Daniela Ferro la trinità archEtipo comunionalE DElla chiEsa E DElla sociEtà Per una lettura teologico-trinitaria del Concilio Vaticano II Euno Edizioni © copyright 2013 Euno Edizioni 94013 leonforte (En) – Via mercede 25 tel. 0935 905300 – Fax 0935 901672 isbn 978-88-97085-98-0 in copertina: In copertina: icona con immagine della Santissima Trinità, riproduzione di scuola rumena dell’icona dipinta da Andrej Rublëv nel 1425. Finito di stampare nell’ottobre 2013 da universalbook - rende (cs) sommario tavola delle abbreviazioni e sigle 7 prefazione di Filippo Salamone 9 introduzione 13 capitolo i la chiesa «sacramento» dell’amore trinitario 21 1.1 Lumen gentium: la trinità origine, modello e fine della chiesa 1.2 Dei Verbum: la natura trinitaria della rivelazione fondamento della chiesa di cristo 1.3 Sacrosanctum concilium: il mistero della chiesa dispiegato nella liturgia, luogo di incontro con il padre per il cristo nello spirito 24 44 55 capitolo ii la missione della chiesa epifania della communio trinitaria 67 2.1 l’impronta trinitaria nell’antropologia comunionale della Gaudium et spes 2.2 Ad gentes: l’Agape intratrinitario paradigma della missionarietà ecclesiale 2.3 il cammino ecumenico dell’Unitatis redintegratio tra unità e communio trinitaria 101 capitolo iii l’ecclesiologia di comunione del concilio Vaticano ii 115 3.1 la koinonia trinitaria forma compiuta della communio sanctorum 3.2 l’immagine trinitario-comunionale della chiesa 3.3 la relazione pericoretica: prospettiva ecclesiologica del terzo millennio e presupposto della nuova evangelizzazione 70 85 119 126 140 conclusione 153 Bibliografia 159 tavola delle abbreviazioni e sigle Documenti del Concilio Vaticano II AG DV GS LG UR CONCILIO VATICANO II, Ad gentes. Decreto sull’attività missionaria della Chiesa (7.12.1965), in EV 1, 1087-1242. CONCILIO VATICANO II, Dei Verbum. Costituzione dogmatica sulla divina rivelazione (18.11.1965), in EV 1, 872911. CONCILIO VATICANO II, Gaudium et spes. Costituzione pastorale sulla Chiesa nel mondo contemporaneo (7.12.1965), in EV 1, 1319-1644. CONCILIO VATICANO II, Lumen gentium. Costituzione dogmatica sulla Chiesa (21.11.1964), in EV 1, 284-456. CONCILIO VATICANO II, Unitatis redintegratio. Decreto sull’ecumenismo (21.11.1964), in EV 1, 494-572. Altri documenti del Magistero e della tradizione AAS ATI DS EV PL PG STh Acta Apostolicae Sedis Associazione Teologica Italiana Denzinger H.- SchöenmetzerA. Enchiridion Vaticanum Patrologia Latina Patrologia Greca Summa Teologica 7 Altre sigle e abbreviazioni AA. VV. AVE BTCon cap. Cfr. dir. EDB ESD Ib. ID. Lett. LEV n./nn. op. cit. q./qq. s./ss. sec. vol./voll. 8 Autori Vari Anonima Veritas Editrice Biblioteca Teologica Contemporanea Capitolo Confronta diretto Edizioni Dehoniane Bologna Edizioni Studio Domenicano Ibidem Idem Lettera Libreria Editrice Vaticana numero/numeri opera citata questio/questiones seguente/seguenti secolo volume/volumi prefazione di Filippo Salamone Questo volume, prende spunto dal 50° anniversario dell’apertura del Concilio Ecumenico Vaticano II e si è posto l’obiettivo di leggere alcuni documenti conciliari alla luce del mistero trinitario. Il motivo di questa ricerca e della conseguente riflessione è dato da una ragione teologica assai consistente: il Concilio, pur non avendo esplicitamente e sistematicamente trattato il dogma della Trinità, possiede tuttavia un’impostazione di fondo e una impalcatura finemente trinitaria, nel momento in cui mette in relazione il mistero della Chiesa con il mistero comunionale e agapico della Trinità che viene in tal modo ricompresa a fondamento del mistero della Chiesa. Nei tre capitoli l’autrice approfondisce tale relazione analizzando alcuni importanti documenti che delineano il mistero della Chiesa universale nella sua origine, nella sua forma di vita e nella sua meta ultima, a partire dalla Trinità (LG), mettono in evidenza il carattere teologico-trinitario della rivelazione (DV), e la dimensione trinitaria della liturgia nel suo duplice movimento, discendente e ascendente (SC). 