ordini architettonici

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Appendici
ORDINI ARCHITETTONICI
ordine: sistema secondo cui colonne, capitelli, trabeazione e frontone sono
armonizzati mutuamente costituendo così un canone definito e stabile.
ordine colossale o gigante: ordine architettonico in cui le colonne o i pilastri si
estendono per più piani, collegandoli. Viene sviluppato nel tardo rinascimento e
nel Manierismo, raggiungendo il culmine nel barocco.
ordine composito: ordine architettonico di età romana che unifica, soprattutto nella
configurazione del capitello, elementi ionici (volute ed ovoli) e corinzi (foglie di
acanto). Fu riproposto con una certa frequenza dagli artisti del rinascimento e del
barocco.
ordine corinzio: uno degli ordini architettonici greci che si differenzia da quello
ionico principalmente per il capitello scolpito a foglie di acanto e per le
proporzioni assai più snelle, non soltanto nelle colonne ma anche nella
trabeazione.
ordine dorico: uno degli ordini architettonici greci, caratterizzato dalle colonne prive
di base; il fusto reca da sedici a venti scanalature a spigolo vivo, presenta entasi
nella parte mediana ed è rastremato verso l'alto; il capitello si compone di un
echino con armille e di un abaco quadrato. La trabeazione o struttura orizzontale
sulle colonne consiste di un architrave composto da una fascia di pietra liscia e
non decorata e dal fregio con triglifi e metope; tra architrave e fregio si ha un
listello a sezione quadrata detto "tenia " con regula e gocce sotto ciascun triglifo.
Sul fregio è la cornice, dalla cui faccia inferiore pendono i mutuli con altre gocce
e che è coronato dalla sima o cornice terminale, spesso ornata da un acroterio.
ordine ionico: uno degli ordini architettonici greci, in cui le colonne, relativamente
più snelle di quelle doriche, possiedono una base o piedistallo; si ha il tipo della
"base attica", con doppio toro, elaborazione della "base ionica " o dell'Asia
minore, costituita da due scozie e un solo toro, e poggiante su un plinto. Il fusto
della colonna ionica è dotato di scanalature, da venti a ventiquattro, separate da
un listello intermedio piatto. Il capitello consiste di una fascia ad ovoli e dardi, di
volute ed abaco. L'architrave è formato da tre fasce sovrapposte e mutuamente
aggettanti ed è concluso da un cymation con astragalo. Il fregio è configurato
come una fascia continua, spesso ornata. La cornice, qui dotata di un listello a
dentelli, e la sima costituiscono la parte terminale.
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Dizionario dei termini architettonici - Appendice
STILI E MOVIMENTI
art nouveau o liberty: stile floreale, tipico della fine dell'800 e del primo '900, caratterizzato dalla linea
curva e sinuosa che si sviluppa in una ricca varietà di motivi ornamentali ispirati alle forme
vegetali.
classicismo: deliberato riecheggiamento o applicazione dei principi e dei canoni dell'arte e
dell'architettura classica (greca e romana). Il recupero di tali principi e canoni ebbe, nel corso dei
secoli, implicazioni e significati diversi ed articolati. Vedi rinascimento, manierismo,
neoclassicismo.
eclettismo: atteggiamento compositivo prevalente tra la fine del periodo neoclassico e l'affermarsi
dell'art nouveau. La sua caratteristica principale è l'impiego di forme tratte da numerosi stili
architettonici del passato, usati sia singolarmente sia sovrapposti.
fatimita: dinastia islamica (909-1171 d.C. / 297-567 H.) che ha governato in Nordafrica, Egitto e Siria.
sotto i Fatimidi la Tunisia conosce un forte sviluppo commerciale e si costruiscono porti, palazzi
e fortificazioni, nonché l'ampliamento di molti edifici religiosi. Il califfato fatimita era aperto alle
idee architettoniche di tutto il mondo islamico. Ad essi si deve l'introduzione del portale
monumentale nella moschea ispirato all'arco trionfale romano.
hafside: dinastia islamica (1228-1574 d.C. / 625-982 H.) che ha governato in Tunisia e nella parte
orientale dell'Algeria. La più importante dinasia medievale durante la quale fu dato molto
impulso alla cultura e all'architettura. L'apporto degli Andalusi che si sono trasferiti in Tunisia
sarà determinante per l'arte, l'architettura e la cultura in genere grazie alla fusione di linguagi e
tradizioni diverse.
neoclassicismo: movimento che prese piede, dopo il 1750, come reazione agli eccessi del tardo barocco
e del rococò e come risultato del generale desiderio di fondarsi su principi fissi, basati sulle leggi
della natura e della ragione. Le norme ordinatrici dell'architettura classica furono perciò assunte,
in varie forme e con implicazioni diverse, quali presupposto di tale desiderio di "purificazione".
ottomano: dinastia turca (1281-1924 d.C. / 680-1342 H.) che ha governato in Anatolia, nei Balcani, in
Medio Oriente, in Algeria, in Tunisia e Egitto. La Tunisia passò sotto l'influenza della Sublime
Porta nel 1574. I rappresentanti locali dell'impero ottomano vennero chiamati Pasha, il capo del
governo Dey e dipendeva dal Pasha, il comandante delle truppe Bey. L'architettura ottomana é
una mescolanza di elementi di origine e derivazione diverse e si caratterizza per l'uso di molte
cupole per le coperture. In Tunisia i modelli levantini dovettero confrontarsi con una cultura e
uno stile locale molto radicati e forti.
romanico: fase dell'architettura e dell'arte protomedioevale che precede il gotico. Il termine "romanico"
proviene dalla Francia e fa riferimento all'affinità tra l'architettura romanica e quella romana,
dalla quale vennero ripresi l'arco a tutto sesto, il pilastro, la colonna e la volta, nonché il senso
della monumentalità e della spaziosità. Caratteristica saliente di tale stile è una chiara
articolazione della navata delle chiese in campate ritmiche, che si sviluppa nel sistema obbligato
con la separazione della crociera.
TECNICHE COSTRUTTIVE
ammorsatura o addentellato: l'insieme delle pietre che si lasciano sporgenti, nelle testate dei muri, per
poterli legare con successive costruzioni. Le pietre sporgenti si dicono "borni", gli spazi
intermedi "morse", la loro successione "risega".
anastilosi: ricomposizione (restauro), mediante gli elementi originari, di edifici o parti di essi crollati.
Per una corretta anastilosi sono utili gli alloggiamenti degli antichi legamenti tra i pezzi.
anatirosi: fettuccia levigata posta ai bordi di un concio, con la funzione di garantire una buona adesione
con quelli adiacenti; la porzione centrale è invece grezza e leggermente incavata.
ancoraggio: collegamento tra le singole parti di un edificio attuato mediante elementi come grappe o
catene.
armatura: struttura provvisoria di sostegno durante la costruzione di particolari elementi architettonici
(centina, puntello).E' detto anche del complesso dei tondini in ferro usati per il cemento armato.
