L’arrivo dei magi Una panca sotto la cometa ai piedi della croce, una sotto il tabernacolo, vuote. Gesù bambino: nella mangiatoia (quello presentato a Natale) già posto davanti alla panca sotto la cometa –inchino degli attori ____________________ Benvenuto di don Domenico e presentazione dell’incontro. Canto d’inizio: NOTTE DI LUCE Durante il canto entrano in processione Giuseppe e Maria (si siedono sulla panca sotto la cometa); l’Angelo/ Angeli (vicino a Giuseppe e Maria) I 2 pastori (in piedi dietro la panca con Giuseppe e Maria; vengono davanti all’altare quando c’è il loro dialogo, poi tornano al loro posto) I 2 turisti (si guardano intorno, parlano fra loro, scattano foto, si fermano in centro davanti all’altare, voltati verso il pubblico; finita la lettura del loro dialogo vanno a sedersi sulla panca davanti al tabernacolo) con macchina fotografica vera I 3 Magi con i 3 servitori (entrano per ultimi e si fermano dietro gli ultimi banchi in fondo alla chiesa, ciascuno con il suo servitore) I lettori (vanno ai due microfoni fissi Assunta e Donatella); La guida (Claudia resta in piedi di lato) 1 DIALOGO TRA DUE TURISTI (Turisti: ………………………. e ……………………: in centro davanti all’altare, voltati verso il pubblico; si guardano intorno, parlano fra loro, scattano foto vere!; finita la lettura del loro dialogo vanno a sedersi sulla panca davanti al tabernacolo) Donatella: Ma che sta succedendo oggi a Betlemme e nei dintorni? Io c’ero già stato. Di solito è un villaggio così tranquillo! Oggi, invece sembra in preda ad un folle delirio! Assunta: Eh, il mondo non è più lo stesso! Gli estremi si toccano: prima abbiamo incontrato personaggi da favola vestiti come re, su cammelli giganteschi, andare verso l’oriente e poi due miserabili, con la paura negli occhi e un bambinello, affrettarsi in direzione dell’Egitto, come se fossero in fuga. Donatella: E bambini innocenti, strappati dal seno delle madri e soffocati nel sangue da truci soldati, e il grido delle donne che piangono addolorate i figli che non sono più. I re e i poveri, la vita che nasce e la morte: veramente gli estremi si toccano. Assunta: Corrono voci intorno ad una stella che sarebbe sorta da poco nel cielo, una stella di prima grandezza, mai vista prima. Che il suo apparire abbia cambiato il corso del mondo? Donatella: Solo pochi giorni fa tutto sembrava così tranquillo! I pastori si incamminavano tutti verso una capanna, si sentivano le voci degli angeli... Assunta: Le voci degli angeli? Donatella: Si, i pastori mi hanno raccontato che dal cielo veniva un canto che pressappoco faceva così: Gloria a Dio e pace in terra a tutti gli uomini… Assunta: Mi sarebbe piaciuto esserci! Sai per me è un po’ difficile immaginare gli angeli che cantano. Claudia (si avvicina col microfono e si mette dietro l’altare, fra i lettori): Se volete vi posso raccontare io quello che è avvenuto, io ero presente, ho visto i pastori, li ho seguiti, e dopo di loro ho visto i sapienti d’oriente con doni preziosi e una giovane donna e Giuseppe e il bambino appena nato che piangeva dal freddo… ascoltatemi bene e mentre io narro le vicende accadute a voi parrà di vederle. I due turisti si tolgono cappello ecc e si siedono sullo scalino davanti all’altare ricolti alla guida per ascoltare. Claudia:Gesù nacque a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode. Alcuni Magi giunsero da oriente a Gerusalemme e domandavano: “Dov’è il re dei Giudei che è nato? Abbiamo visto sorgere la sua stella e siamo venuti per adorarlo”. All’udire queste parole, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i sommi sacerdoti egli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo dove doveva nascere il Messia…” Canto: NATO PER NOI Durante il canto i turisti vanno a sedersi e i pastori vengono al centro davanti all’altare 2 DIALOGO TRA DUE PASTORI (Pastori: ……………………….. e ……………………….: in centro davanti