9 Da questa lettura trinitaria del Concilio Vaticano II emerge anche l’azione missionaria della Chiesa, che si realizza attraverso il dialogo col mondo contemporaneo (GS), l’evangelizzazione verso tutti i popoli (AG) e l’ecumenismo tra le chiese (UR), stabilendo le basi per la ricostruzione dell’unità visibile tra i cristiani. Il rimando continuo al tema trinitario, che ispira la dimensione comunionale della Chiesa e la dinamica del pensare e del vivere cristiano, è sicuramente la nota distintiva dell’opera. Infatti, partendo da alcuni autori intenti a rilevare il rapporto tra Trinità e vita umana, il mistero della Trinità viene qui presentato come modello sociale di ogni convivenza e agire umano, di ogni rapporto e relazione personale e comunitaria. L’imitabilità e la praticabilità della vita trinitaria nella storia, attraverso la pericoresi, la kenosi e l’agape, si configurano, soprattutto, come traguardo ardito e affascinante per ogni ambito sociale: dall’economia ai diritti umani, dalla giustizia alla sanità, dall’arte ai mezzi di comunicazione, dalla politica alla cultura, dall’informatica all’ecologia... Emerge preponderante l’unità, come segno dei tempi, come orientamento della storia, come desiderio dei popoli, come dimensione caratterizzante le relazioni personali e sociali, come nota dominante del messaggio di Gesù di Nazareth. Insomma, la carità e l’unità all’interno delle nostre comunità ecclesiali – afferma l’autrice – devono rendere presente e quasi visibile la Trinità. Il tentativo, ben riuscito e lodevole, del presente lavoro è quello di aver considerato, infine, non solo il mistero trinitario come cifra dominante del Concilio Vaticano II, ma anche di averlo inserito all’interno di una coscentizzazione collettiva che fa esperienza di un «Dio per noi» che si manifesta come Amore trinitario. 10 Quando noi cristiani confessiamo la Trinità di Dio, vogliamo affermare che Dio non è un solitario, chiuso in se stesso, ma un essere solidale. Dio è comunità, vita condivisa, dedizione e donazione reciproca, comunione gioiosa di vita. Dio è insieme colui che ama, l’amato e l’amore. Confessare la Trinità non vuol dire soltanto riconoscerla come principio, ma anche accettarla come modello ultimo della nostra vita. Quando affermiamo e rispettiamo le diversità e il pluralismo tra gli esseri umani, in pratica confessiamo la distinzione trinitaria di persone. Quando eliminiamo le distanze e lavoriamo per realizzare l’uguaglianza effettiva tra uomo e donna, tra i fortunati e gli sventurati, tra i vicini e i lontani, affermiamo nella pratica l’uguaglianza delle persone della Trinità. Quando ci sforziamo di avere «un cuor solo e un’anima sola» e di imparare a mettere tutto in comune, perché nessuno abbia a patire l’indigenza, stiamo confessando l’unico Dio e accogliamo in noi la sua vita trinitaria. (Vescovi di navarra e del paese Basco, Creer hoy en el Dios de Jesucristo, pasqua 1986) introduzione il papa Benedetto XVi ha indetto l’Anno della Fede (11 ottobre 2012 – 24 novembre 2013), in coincidenza con il cinquantesimo anniversario dell’apertura del concilio ecumenico Vaticano ii (1962-2012), come occasione propizia per l’approfondimento dei temi conciliari, al fine di comprenderne l’attualità e la vitalità, e per rilanciare la sfida della fede in un mondo che rischia, a causa della secolarizzazione, di smarrire il senso profondo della sua identità e spiritualità. alla vigilia della sua apertura, il concilio aveva, nelle intenzioni di Giovanni XXiii, una finalità eminentemente pastorale, e si muoveva su una triplice direzione: – ripensare la presenza della chiesa nella storia e nel mondo attraverso la ricerca di un aggiornamento del linguaggio, della vita e della dottrina ecclesiale, in riferimento al mutato contesto socio-culturale del tempo; – imprimere all’Ecclesia un nuovo slancio ad intra e ad extra, attraverso l’indagine sulla sua identità misterica e la sua natura missionaria; 13 – riconsiderare i rapporti fra le varie confessioni cristiane, per costruire relazioni feconde e crescere nell’unità, allontanando così i pregiudizi, fonte di divisioni e di discordie (questione ecumenica). a partire da questi presupposti imprescindibili, che accertano la natura pastorale ed ecclesiologica del concilio, e a seguito del presente studio – che si propone di indagarne la matrice teologica – si può con certezza sostenere che il Vaticano ii, pur non avendo esplicitamente e formalmente trattato il dogma della trinità – tanto che l’uso della terminologia trinitaria, tecnicamente