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Appendici
ascialone o gatello: mensoletta di legno che, inchiodata alle candele dei ponteggi, sostiene le travi
orizzontali.
barulla: centina impiegata per la costruzione degli archi.
bietta: laterizio che serve a costruire voltini e sta nel mezzo delle due volterrane.
bolzone o paletto: verga di ferro che, all'estremità della catena, aderisce al muro e comunica a questo lo
sforzo della catena stessa. Assume, a scopo decorativo, varie forme, fra cui quella a croce.
bornio: vedi ammorsatura.
calco: impronta di un rilievo ricavata in cera, argilla o gesso, usata per realizzare copie della forma
originale. E' spesso usato per produrre stucchi da decorazione.
calena o filagna: ciascuna delle traverse che collegano fra loro le candele dei ponteggi.
candela: elemento verticale (palo) nei ponteggi.
cassaforma: forma cava di legno o metallo nella quale viene versato il calcestruzzo o il cemento. Una
volta induritosi il materiale di riempimento, la forma viene rimossa.
catena: dispositivo per l'ancoraggio di elementi murari, in modo resistente alla trazione, o per assorbire
gli sforzi di trazione instaurati da sistemi statici spingenti. In quest'ultimo caso viene detto
"tirante".
cemento armato: sistema costruttivo ad elevata resistenza costituito da una intelaiatura di tondini di
ferro annegata nel calcestruzzo ed utilizzata per la realizzazione dei più svariati elementi edilizi.
centina: armatura provvisoria in legno o metallo posta a sostegno di un arco, di una volta o di una
cupola durante la costruzione. Viene rimossa (disarmo) ad opera finita.
commessura o commettitura: punto di congiunzione di due parti di un elemento o linea lungo la quale
aderiscono due elementi in stretto e rigido contatto.
congiunzione: l'unione di elementi in legno o metallo nel senso della lunghezza.
connessione: l'unione di elementi in legno o metallo che non sia nel senso della lunghezza.
consolidamento: vedi restauro.
controventatura: il complesso degli elementi ausiliari, in una struttura architettonica, atti a contrapporsi
alle spinte orizzontali, in particolare al vento.
copriferro: lo spessore di calcestruzzo che separa l'armatura metallica dalla superficie esterna del getto
nelle costruzioni in cemento armato.
covili: fori lasciati nei muri dalle travi orizzontali dei ponteggi, disposti generalmente a distanze
regolari.
disarmo: operazione di smontaggio e rimozione delle armature provvisorie di sostegno di una
costruzione edilizia.
dossale: estradosso della centina.
filagna: traversa di legno usata come elemento di collegamento delle candele dei ponteggi.
fune: componente strutturale sollecitato a trazione e costituito, generalmente, da un cavo metallico usato
per sostenere elementi architettonici in una struttura sospesa, ad esempio in un ponte.
gabbia: vedi struttura a scheletro.
giunto: commessura fra due elementi, ad esempio conci, mattoni, etc.
intercapedine o camera d'aria: spazio compreso fra due superfici murarie ravvicinate e per lo più
parallele, atto a garantire, entro certi limiti, l'isolamento.
legamento: connessione di singoli elementi edilizi, come conci o mattoni, non solo mediante materiali
leganti (ad esempio, malta) ma anche mediante perni o grappe di ferro, verghe, calettatura o
blocchetti di pietra dura in alloggiamenti a coda di rondine.
maglia: vedi struttura a scheletro.
membrana: tipo di struttura in cui il tamponamento esterno contribuisce con le membrature alla
resistenza a flessione del complesso.
morsa: vedi ammorsatura.
ossatura: struttura portante di un edificio. Vedi anche struttura a scheletro.
piano di posa o di appoggio: superficie su cui poggia un elemento edilizio portante (trave, soffitto,
arco); nell'arco e nella volta è detto "imposta".
ponteggio o impalcatura: sistema di strutture provvisorie, dotato di piano di calpestio, sul quale
lavorano gli operai durante la costruzione di opere in elevazione.
puntello: in generale, elemento strutturale di sostegno (anche provvisorio), verticale o inclinato, in
legno, metallo od anche in muratura, per scaricare a terra le spinte. Viene impiegato soprattutto
per la costruzione di coperture in legno, di graticci e per il sostegno di volte e gallerie
("puntellatura").
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Dizionario dei termini architettonici - Appendice
putrella: travetto di profilato metallico sagomato a doppio T.
restauro: operazione tecnica intesa a reintegrare parti compromesse o deteriorate di un edificio o ad
assicurarne la conservazione. Si possono avere restauri di consolidamento, ricomposizione,
completamento, etc.
reticolare o reticolato: dicasi di struttura a forma di rete o reticolo. Le travi reticolari sono costituite da
tralicci metallici a maglie triangolari o rettangolari.
risega: brusco mutamento di spessore (in un muro, in un contrafforte, in un pilastro, etc.), sia in pianta
che in sezione verticale.
scioltura: nei muri, mancanza di collegamento dei filari di mattoni risultante da un assestamento
difettoso.
struttura a scheletro: sistema di costruzione fondato sul principio del telaio anziché su quello dei muri
portanti. I telai costituiscono una gabbia (maglia, ossatura, scheletro) a campate che sostiene il
piano libero (consente la ripartizione libera degli spazi interni) e il tamponamento, cioè le pareti
e i pannelli non portanti interposti.
struttura a guscio: sottilissima membrana di copertura in cemento armato, strutturalmente fondata sullo
stesso principio autoportante del guscio dell'uovo.
struttura scatolare: struttura caratterizzata da due solette orizzontali che connettono due travi
reticolari parallele.
tagliafuoco: dicasi di struttura atta a realizzare l'isolamento (generalmente tramite un paramento
murario) fra le varie parti di un edificio allo scopo di impedire il propagarsi di un eventuale
incendio (arco o muro tagliafuoco).
tamponamento: paramento murario, non portante, interposto tra le membrature strutturali di un telaio
od anche messo a chiusura di una qualsiasi bucatura in un edificio. Può essere costituito anche da
un pannellatura.
tirante: vedi catena.
tondone: trave di legno non riquadrata, di diametro da cm. 8 a 25, impiegata soprattutto nelle strutture
provvisorie.
traliccio: struttura costituita da elementi collegati fra loro in modo da fornire un sistema rigido di tipo
reticolare.
ungatura: collegamento angolare di due elementi posti a contatto, ciascuno dei quali è tagliato secondo
un angolo uguale (di solito 45°).
