PROGRAMMAZIONE DELL’UNITÀ di APPRENDIMENTO Fase pre-attiva o progettuale Mappa Concettuale NICCHIA ECOLOGICA = LUOGO DI INTERAZIONE tra AMBIENTE e SOCIETÀ Tecnica Cultura Struttura sociale e politica Obiettivo Formativo Favorire la conoscenza del processo di ominazione attraverso il concetto di “nicchiaecologica” per cogliere le interazioni tra uomo ed habitat come condizione per la sopravvivenza propria ed altrui. Competenza : Risolvere problemi Individuare collegamenti e relazioni sapendo tracciare le relazioni di interdipendenza che caratterizzano un dato territorio Fase attiva o della mediazione didattica Elenco delle fasi e dei relativi allegati: quadro sinottico Fas Obiettivo Attività Alleg e ato 0. Conoscere la percezione Conversazione clinica sul A Conversazione che gli alunni hanno dello concetto di spostamento clinica e matrice spostamento di uomini e e popolamento della cognitiva. gruppi con riferimento terra all’inizio del processo di popolamento. 1 Presentare il processo di Osservazione della carta B Carta storicoominazione e le direttrici storico-geografica del geografica del ed i tempi del processo di ominazione, processo di popolamento della terra ascolto della la ominazione. narrazione dell’insegnante, raccolta dei dati e inserimento in una legenda esplicativa della carta. 2 Conoscere la Osservazione delle C Cronogramma. compresenza di ominidi e direttrici di spostamento la dimensione del “tempo e del cronogramma che profondo” evidenzia la contemporaneità dei diversi tipi di ominidi 3 Conoscere la foresta Osservazione della carta D Carte storicopluviale e savana come dell Africa e di quella geografiche; spazio di sopravvivenza della Rift Valley con internet, dell’ominide narrazione del processo Sussidiario di trasformazione dell’habitat: dalla foresta alla savana. 4 Cogliere il processo di differenziazione di ominidi in rapporto all’habitat Lettura e analisi di testi; prove di verifica. F 5 Presentare la nicchia ecologica della società preneolitica dell’ l’uomo che vive di caccia-raccolta -pesca. Lettura della scheda relativa alla vita dell’homo abilis e alla società pre -neolitica. G 6 Favorire la conoscenza dell’interrelazione tra l’uomo e l’habitat di riferimento attraverso l’analisi degli strumenti e delle risorse presenti in un determinato spazio. Attività ludica ed esercizi di ruolo che prendono avvio dal concetto dello scambio come forma di interazione in una stessa nicchia e tra abitanti di diverse. nicchieecologiche. I 7 Cogliere le modificazione dell’ambiente e la costruzione di nicchie ecologiche convenienti alla società di agricoltori e pastori Lettura di testi e costruzione di mappa mentale con modalità collaborative. L 8 Prendere coscienza che l’organizzazione della società in cacciatori, agricoltori, pastori rappresenta un modello eco-logico in quanto ogni società vive in interazione con l’ambiente. Narrazione, lavoro sulle carte tematiche e costruzione di planisfero tematico. E 9 Problematizzare il rapporto tra cultura, ambiente ed economia. Analisi di schede sulle società agro -pastorali di ieri e di oggi Domande di riflessione e role-play M Testo di A. Brusa “ Il racconto delle grandi trasformazioni”1°A pp.12-19 Mondadori Mi 2001 Scheda prelevata da “Societa’ preneolitiche e societa’ agropastorali: ambienti e strategie di sopravvive nza modulo geo-storico di Cesare Grazioli “ Lo scambio silenzioso” dal laboratorio di Historia ludens presente in Brusa Impellizzeri “ Il racconto delle grandi trasformazioni “1°A Mondadori Mi 2001 Testo “ I cambiamenti climatici e la società di agricoltori e pastori” da “Il racconto” op. cit. pag. 30 e pag.32 da “e Mappa A. Brusa “Il mondo si suddivide in regioni “in “ Il racconto delle grandi trasformazioni” B. Mondadori p.39 vol. IA Paravia 2001 Planisfero muto Scheda prelevata da “Societa’ preneolitiche e societa’ agropastorali op. cit. Gioco di ruolo. 10 Formalizzare il concetto di nicchia ecologica Metacognizione sul percorso didattico; lettura relative al rapporto tra economia ed habitat; definizione di nicchia ecologica N 11 Verificare il livello di competenza raggiunto. Compito in situazione. Fornire agli allievi la descrizione di uno spazio del territorio locale ( giardino, orto, piazza….) i dati dello spazio oggetto di studio gli elementi caratterizzanti quel dato spazio Chiedere come problemsolving di: - tracciare le relazioni di interdipendenza che caratterizzano quel dato territorio O Metacognizione; Testi “Pastori, agricoltori, cacciatori, raccoglitori; “Il mondo si suddivide in regioni” da “ Il racconto”op cit pp.38-39 Mappa concettuale Scheda del compito in situazione. Fase 0 Obiettivo: percezione degli alunni sullo spostamento di uomini e gruppi Cosa fa l’insegnante Cosa fa l’alunno Per introdurre l’argomento chiede agli Si dispone in circle time e ascolta. allievi di mettersi in circle time, spiega la modalità e la funzione di svolgimento della Conversazione Clinica. Pone una serie di domande stimolo del Risponde uno per volta alle domande tipo: stimolo Che cosa ti fa venire in mente l’immagine dell’uomo che vive di caccia? Chi è un cacciatore? Cosa caccia? Dove? Con quali strumenti? In quale periodo storico si viveva soprattutto di caccia? Come mai chi viveva di caccia si spostava? Chi è un nomade? Cosa cerca quando si sposta? Cosa vuol dire “età della pietra”? ……………………………………. Raggruppamento alunni: lavoro gruppo classe. Metodo: Conversazione Clinica; Circle time Mezzi e strumenti: Risorse umane; registratore; carta e penna Fase 1 Obiettivo: le direttrici e i tempi del popolamento della terra Cosa fa l’insegnante Cosa fa l’alunno Divide la classe in coppie (A,B) ; proietta Osserva e riceve la copia della carta la carta muta della terra e ne consegna una copia per ciascuna coppia . (All. A) muta della terra. Prima di narrare la storia del popolamento della terra chiede: - agli allievi indicati con A di fermare le date del racconto nello spazio di riferimento ; - agli allievi indicati con B di segnare le direttrici degli spostamenti. - alla coppia di costruire una legenda che riproduca sulla scala temporale le direttrici dei movimenti su scala planetaria. Ascolta, prende nota delle date, segna le direttrici degli spostamenti e costruisce una legenda della carta rappresentante il processo di popolamento della terra. Chiede ad una coppia di riportare in un cartellone di classe la legenda della carta planetaria muta e invita i compagni di classe di integrare o eventualmente correggere i dati che vengono controllati dall’insegnante. Trascrive in un cartellone di classe la legenda della carta planetaria muta, integra le informazioni sulla base dei suggerimenti dei compagni e incolla quella definitiva nel proprio quaderno. ( All. B) Racconta il popolamento del Apprende la tecnica del corema e mediterraneo e , dopo aver spiegato la mentre l’insegnante narra il tecnica del corema, invita gli allievi a popolamento del mediterraneo, ne disegnare il popolamento nel disegna la carta ( All. D) mediterraneo.(All. C) Raggruppamento alunni: lavoro individuale; a coppie; gruppo classe. Metodo: osservazione di carta muta planetaria; rappresentazioni di tempi e direttrici degli spostamenti; costruzione di legenda Mezzi e strumenti: Carta planetaria; videoproiettore; cartellone; fotocopia; quaderno. ALL. A • “Adesso vi faccio un racconto. Attenzione io vi citerò delle date durante questo racconto e voi che guardate questa cartina dovete scrivere le date al posto giusto sulla cartina” Duecento mila anni fa homo sapiens viveva in Africa ed occupava tutta la fascia orientale dell’Africa, ma circa 100 mila anni fa cominciò a spostarsi da questa parte centro-orientale verso nord e verso sud e 90 mila anni fa un piccolo gruppo di uomini (20/30) passarono nello stretto che separa l’Egitto dall’Asia ed occuparono alcune colline del Medioriente ( attuale Palestina) e di lì si sono diretti verso nord occupando l’Europa e in Europa arrivarono 40mila anni fa. Circa 35-30 mila anni fa un altro gruppo di uomini arrivava verso est e colonizzava l’India, la Cina e la Siberia, da dove si spostarono circa 30 mila anni fa verso la parte est delle attuali Americhe nella cui area di fronte all’Europa giunsero poi 14 mila anni fa. Probabilmente 40 mila anni fa i primi uomini varcarono anche piccoli bracci di mare e arrivarono in Oceania. … In questa lezione il polo di attrazione sono le date e le direttrici degli spostamenti. ALL. B All. C 1 Il popolamento del Mediterraneo è un fenomeno complesso che si è sviluppato nel corso di un lunghissimo periodo. Si è articolato in numerose ondate, che hanno riguardato diverse varietà di ominidi. Le tracce più antiche risalgono a circa 1,8 millioni di anni