Uscire Uscire dal panico e ritrovare la vita

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Testimonianze
<<Da 8 anni convivo periodicamente con i
miei devastanti attacchi di panico… dopo
essermi inserita in un gruppo (a me piace
definirlo oasi) è iniziato per me un periodo
pieno di riflessioni, domande e bisogno
di risposte. Ho preso coscienza del mio
problema, l’ho accettato come parte di
me che prima non c’era... Con questa
esperienza ho modificato il mio vivere, mi
sono arricchita di cose ben più gratificanti.
Ho accettato di essere imperfetta mentre
prima mi imponevo la perfezione. Ho
imparato ad accettarmi e a modellarmi in
base a me stessa, non agli altri come ho
sempre fatto>>.
Cinzia
“Osserva e poi abbandona
Valentina Cultrera, Presidente Onorario
della Lidap,
nata a La Spezia nel
1966, autrice de “L’anima in trappola”
(Mondatori 1995) e “Panico” (Guaraldi
1997), ha fondato l’associazione nel
1991 a seguito del suo intervento ad un
noto show televisivo, dove portò la propria
testimonianza dando voce ad un disagio
che aveva già proporzioni consistenti
seppure nascoste, come testimoniarono
le dodicimila lettere ricevute all’indomani
di quell’intervento e che costituirono di
fatto il primo movimento di adesione alla
Lidap.
“Relazionarsi con più persone
nel gruppo ci abitua a
distaccarci dal nostro modello
mentale vissuto da sempre
come unico possibile”
le gabbie dei ruoli che ti sei
costruito legati all’idea che
hai o vuoi avere di te”
<<Frequentando il mio gruppo mi sono
trovata a portare anche fuori dal gruppo
molti degli atteggiamenti e degli approcci
con gli altri acquisiti proprio in quel
contesto. Si trattava di un atteggiamento
spontaneo, che non pensavo né mi
proponevo in anticipo. Al contrario, in
me nasceva stupore per la mia reazione,
e ogni mia nuova reazione mi dava una
forza e una sicurezza tali, da far sì che ne
attivassi altre ancora…>>.
Gabriella
“Impara ad ascoltare il tuo
panico, potrebbe rivelarsi un
disturbo salva-vita: osserva
l’idea che hai o vuoi avere di
te e abbandona le gabbie dei
ruoli che ti sei costruito”
Perché Lidap
In Italia, i centri specializzati per la diagnosi
e la cura degli attacchi di panico sono
pochi. Questa situazione, associata alla
carenza di informazioni e servizi adeguati,
si traduce in un’insufficienza dei servizi
offerti in rapporto all’urgenza e all’entità
della domanda e in un ritardo della
diagnosi stimato intorno ai due anni. In tale
contesto è nata e si è sviluppata la Lidap
-Lega Italiana contro i Disturbi d’Ansia,
d’Agorafobia ed Attacchi di Panicoassociazione non profit interamente
gestita da persone che soffrono e hanno
sofferto in prima persona di questo
disturbo che, dopo anni di fallimenti e di
sofferenze vissute in solitudine, hanno
deciso di lavorare per il proprio benessere
diventando parte attiva nella risoluzione
del proprio disagio operarando con le
persone che, come loro, sono state
colpite da questo disturbo. Attraverso
un’informazione adeguata e una modalità
di intervento fondata sui gruppi di automutuo aiuto, la Lidap intende sostenere
le persone che ne sono colpite, fornendo
loro gli strumenti per ritrovare la propria
autonomia di vita.
Come possiamo aiutarti
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ad aiutarti! Siamo presenti in molte
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Uscire dal panico
e ritrovare la vita
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“La solitudine e l’isolamento sono
le vere trappole del panico”
Lega Italiana contro
i Disturbi d’Ansia,
d’Agorafobia e da Attacchi
di Panico
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Sede Legale: Via Piandarana, 4 - 19122 - La Spezia - Tel. 0187-703685
Segreteria Operativa: Via Oradour ,14 - 43100 - Parma - Tel. 0521-463447
P.iva 00941570111 Sito Internet: www.lidap.it E-mail: [email protected]
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Che cosa è il Disturbo
da attacchi di panico (DAP)?