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Appendici
TERMINI GENERICI
a fiamma: detto di svariati elementi architettonici e decorativi (ad esempio arco, lobo , traforo ) che
abbiano la conformazione propria della fiamma.
a scacchiera: detto di una composizione decorativa che realizza, mediante materiali e/o colori diversi, il
disegno della scacchiera.
addossato: denominazione di figure poste dorso a dorso, prevalentemente animali, su capitelli, pilastri,
etc. E' l'opposto di affrontato.
affrontato: denominazione di figure, solitamente animali, poste simmetricamente di fronte l'una
all'altra. E' l'opposto di addossato.
allegorico: detto di un tipo di opera pittorica o plastica attraverso cui l'artista rappresenta e in cui
l'osservatore ravvisa un significato riposto, diverso da quello realmente raffigurato.
anticlastico: detto di elemento o superficie che presenti in ogni punto curvature di segno opposto
(concave e convesse). E' l'opposto di sinclastico.
arabesco: tipo di ornamentazione fitomorfica intricata e fortemente stilizzata, nonchÈ a carattere
geometrico composito con rosette, cerchi e quadrati.
araldico: detto di un tipo di ornamentazione che utilizzi elementi decorativi relativi agli stemmi
gentilizi o dinastici.
binato o gemino: denominazione di elementi architettonici simili (ad esempio capitelli, colonne,
pilastri, etc.) abbinati mediante un altro elemento ad essi comune.
cieco: detto di elementi architettonici in cui manchino aperture attraverso cui possa passare la luce (ad
esempio, stanza cieca, scala cieca, muro cieco, etc.).
entrelacs: decoro floreale ad intreccio, composto da foglie, steli e rami.
epigrafia: elemento decorativo con scrittura araba, prevalentemente cufica o geometrica, scolpita in
rilievo. In genere con formule coraniche, talvolta con date e riferimenti ai costruttori dell'opera,
raramente appare il nome dell'autore dell'opera.
fitomorfico: detto di un complesso di decorazioni che richiamano forme vegetali.
grottesco: detto di un tipo di decorazione parietale costituita da fantastici motivi vegetali misti a figure
umane o animali bizzarramente deformate.
illusionistico: detto di un tipo di architettura rappresentata, dipinta su parete o riprodotta
figurativamente in rilievo , per motivi di culto, rappresentazione o propaganda. Ha l'effetto di
dilatare illusoriamente gli spazi dell'architettura vera e propria entro la quale di solito è inserita.
lanceolato: detto di forma stretta e sottile, conclusa a sesto acuto, riferibile soprattutto ad archi e
finestre.
lobatura o lobo: settore di cornice ricurva, ad archetto , negli archi e, in generale, negli ornamenti
gotici . A seconda del numero dei lobi un arco può essere "monolobato", "bilobato", "trilobato",
etc. o generalmente "polilobato".
losanga: tipo di conformazione romboidale impiegata spesso, come i quadrati, per vari tipi di
decorazione. Il fregio a losanghe è frequente, ad esempio, nell'architettura romanica .
modellato plastico: in architettura, qualsiasi opera plastica creata per un edificio e con esso strettamente
connessa, a carattere decorativo, simbolico, esplicativo.
naso: parte sporgente che si forma nell'incontro tra due lobi nei trafori ornamentali gotici .
ornato: il complesso dei motivi ornamentali dell'architettura.
pensile: detto di elemento architettonico sospeso o in aggetto, non sostenuto da colonne o pilastri.
pieghettato: tipo di ornamento dipinto o ad intaglio su pannelli di mobili o su pareti di edifici, che mira
ad un effetto di tessuto pieghettato.
policroma: particolare effetto ottico prodotto da una serie di colori giustapposti, per lo più con funzione
decorativa. Si può ottenere con mezzi pittorici, attraverso l'impiego di materiale differenziato o
con intonaci di vario colore.
rilievo: elemento emergente da un fondo con maggiore o minore aggetto: si può avere il "bassorilievo"
e l'"altorilievo".
risalto: ogni parte che sporge o aggetta dal vivo del muro o dalla volumetria complessiva di un edificio.
scantonatura o smusso: taglio angolare, di solito a 45°, praticato per raccordare meglio due pareti,
muri o altre superfici ad angolo vivo. Può essere anche concavo.
sinclastico: detto di elemento o superficie che, in ogni punto, presenta curvature concave o convesse
nello stesso senso in tutte le direzioni. E' l'opposto di " anticlastico ".
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Dizionario dei termini architettonici - Appendice
traforo: tipo di ornamentazione geometrizzante articolatasi principalmente in epoca gotica ,
originariamente sviluppata soltanto per ripartire la zona superiore degli archi delle grandi
finestre; più tardi venne anche impiegato in collegamento, ad esempio, con arcate cieche , per
l'articolazione di muri, lunette, timpani, pinnacoli. Nei parapetti si ha il traforo vero e proprio
(transenna). Le forme fondamentali del traforo sono: "a lobo", "a foglia e "a fiamma".
trifoglio: motivo decorativo costituito da tre lobi (trilobato).
viticcio: motivo ornamentale ispirato alla forma del viticcio, presente in pitture decorative e su elementi
architettonici.
zoomorfico: detto di un complesso di decorazioni che richiamano forme animali.
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Appendici
METALLO
Metallo: elemento chimico quasi sempre solido allo stato naturale, duttile, malleabile, buon conduttore
del calore e dell'elettricità. E' presente in natura sotto forma di minerali composti da metalli,
carbonio e ossigeno:
-metallo nativo: si trova in natura non combinato con altri elementi.
-metallo nobile: che si ossida difficilmente come l'argento, l'oro, il platino.
-metallo leggero: avente basso peso specifico.
-metallo pesante: avente elevato peso specifico.
TIPI______________________________________________________________________________
__
alluminio: metallo di colore bianco argenteo, duttile, malleabile, buon conduttore del calore e
dell'elettricità; si ottiene su scala industriale dalla bauxite, presente in natura come minerale.
argento: elemento chimico, metallo bianco, duttile, malleabile, ottenuto per depurazione dei suoi
minerali.
mercurio: elemento chimico, unico metallo liquido a temperatura ambiente, presente in natura
specialmente come solfuro, dal quale si ricava per desolforazione.
oro: elemento chimico, metallo nobile giallo, duttile e malleabile, presente in natura specialmente allo
stato nativo, usato in lega col rame. oro bianco: lega d'oro e palladio; oro fino: puro o quasi; oro
rosso: contenente forti quantità di rame.
palladio: elemento chimico, metallo nobile bianco-argenteo, che può occludere notevoli quantità
d'idrogeno, usato in reazioni cataliche, per parti delicate di strumenti di precisione e in lega con
l'oro.