fa e si trovano in Marocco. Gli studiosi fanno l’ipotesi che gli ominidi abbiano raggiunto la penisola iberica attraverso lo stretto di Gibilterra. E’ tuttavia certo che dei gruppi umani hanno raggiunto l’Europa, e quindi le coste settentrionali del Mediterraneo, venendo dall’Africa o dall’Asia e passando per il corridoio del Caucaso. E’ attraverso questa seconda via che, per esempio, è arrivato l’uomo di Dmanisi (circa 2 mln di anni); di qui, ancora, è arrivato Sapiens. Si deve ancora notare che ci sarebbero stati dei passaggi dal Nord verso il Sud, come suggeriscono i resti musteriani (una cultura europea) trovati in Marocco o le pitture paleolitiche dell’Africa settentrionale. Tecnica del Corema La grammatica di queste carte è molto semplice. La figura ovale simbolizza il Mediterraneo; i cerchi simbolizzano le regioni. Le frecce significano di volta in volta migrazione, commercio, conquista, scambi. I punti indicano le città e le linee ci mostrano le fratture geostoriche. Infine, la regola generale della cartografia incoraggerà allievi e lettori a utilizzare questi coremi come “tavole per appunti”: basta inventare un simbolo, scrivere la leggenda e completare lo schema. rectus Homo sapiens arcaicus Homo sapiens Legenda E r g a s t e r / E Fase 2 Obiettivo: la compresenza di ominidi e la dimensione del tempo profondo ( decostruzione dello stereotipo) Cosa fa l’insegnante Cosa fa l’alunno Risalendo a ritroso nel tempo, presenta il Ascolta e osserva popolamento della terra come una tappa del processo di ominazione tutt’ora in corso e iniziato 8 milioni di anni fa con la presenza nella terra, tra la specie animale, degli ominidi. Rafforza la narrazione con un grafico temporale che costruisce con gli allievi utilizzando unità di misura e riferimenti convenzionali come la datazione con riferimento alla nascita di Cristo. Proietta il cronogramma che evidenzia la contemporaneità di diversi tipi di Ominidi, ne racconta la sua costruzione da parte degli storici e pone una serie di domande per attivare la lettura del cronogramma. (All. B) Costruisce con i compagni e l’aiuto dell’insegnante un grafico temporale con scala convenzionale.(All. A) Pone il cronogramma a confronto con la tradizionale linea evolutiva degli ominidi e pone domande del tipo: - Osservate la disposizione temporale: quale differenze notate? - Come mai la linea evolutiva è lineare? - Cosa non c’è nella linea evolutiva lineare? - …………………………………. ( All. B) Osserva e a turno risponde alle domande; integra le proprie osservazioni con quelle dei compagni. Fa notare che: - lo studio della storia è legato allo studio delle fonti. - le fonti sono da relativizzare in funzione dello sviluppo della conoscenza scientifica - gli stereotipi sono rappresentazioni semplificate di una realtà più complessa. Ascolta e chiede spiegazioni Invita i ragazzi a trascrivere queste riflessione su un tabellone di classe Osserva,ascolta, risponde e pone domande di chiarimento. Trascrive le riflessioni su un cartellone di classe. Raggruppamento alunni: lavoro individuale; gruppo classe. Metodo: osservazione di cronogramma e grafici lineari; discussione orientata. Mezzi e strumenti: cronogramma ; grafico della linea evolutiva; videoproiettore; cartellone. ALL.A 8 7 6 5 4 3 2 1 milioni di milioni di milioni di milioni di milioni di milioni di milioni di milione anni fa anni fa anni fa anni fa anni fa anni fa anni fa di anni fa 1 milion e 100 mila 900 mila 90 mila 800 mila 80 mila Inizio ominazione; AMERICHE AMERICHE 700 mila 70 mila AFRICA; 600 mila 60 mila 500 mila 50 mila MEDIORIENTE 400 mila 40 mila 300 mila 30 mila EUROPA-OCEANIA 200 mila 20 mila 100 mila 10 mila INDIA; CINA; SIBERIA; Cronogramma Osserva con attenzione il grafico e cerca di interpretarlo con l’aiuto dell’insegnante e della traduzione. All. B : cervello sviluppato, denti piccoli, bipede. : cervello piccolo, denti molto grandi, bipede facoltativo. : cervello piccolo, denti grandi, bipede facoltativo. : cervello piccolo, denti piccoli, quadrupede. . prove insufficienti Il grafico ci mostra le conoscenze che gli storici hanno raccolto sugli ominidi a partire da 8 milioni di anni fa fino ad oggi. Queste conoscenze, molto frammentarie, si basano sul ritrovamento dei fossili, degli scheletri, a volte abbastanza completi, ma il più delle volte del tutto insufficienti e limitati a schegge di denti. Infatti i rettangolini colorati di blu mostrano l’esistenza di ominidi di cui sappiamo pochissimo. Il percorso evolutivo compiuto dall’uomo non è lineare,né conseguenziale ma tutto sparpagliato, in quanto si svolge nel tempo profondo cioè milioni di anni fa. Il tempo profondo è come un lungo corridoio buio. Ogni tanto si accende una luce: è un fossile. Poi ritorna il buio finché non si accende un’altra luce. Le luci non sono collegate fra loro, ma sono sporadiche conoscenze nel corridoio buio del tempo profondo. ALL. C La linea evolutiva dell’ominazione rappresenta uno stereotipo colto Fase 3 Obiettivo: Foresta pluviale e savana come spazio di sopravvivenza dell’ominide Cosa fa l’insegnante Cosa fa l’alunno Invita gli allievi a tornare nello spazio di Osserva la cartina ed ascolta. insediamento dei primi ominidi, proietta la carta dell’Africa nella cui foresta pluviale fra gli altri animali c’erano gli ominidi e ne narra la storia. ( All. A) Approfondisce le caratteristiche della foresta pluviale attraverso la richiesta di un’attività di ricerca sul sussidiario e in internet (http://it.wikipedia.org/wiki/Foresta_equatoriale) Approfondisce la conoscenza della foresta pluviale con un’attività di ricerca sul sussidiario ed in internate. Ascolta ed integra gli esiti della ricerca con una discussione di classe. Riferisce la ricerca e la integra con le osservazioni del gruppo classe. Proietta la carta della Rift Valley dove sono convissuti a lungo varie specie di ominidi (animali bipedi, intelligenti che camminano eretti) che prima di iniziare una serie di migrazioni - da una delle quali è scaturito il popolamento della terra- hanno trovato nell’ambiente della savana la propria nicchia ecologica. Osserva ed ascolta. Approfondisce le caratteristiche della savana attraverso la richiesta di un’attività di ricerca sul sussidiario e in internet Approfondisce la conoscenza della foresta pluviale con un’attività di ricerca sul sussidiario ed in internet. (http://it.wikipedia.org/wiki/Savana) Osserva ed ascolta. Ascolta ed integra gli esiti della ricerca con una discussione di classe. Raggruppamento lavoro: in piccolo gruppo, gruppo classe. Metodi: attività di osservazione di cartine e paesaggi; consolidamento di concetti, attività di ricerca e di confronto (briefing), Mezzi e strumenti: testo, carta tematica, atlante geografico, quaderno, internet. ALL. A Narrazione:L'Africa centrale otto milioni di anni fa Otto milioni di anni fa, le foreste pluviali ricoprivano tutta la parte centrale dell'Africa. La foresta pluviale era immensa e fitta: alberi enormi intrecciavano i loro rami, alberi più bassi cercavano i raggi del sole che filtravano da quell’intrico di rami e foglie, il terreno era ricoperto di cespugli. Nella foresta pioveva spesso e non mancavano né acqua né cibo per gli animali che ci vivevano. La foresta pluviale funzionava come un condominio a più piani: - in alto vivevano i grandi uccelli predatori come l’aquila; - al centro i serpenti, i roditori, i piccoli predatori e altri uccelli; - in basso gli animali erbivori che si nutrivano di foglie, radici, bacche, frutta caduta a terra e gli animali carnivori a caccia di prede. - Tra questi animali c’erano anche gli ominoidi ben distribuiti nel condominio della foresta pluviale. I più piccoli si muovevano agilmente tra i rami più alti, mentre i più grossi, che sapevano camminare quasi in posizione eretta ma non spostarsi tra i rami, vivevano a terra e si alzavano sulle zampe posteriori per raccogliere i frutti dai rami. La foresta pluviale era il loro ambiente di vita dove riuscivano a sopravvivere : era quindi la loro nicchia ecologica (ambiente di sopravvivenza). Se spostati in altri luoghi non sarebbero sopravvissuti. ALL. B Narrazione Otto milioni di anni fa l’ambiente della foresta pluviale venne sconvolto: i vulcani iniziarono ad eruttare un’enorme quantità di lava e una parte dell’Africa iniziò a sprofondare. Tutto ciò durò per ber 3 milioni di anni!Quando terminò, cioè 5 milioni di anni fa, la foresta pluviale appariva spaccata in due con in mezzo una profondissima vallata chiamata poi dagli storici Rift Valley. In questa valle sprofondata non riusciva ad arrivare aria umida e quindi neanche le piogge. Fu così che la foresta pluviale scomparì: al suo posto nacque la savana. Nella savana per metà