I “ SENSI “ della BECCACCIA
di Enrico Cavina – www.labeccacciascientifica.it
Una raccolta di TRE Note di Aggiornamento culturale che possono
interessare l’approfondimento conoscitivo dei “Cultori” della Beccaccia.
“VISTA ed occhio”
“OLFATTO e narici”
“UDITO ed altri Sensi : orecchio e dintorni”
I testi qui di seguito trascritti sono l’elaborato di una vasta consultazione
Bibliografica aggiornata anche a Lavori scientifici del 2012 e di grande
rilievo di Ricerca .
I testi non hanno ovviamente nessuna etichetta propriamente scientifica
ma – come frutto di un lavoro dilettantistico – si offrono all’analisi
critica e comunque conoscitiva per approfondire la “cultura” relativa
alla Scolopax rusticola .
Chi fosse interessato ad ulteriori approfondimenti , anche solo
Bibliografici , potrà esplorare i Capitoli 2-3-8 di
www.labeccacciascientifica.it e relativi Aggiornamenti .
Per la parte ICONOGRAFICA una serie di Fotografie Anatomiche e di
Schemi tratti dal WEB è raccolta e consultabile on-line a :
https://plus.google.com/photos/103942035281038458760/albums/574277
6865730420689
Si consiglia la lettura dei testi in contemporanea consultazione di tali
Figure molte delle quali hanno didascalie ed indicazioni direttamente
sulle immagini .
Altri approfondimenti su Fotografie e Regioni Anatomiche sono
disponibili su www.beccacciawoodcockanatomy.com
Ogni critica o suggerimento sarà ben accolto ed eventualmente discusso
inviando E-mail a [email protected]
La "vista" : gli occhi ed il campo visivo della Beccaccia
Nella Beccaccia la vista - e l'occhio come sua prima base anatomica - presentano particolari
peculiarita' anatomiche e funzionali , ovviamente legate alla Filogenesi dello Scolopacide ,
evoluzione questa legata alla epocale ecologia degli ambienti di sviluppo e di vita svoltisi nel
corso di centinaia di migliaia di anni .
In genere il cacciatore rimane colpito dal comportamento e dalla bellezza dell'uccello che si
completano nel "mistero"delle sua vita e degli incontri che lui predatore,il cacciatore,cerca di
avere con la sua preda,la beccaccia.
La "vista" come "senso" gioca un ruolo fondamentale nel comportamento , e l'occhio e' uno
degli elementi di bellezza che colpiscono il cacciatore quando la prende in mano , specie se
ferita.
Difficilmente si pensa fino in fondo ai meravigliosi meccanismi fisiologici della "vista" di
questo uccello saettante nell'intrico del bosco o migrante per centinaia di kilometri nel buio
della notte stellata.
Forse anche per il cacciatore vale la pena di "saperne qualcosa di piu' " anche per
comprendere meglio i comportamenti all'incontro e tutta la fenomenologia migratoria.La
complessita' anatomo-fisiologica e' tale che l'argomento e' materia specialistica se non superspecialistica , ma in questo nostro viaggio a tappe nei "sensi" della beccaccia cercheremo di
rendere comprensibili elementi di conoscenza che possono arricchire la cultura appassionata ,
appassionata cultura del cacciatore di beccacce.
Alcuni elementi di anatomia e di anatomo-fisiologia comuni a tutti gli uccelli ci sembrano
indispensabili.
Le principali strutture dell'occhio degli uccelli sono simili a quelle degli altri "vertebrati"
uomo compreso.
Al di fuori dell'occhio propriamente tale c'e' la struttura tegumentale esterna costituita da
palpebre e ciglia e connessa a ghiandole lacrimali ;la strutturazione ossea craniale e'
costituita dall'orbita.C'e' subito da dire che nella beccaccia lo sviluppo filogenetico dell'orbita
ha fatto si' di spostare all'indietro tutto il cervello , tant'e' che unica tra gli uccelli e' stata
definita uccello con il cervello rovesciato.Questo ci fa ben capire quanto sia stata importante
la filogenesi per l'occhio , adattando e previlegiando per l'occhio una morfologia e tali
dimensioni indispensabili per la sopravvivenza : l'occhio che vede tutt'intorno al fine
principale di percepire i predatori.
La maggior parte degli uccelli -beccaccia inclusa-non muove gli occhi ed anche le palpebre
non sono usate per batter le ciglia.L'occhio viene lubrificato da una membrana nascosta che
spazza orizzontalmente la cornea come un tergicristallo d'auto,e puo' anche coprire tutto
l'occhio come una lente a contatto.Quando l'uccello dorme e' la palpebra inferiore che sale a
coprire l'occhio.La lubrificazione puo' anche essere potenziata dalle ghiandole lacrimali - ben
presenti anche nella beccaccia come documentato nel nostro Atlante di Istologia - e questa
azione umidifica e previene la secchezza di tutta la superficie corneale,cio' verosimilmente
anche secondo le varie condizioni ambientali ( vento,caldo ).
