Homo ergaster è il nome che gli storici hanno dato agli ominidi che

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PROGRAMMAZIONE DELL’UNITÀ di APPRENDIMENTO
Fase pre-attiva o progettuale
Mappa Concettuale
NICCHIA ECOLOGICA
=
LUOGO DI INTERAZIONE
tra
AMBIENTE
e
SOCIETÀ Tecnica
Cultura
Struttura sociale e politica
Obiettivo Formativo
Favorire la conoscenza del processo di ominazione attraverso il concetto di “nicchiaecologica” per cogliere le interazioni tra uomo ed habitat come condizione per la
sopravvivenza propria ed altrui.
Competenza :
 Risolvere problemi
 Individuare collegamenti e relazioni sapendo tracciare le relazioni di
interdipendenza che caratterizzano un dato territorio
Fase attiva o della mediazione didattica
Elenco delle fasi e dei relativi allegati: quadro sinottico
Fas
Obiettivo
Attività
Alleg
e
ato
0.
Conoscere la percezione
Conversazione clinica sul A Conversazione
che gli alunni hanno dello
concetto di spostamento
clinica e matrice
spostamento di uomini e
e popolamento della
cognitiva.
gruppi con riferimento
terra
all’inizio del processo di
popolamento.
1
Presentare il processo di
Osservazione della carta
B Carta storicoominazione e le direttrici
storico-geografica del
geografica del
ed i tempi del
processo di ominazione,
processo di
popolamento della terra
ascolto della la
ominazione.
narrazione
dell’insegnante, raccolta
dei dati e inserimento in
una legenda esplicativa
della carta.
2
Conoscere la
Osservazione delle
C Cronogramma.
compresenza di ominidi e
direttrici di spostamento
la dimensione del “tempo
e del cronogramma che
profondo”
evidenzia la
contemporaneità dei
diversi tipi di ominidi
3
Conoscere la foresta
Osservazione della carta D Carte storicopluviale e savana come
dell Africa e di quella
geografiche;
spazio di sopravvivenza
della Rift Valley con
internet,
dell’ominide
narrazione del processo
Sussidiario
di trasformazione
dell’habitat: dalla foresta
alla savana.
4
Cogliere il processo di
differenziazione di ominidi
in rapporto all’habitat
Lettura e analisi di
testi; prove di verifica.
F
5
Presentare la nicchia
ecologica della
società preneolitica dell’
l’uomo che vive
di caccia-raccolta
-pesca.
Lettura della scheda
relativa alla vita
dell’homo abilis e alla
società pre -neolitica.
G
6
Favorire la conoscenza
dell’interrelazione tra
l’uomo e l’habitat di
riferimento attraverso
l’analisi degli strumenti e
delle risorse presenti in
un determinato spazio.
Attività ludica ed esercizi
di ruolo che prendono
avvio dal concetto dello
scambio come forma di
interazione in una stessa
nicchia e tra abitanti di
diverse. nicchieecologiche.
I
7
Cogliere le modificazione
dell’ambiente e la
costruzione di nicchie
ecologiche convenienti
alla società di agricoltori e
pastori
Lettura di testi e
costruzione di mappa
mentale con modalità
collaborative.
L
8
Prendere coscienza che
l’organizzazione della
società in cacciatori,
agricoltori, pastori
rappresenta un modello
eco-logico in quanto ogni
società vive in interazione
con l’ambiente.
Narrazione, lavoro sulle
carte tematiche e
costruzione di planisfero
tematico.
E
9
Problematizzare il
rapporto tra cultura,
ambiente ed economia.
Analisi di schede sulle
società agro -pastorali di
ieri e di oggi
Domande di riflessione e
role-play
M
Testo di A. Brusa “
Il racconto delle
grandi
trasformazioni”1°A
pp.12-19
Mondadori Mi 2001
Scheda prelevata
da
“Societa’ preneolitiche
e societa’
agropastorali:
ambienti e
strategie
di
sopravvive
nza
modulo geo-storico
di Cesare Grazioli
“ Lo scambio
silenzioso” dal
laboratorio di
Historia ludens
presente in Brusa
Impellizzeri “ Il
racconto delle
grandi
trasformazioni
“1°A Mondadori Mi
2001
Testo “ I
cambiamenti
climatici e la
società di
agricoltori e
pastori” da “Il
racconto” op. cit.
pag. 30 e pag.32
da “e Mappa
A. Brusa “Il mondo
si suddivide in
regioni “in “ Il
racconto delle
grandi
trasformazioni” B.
Mondadori p.39
vol. IA Paravia
2001
Planisfero muto
Scheda prelevata
da
“Societa’ preneolitiche e
societa’ agropastorali op. cit.
Gioco di ruolo.
10
Formalizzare il concetto di
nicchia ecologica
Metacognizione sul
percorso didattico;
lettura relative al
rapporto tra economia
ed habitat; definizione
di nicchia ecologica
N
11
Verificare il livello di
competenza raggiunto.
Compito in situazione.
Fornire agli allievi
 la descrizione di
uno spazio del
territorio locale (
giardino, orto,
piazza….)
 i dati dello spazio
oggetto di studio
 gli elementi
caratterizzanti
quel dato spazio
Chiedere come problemsolving di:
- tracciare le relazioni
di interdipendenza
che caratterizzano
quel dato territorio
O
Metacognizione;
Testi “Pastori,
agricoltori,
cacciatori,
raccoglitori; “Il
mondo si
suddivide in
regioni” da “ Il
racconto”op cit
pp.38-39
Mappa concettuale
Scheda del
compito in
situazione.
Fase 0 Obiettivo: percezione degli alunni sullo spostamento di uomini e gruppi
Cosa fa l’insegnante
Cosa fa l’alunno
Per introdurre l’argomento chiede agli
Si dispone in circle time e ascolta.
allievi di mettersi in circle time, spiega la
modalità e la funzione di svolgimento
della Conversazione Clinica.
Pone una serie di domande stimolo del
Risponde uno per volta alle domande
tipo:
stimolo
Che cosa ti fa venire in mente l’immagine
dell’uomo che vive di caccia?
Chi è un cacciatore?
Cosa caccia? Dove? Con quali strumenti?
In quale periodo storico si viveva
soprattutto di caccia?
Come mai chi viveva di caccia si
spostava?
Chi è un nomade? Cosa cerca quando si
sposta?
Cosa vuol dire “età della pietra”?
…………………………………….
Raggruppamento alunni: lavoro gruppo classe.
Metodo: Conversazione Clinica; Circle time
Mezzi e strumenti: Risorse umane; registratore; carta e penna
Fase 1 Obiettivo: le direttrici e i tempi del popolamento della terra
Cosa fa l’insegnante
Cosa fa l’alunno
Divide la classe in coppie (A,B) ; proietta Osserva e riceve la copia della carta
la carta muta della terra e ne consegna
una copia per ciascuna coppia . (All. A)
muta della terra.
Prima di narrare la storia del
popolamento della terra chiede:
- agli allievi indicati con A di
fermare le date del racconto
nello spazio di riferimento ;
- agli allievi indicati con B di
segnare le direttrici degli
spostamenti.
- alla coppia di costruire una
legenda che riproduca sulla scala
temporale le direttrici dei
movimenti su scala planetaria.
Ascolta, prende nota delle date, segna le
direttrici degli spostamenti e costruisce
una legenda della carta rappresentante il
processo di popolamento della terra.
Chiede ad una coppia di riportare in un
cartellone di classe la legenda della carta
planetaria muta e invita i compagni di
classe di integrare o eventualmente
correggere i dati che vengono controllati
dall’insegnante.
Trascrive in un cartellone di classe la
legenda della carta planetaria muta,
integra le informazioni sulla base dei
suggerimenti dei compagni e incolla
quella definitiva nel proprio quaderno. (
All. B)
Racconta il popolamento del
Apprende la tecnica del corema e
mediterraneo e , dopo aver spiegato la
mentre l’insegnante narra il
tecnica del corema, invita gli allievi a
popolamento del mediterraneo, ne
disegnare il popolamento nel
disegna la carta ( All. D)
mediterraneo.(All. C)
Raggruppamento alunni: lavoro individuale; a coppie; gruppo classe.
Metodo: osservazione di carta muta planetaria; rappresentazioni di tempi e
direttrici degli
spostamenti; costruzione di legenda
Mezzi e strumenti: Carta planetaria; videoproiettore; cartellone; fotocopia;
quaderno.
ALL. A
•
“Adesso vi faccio un racconto. Attenzione io vi citerò delle date durante
questo racconto e voi che guardate questa cartina dovete scrivere le date al
posto giusto sulla cartina” Duecento mila anni fa homo sapiens viveva in
Africa ed occupava tutta la fascia orientale dell’Africa, ma circa 100 mila
anni fa cominciò a spostarsi da questa parte centro-orientale verso nord e
verso sud e 90 mila anni fa un piccolo gruppo di uomini (20/30) passarono
nello stretto che separa l’Egitto dall’Asia ed occuparono alcune colline del
Medioriente ( attuale Palestina) e di lì si sono diretti verso nord occupando
l’Europa e in Europa arrivarono 40mila anni fa. Circa 35-30 mila anni fa un
altro gruppo di uomini arrivava verso est e colonizzava l’India, la Cina e la
Siberia, da dove si spostarono circa 30 mila anni fa verso la parte est delle
attuali Americhe nella cui area di fronte all’Europa giunsero poi 14 mila anni
fa. Probabilmente 40 mila anni fa i primi uomini varcarono anche piccoli
bracci di mare e arrivarono in Oceania. … In questa lezione il polo di
attrazione sono le date e le direttrici degli spostamenti.
