santissima trinita - Gian Maria Comolli

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SANTISSIMA TRINITA’
L’importanza della condivisione
Nella prima domenica dopo Pentecoste ricordiamo un mistero fondamentale della
religione cattolica che la differenzia radicalmente dalle altre, sia monoteiste che politeiste.
E’ quello della Santissima Trinità che rivela un solo Dio in tre persone: Padre, Figlio e
Spirito Santo.
“La fede cattolica consiste nel venerare un Dio solo nella Trinità, e la Trinità nell'Unità,
senza confusione di Persone né separazione della sostanza: altra infatti è la Persona del
Padre, altra quella del Figlio, altra quella dello Spirito Santo; ma unica è la divinità del
Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, uguale la gloria, coeterna la maestà” (DENZINGERSCHONMETZER, Enchiridium symbolorum definitionum et declarationum de rebus fidei et
morus, Herder, Barcellona 1973, n. 75).
Questa fede nella Santissima Trinità è rinnovata soprattutto ogni domenica
celebrando l'Eucarestia nel "giorno del Signore". E, in questa solennità della Santissima
Trinità, vogliamo approfondire la ricerca facendo esperienza di Dio.
La ricerca di Dio, da sempre, è stata una costante dell'intelligenza umana; infatti, è
raro trovare popoli o epoche in cui non è presente questo approfondimento per studiarne
l'esistenza e l'azione.
Ma poiché questa ricerca umana non è approdata a risultati significativi, interviene
la Rivelazione, cioè il gesto di Dio che rivela se stesso e ci parla del Suo mondo e del Suo
essere.
Ciò è avvenuto principalmente mediante Gesù Cristo come ricorda il prologo di san
Giovanni: “Dio non lo ha visto nessuno, l' unigenito che è presso il Padre, lui ce lo ha
rivelato” (Gv 1, 18). E Cristo nel suo ministero ha parlato varie volte del Padre e dello
Spirito Santo, manifestando la profonda unione esistente tra loro e mostrandoci che la
fede cristiana ha come fondamento un Dio Uno e Trino.
Ci troviamo di fronte al Mistero; infatti, quando si tratta di Dio e del Suo essere non
può che esserci mistero. Se non incontrassimo la nostra incapacità di comprendere, il Dio
cristiano potrebbe essere paragonato alle divinità pagane o a quelle greche che
sull'Olimpo ripetevano i gesti dei mortali, essendo delle creature sorte dall'immaginazione
dell' uomo.
La rivelazione dell'unità di Dio nella sua natura e della Trinità come persona, mostra
che il Padre non è lontano dal mondo e dall'uomo, isolato nella solitudine, ma vive una vita
interiore di amore. E conoscere questa realtà misteriosa, è già molto confortante.
Dio vive l'amore e vive d'amore: “Il Padre, I'amante, ama il Figlio, l'amato, e lo manda nel
mondo perché lo salvi; il Figlio ama il Padre e lo Spirito Santo e lo dona alla Chiesa; lo
Spirito Santo ama Dio e il Figlio: amore dell'uno nei confronti dell'altro ed amore di tutti e
tre verso il mondo e I'uomo” (SANT’AGOSTINO, De Trinitate, VIII,10,IX,2,2).
Ricorda Dante Alighieri nella Divina Commedia: “Si aperse in nuovi amori I'eterno
amor” (Il Paradiso, cap. IX). L’ eterno amore che è Dio, ecco la caratteristica della vita
intima della Trinità, si è manifestato in nuovi amori che sono le creature. Anche la
Redenzione è un atto di amore: “Dio ha tanto amato il mondo da mandare il Figlio suo
unigenito per salvarlo” (Gv. 6, 11).
Ecco cos'è la Trinità: Dio che vive una profonda comunione in se stesso ed una
grande manifestazione di amore all'esterno.
Significativo, tra i molteplici dipinti che hanno tentato di descrivere la
Trinità, quello denominato “Trinitas in cruce” del Masaccio che si trova a Firenze nella
chiesa di Santa Maria Novella, così descritto dal cardinale C. M. Martini nella lettera
pastorale “Effatà”.
“Guardate il Padre al centro della figura in alto. Egli regge con le sue braccia il legno della
croce da cui pende Gesù. Il Padre è lì nell'atto di offrire suo Figlio, di comunicarlo a noi in
un gesto di amore infinito. Volgete poi lo sguardo contemplativo al Figlio. Nel suo essere in
chiodato alla croce egli, nello stesso tempo, si abbandona e si offre al Padre e si
consegna agli uomini che tanto ama, anche ai suoi uccisori. Al centro si vede la colomba,
figura dello Spirito Santo. Esso sta tra il Padre e il Figlio come segno di comunione tra i
due e come frutto del dono che Gesù fa della sua vita. Lo Spirito ‘apre’ la Trinità al mondo,
al tempo stesso in cui unisce il mondo al Figlio e in lui al Padre. Tutto questo donarsi di
Dio per I'umanità è rappresentata poi piedi della croce da Maria e dal discepolo prediletto”
(Milano 1996, pg. 23).
Il mistero dell'Unità e della Trinità di Dio insegna I'importanza dell'amore e della
collaborazione. Anche nell'uomo, creato ad immagine di Dio, l'amore è fondamentale:
I'uomo è amore, la vita è amore, siamo creati per amore, dobbiamo vivere I' amore verso
Dio, verso gli altri, verso se stessi.
Nella Trinità, troviamo inoltre, una profonda comunione e una totale identità d'intenti
nei confronti dell'uomo perché giunga alla salvezza.
Sant'Agostino ricorda che è rara l'anima che, parlando della Trinità, sa di che cosa
tratta (cfr.: SANT’AGOSTINO, Le Confessioni, XIII, 11).
A noi che abbiamo solamente balbettato qualche parola, non rimane che riferirci al
Prefazio della Messa in onore della Santissima Trinità, riaffermando la fede in questo
mistero. “Dio, con il tuo unico figlio e lo Spirito Santo sei un solo Dio, un solo Signore, non
nell'unità di una sola persona, ma nella Trinità di una sola sostanza. Quanto hai rivelato
della tua gloria noi lo crediamo, e con la stessa fede, senza differenze, lo affermiamo del
tuo Figlio e dello Spirito Santo”.
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