dell’anno piove abbastanza, per l’altra metà non piove mai e fa molto caldo. Qando piove (stagione umida) il terreno si ricopre di erba verde, di fiori e di frutti, e i fiumi e i laghi si riempiono d’acqua. Quando non piove (stagione secca) l’erba si secca, i fumi e i laghi a volte si prosciugano per il gran caldo e non si trova facilmente né cibo né acqua. Quindi gli animali che si sono ritrovati a vivere nella savana (Rift Valley) hanno dovuto adattarsi a questa nuova situazione estremamente differenziata. Nella pianura aperta si muovevano i carnivori (come i leoni, i leopardi…) che correvano veloci e con una vista acutissima per scoprire da lontano le prede. Gli erbivori anch’essi correvano veloci per sfuggire ai carnivori. In alcuni casi diventarono grossi e forti come gli elefanti per impaurire i carnivori che non osavano attaccarli. Durante la stagione secca gli erbivori si spostavano alla ricerca di zone in cui trovare un po’ di acqua e di cibo. Durante la stagione umida tornavano nelle zone di prima. Ecco che per poter sopravvivere nella savana gli animali si erano costruiti molte nicchie ecologiche, cioè avevano trovato modi diversi per sopravvivere in quell’ambiente. Per questo motivo gli studiosi pensano che la Rift Valley abbia favorito l’evoluzione, cioè la trasformazione di molte specie animali. Fase4 Obiettivo Processo di differenziazione di ominidi in rapporto all’habitat Cosa fa l’insegnante Cosa fa l’alunno Spiega che gli omindi - come gli animali Ascolta e prende appunti. hanno dovuto adattarsi ai vari ambienti della savana e differenziarsi in base alle diverse nicchie ecologiche. In questa logica il perdente è stato l’ ominide specializzato che non si è adattato alle trasformazioni. Egli infatti sapeva vivere solo nell’ambiente in cui sapeva costruire la sua nicchia ecologica. Diversamente gli ominidi poco specializzati sapevano fare molte cose per cui erano in grado di adattarsi e costruire molte nicchie ecologiche. ( si mette in risalto il modello adattativo, la vittoria del diverso e “dell’handicappato”) Forma dei gruppi di quattro allievi (A,B,C,D) ed assegna i seguenti testi ( da A. Brusa Il racconto delle grandi trasformazioni Paravia Mondadori 2001 Tomo A1 pp. 16-21): - La differenziazione degli ominidi nella savana + L’evoluzione di homo + le grandi estinzione di 2 milioni di anni fa ad A; - La diffusione di homo erectus +la tecnologia di homo ergaster+il fuoco e la società a B; - Tanti tipi di Homo erectus + homo sapiens moderno + la scomparsa dell’Uomo di Neandertal e di Homo erectus a C; (All. A) Invita a leggere i testi e a formare i gruppi degli esperti (AAA,BBB,CCC) in cui estrapolare i concetti chiave e una mappa riassuntiva dell’argomento assegnato da esporre ai compagni. Chiede di tornare nei gruppi di base in cui ciascuno espone il proprio argomento. Forma il gruppo e riceve il testo. Legge il testo e insieme al gruppo degli esperti estrapola i concetti chiave e li rappresenta in una Mappa riassuntiva. Espone, ascolta ed annota. Sottopone gli allievi alle prove di verifica: - Per ogni specie di ominide compila una scheda con i seguenti punti: nome della specie caratteri fisici comportamenti e/o tecnologia - Descrivi le nicchie ecologiche di Australopitecus robustus e africano: ambiente, cibo,clima - Elenca le caratteristiche dell’Homo erectus e di homo sapiens - Quali caratteristiche hanno favorito la sopravvivenza dell’homo sapiens moderno? - Come mai molti ominidi non sono sopravvissuti? Legge alcune prove e le corregge ed integra tenendo conto del parere della classe. Esegue la prova di verifica Prende coscienza del proprio grado di preparazione e si autocorregge. Raggruppamento lavoro: individuale, in piccolo gruppo, gruppo classe Metodi: cooperative – learning; analisi di testi; estrazione di concetti-chiave; elaborazione di sintesi e mappe ; esercizi di analisi, comprensione, interpretazione. Mezzi e Strumenti: testi;quaderno. All. A Gruppo A La differenziazione degli ominidi nella savana Quando si formò quattro milioni di anni fa la Rift Valley in Africa gli ominoidi iniziarono a differenziarsi. Quelli che erano rimasti nella foresta pluviale dettero origine alle scimmie (scimpanzé, gorilla…), quelli che si ritrovarono a vivere nella savana dettero origine agli ominidi, animali bipedi, intelligenti, che camminano eretti, adoperano le mani e sanno usare gli strumenti che trovano in natura. Gli ominidi nella savana dovettero adattarsi e costruire molte e diverse nicchie ecologiche. Perciò si distinsero in tanti tipi. Gli studiosi ne hanno contato una ventina e li hanno divisi in 2 grandi gruppi: - quello di Australopithecus; - quello di Homo. Australopithecus Alcuni Australopithecus (africanus) erano piccoli, si nutrivano di frutta e radici, che scavavano con pietre e rami. L’evoluzione di homo Homo Era alto circa un metro e mezzo e aveva lunghe braccia che gli permettevano di arrampicarsi sugli alberi. Aveva imparato a spezzare le pietre sbattendole una contro l’altra. Gli studiosi hanno chiamato questa pietra spezzata chopper. Tutti gli altri ominidi sapevano usare gli strumenti naturali (rami, sassi…); solo lui aveva inventato uno strumento che non esisteva in natura. Per questo gli studiosi lo hanno chiamato homo habilis. Le grandi estinzione di 2 milioni di anni fa In Africa, nella Rift Valley 2 milioni di anni fa il clima cominciò a cambiare e diventò più caldo. Alcuni ominidi riuscirono a modificare la loro nicchia ecologica e a sopravvivere, altri no. Per questo molti ominidi si estinsero. Gruppo B La diffusione di homo erectus Gli ominidi molto specializzati, cioè coloro che sapevano fare molto bene solo poche cose precise, sopravvivevano solo nel loro ambiente. Se questo si modificava non riuscivano a sopravvivere ed erano destinati all’estinzione come è accaduto per gli Australopitechi e gli Habilis che sapevano quindi costruire una sola nicchia ecologica. Invece gli ominidi poco specializzati, che sapevano fare molte cose, erano in grado di adattarsi ad ambienti diversi e a costruire tante nicchie ecologiche: avevano una dieta più varia e riuscivano a spostarsi con più facilità. Due milioni di anni fa alcuni ominidi poco specializzati si allontanarono dall’Africa e si avventurarono in Asia, dove impararono a sopravvivere nelle terre freddissime della Cina e in quelle calde e umide delle isole indonesiane. Altri ominidi poco specializzati si spostarono verso l’Europa, passando dalla Spagna fino a giungere in Italia. Questi ominidi erano alti, molto intelligenti, capaci di adattarsi a molti climi. Gli studiosi li chiamano Homo erectus. La tecnologia di homo ergaster Homo ergaster è il nome che gli storici hanno dato agli ominidi che potevano adattarsi a molti ambienti non solo perché avevano una dieta varia, ma anche perché possedevano una tecnologia superiore a quella degli altri ominidi. Essi erano in grado di lavorare meglio le pietre. Sceglievano le migliori, le scheggiavano accuratamente trasformandole in strumenti a punta che gli studiosi chiamano bifacciali. Con questi strumenti andavano a caccia, tagliavano le pelli degli animali, le cucivano e miglioravano le loro condizioni di vita. Il fuoco e la società Homo erectus ed ergaster viveva in piccole bande (circa 10 persone). Di giorno i maschi andavano a caccia e le femmine raccoglievano vegetali commestibili. Ciascuno portava il cibo all’accampamento e se lo mangiavano. Avevano scoperto come conservare il fuoco causato da fulmini, vulcani o incendi spontanei. Seduti intorno al fuoco, mangiavano, riposavano, costruivano strumenti, ripulivano le pelli dalla carne, in modo da usarle per coprirsi e ripararsi dal freddo. Forse comunicavano storie e avventure vissute con gesti e suoni. I piccoli giocavano lì intorno. Attraverso il gioco imparavano le tecniche di raccolta e di caccia: tutto ciò che serviva per creare la propria nicchia ecologica. Quando scendeva la notte la banda restava ancora sveglia intorno al fuoco: lì il gruppo elaborava la sua tradizione, fatta di tecniche di sopravvivenza attraverso racconti e giochi. La loro cultura era più complessa di quella degli altri ominidi e li rendeva quindi più forti, cioè più adattabili. Gruppo C Tanti tipi di Homo erectus. Con il passare del tempo, nelle diverse parti del mondo, gli ominidi costruivano culture e tradizioni molto diverse l'una dall'altra e così si formarono ominidi differenti fino ad arrivare un nuovo tipo di Homo: l’ Homo sapiens, con il cranio più voluminoso ed un cervello più grosso. Circa 200.000 anni fa, anche in Europa si diffuse un tipo di Sapiens particolare. Gli studiosi lo chiamano Uomo di Neandertal. Era basso e muscoloso. Aveva un cranio sviluppato, con la