ALL. B
All. C
1
Il popolamento del Mediterraneo è un fenomeno complesso che si è
sviluppato nel corso di un lunghissimo periodo. Si è articolato in
numerose ondate, che hanno riguardato diverse varietà di ominidi. Le
tracce più antiche risalgono a circa 1,8 millioni di anni fa e si trovano in
Marocco. Gli studiosi fanno l’ipotesi che gli ominidi abbiano
raggiunto la penisola iberica attraverso lo stretto di Gibilterra. E’
tuttavia certo che dei gruppi umani hanno raggiunto l’Europa, e
quindi le coste settentrionali del Mediterraneo, venendo dall’Africa
o dall’Asia e passando per il corridoio del Caucaso. E’ attraverso
questa seconda via che, per esempio, è arrivato l’uomo di Dmanisi
(circa 2 mln di anni); di qui, ancora, è arrivato Sapiens. Si deve ancora
notare che ci sarebbero stati dei passaggi dal Nord verso il Sud, come
suggeriscono i resti musteriani (una cultura europea) trovati in Marocco o
le pitture paleolitiche dell’Africa settentrionale.
Tecnica del Corema
La grammatica di queste carte è molto semplice. La figura ovale
simbolizza il Mediterraneo; i cerchi simbolizzano le regioni. Le frecce
significano di volta in volta migrazione, commercio, conquista, scambi. I
punti indicano le città e le linee ci mostrano le fratture geostoriche. Infine,
la regola generale della cartografia incoraggerà allievi e lettori a utilizzare
questi coremi come “tavole per appunti”: basta inventare un simbolo,
scrivere la leggenda e completare lo schema.
rectus Homo sapiens
arcaicus Homo sapiens
Legenda
E
r
g
a
s
t
e
r
/
E
Fase 2 Obiettivo: la compresenza di ominidi e la dimensione del tempo profondo ( decostruzione dello
stereotipo)
Cosa fa l’insegnante
Cosa fa l’alunno
Risalendo a ritroso nel tempo, presenta il
Ascolta e osserva
popolamento della terra come una tappa del
processo di ominazione tutt’ora in corso e
iniziato 8 milioni di anni fa con la presenza
nella terra, tra la specie animale, degli
ominidi.
Rafforza la narrazione con un grafico
temporale che costruisce con gli allievi
utilizzando unità di misura e riferimenti
convenzionali come la datazione con
riferimento alla nascita di Cristo.
Proietta il cronogramma che evidenzia la
contemporaneità di diversi tipi di
Ominidi, ne racconta la sua costruzione da
parte degli storici e pone una serie di
domande per attivare la lettura del
cronogramma. (All. B)
Costruisce con i compagni e l’aiuto
dell’insegnante un grafico temporale con scala
convenzionale.(All. A)
Pone il cronogramma a confronto con la
tradizionale linea evolutiva degli ominidi e
pone domande del tipo:
- Osservate la disposizione temporale:
quale differenze notate?
- Come mai la linea evolutiva è lineare?
- Cosa non c’è nella linea evolutiva lineare?
- …………………………………. ( All. B)
Osserva e a turno risponde alle domande;
integra le proprie osservazioni con quelle dei
compagni.
Fa notare che:
- lo studio della storia è legato allo studio
delle fonti.
- le fonti sono da relativizzare in funzione
dello sviluppo della conoscenza scientifica
- gli stereotipi sono rappresentazioni
semplificate di una realtà più complessa.
Ascolta e chiede spiegazioni
Invita i ragazzi a trascrivere queste
riflessione su un tabellone di classe
Osserva,ascolta, risponde e pone domande di
chiarimento.
Trascrive le riflessioni su un cartellone di
classe.
Raggruppamento alunni: lavoro individuale; gruppo classe.
Metodo: osservazione di cronogramma e grafici lineari; discussione orientata.
Mezzi e strumenti: cronogramma ; grafico della linea evolutiva; videoproiettore; cartellone.
ALL.A
8
7
6
5
4
3
2
1
milioni di milioni di milioni di milioni di milioni di milioni di milioni di milione
anni fa
anni fa
anni fa
anni fa
anni fa
anni fa
anni fa
di anni fa
1
milion
e
100
mila
900
mila
90
mila
800
mila
80
mila
Inizio ominazione;
AMERICHE
AMERICHE
700
mila
70
mila
AFRICA;
600
mila
60
mila
500
mila
50
mila
MEDIORIENTE
400
mila
40
mila
300
mila
30
mila
EUROPA-OCEANIA
200
mila
20
mila
100
mila
10
mila
INDIA; CINA; SIBERIA;
Cronogramma
Osserva con attenzione il grafico e cerca di interpretarlo con l’aiuto dell’insegnante e della traduzione.
All. B
: cervello sviluppato, denti piccoli, bipede.
: cervello piccolo, denti molto grandi, bipede facoltativo.
: cervello piccolo, denti grandi, bipede facoltativo.
: cervello piccolo, denti piccoli, quadrupede.
. prove insufficienti
Il grafico ci mostra le conoscenze che gli storici hanno raccolto sugli ominidi a partire da 8 milioni di anni fa
fino ad oggi. Queste conoscenze, molto frammentarie, si basano sul ritrovamento dei fossili, degli scheletri,
a volte abbastanza completi, ma il più delle volte del tutto insufficienti e limitati a schegge di denti. Infatti i
rettangolini colorati di blu mostrano l’esistenza di ominidi di cui sappiamo pochissimo. Il percorso evolutivo
compiuto dall’uomo non
è lineare,né conseguenziale ma tutto sparpagliato, in quanto si svolge nel tempo profondo cioè milioni di anni
fa. Il tempo profondo è come un lungo corridoio buio. Ogni tanto si accende una luce: è un fossile. Poi ritorna
il buio finché non si accende un’altra luce. Le luci non sono collegate fra loro, ma sono sporadiche conoscenze
nel corridoio buio del tempo profondo.
ALL. C
La linea evolutiva dell’ominazione rappresenta uno stereotipo colto
Fase 3 Obiettivo: Foresta pluviale e savana come spazio di sopravvivenza dell’ominide
Cosa fa l’insegnante
Cosa fa l’alunno
Invita gli allievi a tornare nello spazio di
Osserva la cartina ed ascolta.
insediamento dei primi ominidi, proietta la
carta dell’Africa nella cui foresta pluviale fra
gli altri animali c’erano gli ominidi e ne narra
la storia. ( All. A)
Approfondisce le caratteristiche della foresta
pluviale attraverso la richiesta di un’attività di
ricerca sul sussidiario e in internet
(http://it.wikipedia.org/wiki/Foresta_equatoriale)
Approfondisce la conoscenza della foresta
pluviale con un’attività di ricerca sul
sussidiario ed in internate.
Ascolta ed integra gli esiti della ricerca con
una discussione di classe.
Riferisce la ricerca e la integra con le
osservazioni del gruppo classe.
Proietta la carta della Rift Valley dove sono
convissuti a lungo varie specie di ominidi
(animali bipedi, intelligenti che camminano
eretti) che prima di iniziare una serie di
migrazioni - da una delle quali è scaturito il
popolamento della terra- hanno trovato
nell’ambiente della savana la propria nicchia
ecologica.
Osserva ed ascolta.
Approfondisce le caratteristiche della savana
attraverso la richiesta di un’attività di ricerca
sul sussidiario e in internet
Approfondisce la conoscenza della foresta
pluviale con un’attività di ricerca sul
sussidiario ed in internet.
(http://it.wikipedia.org/wiki/Savana)
Osserva ed ascolta.
Ascolta ed integra gli esiti della ricerca con
una discussione di classe.
Raggruppamento lavoro: in piccolo gruppo, gruppo classe.
Metodi: attività di osservazione di cartine e paesaggi; consolidamento di concetti, attività di
ricerca e di confronto (briefing),
Mezzi e strumenti: testo, carta tematica, atlante geografico, quaderno, internet.
ALL. A
Narrazione:L'Africa centrale otto milioni di anni fa
Otto milioni di anni fa, le foreste pluviali ricoprivano tutta la parte centrale dell'Africa.
La foresta pluviale era immensa e fitta: alberi enormi intrecciavano i loro rami, alberi più bassi cercavano i
raggi del sole che filtravano da quell’intrico di rami e foglie, il terreno era ricoperto di cespugli.
Nella foresta pioveva spesso e non mancavano né acqua né cibo per gli animali che ci vivevano.
La foresta pluviale funzionava come un condominio a più piani:
- in alto vivevano i grandi uccelli predatori come l’aquila;
- al centro i serpenti, i roditori, i piccoli predatori e altri uccelli;
- in basso gli animali erbivori che si nutrivano di foglie, radici, bacche, frutta caduta a terra e gli animali
carnivori a caccia di prede.
- Tra questi animali c’erano anche gli ominoidi ben distribuiti nel condominio della foresta pluviale.
I più piccoli si muovevano agilmente tra i rami più alti, mentre i più grossi, che sapevano camminare quasi in
posizione eretta ma non spostarsi tra i rami, vivevano a terra e si alzavano sulle zampe posteriori per
raccogliere i frutti dai rami.
La foresta pluviale era il loro ambiente di vita dove
riuscivano
a
sopravvivere : era quindi la loro nicchia ecologica
(ambiente di
sopravvivenza). Se spostati in altri luoghi non sarebbero
sopravvissuti.