intesa, risulta piuttosto limitato1 – possiede un’impalcatura logico-procedurale intrinsecamente trinitaria. Essa, essendo sottesa in ogni aspetto dell’economia della salvezza e della spiritualità cristiana, emerge soprattutto in riferimento alla chiesa e alla sua missione nel mondo contemporaneo. le intenzioni che muovono il seguente lavoro di ricerca prendono avvio dal modello di chiesa, delineato dal concilio, per riflettere e approfondire il mistero di Dio – trinità di persone – come prototipo da offrire alla società di oggi nell’intessere i rapporti interpersonali. Da qui trova piena legittimazione il titolo, La Trinità archetipo comunionale della Chiesa e della società. Per una lettura teologico-trinitaria del Concilio Vaticano II. tale contributo, non esaustivo, auspica una maggiore Quattro volte nella Costituzione sulla Chiesa: «a maggior gloria della trinità una e indivisa» (lG 47), «contemplando chiaramente Dio uno e trino, così come egli è» (lG 49), «nell’unica lode della santissima trinità» (lG 51), «a gloria della santissima e indivisa trinità» (lG 69). Quattro volte nel Decreto sull’ecumenismo: «quelli che invocano il Dio trino» (ur 1), «l’unità nella trinità delle persone di un solo Dio padre e Figlio nello spirito santo» (ur 2), «tutti i cristiani professino davanti a tutti i popoli la fede nel Dio uno e trino» (ur 12), «in comunione con la santissima trinità» (ur 15). 1 14 considerazione di questo tema conciliare e si pone in continuità con altri studi che hanno messo in evidenza l’esigenza di scoprire la centralità della trinità nella fede cristiana e l’influsso che essa deve esercitare sia per la riflessione teologica che per la vita umana. Diversi teologi, infatti, hanno tracciato il percorso «dell’ecclesiologia trinitaria del Vaticano ii» lungo il quale si muove il messaggio conciliare,2 così come altri studiosi si sono occupati di rilevare il rapporto attuale tra trinità e vita dell’umanità.3 il metodo che si è scelto di seguire per raggiungere tale finalità è stato quello di analizzare puntualmente i docu2 a tal proposito si veda in particolare: FortE B., La Chiesa della Trinità. Saggio sul mistero della Chiesa comunione e missione (simbolica Ecclesiale, 5), san paolo, cinisello Balsamo (mi) 1995. nel testo il tema sviluppato da mons. Bruno Forte è la chiesa «icona della trinità» che riscopre il suo cuore pulsante nell’agape, l’amore che viene dall’alto e regola la vita dei discepoli di Gesù. l’autore approfondisce così il dono della partecipazione alla vita trinitaria che si risolve in una nuova relazione di unità tra Dio e gli uomini; philipon m., La Santissima Trinità e la Chiesa, in Barauna G. (a cura), La Chiesa del Vaticano II. Studi e commenti intorno alla Costituzione dogmatica Lumen Gentium, Vallecchi, Firenze 1965. l’importanza del radicamento trinitario della chiesa è stata sottolineata da philipon nei suoi commenti al testo conciliare, pubblicato nel volume interamente dedicato all’ecclesiologia del concilio curato da Barauna. secondo la riflessione del domenicano tutti gli insegnamenti conciliari sul mistero della chiesa portano il «sigillo della trinità». la sua interpretazione trinitaria dell’ecclesiologia è servita ad aprire una feconda riflessione sul mistero ecclesiale. 3 alcuni dei testi che sono stati seguiti per l’approfondimento della trinità come modello di vita sociale sono: camBon E., Trinità modello sociale, città nuova, roma 20052. l’autore di diverse pubblicazioni teologiche, propone in questo saggio l’amore agapico come una delle possibilità dei rapporti sociali, esortando a «trinitizzare» le relazioni interpersonali, individuandone e analizzandone le caratteristiche e gli effetti sia a livello personale che comunitario; hEmmErlE K., Partire dall’unità. La Trinità come stile di vita e forma di pensiero, città nuova, roma 1998. il vescovo tedesco, nella sua ricerca filosofica e teologica, unisce, con grande maestria, rigore speculativo e ricchezza spirituale, in quanto ancorato alla spiritualità dell’unità, invita a rimanere sempre nell’amore trinitario e a inabitare gli uni negli altri. 