Annastella Gambini, Antonella Pezzotti, Valentina Borgo Dipartimento di Scienze Umane per la Formazione “R. Massa” – Corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria - Università degli Studi di Milano-Bicocca Premessa Nei primissimi anni di scuola, oltre ad imparare a saper vivere insieme agli altri, si formano le basi fondamentali della propria cultura, soprattutto di quella scientifica. Queste basi dovrebbero costituire un fondamento duraturo, corretto dal punto di vista disciplinare, spendibile in tutti i livelli scolastici successivi. Occorre pertanto rafforzare la formazione scientifica, in particolare ecologica, degli insegnanti della scuola dell’infanzia. Il pensiero di Darwin ha rivoluzionato il modo di guardare e studiare la natura, sostituendo ad una visione statica, basata su individui, una visione dinamica e sistemica. È sempre più evidente l’importanza delle relazioni tra organismi e ambiente, della comunicazione e interazione tra i diversi componenti di un ecosistema di cui le relazioni alimentari sono uno degli aspetti più immediati. Non è corretto, quindi, presentare ai bambini animali e piante come semplici rappresentazioni formali, pur sempre affascinanti ed emozionanti, senza inserirle in un contesto ambientale e/o storico-evolutivo. Sono le relazioni tra i diversi componenti che rendono il sistema complesso: proprio su queste, pertanto, occorre centrare l’attenzione dei più piccoli. Nella scuola dell’infanzia, generalmente, la conoscenza degli animali (le piante sono utilizzate pochissimo) è proposta mediante disegni, peluche, pupazzi di gomma, libri per bambini che ne evidenziano soprattutto la stranezza delle forme e che sono spesso dotati di falsi colori per attirare l’attenzione. Bisognerebbe ribaltare la metodologia che viene tradizionalmente applicata nella scuola. Oggi, con i bambini molto piccoli, si parte da concetti “semplici”, da “informazioni” che nel corso degli anni diventano via via più approfondite, mentre i concetti fondanti della disciplina (biodiversità, dinamismo delle specie, unicità degli ecosistemi, ecc.) sono affrontati solo nei successivi ordini di scuola, come conclusione logica di un pensiero che spesso purtroppo si dimentica per strada… Meglio sarebbe inserire i bambini da subito in un contesto educativo in grado di porli di fronte ai grandi temi della biologia: quali la biodiversità, le relazioni tra gli elementi di un ecosistema, la non fissità delle classificazioni ecc.. Può sembrare un controsenso, ma solo successivamente, nella scuola primaria, si dovrebbero studiare in modo analitico forme e parti, lasciando ampio spazio, prima, all’apprendimento di una visione sistemica e a percepire i grandi temi che vi sono sottesi. Un allevamento di Vanessa dell’ortica (Aglais urticae) in classe offre un’ottima opportunità per far parlare e discutere i bambini sulle relazioni alimentari che uniscono insetto e pianta evidenziandone tutti gli aspetti osservabili/osservati. Formazione dell’ dell’insegnante Il modello pedagogico-didattico a cui aderiamo prevede una fase iniziale di preparazione dell’insegnante in cui egli sperimenta personalmente lo stesso percorso che in seguito proporrà ai bambini. In questa fase l’insegnante adatta l’attività alle proprie conoscenze e ai propri interessi, selezionando luoghi e tempi, procurandosi tutti i materiali necessari e approfondendo aspetti teorici. Questo consente, oltre all’acquisizione dei requisiti e delle precauzioni per non far fallire l’esperienza con i bambini in classe, di formulare previsioni rispetto agli accadimenti, indirizzando le attività con maggior efficacia. Metodologia La metodologia utilizzata fa riferimento alla pedagogia costruttivista e alla creazione di setting appositamente allestiti per favorire l’apprendimento collaborativo. Ne esemplifichiamo alcuni punti emblematici. 1) Registrazione delle diverse fasi dell’esperienza (disegni, conversazioni, fotografie, scattate su indicazione dei bambini, cartelloni, ecc.). 2) Realizzazione di un libro (con disegni, materiale seccato, commenti trascritti dalla maestra, ecc.) utilizzabile per riportare alla memoria l’esperienza fatta. 3) Discussione collettiva per capire qualcosa di più sulla crescita e sulla metamorfosi della farfalla. 