PREMESSA: L’insegnante Angela Gentile ha aderito al Piano ISS ed ha coinvolto i propri alunni di prima classe sezione c in giochi ed esperimenti sull’acqua. Un valido contributo alla realizzazione degli esperimenti è stato offerto dalla tutor del gruppo, prof. sa Freggi Daniela, che ha messo a disposizione dell’insegnante vari sussidi inerenti al settore della “chimica”, adatti ai bambini di scuola primaria. Per la realizzazione degli esperimenti, l’insegnante ha coinvolto le colleghe del team, che hanno collaborato attivamente all’attuazione delle sperimentazioni, che verranno di seguito descritte. In ciascuno degli esperimenti, l’insegnante ha scelto di privilegiare l’acqua perché è una sostanza che i bambini usano in diversi modi – a volte senza riflettere – e che dunque possono osservare facilmente. Gli alunni, entusiasti e curiosi, hanno gradito tantissimo le quattro giornate dedicate agli esperimenti; hanno affinato la capacità di osservare ciò che avviene attorno a loro; infine, hanno dimostrato di aver compreso quanto realizzato in classe eseguendo a casa dei disegni corredati da didascalie. Anche una buona parte di genitori ha accettato l’insegnamento della scienze in forma sperimentale. Alcuni dei disegni più significativi, assieme alle foto di ciascun esperimento, sono stati inseriti nei quattro cartelloni – corrispondenti alle quattro giornate dedicate agli esperimenti – realizzati dall’insegnante. 1 Allegato 1 Scheda di presentazione dei percorsi tematici GIOCHI ED ESPERIMENTI CON L’ACQUA 1. Caratteristiche della proposta didattica Titolo / tematica trattata Giochi – esperimenti con l’acqua Classe/i a cui è destinata (elementari, medie, biennio) Classi di Scuola primaria Articolazione Verticale della proposta Tempo di svolgimento Previsto Contesti di senso della proposta L’argomento può essere trattato sia nella Scuola Primaria che in quella Secondaria di I grado con modalità differenti. Dieci ore suddivise in quattro giorni L’acqua si trasforma? Come si comportano determinati materiali a contatto con l’acqua? E’ possibile mescolare acqua e olio? Nuclei concettuali che prende in considerazione Soluzioni e Miscugli Indicazione della metodologia adottata Brainstorming per la fase motivazionale - Esperimento - Eventuali caratteristiche di interdisciplinarità Lingua italiana – Arte e immagine Risorse utilizzate Risorse fisiche: Aula - macchina fotografica – materiale necessario per gli esperimenti – materiale per la realizzazione dei cartelloni Risorse umane: colleghe di modulo – rappresentanti di classe Risultati attesi anche in termini di competenze Valutazioni previste Interesse degli alunni – Acquisizione di semplici concetti basilari delle trasformazioni Questionario a risposte aperte e V/F – Rappresentazione grafica con didascalie dei singoli esperimenti 2 DIARIO DI BORDO: Esperimento: “L’ACQUA TRASFORMABILE” Data: 12 aprile 2008 Materiale occorrente: Quattro bicchieri di plastica – acqua – pennarello – fornello elettrico di cucina –freezer –pentolino con coperchio – carta di alluminio – pellicola trasparente. Descrizione: L’insegnante ha posto agli alunni la seguente domanda: “L’acqua si trasforma?”. I bambini hanno risposto chi affermativamente, chi in maniera negativa. L’insegnante ha replicato che con l’esperimento avrebbero potuto comprendere chi avesse indovinato. Ha presentato agli alunni il materiale occorrente per l’esperimento. Ha riempito i quattro bicchieri con la stessa quantità di acqua, segnando con un pennarello il punto di arrivo del liquido. Ha coperto con il foglio di alluminio il primo bicchiere e lo ha inserito nel freezer della scuola. Ha chiesto agli alunni: “Come diventerà l’acqua del bicchiere messo dentro al freezer?”