L'occhio di un uccello e' proporzionalmente piu' grande rispetto a quanto avviene in altri
animali ,pur essendo la maggior parte della sua dimensione occultata nel cranio nella cavita'
orbitale , e questa dimensione e' largamente relazionata alla massa corporea.Molti uccelli beccaccia compresa- hanno un'asimmetria nella struttura oculare che rende a loro possibile di
avere a fuoco contemporaneamente l'orizzonte ed una parte significativa dell'ambiente
circostante : cio' ha un costo che e'una certa miopia per la parte anteriore-inferiore del loro
campo visivo.Cosi' come e'appunto per la beccaccia che non vede o vede da miope la punta del
proprio becco , aspetto questo che approfondiremo piu' avanti.
Anche al fine di rendere fisso l'occhio -tale in quasi tutti gli uccelli- e' macroscopicamente
evidente un anello sclerotico costituito anche da elementi ossei : questo anello circonda
l'occhio propriamente tale e lo rende praticamente rigido cosi' come e' nei rettili.
Non crediamo che sia questa nostra nota di aggiornamento su una Rivista per cacciatori la
sede per descrivere ed approfondire tutti gli elementi anatomici dell'occhio e la connessa
fisiologia particolareggiata della "vista". Il Lettore eventualmente interessato potra'
facilmente esplorare i particolari consultando via Google il Web ed anche andando sul nostro
sito www.labeccacciascientifica.it e relativi Aggiornamenti.
Comunque tutti gli elementi anatomici sono ben rappresentati nella figura attinente qui'
inclusa.Sinteticamente elenchiamo gli elementi anatomici principali quali
cornea,iride,pupilla,cristallino,corpo vitreo,ed i tre strati parietali sclera,coroide,retina dove
in quest'ultima e' la fovea , un area ristretta che serve come punto di convergenza focale .
Inoltre , molto importante , negli uccelli tutti ( ed anche in alcuni rettili ) c'e' una struttura
simil-pettinea ( pettine oculare ) costituita principalmente da vasi sanguigni e che si ritiene
alimenti la retina e controlli il pH del corpo vitreo.Questa struttura e' pigmentata e cio'
servirebbe a proteggere la retina da eventuali eccessi di raggi ultravioletti. La fovea e' al
centro della retina dove si trova il piu'gran numero di recettori specializzati della luce .Alcuni
uccelli hanno due fovee. Il nervo ottico trasporta i messaggi luminosi e visuali dalla retina al
cervello e viceversa , e nella beccaccia - come si evidenzia nei nostri preparati anatomici in
www.beccacciawoodcockanatomy.com - appare macroscopicamente molto voluminoso. La
densita' dei fotorecettori e' massima nella fovea ed e' alla base dell'acuita' visiva : questa
densita' e' molto maggiore negli uccelli rispetto all'uomo ,e si presenta con forti variazioni tra
le specie di uccelli anche in dipendenza della divisione tra uccelli con abitudini diurne o
notturne/crepuscolari.
La fisiologia dell'elaborazione visiva e' affascinante e complessa. Da questa complessa
elaborazione deriva la percezione delle forme,della definizione ( i contorni ) delle
medesime,dei colori,dei movimenti e relative profondita' di campo . E' interessante notare
che a differenza degli uomini , gli uccelli percepiscono estemporaneamente i movimenti del
sole e delle stelle nel cielo , movimenti per noi impercettibili. Riguardo ai colori si afferma che
" paragonati alle capacita' visive degli uomini gli uccelli possono distinguere piu' colori e
recepire direttamente la luce ultravioletta e la luce polarizzata". Questa ultima percezione
gioca un ruolo molto importante per l'attivazione dei meccanismi decisionali negli uccelli
migratori , beccaccia inclusa. Questa attivazione avverrebbe sulla base di un fenomeno
elettro-fisico che coinvolge fotorecettori e neuroni sensitivi del magnetismo : alcune
componenti della luce andrebbero a muovere le lancette della bussola biologica e
l'elaborazione cerebrale nei migratori notturni - beccaccia compresa - avverrebbe in un'area
del cervello specializzata alla visione notturna .Questa ellaborazione consentirebbe - oltre alla
guida direzionale ottenuta dalle stelle nell'emisfero celeste e ben visibili data la conformazione
ottica dell'occhio - di "vedere" , letteralmente "vedere" il campo magnetico terrestre sotto il
corpo della beccaccia che vola nella notte.Tutto questo consentirebbe alla beccaccia di
elaborare la direzione migratoria del volo notturno gia' subito dopo il tramonto del sole
quando l'intensita' dei raggi ultravioletti e la visione della luce polarizzata attiverebbero la
bussola biologica e/o compasso magnetico ( il sestante ).
