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PREMESSA:
L’insegnante Angela Gentile ha aderito al Piano ISS ed ha coinvolto i
propri alunni di prima classe sezione c in giochi ed esperimenti sull’acqua.
Un valido contributo alla realizzazione degli esperimenti è stato offerto
dalla tutor del gruppo, prof. sa Freggi Daniela, che ha messo a disposizione
dell’insegnante vari sussidi inerenti al settore della “chimica”, adatti ai bambini
di scuola primaria.
Per la realizzazione degli esperimenti, l’insegnante ha coinvolto le
colleghe del team, che hanno collaborato attivamente all’attuazione delle
sperimentazioni, che verranno di seguito descritte.
In ciascuno degli esperimenti, l’insegnante ha scelto di privilegiare
l’acqua perché è una sostanza che i bambini usano in diversi modi – a volte
senza riflettere – e che dunque possono osservare facilmente.
Gli alunni, entusiasti e curiosi, hanno gradito tantissimo le quattro
giornate dedicate agli esperimenti; hanno affinato la capacità di osservare ciò
che avviene attorno a loro; infine, hanno dimostrato di aver compreso quanto
realizzato in classe eseguendo a casa dei disegni corredati da didascalie.
Anche una buona parte di genitori ha accettato l’insegnamento della scienze
in forma sperimentale.
Alcuni dei disegni più significativi, assieme alle foto di ciascun
esperimento, sono stati inseriti nei quattro cartelloni – corrispondenti alle
quattro giornate dedicate agli esperimenti – realizzati dall’insegnante.
1
Allegato 1
Scheda di presentazione dei percorsi tematici
GIOCHI ED ESPERIMENTI CON L’ACQUA
1. Caratteristiche della proposta didattica
Titolo / tematica trattata
Giochi – esperimenti con l’acqua
Classe/i a cui è destinata
(elementari, medie, biennio)
Classi di Scuola primaria
Articolazione Verticale
della proposta
Tempo di svolgimento
Previsto
Contesti di senso della proposta
L’argomento può essere trattato sia nella Scuola Primaria che in
quella Secondaria di I grado con modalità differenti.
Dieci ore suddivise in quattro giorni
L’acqua si trasforma? Come si comportano determinati materiali a
contatto con l’acqua? E’ possibile mescolare acqua e olio?
Nuclei concettuali
che prende in considerazione
Soluzioni e Miscugli
Indicazione della metodologia
adottata
Brainstorming per la fase motivazionale - Esperimento -
Eventuali caratteristiche
di interdisciplinarità
Lingua italiana – Arte e immagine
Risorse utilizzate
Risorse fisiche: Aula - macchina fotografica – materiale necessario
per gli esperimenti – materiale per la realizzazione dei cartelloni
Risorse umane: colleghe di modulo – rappresentanti di classe
Risultati attesi
anche in termini
di competenze
Valutazioni previste
Interesse degli alunni – Acquisizione di semplici concetti basilari
delle trasformazioni
Questionario a risposte aperte e V/F – Rappresentazione grafica con
didascalie dei singoli esperimenti
2
DIARIO DI BORDO:
Esperimento:
“L’ACQUA TRASFORMABILE”
Data:
12 aprile 2008
Materiale occorrente:
Quattro bicchieri di plastica – acqua – pennarello –
fornello elettrico di cucina –freezer –pentolino con
coperchio – carta di alluminio – pellicola trasparente.
Descrizione:
L’insegnante ha posto agli alunni la seguente
domanda: “L’acqua si trasforma?”. I bambini hanno
risposto chi affermativamente, chi in maniera
negativa.
L’insegnante ha replicato che con l’esperimento
avrebbero potuto comprendere chi avesse
indovinato.
Ha presentato agli alunni il materiale occorrente per
l’esperimento.
Ha riempito i quattro bicchieri con la stessa quantità
di acqua, segnando con un pennarello il punto di
arrivo del liquido.
Ha coperto con il foglio di alluminio il primo bicchiere
e lo ha inserito nel freezer della scuola.
Ha chiesto agli alunni: “Come diventerà l’acqua del
bicchiere messo dentro al freezer?”. Molti hanno
risposto che sarebbe diventata ghiaccio.