piombo: elemento chimico, metallo molle, di colore grigio, diffuso in natura specialmente come solfuro,
dal quale viene ricavato. E' il più pesante ed il più tenero dei metalli comuni, poco duttile e
tenace; è un cattivo conduttore di elettricità.
platino: elemento chimico, metallo nobile bianco-argenteo, presente in natura allo stato nativo, molto
duttile e malleabile.
potassio: elemento chimico, metallo alcalino bianco-argenteo che reagisce violentemente con l'acqua
formando idrossidi, molto diffuso in natura nei suoi composti.
rame: elemento chimico, metallo, rosso chiaro, diffuso in natura sia allo stato nativo sia sotto forma di
sali, dai quali si ricava. E' il primo metallo scoperto dall'uomo con caratteristiche di malleabilità
e quindi con la possibilità di poter essere forgiato a freddo. E' duttile e flessibile per cui si può
ottenere in fili e fogli sottilissimi, che appaiono in trasparenza di colore verde.
stagno: elemento chimico, metallo bianco-argenteo, malleabile, ottenuto per riduzione dalla cassiterite,
usato per comporre leghe, per saldature elettriche, per la produzione della latta, etc.
zinco: elemento chimico, metallo di colore grigio, presente in natura sotto forma di minerale, dal quale
si ottiene. E' usato come strato protettivo su altri metalli, per lamiere, per la preparazione
dell'ottone. Si altera facilmente all'aria umida formando uno strato protettivo di ossido e
carbonato.
TECNICHE
LAVORAZIONE_______________________________________________________
DI
a sbalzo: composizione, artistica o artigianale, di figure e disegni in rilievo su una faccia di una lamina
di metallo o di altro materiale, eseguita incavando l'altra faccia con il cesello e con il martello.
a stampo o estampage: tecnica di punzonatura per la quale viene utilizzato un punzone inciso.
acidulato: trattamento con acido a cui è sottoposto lo smalto in fase di preparazione per eliminare le
impurezze prima dell'ultimo lavaggio.
aggraffato: unione di due bordi di lamiera, che si ottiene sovrapponendoli e ripiegandoli doppiamente
su se stessi. In alcuni casi questa tecnica di assemblaggio può essere rinforzata mediante
saldatura.
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Dizionario dei termini architettonici - Appendice
all'acqua forte: tecnica d'incisione parzialmente indiretta in quanto lo strumento incide soltanto uno
strato di vernice sovrapposto alla lastra, mentre l'incisione vera e propria del metallo avviene
grazie all'azione chimica di un acido diluito (in genere l'acido nitrico detto anticamente "acquaforte"). La superficie delle lastre viene ricoperta con uno strato sottile ed uniforme di vernice
trasparente (una miscela a base di cera, bitume e mastice) che vi aderisce perfettamente e viene
annerita col fumo per fare risaltare meglio i tratti incisi. Il disegno viene eseguito graffiando
questo strato di vernice protettiva con uno strumento simile ad un ago detto "punta": dove la
vernice è stata asportata dalla punta, il metallo rimane allo scoperto e può essere a sua volta
intaccato e inciso dall'acido, mentre le parti della lastra ancora coperte dalla vernice non vengono
attaccate. In tale modo l'acido riproduce nel rame il disegno tracciato sulla vernice. In genere la
lastra viene immersa in un bagno composto di una parte di acido nitrico e di quattro parti di
acqua. Ma l'applicazione del mordente può avvenire anche con il pennello o con il tampone.
"Acquaforte" è detta inoltre la lastra incisa dall'acido e le copie ottenute su carta con il torchio
calcografico.
assemblato: il complesso di operazioni necessarie per mettere insieme le varie parti, precostituite, di un
oggetto per ottenere il pezzo finito. L'unione dei pezzi o lamine di metallo può avvenire per
pressione, per assemblaggio meccanico, per fusione o per saldatura.
brasato: tipo di saldatura realizzato con un metallo a basso punto di fusione, che non coincide
necessariamente con il metallo da saldare. Può essere: a) dolce, se realizzata con una lega di
stagno e piombo (è detta anche "stagnatura"); b) forte, se realizzata con leghe di rame.
chaudronnage: tecnica per cui si lavora un disco di metallo con incudine e martello fino ad ottenere,
incurvandolo e riducendone la circonferenza, la forma di un recipiente. Questa tecnica richiede
frequenti ricotture del metallo.
ciselure: tecnica di punzonatura in cui una sola faccia del metallo viene lavorata.
ferro battuto: detto di ferro lavorato a caldo col martello dal forgiatore.
forgiato: lavorazione a caldo di un pezzo metallico ad opera del forgiatore.
fusione a cera persa: tecnica di lavorazione attraverso la quale si costruisce il modello in cera,
corredandolo di uno o più "canali di respiro" per l'uscita dell'aria e dei prodotti gassosi, e lo si
ingloba in un blocco di materiale refrattario. L'oggetto così ottenuto è cotto in un forno fino a
che la cera fuoriesce completamente lasciando libera la cavità che costituirà la forma. Il metallo
fuso viene versato attraverso il foro di colata e lasciato raffreddare, la forma viene spezzata e il
pezzo rifinito. Per oggetti di grandi dimensioni, per cui si renda necessario un risparmio di
metallo, si utilizza un blocco di terra refrattaria, approssimativamente modellato secondo la
forma voluta, su cui viene lavorata la cera. Questa "anima di fusione" è fissata alla forma esterna
con verghe di ferro ("perni di fusione") che ne evitano qualsiasi spostamento dopo la fusione
della cera. In casi particolari l'anima di fusione contiene un'armatura di rinforzo che viene
realizzata in ferro o in altri metalli duri.
inciso: tecnica di esecuzione di un disegno sulla superficie di un metallo per asporto di materiale, che
genera solchi. L'asporto può essere ottenuto chimicamente: per azione di acidi, isolando con
vernici le parti da rispettare (incisione all'acido o all'acquaforte); meccanicamente: con strumenti
chiamati "bulini".
incrostato: decorazione ottenuta incastrando (incrostando) e martellando a freddo un metallo più tenero
in appositi solchi a sottosquadro, formanti il disegno, ricavati in un metallo più duro. Questo
metodo prende il nome di damaschinatura se si incrostano fili di metallo.
laminato: lavorazione a caldo o a freddo destinata a ridurre la sezione o anche a modificare il profilo di
materiali vari. In metallurgia, il processo consiste nell'ottenere da un lingotto una lamina o un
foglio di metallo ed avviene per martellatura (o forgiatura) o tramite l'uso di un laminatoio.
lega: soluzione solida di un metallo con uno o più elementi chimici o altri metalli, ottenuta specialmente
per fusione, con proprietà diverse da quelle degli elementi che la costituiscono.
--- acciaio: lega di ferro e carbonio con tenore di carbonio dallo 0,2% all'1,7%. E' duttile e malleabile,
resiste bene agli sforzi di compressione e di tensione.