15 menti conciliari (le quattro Costituzioni e i Decreti Ad gentes e Unitatis redintegratio) che delineano la chiesa del nuovo millennio per giungere, come logica conclusione, a tracciare un profilo ermeneutico che rilegge la chiesa conciliare come «comunione» e auspica una trinitizzazione della società nelle sue più variegate articolazioni. a partire da questo modus operandi si è deciso di strutturare il lavoro in tre capitoli, ognuno dei quali è introdotto da una breve prefazione che anticipa i temi trattati. il primo capitolo parte dall’analisi della costituzione Lumen gentium che definisce la chiesa universale – nella sua origine, nella sua forma di vita e nella sua meta – come «un popolo adunato nell’unità del padre, del Figlio e dello spirito santo». secondo il concilio, infatti, la chiesa, nella sua più intima essenza, è Ecclesia de Trinitate, in quanto opera della trinità. all’origine della realtà ecclesiale c’è l’amore del padre che, nel suo Figlio unigenito, vuole radunare tutti gli uomini, permettendo loro di divenire figli nel Figlio, attraverso l’opera dello spirito santo, concedendo così a ciascuno la possibilità di esclamare, come cristo e con cristo, «abbà, padre!» (Rm 8,15). Di conseguenza, la chiesa, mistero e sacramento dell’amore trinitario, comunione e missione, avente per soggetto misterico e divino la trinità e soggetto umano e storico il «popolo di Dio», non può e non deve essere vista come una semplice aggregazione umana, assimilabile alle tante altre esistenti nel mondo. le multiformi manifestazioni della vita ecclesiale diventano così riflesso dell’unità e della trinità divina, in quanto attingono vitalità dalle relazioni intratrinitarie di padre, Figlio e spirito santo. la chiesa d’altronde non può certo prescindere dalla rivelazione che Dio ha fatto di sé all’umanità, ed ecco la ragione per cui si passa ad analizzare il triplice carattere «personale», «cristocentrico» e «trinitario» di essa nella costi16 tuzione Dei Verbum. il creatore mostra il suo volto di padre in Gesù cristo, Figlio fatto carne, «immagine visibile di Dio invisibile» (cfr. Col 1, 15), il quale partecipa ad ogni uomo la grazia della sua stessa vita filiale nella gratuita e sovrabbondante elargizione dello spirito di verità. l’Eterno ha voluto manifestare il mistero della sua volontà rivelandosi come persona, cosicché l’umanità, per mezzo di cristo, avesse accesso al padre nello spirito santo e fosse resa partecipe della natura divina. pertanto il cuore irradiante dell’evento cristologico è la rivelazione di Dio-amore, quale principio autentico di fraternità e di condivisione, che apre la via ad un nuovo modo di vivere la cristianità e l’ecclesialità. come scrive la Dei Verbum, Dio, per realizzare il suo progetto di salvezza, «parla agli uomini come ad amici e si intrattiene con essi per invitarli e ammetterli alla comunione con sé» (DV 2). l’indirizzo trinitario guadagnato con la costituzione Dei Verbum trova riscontro con il profilo teologico della liturgia tratteggiato nella Sacrosantum concilium, che ne evidenzia la dimensione trinitaria nel suo «duplice movimento» discendente-ascendente: l’opera della redenzione umana viene dal padre, per cristo, nello spirito, mediante un movimento santificante-discendente, a cui fa riscontro da parte della chiesa, corpo di cristo e popolo pellegrinante nel tempo, un movimento glorificante-ascendente, anch’esso trinitario, che nello spirito, per cristo, fa ritorno al padre. il secondo capitolo è volto altresì ad esplorare, nell’ambito della communio trinitaria, l’orizzonte della missione della chiesa che si apre al mondo contemporaneo (Gaudium et spes), attraverso la spinta evangelizzatrice verso tutti i popoli (Ad gentes), e per mezzo del dialogo ecumenico con le altre confessioni cristiane (Unitatis redintegratio). la costituzione Gaudium et spes, assumendo la prospettiva trinitaria come chiave di lettura della socialità umana, 17 imprime un nuovo impulso all’antropologia che diventa così «un’antropologia trinitaria» perché posta sotto il segno di cristo e dello spirito. Questa novità costituisce il centro propulsore dell’azione ecclesiale nel mondo contemporaneo. le contraddizioni e le ambiguità del tempo presente sfidano, infatti, la chiesa a svelare al mondo il suo mistero e a divenire strumento di un’umanità rigenerata nell’amore, in grado di mostrare un nuovo modo di vivere l’intersoggettività, modellata sul paradigma trinitario, i cui fondamenti sono la fede e la