faccia prominente e i denti fortissimi per strappare la carne a morsi. Allora il clima era freddissimo. L'Europa era un'immensa distesa di praterie, popolata da orsi, mammut e renne. L'Uomo di Neandertal era un buon cacciatore, ma sapeva anche intagliare dei flauti di osso, i più antichi strumenti musicali che noi conosciamo. Homo sapiens moderno Circa 200.000 anni fa, si afferma in Africa un tipo di Sapiens diverso da tutti gli altri, con la faccia piatta e i denti molto piccoli. Aveva ossa più sottili e leggere degli altri ominidi, e perciò una muscolatura più debole. In compenso, aveva un cranio capace, un cervello grosso e, quindi, un'intelligenza più sviluppata. Gli storici chiamano questo nuovo tipo Homo sapiens moderno. Il cervello è un organo che consuma grandi quantità di energia, perciò Sapiens moderno ha bisogno di cibi energetici e quindi soprattutto di carne. Sapiens moderno aveva una grande tecnologia. Fabbricava ogni genere di strumenti. Intagliava ossa, pietre e conchiglie, con cui realizzava utensili, monili e gioielli. Si adornava di piume colorate e copricapi intessuti di conchiglie. Aveva imparato a usare l'ocra e altri coloranti, per disegnare e dipingere. Ancora oggi possiamo ammirare i dipinti che - a partire da 30.000 anni fa - furono realizzati in luoghi riparatissimi, come le caverne. Sapeva accendere il fuoco. Conservava il grasso degli animali, lo metteva dentro piccole pietre scavate e concave, e otteneva in questo modo delle lucerne. Si costruiva ripari di foglie, ossa, pietre e rami. Fabbricava ogni genere di arma: archi, frecce, lance, mannaie. Poiché sapeva parlare riusciva a coordinare il lavoro di molti individui, in modo da cacciare anche gli animali più grossi. Perciò Sapiens moderno era un superpredatore, in grado di nutrirsi con una grande varietà di vegetali e di uccidere ogni genere di animale. La scomparsa dell'Uomo di Neandertal e di Homo erectus L'adattabilità di Sapiens africano moderno era straordinaria. Egli si insediò in tutte le nicchie ecologiche africane, già occupate dai discendenti di Ergaster. Poi, circa 100.000 anni fa, alcune bande di Sapiens moderno cominciarono a spostarsi e a promuovere il popolamento della terra. ( vedi fase 2). Il Sapiens moderno giunse in Europa, il territorio abitato dall'Uomo di Neandertal circa 50.000 anni fa. Per migliaia di anni i due tipi di Homo convissero. Non sappiamo nulla dei loro rapporti. Osservando alcuni scheletri, che mostrano caratteri misti, alcuni studiosi formulano l'ipotesi che, in alcuni casi, i due tipi di ominide vissero insieme. Tuttavia, Sapiens moderno era un superpredatore, così capace nel reperimento del cibo, che non ne lasciava per gli altri ominidi. Perciò, circa 35.000 anni fa, si estinsero l'Uomo di Neandertal in Europa e l'ultimo Erectus in Australia. Da allora Homo sapiens moderno è l'unico ominide che vive sulla Terra. Noi siamo Homo sapiens moderno. Fase 5 Obiettivo: la nicchia dell’uomo che vive di caccia-raccolta -pesca. Cosa fa l’insegnante Cosa fa l’alunno Divide la classe in coppie (A,B) , assegna alla Forma la coppia, riceve la scheda ed ascolta. coppia la scheda sull’Homo Habilis (ALL. A) e spiega che serve per approfondire la conoscenza della società di raccolta, caccia e pesca. Chiede di leggere la scheda per estrapolare i dati con cui compilare la seguente tabella e di socializzarla con il compagno1 indicatori a) paesaggio b) clima c) insediamento sul territorio Legge la scheda e lavora con il compagno di coppia per compilare insieme la tabella. Homo….. 1 Anziché consegnare la scheda si può dare la tabella già elaborata e con icone già date o da ricercare dagli alunni ( dipende dal livello di età di riferimento) d) modi di procurarsi il cibo e) ruoli sociali Verifica le conoscenze acquisite ponendo domande sui dati forniti dalla scheda. Espone la tabella elaborata in coppia , ascolta le spiegazioni di quelle dei compagni ed annota. Invita a costruire un tabellone di classe in cui apporre la tabella. Compila con l’aiuto dei compagni il tabellone di classe. Raggruppamenti alunni: lavoro a coppia; gruppo classe. Metodo: cooperative- learning; lettura guidate; compilazione di tabelle; esposizione di conoscenze; dibattito orientato; attività di confronto e sintesi. Mezzi e strumenti: schede, cartellone, quaderno. All. A HOMO HABILIS ( per docente da facilitare per allievi) Tempo: 2 milioni di anni fa Spazio: Serengeti, nord della Tanzania (Africa centro-orientale ) l’altipiano di Serengeti, ai piedi di un maestoso vulcano, si apre una vastissima savana dal profilo mosso e irregolare, che in alcuni punti sprofonda in gole larghe e profonde scavate dalla millenaria erosione delle piogge. Il clima, a questa latitudine equatoriale ma in altura, è caldo umido nella lunga stagione delle piogge (l’estate), quando i fiumi stagionali formano laghi, stagni e paludi; caldo secco nella stagione secca (l’inverno). La savana è una distesa di erbe perenni (soprattutto graminacee*) e di arbusti, punteggiata da grandi alberi isolati di acacie, sicomori e baobab, e interrotta da boscaglie attorno ai corsi d’acqua. E’ un paesaggio verde e rigoglioso nella stagione delle piogge, giallo e brullo alla fine della stagione secca, ideale per i grandi animali sia erbivori che carnivori: le prede e i predatori. Lungo le rive di uno stagno della savana c’è ora l’accampamento di una banda di una ventina di HABILIS. E’ composto da quattro semicerchi di pietre accatastate e sormontate da frasche: più che capanne, sono semplici ripari provvisori per difendersi dal vento e dagli animali predatori, di giorno; di notte è più prudente stare sugli immensi rami dei baobab o dei sicomori, dove non possono arrivare il leone e la temibile tigre dai denti a sciabola [animale estinto, ndr.]. Nella stagione secca, quando il sole è ardente e la notte più fredda, la banda trova riparo in una delle tante caverne naturali delle gole vicine. I maschi adulti arrivano a un’altezza massima di m.1,35 e a un peso di kg.40, le femmine sono molto più piccole. Per la forma del cranio e per le lunghe braccia non appaiono molto diversi dai grandi babbuini che vivono qui. Sono quasi altrettanto agili nell’arrampicarsi sui grandi alberi della savana ma, a differenza di quelli, camminano in posizione eretta, con gli arti anteriori del tutto liberi. Gli Habilis hanno un’alimentazione onnivora, basata soprattutto su vegetali spontanei, e molto differenziata nel corso dell’anno. All’inizio della stagione delle piogge raccolgono i germogli, a stagione avanzata i fiori e i frutti; con l’avvio della stagione secca, i semi delle graminacee, pestati con pietre, poi i tuberi e le radici, estratti col bastone da scavo e triturati con pietre. Per distinguere tra centinaia di specie vegetali quelle più nutrienti da quelle non commestibili o, peggio, velenose, è necessaria una grande esperienza: a trasmetterla sono in particolare le donne, che più degli uomini si occupano della raccolta dei vegetali. Come in tutti i popoli di raccoglitori, esse fiutano, vedono, conoscono tantissime specie vegetali diverse Gli Habilis si cibano anche di larve e insetti (particolarmente nutrienti sono le termiti, anch’esse raggiunte col bastone da scavo), uova di uccelli e rettili. Inoltre essi riescono a procurarsi un po’ di carne, anche se non certo con la caccia. Non hanno infatti le caratteristiche dei grandi carnivori (leoni, giaguari, iene, ecc.), cioè scatto o forza fisica, artigli potenti o denti aguzzi. Sprovvisti di tutti questi requisiti, gli Habilis sono molto più adatti al ruolo di prede che a quello di predatori! Perciò la carne se la procurano con lo sciacallaggio, ovvero cibandosi delle carogne di animali morti naturalmente, o impadronendosi di parti di prede altrui. Lo fanno all’alba, quando i grandi predatori notturni hanno concluso la caccia: allora il gruppo di maschi Habilis si getta sulle carcasse non del tutto spolpate, cercando di anticipare gli “spazzini concorrenti”, cioè iene e sciacalli. Talvolta la banda, lanciando sassi e bastoni ma soprattutto grida stridule e insopportabili (in questo tutti i primati ** sono impareggiabili, anche per la loro estensione vocale), riesce a infastidire gli stessi predatori al punto da farli allontanare dalle prede appena cacciate. In queste rare occasioni il bottino è ben più abbondante. Ma tagliare rapidamente (prima del ritorno dei predatori) i pezzi di carcassa, o frantumare le ossa per estrarne il nutriente midollo sarebbe una impresa disperata per gli Habilis, sprovvisti di unghie e denti adatti: riescono a farlo perché, essi soli, sanno scheggiare ciottoli di selce, ottenendo i chopper, rudimentali utensili multi-uso (coltelli, asce, raschiatori). Dunque