. Molti hanno risposto che sarebbe diventata ghiaccio. Ha coperto con la pellicola trasparente il secondo bicchiere e, assieme al terzo lasciato scoperto, lo ha messo sul davanzale della finestra. L’insegnante ha chiesto: “Cosa accadrà all’acqua del secondo e terzo bicchiere?”. Le risposte sono state vaghe e incerte. Ha versato il contenuto del quarto bicchiere in un pentolino, posto su un fornello elettrico di cucina. L’insegnante ha chiesto: “Cosa accadrà all’acqua del pentolino?”. Molti hanno risposto che avrebbe iniziato a bollire e si sarebbe formato il “fumo”, cioè il 3 vapore acqueo. Quando l’acqua ha iniziato a bollire, l’insegnante ha messo il coperchio per toglierlo dopo qualche attimo. Ha mostrato agli alunni le goccioline di acqua sul coperchio e ha chiesto: “Perché il vapore si è trasformato in goccioline?”. Nessuno ha saputo rispondere. In attesa che l’acqua del pentolino evaporasse, l’insegnante ha preso dal freezer del ghiaccio e lo ha fatto toccare agli alunni, chiedendo loro di elencare le proprietà del ghiaccio e quelle dell’acqua. Con il trascorrere dei minuti, il ghiaccio ha iniziato a sciogliersi. L’insegnante ha chiesto: “Perché il ghiaccio tolto dal freezer si scioglie?”. Molti hanno risposto che ciò accade perché fuori dal frigorifero c’è più caldo. Nel frattempo, l’acqua del pentolino è scomparsa. L’insegnante ha preso il pentolino e lo ha capovolto invitando gli alunni a rispondere alla domanda: “Dove si trova l’acqua che prima bolliva?”. Alcuni hanno risposto che si trova nell’aria, perché è evaporata. Molti sono rimasti stupiti nel constatare la scomparsa dell’acqua. Al fine di consolidare le suddette acquisizioni, l’insegnante ha coinvolto gli alunni nel cosiddetto gioco delle particelle dell’acqua. Ha fatto sistemare alcuni bambini in cerchio, invitandoli a darsi la mano e a non stare né troppo vicini l’uno l’altro, né troppo lontani. Essi rappresentano le particelle dell’acqua allo stato liquido, quella che tutti conosciamo e che usiamo per diversi usi. Ha poi invitato gli stessi alunni a stringersi l’un l’altro come se sentissero freddo. Essi rappresentano le particelle dell’acqua allo stato solido, che si presenta sotto forma di ghiaccio. Ha poi invitato gli stessi alunni ad allontanarsi l’uno dall’altro come se sentissero molto caldo e a occupare diversi spazi dell’aula. Essi rappresentano le particelle dell’acqua allo stato gassoso (aeriforme) 4 che si disperdono nell’aria sotto forma di vapore acqueo. Con il trascorrere dei giorni, gli alunni hanno potuto osservare che la quantità di acqua del secondo bicchiere, coperto da una pellicola trasparente, è rimasta sempre la stessa e che sulla pellicola si sono formate delle goccioline di acqua, mentre l’acqua del terzo bicchiere, lasciato scoperto, è diminuita, cioè è evaporata. Hanno anche potuto notare che l’acqua del primo bicchiere inserito nel freezer è diventata ghiaccio. Confrontare le foto del cartellone dal titolo “L’acqua trasformabile”. Conclusione: Al termine degli esperimenti e del lavoro di approfondimento svolto in classe e a casa, gli alunni hanno compreso che l’acqua si trasforma e si presenta allo stato liquido (acqua), solido (ghiaccio) e gassoso (vapore acqueo). Hanno pure intuito il “ciclo dell’acqua”. Hanno compreso che ciò che determina la trasformazione dell’acqua è la temperatura, cioè il maggiore o minore calore. Infatti, l’acqua a contatto con una temperatura bassa, cioè con meno calore, solidifica e diventa ghiaccio; viceversa il ghiaccio a contatto con maggiore calore fonde e si trasforma in acqua. Invece, l’acqua a contatto con un’alta temperatura, cioè con più calore, evapora e diventa vapore acqueo; viceversa il vapore acqueo a contatto con una temperatura più bassa condensa e diventa acqua. 