Consigli pratici per una relazione peritale di qualità

Consigli pratici per una
relazione peritale di qualità
La relazione peritale è principalmente una scrittura di
contenuto ed è necessario strutturarla al meglio per garantire
qualità ed efficacia insieme
Come si diceva poco fa, la scrittura di una relazione peritale
di carattere tecnico è anzitutto una scrittura di contenuti.
Ciò che conta, quindi, è la qualità dell’informazione, visto
che il testo avrà un carattere tecnico/scientifico di natura
espositiva e argomentativa, in cui si dovrà prestare
particolare attenzione alla struttura logica e formale, ai
problemi di coerenza, brevità e precisione. Il testo della
relazione peritale deve essere efficace ed essenziale, cioè
deve dire tutto ciò per cui viene scritto, ma nulla più di
questo, senza alcuna divagazione.
Una perizia non dovrà mai essere scritta in prima persona.
Dovrà essere sempre presa in considerazione la necessità di
catturare l’attenzione del giudice-lettore: i testi lunghi e
monotoni vanno evitati, dando varietà visiva alla pagina con
l’uso di titoli, sottotitoli, paragrafi, elenchi puntati,
tabelle e figure. Rallentare il ritmo dell’informazione aiuta
infatti la comprensione. I punti di maggior impatto sul
lettore sono l’inizio e la fine di una frase e di un periodo.
Il paragrafo finale, a conclusione del testo, dovrebbe
chiudere l’intera trattazione senza trascinarsi troppo, ma
senza lasciare nulla in sospeso.
Andrebbe sempre osservata la “legge della vicinanza”, cioè
tenere insieme soggetto, verbo e complemento oggetto, il nome
e il suo aggettivo, la preposizione ed il suo oggetto.
Se le informazioni sono molte non si può pretendere di usare
un solo periodo.
Le parentesi andrebbero usate il meno possibile, perché danno
la sensazione di contenere qualcosa di meno importante. Allo
stesso modo non andrebbero mai abbreviate le parole: rendono
sciatto il testo e danno l’idea che non si sia voluto perdere
troppo tempo.
Gli elenchi puntati sono utilissimi, ma prima e dopo l’elenco,
la struttura della frase deve essere sempre uniforme,
parallela e coerente. È proprio il parallelismo della
struttura ad aiutare nella lettura.
Nella scelta dei termini, i criteri guida sono rappresentati
dalla chiarezza e accuratezza. Tanto più si usano parole
elaborate e ricercate, tanto maggiore è il rischio di
commettere errori.
Utilizzando un programma di videoscrittura non bisogna fare
alcun affidamento sui correttori automatici.
Vanno poi accuratamente evitate le frasi standard, i giri di
parole e i luoghi comuni.
Anche la scelta del “formato del carattere” riveste una certa
importanza: ad esempio, la scelta del corsivo può essere
utilizzata come segno distintivo all’interno del testo. Si
distingue dalle virgolette perché queste ultime evidenziano la
parola in relazione al contenuto (es. parole riportate,
intento ironico).
Il grassetto e il sottolineato si usano generalmente per i
titoli e per dare una maggiore enfasi. Vanno usati con molta
parsimonia e più per singole parole che per intere frasi.
Il maiuscoletto viene usato talvolta per i titoli delle
tabelle e figure ma appesantisce molto la lettura: nel corso
della relazione in genere non si usa.
Impostando il testo, va scelta la forma grafica per ciascun
tipo di titolo, per le didascalie delle fotografie
eventualmente allegate, per il testo vero e proprio. Il tipo
di carattere scelto e la sua dimensione dovranno poi essere
sempre gli stessi in tutto il testo.
Nella redazione dei testi, in generale, le maiuscole ormai
dilagano: si vedono scritti con l’iniziale maiuscola gli
aggettivi di nazionalità (es. Italiano), i mesi dell’anno, i
nomi dei settori di mercato, i nomi di particolari attività
(es. Presidente) e persino la parola “cliente”. Il risultato è
un effetto di estrema confusione: confusione di lettura,
perché se tutto viene scritto maiuscolo, non si riesce più a
capire quali sono le cose più importanti, e confusione visiva,
perché il maiuscolo si evidenzia troppo nel testo e l’estetica
ne risente. Una buona strategia è usare il maiuscolo solo per
i nomi propri e per pochi altri casi particolari.
Anche l’indicazione delle unità di misura in una relazione può
portare all’errore: si indicano utilizzando l’apice (es. m2 e
m3 e non mq o mc) e non bisogna utilizzare la maiuscola.
Infine, l’impaginazione del testo:
– è preferibile che il testo sia giustificato, perché le righe
di lunghezza uniforme migliorano la qualità visiva della
pagina;
– ciascun paragrafo dovrebbe essere leggermente spaziato
rispetto al precedente, perché ciò migliora la leggibilità del
testo;
– anche i titoli vanno leggermente spaziati rispetto al testo;
– l’interlinea da utilizzare generalmente è quella singola o
al massimo 1,5 righe. Non si usa mai l’interlinea doppia,
perché dà l’impressione di voler allungare artificiosamente il
testo.
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