sono i maschi a procurare la carne, mentre un po’ tutti, ma soprattutto le femmine raccolgono i vegetali. A parte questo, il livello di organizzazione della banda appare limitato. Ad esempio quando i maschi tornano all’accampamento con le carcasse di animali, tutti, grandi e piccoli, si azzuffano per ottenere le parti migliori. Tra i maschi adulti, la zuffa prosegue poi per il possesso delle femmine: non c’era traccia, infatti, di rapporti stabili di coppia, e del resto tutta la banda si direbbe essere formata da consanguinei. C’è un maschio, forse il più forte o il più agile, che sembra dirigere con le sue stridule grida la conquista di carcasse animali, ma evidentemente la sua autorità non comporta anche una gerarchia nell’accoppiamento. Altre zuffe o forme di lotta, invece, sembrano avere carattere di gioco e si alternano a passatempi più tranquilli, quali lo spidocchiarsi reciprocamente (come usa tra le scimmie): è noto che tutti i primati sono animali molto socievoli. Le alte grida con cui la banda di Habilis cerca di infastidire i concorrenti o di allontanare i possibili predatori sono nettamente diverse da quelle che accompagnano le loro attività sociali all’interno del gruppo, ma nessuno di questi segnali vocali può essere definito linguaggio verbale. A maggior ragione, non c’è comunicazione con gli altri gruppi di Habils, o con gli ominidi di altre specie [vedi dopo] che popolano lo stesso ambiente. Del resto, tali incontri devono essere molto rari, data la bassissima densità demografica dei gruppi di ominidi (molto meno di 0,1/kmq) e i grandi spazi nei quali essi vagano. NOTE: (*) graminacee: famiglia di piante erbacee caratterizzate da fiori a forma di spiga e da frutti secchi, a forma di chicchi; appartengono a questa famiglia i cereali, molto ricchi di carboidrati e di proteine, cioè: grano, mais, riso, orzo, miglio, segale, avena, farro, sorgo. (**) primati: ordine di mammiferi cui appartengono le scimmie e le varie specie di ominidi, sia tutte quelle estinte sia la nostra (Homo Sapiens Sapiens), l’unica tuttora vivente. Fase 6 Obiettivo: interrelazione tra uomo e habitat Cosa fa l’insegnante Cosa fa l’alunno Propone di approfondire il rapporto uomoAscolta e risponde habitat con il gioco “ Lo scambio silenzioso” (All. A) e inizia a fare una serie di domande: Il conduttore del gioco pone domande di riscaldamento: Oggi quando vi serve qualche cosa dove andate? Che cosa accade nel supermercato? In che modo ottenete le cose che vi interessano? In cambio delle cose che volete cosa dovete dare? E in un mondo senza moneta come avviene lo scambio? …… Divide la classe in quattro gruppi denominate “bande” ed assegna a ciascuno quattro ambienti - savana - costa - foresta - montagna Chiede ai ragazzi di esplorare bene il proprio territorio e di scegliere cinque risorse che si pensa sia proficuo commerciare con altri gruppi e promuove il mercato tra bande. Entra nel proprio gruppo-banda; prende atto delle risorse del proprio ambiente e inizia il mercato Invita a riflettere sulla simulazione e chiede ai Riflette e scrive la storia con i suoi compagni bambini di scrivere una storia sulla traccia di quella vissuta dai clan del neolitico di gruppo una storia del proprio clan Ascolta le singole storie e richiama per analogia il ruolo dello storico il cui compito è quello di ricostruire il percorso di popolazione vissute milioni di anni fa servendosi di reperti (oggetti, grafiti…) Espone, ascolta, prende appunti. Raggruppamento lavoro: individuale, in piccolo gruppo. Metodi: osservazione di carta;attività ludica; metacognizione Mezzi e Strumenti: carte; questionari; schede. All. A “ Lo scambio silenzioso” Procedura del gioco 1 Azione: Il conduttore del gioco pone domande di riscaldamento: Oggi quando vi serve qualche cosa dove andate? Che cosa accade nel supermercato? In che modo ottenete le cose che vi interessano? In cambio delle cose che volete cosa dovete dare? E in un mondo senza moneta come avviene lo scambio? Sintesi: quando non ci sono soldi lo scambio avviene tramite il baratto 2 Azione- Il conduttore del gioco scrive alla lavagna la parola “ risorsa” e chiede ai bambini: Chi vive sulla costa quali animali vede nel mare ? E chi vive in montagna? Sintesi: ogni luogo ha risorse legate al proprio habitat 3 Azione. Il conduttore del gioco chiede ai bambini di immaginare di essere degli uomini che non hanno ancora scoperto come si coltivano le piante e come si addomesticano gli animali e chiede loro: Cosa fate per procurarvi ciò che vi serve? Con cosa cacciate e con che cosa raccogliete? Sintesi: l’uomo si sposta in base alle risorse. 4 Azione Il conduttore del gioco divide la classe in quattro gruppi e assegna a ciascuno un ambiente di riferimento: savana costa foresta montagna Immagini da mettere Il conduttore del gioco invita i bambini ad osservare l’ambiente loro assegnato e ad immaginare di essere persone che vivevano tanto tempo fa, prima dell’esistenza delle monete e prima ancora dell’addomesticamento degli animali e dei vegetali. 5.Azione Il conduttore del gioco invita i bambini a dare il nome di una “banda” al proprio gruppo, precisando che la banda più abile potrà accumulare più risorse. 1. Azione Il conduttore del gioco chiede ai ragazzi di esplorare bene il proprio territorio e di scegliere cinque risorse che si pensa sia proficuo commerciare con altri gruppi mettendo una x vicino alle cinque risorse. Minerali Vegetali Animali □ sale □ selce □ pietre dure colorate □ alghe □ canne □ rami e tronchi di alberi □frutti □ erbe mediche □ funghi □ noci e nocciole □ radici □ tuberi □ resine □ crostacei □ api □ cervi □ polvere per colori □ □ □ □ □ □ □ □ □ □ □ □ Risorse ricavate da animali □ miele □ zanne da elefante □ uova pesci elefanti tartarughe serpenti molluschi scimmie cinghiali vermi e lumache uccelli lepri e conigli antilopi bufali □ □ □ □ □ □ □ □ pelli gusci di tartaruga conchiglie piume di uccelli corna tendini denti 7.Azione Il conduttore del gioco invita a scegliere tre strumenti o oggetti lavorati che si possono costruire nel proprio ambiente al fine di scambiarli con gli altri gruppi che non hanno la possibilità di produrli perché nel loro territorio non ci sono le materie prime necessarie. strumenti □ bastoni □ archi e frecce □ lance □ canestri □ pellicce □ aghi sono fatti di …… sono fatti per… □ □ □ □ □ □ □ ami tamburi borse cuoio monili coltelli raschiatoi 8.Azione. Il conduttore del gioco invita ciascun gruppo a disegnare risorse e strumenti prescelti per lo scambio in dei post-it e li invita a portarli nel banco del “mercato” creato al centro dell’aula scolastica con l’unione di quattro banchi in cui esporre la mercanzia. Chi vuole comprare acquista tramite post-it e il conduttore del gioco riporta alla lavagna gli esiti dello scambio assegnando un punteggio a ciascun gruppo in base ai risultati dello scambio; risulta vincitore il gruppo che è riuscito a collocare le sue merci così da poterne acquistare altre per i suoi bisogni. 9.Azione. Il conduttore del gioco invita gli allievi a illustrare la propria storia di gruppo precisando che il loro racconto è la narrazione storica di un clan del neolitico. La nostra banda vive nell’ambiente ……………………………………………………………………………………………………. Le risorse abbondanti della nostra area sono …………………………………………………………………………………………………….. Gli strumenti che noi possiamo costruire sono ……………………………………………………………………………………………………… Le nostre merci più preziose, cioè quelle che riusciamo a scambiare con altre bande sono ………………………………………………………………………………………………………. Con alcune bande lo scambio è buono, con altre bande abbiamo delle difficoltà ………………………………………………………………………………………………………… Forse, in futuro, cercheremo di fare amicizia con la banda che vive…………………… perché………………………………………………………………………………………………… Vorremo fare la guerra contro la banda che vive nell’ambiente………………………………. Perché………………………………………………………………………………………………… 9. Azione. Il conduttore del gioco invita a riflettere sulla simulazione e chiede ai bambini di scrivere la loro storia reale sulla traccia di quella narrata dai clan del neolitico Fase 7 Obiettivo: modificazione dell’ambiente e costruzione di nicchie ecologiche convenienti alla società di agricoltori e pastori. Cosa fa l’insegnante Cosa fa l’allievo Propone la lettura il testo su “ I cambiamenti climatici e la società di agricoltori e pastori” ( liberamente tratto da A. Brusa Il racconto delle grandi trasformazioni Paravia Mondadori 2001 Tomo A1 pp. 32 e 33.) (All. A) Ascolta. Divide la classe in coppie(A e B) ed assegna ad il compito di sottolineare i concetti i concetti-chiavi del testo e a B di costruire un Mappa. Elenca, con il proprio compagno. i concettichiave del testo e li