--- acciaio inossidabile: lega ad alto tenore di nichel e cromo, resistente alla corrosione.
--- bronzo: lega metallica di rame e stagno, in varie proporzioni, in cui possono entrare piccole quantità
di altri elementi:
-bronzo per statue: 90% rame + 8% stagno + 2% piombo (il piombo dà maggior scorrevolezza
alla lega)
-bronzo per campane: 75-80% rame + 20-25% stagno (lo stagno accentua il suono).
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Appendici
--- ghisa: lega di ferro e carbonio (quest'ultimo in percentuale non inferiore all'1,7%). E' fragile, non
può resistere ad un notevole sforzo di trazione ma presenta il vantaggio di poter essere facilmente
fusa e colata in stampi.
--- ottone: lega contenente rame e zinco ed eventualmente, in quantità secondaria, altri metalli che ne
migliorano le proprietà meccaniche e la resistenza agli agenti esterni.
--- similoro: lega di rame, zinco, stagno (84% di rame, 9% di zinco e 7% di stagno) ad imitazione
dell'oro.
martellato: consiste nel lavorare il metallo a colpi di martello a caldo oppure a freddo con successive
ricotture del metallo stesso. E' una tecnica molto comune che serve a realizzare lamine
(laminazione a martello) o oggetti in genere.
punzonato: tecnica basata sull'azione del punzone che, spinto con un maglio o un martello contro una
superficie metallica, lascia un'impronta.
repoussé: tecnica di punzonatura in cui si agisce contemporaneamente sulle due facce del metallo con
due punzoni.
saldato: operazione diretta ad ottenere l'unione di pezzi omogenei o eterogenei stabilendo la continuità
del materiale sotto l'azione del calore senza aggiunta di altri metalli (saldatura autogena) o con
l'eventuale impiego di metalli d'apporto; è così chiamato anche il punto in cui viene fatta la
saldatura.
tornito: lavorazione al tornio. Il procedimento consiste nel lavorare il metallo sul tornio con strumenti
adatti ad asportare (bulino e scalpello) o a spostare (cesello) materiale.
trafilato: operazione fondata sulla duttilità dei materiali, che consiste in una graduale riduzione di
sezione mediante successivi passaggi a freddo attraverso fori di diametro decrescente. Durante la
lavorazione il metallo si incrudisce e deve perciò essere spesso ricotto.
TECNICHE
FINITURA____________________________________________________________
DI
agemina: (da agiam - persiano) tipo di intarsio metallico (incrostatura) particolarmente fine che
consiste nell'inserimento a freddo di sottili lamine di metallo pregiato, oro o argento, in un
supporto di metallo non pregiato (rame, bronzo, ferro, acciaio), scolpito a cesello e scalpello.
argentato: applicazione di uno strato di argento su un metallo meno nobile con la stessa tecnica
utilizzata per la doratura.
basse-taille: tecnica di smaltatura nella quale il disegno viene inciso e scolpito, con la tecnica del basso
rilievo, sul metallo con cesello o per stampaggio. Sulla lamina si applica poi uno strato sottile di
smalto trasparente che lascia vedere il disegno sottostante; gli "alti" ed i "bassi" del rilievo
creano un delicato gioco di chiaroscuri in superficie. Dal basse-taille deriva l'applicazione
parziale di smalti translucidi su oggetti a tuttotondo, secondo un procedimento denominato
"email de ronde bosse".
bronzato: rivestimento di superfici metalliche con uno strato di bronzo.
brunito: levigatura e lucidatura di un pezzo metallico eseguita con un utensile appositamente scelto
(brunitoio).
cesellato: tecnica di lavorazione o decorazione eseguita con il cesello che, battuto con un martello,
lascia sulla lamina o sul metallo fuso da decorare una traccia corrispondente alla foggia della sua
punta, senza asportare il metallo ma solo spostandolo.
champlevé: tecnica di smaltatura nella quale gli alveoli, formanti il disegno, sono ricavati direttamente
sulla lamina e non riportati come nel cloisonnè: gli alveoli sono pertanto ottenuti con gli abituali
processi di lavorazione del metallo (incisione a bulino, con acido, a cesello, a stampaggio, talora
per fusione). Il champlevé si differenzia dal basse-taille: nel primo si usa uno smalto opaco, nel
secondo translucido; il primo ha incisione netta, il secondo ha fondo modellato per ottenere
effetti di chiaro-scuro.
cloisonné: tecnica che consiste nel riempimento di piccoli "alveoli" con lo smalto. Tali cavità,
leggermente emergenti rispetto al piano della lamina, sono delimitate da sottili listelli di altezza
molto ridotta (detti "cloisonnes") o da fili metallici (tipo filigrana), fissati alla superficie
medesima della lamina: lo smalto viene pertanto ad aderire per fusione alle "pareti" degli alveoli
ed al piano della lamina. Questa tecnica, come si vede, presenta notevoli affinità con
procedimenti tipici dell'oreficeria (ad esempio con l'agemina).
209
Dizionario dei termini architettonici - Appendice
colorito: trattamento capace di modificare il colore superficiale caratteristico di un metallo o di una
lega, consistente nel sovrapporre al materiale metallico una pellicola colorata di altra natura,
oppure nello sciogliere qualche elemento chimico nello spessore superficiale.
damaschinato: varietà superficiale di agemina; è un tipo di incrostatura dove, ad essere incrostati, sono
fili di metallo. La superficie del metallo (in genere ferro, acciaio, più raramente rame od ottone)
viene incisa con solchi sottili ad intervalli regolari (vera damaschinatura) oppure resa ruvida con
una lima (falsa damaschinatura): nei solchi e nelle asperità così ottenute si martellano i fili o fogli
d'oro e d'argento. La damaschinatura venne impiegata nell'antichità quasi esclusivamente per
decorare le armi.
dorato: tecnica che serve per ottenere oggetti aventi l'apparenza d'oro. Il metodo più antico è quello al
mercurio, consistente nell'immergere gli oggetti in una soluzione di oro e mercurio, detto
"amalgama d'oro", e nel riscaldarli. Il mercurio evapora lasciando sugli oggetti uno strato di oro
che viene poi trattato per ottenere una superficie liscia e brillante.
filigrana: tecnica che consiste nel saldare fili, semplici o perlati, cioè formati da una successione di
piccoli grani, sulla superficie liscia dell'oggetto. I fili d'oro (o d'argento, perché tale tecnica è
comune ai due metalli) vengono ottenuti con una trafila o uno strumento di pari resistenza, i cui
fori variano di forma e dimensione secondo le necessità del lavoro.