ALL. B
Narrazione
Otto milioni di anni fa l’ambiente della foresta pluviale venne sconvolto: i vulcani iniziarono ad eruttare
un’enorme quantità di lava e una parte dell’Africa iniziò a sprofondare. Tutto ciò durò per ber 3 milioni di
anni!Quando terminò, cioè 5 milioni di anni fa, la foresta pluviale appariva spaccata in due con in mezzo una
profondissima vallata chiamata poi dagli storici Rift Valley. In questa valle sprofondata non riusciva ad
arrivare aria umida e quindi neanche le piogge. Fu così che la foresta pluviale scomparì: al suo posto nacque
la savana. Nella savana per metà dell’anno piove abbastanza, per l’altra metà non piove mai e fa
molto caldo. Qando piove (stagione umida) il terreno si ricopre di erba verde, di fiori e di frutti, e i fiumi e
i laghi si riempiono d’acqua. Quando non piove (stagione secca) l’erba si secca, i fumi e i laghi a volte si
prosciugano per il gran caldo e non si trova facilmente né cibo né acqua. Quindi gli animali che si sono
ritrovati a vivere nella savana (Rift Valley) hanno dovuto adattarsi a questa nuova situazione estremamente
differenziata. Nella pianura aperta si muovevano i carnivori (come i leoni, i leopardi…) che correvano veloci
e con una vista acutissima per scoprire da lontano le prede. Gli erbivori anch’essi correvano veloci per
sfuggire ai carnivori. In alcuni casi diventarono grossi e forti come gli elefanti per impaurire i carnivori che
non osavano attaccarli. Durante la stagione secca gli erbivori si spostavano alla ricerca di zone in cui trovare
un po’ di acqua e di cibo. Durante la stagione umida tornavano nelle zone di prima. Ecco che per poter
sopravvivere nella savana gli animali si erano costruiti molte nicchie ecologiche, cioè avevano trovato modi
diversi per sopravvivere in quell’ambiente. Per questo motivo gli studiosi pensano che la Rift Valley abbia
favorito l’evoluzione, cioè la trasformazione di molte specie animali.
Fase4 Obiettivo Processo di differenziazione di ominidi in rapporto all’habitat
Cosa fa l’insegnante
Cosa fa l’alunno
Spiega che gli omindi - come gli animali Ascolta e prende appunti.
hanno dovuto adattarsi ai vari ambienti della
savana e differenziarsi in base alle diverse
nicchie ecologiche. In questa logica il
perdente è stato l’ ominide specializzato che
non si è adattato alle trasformazioni. Egli
infatti sapeva vivere solo nell’ambiente in cui
sapeva costruire la sua nicchia ecologica.
Diversamente gli ominidi poco specializzati
sapevano fare molte cose per cui erano in
grado di adattarsi e costruire molte nicchie
ecologiche. ( si mette in risalto il modello
adattativo, la vittoria del diverso e
“dell’handicappato”)
Forma dei gruppi di quattro allievi (A,B,C,D)
ed assegna i seguenti testi ( da A. Brusa Il
racconto delle grandi trasformazioni Paravia
Mondadori 2001 Tomo A1 pp. 16-21):
- La differenziazione degli ominidi nella
savana + L’evoluzione di homo + le grandi
estinzione di 2 milioni di anni fa ad A;
- La diffusione di homo erectus +la
tecnologia di homo ergaster+il fuoco e la
società a B;
- Tanti tipi di Homo erectus + homo sapiens
moderno + la scomparsa dell’Uomo di
Neandertal e di Homo erectus a C; (All. A)
Invita a leggere i testi e a formare i gruppi
degli esperti (AAA,BBB,CCC) in cui
estrapolare i concetti chiave e una mappa
riassuntiva dell’argomento assegnato da
esporre ai compagni.
Chiede di tornare nei gruppi di base in cui
ciascuno espone il proprio argomento.
Forma il gruppo e riceve il testo.
Legge il testo e insieme al gruppo degli
esperti estrapola i concetti chiave e li
rappresenta in una Mappa riassuntiva.
Espone, ascolta ed annota.
Sottopone gli allievi alle prove di verifica:
- Per ogni specie di ominide compila una
scheda con i seguenti punti:
 nome della specie
 caratteri fisici
 comportamenti e/o tecnologia
- Descrivi le nicchie ecologiche di
Australopitecus robustus e africano:
 ambiente, cibo,clima
- Elenca le caratteristiche dell’Homo erectus
e di homo sapiens
- Quali caratteristiche hanno favorito la
sopravvivenza dell’homo sapiens
moderno?
- Come mai molti ominidi non sono
sopravvissuti?
Legge alcune prove e le corregge ed integra
tenendo conto del parere della classe.
Esegue la prova di verifica
Prende coscienza del proprio grado di
preparazione e si autocorregge.
Raggruppamento lavoro: individuale, in piccolo gruppo, gruppo classe
Metodi: cooperative – learning; analisi di testi; estrazione di concetti-chiave; elaborazione di
sintesi e mappe ; esercizi di analisi, comprensione, interpretazione.
Mezzi e Strumenti: testi;quaderno.
All. A
Gruppo A
La differenziazione degli ominidi nella savana
Quando si formò quattro milioni di anni fa la Rift Valley in Africa gli ominoidi iniziarono a differenziarsi.
Quelli che erano rimasti nella foresta pluviale dettero origine alle scimmie (scimpanzé, gorilla…), quelli che
si ritrovarono a vivere nella savana dettero origine agli ominidi, animali bipedi, intelligenti, che camminano
eretti, adoperano le mani e sanno usare gli strumenti che trovano in natura.
Gli ominidi nella savana dovettero adattarsi e costruire molte e diverse nicchie ecologiche. Perciò si
distinsero in tanti tipi. Gli studiosi ne hanno contato una ventina e li hanno divisi in 2 grandi gruppi:
- quello di Australopithecus;
- quello di Homo.
Australopithecus
Alcuni Australopithecus (africanus) erano piccoli, si nutrivano di frutta e radici, che scavavano con pietre e
rami.
L’evoluzione di homo
Homo
Era alto circa un metro e mezzo e aveva lunghe braccia che gli permettevano di arrampicarsi sugli alberi.
Aveva imparato a spezzare le pietre sbattendole una contro l’altra. Gli studiosi hanno chiamato questa pietra
spezzata chopper. Tutti gli altri ominidi sapevano usare gli strumenti naturali (rami, sassi…); solo lui aveva
inventato uno strumento che non esisteva in natura. Per questo gli studiosi lo hanno chiamato homo
habilis.
Le grandi estinzione di 2 milioni di anni fa
In Africa, nella Rift Valley 2 milioni di anni fa il clima cominciò a cambiare e diventò più caldo. Alcuni ominidi
riuscirono a modificare la loro nicchia ecologica e a sopravvivere, altri no. Per questo molti ominidi si estinsero.
Gruppo B
La diffusione di homo erectus
Gli ominidi molto specializzati, cioè coloro che sapevano fare molto bene solo poche cose precise,
sopravvivevano solo nel loro ambiente. Se questo si modificava non riuscivano a sopravvivere ed erano
destinati all’estinzione come è accaduto per gli Australopitechi e gli Habilis che sapevano quindi costruire
una sola nicchia ecologica. Invece gli ominidi poco specializzati, che sapevano fare molte cose, erano in
grado di adattarsi ad ambienti diversi e a costruire tante nicchie ecologiche: avevano una dieta più varia
e riuscivano a spostarsi con più facilità. Due milioni di anni fa alcuni ominidi poco specializzati si
allontanarono dall’Africa e si avventurarono in Asia, dove impararono a sopravvivere nelle terre
freddissime della Cina e in quelle calde e umide delle isole indonesiane. Altri ominidi poco specializzati si
spostarono verso l’Europa, passando dalla Spagna fino a giungere in Italia. Questi ominidi erano alti,
molto intelligenti, capaci di adattarsi a molti climi. Gli studiosi li chiamano Homo erectus.
La tecnologia di homo ergaster
Homo ergaster è il nome che gli storici hanno dato agli ominidi che potevano adattarsi a molti ambienti non
solo perché avevano una dieta varia, ma anche perché possedevano una tecnologia superiore a quella degli
altri ominidi. Essi erano in grado di lavorare meglio le pietre. Sceglievano le migliori, le scheggiavano
accuratamente trasformandole in strumenti a punta che gli studiosi chiamano bifacciali. Con questi
strumenti andavano a caccia, tagliavano le pelli degli animali, le cucivano e miglioravano le loro condizioni di
vita.
Il fuoco e la società
Homo erectus ed ergaster viveva in piccole bande (circa 10 persone). Di giorno i maschi andavano a
caccia e le femmine raccoglievano vegetali commestibili. Ciascuno portava il cibo all’accampamento e se lo
mangiavano. Avevano scoperto come conservare il fuoco causato da fulmini, vulcani o incendi spontanei.
Seduti intorno al fuoco, mangiavano, riposavano, costruivano strumenti, ripulivano le pelli dalla carne, in
modo da usarle per coprirsi e ripararsi dal freddo. Forse comunicavano storie e avventure vissute con gesti e
suoni. I piccoli giocavano lì intorno. Attraverso il gioco imparavano le tecniche di raccolta e di caccia: tutto ciò
che serviva per creare la propria nicchia ecologica. Quando scendeva la notte la banda restava ancora sveglia
intorno al fuoco: lì il gruppo elaborava la sua tradizione, fatta di tecniche di sopravvivenza attraverso
racconti e giochi. La loro cultura era più complessa di quella degli altri ominidi e li rendeva quindi più forti,
cioè più adattabili.
Gruppo C
Tanti tipi di Homo erectus.