rappresenta in una Mappa. Invita una coppia ad esporre il proprio lavoro e a confrontarlo con gli altri. Confronta il proprio lavoro con quello dei compagni. Invita i gruppi a concordare un unico elenco di concetti. Elabora un elenco di concetti-condivisi. Partecipa alla costruzione della mappa e la L’insegnante legge ad alta voce l’elenco di trascrive sul quaderno. concetti, lo corregge e costruisce, su un cartellone, una mappa condivisa che evidenzi come la rivoluzione agricola rappresenti un processo di adattamento richiesto dalle nuove condizioni di vita. Raggruppamento lavoro: per piccoli gruppi, gruppo classe Metodi: lettura guidata; attività di consolidamento di concetti; attività di confronto ( briefing); attività di schematizzazione di concetti. Mezzi e Strumenti: testo; quaderno, cartellone. All.A “ I cambiamenti climatici e la società di agricoltori e pastori” Circa 15.000 anni fa i cacciatori e i raccoglitori avevano raggiunto la massima espansione territoriale. Erano circa cinque milioni e sfruttavano ogni ambiente al quale riuscivano ad adattarsi. In quel periodo il clima della Terra cominciò a riscaldarsi. Stava terminando il periodo che gli studiosi chiamano: grande glaciazione. Con l'aumento del caldo e delle piogge, le foreste cominciarono a espandersi. Contemporaneamente diminuirono le sterminate praterie, dove vivevano i grandi mammiferi, le prede preferite dei cacciatori. Perciò, c'era sempre meno carne a disposizione. Per superare la crisi provocata dalla fine delle glaciazioni, i cacciatori e raccoglitori inventarono un nuovo rapporto con l'ambiente. Fino ad allora, i gruppi umani avevano costruito nicchie ecologiche utilizzando le opportunità offerte dal territorio dove si stabilivano. Vivevano, cioè, in un determinato ambiente senza portare grandi elementi di novità. Quando iniziarono ad addomesticare animali e vegetali, conquistarono il potere di modificare l'ambiente e di costruire le nicchie ecologiche a loro più convenienti utilizzando nuove tecnologie. Portavano con sé gli animali e le piante di cui avevano bisogno, e le introducevano negli ambienti in cui decidevano di abitare. Circa 10.000 anni fa incominciò, dunque, un nuovo periodo che gli storici chiamano Neolitico, che vuoi dire "tempo della pietra nuova", cioè levigata e non più solo scheggiata. Il periodo precedente, invece, si chiama Paleolitico che vuol dire "tempo della pietra vecchia" All. B MAPPA Dopo grande glaciazione NICCHIA ECOLOGICA legata a AMBIENTE e TECNICA di addomesticamento di vegetali ed animali Fase 8 Obiettivo: organizzazione della società di pastori, agricoltori, cacciatori come modello ecologico in interazione con l’ambiente Cosa fa l’insegnante Presenta la carte tematica relativa alla domesticazione dei vegetali ( All. A) e la narra. Cosa fa l’allievo Ascolta Consegna la fotocopia sia della narrazione che della carta e chiede di integrare il testo con i dati presenti nella carta. Esegue il compito. Invita a fare una ricerca in internet e nel sussidiario sulle graminacee e sul ciclo delle piante. http://it.encarta.msn.com/encyclopedia Fa la ricerca in internet e sul sussidiario 761573063/Graminacee.html Chiede di esporla e la corregge con una discussione di classe Presenta la carte tematica relativa alla domesticazione degli animali ( All. B) e la narra. Consegna la fotocopia sia della narrazione che della carta e chiede di integrare il testo con i dati presenti nella carta. Verifica le conoscenze acquisite attraverso la compilazione di un questionario. - Che cosa fece l’uomo per ovviare alla mancanza di carne? - Come vennero selezionate le graminacee - In quali nicchie ecologiche avvenne il processo di domesticazione dei vegetali? Come mai? - Come fecero i cacciatori a selezionare le La espone e integra e/o corregge la propria ricerca. Ascolta Esegue il compito. Risponde al questionario. - specie animali per la domesticazione? Quali animali vennero addomesticati? Come mai? Legge alcune prove e le corregge ed integra tenendo conto del parere della classe. Prende coscienza del proprio grado di preparazione e si autocorregge. Divide la classe in coppie (A,B) assegna il brano:“Le nuove tecnologie” (da A. Brusa Il racconto op.cit pag.32 ) .( All. C) Osserva ed ascolta. Invita A a sottolineare i concetti chiave e B a disegnarne il contenuto Esegue il compito Passa tra i banche e corregge la prova. Prende coscienza del proprio grado di preparazione e si autocorregge. Ascolta ed osserva. Espone in un cartellone la zona della mezzaluna fertile in cui è avvenuta la cosiddetta rivoluzione agricola illustrandone le caratteristiche. ( pag. 33) ( All. D) Raggruppamento alunni: lavoro in coppia, individuale, in gruppo classe. Metodo: cooperative learning; lettura finalizzata, estrazione di concetti chiave: elaborazione di mappa riassuntiva, osservazione di carte tematiche esposizione di conoscenze, dibattito orientato, compilazione di questionari ed elaborazione di testi. Mezzi e strumenti: testi, carte tematiche, cartellone, quaderno. All. A La domesticazione dei vegetali Narrazione I gruppi umani si dedicarono con più cura alla raccolta dei vegetali. Sceglievano i luoghi dove si concentravano naturalmente le piante commestibili, come le graminacee. I raccoglitori si insediavano vicino a questi campi spontanei, e li proteggevano dagli animali con siepi e palizzate. Per strappare gli steli, avevano inventato il falcetto. Tagliavano le spighe e le portavano nell'insediamento. Qui le conservavano in grande quantità, e razionavano il loro consumo in modo che potesse bastare per tutto l'anno. Le graminacee che nascevano spontaneamente avevano in genere spighe con pochi semi, molto leggere. Furono i raccoglitori specializzati che, senza saperlo, selezionarono le graminacee con spighe più ricche di semi. Infatti, lavorando con il falcetto, riuscivano a tagliare solo le piante diritte. Quelle curve per il peso delle spighe restavano nel campo e da esse nascevano, l'anno successivo, le nuove piante. Ma quelle piante erano curve proprio perché avevano spighe più pesanti e ricche. Quindi, anno dopo anno, i raccoglitori ottenevano dai campi spighe sempre più cariche di semi. Fu così che, con il passare del tempo, l'uomo addomesticò i campi selvaggi, e creò delle specie vegetali che non esistevano in natura. Questo processo, chiamato di domesticazione dei vegetali, avvenne in molte parti del mondo. A seconda delle diverse nicchie ecologiche, i raccoglitori ottennero delle piante diverse: il grano e l'orzo in Occidente (10.000 anni fa), il miglio e il riso in Cina (7000 anni fa), il mais in America centrale (6000 anni fa). ALL. B La domesticazione degli animali- Narrazione Di ritorno dalle loro spedizioni, i cacciatori portavano a volte dei cuccioli, trovati vivi nella foresta o nella prateria, che spesso erano mangiati. A volte, però, erano lasciati vivi, legati o rinchiusi in recinti. Servivano per far giocare i bambini. Quando crescevano, spesso i cuccioli diventavano aggressivi e pericolosi. Allora o scappavano o venivano uccisi. Ma qualcuno si abituava alla vita con gli uomini e restava nell'accampamento. Quando questi cuccioli crescevano, avevano a loro volta dei piccoli: quelli più docili restavano. Gli altri fuggivano. Così, senza saperlo, i cacciatori selezionavano le specie più mansuete e più adatte alla vita con gli uomini. I primi animali domestici furono il cane e la pecora (10.500 anni fa). Presso gli insediamenti i cacciatori costruivano recinti, nei quali gli ovini addomesticati venivano messi al riparo dagli animali feroci, mentre i cani facevano la guardia. Quando gli uomini capirono che gli animali potevano essere addomesticati, provarono a rendere mansueta ogni specie. Alcune volte gli esperimenti riuscirono e nacquero così le nostre specie domestiche: i maiali e le capre (9500 anni fa); il bue (8500 anni fa); le api e i cavalli (5000 anni fa). Cercarono di addomesticare anche cammelli, renne, uccelli, ghepardi e gazzelle. A volte animali già addomesticati tornarono allo stato selvaggio ed è il caso delle gazzelle e dei ghepardi. Altre volte furono gli uomini stessi a rinunciare all'impresa, ed è il caso di tutti gli animali feroci, escluso il gatto. All.C Le nuove tecnologie. Per addomesticare i vegetali e gli animali, i gruppi di raccoglitori specializzati realizzarono ancora molte innovazioni. Per accudire ai campi, occorrevano gruppi di individui molto numerosi. Perciò si costruirono capanne, addossate l'una accanto all'altra, protette da una palizzata o da una muraglia. Nacquero così i primi villaggi. Per trasportare le spighe, si intrecciavano canestri e, per conservarle, si scavavano dei silos. I silos, poi, venivano ricoperti