granulazione: tecnica di decorazione consistente nell'attaccare piccole sfere d'oro ("grani") sulla
superficie di un oggetto, sempre in oro puro, per formare un motivo decorativo. Per saldare i
grani si utilizza un sale di rame mescolato ad una colla organica che mantiene la decorazione
fissa sulla superficie fino al momento della cottura.
levigato: processo che tende all'eliminazione di irregolarità o di asperità da una superficie mediante una
limitata asportazione di materiale.
lucidato: operazione diretta a conferire una appropriata lucentezza. In particolare è l'operazione di
rifinitura di pezzi metallici, intesa a conferire un aspetto lucido e speculare.
niellato: tecnica di decorazione eseguita utilizzando il niello mescolato con gomma sciolta in acqua ed
inserito nei solchi, precedentemente incisi col bulino, dell'oggetto da decorare. Lo si sottopone
poi a temperatura di fusione del niello (112 ° C) e dopo il raffreddamento si asportano le
sbavature con l'utilizzo di abrasivi.
placcato: sovrapposizione, per mezzo di saldatura, di un materiale metallico (generalmente nobile) su
un altro non pregiato.
scalpellato: tecnica di lavorazione del metallo che utilizza martello e scalpello per asportare materiale.
smaltato: rivestimento delle superfici metalliche o ceramiche con uno strato di smalto a scopo
protettivo, impermeabilizzante o decorativo.
stagnato: applicazione di un fine strato di stagno su superfici di rame o delle sue leghe, che avviene sia
immergendo l'oggetto in un bagno di stagno puro, sia scaldandolo dopo aver steso lo stagno sulla
sua superficie e togliendo gli eccessi dopo il raffreddamento.
210
Appendici
GLOSSARIO
acido nitrico: uno dei più importanti acidi (HNO3)che si
conoscono, ottenuto oggi prevalentemente per
ossidazione dell'ammoniaca; si comporta come un'acido
forte e presenta notevoli proprietà ossidanti; viene usato
in moltissime industrie per la produzione di esplosivi,
fertilizzanti e numerosi composti organici, coloranti e
farmaceutici. Attacca quasi tutti i metalli; il suo nome
commerciale è "acqua-forte".
acido: composto capace di reagire con una base formando
un sale e la cui soluzione acquosa ha sapore acre.
bauxite: roccia sedimentaria costituita essenzialmente da
ossidi di alluminio idrati, di colore giallo e rosso mattone;
costituisce la materia prima per l'estrazione
dell'alluminio.
borace: borato idrato di sodio, bianco, solubile, cristallino,
usato nella fabbricazione di vetri e smalti.
borato idrato di sodio: vedi borace.
carbonato: sale estere dell'acido carbonico.
carbone: sostanza solida, nera, costituita principalmente di
carbonio, prodotta per riscaldamento, fuori del contatto
con l'aria, di sostanze organiche o vegetali.
carbonio: elemento chimico non metallo, insapore, inodore,
solubile solo nei metalli fusi, diffuso in natura sia allo
stato libero come diamante e grafite, sia come composto.
cassiterite: minerale di colore rossiccio o nerastro costituito
da biossido di stagno.
cementazione: indurimento superficiale di un acciaio
comune o speciale, che si ottiene ponendo a contatto
l'acciaio con sostanze ricche di carbonio e portandolo
quindi a temperature altissime. Assorbendo carbonio la
superficie si indurisce mentre la parte interna (anima)
conserva la dovuta resistenza e tenacità. Questa tecnica
viene specialmente usata per trasformare gli acciai
extradolci e dolci in acciai duri per utensili.
estrazione: qualsiasi operazione diretta ad asportare o
ricavare qualcosa nell'ambito di un processo tecnico
specifico. Nel caso dei metalli, essi si ricavano da
minerali (in genere ossidi o carbonati) per riduzione. In
alcuni casi, per facilitare il processo, si rende necessario
aggiungere un altro metallo che agisce come fondente
formando un materiale vetroso a basso punto di fusione
che si separa dal metallo alla temperatura di estrazione.
filo: corpo allungato e sottile, a sezione cilindrica e costante
(considerato in meccanica perfettamente flessibile e
inestensibile), fabbricato e utilizzato in modi diversi.
foglia: sottile lamina metallica come quella d'oro per
doratura, oppure quella di stagno o mercurio applicata
dietro le luci degli specchi.
fondente: qualsiasi sostanza usata in metallurgia e in
fonderia per abbassare il punto di fusione delle ganghe e
delle scorie e renderle così più fluide e quindi facilmente
separabili dal metallo.
forma: cavità capace di conservare l'impronta di un
modello, nella quale si versa, allo stato liquido, il
materiale richiesto per la riproduzione. In metallurgia, la
forma è costruita sulla base di un modello di legno o di
metallo ed è realizzata in "terra da fonderia", cioè in
terra refrattaria capace di diventare plastica allo stato
umido e di conservare l'aderenza anche dopo
l'essiccamento.
frantumazione: riduzione in pezzi di conveniente
piccolezza di oggetti o materiali durante il ciclo di
lavorazione. In metallurgia, si utilizza per la preparazione
dello smalto che viene ridotto in piccoli pezzi in un
mortaio con aggiunta di acqua e viene frantumato a
piccoli colpi di pestello o martello di legno.
fusione: passaggio di un corpo dallo stato solido allo stato
liquido. In metallurgia, è la tecnica che consiste nel
modellare un metallo allo stato fuso costringendolo a
solidificarsi entro una cavità appositamente creata in un
materiale refrattario (vedi forma).
gomma: liquido denso e vischioso, generato dalla
metamorfosi di alcuni tessuti di certe piante (sia come
risposta a una ferita o per via di infezione da
microrganismi) che hanno in comune la natura delle
molecole che le costituiscono: zuccheri e talvolta acidi
uronici.
imbutitura: operazione basata sulla duttilità di alcuni
materiali metallici. Consiste nel "forzare" a freddo, con
uno strumento di pressione, una lamina di metallo su una
forma di legno a imbuto che ruota su un tornio. Serve a
realizzare forme coniche in genere.
incrudimento: deformazione del reticolo cristallino di un
materiale metallico, provocata da una lavorazione a
freddo e accompagnata da notevoli variazioni delle sue
proprietà: si elimina col trattamento termico della
ricottura.
lamina: lastra di metallo od altro materiale di spessore
notevolmente sottile.
lastra: corpo solido e di limitato spessore, con una certa
estensione in superficie, per lo più di forma rettangolare.
lingotto: massello di metallo ottenuto per colata entro
apposita forma (lingottiera).
liquefazione: passaggio dallo stato aeriforme allo stato
liquido; può avvenire solo quando la temperatura è
inferiore alla temperatura critica e la pressione superiore
alla pressione critica che dipendono dalla natura chimica
dell'elemento.