4) Assegnazione a gruppi di bambini di teche per favorire il senso di responsabilità dell’allevamento delle larve. 5) Lavoro outdorr per far cogliere ai bambini la relazione con l’ambiente naturale. Ogni gruppo di bambini osserva le ortiche e le larve nelle teche che gli sono state assegnate. Disegno che raffigura un’uscita suI campo. Youmi: (nell’ortico) Ci sono solo i bozzoli, le ortiche sono pulite. Luca: lo scottex è pulito. Riccardo: i bozzoli non hanno mangiato le ortiche. Fabio: non mangiano niente, restano fermi, finché non nasce la farfalla. Tommaso: … immobili, ma quando tocchiamo il tavolo si muovono… Particolare del cartellone su cui sono state riportate le fasi dell’esperienza. Foto di una pagina del libro. Discussione tra i bambini. Alcuni risultati Il percorso si è sviluppato naturalmente, in modo graduale, consentendo ai bambini di individuare gli accadimenti, osservarli, descriverli, commentarli; di rielaborare l’esperienza nell’attività individuale e in quella di gruppo. Ecco di seguito alcuni esempi che attestano la validità dell’esperienza nell’evidenziare la relazione tra animale e pianta. Ci sono dei bruchi che mangiano l’ortica Oggi abbiamo messo i bruchi in un contenitore. Dobbiamo allevare i bruchi per vedere come si trasformano in farfalle. […]Io ho visto come i bruchi mangiavano le foglie, dormivano e camminavano sulle foglie. I bruchi sono neri, hanno tante zampine, camminano piano piano. Dopo aver messo i bruchi sulle ortiche abbiamo chiuso la gabbia, poi siamo rimasti lì un po’ a guardarli mentre mangiavano le foglie. SIMONE A furia di mangiare i bruchi sono cresciuti […]A uno si è tolta la pelle, l’ho sentito, l’ha detto la Laura, se la toglieva con le zampe. Adesso i bruchi sono diventati grandi perché hanno mangiato le foglie. Le cacche sono dei bruchi e adesso sono grandi, ma prima erano piccole. Io le ho viste sul cartellone. KEVIN Serve sempre l’ortica fresca! Ma i bruchi non si pungono? Mi è piaciuto vedere i bruchi sulle ortiche quelle che siamo andati a prenderle al parco. Siamo andati a raccogliere le ortiche fresche perché le ortiche quelle che abbiamo nella classe dove abbiamo messo i bruchi erano tutte secche. I bruchi erano un po’ neri e un po’ verdicci, come quelli che abbiamo in classe. Mangiavano l’ortica. RICCARDO QUANDO I BRUCHI SONO SULLE ORTICHE … non si pungono perché hanno lo scheletro fuori (Antonio) …e come fanno a stare sulle ortiche? (Lorena) …con le zampe (Luca) …sulle zampe hanno come delle spine (Gabriele) Conclusioni La valutazione del percorso portato avanti durante il primo anno ha dato risultati soddisfacenti che ci hanno confortato a proseguire l’esperienza e a portare i bambini a interrogarsi un po’ più a fondo sulle relazioni tra pianta e animale. L’insegnante ha spesso orientato il dibattito tra i bambini e l’interpretazione collettiva dei loro disegni in queste principali direzioni: che si imparano le cose meglio osservandole insieme e discutendone, che ci sono molte domande da porsi e da porre agli altri quando si osservano le relazioni tra organismi viventi, che si possono immaginare tante cose, ma non sempre tutte e che talvolta quello che succede è proprio imprevedibile ecc. Aspetti che differenziano moltissimo un’educazione scientifica basata sulla fisica da una basata sulla biologia che tanto diverse rendono le due discipline sia per quanto riguarda la loro epistemologia sia per quanto riguarda il loro insegnamento. Bibliografia • • • • • • M. Arcà (2000): Uno sguardo alla scuola materna. In V. Alfieri, M. Arcà, P. Guidoni: I modi di fare scienze. Bollati Boringhieri. S. Caravita (2005): Tanti modi di imparare. Rivista “Bambini a Roma”, N° 2 (febbraio). A. Gambini (2004): Imparare dal rapporto con organismi vivi. In E. Falchetti, S. Caravita: A scuola di animali. Pensieri a confronto. Franco Muzzio Editore. A. Gambini, A. Pezzotti (2004): Educare alla biodiversità fin dai primi momenti di scuola. Proposte didattiche e problematiche educative di base. XIV Congresso della Società Italiana di Ecologia. C. Pontecorvo, A. M. Ajello, C. Zucchermaglio (1993): Discutendo si impara. La Nuova Italia Scientifica. K. Worth (2003): Shadows, worms and Whirlpools: Science in the Early Childhood Classroom. Heinemann.