di fango spalmato che, seccato, permetteva una buona conservazione. Quando un incendio distruggeva il villaggio, il fuoco cuoceva il fango e lo rendeva durissimo. Osservando questo evento, gli abitanti dei villaggi impararono a modellare dei recipienti in argilla tenera, a cuocerli dentro le fornaci per indurirli. Nacque in questo modo la tecnica della ceramica. Gli abitanti dei villaggi scavavano dei canali, per convogliare l'acqua piovana verso le cisterne. In questo modo avevano sempre disponibilità di acqua, anche nella stagione secca. E per scavare, inventarono un nuovo strumento: la zappa. Queste innovazioni non avvennero tutte nello stesso luogo. Spesso si verificarono in luoghi lontani tra loro. I gruppi che erano in contatto fra loro se le scambiavano, e creavano - con il passare del tempo - una tecnologia complessa, fatta di molte conoscenze e innovazioni. All. D Un luogo favorevole agli scambi. Narrazione. Il Vicino Oriente è una regione bagnata da cinque mari: il mar Mediterraneo, il mar Rosso, il mare del golfo Persico, il mar Nero e il mar Caspio. È una regione varia, nella quale si trovano ambienti molto diversi tra loro. Ci sono deserti, steppe e altopiani dove piove raramente. Ci sono colline, catene montuose, valli e laghi, boschi, paludi, pianure attraversate da fiumi grandissimi. A nord, sui monti dell'Armenia coperti di neve, fa freddo; a sud il caldo è torrido. A ciascuno di questi ambienti si era adattato un gruppo umano. Ognuno aveva costruito una propria nicchia ecologica, con tecniche e cultura particolari. Ma, poiché tutti vivevano nella stessa regione, uno vicino all'altro, questi gruppi comunicavano tra loro e si scambiavano le innovazioni. E così, con il passare del tempo, crearono una cultura di tipo nuovo. Questo fu proprio ciò che accadde, circa 8000 anni fa, in un luogo che gli storici chiamano Mezzaluna fertile. Fase 9 Obiettivo: problematizzazione del rapporto tra cultura – ambiente-economia Cosa fa l’insegnante Cosa fa l’alunno Presenta un cronogramma dei diversi modelli di società passati ed attuali per focalizzare l’attenzione sulla necessità di superare una visione lineare della storia nell’integrazione tra tempo e spazio. Ascolta, pone domande di chiarimento per superare una visione tradizionale della storia come successione lineare. Divide la classe in gruppi di tre allievi (A,B,C) e assegna a ciascun allievo una scheda relativa a : - Villaggio neo-litico (A) - Boscimani (b) - Beduini ( C ) Forma il gruppo e riceve la scheda. Chiede di leggere la propria scheda nel gruppo di base (A,B,C) e di e di approfondirla con il gruppo degli esperti (A,A,A; B,B,B; C,C,C) e di trasferire i dati raccolti nella griglia già elaborata per l’homo abilis. Legge la propria scheda, la approfondisce con il gruppo degli esperti con i quali compila la scheda relativamente alle voci paesaggio, clima, insediamento nel territori, modi di procurarsi il cibo, ruoli sociali. Verifica le conoscenze acquisite ponendo domande sui dati forniti dalle schede. Risponde e prende coscienza della proprio incremento cognitivo. Invita ad apporre nel tabellone di classe in cui c’è già la scheda dell’homo abilis le nuove tabelle accostandole tra loro in modo da favorire un confronto. Compila con l’aiuto dei compagni il tabellone di classe. Accosta le quattro tabelle e le pone su un cartellone di classe. Pone domande del tipo: - Quali differenze notate tra i diversi gruppi umani in relazione agli indicatori esaminati? - Quali analogie e tra chi? - Quali tipi di società economiche emergono dagli esempi? Risponde a turno e arricchisce la propria conoscenza attraverso il parere degli altri Chiede di completare il tabellone evidenziando i tre modelli di economia: raccolta-caccia, allevamento, agricoltura. Fa riflettere sull’interazione tra economica – habitat (clima e paesaggio )- cultura con una serie di domande stimolo: - Come mai i beduini non praticano l’agricoltura? - Come mai nel villaggio neolitico si coltivano campi ed orti? - Come mai l’Homo habilis non attua la caccia? - ………………………… Risponde alle domande e arricchisce le proprie idee attraverso la discussione di classe. Divide la classe in tre gruppi (A,B,C) con i Forma il gruppo, assume di rappresentare un seguenti ruoli ( All.A) : modello di società e partecipa al role-play 1. raccolta-caccia gruppo A assumendo le parti assegnate. Prende 2. allevamento gruppo B coscienza del proprio gradi di preparazione in 3. agricoltura gruppo C riferimento alle tesi sostenute. Invita ciascun gruppo a realizzare un roleplay sulla base della seguente traccia: - presentare i vantaggi della propria condizione; - enfatizzare gli aspetti negativi della condizione degli altri due gruppi/modelli di strategie; - cercare di controbattere efficacemente alle critiche ricevute dagli altri gruppi. Svolge la funzione di moderatore del dibattito, valutando in ciascuna fase l’efficacia degli argomenti dei 3 gruppi e assegnando alla fine la vittoria al gruppo che ha portato argomenti più convincenti (e meglio sostenuti). Raggruppamento alunni: lavoro con gruppo classe; in piccolo gruppo. Metodo: attività di cooperative learning; discussione orientata, role-play Mezzi e strumenti: spazio organizzato per gioco didattico. All. A ALL A • • • La rappresentazione più elementare della storia mostra insieme i tre modelli di società: caccia e raccolta/agricoltura e allevamento/industria La coordinata dello spazio di obbliga a porre la questione della contemporaneità La rappresentazione del mondo attuale ci mostra la compresenza dei tre modelli ALL. B Schede prelevate da :“Societa’ pre-neolitiche e societa’ agro-pastorali: ambienti e strategie di sopravvivenza” Modulo geo-storico di Cesare Grazioli Schede; Homo abilis, Beduini, Villaggio neolitico; Boscimani. INDICATORI a) Paesaggio b) Clima c) Insediamento sul territorio d) Modi di procurarsi il cibo e) Ruoli sociali INDICATORI a) Paesaggio BOSCIMANI ( metà del secolo XX) Steppa: è un grande altipiano cosparso di arbusti spinosi e da acacie, alberi dalle foglie aghiformi. (Kalahari- nord del Sud-Africa.) Semi-arido: una stagione totalmente secca e una di scarse piogge. Accampamento comune. Tende. Raccolta e caccia. Archi lunghi meno di un metro, frecce avvelenate per colpire facoceri, antilopi, gazzelle, gnu, lepri e porcospini. Bisacce per mettere bulbi, tuberi e bacche. Gusci di tartaruga come contenitori di acqua.. I maschi cacciano le prede; le donne raccolgono tuberi,bulbi, bacche, frutti selvatici BEDUINI( metà del secolo XX) Deserto: altipiano impenetrabile alle correnti umide marina. A sud completamente vuoto e b) Clima c) Insediamento sul territorio d) Modi di procurarsi il cibo e) Ruoli sociali INDICATORI a) Paesaggio b) Clima c) Insediamento sul territorio d) Modi di procurarsi il cibo e) Ruoli sociali desolato, al centro suolo calcareo indurito, a nord sabbioso, con dune e oasi. (penisola Araba) Arido: temperatura media di 20° con forte escursioni tra giorno e notte. Più fresco il periodo da gennaio a marzo, più caldo ad aprile che coincide con l’estate. Tenda rettangolare nera , larga da 3 a 6 metri e lunga da 10 a 15. Allevamento di cammelle, commercio e razzie con armi ottenute dagli scambi. Strumento di spostamento il dromedario. ……………………………… Un villaggio neolitico ( 6000 a.C.) Savana – steppa. A nord le graminacee spontanee della savana, tra cui il grano; a sud tra il Tigri e l’Eufrate piene violenti ed irregolari dei fiumi . Tropicale : estate asciutta ma pioggia in tutte le altre stagioni. Accampamenti stabili: villaggi. Capanne di forma rettangolare , con le pareti di mattoni e il tetto di canne. Palizzata a difesa del villaggio. Orti e campi coltivati. Forno di villaggio. Agricoltura. Zappa in pietra con il manico di legno, falci di pietra levigata, bastoni per battere i semi, mortai per macinare, setacci per vagliare il grano. Coltivazione di grano, fave, piselli e ortaggi. Caccia e allevamento di capra per avere latte e lana. Artigianato: giare e vasi di ceramica. Società retta dal gruppo degli anziani capifamiglia che rappresenta l’autorità. Da mettere a confronto con quella precedentemente elaborata nella fase n.6 INDICATORI HOMO HABILIS ( 2 milioni di anni fa) a) Paesaggio Savana: distesa di erbe perenni e di arbusti, . punteggiata da grandi alberi isolati di acacie, sicomori e baobab (nord della Tanzania) b) Clima Tropicale: caldo umido nella lunga stagione delle piogge (estate) ; caldo secco nella stagione secca (inverno) c) Insediamento sul territorio Accampamento composto da quattro . d) Modi di procurarsi il cibo e) Ruoli sociali semicerchi di pietre accatastate e sormontate da frasche Raccolta e sciacallaggio. Pietre per pestare semi e triturare radici e tuberi;bastoni da scavo per estrarre radici;fiuto per selezionare vegetali; ciottoli di selce, i coppe,rudimentali ciottoli multi-uso (coltelli, asce, raschiatori) per tagliare i pezzi di carcassa di animali uccisi dai grandi predatori. I maschi procurano la carne mentre le donne hanno il compito di raccogliere i vegetali e di distinguere tra le specie vegetali quelle più nutrienti da quelle non commestibili o velenose. All. C GIOCO DI RUOLO 1 Azione. Sulla base delle schede estrapolate dal modulo di Cesare Grazioli il conduttore del gioco divide la classe in tre gruppi (A,B,C) a cui assegna il ruolo di membri di tre specifici gruppi sociali : al gruppo A - raccolta-caccia al gruppo B - allevamento al gruppo C- agricoltura 2 Azione Il conduttore del gioco invita ciascun gruppo a realizzare un role-play sollecitandoli a : presentare i vantaggi della propria condizione; enfatizzare gli aspetti negativi della condizione degli altri due gruppi/modelli di strategie; cercare di controbattere efficacemente alle critiche ricevute dagli altri gruppi. 