Non tutti sanno che 1 italiano su 3 ha
sofferto, almeno una volta, di attacchi di
panico.
Nonostante le stime siano discordi a causa
della mancanza di un’indagine epidemiologica nazionale, si tratta di un fenomeno
emergente e sottovalutato.
Secondo i dati resi noti recentemente,
infatti, il 15% della popolazione mondiale
soffre del disturbo da attacchi di panico.
Il DAP si manifesta con attacchi ripetuti di
ansia estrema, accompagnati da violenti
sintomi fisici: tachicardia, senso di oppressione al torace e di soffocamento, affanno,
nausea, vertigini, cefalea, sudorazione profusa, dolori muscolari, vampate di calore
oppure brividi di freddo. Si tratta di attacchi
imprevedibili e inaspettati, che compromettono la normale vita di relazione.
Ad essi si accompagna, in genere, l’agorafobia, la paura delle situazioni e dei luoghi dove si ritiene impossibile trovare una
via di fuga o ricevere aiuto, che si traduce
in una tendenza ad evitarli (evitamento).
Non raramente si associano al panico
anche manifestazioni di ipocondria e
ansiogena ipervigilanza ai segnali del
proprio corpo e della propria salute, di
demoralizzazione, caratterizzata da persistente stanchezza anche dopo piccoli
sforzi, diminuita voglia di fare, tristezza e
depressione che insieme portano ad una
tendenza all’auto isolamento. Il panico
diventa infatti uno stile complessivo di vita
caratterizzato dalla restrizione progressiva di spazi
e autonomie.
Si tratta di un disturbo
invalidante che condiziona significativamente le
persone che ne sono affette, le quali sono spesso
costrette ad assentarsi dal
lavoro e dall’impegno scolastico e, nei casi più gravi, non riescono ad uscire
di casa.
Come operiamo
L’attività della Lidap si articola principalmente nell’offrire sostegno, solidarietà,
tutela a chi soffre di DAP, tramite:
● la promozione e l’attivazione di gruppi
di auto-mutuo aiuto, ovunque possibile,
su tutto il territorio nazionale.
● un servizio gratuito di ascolto telefonico
e di risposta ai messaggi di posta elettronica
(e-mail), che copre l’intero territorio nazionale e che esercita la funzione di prima
accoglienza, offrendo informazioni sui tanti
vantaggi, in termini di riacquisizione del proprio benessere, derivanti anche dall’attivarsi
in un’associazione tra utenti ed ex-utenti
DAP;
● l’informazione corretta, volta a dar visibilità e dignità al disturbo e ad indicare i
percorsi efficaci per uscirne,
avvalendosi della rivista
trimestrale PAN, del sito
Internet (www.Lidap.it), del
forum di discussione online e di altre pubblicazioni.
L’associazione organizza
incontri con la popolazione, partecipa a programmi
televisivi e ad altri eventi
nel campo del volontariato
e della promozione sociale;
organizza altresì momenti formativi ed informativi
sui disturbi d’ansia e panico (seminari e
workshop) per medici e psicologi, avvalendosi della collaborazione di professionisti
(medici, psichiatri e psicologi), delle diverse
scuole di specializzazione, scelti dalla Lidap
stessa e facenti parte del Centro di Studi e
di Ricerca sul DAP della
Lidap.
