OLIVICOLTURA COLTIVAZIONE, POTATURA, INNESTO E RACCOLTA Gian Paolo Cipriani Dottore Agronomo BREVE INQUADRAMENTO STORICO • L’origine della coltivazione dell’olivo coincide con lo sviluppo delle popolazioni stanziate nel Bacino Meditarraneo • Originario del Mediterraneo orientale, i primi reperti storici risalgono al III millennio a.C. in Siria, per poi diffondersi in Grecia, Italia, Libano, Israele e Nord Africa • La coltivazione dell'olivo è sicuramente attestata in siti archeologici databili al 3500 a.C. sotto forma di noccioli di grandi dimensioni e di numerosi carboni di legno d'olivo, usato per il fuoco o come materiale da costruzione. Talvolta questi resti sono presenti in aree semidesertiche dove l'olivo non avrebbe potuto crescere spontaneamente e quindi testimoniano dei primi sforzi umani per diffondere l'olivo coltivato • Si può affermare che, nella storia, esista un rapporto diretto tra sviluppo civile ed olivicoltura in tutta le civiltà dell'area del mediterraneo: la coltivazione dell'olivo e la produzione di olio sono tipiche di società stabili, dotate di organizzazione politica ed economica ben definita; questo perché sono richieste conoscenze agricole e tecniche di lavorazione approfondite. La distribuzione dell'olivo nel mediterraneo ha subito nei secoli vicende alterne seguendo la variazione delle condizioni politiche sociali economiche. • LE ZONE OLIVICOLE: durante l'evo antico, l'olivicoltura presente era distribuita lungo la Grecia, l'odierna Turchia e la Palestina.. • Coltura , diffusione e scritture riguardanti l'olivo: alla coltura dell'olivo si dedicarono soprattutto gli abitanti dell'Asia minore e i Greci che contribuirono anche alla sua diffusione nel resto d'Europa e non solo. • La coltura dell'olivo si è prima estesa alle isole greche, soprattutto a Rodi, Cipro, Creta e da qui in tutti i paesi del mediterraneo, dove ha trovato una più ampia collocazione, come abbiamo potuto constatare. • Attualmente la superficie mondiale olivicola si stima essere di ca. 10 milioni di Ha in costante aumento • I principali produttori mondiali di olio sono: – Spagna e Italia con più di 2 milioni di Ha ciascuno – Tunisia, Portogallo con ca 1 milione di Ha ciascuno – Quindi Gracia, Turchia, Marocco, Siria, Algeria, Libia – Infine Australia, Sud-Africa, Cile, USA, Cina Degli 800 milioni di piante di olivo esistenti oltre il 90% viene coltivato nel bacino del mediterraneo, e tra i paesi produttori l'Italia è protagonista assoluta Olivicoltura in Italia e in Lombardia • Le principali regioni a vocazione olivicola sono: Puglia, Calabria e Sicilia • In Lombardia esistono ca. 4000 Ha di SAU ad oliveto di cui 3000 Ha produttivi, distribuiti principalmente sulle sponde dei Laghi di Garda, Iseo, e di Como. • E’ la classica “produzione di nicchia” ma ha un elevato valore paesaggistico ambientale Quadro statistico Numero produttori 3000 Olive prodotte (t) 3600 Oliveti produttivi 3000 Olio ottenuto (t) 530 Superficie media (Ha) 1,00 Olive/Ha (kg) 1200 Olive/pianta (kg) 10,3 Olio/Ha (kg) 177 Piante di olivo totali 350.000 Piante/Ha 138 Mq/pianta 72 Olio/Pianta (kg) 1,5 Piante /produttore 350 N° frantoi 27 • L’olivicoltura della Lombardia presenta delle caratteristiche, sia come filiera nazionale sia come produzione a livello regionale. Si tratta di una realtà in apparenza trascurabile, che incide per non più dello 0,03% della produzione agricola lombarda. E’ un classico “prodotto di nicchia”. Le caratteristiche peculiari della produzione olivicola lombarda, sono la localizzazione territoriale e la qualità della produzione. • La localizzazione è particolare e legata a motivi prettamente climatici: il microclima esistente sulle sponde di alcuni laghi lombardi consente all’olivo di vegetare e produrre. Infatti l’ubicazione della maggior parte degli impianti è lungo le sponde dei laghi di Garda, Iseo e Lario. • Vengono stimate in circa 550.000 le piante di olivo presenti sulle sponde dei tre laghi, che vanno a costituire anche un inestimabile valore paesaggistico, un fattore di conservazione del territorio preservandolo dalla fragilità idrogeologica. • I ca. 3000 olivicoltori lombardi sono occupati solo parzialmente nella coltivazione dell’olivo, visto che in media gestiscono 1 Ha pari a 140 piante. La densità degli impianti, data l’orografia del territorio, è minore rispetto a quella nazionale, così come sono minori sia le produzioni per pianta (10,3 kg/pianta rispetto ai 17,9 kg/pianta della media