Ha coperto con la pellicola trasparente il secondo
bicchiere e, assieme al terzo lasciato scoperto, lo ha
messo sul davanzale della finestra.
L’insegnante ha chiesto: “Cosa accadrà all’acqua del
secondo e terzo bicchiere?”. Le risposte sono state
vaghe e incerte.
Ha versato il contenuto del quarto bicchiere in un
pentolino, posto su un fornello elettrico di cucina.
L’insegnante ha chiesto: “Cosa accadrà all’acqua del
pentolino?”. Molti hanno risposto che avrebbe
iniziato a bollire e si sarebbe formato il “fumo”, cioè il
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vapore acqueo.
Quando l’acqua ha iniziato a bollire, l’insegnante ha
messo il coperchio per toglierlo dopo qualche attimo.
Ha mostrato agli alunni le goccioline di acqua sul
coperchio e ha chiesto: “Perché il vapore si è
trasformato in goccioline?”. Nessuno ha saputo
rispondere.
In attesa che l’acqua del pentolino evaporasse,
l’insegnante ha preso dal freezer del ghiaccio e lo ha
fatto toccare agli alunni, chiedendo loro di elencare
le proprietà del ghiaccio e quelle dell’acqua. Con il
trascorrere dei minuti, il ghiaccio ha iniziato a
sciogliersi.
L’insegnante ha chiesto: “Perché il ghiaccio tolto dal
freezer si scioglie?”. Molti hanno risposto che ciò
accade perché fuori dal frigorifero c’è più caldo.
Nel frattempo, l’acqua del pentolino è scomparsa.
L’insegnante ha preso il pentolino e lo ha capovolto
invitando gli alunni a rispondere alla domanda:
“Dove si trova l’acqua che prima bolliva?”. Alcuni
hanno risposto che si trova nell’aria, perché è
evaporata. Molti sono rimasti stupiti nel constatare la
scomparsa dell’acqua.
Al fine di consolidare le suddette acquisizioni,
l’insegnante ha coinvolto gli alunni nel cosiddetto
gioco delle particelle dell’acqua.
Ha fatto sistemare alcuni bambini in cerchio,
invitandoli a darsi la mano e a non stare né troppo
vicini l’uno l’altro, né troppo lontani. Essi
rappresentano le particelle dell’acqua allo stato
liquido, quella che tutti conosciamo e che usiamo per
diversi usi.
Ha poi invitato gli stessi alunni a stringersi l’un l’altro
come se sentissero freddo. Essi rappresentano le
particelle dell’acqua allo stato solido, che si presenta
sotto forma di ghiaccio.
Ha poi invitato gli stessi alunni ad allontanarsi l’uno
dall’altro come se sentissero molto caldo e a
occupare diversi spazi dell’aula. Essi rappresentano
le particelle dell’acqua allo stato gassoso (aeriforme)
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che si disperdono nell’aria sotto forma di vapore
acqueo.
Con il trascorrere dei giorni, gli alunni hanno potuto
osservare che la quantità di acqua del secondo
bicchiere, coperto da una pellicola trasparente, è
rimasta sempre la stessa e che sulla pellicola si
sono formate delle goccioline di acqua, mentre
l’acqua del terzo bicchiere, lasciato scoperto, è
diminuita, cioè è evaporata.
Hanno anche potuto notare che l’acqua del primo
bicchiere inserito nel freezer è diventata ghiaccio.
Confrontare le foto del cartellone dal titolo “L’acqua
trasformabile”.
Conclusione:
Al termine degli esperimenti e del lavoro di
approfondimento svolto in classe e a casa, gli alunni
hanno compreso che l’acqua si trasforma e si
presenta allo stato liquido (acqua), solido
(ghiaccio) e gassoso (vapore acqueo). Hanno pure
intuito il “ciclo dell’acqua”.
Hanno compreso che ciò che determina la
trasformazione dell’acqua è la temperatura, cioè il
maggiore o minore calore.
Infatti, l’acqua a contatto con una temperatura
bassa, cioè con meno calore, solidifica e diventa
ghiaccio; viceversa il ghiaccio a contatto con
maggiore calore fonde e si trasforma in acqua.