3. Azione Il conduttore del gioco svolge la funzione di moderatore del dibattito, valutando in ciascuna fase l’efficacia degli argomenti dei 3 gruppi e assegnando alla fine un riconoscimento al gruppo che ha portato argomenti più convincenti (e meglio sostenuti Fase 10 Obiettivo: la formalizzazione del concetto di nicchia ecologica. Cosa fa l’insegnante Cosa fa l’alunno Ricostruisce in un cartellone alcune tappe Partecipa alla costruzione della linea del nella linea cronologica che va da 2 milioni di tempo recuperando i dati studiati. E la anni fa al 3.550 a.C. ponendo agli allievi alcune domande del tipo: - Dove si sono trovati i reperti degli ominidi? - Come mai in questa zona? - Come viveva l’homo habilis? - Quando termina la grande glaciazione? - Quando gli uomini addomesticano gli animali? - Quando e dove inizia l’agricoltura? - ……………………………. registra nel proprio quaderno. Ricostituisce le coppie a cui assegna : - Pastori, agricoltori, cacciatori, raccoglitori ( dal testo A. Brusa Il racconto op.cit. pp.pag.38) chiedendo a B di leggere e sottolineare i concetti chiave e ad A di elaborare la mappa riassuntiva. ( All. A) Studia invertendo i ruoli rispetto al precedente lavoro di coppia. Chiede di esporre la mappa riassuntiva del paragrafo e la corregge o integra sul parere del gruppo classe. Assegna alla coppia: - Il mondo si suddivide in regioni ( dal testo A. Brusa Il racconto op.cit. pp.pag.39) ( All. B) invitando a fermare in un planisfero muto i dati del brano. Espone e ascolta, integrando o correggendo il proprio lavoro. Legge e ferma con il proprio compagno in un planisfero muto i dati del brano. Espone un planisfero da riferire al neolitico e invita a colorare con tonalità diverse: - le aree del mondo abitate dai contadini - le aree del mondo occupate dai pastori nomadi - le aree del mondo abitate da cacciatori. Colora con il parere del gruppo- classe le diverse zone del mondo distinguendole per tonalità . Invita a cogliere l’intreccio tra clima, paesaggio, tecnica, economia nella distribuzione della popolazione e a dare una definizione di Nicchia ecologica attraverso una Mappa. Percepisce le interazioni tra clima, paesaggio, tecnica ed economia e rappresenta in una Mappa la definizione di Nicchia ecologica. Raggruppamento alunni : lavoro con gruppo classe, a coppi, individuale. Metodo: costruzione di grafici temporali; analisi di testi; estrazione di concetti-chieve, elaborazione di Mappe; osservazione e costruzione di carte tematiche; definizione di concetti. Mezzi e strumenti: cartellone, testi, planisfero. ALL. A Pastori, agricoltori, cacciatori, raccoglitori Mentre nella Mezzaluna fertile nascevano le prime società basate sull'agricoltura, in altre parti del mondo altri gruppi umani imparavano a vivere sfruttando l'addomesticamento degli animali; ma rimanevano delle zone in cui gli uomini cacciavano e raccoglievano. Così alla fine del IV millennio la storia dell'umanità si divise in tante storie. La maggior parte del mondo era popolata da gruppi di cacciatori e raccoglitori, che continuavano nel loro modo di vita derivato da una tradizione millenaria. Questi gruppi, a volte, entravano in contatto con i contadini e i pastori, cedevano loro pellicce, carne secca o pesce, e ricevevano in cambio manufatti e strumenti raffinati. Conducevano una vita comoda, quando avevano a disposizione grandi spazi. I loro problemi cominciavano, invece, quando i contadini o i pastori sottraevano loro i territori di caccia e di raccolta. Il nome con il quale chiamavano se stessi era, generalmente, "gli uomini". In alcune regioni del mondo, invece, gli agricoltori avevano cominciato a trasformare profondamente il territorio. Lo canalizzavano, lo aravano, abbattevano i boschi e seminavano piante nuove. Costruivano grandi insediamenti, ben visibili: villaggi e città; perciò erano sedentari. Avevano bisogno dell'amministrazione e dei re, per essere governati. Controllavano il loro territorio con eserciti e cercavano di impedire ad altri di insediarvisi. Consideravano se stessi civili, e ritenevano che gli altri - i pastori e i cacciatori - fossero barbari e incivili. Infine, c'erano i pastori nomadi. Vivevano in grandi tribù e percorrevano spazi a volte immensi, fra una zona sedentaria e l'altra. Oppure si inoltravano in terre dove gli agricoltori non riuscivano a far crescere le loro piante addomesticate. Consideravano i sedentari con un senso di superiorità, perché li vedevano lavorare incessantemente. Al contrario, loro - i nomadi - si limitavano a sorvegliare i loro armenti. Le greggi richiedono meno cure dei campi. Infatti, è sufficiente portarle al pascolo e difenderle dai predatori. I pastori ricavavano dalle loro greggi molte risorse: latte, carne, pelli, lana. La loro alimentazione, quindi, era ricca e saporita e, inoltre, avevano materiali per indumenti e tende. Erano tutti guerrieri, e disprezzavano i contadini, che - a loro dire - non sapevano impugnare le armi e dipendevano, per la loro difesa, dai soldati. Non costruivano templi, dove portare cibi e offerte. Non avevano sacerdoti, offrivano direttamente al loro dio gli animali migliori, per ottenere protezione, pascoli e piogge regolari. Dunque, il nomadismo e la sedentarietà sono due forme di società che differiscono tra loro per molti aspetti: la tecnologia, il rapporto con l'ambiente, l'organizzazione sociale e la vita culturale. All. B Il mondo si suddivide in regioni. Alla fine del IV millennio in alcune regioni della terra le prime società sedentarie cominciarono a organizzarsi in modo più complesso. Nell'antico continente, le due principali aree di sedentarizzazione si trovavano a Occidente e a Oriente. A Occidente, le società agricole si diffusero soprattutto lungo i fiumi: il Danubio, in Europa; il Nilo, in Africa; il Tigri e l'Eufrate nel Vicino Oriente, e l'Indo nella penisola indiana. Qui si stanziarono popolazioni che coltivavano soprattutto grano e orzo. Anche in Oriente le grandi civiltà sedentarie cominciarono a organizzarsi lungo i fiumi: lungo il fiume Giallo (Huang Ho) a nord, si stabilirono le civiltà del miglio; lungo il fiume Azzurro (Yangtzu Chiang) quelle del riso. Fra queste due grandi aree di sedentarietà si estendevano le praterie sconfinate dell'Asia centrale, dove si muovevano migliaia di tribù nomadi, al seguito di greggi di ovini e di bovini. Nel continente americano, invece, le società sedentarie si concentrarono nella parte centrale e si basavano sulla coltura del mais. Non si svilupparono, invece, le società nomadiche. Probabilmente ciò accadde perché i superpredatori umani erano così esperti e numerosi che distrussero i grandi mammiferi, come gli equini e i bovini, senza riuscire ad addomesticarli. Perciò, la restante parte di quel continente era popolata da cacciatori: dalle foreste pluviali, nel cuore dell'America meridionale, fino alle praterie dell'America settentrionale e alle terre gelate del nord. Lontano, al capo opposto dell'Europa, l'Australia era percorsa unicamente da bande di cacciatori e raccoglitori. Fase 11 Obiettivo: Verificare il livello di competenza raggiunto. Cosa fa l’insegnante Cosa fa l’allievo Compito in situazione. Esegue il compito in situazione. Fornire agli allievi la descrizione di uno spazio del territorio locale ( giardino, orto, piazza….) i dati dello spazio oggetto di studio gli elementi caratterizzanti quel dato spazio Chiedere come problem-solving di: tracciare le relazioni di interdipendenza che caratterizzano quel dato territorio Raggruppamento alunni:lavoro individuale Metodo: metacognizione, transfert, problem solving Mezzi e strumenti: scheda dati; foglio.