5 DIARIO DI BORDO: Esperimento: “LA DANZA DELLA NAFTALINA” Data: 18 aprile 2007 Materiale occorrente: Due barattoli di vetro – acqua – bicarbonato di sodio – aceto – palline di naftalina – pennarelli. Descrizione: L’insegnante ha presentato agli alunni il materiale occorrente per l’esperimento e ha chiesto loro se conoscessero le palline di naftalina. Ha illustrato il loro uso e le ha fatte annusare. Nessuno ha gradito l’odore pungente. Molti non avevano mai sentito parlare delle palline di naftalina; solo alcuni hanno risposto che le loro nonne le usavano per impedire alle tarme di attaccare i maglioni di lana. L’insegnante ha chiesto: “Le palline di naftalina messe in un barattolo pieno d’acqua riescono a ballare?”. Molti hanno risposto di sì, altri di no perché sono pesanti e vanno a fondo. L’insegnante ha replicato che con l’esperimento avrebbero potuto comprendere chi avesse indovinato. Ha riempito un barattolo con dell’acqua e ha inserito delle palline di naftalina bianche, cioè non colorate, e ha invitato i bambini a controllarne il comportamento. Gli alunni hanno potuto osservare che le palline sono rimaste nel fondo del barattolo perché sono più pesanti dell’acqua. L’insegnante ha poi riempito un altro barattolo con dell’acqua, ha aggiunto tre cucchiai di bicarbonato di sodio e tre di aceto. Ha mostrato agli alunni le bollicine che si sono formate e che si sono attaccate alle pareti del barattolo. Ha spiegato che le due sostanze inserite nell’acqua hanno prodotto un gas, chiamato anidride carbonica. Ha messo dentro al barattolo alcune palline di 6 naftalina colorate di blu, rosso e verde. L’acqua si è colorata di blu. Ha invitato gli alunni a osservare il comportamento delle palline. Dopo circa un’ora – durante la quale gli alunni sono stati interessati nell’esperimento relativo ai “Cristalli” – le palline di naftalina hanno iniziato a salire e a scendere all’interno del barattolo. I bambini hanno potuto vedere la cosiddetta “danza” delle palline alla cui superficie si sono attaccate le bollicine di anidride carbonica. Le palline dell’altro contenitore riempito solo di acqua non si sono mai mosse dal fondo del barattolo. Confrontare le foto del cartellone dal titolo “La danza della naftalina - Cristalli”. Conclusione: L’aceto e il bicarbonato di sodio hanno modificato l’acqua producendo anidride carbonica che si è attaccata alle palline di naftalina trasportandole fin sulla superficie dell’acqua, come tanti piccoli salvagente. Una volta raggiunto il limite dell’acqua del contenitore, le bollicine si sono staccate dalle palline, per cui queste sono scese giù, per poi essere trasportate su da altre bollicine di anidride carbonica. DIARIO DI BORDO: 2a giornata di esperimenti 3° Esperimento: “COLTIVARE CRISTALLI” Data: 18 aprile 2007 Materiale occorrente: “Cristalli d’acqua” Contenitore colorato – sali da bagno (di colore rosa) – acqua –lente d’ingrandimento –fornello elettrico di cucina –pentolino –cucchiaio di legno. 7 Descrizione: L’insegnante ha presentato agli alunni il materiale occorrente per l’esperimento e ha chiesto loro se conoscessero i sali da bagno. Ha spiegato in che ambito vengono usati e li ha fatti loro vedere e annusare. Tutti hanno gradito l’odore di rosa e timo. Ha chiesto cosa fossero i cristalli e ciascun alunno ha dato una definizione differente, quasi sempre però riferita agli oggetti di cristallo (es., bicchiere). Ha chiesto ancora: “Come si formano i cristalli? Possiamo realizzarli?”