Con il passare del tempo, nelle diverse parti del mondo, gli ominidi costruivano culture e tradizioni molto
diverse l'una dall'altra e così si formarono ominidi differenti fino ad arrivare un nuovo tipo di Homo: l’
Homo sapiens, con il cranio più voluminoso ed un cervello più grosso. Circa 200.000 anni fa, anche in
Europa si diffuse un tipo di Sapiens particolare. Gli studiosi lo chiamano Uomo di Neandertal. Era basso e
muscoloso. Aveva un cranio sviluppato, con la faccia prominente e i denti fortissimi per strappare la carne
a morsi. Allora il clima era freddissimo. L'Europa era un'immensa distesa di praterie, popolata da orsi,
mammut e renne. L'Uomo di Neandertal era un buon cacciatore, ma sapeva anche intagliare dei flauti di
osso, i più antichi strumenti musicali che noi conosciamo.
Homo sapiens moderno
Circa 200.000 anni fa, si afferma in Africa un tipo di Sapiens diverso da tutti gli altri, con la faccia piatta e i
denti molto piccoli. Aveva ossa più sottili e leggere degli altri ominidi, e perciò una muscolatura più debole.
In compenso, aveva un cranio capace, un cervello grosso e, quindi, un'intelligenza più sviluppata. Gli storici
chiamano questo nuovo tipo Homo sapiens moderno. Il cervello è un organo che consuma grandi quantità di
energia, perciò Sapiens moderno ha bisogno di cibi energetici e quindi soprattutto di carne. Sapiens moderno
aveva una grande tecnologia. Fabbricava ogni genere di strumenti. Intagliava ossa, pietre e conchiglie, con
cui realizzava utensili, monili e gioielli. Si adornava di piume colorate e copricapi intessuti di conchiglie.
Aveva imparato a usare l'ocra e altri coloranti, per disegnare e dipingere. Ancora oggi possiamo ammirare i
dipinti che - a partire da 30.000 anni fa - furono realizzati in luoghi riparatissimi, come le caverne. Sapeva
accendere il fuoco. Conservava il grasso degli animali, lo metteva dentro piccole pietre scavate e concave, e
otteneva in questo modo delle lucerne. Si costruiva ripari di foglie, ossa, pietre e rami. Fabbricava ogni
genere di arma: archi, frecce, lance, mannaie. Poiché sapeva parlare riusciva a coordinare il lavoro di molti
individui, in modo da cacciare anche gli animali più grossi. Perciò Sapiens moderno era un superpredatore, in
grado di nutrirsi con una grande varietà di vegetali e di uccidere ogni genere di animale.
La scomparsa dell'Uomo di Neandertal e di Homo erectus
L'adattabilità di Sapiens africano moderno era straordinaria. Egli si insediò in tutte le nicchie ecologiche
africane, già occupate dai discendenti di Ergaster. Poi, circa 100.000 anni fa, alcune bande di Sapiens
moderno cominciarono a spostarsi e a promuovere il popolamento della terra. ( vedi fase 2). Il Sapiens
moderno giunse in Europa, il territorio abitato dall'Uomo di Neandertal circa 50.000 anni fa. Per migliaia di
anni i due tipi di Homo convissero. Non sappiamo nulla dei loro rapporti. Osservando alcuni scheletri, che
mostrano caratteri misti, alcuni studiosi formulano l'ipotesi che, in alcuni casi, i due tipi di ominide vissero
insieme. Tuttavia, Sapiens moderno era un superpredatore, così capace nel reperimento del cibo, che non ne
lasciava per gli altri ominidi. Perciò, circa 35.000 anni fa, si estinsero l'Uomo di Neandertal in Europa e
l'ultimo Erectus in Australia. Da allora Homo sapiens moderno è l'unico ominide che vive sulla Terra. Noi
siamo Homo sapiens moderno.
Fase 5 Obiettivo: la nicchia dell’uomo che vive di caccia-raccolta -pesca.
Cosa fa l’insegnante
Cosa fa l’alunno
Divide la classe in coppie (A,B) , assegna alla Forma la coppia, riceve la scheda ed ascolta.
coppia la scheda sull’Homo Habilis (ALL. A) e
spiega che serve per approfondire la
conoscenza della società di raccolta, caccia e
pesca.
Chiede di leggere la scheda per estrapolare i
dati con cui compilare la seguente tabella e di
socializzarla con il compagno1
indicatori
a) paesaggio
b) clima
c) insediamento sul
territorio
Legge la scheda e lavora con il compagno di
coppia per compilare insieme la tabella.
Homo…..
1
Anziché consegnare la scheda si può dare la tabella già elaborata e con icone già date o da ricercare dagli alunni ( dipende
dal livello di età di riferimento)
d) modi di procurarsi
il cibo
e) ruoli sociali
Verifica le conoscenze acquisite ponendo
domande sui dati forniti dalla scheda.
Espone la tabella elaborata in coppia , ascolta
le spiegazioni di quelle dei compagni ed
annota.
Invita a costruire un tabellone di classe in cui
apporre la tabella.
Compila con l’aiuto dei compagni il tabellone
di classe.
Raggruppamenti alunni: lavoro a coppia; gruppo classe.
Metodo: cooperative- learning; lettura guidate; compilazione di tabelle; esposizione di conoscenze; dibattito
orientato; attività di confronto e sintesi.
Mezzi e strumenti: schede, cartellone, quaderno.
All. A
HOMO HABILIS
( per docente da facilitare per allievi)
Tempo: 2 milioni di anni fa
Spazio: Serengeti, nord della Tanzania (Africa centro-orientale )
l’altipiano di Serengeti, ai piedi di un maestoso vulcano, si apre una vastissima savana dal profilo mosso e irregolare, che in alcuni
punti sprofonda in gole larghe e profonde scavate dalla millenaria erosione delle piogge. Il clima, a questa latitudine equatoriale ma in
altura, è caldo umido nella lunga stagione delle piogge (l’estate), quando i fiumi stagionali formano laghi, stagni e paludi; caldo secco
nella stagione secca (l’inverno). La savana è una distesa di erbe perenni (soprattutto graminacee*) e di arbusti, punteggiata da grandi
alberi isolati di acacie, sicomori e baobab, e interrotta da boscaglie attorno ai corsi d’acqua. E’ un paesaggio verde e rigoglioso nella
stagione delle piogge, giallo e brullo alla fine della stagione secca, ideale per i grandi animali sia erbivori che carnivori: le prede e i
predatori.
Lungo le rive di uno stagno della savana c’è ora l’accampamento di una banda di una ventina di HABILIS. E’ composto da quattro
semicerchi di pietre accatastate e sormontate da frasche: più che capanne, sono semplici ripari provvisori per difendersi dal vento e
dagli animali predatori, di giorno; di notte è più prudente stare sugli immensi rami dei baobab o dei sicomori, dove non possono arrivare
il leone e la temibile tigre dai denti a sciabola [animale estinto, ndr.]. Nella stagione secca, quando il sole è ardente e la notte più
fredda, la banda trova riparo in una delle tante caverne naturali delle gole vicine.
I maschi adulti arrivano a un’altezza massima di m.1,35 e a un peso di kg.40, le femmine sono molto più piccole. Per la forma del cranio
e per le lunghe braccia non appaiono molto diversi dai grandi babbuini che vivono qui. Sono quasi altrettanto agili nell’arrampicarsi sui
grandi alberi della savana ma, a differenza di quelli, camminano in posizione eretta, con gli arti anteriori del tutto liberi.
Gli Habilis hanno un’alimentazione onnivora, basata soprattutto su vegetali spontanei, e molto differenziata nel corso dell’anno. All’inizio
della stagione delle piogge raccolgono i germogli, a stagione avanzata i fiori e i frutti; con l’avvio della stagione secca, i semi delle
graminacee, pestati con pietre, poi i tuberi e le radici, estratti col bastone da scavo e triturati con pietre. Per distinguere tra centinaia di
specie vegetali quelle più nutrienti da quelle non commestibili o, peggio, velenose, è necessaria una grande esperienza: a trasmetterla
sono in particolare le donne, che più degli uomini si occupano della raccolta dei vegetali. Come in tutti i popoli di raccoglitori, esse
fiutano, vedono, conoscono tantissime specie vegetali diverse Gli Habilis si cibano anche di larve e insetti (particolarmente nutrienti sono
le termiti, anch’esse raggiunte col bastone da scavo), uova di uccelli e rettili.
Inoltre essi riescono a procurarsi un po’ di carne, anche se non certo con la caccia. Non hanno infatti le caratteristiche dei grandi
carnivori (leoni, giaguari, iene, ecc.), cioè scatto o forza fisica, artigli potenti o denti aguzzi. Sprovvisti di tutti questi requisiti, gli Habilis
sono molto più adatti al ruolo di prede che a quello di predatori! Perciò la carne se la procurano con lo sciacallaggio, ovvero cibandosi
delle carogne di animali morti naturalmente, o impadronendosi di parti di prede altrui. Lo fanno all’alba, quando i grandi predatori
notturni hanno concluso la caccia: allora il gruppo di maschi Habilis si getta sulle carcasse non del tutto spolpate, cercando di anticipare
gli “spazzini concorrenti”, cioè iene e sciacalli. Talvolta la banda, lanciando sassi e bastoni ma soprattutto grida stridule e insopportabili
(in questo tutti i primati ** sono impareggiabili, anche per la loro estensione vocale), riesce a infastidire gli stessi predatori al punto da
farli allontanare dalle prede appena cacciate. In queste rare occasioni il bottino è ben più abbondante. Ma tagliare rapidamente (prima
del ritorno dei predatori) i pezzi di carcassa, o frantumare le ossa per estrarne il nutriente midollo sarebbe una impresa disperata per gli
Habilis, sprovvisti di unghie e denti adatti: riescono a farlo perché, essi soli, sanno scheggiare ciottoli di selce, ottenendo i chopper,
rudimentali utensili multi-uso (coltelli, asce, raschiatori).