Abbiamo detto che di fatto il cervello "vede" la rotta da seguire e comunque usufruisce
ovviamente di altre informazioni visive ( sole,orizzonte,stelle,orografia ) e altrimenti sensitive (
olfatto,udito,calore, "tatto" del vento ) ed anche "centrali" per gli adulti (memoria).
L'occhio,la vista della beccaccia partecipano quindi - in vari gradi di gerarchia temporale all'integrazione cerebrale di piu' "echi" derivanti da altri sensi quali olfatto ed udito nonche'
integrazione centrale per gli adulti di cognizioni mnemoniche tipo
valli,montagne,mari,fiumi,luci ( la memoria di viaggi precedenti).
Questo aspetto dell'integrazione dei sensi e' sviluppato in un recentissimo lavoro ( 2012 ) di
G.R.Martin " Through birds’eyes : insights into avian sensory ecology “ ( J.Ornithology
,Springer Ed.2012) , lavoro certamente esaustivo circa la fisiologia della "vista" degli
uccelli.Ed in questo lavoro ,cosi' come in precedenti,l'Autore ,professore Emerito
nell'Universita' di Birmingham, dedica tutto un paragrafo alla "vista" della beccaccia con
approfondita analisi dei vari settori del campo visivo.
In termini "comparati" i campi visivi degli uccelli sono ben classificati come nella
Figura....,dove e' schematizzato anche il campo visivo della beccaccia.
G.R.Martin conferma con i suoi passati e recentissimi studi che la beccaccia vede tutt'intorno
in termini tridimensionali sopra,sotto,lateralmente bilateralmente , dietro e anteriormente
paga lo scotto di questa ampia visione in punta di becco : non la vede la punta ( o la vede
sfocata da buona miope ) e comunque il becco lo sa usare molto bene per esplorare sondare il
terreno per mangiare guidato da altri sensi quali il senso tattile,l'olfatto,l'udito. La sua visione
praticamente a 360* e' tutta finalizzata a controllare la presenza o meno di predatori di terra
o di aria.Per questa finalta' la filogenesi ha determinato la morfologia del cranio , ed ha
potenziato diversamente altri sensi finalizzati al reperimento dell'alimento principale,i vermi
sottoterra.D'altra parte appunto sottoterra l'occhio non poteva servire.Questi elementi sono
comuni e relazionabili anche per il Kiwi che ha - unico uccello al mondo - le narici in punta di
becco.
Devo dire che questa pur documentata affermazione di Martin circa l'area cieca in punta di
becco mi ha sollcitato qualche dubbio . Sono infatti disponibili sul Web ( youtube) alcuni
video dove si evidenziano beccacce in cattivita' che usano il becco per afferrare vermi appesi
davanti o presi dalle mani , con la netta sensazione che la beccaccia orienti il becco e la punta
del becco per afferrare il verme con adeguata scelta visiva anche nella profondita' del campo
visivo ravvicinato. Ho segnalato questa osservazione al prof.Martin e ne e' nata una cortese e
simpatica corrispondenza via e-mail. Ritiene il prof.Martin che queste capacita' esibite in
video , sono piu' frutto di apprendimento che non di visione diretta in punta di becco.Mi ha
scritto : "anche noi usiamo la bocca per mangiare senza vederla,la bocca,ma solo perche' lo
abbiamo appreso " . Di questa simpatica corrispondenza i dettagli sono consultabili sugli
Aggiornamenti di www.labeccacciascientifica.it . Qualche dubbio a me rimane ,specie
pensando alle documentazioni delle beccacce infermiere che con il becco hanno provveduto a
curare e medicare ferite e fratture. Comunque il problema dell'area cieca in punta di becco
puo' essere considerato un problema minore rispetto alla piu' complessa dinamica visiva e
relativi rilessi muscolari per il volo saettante nel bosco .
Di certo oggi sappiamo - e lo sappiamo per documentata analisi scientifica - che la beccaccia
quando ci frulla davanti e va via zigzagando o diritta davanti a noi , nello stesso tempo
all'indietro vede noi ed il nostro cane e vede in avanti e sopra l'intrico di rami e tronchi del
bosco dove infilare la sua fuga saettante. Cio' puo' valere anche per il solo cane quando gli va
via davanti di pedina.
Di certo oggi sappiamo che la visione dell'emisfero celestiale consente la migrazione a vista di
stelle , cosi' come la luce del tramonto "metabolizzata" sulla retina consente l'attivazione della
bussola biologica per l'orientamento direzionale e decidere la rotta della migrazione notturna.
