DIAGNOSTICA MICROBIOLOGICA IL SUCCESSO DELLA MEDICINA MODERNA DIPENDE DALLA INDIVIDUAZIONE DI SPECIFICI MICRORGANISMI: -Virus -Batteri -Funghi -Parassiti In diversi tipi di campioni diagnosi DIRETTA ricerca diretta del microrganismo responsabile della malattia o di parti di questo Diagnosi microbiologica diagnosi INDIRETTA ricerca degli anticorpi specifici che si sviluppano in seguito all’infezione da parte del microrganismo SFIDE NELLA DIAGNOSI MICROBIOLOGICA DIAGNOSI ED INDIVIDUZIONE DI MICRORGANISMI: - microrganismi non coltivabili o difficili da coltivare - necessità di refertazione veloce - inadeguatezza dei metodi fenotipici (biochimici) PROGNOSI E MANAGEMENT: - necessità di informazioni quantitative - test di suscettibilità (resistenze) senza coltivazione MESSA A PUNTO DI UN BUON SISTEMA DI DIAGNOSI Un buon sistema diagnostico dovrebbe avere tre caratteristiche principali 1 Sensibilità: misura della capacità del test di individuare quantità molto piccole del target in presenza di altre microrganismo 2 Specificità: il test deve fornire un risultato positivo solo in presenza del microrganismo target 3 Semplicità: il test deve essere effettuato in maniera efficiente (e possibilmente economica) a livello di routine Diagnostica virologica 1. Diagnosi diretta 1. Esame diretto del campione 1. Individuazione antigeni 2. Individuazione acidi nucleici 2. Isolamento virale dal campione 2. Diagnosi indiretta 1. Ricerca anticorpi virus-specifici DIAGNOSI DI LABORATORIO INDIRETTA: LA SIEROLOGIA Sierologia E’ la messa in evidenza della risposta immunitaria dell’ospite nei confronti dell’agente patogeno Tecniche per rilevare gli anticorpi specifici Sierologia Definizioni • Titolazione: valutazione “quantitativa” degli anticorpi nel siero del paziente (IgG, IgM, IgA) • Sieroconversione, aumento titolo anticorpale tra fase acuta e fase convalescente dell’infezione • Infezione primaria: prima volta che un individuo viene infettato da un agente patogeno • Reinfezione: alcuni agenti patogeni possono reinfettare lo stesso individuo (gli Ab già in circolazione NON sono protettivi) Profilo sierologico tipico dopo un’infezione Titolo anticorpale nel siero Reinfezione IgG IgM Tempo (settimane) Le IgM sono le prime a comparire, compaiono poi le IgG Nel corso di una reinfezione, le IgM possono essere assenti o presenti transitoriamente a basso titolo La sierologia è l’unica indagine di laboratorio che consente di discriminare tra infezioni primarie ed episodi di ricorrenza di una malattia infettiva Importanza prognostica Importante per il corretto management Infezione primaria Criteri per la diagnosi di infezione primaria Presenza di IgM Sieroconversione Aumento di 4 volte o più del titolo di IgG o degli anticorpi totali tra il siero acuto e convalescente Un singolo titolo elevato di IgG (o anticorpi totali) è poco attendibile Reinfezione Criteri per la diagnosi di reinfezione Aumento di 4 volte o più del titolo di IgG o degli anticorpi totali tra siero acuto e convalescente Assenza o lieve aumento di IgM Anticorpi nel liquor Usati soprattutto per la diagnosi dell’encefalite da HSV e VZV Il liquor normalmente non contiene anticorpi (o basse concentrazioni) La presenza di anticorpi suggerisce la presenza di meningite o meningoencefalite Titolo di Ac nel liquor/ titolo di Ac sierico > 1/100 è indicativo di meningite o meningoencefalite La diagnosi dipende dalla presenza di una barriera emato-encefalica intatta Tecniche di diagnosi sierologica • Tecniche classiche: – – – – – Test di fissazione del complemento Test di emoagglutino-inibizione Tecniche di IF Test di neutralizzazione Immunoelettroforesi • Nuove tecniche: – – – – – Radioimmunoassay (RIA) Enzyme linked immunoasorbent assay (ELISA) Agglutiazione di paricelle di lattice Wstern Blot RIBA, Line immunoassay Test di fissazione del complemento Antigeni di superficie cellulari e anticorpi specifici danno luogo ad un processo di lisi in presenza di complemento il fenomeno non si verifica se il complemento è stato sottratto da una reazione antigeneanticorpo avvenuta in precedenza FISSAZONE DEL COMPLEMENTO Test di fissazione del complemento 1/4 1/8 1/16 1/32 Siero acuto Siero convalescente Antigene X posto in presenza del siero e di complemento reazione antigene-anticorpo e sottrazione di complemento Aggiunta di emazie di montone sensibilizzate e antisiero specifico non avviene la lisi dei globuli rossi in quanto il complemento è stato "utilizzato" dalla precedente reazione’ Emoagglutinazione ed Inibizione della Emoagglutinazione Virus emoagglutinante Anticorpi inibenti l’emoagglutinazione Eritrociti emoagglutinabili (dipende dalla specie animale) FASE 1: Diluizioni seriali di virus vengono incubate con una quantità standardizzata di eritrociti Virus emoagglutinante Virus non-emoagglutinante FASE 2: Se il virus è emoagglutinante gli eritrociti sedimentano formano una ampia area agglutinata. Diversamente formano un sedimento compatto Virus emoagglutinante Virus non-emoagglutinante Il titolo emoagglutinante di un virus corrisponde alla più alta diluizione in cui si osserva ancora emoagglutinazione INIBIZIONE DELL’EMOAGGLUTINAZIONE Diluizioni seriali del siero in esame vengono incubate con quantità standardizzate del virus emoagglutinante Siero negativo Siero positivo FASE 2: Successivamente vengono aggiunti eritrociti agglutinabili Siero negativo Siero positivo FASE 3: Se sono presenti anticorpi inibenti l’emoagglutinazione, gli eritrociti sedimentano formando un bottone a margini netti Siero negativo Siero positivo Il titolo inibente l’emoagglutinazione di un siero corrisponde alla più alta diluizione in grado di inibire l’emoagglutinazione ELISA per ricerca anticorpi anti-HIV ELISA su micropiastra: lo sviluppo di colore indica positività nei test Immunofluorescenza Ricerca di Anticorpi nel siero del paziente cimentato con cellule infettate virus specifici Western Blot HIV-1 Western Blot • Corsia 1: Controllo positivo • Corsia 2: Controllo negativo • Campione A: Negativo • Campione