Invece, l’acqua a contatto con un’alta temperatura,
cioè con più calore, evapora e diventa vapore
acqueo; viceversa il vapore acqueo a contatto con
una temperatura più bassa condensa e diventa
acqua.
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DIARIO DI BORDO:
Esperimento:
“LA DANZA DELLA NAFTALINA”
Data:
18 aprile 2007
Materiale occorrente:
Due barattoli di vetro – acqua – bicarbonato di sodio
– aceto – palline di naftalina – pennarelli.
Descrizione:
L’insegnante ha presentato agli alunni il materiale
occorrente per l’esperimento e ha chiesto loro se
conoscessero le palline di naftalina. Ha illustrato il
loro uso e le ha fatte annusare. Nessuno ha gradito
l’odore pungente.
Molti non avevano mai sentito parlare delle palline di
naftalina; solo alcuni hanno risposto che le loro
nonne le usavano per impedire alle tarme di
attaccare i maglioni di lana.
L’insegnante ha chiesto: “Le palline di naftalina
messe in un barattolo pieno d’acqua riescono a
ballare?”. Molti hanno risposto di sì, altri di no perché
sono pesanti e vanno a fondo.
L’insegnante ha replicato che con l’esperimento
avrebbero potuto comprendere chi avesse
indovinato.
Ha riempito un barattolo con dell’acqua e ha inserito
delle palline di naftalina bianche, cioè non colorate, e
ha invitato i bambini a controllarne il comportamento.
Gli alunni hanno potuto osservare che le palline
sono rimaste nel fondo del barattolo perché sono più
pesanti dell’acqua.
L’insegnante ha poi riempito un altro barattolo con
dell’acqua, ha aggiunto tre cucchiai di bicarbonato di
sodio e tre di aceto. Ha mostrato agli alunni le
bollicine che si sono formate e che si sono attaccate
alle pareti del barattolo. Ha spiegato che le due
sostanze inserite nell’acqua hanno prodotto un gas,
chiamato anidride carbonica.
Ha messo dentro al barattolo alcune palline di
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naftalina colorate di blu, rosso e verde. L’acqua si è
colorata di blu. Ha invitato gli alunni a osservare il
comportamento delle palline.
Dopo circa un’ora – durante la quale gli alunni sono
stati interessati nell’esperimento relativo ai “Cristalli”
– le palline di naftalina hanno iniziato a salire e a
scendere all’interno del barattolo.
I bambini hanno potuto vedere la cosiddetta “danza”
delle palline alla cui superficie si sono attaccate le
bollicine di anidride carbonica.
Le palline dell’altro contenitore riempito solo di
acqua non si sono mai mosse dal fondo del
barattolo.
Confrontare le foto del cartellone dal titolo “La danza
della naftalina - Cristalli”.
Conclusione:
L’aceto e il bicarbonato di sodio hanno modificato
l’acqua producendo anidride carbonica che si è
attaccata alle palline di naftalina trasportandole fin
sulla superficie dell’acqua, come tanti piccoli
salvagente.
Una volta raggiunto il limite dell’acqua del
contenitore, le bollicine si sono staccate dalle palline,
per cui queste sono scese giù, per poi essere
trasportate su da altre bollicine di anidride carbonica.
DIARIO DI BORDO: 2a giornata di esperimenti
3° Esperimento:
“COLTIVARE CRISTALLI”
Data:
18 aprile 2007
Materiale occorrente:
“Cristalli d’acqua”
Contenitore colorato – sali da bagno (di colore rosa)
– acqua –lente d’ingrandimento –fornello elettrico di
cucina –pentolino –cucchiaio di legno.
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Descrizione:
L’insegnante ha presentato agli alunni il materiale
occorrente per l’esperimento e ha chiesto loro se
conoscessero i sali da bagno. Ha spiegato in che
ambito vengono usati e li ha fatti loro vedere e
annusare. Tutti hanno gradito l’odore di rosa e timo.
Ha chiesto cosa fossero i cristalli e ciascun alunno
ha dato una definizione differente, quasi sempre
però riferita agli oggetti di cristallo (es., bicchiere).
Ha chiesto ancora: “Come si formano i cristalli?
Possiamo realizzarli?”. Poiché nessuno ha saputo
rispondere, ha spiegato che i diversi esperimenti li
avrebbero aiutati a comprenderne il processo.
