Sociologia II modulo (2010/2011) Corso di vita e differenze di età Paolo Parra Saiani 1 2 Principali differenze sociali Le tre principali differenze sociali (differenze naturali che hanno acquisito rilevanza sociale) differenze di genere differenze etniche differenze di età 3 Paolo Parra Saiani 1 Sociologia II modulo (2010/2011) Le 3 principali differenze sociali differenze etniche Coorti vs. generazioni Fasi del corso della vita differenze di genere differenze di età Riti di passaggio (nascita, findanzamento, etc.) Gioventù: da bambino a adulto Trasformazioni nel mercato del lavoro Terza età, pensionamento Nascita dei sistemi previdenziali 4 Gli strati di età In ogni società, sia gli individui che i ruoli, che essi svolgono, sono stratificati non solo per classe e genere, ma anche per età. In ogni società vi sono diversi strati di età cioè aggregati di individui di età simili Tali strati sono diversi per ampiezza e composizione 5 Dalla posizione nella struttura di età della popolazione dipendono: le capacità biologiche gli atteggiamenti nei confronti della vita e del mondo le attività svolte i rapporti ti con glili altri lt i 6 Paolo Parra Saiani 2 Sociologia II modulo (2010/2011) L’età è: una caratteristica ascritta uno status di transizione Tali strati,, diversi per p ampiezza p e composizione, p , differiscono anche per status e ruoli. I diritti, i doveri e le ricompense vengono distribuiti in maniera differente a seconda dell’età. Esistono cioè aspettative sociali differenziate in relazione ai ruoli d’età 7 Norme formali Età per il voto Età per il matrimonio Scuola dell’obbligo Norme informali “Che farai dopo il diploma??” 8 Gli strati si formano in tutte le società grazie a due diversi processi: quello universale dell’invecchiamento e della successione delle coorti quello ll del d l mutamento t t delle d ll strutture t tt e dei d i ruolili connessi all’età Æ cambiamento delle aspettative, ricompense e sanzioni collegate all’età. 9 Paolo Parra Saiani 3 Sociologia II modulo (2010/2011) 10 Coorte e generazione Coorte ¼ insieme di persone che vivono uno stesso evento nello stesso momento. Generazione ¼ insieme di persone che, oltre a essere nati nello stesso arco di tempo, hanno in comune i valori, gli atteggiamenti e le opinioni riguardanti la società e la politica. Generazione e nesso generazionale Æ insieme di persone con la stessa collocazione nello spazio storico sociale, esposti a influenze culturali dello stesso tipo, partendo dalla medesima forma di coscienza stratificata (Karl Mannheim) 11 12 Paolo Parra Saiani 4 Sociologia II modulo (2010/2011) 13 Attenzione all’effetto coorte… 14 Easterlin Richard Easterlin ha ricondotto alle diverse dimensioni delle coorti fenomeni assai diversi come: - l’età al matrimonio - i tassi di fecondità, di attività della popolazione femminile, di criminalità e di suicidio. Alla base del suo schema interpretativo vi è il concetto di reddito relativo, che nasce dal confronto fra le risorse economiche, di cui una persona dispone (reddito effettivo), e le aspirazioni, che essa ha (reddito atteso). 15 Paolo Parra Saiani 5 Sociologia II modulo (2010/2011) Il corso della vita Le fasi in cui si articola variano nello spazio e nel tempo e persino fatti biologici come la nascita, la pubertà e la morte assumono un significato e un valore diverso nelle diverse epoche e società. Le diverse fasi del corso della vita sono segnate da riti di passaggio ¼ le cerimonie che accompagnano ogni modificazione di posto, di stato, di posizione sociale e di età. 16 Tutti i riti hanno una struttura simile e passano attraverso tre diverse fasi: preliminare o di separazione = una persona abbandona la posizione e le forme di comportamento precedenti di transizione o di margine g = il soggetto gg non è né da una parte né dall’altra, ma si trova in un spazio intermedio fra lo stato di partenza e quello di arrivo di aggregazione = il soggetto è in uno stato relativamente stabile e ha diritti e doveri precisi 17 18 Paolo Parra Saiani 6 Sociologia II modulo (2010/2011) Infanzia Secondo Ariès: ¼ l’infanzia e l’adolescenza sono invenzioni della società moderna: un tempo non esistevano come fasi distinte del corso della vita; ¼ in età pre-moderna non esisteva un sentimento dell’infanzia. tesi poi parzialmente smentite resta il fatto che nei paesi occidentali risale solo al secolo scorso l’idea che i bambini abbiano diritti e privilegi, che debbano essere allevati ed educati in famiglia e a scuola, che debbano essere protetti dagli abusi e dai maltrattamenti degli adulti. 