nazionale) che la resa in olio che si posiziona sul 16%. • A livello regionale è nettamente prevalente la produzione del Garda Bresciano rispetto a quella del Sebino e del Lario. • Le produzioni sono tutelate da due marchi comuitari di denominazione di Origine Protetta (D.O.P.): – Dop Garda Bresciano – DOP Laghi Lombardi Sebino o Lario Commercializzazioni ORIGINE BOTANICA • FAMIGLIA = OLEACECE • GENERE = OLEA • SPECIE = EUROPEA • L’olivo coltivato appartiene al genere Olea, specie Europea, sottospecie Sativa ANATOMIA E FISIOLOGIA DELL’OLIVO • L’olivo è una pianta sempreverde, cioè conserva le foglie anche durante l’inverno, con altezza variabile tra i 3 ed i 15 m • Viene considerata una pianta secolare grazie alla sua capacità autogenerativa per cui dal colletto nascono nuovi germogli con un loro apparato radicale • Caratteristica tipica dell’olivo: OVULI L'olivo (Olea europea) è una pianta con longevità ultrasecolare, ha foglie persistenti e, allo stato selvatico, comincia a fruttificare dopo un lungo periodo giovanile conservando per molti anni una buona produzione; presenta foglie lanceolate lunghe in media da 5 a 8 centimetri, verdi nella parte superiore,grigio argento nella parte inferiore, per la presenza di numerosi peli che la proteggono da eccessiva traspirazione, con durata media di circa 2 anni. • Dal punto di vista morfologico distinguiamo: Apparato radicale Fusto o tronco Chioma Schema di un albero APPARATO RADICALE • L’apparato radicale dell’olivo è FASCICOLATO, e non FITTONANTE, molto ramificato in superficie (30-60 cm) e, anche se si possono trovare radici a 70-80 cm di profondità nei terreni compatti e anche ad 1 m in quelli fertili e sciolti, la maggior parte dell’attività nutritiva viene svolta dalle radici superficiali, che si estendono in senso orizzontale anche tre volte l’altezza della pianta FUSTO O TRONCO • Lo si distingue in due parti: Quella inferiore ingrossata detta “ciocco”, “pedale” o “ceppaia” sulla quale si riscontrano i caratteristici rigonfiamenti detti “OVOLI” ricchi di gemme dormienti e di sostanze di riserva che sono alla base della capacità autogenerativa dell’olivo: “pianta secolare” Quella superiore che si eleva dal pedale differenziandosi poi nelle branche detta più propriamente “tronco” Il tronco, liscio nelle piante giovani, in olivi adulti assume conformazione irregolare con vistose costolature dette “corde”costituite da fasci conduttori che portano la linfa alle branche • Dal tronco si dipartono le branche I. PRIMARIE II. SECONDARIE Dalle secondarie si originano i I. RAMI II. GERMOGLI TIPOLOGIE DI RAMI • RAMI A FRUTTO = Rami che fruttificano • RAMI A LEGNO = rami che non fruttificano distinti in: 1. SUCCHIONI 2. POLLONI 3. MASCHIONCELLI Ramo a frutto Polloni Succhione branca Succhione IL FIORE • E’ una infiorescenza detta “mignola” • E’ ermafrodita • Possono essere autocompatibili o autosterili in funzione della cultivar • La fioritura è scalare e varia in relazione alle cultivar ed al clima • Il fiore dell'olivo è ermafrodita, possiede cioè uniti gli organi maschili (due stami) e quello femminile (pistillo); è molto piccolo (3-5 mm) e la sua corolla è costituita da quattro petali biancastri saldati fra di loro alla base; il pistillo è tozzo, breve, provvisto di uno stimma ampio piumato, ricco di papille e quindi molto adatto a trattenere facilmente il polline . Tuttavia una buona parte delle varietà italiane è auto-sterile, pertanto la fecondazione dell'olivo è prevalentemente eterogama (cioè con piante che presentano due tipi distinti di fiori): la fecondazione è anemofila (cioè avviène per mezzo del vento), anche a notevole distanza tra le piante. • Un fenomeno tipico dell'olivo è rappresentato dall'aborto dell'ovario che manifesta in diversa misura nelle diverse varietà e, nella stessa varietà, in proporzioni diverse da un'annata all'altra, è un fenomeno che consiste in una mancata o insufficiente crescita dell'ovario ed è fortemente influenzato dallo stato di nutrizione dell'albero e pertanto la sua incidenza può essere attenuata attraverso l'applicazione di una buona tecnica colturale; meno del 10% dei fiori arriva a completa maturazione con i frutti. • I fiori non sono singoli ma riuniti in una infiorescenza, simile ad un piccolo grappolo, chiamata comunemente "mignola". Le mignole si sviluppano dalle gemme a fiore che si formano all'ascella delle foglie e cominciano a svilupparsi; si dice che l'olivo è nella fase della "mignolatura"; questa