. Poiché nessuno ha saputo rispondere, ha spiegato che i diversi esperimenti li avrebbero aiutati a comprenderne il processo. L’insegnante ha versato poca acqua calda riscaldata in classe usando il pentolino e il fornello elettrico di cucina – nel contenitore colorato e ha aggiunto una quantità eccessiva di sali da bagno. Li ha sciolti nell’acqua mescolando l’acqua e i sali con un cucchiaio di legno, finchè l’acqua è diventata rosa (dal colore dei sali). Ha fatto vedere agli alunni che i sali si sono sciolti nell’acqua colorandola di rosa e ha posizionato il contenitore sul davanzale della finestra. Dopo oltre una settimana, grazie alle giornate calde e soleggiate, gli alunni hanno potuto notare la scomparsa dell’acqua per evaporazione e osservare con la lente d’ingrandimento tanti cristalli di un tenue color rosa depositati sul fondo del contenitore. Gli alunni sono stati coinvolti anche nella realizzazione di un segnalibro da colorare e su cui incollare il sale grosso che - osservato da vicino con la lente d’ingrandimento - sembra un cristallo. Confrontare le foto del cartellone dal titolo “La danza della naftalina - Cristalli”. Conclusione: Gli alunni hanno compreso che i cristalli d’acqua si sono formati perché l’acqua - in cui sono stati sciolti i sali da bagno - si è asciugata al sole, cioè è evaporata, e lasciando solo i cristalli (così come avviene nelle saline in cui si raccoglie l’acqua marina che evaporando lascia il sale). 8 Materiale occorrente: “Cristalli di zucchero” Barattolo di vetro – acqua – zucchero –graffetta – filo – matita – pentolino – fornello elettrico di cucina – cucchiaio di legno. Descrizione: L’insegnante ha presentato agli alunni il materiale occorrente per l’esperimento. Ha versato acqua bollente - riscaldata in classe usando il pentolino e il fornello elettrico di cucina – nel barattolo e ha aggiunto mescolando con un cucchiaio di legno tanto zucchero finchè non si è più sciolto. Gli alunni hanno potuto notare che l’acqua è diventata gialla per l’eccessiva presenza di zucchero. In seguito ha inserito nel barattolo una graffetta legata a una estremità a un filo, annodato a una matita come supporto, sistemata in maniera orizzontale sul bordo del barattolo. Il barattolo è stato lasciato in aula lontano dalla finestra e quindi dal calore del sole. Conclusione: Spiegazione dell’esperimento con acqua e zucchero: L’acqua calda scioglie una sostanza più della stessa quantità di acqua fredda; tuttavia, la soluzione fredda non può contenere la stessa quantità di sostanza presente nella soluzione calda, pertanto, lo zucchero in sovrapposizione esce dalla soluzione sotto forma di cristalli. Purtroppo, con il trascorrere dei giorni attorno alla graffetta e al filo non si sono formati i cristalli. L’esperimento non è riuscito e non è stato ripetuto. Forse non ha avuto buon esito perchè il luogo dove il barattolo è stato posto non era molto freddo. Materiale occorrente: “Cristalli di sale: acido borico e magnesio solfato” Tre barattoli di vetro – acqua – due bustine di sale inglese (magnesio solfato) e una di acido borico – 9 graffetta – filo di cotone – matita – pentolino – fornello elettrico di cucina – cucchiaio di legno – scatola di scarpe. Descrizione: Esperimento con acqua e acido borico: L’insegnante ha presentato agli alunni il materiale occorrente per l’esperimento. Ha versato acqua calda - riscaldata in classe usando il pentolino e il fornello elettrico di cucina – nel barattolo e ha aggiunto mescolando con un cucchiaio di legno un’intera bustina di acido borico finchè non si è più sciolto. Gli alunni hanno potuto notare che l’acqua è diventata opaca per l’eccessiva presenza di sale (acido borico). In seguito ha inserito nel barattolo una graffetta legata a una estremità a un filo, annodato a una matita come supporto sistemata in maniera orizzontale sul bordo del barattolo. Il barattolo è stato lasciato in aula - accanto