L’insegnante ha versato poca acqua calda riscaldata in classe usando il pentolino e il fornello
elettrico di cucina – nel contenitore colorato e ha
aggiunto una quantità eccessiva di sali da bagno.
Li ha sciolti nell’acqua mescolando l’acqua e i sali
con un cucchiaio di legno, finchè l’acqua è diventata
rosa (dal colore dei sali).
Ha fatto vedere agli alunni che i sali si sono sciolti
nell’acqua colorandola di rosa e ha posizionato il
contenitore sul davanzale della finestra.
Dopo oltre una settimana, grazie alle giornate calde
e soleggiate, gli alunni hanno potuto notare la
scomparsa dell’acqua per evaporazione e osservare
con la lente d’ingrandimento tanti cristalli di un tenue
color rosa depositati sul fondo del contenitore.
Gli alunni sono stati coinvolti anche nella
realizzazione di un segnalibro da colorare e su cui
incollare il sale grosso che - osservato da vicino con
la lente d’ingrandimento - sembra un cristallo.
Confrontare le foto del cartellone dal titolo “La danza
della naftalina - Cristalli”.
Conclusione:
Gli alunni hanno compreso che i cristalli d’acqua si
sono formati perché l’acqua - in cui sono stati sciolti i
sali da bagno - si è asciugata al sole, cioè è
evaporata, e lasciando solo i cristalli (così come
avviene nelle saline in cui si raccoglie l’acqua marina
che evaporando lascia il sale).
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Materiale occorrente:
“Cristalli di zucchero”
Barattolo di vetro – acqua – zucchero –graffetta – filo
– matita – pentolino – fornello elettrico di cucina –
cucchiaio di legno.
Descrizione:
L’insegnante ha presentato agli alunni il materiale
occorrente per l’esperimento.
Ha versato acqua bollente - riscaldata in classe
usando il pentolino e il fornello elettrico di cucina –
nel barattolo e ha aggiunto mescolando con un
cucchiaio di legno tanto zucchero finchè non si è più
sciolto.
Gli alunni hanno potuto notare che l’acqua è
diventata gialla per l’eccessiva presenza di
zucchero.
In seguito ha inserito nel barattolo una graffetta
legata a una estremità a un filo, annodato a una
matita come supporto, sistemata in maniera
orizzontale sul bordo del barattolo.
Il barattolo è stato lasciato in aula lontano dalla
finestra e quindi dal calore del sole.
Conclusione:
Spiegazione dell’esperimento con acqua e zucchero:
L’acqua calda scioglie una sostanza più della stessa
quantità di acqua fredda; tuttavia, la soluzione fredda
non può contenere la stessa quantità di sostanza
presente nella soluzione calda, pertanto, lo zucchero
in sovrapposizione esce dalla soluzione sotto forma
di cristalli.
Purtroppo, con il trascorrere dei giorni attorno alla
graffetta e al filo non si sono formati i cristalli.
L’esperimento non è riuscito e non è stato ripetuto.
Forse non ha avuto buon esito perchè il luogo dove il
barattolo è stato posto non era molto freddo.
Materiale occorrente:
“Cristalli di sale: acido borico e magnesio
solfato”
Tre barattoli di vetro – acqua – due bustine di sale
inglese (magnesio solfato) e una di acido borico –
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graffetta – filo di cotone – matita – pentolino –
fornello elettrico di cucina – cucchiaio di legno –
scatola di scarpe.
Descrizione:
Esperimento con acqua e acido borico:
L’insegnante ha presentato agli alunni il materiale
occorrente per l’esperimento.
Ha versato acqua calda - riscaldata in classe usando
il pentolino e il fornello elettrico di cucina – nel
barattolo e ha aggiunto mescolando con un
cucchiaio di legno un’intera bustina di acido borico
finchè non si è più sciolto.
Gli alunni hanno potuto notare che l’acqua è
diventata opaca per l’eccessiva presenza di sale
(acido borico).
In seguito ha inserito nel barattolo una graffetta
legata a una estremità a un filo, annodato a una
matita come supporto sistemata in maniera
orizzontale sul bordo del barattolo.
Il barattolo è stato lasciato in aula - accanto a quello
contenente acqua e zucchero - lontano dalla finestra
e quindi dal calore del sole.
