04_P109-129_schede(26-31) 17-05-2011 16:38 Pagina 115 Scheda La prima legge di Ohm PREREQUISITI Per affrontare la prova devi sapere: 쮿 Quali sono le conseguenze della proporzionalità diretta fra due grandezze fisiche 쮿 Individuare la sensibilità di uno strumento tarato ed effettuare la sua lettura 쮿 Che cosa sono e come si misurano la d.d.p. e l’intensità di corrente elettrica 쮿 Significato, definizione e unità di misura della resistenza 쮿 Enunciato della prima legge di Ohm 1 Titolo Trattandosi di una prova che mira a confermare una legge nota, il titolo è: Verifica della prima legge di Ohm. 2 Obiettivi Lo scopo consiste nel valutare la validità della legge che esprime la diretta proporzionalità tra l’intensità di corrente elettrica e la differenza di potenziale applicata ai capi di un conduttore. 3a Schema e/o disegno Nella figura 1 sono riprodotti sia il dispositivo vero e proprio adoperato sia lo schema elettrico a esso corrispondente. Nella tua relazione puoi limitarti allo schema, anche se il disegno è importante per ricordare come va montato il circuito. 5' 4' + V V I 6 3 5 3b Materiale e strumenti Il materiale utilizzato è (fig. 1): • cavi di collegamento; • resistori; • generatore; • amperometro; • voltmetro. R A 4 2 A + 3 4 1 G 2 4' − + V − R + + − − 6 Figura 1 5 5' 4 Contenuti teorici La premessa teorica dell’esperimento riguarda ovviamente la prima legge di Ohm, nel senso che, dopo aver detto brevemente che cosa si intende per corrente elettrica e differenza di potenziale, devi cercare di spiegarne tutte le implicazioni, puntando in particolare sul concetto di resistenza elettrica e sulla sua rappresentazione grafica. +1 04_P109-129_schede(26-31) 17-05-2011 16:38 Pagina 116 5 Descrizione della prova È molto importante, prima di procedere, avere le idee chiare su come va montato il circuito e in che modo devono essere collegati gli strumenti di misura, sia per la pericolosità della corrente elettrica sia per il rischio di danneggiare i componenti. Di conseguenza, è opportuno assemblare il circuito, collegandolo solo in un secondo tempo al generatore; analogamente, se devono essere effettuate delle modifiche, è bene, oltre a staccare l’alimentazione, anche estrarre i cavi di collegamento con il generatore. Infine, per evitare che si possa verificare un riscaldamento eccessivo dei componenti, nel caso tra una lettura e l’altra passi un certo tempo, è consigliabile interrompere il passaggio di corrente tramite l’interruttore del generatore (azione, tra l’altro, da fare subito nell’eventualità in cui dovessi avvertire odore di bruciato!). Effettuiamo la verifica della legge regolando, tramite la manopola del generatore, la d.d.p. in ingresso al circuito e, quindi, andando a leggere sul voltmetro e sull’amperometro rispettivamente i valori della ΔV e della I. Dopodiché, vediamo quale risultato dà ogni volta il rapporto tra le due grandezze elettriche. Ecco ciò che devi fare, eseguendo le operazioni nell’ordine indicato. a) Monta il circuito (senza effettuare ancora il collegamento con il generatore), trascurando per ora gli strumenti e seguendo lo schema elettrico di figura 2: polo positivo del generatore ⇒ cavo ⇒ resistore polo negativo del generatore ⇒ cavo ⇒ Quello che hai così montato è il circuito di base. b) Inserisci l’amperometro in serie nel circuito, in modo tale cioè che sia attraversato dalla stessa corrente che attraversa il resistore (fig. 3): • togli dall’ingresso del resistore lo spinotto del cavo che arriva dal polo positivo del generatore e inseriscilo nell’uscita dell’amperometro, alla quale corrisponderà una determinata portata massima (nel nostro esempio 0,3 A); • prendi un altro cavo e collega l’ingresso (+) dell’amperometro al polo positivo del generatore. c) Disponi il voltmetro in parallelo con il resistore, in modo tale da misurarne la d.d.p. (fig. 4): • collega con un cavo l’ingresso del resistore all’ingresso (+) del voltmetro; • prendi un altro cavo e collega l’uscita del voltmetro, alla quale corrisponderà una determinata portata massima (nel nostro caso 3 V), all’uscita del resistore ovvero al polo negativo del generatore (ancora spento…). La tua postazione è dotata di un generatore, di solito attivato dal banco centrale del docente. Esso presenta un interruttore e due manopole, una per regolare l’intensità di corrente, l’altra per regolare la d.d.p. d) Ruota le due manopole in senso antiorario, portandole così a zero, e accertati che l’interruttore sia in posizione off (circuito aperto). e) Fai controllare il tuo circuito all’insegnante e, in caso di parere favorevole, connetti il circuito al generatore, inserendo gli spinotti lasciati liberi ai poli positivo e negativo. f ) Metti l’interruttore del generatore in posizione on: si illumina un led a indicare che il collegamento è attivo (circuito chiuso). V I − + R Figura 2 V I 6 3 5 R4 +1 − 2 A Figura 3 5' 4' + V V I 