Dunque sono i maschi a procurare la carne, mentre un po’ tutti, ma soprattutto le femmine raccolgono i vegetali. A parte questo, il
livello di organizzazione della banda appare limitato. Ad esempio quando i maschi tornano all’accampamento con le carcasse di animali,
tutti, grandi e piccoli, si azzuffano per ottenere le parti migliori. Tra i maschi adulti, la zuffa prosegue poi per il possesso delle femmine:
non c’era traccia, infatti, di rapporti stabili di coppia, e del resto tutta la banda si direbbe essere formata da consanguinei. C’è un
maschio, forse il più forte o il più agile, che sembra dirigere con le sue stridule grida la conquista di carcasse animali, ma evidentemente
la sua autorità non comporta anche una gerarchia nell’accoppiamento. Altre zuffe o forme di lotta, invece, sembrano avere carattere di
gioco e si alternano a passatempi più tranquilli, quali lo spidocchiarsi reciprocamente (come usa tra le scimmie): è noto che tutti i
primati sono animali molto socievoli.
Le alte grida con cui la banda di Habilis cerca di infastidire i concorrenti o di allontanare i possibili predatori sono nettamente diverse da
quelle che accompagnano le loro attività sociali all’interno del gruppo, ma nessuno di questi segnali vocali può essere definito linguaggio
verbale. A maggior ragione, non c’è comunicazione con gli altri gruppi di Habils, o con gli ominidi di altre specie [vedi dopo] che
popolano lo stesso ambiente. Del resto, tali incontri devono essere molto rari, data la bassissima densità demografica dei gruppi di
ominidi (molto meno di 0,1/kmq) e i grandi spazi nei quali essi vagano.
NOTE:
(*) graminacee: famiglia di piante erbacee caratterizzate da fiori a forma di spiga e da frutti secchi, a forma di chicchi; appartengono a
questa famiglia i cereali, molto ricchi di carboidrati e di proteine, cioè: grano, mais, riso, orzo, miglio, segale, avena, farro, sorgo.
(**) primati: ordine di mammiferi cui appartengono le scimmie e le varie specie di ominidi, sia tutte quelle estinte sia la nostra (Homo
Sapiens Sapiens), l’unica tuttora vivente.
Fase 6 Obiettivo: interrelazione tra uomo e habitat
Cosa fa l’insegnante
Cosa fa l’alunno
Propone di approfondire il rapporto uomoAscolta e risponde
habitat con il gioco “ Lo scambio silenzioso”
(All. A) e inizia a fare una serie di domande:
Il conduttore del gioco pone domande di
riscaldamento:
Oggi quando vi serve qualche cosa dove
andate?
Che cosa accade nel supermercato? In che
modo ottenete le cose che vi interessano? In
cambio delle cose che volete cosa dovete
dare?
E in un mondo senza moneta come avviene lo
scambio? ……
Divide la classe in quattro gruppi denominate
“bande” ed assegna a ciascuno quattro
ambienti
- savana
- costa
- foresta
- montagna
Chiede ai ragazzi di esplorare bene il proprio
territorio e di scegliere cinque risorse che si
pensa sia proficuo commerciare con altri
gruppi e promuove il mercato tra bande.
Entra nel proprio gruppo-banda; prende atto
delle risorse del proprio ambiente e inizia il
mercato
Invita a riflettere sulla simulazione e chiede ai
Riflette e scrive la storia con i suoi compagni
bambini di scrivere una storia sulla traccia di
quella vissuta dai clan del neolitico
di gruppo una storia del proprio clan
Ascolta le singole storie e richiama per
analogia il ruolo dello storico il cui compito è
quello di ricostruire il percorso di popolazione
vissute milioni di anni fa servendosi di reperti
(oggetti, grafiti…)
Espone, ascolta, prende appunti.
Raggruppamento lavoro: individuale, in piccolo gruppo.
Metodi: osservazione di carta;attività ludica; metacognizione
Mezzi e Strumenti: carte; questionari; schede.
All. A
“ Lo scambio silenzioso”
Procedura del gioco
1 Azione: Il conduttore del gioco pone domande di riscaldamento:
Oggi quando vi serve qualche cosa dove andate?
Che cosa accade nel supermercato? In che modo ottenete le cose che vi interessano? In cambio delle cose
che volete cosa dovete dare?
E in un mondo senza moneta come avviene lo scambio?
Sintesi: quando non ci sono soldi lo scambio avviene tramite il baratto
2 Azione- Il conduttore del gioco scrive alla lavagna la parola “ risorsa” e chiede ai bambini:
Chi vive sulla costa quali animali vede nel mare ?
E chi vive in montagna?
Sintesi: ogni luogo ha risorse legate al proprio habitat
3 Azione. Il conduttore del gioco chiede ai bambini di immaginare di essere degli uomini che non hanno
ancora scoperto come si coltivano le piante e come si addomesticano gli animali e chiede loro:
Cosa fate per procurarvi ciò che vi serve?
Con cosa cacciate e con che cosa raccogliete?
Sintesi: l’uomo si sposta in base alle risorse.
4 Azione Il conduttore del gioco divide la classe in quattro gruppi e assegna a ciascuno un ambiente di
riferimento:
 savana
 costa
 foresta
 montagna
Immagini da mettere
Il conduttore del gioco invita i bambini ad osservare l’ambiente loro assegnato e ad immaginare di essere
persone che vivevano tanto tempo fa, prima dell’esistenza delle monete e prima ancora
dell’addomesticamento degli animali e dei vegetali.
5.Azione Il conduttore del gioco invita i bambini a dare il nome di una “banda” al proprio gruppo, precisando
che la banda più abile potrà accumulare più risorse.
1. Azione Il conduttore del gioco chiede ai ragazzi di esplorare bene il proprio territorio e di scegliere
cinque risorse che si pensa sia proficuo commerciare con altri gruppi mettendo una x vicino alle
cinque risorse.
Minerali
Vegetali
Animali
□ sale
□ selce
□ pietre dure colorate
□ alghe
□ canne
□ rami e tronchi di
alberi
□frutti
□ erbe mediche
□ funghi
□ noci e nocciole
□ radici
□ tuberi
□ resine
□ crostacei
□ api
□ cervi
□ polvere per colori
□
□
□
□
□
□
□
□
□
□
□
□
Risorse ricavate da
animali
□ miele
□ zanne da elefante
□ uova
pesci
elefanti
tartarughe
serpenti
molluschi
scimmie
cinghiali
vermi e lumache
uccelli
lepri e conigli
antilopi
bufali
□
□
□
□
□
□
□
□
pelli
gusci di tartaruga
conchiglie
piume di uccelli
corna
tendini
denti
7.Azione Il conduttore del gioco invita a scegliere tre strumenti o oggetti lavorati che si possono costruire
nel proprio ambiente al fine di scambiarli con gli altri gruppi che non hanno la possibilità di produrli perché
nel loro territorio non ci sono le materie prime necessarie.
strumenti
□ bastoni
□ archi e frecce
□ lance
□ canestri
□ pellicce
□ aghi
sono fatti di ……
sono fatti per…
□
□
□
□
□
□
□
ami
tamburi
borse
cuoio
monili
coltelli
raschiatoi
8.Azione. Il conduttore del gioco invita ciascun gruppo a disegnare risorse e strumenti prescelti per lo
scambio in dei post-it e li invita a portarli nel banco del “mercato” creato al centro dell’aula scolastica con
l’unione di quattro banchi in cui esporre la mercanzia. Chi vuole comprare acquista tramite post-it e il
conduttore del gioco riporta alla lavagna gli esiti dello scambio assegnando un punteggio a ciascun
gruppo in base ai risultati dello scambio; risulta vincitore il gruppo che è riuscito a collocare le sue merci
così da poterne acquistare altre per i suoi bisogni.
9.Azione. Il conduttore del gioco invita gli allievi a illustrare la propria storia di gruppo precisando che il
loro racconto è la narrazione storica di un clan del neolitico.
La nostra banda vive nell’ambiente
…………………………………………………………………………………………………….
Le risorse abbondanti della nostra area sono
……………………………………………………………………………………………………..
Gli strumenti che noi possiamo costruire sono
………………………………………………………………………………………………………
Le nostre merci più preziose, cioè quelle che riusciamo a scambiare con altre bande sono
……………………………………………………………………………………………………….
Con alcune bande lo scambio è buono, con altre bande abbiamo delle difficoltà
…………………………………………………………………………………………………………
Forse,
in
futuro,
cercheremo
di
fare
amicizia
con
la
banda
che
vive……………………
perché…………………………………………………………………………………………………
Vorremo
fare
la
guerra
contro
la
banda
che
vive
nell’ambiente……………………………….
Perché…………………………………………………………………………………………………
9. Azione. Il conduttore del gioco invita a riflettere sulla simulazione e chiede ai bambini di scrivere la loro
storia reale sulla traccia di quella narrata dai clan del neolitico
Fase 7 Obiettivo: modificazione dell’ambiente e costruzione di nicchie ecologiche convenienti alla società di
agricoltori e pastori.
Cosa fa l’insegnante
Cosa fa l’allievo
Propone la lettura il testo su “ I cambiamenti
climatici e la società di agricoltori e pastori” (
liberamente tratto da A. Brusa Il racconto
delle grandi trasformazioni Paravia Mondadori
2001 Tomo A1 pp. 32 e 33.) (All. A)
Ascolta.