macinazione: operazione di triturazione, polverizzazione,
raffinazione di materiali diversi mediante sfregamento o
abrasione. Nella preparazione dello smalto, è usata allo
scopo di trasformarlo in grani di grandezza il più
possibile uniforme.
malachite: carbonato borico di rame in finissimi cristalli,
spesso concrezionato, di un bel colore verde a toni
diversi, usato spesso come pietra ornamentale.
metalloide: elemento chimico che, allo stato elementare,
presenta caratteri affini a quelli dei metalli, mentre i suoi
composti hanno proprietà non metalliche.
minerale: denominazione dei corpi naturali di origine
prevalentemente inorganica, fisicamente e chimicamente
omogenei, che sono parte integrante della crosta terrestre;
solidi nella quasi totalità, a temperatura ordinaria e a
pressione normale, e cristallini, sono i costituenti delle
rocce.
modellatura: la realizzazione di un oggetto in conformità di
uno schema, materiale o ideale, di punti di riferimento.
niello: miscela di zolfo fuso che ingloba, in proporzioni
varie, solfuri di piombo, rame ed argento, di colore nero,
ridotta in polvere dopo il raffreddamento, avente come
caratteristica una temperatura di fusione più bassa dei
metalli sui quali viene utilizzata.
ossido: in chimica inorganica, composto di un metallo o di
un metalloide (in questo secondo caso si preferisce la
denominazione "anidride") con l'ossigeno.
pece: massa nera di varia consistenza e di aspetto
bituminoso, ottenuta come residuo della distillazione del
catrame.
ricottura: trattamento termico al quale si ricorre durante le
lavorazioni meccaniche per ridare al metallo l'elasticità
che ha perso incrudendosi (vedi incrudimento). Il
processo consiste nel riscaldare il materiale ad una certa
temperatura, che è diversa da materiale a materiale, e nel
211
Dizionario dei termini architettonici - Appendice
raffreddare. Il raffreddamento può essere fatto lentamente,
ad esempio all'aria o in carbone dolce (ricottura vera e
propria), oppure rapidamente per immersione in acqua o
alcool (tempra negativa). Si preferisce il raffreddamento
rapido sia perché l'operazione richiede meno tempo, sia
perché si ottiene un raddolcimento più pronunciato.
riducente: che opera una riduzione. In chimica, è detto di
elemento o atmosfera capace di operare una riduzione.
riduzione: in chimica, qualsiasi reazione chimica per la
quale una o più sostanze assumono elettroni ceduti da un
altro composto o elemento che prende il nome di
"riducente".
rinvenimento: trattamento termico degli acciai a medio ed
alto tenore di carbonio, che consiste in un riscaldamento
a circa 700°C e in un successivo raffreddamento, allo
scopo di ridurre le tensioni provocate dalla tempra.
scoria: residuo di un processo di estrazione di un metallo
da un minerale o del processo di rifusione o di
affinazione di metalli o di leghe metalliche.
silice vetrosa: ottenuta in laboratorio per fusione di quarzo
(cristallo di rocca), che, data la sua elevatissima
trasmittanza, serve per la fabbricazione di lenti, prismi e
altre apparecchiature ottiche.
silice: ossido del silicio tetravalente (SIO2), frequente allo
stato libero in natura in diverse forme cristalline, in
forma microcristallina e in forma amorfa.
smalto dipinto: nell'evoluzione dello smalto in senso
pittorico ebbero un ruolo determinante i cosiddetti "smalti
dipinti" che entrarono nell'uso a partire dalla metà del XV
secolo, in particolare nell'Italia settentrionale (Lombardia
e Venezia) ed in Francia con centro in Limoges. La
tecnica (assimilabile ormai molto di più alla pittura ad
olio che non al tradizionale uso degli smalti) procedeva
attraverso varie fasi: tracciati per mezzo di incisione
leggera i tratti del disegno su di una lamina metallica (in
prevalenza di rame) si provvedeva a disporre i colori per
mezzo di un pennello. Questi erano di solito sostanze
vetrose con coloranti ridotti in polvere impalpabile e
disciolti in liquidi collosi. Talora (smalti appliquè)
anziché dipingere direttamente sulla lastra, si applicava
una "base" costituita da uno strato di smalto bianco e si
copriva in seguito tutta la superficie dipinta con un sottile
strato di smalto traslucido. Seguiva quindi la cottura: lo
smalto translucido conferiva un carattere di accentuata
luminosità ai colori che aderivano, per fusione, alla
lamina.
smalto: composto di silicio (selce polverizzata e sabbia) e di
soda o di potassio che, mescolati assieme, formano il
vetro. Viene spesso colorato con ossidi di metallo.
Esistono due tipi di smalto: smalto trasparente, smalto
opaco.
soda: nome commerciale del carbonato di sodio ottenuta
industrialmente dal cloruro di sodio.
solfuro: sale dell'acido solfidrico.
solidificazione: passaggio di una sostanza dallo stato
liquido allo stato solido.
temperatura di estrazione: si intende la temperatura alla
quale i componenti del minerale si dividono in metallo,
scorie e gas.
temperatura o punto di solidificazione: la temperatura
alla quale avviene il passaggio di un liquido, a pressione
ordinaria, allo stato solido.
tempra o tempera: trattamento termico di metalli, leghe,
vetro, diretto essenzialmente a migliorarne le proprietà
meccaniche di resistenza e di flessione. Per il metallo, in
particolare, questa tecnica è finalizzata all'indurimento
dello stesso e si ottiene riscaldandolo ad alte temperature
e raffreddandolo rapidamente. Questo processo causa una
modificazione della struttura molecolare del metallo che
lo rende sì più duro ma anche meno elastico e quindi più
fragile.
terra da fonderia: materiale naturale ricavato dal
disfacimento di rocce di natura silicea con granuli
rivestiti di un sottile strato di sostanze argillose, usato per
la preparazione dei modelli.
zolfo: elemento chimico, metalloide di colore giallo,
diffusissimo in natura sia nei suoi composti sia allo stato
elementare.
CARATTERISTICHE FISICHE____________________________________________________________________________
allotropia: in chimica, le modificazioni che un elemento o
un composto può assumere in conseguenza della diversa
disposizione degli atomi o della diversa grandezza
molecolare, alle quali corrispondono proprietà chimiche e
fisiche diverse.
corrosione acquosa: processo che ha luogo in presenza di
un elettrolito (acqua impura) che, a temperatura normale,
è molto più rapido del processo di ossidazione. Gli ioni
presenti in soluzione hanno la tendenza a migrare per
depositarsi sul metallo che ha subito una corrosione.
