Geometria B1 - Geometria 13BCG Per ognuno dei seguenti quiz indicare l’ unica risposta corretta tra le quattro proposte. Esercizio 1. Siano date le rette r : x = 0, y = 0, ed s : x = z, y = z. a) r ed s sono sghembe. b) r ed s sono ortogonali ed incidenti ad infinite rette. c) r ed s sostengono due dei tre lati di un triangolo equilatero. d) r ed s sostengono due dei tre lati di un triangolo rettangolo. (d) è vera. Infatti, le due rette sono incidenti nell’ origine ma non ortogonali. Il triangolo rettangolo si ottiene prendendo un punto su s e la sua proiezione ortogonale sull’ altra retta. Ad esempio, i punti (0, 0, 0), (1, 1, 1), (0, 0, 1) sono vertici di un triangolo rettangolo costruiti come spiegato. Esercizio 2. Siano dati due punti A, B ed un piano α. a) Se d(A, α) = d(B, α) allora la retta AB è parallela ad α. b) Se d(A, α) = d(A, B), allora la sfera di centro B passante per A è tangente ad α. c) Se d(A, C) = d(B, C) per ogni punto C ∈ α allora A e B sono coincidenti. d) Se il punto medio M di A, B appartiene ad α, allora d(A, α) = d(B, α). (d) è vera. Siano A0 e B 0 le proiezioni ortogonali di A e B su α, rispettivamente. I triangoli AA0 M e BB 0 M sono rettangoli, hanno ipotenuse uguali perché M è punto medio di AB, ed angoli AM̂ A0 , B M̂ B 0 uguali perché opposti al vertice. Quindi i due triangoli sono uguali ed in particolare AA0 = BB 0 ossia d(A, α) = d(B, α). Esercizio 3. Sia data la conica x2 y 2 + − x + 1 = 0. 4 2 √ γ è un’ ellisse di semiassi 2 e 2. √ γ è un’ iperbole di semiassi 2 e 2. γ è una conica degenere. La retta tangente a γ in (2, 0) ha equazione y = 0. γ: a) b) c) d) (c) è vera. Infatti, l’ equazione di γ può essere scritta come y2 x 2 =0 ( + 1) + 2 2 e quindi γ è un’ ellisse degenere. Esercizio 4. Sia f : R5 → R3 un’ applicazione lineare. a) f è iniettiva. b) Se dim ker(f ) = 2, allora f è suriettiva. c) f è invertibile. d) Se dim ker(f ) = 3, allora f è suriettiva. (b) è vera. Infatti, per il Teorema del Rango, dim Im(f ) = dim R5 − dim ker(f ) = 5 − 2 = 3, e quindi f è suriettiva. 1 2 Esercizio 5. Sia data la matrice reale 1 0 0 A = 0 0 1 . 0 −1 0 a) b) c) d) A2 è diagonalizzabile. Il polinomio caratteristico di A ha tutte radici reali. A non è invertibile. A è diagonalizzabile. (a) è vera. Infatti, la matrice A2 è uguale a 1 0 0 A2 = 0 −1 0 0 0 −1 ed è diagonale, quindi diagonalizzabile usando la matrice identica. Esercizio 6. Sia dato il sottospazio U = L((1, 0, −1), (2 + a, 1 + a, −1), (1, 3, 0)) ⊂ R3 . a) b) c) d) dim U = 3 per ogni a ∈ R. dim U = 1 per qualche a ∈ R. U non è un sottospazio perché non contiene il vettore nullo. dim U = 2 per un solo valore di a ∈ R. (d) è vera. Infatti, poiché i vettori (1, 0, −1), (1, 3, 0) sono linearmente indipendenti, allora dim U ≥ 2 per tutti i valori di a ∈ R. Inoltre, dim U = 2 se, e solo se, la matrice 1 0 −1 1 3 0 a + 2 a + 1 −1 ha rango 2. Questa condizione è equivalente a chiedere che la matrice precedente abbia determinante 0 ossia 2a − 2 = 0 che è vera solo per a = 1. Esercizio 7. Siano dati i numeri complessi z, w con Re(w) 6= 0. a) Qualunque