La moneta
a rilevanza della moneta, nei sistemi economici, é dovuta al fatto che costituisce lo strumento e la misura
L
degli scambi; dunque è accettata da tutti come pagamento, prescindendo da imposizioni di carattere
giuridico.
Inizialmente, per la funzione monetaria, si usavano le materie più svariate: pelli, animali, conchiglie,
utilizzati più come misure dei valori che come elementi della prestazione; poi fu il tempo dell’impiego dei
metalli (bronzo, oro, argento, etc.: le “monete metalliche”);questi ultimi elementi, più preziosi, vennero
impiegati per i grandi pagamenti, il metallo vile (nichel- rame- alluminio) per quelli minori. Fino al periodo delle
invasioni, i Germani non battevano moneta, ma non usavano necessariamente il baratto; utilizzavano, invece, quella
che era definita moneta non metallica, come ad esempio il pepe. Con esso, dalla fine del X fino a tutto al XIV
secolo, in Europa addirittura venivano concessi crediti e prestiti.
Ovviamente, a seconda delle epoche dei popoli, l’uso del sistema monetario, mono o bimetallico che fosse (cioè a
seconda della circolazione di uno o due metalli sul mercato), tendeva a mutare al variare delle esigenze.
All’epoca dell’Impero babilonese (1792-1750 a.C.), l’oro in piccole quantità era riservato ai pagamenti
internazionali; l’argento per quelli interni. Un’evoluzione si ebbe nel XV secolo a.C. a Troia, dove si usavano
dischi di metallo con effigie (le prime forme di moneta moderna).
La moneta greca fu sempre di ottima qualità (in metallo puro), per questo tra il valore nominale e quello reale non
c’era differenza (oltre al fatto che i Greci furono il primo popolo ad usarla come merce di scambio); i romani
seguirono la tradizione dei greci con il metallo puro; con l’imperatore Augusto, venne inaugurato il sistema
bimetallico (1 aureo=25 denari d’argento).
In epoca barbarica il sistema monetario si mantenne aderente al sistema monetario romano, anche se subì
trasformazioni varie:ad es. il diritto di battere moneta appartenne solo al sovrano, (abolendo così quasi
totalmente l’imitazione romana). La divisione di lira- soldo e denaro poi, giunse fino a noi.
Il denaro divenne la moneta internazionale dell’Europa occidentale, mentre si cominciò ad affermare quello
musulmano per bellezza dei caratteri, inoltre, l’oro circolante in queste aree era abbondante rispetto all’Europa.
Con il passare dei secoli il potere d’acquisto del metallo argenteo aumentò e di conseguenza con il tempo il
denaro conservò solo 1/3 del suo peso originario, riducendosi così ad una sottile lamina (nacque la bistura, con
largo uso di altre leghe); la decadenza dell’uso di questo metallo portò le Repubbliche marinare, in contatto con
sistemi utilizzanti l’oro, al ritorno di quest’ultimo nel sistema monetario europeo. Per questo motivo, dal 1300 in
poi, ci fu il bisogno di sopperire alle carenze d’oro con nuovi viaggi: le conquiste delle terre americane e Africane
furono una risposta. Così nei secoli successivi, da parte di Spagnoli, Portoghesi, etc. continuarono gli sfruttamenti dei
giacimenti del metallo prezioso, man mano che questi prendevano possesso delle nuove colonie. Tuttavia, bastava
poco a far variare il valore dei metalli (un nuovo giacimento, uno scarico di oro da una nave).
Solo dopo il 1551, con la moneta tonda e dal 1685, con la scanalatura e la scrittura protettrice sul bordo, venne
debellata la falsificazione; mentre una maggiore stabilità si ebbe non solo con nuovo metallo proveniente da
miniere, ma anche con lo strumento della cambiale (sul finire del XVIII secolo). Nel 1776, la Banca di Francia
cominciò a emettere biglietti pagabili a vista: fu l’inizio della circolazione cartacea. I secoli portarono
un’alternanza di instabilità economica mentre la stabilità si potè riscontrare tra la fine delle guerre napoleoniche
e la prima guerra mondiale.
Nasce poi l’ unione monetaria latina, che caratterizzò la circolazione monetaria vigente nei paesi aderenti (Francia,
Svizzera, Italia, Austria, Spagna e Grecia) con un livello tecnico delle monete quasi perfetto.
2) in altoFilippo CarloII sotto la
1) in alto: ca 157 a.C. Repubblica Romana, reggenza della Madre 1666. Napoli
ca 73 d.C. Vespasiano, ca 161 Marco
Museo Archeologico. In basso a
Aurelio, ca 194 Settimio Severo; in basso: ca sinistra: ducato G.G. Sforza 1481199 AD Caracalla, ca 200 AD Giulia Domna, 94-d/r oro, 3.5, gr, diametro 28mm.
ca 219 Eliogabalo, ca 236 AD Massimino
I quaderni dell’antiquariato,
Trace.
medaglie e monete, Fabbri editore,
1988.
3) tallero battuto da conii (incisi per Cesare M.
D’Avalos, effigie e stemma, per volontà
dell’imperatore Leopoldo I), 1714.
4) piastra del 1810, argento gr
27.49; diametro 37mm. Napoli,
Museo Nazionale.