Divide la classe in coppie(A e B) ed assegna
ad il compito di sottolineare i concetti i
concetti-chiavi del testo e a B di costruire un
Mappa.
Elenca, con il proprio compagno. i concettichiave del testo e li rappresenta in una
Mappa.
Invita una coppia ad esporre il proprio lavoro
e a confrontarlo con gli altri.
Confronta il proprio lavoro con quello dei
compagni.
Invita i gruppi a concordare un unico elenco
di concetti.
Elabora un elenco di concetti-condivisi.
Partecipa alla costruzione della mappa e la
L’insegnante legge ad alta voce l’elenco di
trascrive sul quaderno.
concetti, lo corregge e costruisce, su un
cartellone, una mappa condivisa che evidenzi
come la rivoluzione agricola rappresenti un
processo di adattamento richiesto dalle nuove
condizioni di vita.
Raggruppamento lavoro: per piccoli gruppi, gruppo classe
Metodi: lettura guidata; attività di consolidamento di concetti; attività di confronto ( briefing); attività di
schematizzazione di concetti.
Mezzi e Strumenti: testo; quaderno, cartellone.
All.A
“ I cambiamenti climatici e la società di agricoltori e pastori”
Circa 15.000 anni fa i cacciatori e i raccoglitori avevano raggiunto la massima espansione territoriale. Erano
circa cinque milioni e sfruttavano ogni ambiente al quale riuscivano ad adattarsi. In quel periodo il clima della
Terra cominciò a riscaldarsi. Stava terminando il periodo che gli studiosi chiamano: grande glaciazione.
Con l'aumento del caldo e delle piogge, le foreste cominciarono a espandersi. Contemporaneamente
diminuirono le sterminate praterie, dove vivevano i grandi mammiferi, le prede preferite dei cacciatori.
Perciò, c'era sempre meno carne a disposizione. Per superare la crisi provocata dalla fine delle glaciazioni, i
cacciatori e raccoglitori inventarono un nuovo rapporto con l'ambiente. Fino ad allora, i gruppi umani avevano
costruito nicchie ecologiche utilizzando le opportunità offerte dal territorio dove si stabilivano. Vivevano,
cioè, in un determinato ambiente senza portare grandi elementi di novità. Quando iniziarono ad
addomesticare animali e vegetali, conquistarono il potere di modificare l'ambiente e di costruire le nicchie
ecologiche a loro più convenienti utilizzando nuove tecnologie. Portavano con sé gli animali e le piante di cui
avevano bisogno, e le introducevano negli ambienti in cui decidevano di abitare. Circa 10.000 anni fa
incominciò, dunque, un nuovo periodo che gli storici chiamano Neolitico, che vuoi dire "tempo della pietra
nuova", cioè levigata e non più solo scheggiata. Il periodo precedente, invece, si chiama Paleolitico che vuol
dire "tempo della pietra vecchia"
All. B
MAPPA
Dopo grande glaciazione
NICCHIA ECOLOGICA
legata a
AMBIENTE
e
TECNICA di addomesticamento
di
vegetali ed animali
Fase 8 Obiettivo: organizzazione della società di pastori, agricoltori, cacciatori come modello ecologico in
interazione con l’ambiente
Cosa fa l’insegnante
Presenta la carte tematica relativa alla
domesticazione dei vegetali ( All. A) e la
narra.
Cosa fa l’allievo
Ascolta
Consegna la fotocopia sia della narrazione
che della carta e chiede di integrare il testo
con i dati presenti nella carta.
Esegue il compito.
Invita a fare una ricerca in internet e nel
sussidiario sulle graminacee e sul ciclo delle
piante. http://it.encarta.msn.com/encyclopedia
Fa la ricerca in internet e sul sussidiario
761573063/Graminacee.html
Chiede di esporla e la corregge con una
discussione di classe
Presenta la carte tematica relativa alla
domesticazione degli animali ( All. B) e la
narra.
Consegna la fotocopia sia della narrazione
che della carta e chiede di integrare il testo
con i dati presenti nella carta.
Verifica le conoscenze acquisite attraverso la
compilazione di un questionario.
- Che cosa fece l’uomo per ovviare alla
mancanza di carne?
- Come vennero selezionate le graminacee
- In quali nicchie ecologiche avvenne il
processo di domesticazione dei vegetali?
Come mai?
- Come fecero i cacciatori a selezionare le
La espone e integra e/o corregge la propria
ricerca.
Ascolta
Esegue il compito.
Risponde al questionario.
-
specie animali per la domesticazione?
Quali animali vennero addomesticati?
Come mai?
Legge alcune prove e le corregge ed integra
tenendo conto del parere della classe.
Prende coscienza del proprio grado di
preparazione e si autocorregge.
Divide la classe in coppie (A,B) assegna il
brano:“Le nuove tecnologie” (da A. Brusa Il
racconto op.cit pag.32 ) .( All. C)
Osserva ed ascolta.
Invita A a sottolineare i concetti chiave e B a
disegnarne il contenuto
Esegue il compito
Passa tra i banche e corregge la prova.
Prende coscienza del proprio grado di
preparazione e si autocorregge.
Ascolta ed osserva.
Espone in un cartellone la zona della
mezzaluna fertile in cui è avvenuta la
cosiddetta rivoluzione agricola illustrandone
le caratteristiche. ( pag. 33) ( All. D)
Raggruppamento alunni: lavoro in coppia, individuale, in gruppo classe.
Metodo: cooperative learning; lettura finalizzata, estrazione di concetti chiave: elaborazione di mappa
riassuntiva, osservazione di carte tematiche esposizione di conoscenze, dibattito orientato, compilazione di
questionari ed elaborazione di testi.
Mezzi e strumenti: testi, carte tematiche, cartellone, quaderno.
All. A
La domesticazione dei vegetali Narrazione
I gruppi umani si dedicarono con più cura alla raccolta dei vegetali. Sceglievano i luoghi dove si
concentravano naturalmente le piante commestibili, come le graminacee. I raccoglitori si insediavano vicino
a questi campi spontanei, e li proteggevano dagli animali con siepi e palizzate. Per strappare gli steli,
avevano inventato il falcetto. Tagliavano le spighe e le portavano nell'insediamento. Qui le conservavano in
grande quantità, e razionavano il loro consumo in modo che potesse bastare per tutto l'anno. Le graminacee
che nascevano spontaneamente avevano in genere spighe con pochi semi, molto leggere. Furono i
raccoglitori specializzati che, senza saperlo, selezionarono le graminacee con spighe più ricche di semi.
Infatti, lavorando con il falcetto, riuscivano a tagliare solo le piante diritte. Quelle curve per il peso delle
spighe restavano nel campo e da esse nascevano, l'anno successivo, le nuove piante. Ma quelle piante erano
curve proprio perché avevano spighe più pesanti e ricche. Quindi, anno dopo anno, i raccoglitori ottenevano
dai campi spighe sempre più cariche di semi. Fu così che, con il passare del tempo, l'uomo addomesticò i
campi selvaggi, e creò delle specie vegetali che non esistevano in natura. Questo processo, chiamato di
domesticazione dei vegetali, avvenne in molte parti del mondo. A seconda delle diverse nicchie ecologiche, i
raccoglitori ottennero delle piante diverse: il grano e l'orzo in Occidente (10.000 anni fa), il miglio e il riso in
Cina (7000 anni fa), il mais in America centrale (6000 anni fa).
ALL. B
La domesticazione degli animali- Narrazione
Di ritorno dalle loro spedizioni, i cacciatori portavano a volte dei cuccioli, trovati vivi nella foresta o nella
prateria, che spesso erano mangiati. A volte, però, erano lasciati vivi, legati o rinchiusi in recinti. Servivano
per far giocare i bambini. Quando crescevano, spesso i cuccioli diventavano aggressivi e pericolosi. Allora o
scappavano o venivano uccisi. Ma qualcuno si abituava alla vita con gli uomini e restava nell'accampamento.
Quando questi cuccioli crescevano, avevano a loro volta dei piccoli: quelli più docili restavano. Gli altri
fuggivano. Così, senza saperlo, i cacciatori selezionavano le specie più mansuete e più adatte alla vita con gli
uomini. I primi animali domestici furono il cane e la pecora (10.500 anni fa). Presso gli insediamenti i
cacciatori costruivano recinti, nei quali gli ovini addomesticati venivano messi al riparo dagli animali feroci,
mentre i cani facevano la guardia. Quando gli uomini capirono che gli animali potevano essere addomesticati,
provarono a rendere mansueta ogni specie. Alcune volte gli esperimenti riuscirono e nacquero così le nostre
specie domestiche: i maiali e le capre (9500 anni fa); il bue (8500 anni fa); le api e i cavalli (5000 anni fa).
Cercarono di addomesticare anche cammelli, renne, uccelli, ghepardi e gazzelle. A volte animali già
addomesticati tornarono allo stato selvaggio ed è il caso delle gazzelle e dei ghepardi. Altre volte furono gli
uomini stessi a rinunciare all'impresa, ed è il caso di tutti gli animali feroci, escluso il gatto.
All.C
Le nuove tecnologie. Per addomesticare i vegetali e gli animali, i gruppi di raccoglitori specializzati
realizzarono ancora molte innovazioni. Per accudire ai campi, occorrevano gruppi di individui molto numerosi.
Perciò si costruirono capanne, addossate l'una accanto all'altra, protette da una palizzata o da una muraglia.
Nacquero così i primi villaggi. Per trasportare le spighe, si intrecciavano canestri e, per conservarle, si
scavavano dei silos. I silos, poi, venivano ricoperti di fango spalmato che, seccato, permetteva una buona
conservazione. Quando un incendio distruggeva il villaggio, il fuoco cuoceva il fango e lo rendeva durissimo.