● la collaborazione instaurata, da anni, con i singoli
professionisti e con alcuni
Centri di Ricerca universitari
stimola la ricerca sul DAP e
consente la divulgazione di
informazioni d’ordine scientifico, migliorando la conoscenza delle problematiche
e le tecniche di prevenzione,
diagnosi e terapia;
● la formazione sull’auto-mutuo aiuto; da alcuni anni la Lidap
ha costituito al suo interno Coama (percorsi di formazione in
Counseling e Auto-Mutuo Aiuto, riconosciuta dalla Società
Italiana di Counseling, S.I.C.O
e accreditata dal Consiglio Nazionale dell’Economia del Lavoro, CNEL), il Dipartimento Formativo dell’associazione che
si propone di estendere in tutti
i settori del sociale la modalità
dell’auto-mutuo aiuto attraverso
corsi di formazione specifici.
Che cosa sono i gruppi di
auto-mutuo aiuto
Il cardine dell’attività della Lidap sono i gruppi di
auto-mutuo aiuto, una
metodologia di intervento innovativa, cui è stata
formalmente riconosciuta
una valenza terapeutica
dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Il gruppo di auto-mutuo aiuto è
un gruppo di persone che
condividono lo stesso problema e che, attraverso
un confronto con gli altri,
sperimentano momenti di condivisione,
solidarietà e crescita.
Nel gruppo di auto-mutuo aiuto, grazie all’assenza di un conduttore vero e proprio,
si instaura un rapporto orizzontale tra i
partecipanti, che si trovano nell’impossibilità di delegare ad altri la propria guarigione e sono quindi stimolati ad attivare le
proprie risorse.
E’ tuttavia prevista la figura del facilitatore
della comunicazione, un membro del gruppo che vive o ha vissuto lo stesso disagio
degli altri e che, a differenza di questi, ha
seguito uno specifico iter formativo che gli
ha fornito gli strumenti per gestire la comunicazione all’interno del gruppo.
Lungi dall’essere una figura di responsabile o di conduttore, il facilitatore si limita a
educare e veicolare la comunicazione, senza assumere su di sé alcuna responsabilità,
che viene piuttosto orientata sul gruppo.
Il gruppo di auto-mutuo
aiuto è un percorso,
un lavoro che ciascun
membro svolge su se
stesso insieme ad altri
e il cui obiettivo non è
dare una risposta “giusta”, univoca e valida
per tutti, ma aiutare a
cercare la risposta individuale che ognuno ha
dentro di sé.
Il gruppo si fonda sull’instaurarsi di un
clima di accettazione e di valorizzazione
delle differenze.
La sospensione del giudizio e la garanzia di
riservatezza su ciò che viene verbalizzato
in questo contesto consentono a ciascun
membro di potersi esprimere liberamente,
anche rispetto ai vissuti più problematici
e dolorosi. A differenza di una terapia
individuale o di una terapia di gruppo, la
democraticità del contesto di auto-mutuo
aiuto e il mettersi in gioco da parte di tutti
i componenti del gruppo consentono a
ciascuno di ascoltare in modo attivo e di
rispondere. In questo contesto, l’altro funge
da specchio a quella parte di sé che non
è stata vista e accettata. Proprio questa
relazione di ascolto e partecipazione
emotiva e verbale al vissuto dell’altro
sollecita nuove letture della propria storia
personale e favorisce l’acquisizione di
una consapevolezza maggiore e meno
rigida di sé e dell’altro. Entrare a far parte
di un gruppo di auto-mutuo aiuto significa,
in ultima analisi, offrire la possibilità, a se
stessi e ad altri, di andare oltre il disagio per
acquistare una percezione più autentica di
sé e per trasformarsi da soggetti passivi
bisognosi d’aiuto in individui attivi in grado
di offrire aiuto a se stessi e agli altri. Ciò
rafforza l’autostima e la sicurezza emotiva,
produce benessere e capacità di trovare
nuove soluzioni ai propri problemi.
“Osserva se pretendi troppo da te
stesso, se trattieni l’aggressività, se
inibisci la tua aggressività e la tua
carica vitale. Da’ vita ai tuoi sogni
e alle tue passioni e permettiti di
vivere per quello che sei”
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