Con il trascorrere dei giorni, gli alunni hanno potuto
osservare tanti cristalli attaccati alla graffetta e al filo.
Confrontare le foto del cartellone dal titolo “La danza
della naftalina - Cristalli”.
*******
Esperimento con acqua e magnesio solfato (sale
inglese):
L’insegnante ha presentato agli alunni il materiale
occorrente per l’esperimento.
Ha riempito due barattoli di acqua calda - riscaldata
in classe usando il pentolino e il fornello elettrico di
cucina – e ha sciolto in ciascuno di essi una bustina
di magnesio solfato (sale inglese).
Ha collegato i due bicchieri con un filo di cotone,
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immergendo le due estremità nel liquido.
Tra i due barattoli – poggiati su una scatola di scarpe
- ha sistemato uno dei tappi dei barattoli e ha
collocato l’insieme in un luogo tranquillo accanto ai
barattoli contenenti acqua-zucchero e acqua-acido
borico.
Conclusione:
Spiegazione dell’esperimento con acqua e acido
borico:
L’acqua calda scioglie una sostanza più della stessa
quantità di acqua fredda; tuttavia, la soluzione fredda
non può contenere la stessa quantità di sostanza
presente nella soluzione calda, pertanto, il sale in
sovrapposizione esce dalla soluzione sotto forma di
cristalli.
*******
Spiegazione dell’esperimento con acqua e magnesio
solfato (sale inglese):
La soluzione di sale inglese risale lungo il filo per
capillarità e quando si raffredda si formano i cristalli.
Purtroppo, con il trascorrere dei giorni attorno al filo
non si sono formati i cristalli, né si sono depositati
sul coperchio posto tra i due barattoli.
L’esperimento non è riuscito e non è stato ripetuto.
Forse non ha avuto buon esito perchè la quantità di
sale inglese (delle due bustine) sciolta nei due
barattoli non è stata eccessiva.
DIARIO DI BORDO: 3a giornata di esperimenti
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Esperimento:
“I MATERIALI E L’ACQUA”
Data:
20 aprile 2007
Materiale occorrente:
“I materiali e l’acqua”
Due pezzi di stoffa – due chiodi – due pezzi di legno
(mollette per stendere la biancheria) – due fogli di
carta – due spugne – due tappi di plastica – vassoio
– bacinella – acqua.
Descrizione:
L’insegnante ha presentato agli alunni il materiale
occorrente per l’esperimento e ha chiesto loro:
“Cosa avviene se immergiamo i suddetti materiali
nella bacinella piena d’acqua e se li lasciamo sul
vassoio?”.
Ciascun alunno ha espresso la propria opinione,
verificata con la realizzazione dell’esperimento.
L’insegnante ha preso un pezzo di stoffa e lo ha
immerso nell’acqua, lasciando l’altro pezzo sul
vassoio. Così ha proceduto con il chiodo, il legno, la
carta, la spugna e il tappo.
Dopo un po’ di tempo ha invitato gli alunni a
guardare gli oggetti immersi nell’acqua e quelli
lasciati sul vassoio all’asciutto.
Gli alunni hanno potuto notare che, con un contatto
prolungato con l’acqua, la stoffa si è appesantita; il
legno è diventato più scuro; la carta è diventata
molle e fragile; la spugna si è gonfiata; il tappo di
plastica non è cambiato; il chiodo – dopo alcuni
giorni – si è arrugginito.
Confrontare le foto del cartellone dal titolo “I materiali
e l’acqua”.
Conclusione:
Gli alunni hanno potuto osservare che gli oggetti
immersi nell’acqua subiscono un cambiamento,
mentre quelli lasciati sul vassoio non cambiano
aspetto.
Materiale occorrente:
“Galleggia o non galleggia?”
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Contenitore di plastica – acqua – foglia – moneta –
oggetto di metallo – pallina – tubo di plastica (vuoto).
Descrizione:
L’insegnante ha presentato agli alunni il materiale
occorrente per l’esperimento e ha chiesto loro:
“Quali di questi oggetti galleggiano se li mettiamo in
un contenitore pieno d’acqua? Perché?”.
Ciascun alunno ha espresso la propria opinione, che
ha poi potuto verificare con la realizzazione
dell’esperimento.