Osservando questo evento, gli abitanti dei villaggi impararono a modellare dei recipienti in argilla tenera, a
cuocerli dentro le fornaci per indurirli. Nacque in questo modo la tecnica della ceramica. Gli abitanti dei
villaggi scavavano dei canali, per convogliare l'acqua piovana verso le cisterne. In questo modo avevano
sempre disponibilità di acqua, anche nella stagione secca. E per scavare, inventarono un nuovo strumento: la
zappa. Queste innovazioni non avvennero tutte nello stesso luogo. Spesso si verificarono in luoghi lontani tra
loro. I gruppi che erano in contatto fra loro se le scambiavano, e creavano - con il passare del tempo - una
tecnologia complessa, fatta di molte conoscenze e innovazioni.
All. D
Un luogo favorevole agli scambi. Narrazione. Il Vicino Oriente è una regione bagnata da cinque mari: il
mar Mediterraneo, il mar Rosso, il mare del golfo Persico, il mar Nero e il mar Caspio. È una regione varia,
nella quale si trovano ambienti molto diversi tra loro. Ci sono deserti, steppe e altopiani dove piove
raramente. Ci sono colline, catene montuose, valli e laghi, boschi, paludi, pianure attraversate da fiumi
grandissimi. A nord, sui monti dell'Armenia coperti di neve, fa freddo; a sud il caldo è torrido. A ciascuno di
questi ambienti si era adattato un gruppo umano. Ognuno aveva costruito una propria nicchia ecologica, con
tecniche e cultura particolari. Ma, poiché tutti vivevano nella stessa regione, uno vicino all'altro, questi gruppi
comunicavano tra loro e si scambiavano le innovazioni. E così, con il passare del tempo, crearono una cultura
di tipo nuovo. Questo fu proprio ciò che accadde, circa 8000 anni fa, in un luogo che gli storici chiamano
Mezzaluna fertile.
Fase 9
Obiettivo: problematizzazione del rapporto tra cultura – ambiente-economia
Cosa fa l’insegnante
Cosa fa l’alunno
Presenta un cronogramma dei diversi modelli
di società passati ed attuali per focalizzare
l’attenzione sulla necessità di superare una
visione lineare della storia nell’integrazione
tra tempo e spazio.
Ascolta, pone domande di chiarimento per
superare una visione tradizionale della storia
come successione lineare.
Divide la classe in gruppi di tre allievi (A,B,C)
e assegna a ciascun allievo una scheda
relativa a :
- Villaggio neo-litico (A)
- Boscimani (b)
- Beduini ( C )
Forma il gruppo e riceve la scheda.
Chiede di leggere la propria scheda nel
gruppo di base (A,B,C) e di e di approfondirla
con il gruppo degli esperti (A,A,A; B,B,B;
C,C,C) e di trasferire i dati raccolti nella
griglia già elaborata per l’homo abilis.
Legge la propria scheda, la approfondisce con
il gruppo degli esperti con i quali compila la
scheda relativamente alle voci paesaggio,
clima, insediamento nel territori, modi di
procurarsi il cibo, ruoli sociali.
Verifica le conoscenze acquisite ponendo
domande sui dati forniti dalle schede.
Risponde e prende coscienza della proprio
incremento cognitivo.
Invita ad apporre nel tabellone di classe in
cui c’è già la scheda dell’homo abilis le nuove
tabelle accostandole tra loro in modo da
favorire un confronto.
Compila con l’aiuto dei compagni il tabellone
di classe. Accosta le quattro tabelle e le pone
su un cartellone di classe.
Pone domande del tipo:
- Quali differenze notate tra i diversi gruppi
umani in relazione agli indicatori
esaminati?
- Quali analogie e tra chi?
- Quali tipi di società economiche emergono
dagli esempi?
Risponde a turno e arricchisce la propria
conoscenza attraverso il parere degli altri
Chiede di completare il tabellone
evidenziando i tre modelli di economia:
raccolta-caccia, allevamento, agricoltura.
Fa riflettere sull’interazione tra economica –
habitat (clima e paesaggio )- cultura con una
serie di domande stimolo:
- Come mai i beduini non praticano
l’agricoltura?
- Come mai nel villaggio neolitico si
coltivano campi ed orti?
- Come mai l’Homo habilis non attua la
caccia?
- …………………………
Risponde alle domande e arricchisce le
proprie idee attraverso la discussione di
classe.
Divide la classe in tre gruppi (A,B,C) con i
Forma il gruppo, assume di rappresentare un
seguenti ruoli ( All.A) :
modello di società e partecipa al role-play
1. raccolta-caccia gruppo A
assumendo le parti assegnate. Prende
2. allevamento gruppo B
coscienza del proprio gradi di preparazione in
3. agricoltura gruppo C
riferimento alle tesi sostenute.
Invita ciascun gruppo a realizzare un roleplay sulla base della seguente traccia:
- presentare i vantaggi della propria
condizione;
- enfatizzare gli aspetti negativi della
condizione degli altri due gruppi/modelli di
strategie;
- cercare di controbattere efficacemente alle
critiche ricevute dagli altri gruppi.
Svolge la funzione di moderatore del dibattito,
valutando in ciascuna fase l’efficacia degli
argomenti dei 3 gruppi e assegnando alla fine
la vittoria al gruppo che ha portato argomenti
più convincenti (e meglio sostenuti).
Raggruppamento alunni: lavoro con gruppo classe; in piccolo gruppo.
Metodo: attività di cooperative learning; discussione orientata, role-play
Mezzi e strumenti: spazio organizzato per gioco didattico.
All. A
ALL A
•
•
•
La rappresentazione più elementare della storia mostra insieme i tre modelli di società: caccia e
raccolta/agricoltura e allevamento/industria
La coordinata dello spazio di obbliga a porre la questione della contemporaneità
La rappresentazione del mondo attuale ci mostra la compresenza dei tre modelli
ALL. B
Schede prelevate da :“Societa’ pre-neolitiche e societa’ agro-pastorali: ambienti e strategie di
sopravvivenza” Modulo geo-storico di Cesare Grazioli
Schede; Homo abilis, Beduini, Villaggio neolitico; Boscimani.
INDICATORI
a) Paesaggio
b) Clima
c) Insediamento sul territorio
d) Modi di procurarsi il cibo
e) Ruoli sociali
INDICATORI
a) Paesaggio
BOSCIMANI ( metà del secolo XX)
Steppa: è un grande altipiano cosparso di
arbusti spinosi e da acacie, alberi dalle foglie
aghiformi. (Kalahari- nord del Sud-Africa.)
Semi-arido: una stagione totalmente secca e
una di scarse piogge.
Accampamento comune. Tende.
Raccolta e caccia. Archi lunghi meno di un
metro, frecce avvelenate per colpire facoceri,
antilopi, gazzelle, gnu, lepri e porcospini.
Bisacce per mettere bulbi, tuberi e bacche.
Gusci di tartaruga come contenitori di acqua..
I maschi cacciano le prede; le donne
raccolgono tuberi,bulbi, bacche, frutti selvatici
BEDUINI( metà del secolo XX)
Deserto: altipiano impenetrabile alle correnti
umide marina. A sud completamente vuoto e
b) Clima
c) Insediamento sul territorio
d) Modi di procurarsi il cibo
e) Ruoli sociali
INDICATORI
a) Paesaggio
b) Clima
c) Insediamento sul territorio
d) Modi di procurarsi il cibo
e) Ruoli sociali
desolato, al centro suolo calcareo indurito, a
nord sabbioso, con dune e oasi. (penisola
Araba)
Arido: temperatura media di 20° con forte
escursioni tra giorno e notte. Più fresco il
periodo da gennaio a marzo, più caldo ad
aprile che coincide con l’estate.
Tenda rettangolare nera , larga da 3 a 6 metri
e lunga da 10 a 15.
Allevamento di cammelle, commercio e
razzie con armi ottenute dagli scambi.
Strumento di spostamento il dromedario.
………………………………
Un villaggio neolitico ( 6000 a.C.)
Savana – steppa. A nord le graminacee
spontanee della savana, tra cui il grano; a sud
tra il Tigri e l’Eufrate piene violenti ed
irregolari dei fiumi .
Tropicale : estate asciutta ma pioggia in tutte
le altre stagioni.
Accampamenti stabili: villaggi. Capanne di
forma rettangolare , con le pareti di mattoni e
il tetto di canne. Palizzata a difesa del
villaggio. Orti e campi coltivati. Forno di
villaggio.
Agricoltura. Zappa in pietra con il manico di
legno, falci di pietra levigata, bastoni per
battere i semi, mortai per macinare, setacci
per vagliare il grano. Coltivazione di grano,
fave, piselli e ortaggi.
Caccia e allevamento di capra per avere
latte e lana.
Artigianato: giare e vasi di ceramica.
Società retta dal gruppo degli anziani
capifamiglia che rappresenta l’autorità.
Da mettere a confronto con quella precedentemente elaborata nella fase n.6
INDICATORI
HOMO HABILIS ( 2 milioni di anni fa)
a) Paesaggio
Savana: distesa di erbe perenni e di arbusti,
.
punteggiata da grandi alberi isolati di acacie,
sicomori e baobab (nord della Tanzania)
b) Clima
Tropicale: caldo umido nella lunga stagione
delle piogge (estate) ; caldo secco nella
stagione secca (inverno)
c) Insediamento sul territorio
Accampamento composto da quattro
.
d) Modi di procurarsi il cibo
e) Ruoli sociali
semicerchi di pietre accatastate e sormontate
da frasche
Raccolta e sciacallaggio. Pietre per pestare
semi e triturare radici e tuberi;bastoni da
scavo per estrarre radici;fiuto per selezionare
vegetali; ciottoli di selce, i coppe,rudimentali
ciottoli multi-uso (coltelli, asce, raschiatori)
per tagliare i pezzi di carcassa di animali
uccisi dai grandi predatori.