B: Indeterminato • Campione C: Positivo Sierologia per diagnosi di infezione virale Utilità dei risultati sierologici L’utilità del dato sierologico dipende dal singolo virus Per es., per virus come quello della rosolia e dell’epatite A, l’insorgenza dei sintomi clinici coincide con lo sviluppo di Ac. Il riscontro di IgM o di un titolo crescente di IgG nel siero del paziente indica una malattia attiva Tuttavia, molti virus spesso causano sintomi clinici prima della comparsa di Ac (es. diarrea, sintomi respiratori). In questo caso, la diagnosi sierologica sarà retrospettiva Altri virus producono malattia clinica mesi o anni dopo la sieroconversione (per es. HIV). Nel caso di questi virus, la semplice presenza di Ac è sufficiente per porre diagnosi definitiva. Problemi con la sierologia Lungo periodo di tempo richiesto per la diagnosi basata sul confronto tra siero acuto e convalescente Infezioni lievi, come quelle causate da HSV-2 (infezione genitale), possono non produrre una risposta immunitaria umorale rilevabile Cross-reattività antigenica tra virus correlati (es. HSV e VZV) possono portare a risultati falsi positivi Pazienti immunocompromessi spesso danno una risposta umorale ridotta o assente Pazienti trasfusi con sangue o emoderivati possono dare falsi positivi a causa del trasferimento di Ac DIAGNOSI DI LABORATORIO DIRETTA: Isolamento del virus o messa in evidenza di parti di esso Isolamento in coltura cellulare Fibroblasti non infettati Fibroblasti infettati da rhinovirus Corpi di inclusione nelle cellule infettate Immunofluorescenza Saggi ELISA per rilevare antigeni virali Western blot per evidenziare antigeni virali Western blot Diagnostica molecolare TARGET (bersaglio) 3’ AGTACATGCA TCATGTACGT DNA 3’ 5’ PROBE (sonda) TCATGTACGT 5’ 5’ 3’ Fred Tenover (1988): “L’obiettivo della tecnologia delle sonde di DNA è eliminare la coltivazione di routine dei microrganismi” Diagnostica molecolare in microbiologia Individuazione diretta di un agente eziologico mediante dimostrazione di sue componenti specifiche nel materiale patologico con ottima specificità e sensibilità e senza procedere a isolamento in vitro Proteine (utilizzando anticorpi) Acidi nucleici (utilizzando sonde di acidi nucleici) Ma ‘diagnostica molecolare’ significa ormai diagnostica per saggi su acidi nucleici Possibili svantaggi delle tecniche molecolari rispetto alle tecniche classiche • Necessitano di laboratori attrezzati • Il personale deve avere esperienza di biologia molecolare. • Costi ancora elevati • Falsi positivi (contaminazioni) • Non forniscono alcune informazioni che ci fornisce SOLO l’isolamento del microrganismo – È vitale? Diagnostica molecolare in microbiologia: VANTAGGI ATTESI Specificità Sensibilità Rapidità Praticità Economicità Vasta applicabilità Diagnostica molecolare in microbiologia VANTAGGI ATTESI •Specificità Sensibilità Rapidità Praticità Economicità Vasta applicabilità Introduzione • Le tecniche di biologia molecolare messe a punto per la diagnosi microbiologia sono state inizialmente basate sul principio dell’utilizzo di sonde oligonucleotidiche in grado di appaiarsi con l’acido nucleico bersaglio • Ancora oggi molti saggi commerciali sfruttano lo stesso principio Processazione campione Acidi nucleici Esposizione a sonda in fase liquida o solida Sistema di rivelazione del riconoscimento fra sonda e bersaglio POSITIVO NEGATIVO Caratteristiche ed utilizzo delle sonde • Possiamo definire sonda una sequenza nucleotidica in grado di riconoscere con assoluta specificità ed elevata sensibilità una sequenza complementare, mediante interazioni molecolari • La sonda ideale può appaiarsi solo al suo bersaglio • Può essere a DNA o ad RNA • La dimensione può andare da 10 a 104 nucleotidi ( 10 a 40) Principi di ibridazione degli acidi nucleici • L’ibridazione è la reazione attraverso la quale due sequenze di acidi nucleici a singolo filamento fra loro complementari reagiscono specificamente formando un ibrido • Tale ibrido si forma mediante specifico appaiamento tra basi complementari • La stabilità dell’ibridazione dipende dal grado di appaiamento delle basi dei due filamenti • La stabilità di un ibrido si esprime mediante la Tm (temperatura di melting), ossia il punto medio dell’intervallo di temperatura in cui i due filamenti si separano Tm • E’ la temperatura in corrispondenza della quale l’ibrido è denaturato al 50% • E’ un parametro per valutare la temperatura ideale alla quale condurre l’ibridazione • Si calcola che la temperatura ottimale di ibridazione si situi circa 20°C al di sotto della Tm • La Tm fisiologica del DNA si trova nell’intervallo fra 85-95°C ed è tanto più alta quanto maggiore è la percentuale di GC in una sequenza Fattori che influenzano la stabilità dell’ibrido 1. Lunghezza degli acidi nucleici le sonde brevi tendono ad ibridare molto rapidamente, ma ovviamente sono più soggette ad ibridazioni aspecifiche 2. Composizione in basi la % in GC influenza la Tm dell’ibrido Tm=0.41 (%GC) + 69.3 in un range da 0.01-1M si 3. Forza ionica registra una variazione di Tm pari a 16°C per ogni variazioni di 10 della concentrazione di sali 4. Percentuale di mismatch si verifica una riduzione della Tm di 1°C per ogni punto % di mismatch Fattori che influenzano la stabilità dell’ibrido A T C G [NaCl] 100 % di sonda non appaiata al bersaglio 50 0 Tm T Temperatura di ‘melting’ (Tm): temperatura alla quale il 50% di una sonda è appaiata al bersaglio complementare Diagnostica molecolare Target 1) Gene che fornisce una funzione essenziale al microrganismo e contenente regioni con sequenze sia conservate (invarianti) che variabili •seq. altamente conservata: per identificazione agente patogeno (es. gene dell’rRNA) •seq. variabile intraspecie: per studi epidemiologici 2) Gene di virulenza la cui identificazione distingue il ceppo (o il tipo e la specie) patogeno da quello non patogeno strettamente correlato gene in grado di codificare tossine, macromolecole con proprietà antigeniche o con attività adesinica Metodi