L’insegnante ha preso la foglia, la moneta, l’oggetto
di metallo, la pallina, il tubo di plastica e li ha immersi
in un contenitore pieno di acqua.
Ha poi invitato gli alunni a
comportamento dei diversi materiali.
osservare
il
Gli alunni hanno notato che la foglia e la pallina
galleggiano, mentre l’oggetto di metallo, il tubo di
plastica (vuoto) e la moneta non galleggiano, vanno
a fondo.
Confrontare le foto del cartellone dal titolo “I materiali
e l’acqua”.
Conclusione:
Gli alunni hanno compreso che gli oggetti più leggeri
dell’acqua galleggiano, mentre quelli più pesanti
dell’acqua non galleggiano.
Materiale occorrente:
“I materiali che si spandono nell’acqua e quelli
che restano uniti”
Contenitore di plastica – acqua – ghiaccio – das –
latte – legno (mollette per stendere la biancheria) pallina.
Descrizione:
L’insegnante ha presentato agli alunni il materiale
occorrente per l’esperimento e ha chiesto loro:
“Come si comportano questi materiali se li mettiamo
in un contenitore pieno d’acqua?”.
Ciascun alunno ha espresso la propria opinione,
verificata con la realizzazione dell’esperimento.
L’insegnante ha preso l’acqua, il ghiaccio, il das, il
latte, la pallina e il legno e li ha immersi in un
contenitore pieno di acqua.
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Ha poi invitato gli alunni a
comportamento dei diversi materiali.
osservare
il
Gli alunni hanno potuto notare che l’acqua e il latte si
spandono nell’acqua del contenitore, mentre il
ghiaccio, il das, la pallina e il legno non si spandono.
Confrontare le foto del cartellone dal titolo “I materiali
e l’acqua”.
Conclusione:
Gli alunni hanno compreso che i materiali liquidi si
spandono nell’acqua, mentre quelli solidi non si
spandono, restano cioè uniti.
Materiale occorrente:
“I materiali che si sciolgono nell’acqua e quelli
che non si sciolgono”
Zucchero – aceto – caffé – miele – tè in polvere –
camomilla solubile – terra – sale grosso – latte –
farina – otto piattini – dodici contenitori di
vetro/plastica – acqua – pentolino – fornello elettrico
di cucina – cucchiai di legno e di metallo – due
bicchieri di plastica - colino.
Descrizione:
L’insegnante ha presentato agli alunni il materiale
occorrente per l’esperimento e ha chiesto loro:
“Cosa succede se mettiamo questi materiali
nell’acqua?
Ciascun alunno ha espresso la propria opinione, che
ha poi potuto verificare con la realizzazione
dell’esperimento.
L’insegnante ha sistemato nei piattini e nei bicchieri i
diversi materiali e li ha fatti osservare agli alunni.
Li ha poi coinvolti nel “gioco dell’odorato”. Ha invitato
alcuni alunni a indovinare a occhi chiusi il materiale
del piattino/bicchiere. Per alcuni materiali è stato
necessario usare anche il tatto e per altri pure la
vista.
Ha in seguito versato e mescolato ciascun materiale
nel contenitore - con la targhetta corrispondente al
materiale inserito – pieno d’acqua calda, riscaldata
in classe usando il pentolino e il fornello elettrico di
cucina.
Ha invitato gli alunni a osservare il comportamento
dei diversi materiali. I bambini hanno potuto notare
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che alcune sostanze si sono sciolte nell’acqua (sale,
zucchero, miele, camomilla solubile); altre si sono
mescolate (latte e aceto); altre ancora dopo un po’
che sono state mescolate si sono depositate nel
fondo del contenitore (farina, caffé, tè in polvere,
terra).
Al termine dell’esperimento, l’insegnante ha versato
nel colino il contenuto del barattolo pieno d’acqua in
cui è stato versato il latte e ha chiesto agli alunni se
era possibile separare il latte dall’acqua. La risposta
è stata negativa.
Ha poi versato nel colino il contenuto del contenitore
pieno d’acqua in cui è stato messo del caffé è ha
chiesto agli alunni se era possibile separare il caffé
dall’acqua. Molti hanno risposto affermativamente.