all’altare, voltati verso il pubblico, sono stanchi, gesti lenti; finita la lettura del loro dialogo vanno a risedersi sulla panca) Donatella: È giunto ancora il tempo in cui i pastori scenderanno al piano. Lasceranno i monti di Sion spingendo innanzi le loro greggi e a passi lenti e stanchi guarderanno innanzi. Assunta: Esulteranno in cuore alla luce che illumina la notte. Si prostreranno innanzi a Te, piccolo germoglio di jesse; sentiranno i tuoi vagiti, porgeranno i loro doni. Donatella: Altri fuochi illuminano le notti senza speranza. Altrove le strade lastricate di rosso, espongono all’indifferenza del mondo il disonore, l’innocenza fanciulla, la morte bambina. Assunta: Ora la nebbia sale pian piano e il gelo avvolge questa notte santa. Vanno i pastori dietro la cometa Donatella: Attende nel buio Erode come leone ruggente, cercando chi divorare. Assunta: Dall’Oriente i Sapienti Ti porteranno oro, mirra ed incenso. Donatella: Soldati inebriati, ricevuto il comando, recano in dono la morte alle tenere braccia che si spalancano al mondo donando ad ognuno Pace e perdono un momento di silenzio Claudia:Ecco i Magi con i loro servitori. Ognuno di loro ha scelto un dono da portare al Signore Gesù Canto: VENITE ADORIAMO (1° e 2° strofa) Durante il canto, i 3 Magi seguiti ciascuno da un servitore vengono davanti all’altare. Portano i doni tenendoli bene in evidenza. I servitori s’inchinano mentre camminano. Di volta in volta, fa un passo avanti il Magio che porta il dono di cui si parla 3 IL DONO DELL’ORO (Gaspare: ………………….; servitore: ………………………) un passo avanti Donatella: Il saggio Gaspare aveva visitato numerosissimi Popoli. Aveva parlato con persone di ogni razza e condizione, Voleva conoscere il segreto della vita. Alla fine, tornato al paese d’origine, impiegava molto del suo tempo a riflettere sulle passate esperienze. Da qualunque punto partisse giungeva sempre alla stessa conclusione: ogni cielo, povero o ricco che sia considera un metallo nascosto nelle viscere delle montagne la cosa più utile e preziosa del mondo. Assunta: L’estrazione dell’oro costava fatica e morte, ma per possederlo si era disposti ad ogni sacrificio. Ogni gioiello con cui la donna adorna il suo corpo ha una storia da raccontare, a volte è una storia di stenti. Gli egiziani imponevano maschere d’oro sul viso del sovrano defunto per renderlo in qualche modo immortale. L’oro apre tutte le porte, dà l’intelligenza allo sciocco, la bellezza allo sgorbio, al ladro ridona il rispetto, assolve l’assassino, l’inetto con lui diventa un eroe, il nemico si muta in amico. Con l’oro tutto si può. Esso è onnipotente, come Dio. Donatella: L’indole generosa di Gaspare lo portava a non tenere per sé il grande segreto. Egli cercava la persona adatta cui confidarlo. Doveva essere una persona speciale, capace di apprezzare la cosa. Un giorno, quasi per caso, sentì parlare di un evento grandioso: una stella, sorta da poco, avrebbe condotto, chi l’avesse seguita, all’abitazione di un Re, atteso da secoli, ed ora nato. Sentì che era giunto il momento. Allestì una carovana e partì. Claudia: (Come se riprendesse il filo del racconto) Man mano si avvicinava alla meta avvertiva qualcosa di strano, come se non tornassero i conti. Chi gli parlava del bimbo, non accennava ad una reggia. Niente corte. Niente ministri. Niente guardia del corpo! Si sentiva ingannato. Sarebbe tornato indietro se non fosse stato per quella misteriosa luce che brillava nello sguardo dei pastori. Non aveva mai avvertito tanta serenità, nemmeno negli occhi del più ricco del mondo. Quando vide il Bambino, in braccio a Maria, accanto a Giuseppe, ebbe l’impressione di essere chiamato per nome. L’oro che portava tra le mani era ben piccola cosa rispetto a quel che sentiva nell’animo. “ho sempre cercato qualcosa – pensò – dovevo cercare qualcuno. È questo fanciullo il segreto prezioso che da sempre vado