Walter Rossato 2°A 07/11/2010 DESCRIZIONE I bruchi

Walter Rossato
2°A
07/11/2010
DESCRIZIONE
I bruchi (appartenenti al tipo morfologico delle larve eruciformi) hanno forma allungata e aspetto
vermiforme. In essi si distingue il capo, seguito da 3 segmenti toracici e 10 segmenti addominali.
L'apparato boccale è masticatore. Nel capo sono presenti anche degli
occhi semplici detti stemmata (mancano quelli composti) e antenne
piuttosto ridotte. I segmenti toracici portano tre paia di zampe
articolate, mentre nell'addome sono presenti le
pseudozampe (false zampe), in genere 5 paia. Il
tegumento presenta un numero variabile di peli o setole
(con funzione sensoriale oppure di rivestimento e
protezione, talvolta urticanti), sparse o distribuite a
ciuffi, anche su tubercoli.
ABITUDINI ALIMENTARI
La quasi totalità dei bruchi è fitofaga, cioè ricava il proprio nutrimento dalle piante.
Molti di essi risultano perciò dannosi a specie vegetali di interesse agricolo o
forestale. In genere si nutrono delle foglie, erodendone i margini e lasciando così
evidenti tracce della loro presenza. In qualche caso piegano i margini delle foglie o
arrotolano le foglie fissandole con fili di seta, rendono gli steli morbidi oppure attaccano altre parti
della pianta come gemme, fiori, frutti o semi. I microlepidotteri del genere Yponomeuta avvolgono i
rami in una sorta di “ragnatela”.
Alcuni bruchi sono endofiti, cioè vivono all’interno dei tessuti vegetali.
Quelli xilofagi, come Zeuzera pyrina ed altre specie delle famiglie Cossidae
e Sesiidae, scavano gallerie all'interno del tronco o dei rami, nutrendosi del
legno. Altri scavano gallerie nel fusto di piante come il mais (Ostrinia
nubilalis), all'interno di frutti, come pere, mele e noci (Cydia pomonella e
altre Tortricidae), nei tuberi delle patate, in bulbi, radici e rizomi. I bruchi di
molti microlepidotteri, come Cameraria ohridella, scavano sottili gallerie
("mine") all'interno della lamina fogliare. Alcuni producono galle.
Alcune specie sono monofaghe, cioè si nutrono di una sola specie vegetale, altre sono oligofaghe o
polifaghe.
Sono bruchi anche le larve delle "tignole" (soprattutto Tineidae, Oecophoridae, Gelechiidae e
Pyraloidea) che si nutrono di derrate alimentari di origine vegetale, come granaglie, farine, biscotti,
ma anche di prodotti di origine animale come la cera degli alveari (Galleria mellonella) o la lana,
qualche volta anche di legno marcescente o escrementi.
Non mancano neppure i bruchi predatori, come quelli mirmecofili di molte Lycaenidae, che vivono
nei formicai dove predano gli afidi ma anche gli stadi preimmaginali delle stesse formiche. Anche
le larve di alcune Pyraloidea sono mirmecofile oppure vivono in nidi di vespe sociali; quelle di certe
Crambidae sono parassiti di bruchi di Psychidae.
Walter Rossato
2°A
07/11/2010
METODI DI LOTTA
Per infestazioni ridotte, o aree relativamente limitate, è
possibile attuare una raccolta manuale delle larve, volta a
limitare l'espansione del lepidottero su un più ampio
territorio; inoltre, è consigliato provvedere alla potatura
ed all'allontamento dei rami colpiti. Sono altresì possibili
-e consigliati in caso di infestazioni rilevanti- interventi
curativi biologici con applicazione di Bacillus
thuringiensis sspp, oppure chimici tramite insetticidi,
solitamente fosforganici di sintesi.Il periodo ed il prodotto specifico variano da specie a specie;
indicativamente bisognerà mirare a contenere l'insetto prima che
produca il danno, ovvero prima che la larva cominci a nutrirsi delle
parti di pianta.
METODI DI DIFESA
Comportamenti gregari sono abbastanza frequenti tra i bruchi. Le larve di varie specie di
Yponomeutidae, Lasiocampidae, Notodontidae (come la processionaria del pino e la processionaria
della quercia) e Lymantriidae vivono in gruppi e si rifugiano in nidi
sericei.
Molti presentano colororazioni e forme criptiche, grazie alle quali si
mimetizzano, confondendosi con le foglie o altre parti della pianta; talvolta
assumono l'aspetto di fiori (come alcune Noctuidae del genere Cucullia,
che sembrano infiorescenze di Artemisia) oppure si irrigidiscono in una
posizione particolare in modo da sembrare piccoli rametti (come molte
Geometridae).
Tra le strategie di difesa contro i predatori si annoverano anche colorazioni
aposematiche e la presenza di spine velenose (come in Automeris io), peli
urticanti (ad esempio nella processionaria del pino) e secrezioni ripugnanti
(come nel macaone).