6 3 5 R Figura 4 4 A + 2 − +1 04_P109-129_schede(26-31) 17-05-2011 16:38 Pagina 117 g) Prima di prendere le misure vere e proprie, ruota lentamente la manopola della tensione sul pannello del generatore. Vedrai l’indice dell’amperometro e del voltmetro muoversi, rivelando una corrente che circola in esso e una d.d.p. ai capi del resistore. h) Riporta a zero la manopola della tensione del generatore per iniziare le letture. Ti conviene decidere preventivamente gli incrementi della d.d.p., da leggere sul voltmetro in parallelo con il resistore, per far sì di avere dei valori di comoda lettura e crescenti con regolarità (il doppio, il triplo ecc.). i) Ruota in senso orario la manopola del generatore e fermati quando il voltmetro raggiunge il valore da te deciso (nei nostri dati campione 0,80 V): scrivi il dato nella colonna 1 della tabella 1. l) Leggi sull’amperometro il valore corrispondente dell’intensità di corrente, trascrivendolo nella colonna 3 della tabella. m) Ripeti le due azioni precedenti un certo numero di volte raddoppiando, triplicando ecc. la tensione d’ingresso, in maniera tale da disporre alla fine di almeno 5 o 6 serie di dati. La fase operativa è terminata. Puoi passare all’elaborazione numerica e grafica. 6 Raccolta dei dati Ti suggeriamo una tabella simile alla 1 per organizzare i tuoi dati personali. Tabella 1 1 DV (V) 2 D x(DV) (V) 3 I (A) 4 Dx(I) (A) 5 R = DV/I (W) 6 Dx(R) (W) 0,80 0,05 0,035 0,005 23 5 1,60 0,05 0,070 0,005 ... ... ... ... ... ... ... ... 7 Elaborazione I calcoli I calcoli relativi alla resistenza R non presentano difficoltà: R= ΔV 0,80 = = 22,85714 ≅ 23 Ω I 0, 035 Δx (I) Δx (I) Se devi determinare le incertezze della R, puoi vedere l’help 1. Δx (ΔV) Δx (ΔV) Il grafico In questa prova riveste particolare interesse tracciare il grafico che rappresenta la variazione dell’intensità di corrente in funzione della differenza di potenziale. Sulla carta millimetrata riporta i valori della d.d.p. (colonna 1 in tabella) sull’asse delle X e quelli della corrente (colonna 3 in tabella) sull’asse delle Y. Scegli le scale sui due assi cercando di impegnare al massimo l’estensione del foglio a disposizione. Dopodiché, individua il punto che nel grafico corrisponde a una coppia di valori (per esempio: ΔV = 0,80 V e I = 0,035 A), riportando anche gli intervalli di indeterminazione dei due valori, che danno luogo a dei piccoli rettangoli attorno al punto in questione (fig. 5). I (A) B 0,150 0,100 0,050 A 1 2 Figura 5 3 4 ΔV (V) 04_P109-129_schede(26-31) 17-05-2011 16:38 Pagina 118 Fatto questo per ogni coppia di valori (ΔV, I), l’importante è ottenere una retta che, partendo dall’origine, attraversi o lambisca tutti gli intervalli sperimentali, confermando in tal modo l’ipotesi della diretta proporzionalità fra d.d.p. e intensità di corrente, cioè la prima legge di Ohm. Operando così, arrivi a qualcosa di analogo alla figura 5. La misura della resistenza può essere determinata anche per via grafica, in base alla pendenza della retta tracciata, tramite la lettura dei valori di ΔV e di I in due punti A e B scelti sulla retta, ma diversi da quelli sperimentali (fig. 5): R= ΔVB − ΔVA = ... Ω IB − IA Per l’incertezza corrispondente, puoi leggere l’help 2. 8 Analisi dei risultati e conclusioni Si stabilisce la prova riuscita se, come avviene in figura 5, la retta passa in tutti gli intervalli sperimentali, oppure se gli intervalli di indeterminazione delle R (colonna 5 della tabella), ottenuti con le leggi di propagazione degli errori, verificano la compatibilità, cioè presentano una zona di valori in comune (fig. 6). Tra le motivazioni per cui la prova può dare dei problemi, circoscritti solo ad alcuni punti o, in caso di sfortuna, estesi all’intera prova, ti segnaliamo il riscaldamento della resistenza nel tempo al passare della corrente elettrica, eventuali sbalzi nell’alimentazione, contatti difettosi… 18 23 20 23 20 22 26 R R 24 24 21 Figura 6 28 R 27 R help 1 Poiché la resistenza R è il rapporto fra ΔV e I, per calcolare la sua incertezza (da inserire nella colonna 6) devi seguire il procedimento proposto qui di seguito. 1. Trovi l’errore relativo di R, che è la somma degli errori relativi di ΔV e I: ε r ( R) = ε r ( ΔV ) + ε r ( I ) = Δx ( ΔV ) ΔV + Δx ( I ) I = 0, 05 0, 005 + = 0, 06250 + 0,14286 = 0, 20536 0,80 0, 035 2. Determini l’incertezza di R tramite la formula: Δx(R) = εr(R) ⋅ R = 0,20536 ⋅ 22,85714 = 4,69394 ≅ 5 Ω 3. Arrotondi il valore di R, in base all’incertezza corrispondente: R = 22,85714 ≅ 23 Ω help 2 Sapendo quali sono le incertezze di ΔVA e ΔVB, di IA e IB, determinate sulla carta millimetrata in base al valore di un quadrettino da 1 mm secondo i rispettivi assi per la d.d.p. e per l’intensità di corrente, puoi trovare l’incertezza della resistenza in questo modo: ⎡ Δx ( ΔVB ) + Δx ( ΔVA ) Δx ( R) = ⎢ ⎢⎣ ΔVB − ΔVA + Δx ( IB ) + Δx ( IA ) ⎤ IB − IA ⎥ ⋅ R = ... Ω ⎥⎦