Il Caffè sospeso di Napoli sbarca in America

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Il Caffè sospeso di Napoli sbarca in America
Autore : Silvana Rea
“Quando un napoletano è felice per qualche ragione, invece di
pagare un solo caffè, quello che berrebbe lui, ne paga due, uno per
sé e uno per il cliente che viene dopo. È come offrire un caffè al
resto del mondo”. Luciano De Crescenzo
Il caffè sospeso è un antico rito di origini napoletane che risale alla fine dell’ottocento. Un
modo solidale e gentile per offrire un caffè a chi non poteva permetterselo, a chi era in stato
di difficoltà. Ma non solo. Vuoi per solidarietà, vuoi per le precarie condizioni economiche che
persistevano, vuoi per un senso di eccessiva generosità, il caffè sospeso è entrato a far parte
della tradizione napoletana e senza esagerare possiamo dire che rientra nella cultura di ogni
napoletano. Col tempo però questa usanza è andata persa per essere poi riscoperta solo pochi
anni fa. Siamo negli anni duemila quando i fautori del caffè sospeso, il Caffè Gambrinus e il
Caffè 7 Bello, storiche caffetterie di Napoli, insieme ad altre associazioni e fondazioni hanno
costituito un vera e propria associazione con un proprio coordinamento nazionale, la Rete del
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Caffè Sospeso. Sono tanti i bar e le caffetterie che in tutta Italia hanno aderito a questa
associazione per portare avanti questo nobile gesto di solidarietà. Basta andare sul sito
retedelcaffesospeso e scoprire quali sono. Da qualche tempo a questa rete appartengono
anche bar di paesi stranieri come Spagna, Brasile, Svezia e Sud Africa. Oggi il caffè sospeso a
Napoli non è solo un modo per offrire un caffè a chi è più povero, ma anche un modo per
condividere la propria felicità, il proprio buon umore. Ebbene sì, se qualcuno quella mattina si
sente gioioso per qualsiasi motivo lascia un caffè pagato al bar. Un modo come un altro per
condividere le cose belle della vita con persone totalmente estranee.
COME FUNZIONA IL CAFFE’ SOSPESO
Se per almeno una volta nella vostra vita anche voi vorrete essere protagonisti di questo
speciale progetto, basta che impariate questa frase: “Due caffè, per favore. Uno per me e uno
sospeso. Grazie”. A questo punto voi potrete gustare il vostro caffè sapendo di dover
condividere un momento di vita con qualcuno, una persona estranea che, entrando nello stesso
bar e chiedendo se c’è il caffè sospeso, avrà la possibilità di bere il caffè non pagandolo. Cosa
che altrimenti non avrebbe potuto permettersi. Il gestore del bar avrà l’accortezza di segnare su
una lavagnetta al di fuori del proprio bar il numero dei caffè sospesi per poi modificare il numero
nel momento in cui questi vengono consumati.
IL CAFFE’ SOSPESO IN AMERICA
Se un giorno vi trovaste in Brasilia, a New York, a Bilbao o a Goteborg sappiate che anche in
alcuni bar di queste città avrete la possibilità di poter richiedere il caffè sospeso. Basta imparare
il modo in cui dirlo e il gioco è fatto: suspended coffee in inglese, Uppskjuten in svedese, cafè
suspenso in portoghese. Questa pratica filantropica ha avuto un riscontro notevole tanto da
diventare un progetto mondiale e finire sulle pagine del New York Times come una filosofia di
vita che fa onore non solo ai napoletani ma a tutti gli italiani.
IL CAFFE’ SOSPESO. SAGGEZZA QUOTIDIANA IN PICCOLI SORSI
Questo è il titolo del libro di Luciano De Crescenzo dove viene affrontato uno spaccato della vita
napoletana ormai non più esistente. Un ripercorrere la storia tra ironia e simpatia, affrontando
anche il rito del caffè sospeso inteso per De Crescenzo non come una semplice tradizione
napoletana ma come una vera e propria filosofia di vita.
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