a quello contenente acqua e zucchero - lontano dalla finestra e quindi dal calore del sole. Con il trascorrere dei giorni, gli alunni hanno potuto osservare tanti cristalli attaccati alla graffetta e al filo. Confrontare le foto del cartellone dal titolo “La danza della naftalina - Cristalli”. ******* Esperimento con acqua e magnesio solfato (sale inglese): L’insegnante ha presentato agli alunni il materiale occorrente per l’esperimento. Ha riempito due barattoli di acqua calda - riscaldata in classe usando il pentolino e il fornello elettrico di cucina – e ha sciolto in ciascuno di essi una bustina di magnesio solfato (sale inglese). Ha collegato i due bicchieri con un filo di cotone, 10 immergendo le due estremità nel liquido. Tra i due barattoli – poggiati su una scatola di scarpe - ha sistemato uno dei tappi dei barattoli e ha collocato l’insieme in un luogo tranquillo accanto ai barattoli contenenti acqua-zucchero e acqua-acido borico. Conclusione: Spiegazione dell’esperimento con acqua e acido borico: L’acqua calda scioglie una sostanza più della stessa quantità di acqua fredda; tuttavia, la soluzione fredda non può contenere la stessa quantità di sostanza presente nella soluzione calda, pertanto, il sale in sovrapposizione esce dalla soluzione sotto forma di cristalli. ******* Spiegazione dell’esperimento con acqua e magnesio solfato (sale inglese): La soluzione di sale inglese risale lungo il filo per capillarità e quando si raffredda si formano i cristalli. Purtroppo, con il trascorrere dei giorni attorno al filo non si sono formati i cristalli, né si sono depositati sul coperchio posto tra i due barattoli. L’esperimento non è riuscito e non è stato ripetuto. Forse non ha avuto buon esito perchè la quantità di sale inglese (delle due bustine) sciolta nei due barattoli non è stata eccessiva. DIARIO DI BORDO: 3a giornata di esperimenti 11 Esperimento: “I MATERIALI E L’ACQUA” Data: 20 aprile 2007 Materiale occorrente: “I materiali e l’acqua” Due pezzi di stoffa – due chiodi – due pezzi di legno (mollette per stendere la biancheria) – due fogli di carta – due spugne – due tappi di plastica – vassoio – bacinella – acqua. Descrizione: L’insegnante ha presentato agli alunni il materiale occorrente per l’esperimento e ha chiesto loro: “Cosa avviene se immergiamo i suddetti materiali nella bacinella piena d’acqua e se li lasciamo sul vassoio?”. Ciascun alunno ha espresso la propria opinione, verificata con la realizzazione dell’esperimento. L’insegnante ha preso un pezzo di stoffa e lo ha immerso nell’acqua, lasciando l’altro pezzo sul vassoio. Così ha proceduto con il chiodo, il legno, la carta, la spugna e il tappo. Dopo un po’ di tempo ha invitato gli alunni a guardare gli oggetti immersi nell’acqua e quelli lasciati sul vassoio all’asciutto. Gli alunni hanno potuto notare che, con un contatto prolungato con l’acqua, la stoffa si è appesantita; il legno è diventato più scuro; la carta è diventata molle e fragile; la spugna si è gonfiata; il tappo di plastica non è cambiato; il chiodo – dopo alcuni giorni – si è arrugginito. Confrontare le foto del cartellone dal titolo “I materiali e l’acqua”. Conclusione: Gli alunni hanno potuto osservare che gli oggetti immersi nell’acqua subiscono un cambiamento, mentre quelli lasciati sul vassoio non cambiano aspetto. Materiale occorrente: “Galleggia o non galleggia?” 12 Contenitore di plastica – acqua – foglia – moneta – oggetto di metallo – pallina – tubo di plastica (vuoto). Descrizione: L’insegnante ha presentato agli alunni il materiale occorrente per l’esperimento e ha chiesto loro: “Quali di questi oggetti galleggiano se li mettiamo in un contenitore pieno d’acqua? Perché?”