Ciascun metallo ha una tendenza particolare a ionizzarsi
nell'acqua, per cui, quando un metallo è associato ad un
altro, per esempio in una lega o in un oggetto composto, è
il metallo più predisposto a ionizzarsi in soluzione che si
corrode; in questo modo i metalli più nobili sono protetti
dalla corrosione proprio dagli altri metalli.
durezza: la proprietà di un materiale di resistere a una
deformazione dovuta a contrazioni esterne.
duttilità: la qualità di corpi o sostanze che si possono
piegare, allungare e ridurre in fili senza rompersi.
fragilità: la tendenza di un metallo a rompersi senza aver
subito una deformazione apprezzabile.
ionizzazione: la scissione di una molecola o di un atomo
neutro in due parti elettricamente cariche, di cui una è di
solito costituita da uno o più elettroni.
malleabilità: la qualità dei corpi metallici capaci di
assumere forme diverse se sottoposti a sollecitazioni di
compressione, trazione o urti, senza subire rotture,
fessurazioni o alterazioni strutturali nocive.
ossidazione: la combinazione, in condizioni secche, di un
metallo con ossigeno o altri gas per formare dei composti
sulla superficie dei metalli che, essendo molto reattiva,
favorisce la formazione dei composti stessi. Questo strato
superficiale molto fine può in seguito formare una
barriera
che,
a
bassa
temperatura,
limita
considerevolmente la reazione tra il metallo ed i gas
atmosferici.
resistenza: la proprietà di un metallo di sopportare
l'applicazione di una forza, ad esempio di trazione, di
contrazione o di compressione.
tenacità: il grado di resistenza meccanica e coesione
presentato da certi materiali, resistenza al disgregamento.
Nelle prove di trazione degli acciai, indica la resistenza
alla rottura misurata dal carico di rottura.
ATTREZZI______________________________________________________________________________________________
brunitoio: strumento per brunire o levigare le superfici
dello stucco o dell'oro ed anche di altri metalli. E' formato
da un manico di legno e da una punta di metallo
arrotondata; per la doratura e per la lavorazione dello
212
stucco ci si serve preferibilmente di punte in pietra
d'agata o di denti di animali selvatici.
bulino: strumento sottile di acciaio, appuntato ad unghia
per intagliare oro, argento, rame, etc..
C.R.C. Centro Regionale per il Catalogo e la Documentazione S.r.l.
cesello: specie di punzone d'acciaio o di legno duro con la
punta smussata figurata a rilievo, in piano, in cavo,
dovendo servire per piegare la piastra, non per tagliarla
propriamente: si batte sul cesello con un piccolo martello
e così si rilevano nelle piastre i tratti del disegno.
codulo: parte della lama che è opposta alla punta e che si
impianta sull'impugnatura.
corindone: minerale, sesquiossido di alluminio, trigonale,
di colore vario con lucentezza metallica. Ne esistono
diverse varietà, alcune delle quali usate come gemme; tra
le più pregiate sono il rubino, di colore rosso, e lo zaffiro,
di colore azzurro. Per la sua durezza è usato anche come
smeriglio.
crogiuolo: vasetto di terracotta o di metallo, meno largo al
fondo che all'apertura, proporzionato a sostenere un fuoco
violento, nel quale si fondono i metalli o altre sostanze
che richiedono molto calore.
diamante: minerale da carbonio puro cristallizzato nel
sistema monometrico; ha durezza 10 secondo la scala di
Mohs e colore molto variabile. A causa della sua tipica
lucentezza, dovuta all'elevatissimo indice di rifrazione, è
molto ricercato come gemma. La varietà opaca è
utilizzata per scopi industriali.
fornace: opera in muratura destinata alla cottura dei
materiali da costruzione.
forno: impianto per la cottura, fusione o altro trattamento
termico di materiali vari.
incudine: attrezzo d'appoggio del fucinatore, costituito da
un blocco di acciaio superiormente piano e munito di due
prolungamenti laterali, uno piramidale (lingua) e uno
conico (corno), poggiante su un ceppo di legno (toppo).
laminatoio: macchina costituita da una coppia di cilindri di
uguale diametro, lisci o sagomati, ad assi paralleli, rotanti
in senso opposto, attraverso i quali un corpo plastico
assume, a caldo o a freddo, la forma di fogli, lamine,
barre, di determinate sezioni e dimensioni.
lingottiera: recipiente in cui si versa un metallo in fusione
per farvelo raffreddare.
maglio: macchina metallurgica costituita essenzialmente da
una mazza battente (a due teste), usata per la forgiatura e
lo stampaggio di pezzi metallici.
martello: strumento di ferro, con manico comunemente di
legno, che serve a battere.
mortaio: vaso basso, tondo, di pietra, metallo, legno o
vetro, usato per pestarvi cose da ridurre in frantumi, in
polvere o in poltiglia.
pestello: strumento con il quale si pesta nel mortaio.
pinza: arnese costituito da due branche d'acciaio unite a
cerniera, utilizzato per afferrare e stringere pezzi
metallici.
pomice: roccia eruttiva effusiva, prevalentemente o
totalmente vetrosa, ricca di vacui e pertanto leggera,
ruvida al tatto sulle superfici di frattura; nel linguaggio
comune è detta "pietra pomice". Finemente macinata si
usa come abrasivo per la pulitura di marmi, metalli,
stoviglie.
punzone: asticciola o blocchetto in acciaio duro con una
estremità profilata o incisa, a lettera, numero o sigla, che
serve per marcare metalli.
rivetto: nelle costruzioni metalliche, elemento di giunzione
simile ad un chiodo, forato nel mezzo e a forma di
occhiello.
smeriglio: minerale, varietà granulare di corindone, di
colore nero, che, ridotta in polvere, viene usata come
abrasivo.
spazzola: arnese per operazioni di pulitura e lucidatura, di
solito costituito da un supporto di legno od altri materiali,
cui sono fissati peli animali o vegetali, fili metallici o di
materia plastica oppure setole di cotone.
tornio: macchina operatrice per la lavorazione a freddo di
pezzi metallici, con asportazione di trucioli, caratterizzata
dal moto rotatorio impresso al pezzo in lavorazione e dal
moto traslatorio impresso all'utensile.
trafila: organo della trafilatrice, di cui comunemente è
sinonimo, detto anche "filiera".
trafilatrice: macchina per eseguire operazioni di
trafilatura, di esteso impiego nella lavorazione di
materiali diversi (specialmente metalli, materie plastiche
e gomme).
vite: organo meccanico di collegamento, costituito da un
gambo cilindrico o conico sul quale è inciso un solco
elicoidale, il cui risalto (detto "filetto" o "verme") va a
impegnarsi tra i risalti di un solco analogo (preesistente o
generato dalla sua stessa rotazione); l'estremità libera del
gambo è provvista di un ringrosso (testa) per lo più
opportunamente sagomato (per la manovra mediante
chiave) o anche fornito di taglio (per la manovra mediante
cacciavite).
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