carità. la chiesa, voluta da cristo per svolgere il compito di annunciare il Vangelo a tutti, in virtù del suo essere mistero di unità, si colloca in prospettiva trinitaria verso il mondo, trovando proprio nella missione l’elemento qualificante che la spinge ad aprirsi verso tutte le genti. proprio per questo il Decreto conciliare Ad gentes rintraccia la collocazione teologica della missio ecclesiale ancorandola alla missione del Dio trinitario: l’invio del Figlio nel mondo, da parte del padre, e l’invio dello spirito santo, da parte del padre e del Figlio, costituiscono infatti l’origine e il fondamento della missione della chiesa. La missio ad gentes deve far sentire la forza attrattiva del «centro», che è Cristo. Egli è il Vangelo, la «buona notizia» da annunciare, la vita donata dal padre e irradiata dallo spirito santo alla moltitudine dei popoli. la missione trova poi il suo riflesso più profondo nella vita comunitaria e nella sua configurazione comunionale. «comunione» e «missione», infatti, sono due aspetti inscindibili dell’amore trinitario di Dio. la comunione con e nella chiesa è il modo storico e concreto con cui gli uomini arrivano a Dio: non si incontra il Dio Amore se non in una comunità fraterna e, a propria volta, la comunità fraterna ha il compito di far approdare l’uomo sulle sponde del mistero del Dio uno e trino. la chiesa è l’icona vivente dei tre proprio perché ha il compito di unire, nello spirito, gli 18 uomini con Dio e con colui che lo comunica – suo Figlio Gesù. nel percorso di riposizionamento trinitario della chiesa, il decreto Unitatis redintegratio segna chiaramente il radicale cambiamento di rotta nella ricerca dell’unità visibile tra coloro che si professano cristiani. la prospettiva ecumenica del documento conciliare presenta la perfetta pericoresi delle tre persone divine come modello di comunione e di unità tra gli uomini attraverso l’accoglienza reciproca. i cristiani delle diverse chiese sono chiamati a pregare insieme, nel dialogo, nel confronto e nella mutua collaborazione, mantenendosi conformi al disegno di unità che il signore ha per la sua chiesa. il programma e la meta del cammino ecumenico è dunque rintracciabile nella vita di unità trinitaria del Dio-amore che, mettendo al centro una «spiritualità di comunione», permette ai cristiani di sentirsi fratelli e di prendersi cura gli uni degli altri. il terzo capitolo, seguendo la via maestra tracciata dal concilio – le cui indicazioni sono attuali e preziose ancora oggi – si propone l’obiettivo di mostrare come si può vivere concretamente la trinità nell’ecclesialità e nella socialità umana. oggi il valore teologico del Vaticano ii in relazione al tema trinitario, consiste, a nostro avviso, nella valorizzazione della dimensione comunionale (nell’ecclesiologia, nell’antropologia e nella spiritualità) e nell’esigenza di considerare trinitariamente tutta la dinamica del pensare e del vivere cristiano. Questa prospettiva era emersa con chiarezza già nel sinodo dei Vescovi dell’85, celebrato a vent’anni dalla conclusione del concilio, che aveva proposto un’interpretazione della chiesa come «mistero, comunione e missione». i padri sinodali esortavano infatti ad estendere la luce della visione trinitaria su tutti gli aspetti della teologia e della spiritualità, potenziando la valenza trinitaria della chiesa per una corretta configurazione del suo assetto so19 ciale. la fruttuosa dinamica ecclesiologico-trinitaria emerge infatti a vari livelli della vita sociale e sotto vari profili. poiché se è vero che la chiesa del concilio viene colta nella sua dimensione di communio – «icona» della trinità – è altrettanto vero che l’Ecclesia è formata da realtà diverse e variegate, tra le quali può essere stabilito un rapporto autentico solo a condizione di assumere la diversità come fonte di arricchimento, secondo il modello dell’unità-specificità delle persone divine. l’unità dei cristiani è dunque dinamica e aperta. Dinamica perché esige l’attuazione di rapporti interpersonali, quale espressione del mutuo amore dei tre; aperta perché non annulla la distinzione delle persone, nell’uniformità, ma – come avviene nella trinità – mostra la possibilità per la persona umana di realizzare la sua piena identità e la sua autentica libertà proprio nell’unità. 20