. Ciascun alunno ha espresso la propria opinione, che ha poi potuto verificare con la realizzazione dell’esperimento. L’insegnante ha preso la foglia, la moneta, l’oggetto di metallo, la pallina, il tubo di plastica e li ha immersi in un contenitore pieno di acqua. Ha poi invitato gli alunni a comportamento dei diversi materiali. osservare il Gli alunni hanno notato che la foglia e la pallina galleggiano, mentre l’oggetto di metallo, il tubo di plastica (vuoto) e la moneta non galleggiano, vanno a fondo. Confrontare le foto del cartellone dal titolo “I materiali e l’acqua”. Conclusione: Gli alunni hanno compreso che gli oggetti più leggeri dell’acqua galleggiano, mentre quelli più pesanti dell’acqua non galleggiano. Materiale occorrente: “I materiali che si spandono nell’acqua e quelli che restano uniti” Contenitore di plastica – acqua – ghiaccio – das – latte – legno (mollette per stendere la biancheria) pallina. Descrizione: L’insegnante ha presentato agli alunni il materiale occorrente per l’esperimento e ha chiesto loro: “Come si comportano questi materiali se li mettiamo in un contenitore pieno d’acqua?”. Ciascun alunno ha espresso la propria opinione, verificata con la realizzazione dell’esperimento. L’insegnante ha preso l’acqua, il ghiaccio, il das, il latte, la pallina e il legno e li ha immersi in un contenitore pieno di acqua. 13 Ha poi invitato gli alunni a comportamento dei diversi materiali. osservare il Gli alunni hanno potuto notare che l’acqua e il latte si spandono nell’acqua del contenitore, mentre il ghiaccio, il das, la pallina e il legno non si spandono. Confrontare le foto del cartellone dal titolo “I materiali e l’acqua”. Conclusione: Gli alunni hanno compreso che i materiali liquidi si spandono nell’acqua, mentre quelli solidi non si spandono, restano cioè uniti. Materiale occorrente: “I materiali che si sciolgono nell’acqua e quelli che non si sciolgono” Zucchero – aceto – caffé – miele – tè in polvere – camomilla solubile – terra – sale grosso – latte – farina – otto piattini – dodici contenitori di vetro/plastica – acqua – pentolino – fornello elettrico di cucina – cucchiai di legno e di metallo – due bicchieri di plastica - colino. Descrizione: L’insegnante ha presentato agli alunni il materiale occorrente per l’esperimento e ha chiesto loro: “Cosa succede se mettiamo questi materiali nell’acqua? Ciascun alunno ha espresso la propria opinione, che ha poi potuto verificare con la realizzazione dell’esperimento. L’insegnante ha sistemato nei piattini e nei bicchieri i diversi materiali e li ha fatti osservare agli alunni. Li ha poi coinvolti nel “gioco dell’odorato”. Ha invitato alcuni alunni a indovinare a occhi chiusi il materiale del piattino/bicchiere. Per alcuni materiali è stato necessario usare anche il tatto e per altri pure la vista. Ha in seguito versato e mescolato ciascun materiale nel contenitore - con la targhetta corrispondente al materiale inserito – pieno d’acqua calda, riscaldata in classe usando il pentolino e il fornello elettrico di cucina. Ha invitato gli alunni a osservare il comportamento dei diversi materiali. I bambini hanno potuto notare 14 che alcune sostanze si sono sciolte nell’acqua (sale, zucchero, miele, camomilla solubile); altre si sono mescolate (latte e aceto); altre ancora dopo un po’ che sono state mescolate si sono depositate nel fondo del contenitore (farina, caffé, tè in polvere, terra). Al termine dell’esperimento, l’insegnante ha versato nel colino il contenuto del barattolo pieno d’acqua in cui è stato versato il latte e ha chiesto agli alunni se era possibile separare il latte dall’acqua. La risposta è stata negativa. Ha poi versato nel colino il contenuto del contenitore pieno d’acqua in cui è stato messo del caffé è ha chiesto agli alunni se era possibile separare il caffé dall’acqua. Molti hanno risposto affermativamente. Confrontare le foto del cartellone dal titolo “I materiali e l’acqua”. Conclusione: Gli alunni hanno potuto comprendere che alcuni materiali (liquidi) non si sciolgono, ma si amalgamano, cioè si mescolano; altri si depositano, cioè rimangono sul fondo del barattolo (Miscuglio); altri ancora si sciolgono (Soluzione). 