Confrontare le foto del cartellone dal titolo “I materiali
e l’acqua”.
Conclusione:
Gli alunni hanno potuto comprendere che alcuni
materiali (liquidi) non si sciolgono, ma si
amalgamano, cioè si mescolano; altri si depositano,
cioè rimangono sul fondo del barattolo (Miscuglio);
altri ancora si sciolgono (Soluzione).
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DIARIO DI BORDO: 4° giornata di esperimenti
Esperimento:
“MESCOLARE ACQUA E OLIO”
“IL PEPE CAMMINA SULL’ACQUA”
Data:
24 aprile 2007
Materiale occorrente:
“Mescolare acqua e olio”
Acqua – olio – detersivo liquido per piatti – barattolo
di vetro – pennarello.
Descrizione:
L’insegnante ha presentato agli alunni il materiale
occorrente per l’esperimento e ha chiesto loro: “E’
possibile mescolare acqua e olio?”.
Ciascun alunno ha espresso la propria opinione,
verificata poi con la realizzazione dell’esperimento.
L’insegnante ha segnato sul barattolo un’altezza di 5
cm e ha versato dell’acqua; ha poi segnato un’altra
altezza di 5 cm (cioè di 10 cm partendo dal fondo del
barattolo) e ha versato dell’olio.
Gli alunni hanno potuto osservare che dopo qualche
attimo di assestamento l’olio è rimasto a galla
sull’acqua, cioè le due sostanze non si sono
mescolate.
L’insegnante ha agitato con forza il barattolo chiuso
e gli alunni hanno visto che si è formato un miscuglio
lattiginoso, come se l’olio si fosse sciolto nell’acqua,
ma dopo un po’ le due sostanze si sono separate.
Ha aggiunto del detersivo e ha agitato il contenuto
del vasetto. Gli alunni hanno potuto vedere che si è
formato un liquido lattiginoso con tre strati: uno
schiumoso, uno giallastro e uno con l’olio “sciolto”
nell’acqua.
Confrontare le foto del cartellone dal titolo
“Mescolare acqua e olio – Il pepe cammina
nell’acqua”.
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Conclusione:
Gli alunni hanno potuto comprendere che l’olio non
riesce a sciogliersi veramente nell’acqua, ma che si
forma un’emulsione, cioè un miscuglio di piccole
chiazze di un liquido in un altro liquido, perché le
molecole dell’olio e dell’acqua sono diverse.
Hanno anche compreso che l’olio riesce a sciogliersi
se si aggiunge il detersivo che modifica le molecole
dell’olio, tanto che le chiazze di olio diventano
sempre più piccole e si ha l’impressione che l’olio si
sia sciolto nell’acqua.
Materiale occorrente:
“Il pepe cammina sull’acqua”
Contenitore di plastica trasparente – acqua – pepe
nero – saponetta – vassoio.
Descrizione:
L’insegnante ha presentato agli alunni il materiale
occorrente per l’esperimento e ha chiesto agli alunni:
“E’ possibile che il pepe cammini sull’acqua?”.
Ciascun alunno ha espresso la propria opinione, che
ha potuto poi verificare con la realizzazione
dell’esperimento.
L’insegnante ha versato dell’acqua nel contenitore
trasparente, poggiato su un vassoio. Ha poi messo
del pepe nero che si è sistemato sulla superficie
dell’acqua.
L’insegnante ha fatto vedere agli alunni che il pepe
galleggiava e rimaneva fermo sulla superficie
dell’acqua.
Ha poi toccato tale superficie con una saponetta già
bagnata e il pepe si è immediatamente allontanato
dal sapone, raccogliendosi vicino ai bordi del
contenitore.
L’insegnante ha invitato i bambini a osservare da
vicino lo strano comportamento del pepe.
Confrontare le foto del cartellone dal titolo
“Mescolare acqua e olio – Il pepe cammina
nell’acqua”.
Conclusione:
Gli alunni hanno imparato che la tensione
superficiale (una proprietà chimica speciale) crea
sulla superficie di un liquido a contatto con l’aria una
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sorta di “pellicola” che fa galleggiare il pepe.
La saponetta modifica la tensione superficiale. Il
pepe viene spinto verso i bordi del contenitore dalla
tensione superficiale.
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