I maschi procurano la carne mentre le donne
hanno il compito di raccogliere i vegetali e di
distinguere tra le specie vegetali quelle più
nutrienti da quelle non commestibili o
velenose.
All. C
GIOCO DI RUOLO
1 Azione. Sulla base delle schede estrapolate dal modulo di Cesare Grazioli il conduttore del gioco divide la
classe in tre gruppi (A,B,C) a cui assegna il ruolo di membri di tre specifici gruppi sociali :
al gruppo A - raccolta-caccia
al gruppo B - allevamento
al gruppo C- agricoltura
2 Azione Il conduttore del gioco invita ciascun gruppo a realizzare un role-play sollecitandoli a :
 presentare i vantaggi della propria condizione;
 enfatizzare gli aspetti negativi della condizione degli altri due gruppi/modelli di strategie;
 cercare di controbattere efficacemente alle critiche ricevute dagli altri gruppi.
3. Azione Il conduttore del gioco svolge la funzione di moderatore del dibattito, valutando in ciascuna fase
l’efficacia degli argomenti dei 3 gruppi e assegnando alla fine un riconoscimento al gruppo che ha portato
argomenti più convincenti (e meglio sostenuti
Fase 10
Obiettivo: la formalizzazione del concetto di nicchia ecologica.
Cosa fa l’insegnante
Cosa fa l’alunno
Ricostruisce in un cartellone alcune tappe
Partecipa alla costruzione della linea del
nella linea cronologica che va da 2 milioni di
tempo recuperando i dati studiati. E la
anni fa al 3.550 a.C. ponendo agli allievi
alcune domande del tipo:
- Dove si sono trovati i reperti degli
ominidi?
- Come mai in questa zona?
- Come viveva l’homo habilis?
- Quando termina la grande glaciazione?
- Quando gli uomini addomesticano gli
animali?
- Quando e dove inizia l’agricoltura?
- …………………………….
registra nel proprio quaderno.
Ricostituisce le coppie a cui assegna :
- Pastori, agricoltori, cacciatori,
raccoglitori ( dal testo A. Brusa Il
racconto op.cit. pp.pag.38) chiedendo
a B di leggere e sottolineare i concetti
chiave e ad A di elaborare la mappa
riassuntiva. ( All. A)
Studia invertendo i ruoli rispetto al
precedente lavoro di coppia.
Chiede di esporre la mappa riassuntiva del
paragrafo e la corregge o integra sul parere
del gruppo classe.
Assegna alla coppia:
- Il mondo si suddivide in regioni ( dal
testo A. Brusa Il racconto op.cit.
pp.pag.39) ( All. B) invitando a
fermare in un planisfero muto i dati
del brano.
Espone e ascolta, integrando o correggendo il
proprio lavoro.
Legge e ferma con il proprio compagno in un
planisfero muto i dati del brano.
Espone un planisfero da riferire al neolitico e
invita a colorare con tonalità diverse:
- le aree del mondo abitate dai contadini
- le aree del mondo occupate dai pastori
nomadi
- le aree del mondo abitate da cacciatori.
Colora con il parere del gruppo- classe le
diverse zone del mondo distinguendole per
tonalità .
Invita a cogliere l’intreccio tra clima,
paesaggio, tecnica, economia nella
distribuzione della popolazione e a dare una
definizione di Nicchia ecologica attraverso una
Mappa.
Percepisce le interazioni tra clima, paesaggio,
tecnica ed economia e rappresenta in una
Mappa la definizione di Nicchia ecologica.
Raggruppamento alunni : lavoro con gruppo classe, a coppi, individuale.
Metodo: costruzione di grafici temporali; analisi di testi; estrazione di concetti-chieve, elaborazione di
Mappe; osservazione e costruzione di carte tematiche; definizione di concetti. Mezzi e strumenti:
cartellone, testi, planisfero.
ALL. A
Pastori, agricoltori, cacciatori, raccoglitori
Mentre nella Mezzaluna fertile nascevano le prime società basate sull'agricoltura, in altre parti del mondo
altri gruppi umani imparavano a vivere sfruttando l'addomesticamento degli animali; ma rimanevano delle
zone in cui gli uomini cacciavano e raccoglievano. Così alla fine del IV millennio la storia dell'umanità si
divise in tante storie. La maggior parte del mondo era popolata da gruppi di cacciatori e raccoglitori, che
continuavano nel loro modo di vita derivato da una tradizione millenaria. Questi gruppi, a volte, entravano in
contatto con i contadini e i pastori, cedevano loro pellicce, carne secca o pesce, e ricevevano in cambio
manufatti
e
strumenti
raffinati.
Conducevano
una
vita
comoda,
quando
avevano
a disposizione grandi spazi. I loro problemi cominciavano, invece, quando i contadini o i pastori sottraevano
loro i territori di caccia e di raccolta. Il nome con il quale chiamavano se stessi era, generalmente, "gli
uomini". In alcune regioni del mondo, invece, gli agricoltori avevano cominciato a trasformare
profondamente il territorio. Lo canalizzavano, lo aravano, abbattevano i boschi e seminavano piante nuove.
Costruivano grandi insediamenti, ben visibili: villaggi e città; perciò erano sedentari. Avevano bisogno
dell'amministrazione
e dei re, per essere governati. Controllavano il loro territorio con eserciti e cercavano di impedire ad altri di
insediarvisi. Consideravano se stessi civili, e ritenevano che gli altri - i pastori e i cacciatori - fossero barbari
e incivili. Infine, c'erano i pastori nomadi. Vivevano in grandi tribù e percorrevano spazi a volte immensi, fra
una zona sedentaria e l'altra. Oppure si inoltravano in terre dove gli agricoltori non riuscivano a far crescere
le loro piante addomesticate. Consideravano i sedentari con un senso di superiorità, perché li vedevano
lavorare incessantemente. Al contrario, loro - i nomadi - si limitavano a sorvegliare i
loro armenti. Le greggi richiedono meno cure dei campi. Infatti, è sufficiente portarle al pascolo e difenderle
dai
predatori.
I
pastori
ricavavano
dalle
loro
greggi
molte
risorse:
latte,
carne,
pelli,
lana.
La
loro
alimentazione,
quindi,
era
ricca
e
saporita
e,
inoltre,
avevano
materiali
per
indumenti
e
tende.
Erano
tutti
guerrieri,
e disprezzavano i contadini, che - a loro dire - non sapevano impugnare le armi
e dipendevano, per la loro difesa, dai soldati. Non costruivano templi, dove portare cibi e offerte. Non
avevano sacerdoti, offrivano direttamente al loro dio gli animali migliori, per ottenere protezione, pascoli e
piogge regolari. Dunque, il nomadismo e la sedentarietà sono due forme di società che differiscono tra loro
per molti aspetti: la tecnologia, il rapporto con l'ambiente, l'organizzazione sociale e la vita culturale.
All. B
Il mondo si suddivide in regioni.
Alla fine del IV millennio in alcune regioni della terra le prime società sedentarie cominciarono a organizzarsi
in modo più complesso. Nell'antico continente, le due principali aree di sedentarizzazione si trovavano a
Occidente e a Oriente. A Occidente, le società agricole si diffusero soprattutto lungo i fiumi: il Danubio, in
Europa; il Nilo, in Africa; il Tigri e l'Eufrate nel Vicino Oriente, e l'Indo nella penisola indiana. Qui si
stanziarono popolazioni che coltivavano soprattutto grano e orzo. Anche in Oriente le grandi civiltà
sedentarie cominciarono a organizzarsi lungo i fiumi: lungo il fiume Giallo (Huang Ho) a nord, si stabilirono
le civiltà del miglio; lungo il fiume Azzurro (Yangtzu Chiang) quelle del riso. Fra queste due grandi aree di
sedentarietà si estendevano le praterie sconfinate dell'Asia centrale, dove si muovevano migliaia di tribù
nomadi, al seguito di greggi di ovini e di bovini. Nel continente americano, invece, le società sedentarie si
concentrarono nella parte centrale e si basavano sulla coltura del mais. Non si svilupparono, invece, le
società nomadiche. Probabilmente ciò accadde perché i superpredatori umani erano così esperti e numerosi
che distrussero i grandi mammiferi, come gli equini e i bovini, senza riuscire ad addomesticarli. Perciò, la
restante parte di quel continente era popolata da cacciatori: dalle foreste pluviali, nel cuore dell'America
meridionale, fino alle praterie dell'America settentrionale e alle terre gelate del nord. Lontano, al capo
opposto dell'Europa, l'Australia era percorsa unicamente da bande di cacciatori e raccoglitori.
Fase 11 Obiettivo: Verificare il livello di competenza raggiunto.
Cosa fa l’insegnante
Cosa fa l’allievo
Compito in situazione.
Esegue il compito in situazione.
Fornire agli allievi
 la descrizione di uno spazio del
territorio locale ( giardino, orto,
piazza….)
 i dati dello spazio oggetto di studio
 gli elementi caratterizzanti quel dato
spazio
Chiedere come problem-solving di:
tracciare le relazioni di interdipendenza che
caratterizzano quel dato territorio
Raggruppamento alunni:lavoro individuale
Metodo: metacognizione, transfert, problem solving
Mezzi e strumenti: scheda dati; foglio.
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