per ottenere le sonde • Generalmente la sequenza corrispondente alla sonda viene clonata in un vettore Primer antisenso M13 EcoRI EcoRI SONDA Primer senso M13 +1 pCR II TOPO 3900 pb Metodi per marcare le sonde • Le sostanze utilizzate per la marcatura delle sonde vengono incorporate nella sonda stessa mediante una serie di procedimenti: • Sono degli esempi la – Nick translation – PCR – Trascrizione in vitro Marcatura della sonda • Si incorporano nucleotidi modificati con: – ISOTOPI RADIOATTIVI – BIOTINA – MOLECOLE FLORESCENTI Marcatura della sonda • Generalmente la modificazione mediante fosfatasi alcalina o perossidasi di rafano viene effettuata chimicamente • Il legami dell’enzima alla sonda avviene attraverso un composto detto spaziatore che espone l’enzima al di fuori della sonda in modo che la reazione di ibridazione non risenta di problemi di ingombro sterico Strategie di ibridazione • In soluzione, in fase solida o in situ – In soluzione: è la più efficace e rapida, ma richiede la separazione degli ibridi dalla sonda libera. Questo viene effettuato con colonne di idrossiapatite, che lega il DNA ds – Su fase solida: campione denaturato ed immobilizzato su un supporto (filtro di nitrocellulosa o nylon) e sonda marcata in soluzione (Dot Blot, Southern Blot, Northern Blot, membrane-filter assay). – In situ: a partire da strisci, colture cellulare o sezioni di tessuto nelle quali si ricerca il genoma dell’agente patogeno Tecniche di ibridazione “classiche” 1. Digestione ed elettroforesi 2. Trasferimento su membrana “Southern blot” 3. Ibridazione con sonda marcata 4. Rimozione sonda non legata 5. Autoradiografia “Southern blot” Tecniche di ibridazione “classiche” ‘Membrane-filter’ assay Tecniche di ibridazione “classiche” La specificità della reazione dipende dalla complementarietà fra probe e target e dalle condizioni sperimentali impiegate (stringenza) La sensibilità di questi metodi è spesso non superiore a quella dei metodi convenzionali di isolamento, Essendo in genere sistemi abbastanza laboriosi, non hanno trovato vasta applicazione diagnostica Diagnostica molecolare in infettivologia VANTAGGI ATTESI Specificità •Sensibilità Rapidità Praticità Economicità Vasta applicabilità AMPLIFICAZIONE • L’amplificazione può avvenire attraverso due strategie generali o una combinazione delle due: – La sonda può essere dotata di un sistema di amplificazione del segnale – Può essere incrementata la quantità dell’acido nucleico bersaglio Diagnostica molecolare - Sistemi di amplificazione 1. sonda Amplificazione del segnale identificazione 2. Amplificazione del bersaglio identificazione Tecniche impiegate in Biologia Molecolare per ottenere una amplificazione del segnale • Una sonda che ibrida con pochi bersagli può essere identificata solo se il segnale è sufficientemente amplificato •Esistono vari sistemi per raggiungere questo scopo: •Branched DNA (bDNA) •Hybrid Capture System Schema del “Branched DNA” (bDNA) E’ costituito da una sequenza oligonucleotidica concepita per ibridare indirettamente, tramite particolari sonde leganti, con l’acido nucleico bersaglio e da una ramificazione di oligonucleotidi che servono come sito di ibridazione per sonde coniugate con fosfatasi alcalina Le sonde leganti fanno da ponte sia tra l’acido nucleico bersaglio e le sonde a cattura (legate al supporto), sia tra l’acido nucleico bersaglio e il DNA ramificato L’amplificazione del segnale è dovuta all’attacco al DNA ramificato legato indirettamente al DNA bersaglio di 60-300 molecole di enzima E’ un sistema quantitativo Utilizzato per virus delle epatiti e HIV Schema del “Branch DNA” (bDNA) Sistema di “cattura dell’ibrido” (Hybrid Capture System) 1. Estrazione acidi nucleici del microrganismo 2. Ibridazione del DNA bersaglio con una sonda ad RNA 3. “Cattura” ibridi RNA/DNA in fase solida (formato tubo o micropiastra) 4. Reazione degli ibridi “catturati” con anticorpi coniugati 5. Rilevazione del segnale (chemoluminescenza o fluorescenza) Tecniche impiegate in Biologia Molecolare per ottenere una amplificazione del target •PCR •LCR •Sistemi basati sulla trascrizione (TAS, 3SR, NASBA, LAT) •Cyclic Probe Reaction •Qβ β Replicase Amplification •Strand Displacement Amplification Amplificazione degli acidi nucleici LA PCR • Reazione a catena della polimerasi (PCR) • Ha rivoluzionato la biologia molecolare • 1983 Mullis PCR - polymerase chain reaction Reazione a catena in vitro, catalizzata da DNA-polimerasi, mediante la quale si riproduce esponenzialmente uno specifico frammento di DNA delimitato da sequenze note PCR Diagnostica molecolare – Sensibilità confronto tra metodi Ibridazione diretta amplificazione sonda identificazione PCR identificazione LA PCR La PCR è un metodo rapido e versatile che consente l’amplificazione in vitro di sequenze bersaglio presenti in un campione eterogeneo di molecole di acidi nucleici Si tratta di una reazione enzimatica, di carattere ciclico, che consente di copiare la sequenza bersaglio sfruttando una DNA polimerasi termostabile che utilizza come innesco due oligonucleotidi complementari al target Schema della PCR Ogni ciclo aumenta il numero di copie di target (prodotto) PCR - componenti • Campione (estratto di DNA/RNA) • Buffer (Tris pH 7.8-9.0; KCl ~ 50 mM) • dNTPs (50-200 µM ciascuno) • Primer (5-20 pmol/50 µl) • Enzima: DNA-pol DNA-dipendente termostabile (es. Taq, Pfu, Tli, Tth, etc.), ~ 1 U/µl • Ioni Mg2+ (cloruro, solfato) ~ 1.2-3.0 mM PCR – parametri da ottimizzare • Numero di cicli (25-35 per la maggioranza delle applicazioni) • Temperatura annealing • Concentrazione Mg2+ • Disegno primer • Additivi – DMSO (regioni ricche in GC) – ssDNA-binding protein (aumento specificità) – DNA-pol proofreading (‘long PCR’, fino a 30-40 kb) Primer design Target (+) 5’ CGGCAAGTCGCTAGGCTCCGC...ATGGCTGCTCTAGCTAGGTGGAGAA 3’ 3’ GATCGATCCACCTC 5’ Primer (+) 5’GCAAGTCGCTAGGC 3’ Primer (–) 3’ TCCGTTCAGCGATCCGAGGCG...TACCGACGAGATCGATCCACCTCTT 5’ Target (–) Primer design 5’ ACACTTGACCGATGCTAGCTAGGTCAAGAAGA 3’ GATGCTAGCTA C G C G A T G C T A T A 5’ ACA C G AAGA 3’ Evitare strutture secondarie (loop) Primer design 5’ CGTAGCTGGATGCTAGCTAGGTACAGAA 3’ 5’ CACGTCGTAGCTGCTGATCTCGGTTCTG 3’ 5’ CGTAGCTGGATGCTAGCTAGGTACAGAA 3’ 3’ GTCTTGGCTCTAGTCGTCGATGCTGCAC 5’ dimeri di primer Evitare complementarietà fra i primer Sistemi di rilevamento del prodotto di PCR I sistemi di rilevamento dei prodotti di amplificazione sfruttano: Elettroforesi su gel Ibridazione in fase solida o liquida Tecniche per la rivelazione dei prodotti di PCR (Ibridazione) Ibridazione: - per dimostrare la specificità del prodotto ottenuto - per identificare una mutazione del DNA amplificato In fase solida: Elettroforesi, trasferimento del DNA su filtro di nylon o su carta di nitrocellulosa, fissaggio e denaturazione, marcatura con DNA sonda marcato In fase liquida: Denaturazione prodotto di amplificazione, ibridazione con oligonucleotide interno marcato e risoluzione su gel Tecniche per la rivelazione dell’ibrido prodotto PCR/sonda Metodi diretti: Prevedono l’impiego di traccianti diretti come fluorofori, radionuclidi o il legame dell’enzima rivelatore direttamente alla sonda e l’aggiunta del substrato corrispondente (l’enzima legato alla sonda è in grado di trasformare substrati incolori in prodotti colorati) Es. per fosfatasi alcalina o perossidasi si usano substrati enzimatici chemiluminescenti: in presenza dell’enzima il substrato forma un intermedio altamente instabile che si decompone con emissione di energia luminosa. L’intensità del segnale luminoso, rivelato mediante impressione di una pellicola fotografica o mediante luminometro, è direttamente proporzionale al numero di molecole di enzima implicate nella reazione. Tecniche per la rivelazione dell’ibrido prodotto PCR/sonda Metodi indiretti: Prevedono l’impiego di traccianti indiretti (molecole intermediarie) in grado di riconoscere i “marcatori” fissati alla sonda o all’amplificato. A loro volta, questi intermedi vengono marcati con enzimi di rivelazione. •uno dei sistemi più usati: biotina/avidina: il DNA amplificato marcato con biotina (i primer sono biotinilati) viene ibridato con la sonda, l’ibrido biotinilato viene incubato con l’avidina coniugata con l’enzima (es. perossidasi di rafano) ed infine il substrato viene messo a contatto con il complesso DNA-biotina-avidina-enzima. Reazione colorimetrica misurata allo spettrofotometro • l’ibrido viene riconosciuto tramite Ac diretti contro la molecola marcante (Ac anti-biotina) o contro la doppia elica di DNA a doppio filamento; infine viene utilizzato un Ac anti-Ac marcato con un enzima. L’aggiunta del substrato dell’enzima rivela il complesso formatosi Tecnologia Amplicor Blue complex Sonda legata alla BSA BSA ancorata alla plastica Colorazione rilevata alla spettrofotometro Requisiti di qualità per i laboratori che offrono diagnostica basata su PCR Da “Herpes: Progress with diagnostic tests and vaccines for Alphaherpesviruses”. A cura di PD. Griffiths e A. Volpi CONTROLLI QUALITATIVI DELLA PCR Per valutare • la sensibilità e la specificità della reazione • l’eventuale presenza di falsi negativi o falsi positivi 1) Controllo POSITIVO: campione contenente la sequenza bersaglio da amplificare; è opportuno che questo campione non contenga un numero troppo elevato di copie (> 105-106) per evitare durante la manipolazione di creare aerosol, fonte di contaminazione Quantità elevata non permetterebbe di evidenziare un eventuale calo di sensibilità della reazione (potrebbe dare risultati falsamente negativi nei campioni in cui il numero di copie è notevolemente inferiore rispetto al controllo) 2) Controllo NEGATIVO: campione non contenente la sequenza bersaglio da amplificare (per valutare la eventuale contaminazione). NB: nella fasi di standardizzazione è consigliabile includere un controllo di SPECIFICITA’: campione con sequenze non specifiche Riduzione della contaminazione • Metodi per l’eliminazione dell’amplicone: – Trattamento con 4’-aminometil-isopsoralene, reagisce con la pirimidina per formare un ciclobutano una volta fotoattivata. I legami crociati che si formano bloccano la reazione di estensione della polimerasi – Uracile DNA glicosilasi: rimuove l’uracile dalla catena zucchero-fosfato del DNA ss e ds. Il sito risultante non può essere replicato dalla polimerasi. In questo modo si possono trattare primers ottenuti con uracile al posto della timina o ampliconi ottenuti nello stesso modo Sviluppo di un protocollo di PCR per applicazioni di diagnostica microbiologica analisi di sequenza (database) disegno dei primer Valutazione della sensibilità con “stampi” a quantità nota Valutazione della specificità impiegando molteplici controlli costituiti da DNA (umano e virale) campi di applicazione Diversi metodi di PCR o sue applicazioni specifiche • RT-PCR: PCR preceduta da retrotrascrizione di RNA in DNA • Nested PCR • PCR multiplex • DNA finger printing dopo amplificazione • RAPD • PCR in situ PCR “nested” (interna) Consiste nella ri-amplificazione con una seconda coppia di primer “interna” alla prima (2 reazioni di PCR) Il frammento di PCR amplificato nella prima reazione di PCR con la coppia di primer “più esterni” viene ulteriormente amplificato nella seconda reazione di PCR con una coppia di primer che fiancheggiano una sequenza interna al segmento bersaglio della prima reazione Permette •di migliorare sia la sensibilità che la specificità dell’amplificazione •di evitare l’ibridazione del prodotto amplificato con sonde specifiche PCR “multiplex” Per amplificare diversi segmenti genomici nella stessa reazione: vengono utilizzate più coppie di primer Scelta del target genotipi virali: seq. geniche variabili Posizione dei primer in relazione alla lunghezza e alla sequenza dei segmenti amplificati Disegno dei primer con cinetica di reazione simile Sviluppo della reazione di PCR a) ricerca condizioni adatte per ciascuna coppia di primer, separatamente b) aggiunta, in sequenza, delle coppie di primer, modificando, se necessario, le condizioni es: riduzione amplificazioni non specifiche variazioni concentrazioni relative dei primer Ottimizzazione della reazione - aumento, se necessario, di alcuni componenti: ioni magnesio, polimerasi - variazione tempi e temperature dei cicli: tempo di estensione più lungo temperatura di annealing più alta Multiplex PCR (Herpesvirus DNA pol) Multiplex PCR (DNA polimerasi Herpesvirus) PCR e digestione amplificato con enzimi di restrizione Tipizzazione di HPV Campione AccI AluI 303 116 60 ND Controllo + AccI AluI ND MW 1114/900 692 500/489 404 320 242 190 147 124 110 67 RANDOM AMPLIFIED POLYMORPHIC DNA (RAPD) Tecnica utilizzata per la caratterizzazione di organismi a livello di DNA, basata sulla PCR Viene utilizzata frequentemente per stabilire parentele genetiche tra popolazioni L’utilizzo di random primer consente di ottenere un DNA fingerprinting Un singolo primer a sequenza casuale, se lega due regioni del DNA stampo in condizioni opportune può dar luogo ad un amplificato RAPD Se il primer si lega in più siti del genoma potranno essere ottenuti diversi amplificati di PCR I diversi prodotti di amplificazione potranno essere separati e visualizzati su gel di agarosio Se due campioni di DNA hanno la stessa origine genetica produrranno un pattern di bande simili Questa procedura è ampiamente usata per distinguere differenti ceppi di microrganismi L’impiego della RAPD richiede riproducibilità dei risultati, uso di DNA di qualità e l’impiego di diversi primers RAPD RAPD PCR “in situ ” Permette di combinare lo studio della localizzazione cellulare, mediante ibridazione in situ, con l’estrema sensibilità dell’amplificazione L’acido nucleico (DNA) viene amplificato nelle cellule e nei tessuti morfologicamente intatti. Prevede diverse fasi: 1) Fissazione: paraformaldeide (1-4%), formalina (10%), acido acetico/etanolo (1/3) 2) Permeabilizzazione: enzimi proteolitici (proteinasi K per cellule fissate su vetrino o pronasi per sezioni tissutali) 3) Amplificazione 4) Rivelazione: diretta, basata su incorporazione di nucleotidi marcati con fluorescina nel prodotto di amplificazione indiretta, con sonde marcate specifiche per il prodotto amplificato: i prodotti ibridi vengono individuati mediante metodi immunochimici o autoradiografici RT/PCR “in situ ” Viene amplificato l’RNA: ad esempio un RNA messaggero o un RNA virale Rispetto alla PCR in situ, prevede in più anche una fase di degradazione del DNA genomico cellulare e la retro-trascrizione dell’RNA in DNA: 1) Fissazione 2) Permeabilizzazione 3) Digestione del DNA (DNAsi) 4) Retrotrascrizione (cDNA) 3) Amplificazione 4) Rivelazione PCR “ in situ “ • PCR in situ indiretta di sequenze di DNA di HBV in sezioni tissutali epatiche PCR “in situ “ • PCR in situ indiretta di sequenze di DNA di HIV-1 in cellule infettate e non infettate Reazione a catena della ligsi (LCR) • E’ un’altra tecnica per l’amplificazione di una sequenza bersaglio • Rispetto alla PCR viene utilizzata una ligasi termostabile per unire oligonucleotidi adiacenti • E’ anch’essa ciclica: denaturazione, appaiamento, ligazione • La LCR utilizza 4 oligonucleotidi • In 20-30 cicli si ha un’amplificazione pari a 106 volte il DNA bersaglio Ligase Chain Reaction (LCR) 1° passaggio: denaturazione mediante calore Sequenze bersaglio 2 4 1 3 4 sonde CALORE Sequenze bersaglio 1 2 3 4 Sequenze bersaglio Ligase Chain Reaction (LCR) 2° passaggio: rinaturazione mediante raffreddamento Raffreddamento 1 2 3 4 3° passaggio: riempimento dello spazio vuoto 1 2 3 4 Polimerasi+ dNTPS Ligase Chain Reaction (LCR) 4° passaggio: legame Ligasi 1 2 3 4 Sistemi di amplificazione basati sulla trascrizione • TAS (transcription based amplification system) – Consiste nella ripetizione di un ciclo composto da due fasi: il DNA denaturato (o RNA) diventa bersaglio di un oligonucleotide che contiene il sito di legame per una trascrittasi inversa. Viene prodotto DNA complementare e dopo denaturazione l’operazione si ripete. Nella seconda fase una RNA polimerasi produce molte copie di RNA ognuna delle quali compie un nuovo ciclo – Con questo metodo in 4 cicli si ottengono 106 copie di DNA – Uno sviluppo commerciale è rappresentato dalla Nucleic Acid Sequence Based Amplification (NASBA) Transcription based amplification system • Isotermica (41.5°C) • Autocatalitica • Utilizza due enzimi: transcrittasi inversa e T7 RNA polimerasi • 2 Primers, uno contenente il sito di legame per la RNA polimerasi (primer 1) • dNTPs Principio della TSA 1. Il primer 1 (che porta la sequenza promoter per RNA polimerasi) si lega al target e la RT da origine alla prima catena di cDNA 2. A questo punto l’attività RNAse H dell’RT degrada l’RNA permettendo al primer 2 di legarsi al cDNA 3. Si genera uno stampo a DNA a doppia elica comprendente la sequenza promoter per RNA pol. 4. RNA pol inizia la trascrizione dallo stampo portando alla formazione di 100-1000 cp di RNA 5. Primer 2 si lega all’amplicone di RNA creando nuovo cDNA che farà da stampo per la formazione di un eteroduplex 6. L’attività RNAse H degrada l’RNA…… PCR QUANTITATIVA La reazione di PCR può anche fornire dei dati quantitativi, questa informazione è importante per valutare la carica microbica di un determinato campione In questo caso è necessario disporre di un opportuno standard da utilizzare per la quantificazione del campione Sono stati sviluppati diversi approcci per la quantificazione con sistemi di rilevamento classici su gel, colorimetrici o fluorescenti Quantificazione degli acidi nucleici • Indicazione di prognosi: HIV, CMV, EBV, HSV (encefaliti) • Indicazione sull’andamento della terapia: HIV, HBV, HCV, HSV (encefaliti) • Indicazioni sul rischio di trasmissione: HCV (materno-fetale), HIV-1, HBV Metodi di PCR-quantitativa con competitore • Il metodo è basato sulla co-amplificazione di due specie di stampo simili, la sequenza da quantificare e il competitore introdotto in quantità nota • Questo compete con la sequenza bersaglio per i primers; quindi si amplificherà con la stessa velocità • La quantità del