES (Firenze) per
molteplici collane.
Collabora con varie riviste fra cui "Sipario", "L'opera", ecc.
È saggista, divulgatore e conferenziere. Si occupa in particolare del teatro
d'opera, della vocalità classica, della cantata e della romanza da salotto, della
musica a Bologna attraverso i tempi.
Per il ciclo "I grandi classici" (Edimedia) ha scritto su Chopin, Beethoven, Bach,
Mozart, Liszt, Brahms, Schubert, Schumann, Cajkovskij, Debussy, Vivaldi, Dvorák.
Ha pubblicato decine di libri (“Il Teatro di Verdi”, “Dizionario della Musica Italiana”, Manuale del melodramma, ecc.
Ha curato molti volumi: “Tutti i libretti d’opera di Verdi, Mozart, Bellini, Rossini, Wagner”, “Il grande libro dell’opera lirica.
I cento migliori libretti della tradizione operistica”, ecc.
NB. Vi precisiamo inoltre che sono disponibili parcheggi messi a disposizione dall’Hotel: si invita a recarsi alla reception
per ritirare gli appositi pass.
La conferenza, seguita dal rituale drink, si annuncia di grande interesse, per l’argomento e il relatore: sicuri di vedervi
molto numerosi, vi inviamo i più cari saluti,
Il Presidente
Francesco Addarii
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Gioachino Rossini, o Gioacchino, all'anagrafe Giovacchino Antonio Rossini (Pesaro, 1792 – Parigi, 1868), è stato uno dei
grandi compositori italiani. La sua attività ha spaziato attraverso vari generi musicali, ma è ricordato principalmente come uno dei
più grandi operisti della storia della musica, autore di lavori famosissimi e celebrati quali Il barbiere di Siviglia, L'italiana in
Algeri, La gazza ladra, La Cenerentola e Guglielmo Tell.
La prima parte della sua vita fu come uno dei suoi celeberrimi, travolgenti crescendo (compose la prima opera all'età di quattordici
anni); poi - come per iniziare una seconda esistenza - vennero il precoce ed improvviso abbandono del teatro, la depressione e il
ritiro nella pace della campagna parigina di Passy, con molte pagine di musica ancora da scrivere.
Nato a Pesaro nel 1792, musicò decine di opere liriche senza limite di
genere, dalle farse alle commedie, dalle tragedie alle opere serie e
semiserie.
La sua famiglia era di semplici origini e il giovane Rossini trascorre buona
parte della sua giovinezza presso la nonna. Dal 1802 la famiglia vive per
qualche anno a Lugo; qui Gioachino apprende i primi rudimenti di teoria
musicale. Successivamente la famiglia si trasferisce a Bologna. Ed è
proprio nella nostra città che Rossini inizia lo studio del canto,
del pianoforte e della spinetta.
Nel 1806, a quattordici anni, si iscrive al Liceo musicale bolognese, studia intensamente composizione e scrive la sua prima opera.
Conosce Isabella Colbran, cantante lirica, maggiore di età, che sposerà nel 1822 e da cui si separerà intorno al 1830.
A neanche vent'anni tre sue opere sono già state rappresentate e il numero, un anno dopo, salirà a dieci. L'esordio ufficiale sulle
scene era avvenuto nel 1810 con La cambiale di matrimonio.
Nei vent'anni successivi, Rossini compose una quarantina di opere, arrivando anche a presentarne al pubblico 4 o 5 in uno stesso
anno (La pietra del paragone, La gazza ladra, L'italiana in Algeri, Semiramide, Il Barbiere di Siviglia, Otello.
Dal 1815 al 1822 è il direttore musicale del Teatro di San Carlo di Napoli.
Nel 1823 si trasferì a Parigi, dove le sue opere furono accolte quasi sempre in modo trionfale (Il viaggio a Reims, Le Comte
Ory, Guglielmo Tell)
Abbandonato il teatro d'opera, Rossini entrò in una fase di crisi
personale e creativa. La ridotta produzione nel periodo che va
dal 1832 alla sua morte, rende la biografia di Rossini simile alla
narrazione di due vite diverse: la vita del trionfo veloce ed immediato, e
la lunga vita appartata e oziosa, nella quale i biografi hanno
immortalato il compositore.
Negli ultimi anni egli compose infatti solo pochissimi lavori, tra cui la
memorabile Petite messe solennelle.
Rossini, uomo dalle mille sfaccettature, è stato descritto dai numerosi
biografi in molte maniere: ipocondriaco, umorale e collerico oppure
preda di profonde crisi depressive, ma pure gioviale bon vivant amante
della buona tavola e delle belle donne; spesso è stato ritenuto afflitto
da pigrizia, ma la sua produzione musicale, alla fine, si rivelerà incomparabile.
Rossini aveva smesso di comporre per il teatro lirico all'età di trentasette anni, dopo il Guglielmo Tell, ritirandosi dalla mondanità a
vita privata. Nonostante ciò continuò fino all'ultimo a comporre musica, per sé, per Olympe Pélissier (sposata in seconde nozze nel
1846, dopo la morte della Colbran, avvenuta l'anno prima) e per gli amici.
L'autore di capolavori come Il barbiere di Siviglia, La Cenerentola, L'Italiana in Algeri, Semiramide, Tancredi, La gazza ladra
e Guglielmo Tell (solo per citarne alcune) si spense dopo aver lungamente combattuto contro il cancro nella sua villa di Passy,
presso Parigi, nel 1868. I francesi - ma non solo - si stavano preparando a festeggiare il suo settantasettesimo compleanno.
Le sue spoglie furono tumulate nel cimitero parigino del Père Lachaise e traslate in Italia solo nel 1887, su iniziativa del governo
italiano.
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