è seguita dalla fioritura vera e propria (apertura dei fiori) che, a seconda delle annate e della latitudine, può avvenire tra la fine di aprile e il mese di giugno. Dopo 6 mesi si avrà la maturazione delle olive formatesi dai fiori (circa il 5% dei fiori). Frutto • E’ una drupa: dall’esterno all’interno si distingue: – Epicarpo (buccia) – Mesocarpo (carnoso e consistente) – Endocarpo che racchiude il seme • La polpa costituisce il 70-85% del peso del frutto e contiene il 12-25% di olio • Pianta soggetta a CASCOLA (genetica o ambientale) • Non tutti i fiori vengono fecondati • Maturano il 2-3% dei fiori • I frutti pesano da 2 a 20 grammi ed hanno un colore che cambia ("invaiatura") dal verde al giallo al viola al nero violaceo; maturano a partire da ottobre e contemporaneamente al viraggio del colore si svolge la maturazione o "inoliazione" durante la quale nella polpa diminuisce il contenuto in acqua, zucchero e acidi e aumenta quello in olio Sezione di una drupa (oliva) Schema di una drupa Foglia • Le foglie si formano sul ramo dalla primavera all'autunno e restano vitali fino a due anni di età; all'ascella di ogni foglia si trova una gemma, che potrà dare luogo una infiorescenza (se era gemma a fiore) o ad un germoglio (se era gemma a legno). Molte gemme a legno possono rimanere ferme e svilupparsi anche dopo vari anni, come per esempio in seguito a grossi tagli di potatura. CICLO DI VITA • FASE DELLA GIOVINEZZA: dal 1° al 5° anno • ENTRATA IN PRODUZIONE: dal 6° al 11° anno • FASE ADULTA: dall’11° al 50° anno • FASE DI SENESCENZA: dall’50° anno in poi CICLO VEGETATIVO ANNUALE • RIPOSO INVERNALE: da novembre a gennaio • RIPRESA VEGETATIVA: da febbraio ad aprile • FIORITURA ED ALLEGAGIONE: da maggio a giugno • INDURIMENTO DEL NOCCIOLO ED INGROSSAMENTO FRUTTI: da luglio ad agosto • INVAIATURA: da settembre a novembre • MATURAZIONE FISIOLOGICA: dopo novembre ALTERNANZA DI PRODUZIONE • Fenomeno per cui ad anni di produzione si alternano anni di mancata produzione • Varia in relazione alle varietà, ed è corretto da: – Concimazioni equilibrate – Trattamenti antiparassitari opportuni – Irrigazione – Potatura equilibrata CASCOLA • Caduta precoce di fiori o di piccoli frutti prima che arrivino a piena maturazione • Cause: • • • • Genetiche Avversità climatiche (gelate tardive, stress idrici) Parassiti o malattie (mosca dell’olivo) Tecniche agronomiche Metodi di propagazione • Talee: si prelevano rami a frutto misti o maschincelli lunghi ca 10-15 cm con 4-6 nodi sui quali si lascino solo le due foglioline apicali. Poste in serra su cassone riscaldato per la radicazione su substrato idoneo. Una volta radicate vengono trapiantate in vasetti per la fase di indurimento ed allevamento • Innesto: si uniscono due parti di piante diverse per ottenerne una sola. La parte che diventerà chioma vien chiamta MARZA O NESTO, la parte che diventerà radice viene chiamata PORTAINNESTO. • La marza è un pezzo di ramo a frutto o misto di 1anno, di media vigoria del diametro di ca 4-5 mm. La marza è costituita da due internodi, dei quali solo il superiore è provvisto di foglie che vengono dimezzate trasversalmente, mentre l’altro estremo viene tagliato obliquamente a “becco di luccio” o “becco di flauto”. La marza così preparata verrà inserita all’interno della corteccia del portainnesto • Il portainnesto può essere da talea o da seme. Da seme in autunno (novembre-dicembre) si prelevano le olive di diverse cultivar dalle quali si estraggono i noccioli che vengono lavati e sgrassati quindi conservati in temperatura e umidità controllate fino ad agosto. Quindi vanno seminati in semenzaio e la germinazione inizia quasi subito. Ad aprile vengono trapinatati nella “nestaiola” dove vi restano per tutta la stagione, nella primavera successiva (a maggio la pianat deve essere “in succhio”) si effettua l’innesto a corona • INNESTO A CORONA: si recide la pianta a 5 cm da terreno, si effettua un taglio longitudinale della corteccia per 2 cm, si staccano i due lembi della corteccia e vi si inserisce la marza preparata come visto in precedenza • • • • • • • BIBLIOGRAFIA CONSULTATIVA G. FONTANAZZA – “OLIVICOLTURA INTENSIA MECCANIZZATA” EDAGRICOLE A. DEL BONO “L’OLIVICOLTURA” EDITRICE SAN MARCO AIPOL “COLTIVAZIONE DELL’OLIVO IN LOMBARDIA MANUALE PRATICO” CONSIGLIO OLIVICOLO NAZIONALE “ENCICLOPEDIA MONDIALE DELL’OLIVO” G. BORELLI, R. CORTI, G. FONTANAZZA “OLEA LAURIUS” IL LARIO DELL’OLIVO ARSIA “LA DIFESA FITOSANITARIA DELL’OLIVO”