prodotto finale è calcolata in maniera diversa in sistemi diversi, ma il rapporto fra i prodotti riflette il rapporto fra le quantità iniziali di bersaglio e competitore PCR QUANTITATIVA COMPETITIVA M 1 2 3 4 5 6 M E’ richiesto l’uso di un competitore che è amplificato dalla stessa copia di primers del target e che dà un amplificato di dimensioni diverse Il competitore, di quantità nota, è aggiunto in quantità scalari mentre il campione è mantenuto fisso Con questo metodo è richiesta una quantità sufficiente di campione per poterlo confrontare con le diluizioni di competitore Per una stima più affidabile può essere necessario ripetere l’analisi utilizzando una finestra di diluizione del competitore meno ampia PCR-ELISA QUANTITATIVA Con questo sistema di analisi è necessario effettuare delle diluizioni del campione poichè i sistemi colorimetrici sono efficienti in un limitato intervallo di concentrazioni PCR QUANTITATIVA REAL-TIME I Sfortunatamente i sistemi di quantificazione classici richiedono un certo numero di manipolazioni e incrementano il rischio di contaminazione dovuto alle manipolazioni dei prodotti di amplificazione. Recentemente sono stati proposti dei sistemi di quantificazione basati sull’uso di molecole fluorescenti. Questi sistemi permettono di misurare la comparsa dei prodotti di PCR in real-time evitando di ricorrere alle manipolazioni post-PCR (riducendo i rischi di contaminazione ed i tempi di analisi) PCR QUANTITATIVA REAL-TIME II Sono stati sviluppati sistemi fluorescenti di rilevamento dei prodotti di amplificazione di tipo: Specifico (sonde ad idrolisi, sonde ad ibridazione, molecular beacons, sunrise primer e scorpion primer) Aspecifico (molecole fluorescenti leganti il DNA) In generale i sistemi di tipo specifico sono preferibili nella diagnostica perché consentono un maggiore livello di specificità e danno dei risultati più affidabili in condizioni di basse o alte concentrazioni del DNA ricercato VANTAGGI DELLA REAL-TIME PCR Consente la quantificazione in un ampio intervallo di concentrazioni (da poche copie a 106-107 ) Permette una stima più corretta rispetto ai sistemi di quantificazione in end-point Ridotta variabilità intra-saggio ed inter-saggio Tutte queste caratteristiche rendono la real-time PCR un ottimo strumento per la quantificazione dei microrganismi, che possono presentare un’ampia variabilità nella carica microbica Strumentazione per Real Time PCR Smart Cycler (Cepheid) LightCycler (Roche) iCycler (BioRad) 7900HT System (Applied Biosystems) Fasi della curva di amplificazione della PCR I Fasi della curva di amplificazione della PCR II Metodiche di real time PCR SYBR Green I Sonde di ibridazione Sonde ad idrolisi SYBR Green SYBR Green: molecola intercalante fluorescente: si lega alle molecole di DNA a doppio filamento Sistema di rilevazione quantitativa di acidi nucleici meno specifico e meno sensibile rispetto a quelli basati sull’impiego di sonde Sonde ad ibridazione: Sonde FRET Sono utilizzati due sonde complementari alla stessa catena di un amplificato. Le 2 sonde sono coniugati con due diversi fluorofori, uno dei quali viene eccitato da una luce esterna mentre il secondo viene eccitato dalla luce emessa dal primo. Perchè ciò avvenga i due fluorofori devono essere molto vicini La quantità di amplificato sarà relazionabile alla quantità di luce emessa dal secondo fluoroforo Sonde ad ibridazione: MOLECULAR BEACONS Sonda ad idrolisi: Tecnologia Taq-Man primer senso sonda Primer anti senso Tecnologia Taq-Man hν hν Cos’è il ciclo soglia - Threshold Cycle (CT)? Il ciclo soglia (CT) è il ciclo della reazione di amplificazione in cui il segnale di fluorescenza del campione supera il valore soglia 0.9 0.8 0.7 Sample 0.6 ∆Rn Rn 0.5 0.4 Threshold 0.3 0.2 No template baseline 0.1 0.0 0 5 10 15 20 CT 25 30 35 40 Analisi della cinetica della reazione in Real-Time PCR per una serie di concentrazioni scalari dello standard (A5:5x106 copie, B5:5x105 copie, C5:5x104 copie, D5:5x103 copie, E5:5x102 copie, F5:5x101 copie, G5:5 copie). Lo strumento determina il numero iniziale di copie del DNA bersaglio analizzando ciclo per ciclo la variazione del segnale della fluorescenza come risultato dell’amplificazione del DNA durante la PCR. Cycle: numero di cicli; ∆Rn:variazione dell’intensità del reporter il cui valore è normalizzato con quello del reference. Tecnologia Taq-Man OTTIMIZZAZIONE DEL PROTOCOLLO DI ANALISI PROGETTAZIONE DEL SISTEMA PRIMER-SONDA COSTRUZIONE E QUANTIFICAZIONE DELLO STANDARD OTTIMIZZAZIONE DELLA REAZIONE SULLO STANDARD VALUTAZIONE SUI CAMPIONI La PCR QUANTITATIVA in Virologia Il primo candidato per l’applicazione quantitativa della PCR è stato HIV-1 Accoppiando la reazione di retro-trascrizione all’amplificazione è possibile ricercare sia l’RNA virale che il DNA provirale integrato nel genoma cellulare. Grazie alla PCR quantitativa è possibile effettuare il monitoraggio dell’infezione per valutare la comparsa di ceppi resistenti ai farmaci La PCR QUANTITATIVA in Virologia •Un’altra importante applicazione riguarda le infezioni da virus delle epatiti •Il monitoraggio quantitativo della viremia consente non solo di confermare un dato di positività sierologica, ma permette di valutare lo stato e l’attività dell’infezione, seguire e predire l’evoluzione della malattia e l’efficacia delle terapie •Inoltre la PCR quantitativa è essenziale nel monitoraggio degli herpesvirus nei pazienti trapiantati e nelle encefaliti Diagnostica molecolare - Sensibilità Ibridazione Rivelazione Sensibilità (copie target) Ibridazione diretta fase solida Ibridazione diretta fase liquida Previa amplificazione non radioattivo 106 - 108 radioattivo 105 - 106 non radioattivo 105 - 107 radioattivo 104 - 105 vari sistemi 100 - 102 La sensibilità dei sistemi con amplificazione non è in genere raggiunta dai sistemi di coltivazione in vitro Diagnostica molecolare in infettivologia VANTAGGI ATTESI Specificità Sensibilità •Rapidità Praticità Economicità Vasta applicabilità Diagnostica molecolare – tempi di esecuzione Diagnostica molecolare Isolamento in vitro Processazione campione Processazione campione Acidi nucleici Sistema di coltivazione Amplificazione Crescita Rivelazione Identificazione 24-48 ore 2-30 giorni Diagnostica molecolare in infettivologia VANTAGGI ATTESI Specificità Sensibilità Rapidità •Praticità Economicità Vasta applicabilità Aumentata praticità nella diagnostica molecolare Fase di lavoro Procedure originarie Procedure attuali Processazione campione Estrazione con solventi organici, difficoltà con RNA Estrazione con resine specifiche o semplice lisi, sistemi RNA-specifici Amplificazione Qualità variabile di enzimi e strumenti, parametri non ottimizzati Qualità elevata di enzimi e strumenti, parametri ottimizzati Rivelazione Impiego di sonde radioattive, formati non automatizzabili, contaminazioni Eliminazione sonde radioattive, automazione (micropiastre), controllo delle contaminazioni Norme per la conservazione e l’invio del materiale per diagnostica molecolare DNA → stabile RNA → instabile Ricerca del microrganismo intracellulare in fluidi biologici (es. sangue) Refrigerare ma NON congelare (la rottura delle cellule allo scongelamento diminuisce la concentrazione degli acidi nucleici nel campione) Ricerca del microrganismo extracellulare in fluidi biologici (es. liquor, plasma) Il congelamento garantisce la conservazione a lungo termine e non influisce sull’esito del test Tempi di invio per materiale non congelato DNA RNA qualitativo entro 24-72 ore quantitativo entro 12-24 ore qualitativo entro 6-12 ore quantitativo entro 4-8 ore Estrazione acidi nucleici 1. Fenolo/cloroformio 1. Lisi cellule Applicabilità universale, buona qualità dell’estratto se rimossi bene i solventi Tossico, fenolo acido per RNA. 2. Aggiunta fenolo/cloroformio 3. Recupero fase acquosa 4. Precipitazione acidi nucleici in alcol Estrazione acidi nucleici 2. Salting out 1. Lisi cellule in eccesso di sali Semplice, economico, non tossico, buona qualità dell’estratto Difficile se presenti molte proteine (plasma), soluzioni RNAsi-free per RNA. 2. Precipitazione proteine-sali 3. Recupero fase acquosa 4. Precipitazione acidi nucleici in alcol Aqueous layer (DNA / RNA) NaCl added Cell extract alcohol added Precipitated proteins Precipitated DNA / RNA Estrazione acidi nucleici 3. Uso di resine su colonna 1. Lisi cellule 2. Adsorbimento su resina 3. Lavaggio 4. Eluizione acidi nucleici Semplice, automatizzabile, applicazione universale, ottime resine dedicate per RNA, buona qualità dell’estratto Più costoso, minore concentrazione dell’estratto rispetto ai sistemi basati su precipitazione Purificazione Automatica di acidi nucleici SymBiot® XVI Sample Workstation (Applied Biosystems) MagNA Pure LC Instrument (Roche) BioRobot EZ1 System (BioRad) REQUISITI PER LA PREPARAZIONE DELL’ACIDO NUCLEICO DA AMPLIFICARE Purezza: assenza di componenti che possono diminuire l’efficienza della PCR es. componenti porfirinici (derivanti dal gruppo EME dei globuli rossi), SDS, sali: inibitori della Taq polimerasi diluizioni degli estratti del campione (saggio deve essere molto sensibile) Quantità: l’elevata sensibilità della PCR implica una riduzione della quantità di campione necessario. Può essere effettuata su campioni prelevati in modo meno invasivo rispetto ai metodi classici es. per diagnosi di uretrite infettiva possono essere utilizzati i sedimenti urinari al posto dei tamponi uretrali; per diagnosi di infezioni atipiche da micobatteri può essere utilizzato il sangue periferico al posto del midollo osseo Nella fase di standardizzazione: coamplificazione del DNA bersaglio con un gene presente nel DNA cellulare (es. gene della β -globina) per dimostrare la “competenza” del campione REQUISITI PER LA PREPARAZIONE DELL’ACIDO NUCLEICO DA AMPLIFICARE Estrazione di RNA: RNA retrotrascritto in cDNA ad opera di una trascrittasi inversa (RT): viene definita RT/PCR Fase di estrazione dell’RNA: eliminazione dell’RNAsi endogena, che può inattivare la RT Nella fase di standardizzazione: co-amplificazione del cDNA bersaglio con il cDNA derivato da un trascritto molto presente nelle cellule (es. gene della β -actina) per dimostrare la “competenza” del campione e la sua avvenuta retrotrascrizione Diagnostica molecolare in infettivologia VANTAGGI ATTESI Specificità Sensibilità Rapidità Praticità •Economicità Vasta applicabilità Diagnostica molecolare - costi Tipologia Reattivi Personale Kit commerciale ELEVATO RIDOTTO Sistema in-house RIDOTTO MODESTO Es. saggio di PCR qualitativa per HIV Totale ELEVATO CONTENUTO Kit: 55 euro In-house: 15 euro Diagnostica molecolare in infettivologia VANTAGGI ATTESI Specificità Sensibilità Rapidità Praticità Economicità •Vasta applicabilità Diagnostica molecolare – applicabilità I Carenze della diagnostica diretta convenzionale Agenti di problematico isolamento (es. HIV, HTLV, EBV, Chlamydia, Mycobacterium, Legionella) Agenti presenti in quantità non rilevabile con metodiche convenzionali (screening nel sangue) Agenti non coltivabili (es. HPV, HCV, HBV, rotavirus, enterovirus) Agenti non più biologicamente attivi (es. campione mal conservato) Agenti a crescita lenta (micoplasmi, micobatteri) Agenti difficilmente manipolabili (bioterrorismo) Tutti i casi in cui sia necessaria una identificazione rapida Metodi molecolari: virus ricercati Ricerca virale in PCR Frazioni ematiche (plasma, linfociti e leucociti) Tampone: vaginale HPV, HSV cutaneo HSV, VZV oculare HSV Liquor: v. erpetici, enterovirus, TBE virus, CMV, EBV Liquido amniotico: virus della rosolia, VZV, HCV Urine: CMV, BK, JC Feci: enterovirus Biopsie: CMV, EBV, HCV, HBV, HPV Aspirato nasale, nasofaringeo, broncoaspirato: RSV, CMV, Rubella Diagnostica molecolare – applicabilità II Carenze della diagnostica sierologica Infezione materno-fetale o perinatale (es. HIV, CMV) Profilo sierologico ‘indeterminato’ (es. HIV, HCV) Infezione recente (‘periodo finestra’) (es. HIV, HCV) Estensione della diagnostica molecolare MONITORAGGIO ANDAMENTO INFEZIONE Quantificazione della carica virale HIV - prognosi e monitoraggio di terapia (RNA) HCV - prognosi e monitoraggio di terapia (RNA) HBV - prognosi e monitoraggio di terapia (DNA) Analisi della variabilità genetica HIV - genotipizzazione per stima delle farmacoresistenze (RNA, DNA) HCV - genotipizzazione per previsione della risposta al trattamento (RNA) HBV - genotipizzazione per stima delle farmacoresistenze (DNA) Estensione della diagnostica molecolare MONITORAGGIO ANDAMENTO INFEZIONE Altre possibili applicazioni Quantificazione della carica virale CMV: prognosi e monitoraggio di terapia EBV: prognosi e monitoraggio di terapia Analisi della variabilità genetica Mycobacterium: genotipizzazione per stima delle farmacoresistenze CMV - genotipizzazione per stima delle farmacoresistenze Saggi per l’analisi della variabilità Analisi singole mutazioni 1. 