cercando”. Non disse nulla, depose il suo dono ai piedi del figlio di Maria, si prostrò, l’adorò, tornò sui suoi passi convinto di avere ottenuto la piena risposta alla sua lunga ricerca. il primo re lentamente va ad inginocchiarsi davanti a Gesù ponendo a terra il suo dono e resta fermo in ginocchio canto: Venite adoriamo (3° strofa) finito il canto, il Magio si siede di lato vicino a Gesù Bambino; il servitore in piedi vicino alla panca 4 IL DONO DELL’INCENSO (Melchiorre: ………………….; servitore: ………………………) un passo avanti Donatella: Viveva in un luogo ai confini del mondo un antico saggio, di nome Melchiorre. Non si era mai mosso dal suo villaggio eccetto la volta in cui si era recato in Cina per vedere la grande montagna. Su di essa, il primo sacerdote dell’umanità, ogni sera, bruciava incenso ed erbe aromatiche accompagnando il gesto con la preghiera: “Salga a te Grande Spirito il profumo dei nostri sacrifici, e Tu, o Dio sconosciuto, riversa su di noi l’abbondanza delle tue benedizioni”. Assunta: Il viaggio era stato lungo, ma gli uomini,apparentemente tanto diversi, gli erano sembrati in fondo tutti uguali, tanto che si era convinto che il mondo aveva le stesse dimensioni del suo villaggio. Ovunque esistevano gioia e dolore, furti e omicidi, atti di eroismo e viltà, generosità ed egoismo, amore e morte. Il mondo non è più grande di questo villaggio - soleva dire – basta avere lo sguardo penetrante e leggere in profondità per accorgersi che non c’è nulla di nuovo sotto il sole”. Donatella: Solo il gesto del sacerdote cinese spesso tormentava la sua mente. Un Dio sconosciuto, senza volto e senza nome, verso cui si indirizzano gli sforzi dell’umanità, come il fumo dell’incenso che sale! Riuscire a pronunciare quel Nome, avere la grazia di vedere quel Volto! Questa sarebbe un’autentica novità, per chi vive sotto il sole. Per questo considerò un segno rivolto a sé l’apparizione di una stella che annunciava un bambino divino. E, per la seconda volta, forse l’ultima, decise di lasciare il villaggio. Allestì la carovana e partì. Claudia: (Come se riprendesse il filo del racconto) La grotta era ancora distante, ma Melchiorre ne intravvide la luce. La natura era brulla, la gente vestita poveramente, ma la luce era di paradiso. Quasi si dimenticò dell’incenso che portava in dono. “L’infinito deve avere quel volto – si disse – ed Emmanuele deve essere il suo nome: Depose ai piedi del bimbo l’incenso, simbolo dello sforzo umano di raggiungere Dio e s’accorse che era ben misera cosa a paragone di quanto aveva scoperto: che cioè Dio è alla ricerca dell’uomo, e per questo si è fatto bambino. Avvertito poi di non tornare da Erode, per un’altra strada fece ritorno al suo paese. il secondo re lentamente va ad inginocchiarsi davanti a Gesù ponendo a terra il suo dono e resta fermo in ginocchio Canto: l’Emmanuel (rit. 3 volte) finito il canto, il Magio si siede di lato vicino a Gesù Bambino; il servitore in piedi vicino alla panca 5 IL DONO DELLA MIRRA (Baldassarre: ………………….; servitore: ………………………) un passo avanti Donatella: La stella brillò alta sul maestoso palazzo babilonese, seduto sul terrazzo fiorito un solitario, come sempre a quell’ora, era immerso nei suoi pensieri, e nemmeno si accorse della sua luce. Accanto a lui i libri antichi della sapienza. La domanda era sempre la stessa: “Perché così spesso il malvagio ha fortuna mentre il giusto soffre e soccombe?” Aprì a caso il libro di Giobbe, il paziente, e vi lesse: Assunta: “Perché i malvagi vivono, invecchiano, anzi sono potenti e gagliardi? Le loro case non conoscono sciagure, Dio non li colpisce! Essi cantano con il tamburo e la cetra, si divertono al suono del flauto. Passano tutta la loro vita nei divertimenti e scendono nella tomba senza soffrire. Eppure hanno detto a Dio: “Sta lontano da noi, i tuoi insegnamenti non ci interessano. Chi è l’Onnipotente? A che serve ubbidirgli e