sia z ∈ C, si ha che Re(z/w) = Re(z)/Re(w). b) Se z 3 = w, allora w è radice terza di z. c) Se z 2 = w, e w2 = z, allora w è radice terza di 1. d) Se Im(w) = 0, allora |zw| = |z|Re(w). (c) è vera. Infatti, sostituendo nella prima la seconda equazione abbiamo w4 = w. Poiché w 6= 0, allora possiamo dividere per w ed abbiamo l’ equazione w3 = 1. Quindi, w è radice terza di 1. Esercizio 8. Sia f : R3 → R3 l’ applicazione lineare definita come f (x, y, z) = (x + y − z, 2y − z, 2x + y − 2z). Calcolare gli autovalori di f, una base per ogni suo autospazio e stabilire se f è semplice. Senza effettuare altri calcoli, ma giustificando la risposta, dire se f è invertibile. 3 Svolgimento. La matrice associata ad f è uguale ad 1 1 −1 A = 0 2 −1 . 2 1 −2 Il polinomio caratteristico di f è p(t) = det(A − tI) = −(t − 1)2 (t + 1), e quindi gli autovalori di f (radici reali di p(t)) sono t1 = 1 di molteplicità m(1) = 2, e t2 = −1 di molteplicità m(−1) = 1. L’ autospazio V (1) è dato dai vettori che risolvono il sistema (A − I)X = 0. Svolgendo i calcoli, otteniamo le equazioni y − z = 0, 2x + y − 3z = 0 ossia x = z, y = z. Quindi V (1) = L((1, 1, 1)) ossia dim V (1) = 1 ed una sua base è B1 = ((1, 1, 1)). Analogamente, l’ autospazio V (−1) si ottiene risolvendo il sistema lineare (A+I)X = 0 ed otteniamo x = −y, z = 3y. Quindi, V (−1) = L((−1, 1, 3)) ed ha dimensione 1 con base B−1 = ((−1, 1, 3)). f non è semplice perché uno dei suoi autospazi ha dimensione diversa dalla molteplicità del corrispondente autovalore. In dettaglio, dim V (1) 6= m(1). f è invertibile perché t = 0 non è autovalore di f. ½ x+y =1 Esercizio 9. Siano dati il punto A(1, 0, 2) e la retta r : x − z = −1. √ (1) Scrivere l’ equazione della sfera σ di centro A e raggio 3, e trovare i punti B, C in cui r la interseca. (2) Scrivere l’ equazione del piano β per B ortogonale ad r e verificare che esso è tangente a σ. (3) Determinare le distanze di A e di C da β e dedurre la posizione di B e C rispetto ad A ed a σ. Svolgimento. (1) L’ equazione della sfera σ è σ : (x − 1)2 + y 2 + (z − 2)2 = 3. Svolgendo i calcoli, si ha σ : x2 + y 2 + z 2 − 2x − 4z + 2 = 0. Per calcolare i punti in cui r interseca σ basta risolvere il sistema x+y =1 x − z = −1 x2 + y 2 + z 2 − 2x − 4z + 2 = 0. Dalle prime due equazioni otteniamo y = 1 − x, z = 1 + x. Sostituendo nell’ ultima equazione otteniamo 3x2 − 6x = 0, e quindi x1 = 0, x2 = 2. In corrispondenza, otteniamo i due punti B(0, 1, 1) e C(2, −1, 3). (2) L’ equazione parametrica della retta r è r : x = t, y = 1 − t, z = 1 + t, e quindi un vettore parallelo ad r è v = (1, −1, 1). Il piano β passa per B ed è ortogonale a v, quindi la sua equazione è x − y + z + d = 0 con d che verifica 0 − 1 + 1 + d = 0 ossia d = 0. Quindi, β : x − y + z = 0. √ √ La distanza tra il centro A di σ ed il piano β è d(A, β) = |3|/ 3 = 3. Poiché il raggio di σ è uguale alla distanza tra il centro e β abbiamo che β è tangente a σ. 4 √ √ (3) d(A, β) = 3, d(C, β) = 2 3 e quindi B e C sono estremi di un diametro di σ. Essendo A il centro di σ, A è anche punto medio di B, C.