19 Pubertà e gioventù Pubertà Passaggio dalla condizione fisiologica del bambino alla condizione fisiologica dell’adulto, sviluppo degli organi sessuali, dei caratteri sessuali secondari e dall’accrescimento scheletrico e muscolare. Pur essendo un processo di natura biologica, la pubertà risente anche dell’influenza dei fattori sociali. Gioventù Passaggio dallo status sociale di bambino a quello di adulto una persona diventa adulta quando varca alcune soglie: - percorso formativo concluso - occupazione relativamente stabile - lascia la casa dei genitori - si sposa - diventa per la prima volta padre o madre 20 21 Paolo Parra Saiani 7 Sociologia II modulo (2010/2011) 22 23 24 Paolo Parra Saiani 8 Sociologia II modulo (2010/2011) Istat, Rapporto annuale sulla situazione del Paese, 26/5/2010, p. 12 Il tasso di disoccupazione giovanile in Italia (25,4 per cento) è più del triplo di quello totale (7,8 per cento) e più elevato di quello europeo (19,8 per cento) Di fronte alle crescenti difficoltà di trovare un impiego, aumenta il senso di scoraggiamento negli individui, che rinunciano del tutto a cercare lavoro. In particolare, aumenta la percentuale dei disoccupati di lunga durata che transitano verso l’inattività (dal 37 al 44 per cento). La fase ciclica negativa ha un forte impatto sulla popolazione giovanile, determinando una significativa flessione degli occupati 18-29enni (300 mila in meno rispetto al 2008, il 79 per cento del calo complessivo dell’occupazione). Una parte significativa di questa caduta riguarda il lavoro atipico (-110 mila unità). Dopo il moderato calo tra il 2004 e il 2008 (dal 49,7 al 47,7 per cento), il tasso di occupazione dei 18-29enni scende in un solo anno al 44 per cento: una caduta tre volte superiore a quella del tasso di occupazione totale. Nessun titolo di studio sembra in grado di proteggere i giovani dall’impatto della crisi. La flessione dell’occupazione per chi ha un titolo non superiore alla licenza media è p particolarmente critica (-11,4 ( , per p cento), ), ma rimane rilevante anche per i diplomati (-6,9 per cento) e per i laureati (-5,2 per cento). Le ripercussioni sociali della crisi occupazionale variano in base alla posizione in famiglia di chi ha perso il lavoro. I figli che vivono nella famiglia di origine, spesso impegnati in lavori temporanei e con bassi profili professionali all’inizio della loro carriera lavorativa, rappresentano il gruppo più colpito dal calo dell’occupazione (-332 mila unità). L’Italia è il secondo paese più anziano d’Europa (dopo la Germania), con un forte squilibrio generazionale: il rapporto di dipendenza tra le persone in età inattiva (014 anni e 65 anni e più) e la popolazione che “teoricamente” teoricamente si fa carico di sostenerle economicamente (15-64 anni) è passato dal 48 al 52 per cento in dieci anni, a causa del peso crescente delle persone anziane (da 27 ogni 100 in età attiva nel 2000 a 31 nel 2009). Paolo Parra Saiani 9 Sociologia II modulo (2010/2011) La quota dei 18-34enni celibi e nubili che vive in famiglia cresce dal 49,0 per cento del 1983 al 60,2 nel 2000, attestandosi poi al 58,6 per cento nel 2009. Tra i 30-34enni quasi il 30 per cento vive ancora in i famiglia, f i li una quota t triplicata t i li t dal d l 1983. Tra i giovani in questa fascia di età, inoltre, quelli che rinviano l’uscita dalla famiglia sono ragazzi in un caso su tre, ragazze in un caso su cinque. Fonte: Istat, Le difficoltà nella transizione dei giovani allo stato adulto e le criticità nei percorsi di vita femminili, 2009, p. 3. Fonte: Istat, Le difficoltà nella transizione dei giovani allo stato adulto e le criticità nei percorsi di vita femminili, 2009, p. 7 Paolo Parra Saiani 10 Sociologia II modulo (2010/2011) Scenario “verosimile” prossimi 40 anni il numero medio di figli per donna cresce fino a 1,58 nel 2050; la speranza di vita aumenta fino agli 84,5 anni (M) e gli 89,5 (F); il numero dei giovani fino a 14 anni ridursi a 7,9 milioni (il 12,9 per cento della popolazione); la popolazione attiva contrarsi a 33,4 33 4 milioni (54,2 (54 2 per cento) e quella degli over 64 salire a 20,3 milioni (da uno su cinque a uno su tre residenti nel 2050). squilibrio generazionale accentuato: l’indice di dipendenza degli anziani (ultra 64enni sulla popolazione in età attiva) potrebbe raddoppiare (61 per cento) e l’indice di vecchiaia salire a 256 anziani ogni cento giovani. Prossimo rapporto: 23/5/2011 Terza età Fase della vita che inizia con la pensione ed è caratterizzata da un grande aumento del tempo libero e delle possibilità di realizzazione personale. Quarta età Fase della vita caratterizzata dalla dipendenza fisica dagli altri. 33 Paolo Parra Saiani 11 Sociologia II modulo (2010/2011) Pensionamento passaggio da una fase a un’altra della vita, la fine del periodo di lavoro e l’inizio di quello del tempo libero, delle attività non economiche. Rispetto all’età in cui è consentito regolarmente llasciare i il lavoro l neglili ultimi l i i decenni d i abbiamo bbi avuto due fasi distinte e opposte: fase del prepensionamento fase dell’innalzamento dell’età pensionabile 34 Innalzamento dell’età pensionabile Alcuni fattori hanno portato governi e forze sociali a optare per una politica di innalzamento dell’età pensionabile: allungamento della vita media crescita del peso (costi) della popolazione anziana i livello di istruzione e condizioni di salute migliori degli anziani di oggi rispetto alle coorti precedenti diffusione dell’idea che l’essere attivo è per l’individuo il modo migliore per ritardare l’invecchiamento fisico e psichico 35 Paolo Parra Saiani 12