15 DIARIO DI BORDO: 4° giornata di esperimenti Esperimento: “MESCOLARE ACQUA E OLIO” “IL PEPE CAMMINA SULL’ACQUA” Data: 24 aprile 2007 Materiale occorrente: “Mescolare acqua e olio” Acqua – olio – detersivo liquido per piatti – barattolo di vetro – pennarello. Descrizione: L’insegnante ha presentato agli alunni il materiale occorrente per l’esperimento e ha chiesto loro: “E’ possibile mescolare acqua e olio?”. Ciascun alunno ha espresso la propria opinione, verificata poi con la realizzazione dell’esperimento. L’insegnante ha segnato sul barattolo un’altezza di 5 cm e ha versato dell’acqua; ha poi segnato un’altra altezza di 5 cm (cioè di 10 cm partendo dal fondo del barattolo) e ha versato dell’olio. Gli alunni hanno potuto osservare che dopo qualche attimo di assestamento l’olio è rimasto a galla sull’acqua, cioè le due sostanze non si sono mescolate. L’insegnante ha agitato con forza il barattolo chiuso e gli alunni hanno visto che si è formato un miscuglio lattiginoso, come se l’olio si fosse sciolto nell’acqua, ma dopo un po’ le due sostanze si sono separate. Ha aggiunto del detersivo e ha agitato il contenuto del vasetto. Gli alunni hanno potuto vedere che si è formato un liquido lattiginoso con tre strati: uno schiumoso, uno giallastro e uno con l’olio “sciolto” nell’acqua. Confrontare le foto del cartellone dal titolo “Mescolare acqua e olio – Il pepe cammina nell’acqua”. 16 Conclusione: Gli alunni hanno potuto comprendere che l’olio non riesce a sciogliersi veramente nell’acqua, ma che si forma un’emulsione, cioè un miscuglio di piccole chiazze di un liquido in un altro liquido, perché le molecole dell’olio e dell’acqua sono diverse. Hanno anche compreso che l’olio riesce a sciogliersi se si aggiunge il detersivo che modifica le molecole dell’olio, tanto che le chiazze di olio diventano sempre più piccole e si ha l’impressione che l’olio si sia sciolto nell’acqua. Materiale occorrente: “Il pepe cammina sull’acqua” Contenitore di plastica trasparente – acqua – pepe nero – saponetta – vassoio. Descrizione: L’insegnante ha presentato agli alunni il materiale occorrente per l’esperimento e ha chiesto agli alunni: “E’ possibile che il pepe cammini sull’acqua?”. Ciascun alunno ha espresso la propria opinione, che ha potuto poi verificare con la realizzazione dell’esperimento. L’insegnante ha versato dell’acqua nel contenitore trasparente, poggiato su un vassoio. Ha poi messo del pepe nero che si è sistemato sulla superficie dell’acqua. L’insegnante ha fatto vedere agli alunni che il pepe galleggiava e rimaneva fermo sulla superficie dell’acqua. Ha poi toccato tale superficie con una saponetta già bagnata e il pepe si è immediatamente allontanato dal sapone, raccogliendosi vicino ai bordi del contenitore. L’insegnante ha invitato i bambini a osservare da vicino lo strano comportamento del pepe. Confrontare le foto del cartellone dal titolo “Mescolare acqua e olio – Il pepe cammina nell’acqua”. Conclusione: Gli alunni hanno imparato che la tensione superficiale (una proprietà chimica speciale) crea sulla superficie di un liquido a contatto con l’aria una 17 sorta di “pellicola” che fa galleggiare il pepe. La saponetta modifica la tensione superficiale. Il pepe viene spinto verso i bordi del contenitore dalla tensione superficiale. 18