2. Individuazione di specifiche mutazioni tramite sonde multiple in saggi di ibridazione differenziale (es. LIPA, PCR selettiva) Sequenziamento completo • Dideoxy sequencing (es. VGI TruGene, PE-ABI ViroSeq, ‘home brew’) • Microarray (es. Affymetrix HIV GeneChip®) • Pyrosequencing (Pyrosequencing AB) Il sequenziamento automatizzato con marcatori fluorescenti Coniugando a ciascun ddNTP un diverso marcatore fluorescente, è possibile effettuare le quattro reazioni di sequenziamento in un unico tubo da saggio e caricare il tutto in un solo pozzetto di gel ddA ddT ddC ddG Dalla cycle sequencing all’elettroforetogramma... Dalla cycle sequencing all’elettroforetogramma... Le emissioni fluorescenti vengono captate da un rilevatore e le informazioni vengono integrate e trasformate in picchi di colore diverso, con aree proporzionali all’intensità di emissione. Monitoraggio farmacoresistenza nell’infezione da HIV Al fallimento fallimento virologico virologico della della terapia terapia Al Nei pazienti pazienti ‘naive’, ‘naive’, specialm. specialm. se se con con infezione infezione Nei acuta acuta In gravidanza gravidanza In La farmacoresistenza è il maggiore predittore della risposta alla terapia Individuate specifiche mutazioni in regioni codificanti enzimi bersaglio (trascrittasi proteasi) Computo informatizzato del livello di resistenza per ogni farmaco in base al pattern relativo a oltre 100 mutazioni implicate nei fenomeni di resistenza Sequenziamento completo (farmacoresistenze HIV ) Campione Acidi nucleici Amplificazione delle regioni RT e PRO di HIV tramite PCR ACGT Reazioni di cycle sequencing Elettroforesi su sequenziatore Sequenza RT e PRO Problematiche in diagnostica molecolare Necessità di saggi multipli in assenza di un preciso sospetto diagnostico Es. meningite, febbre emorragica Effetti del polimorfismo del bersaglio Falsi negativi in diagnostica qualitativa Valutazioni errate nel monitoraggio (es. carica virale HIV con ceppi/sottotipi non comuni) Significato del reperto qualitativo nelle infezioni ‘latenti’ Es. CMV, EBV, HHV-6 Validità dei sistemi e training del personale impiegato Riproducibilità? Controllo di qualità? Certificazione? CONCLUSIONI La diagnostica molecolare ha profondamente cambiato il ruolo del laboratorio di microbiologia clinica Sono disponibili test sensibili, specifici e rapidi di grande utilità clinica E’ necessaria un’interazione stretta e continuativa fra clinica e laboratorio per disporre di strumenti sempre più importanti per la gestione clinica del paziente I sistemi di diagnostica molecolare devono essere accuratamente controllati su sistemi modello prima di essere impiegati su campo Diagnostica molecolare PCR - applicazione per settore in microbiologia Parassitologia Micologia Virologia Batteriologia 4% 17% 7% 72% Fonte: ‘MEDLINE search’ 1995-2001 Esami di laboratorio per la diagnosi di infezione da HIV Ricerca anticorpi mediante saggi immunoenzimatici (con eventuale conferma mediante western blotting) nei confronti di antigeni ricombinanti e/o peptidi sintetici che riproducono gli epitopi antigenici più significativi delle principali proteine strutturali di HIV-1 e HIV-2 e dei diversi sottotipi di HIV-1 Limiti: Nella fase iniziale (3-4 settimane) dell’infezione Nei neonati In modesta % di soggetti infetti che sono borderline Ricerca di HIV Isolamento culturale (indaginoso) Rilevazione antigeni specifici (p24) Rilevazione di specifiche sequenze nucleotidiche (DNA provirale, RNA virionico) Follow-up del paziente HIV + Per monitorare l’efficacia della terapia antiretrovirale o per derivare indicazioni prognostiche adeguate Determinazione viral load DNA-PCR Determinazione virus infettante in circolo (infectious culture dose) p24 plasma antigenemia HIV-1 RNA plasmatico (RT-PCR, NASBA, bDNA, real time PCR) Significato prognostico della ‘viremia’ nell’infezione da HIV HIV RNA (copie/ml) Caduta CD4/m m c per anno % AIDS entro 6 anni % m orte entro 6 anni >30.000 10.001-30.000 3.001-10.000 501-3.000 <500 0 20 40 60 80 100 Mellors, 1997 HCV – monitoraggio molecolare HCV RNA Indicazione per l’intervento terapeutico Livello al baseline e a 3-6 mesi dal trattamento è predittore della risposta alla terapia (IFN-α, IFN-α+ribavirina) Condizionamento dello schema terapeutico (es. 6 mesi con HCV RNA <2x106 copie/ml; 12 mesi con HCV RNA >2x106 copie/ml) Genotipo Predittore della risposta al trattamento (es. 10-40% di responder con genotipo 1b vs. 60-90% di responder con genotipo 2a e 2b) Condizionamento dello schema terapeutico (es. 6 mesi con genotipo 2 o 3; 12 mesi con genotipo 1 o 4) Condizionamento della patogenicità (es. maggiore rischio di progressione verso cirrosi e carcinoma epatocellulare con genotipo 1b; scarso rischio con genotipo 3 e 4) HBV – monitoraggio molecolare HBV DNA Indicazione per l’intervento terapeutico Livello al baseline è predittore della risposta alla terapia (IFNα, lamivudina, adefovir) Parametro per la valutazione della risposta al trattamento Genotipo L’analisi della regione codificante la trascrittasi consente di individuare mutazioni di resistenza alla lamivudina (M552I/V) Aumentata praticità nella diagnostica molecolare