pregarlo?” Quando mai i malvagi sono privati della luce, colpiti dalla rovina, puniti dalla collera di Dio?” Donatella: Alzò gli occhi dal libro. S’accorse della stella, si guardò attorno smarrito e riprese qualche riga più avanti: Assunta: “Avete parlato con la gente che gira per il mondo? Avete ascoltato quel che dicono? Il malvagio è risparmiato nei disastri, salvato nelle disgrazie. Nessuno gli rinfaccia le sue azioni, né lo ripaga per il male che ha fatto. Anzi, riceve funerali grandiosi, una tomba ben custodita. Una folla immensa accompagna la sua bara. Perfino la terra sembra poggiare leggera sul suo corpo.” Donatella: Chiuse il libro e una volta di più si confermò nell’idea che da anni era centrale nella sua mente: non esiste giustizia in questo mondo. Chi per essa combatte spesso muore prima ancora di raggiungere lo scopo. E nel regno dei morti esistono solo ombre e silenzio, non vita. Si avviò per rientrare, la notte era ormai avanzata, e nel buio la luce della stella si impose ai suoi occhi. Notò di non averla mai vista, anzi di non averne mai vista una simile. La sua luce penetrò nella mente era come se lo invitasse a seguirlo. Per la prima volta in vita sua si fidò di un segno del cielo. Il mattino seguente allestì una carovana, prese un vasetto di Mirra, e partì. Claudia: (Come se riprendesse il filo del racconto) La stella si fermò sulla grotta, vicino ad un villaggio che si chiamava Betlemme. “La città di Davide” disse Baldassarre, e subito nella sua mente sfolgorò la profezia: “La vergine concepirà e partorirà un figlio. Sarà grande e chiamato Figlio dell'Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine”. Sentì che quel “Regno” sarebbe stato di Verità, di Pace e di Giustizia, più forte della stessa morte. In quel Regno il giusto vedrà compiersi la giustizia. Si prostrò, adorò quel bimbo immortale. Depose ai suoi piedi la Mirra. Poi, finalmente con la luce nel cuore, tornò a Babilonia. 6 il terzo re lentamente va ad inginocchiarsi davanti a Gesù ponendo a terra il suo dono e resta fermo in ginocchio Canto: Venite adoriamo (4° strofa) finito il canto, il Magio si siede di lato vicino a Gesù Bambino; il servitore in piedi vicino alla panca DIALOGO TRA DUE TURISTI (I due Turisti tornano davanti all’altare) Donatella: Allora i tre personaggi da favola erano i Magi, e i due sposi col bambino erano Giuseppe e Maria che fuggivano da Erode e cercavano rifugio in Egitto! Assunta: Ma se è così è tutto un fallimento! Chi comanda è ancora Erode. I Magi devono tornare ai loro paesi per un’altra strada, Gesù è costretto a nascondersi per sopravvivere, bambini innocenti sono stati uccisi, i pastori continuano a fare i pastori e del Regno di Dio non c’è traccia da nessuna parte. Claudia: Apparentemente è proprio così. Ed è Gesù stesso il primo a saperlo, però il seme è gettato, i pastori hanno diffuso l’annuncio, i magi lo stanno portando in terre lontane, alcuni crederanno alla loro testimonianza e diverranno a loro volta missionari. Anche noi oggi, abbiamo assistito alla stessa scena che spinse i magi a donare l’Oro, l’Incenso e la Mirra e a scoprire di avere incontrato uno che è più grande di tutti questi doni. Possiamo fare anche noi quello che fecero loro. Tutte e tre: “Il regno di Dio è come un uomo che getta il seme nella terra; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce; come, egli stesso non lo sa. Poiché la terra produce spontaneamente, prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga. Quando il frutto è pronto, subito si mette mano alla falce, perché è venuta la mietitura”. “Esso è come un granellino di senapa che, quando viene seminato per terra, è il più piccolo di tutti semi che sono sulla terra; ma appena seminato, cresce e diviene più grande di tutti gli ortaggi e fa rami tanto grandi che gli uccelli del cielo possono ripararsi alla sua ombra”. Canto finale – TU SCENDI DALLE STELLE 7