Di certo sappiamo bene che molti aspetti della c.d. "ecologia dei sensi" rimangono a
sollecitare dubbi e curiosita' scientifiche nell'eterno evolversi del mistero della vita della
beccaccia e della sua filogenesi .
BIBLIOGRAFIA : molte voci ed approfondimenti in www.labeccacciascientifica.it. e relativi
capitoli ed aggiornamenti.
Enrico Cavina
[email protected]
FIGURA
OCCHIO UCCELLI
FIGURA
Figura ....
I campi visivi comparati , beccaccia inclusa
L'area "ciclopica" di visualizzazione ( i Ciclopi avevano un solo occhio frontale ) e' la
combinazione dei campi visivi frontale e laterali .
I campi visivi degli uccelli sono stati classificati in 3 tipologie :
- (a) -larga visione monoculare ( ad es. lo Storno)
- (b) - molto larga visione "ciclopica" e piccoli campi visivi binoculari frontale e posteriore (
ad es. Beccaccia )
- (c) - piu' larga area frontale con largo campo visivo binoculare ( ad es. Barbagianni )
ALTRE FIGURE su www.beccacciawoodcockanatomy.com
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L’OLFATTO della BECCACCIA
Poco se ne sa , poco se ne parla : l’olfatto è certamente uno dei “sensi” utili –con
varie gradazioni d’importanza – alla vita degli animali . L’olfatto si integra più o
meno ,anche secondo le circostanze , con gli altri “sensi” quali la vista , l’udito ,
il tatto , il gusto , ognuno di questi più o meno prevalente o soccombente .
Quanto è importante l’olfatto per la Beccaccia ?
La domanda , o meglio le domande vanno riferite a :
- scegliere l’area di permanenza temporanea o meno ( aree di
nidificazione,di svernamento , di sosta migratoria ) e qui scegliere il/i
terreno/i di pastura notturna e di permanenza diurna ;
- -la ricerca “alimentare” dei punti migliori in superficie e la cattura
sotterranea del cibo ( essenzialmente vermi ) ;
- rilevare la presenza o arrivo di predatori ( cane e uomo compresi );
- le vie migratorie e l’orientamento ;
- l’attrazione o competizione nel periodo pre-nuziale o nuziale;
- la cura dei nidiacei;
- la comunicazione tra beccacce nell’area riproduttiva e/o alimentare ( vita
sociale ).
Poco se ne sa , poco se ne parla .
Il problema di ricerca scientifica specifica per l’olfatto è quanto mai attuale per
tutte le specie aviarie , e questo tipo di ricerca si è sviluppata solo negli anni più
recenti , a parte di sporadici contributi nel passato . E’ infatti sorprendente che
nella recente vistosa monografia di Yves Ferrand ( La Beccasse des Bois )
l’olfatto non sia stato mai menzionato tra i sensi dell’uccello .Come già detto , il
problema di capire meglio e più profondamente l’olfatto non riguarda solo la
beccaccia ma riguarda un po’ tutti gli uccelli .
Cercheremo di “saperne di più” analizzando via via quanto è accessibile in
Letteratura scientifica sia sul piano generalista ( gli uccelli ) sia nello specifico (
la Beccaccia ) .La nostra chiave di lettura terrà comunque conto di alcune
convinzioni – o meglio dire – impressioni personali . Partiamo da qui :
espletando le dissezioni anatomiche riportate in
www.beccacciawoodcockanatomy.com , esplorando la base del becco ed il cranio
frontale, ci aveva colpito quanto fosse estesa la superficie di epitelio olfattivo che
va dal forame esterno ( narice ) sino alla parete pre-orbitale della cavità olfattiva
che è l’equivalente delle cavità e seni nasali nell’uomo , e come in questa sede
fosse facilmente identificabile anche ad occhio nudo il nervo olfattorio. Oltre che
nella nostra documentazione anatomo-fotografica altri elementi molto
significativi ( incluso bulbo olfattivo nel cervello ) sono nel Blog di J.J.Fuentes (
Spagna ) (
http://ret007ie.eresmas.net/OLFATOBECADA/sentido_del_olfato_en_la_becad
a1.htm ). Va quindi sottolineata tutta l’importanza dell’anatomia topografica e
comparata anche in questo settore di ricerca .Ed ecco che sorprendentemente
nella nostra ricerca bibliografica ritroviamo l’abstract di un lavoro Russo del
1974 ( V.Sadovnikov – Vest.tooskor.univ.biol.div.1974(3) 76-79 : qui è stata
valutata l’estensione della mucosa olfattoria rispetto a tutta la superficie delle
cavità nasali nei Galliformi (9 sp) Caradriformi (7 sp ) Anseriformi (6 )
Passeriformi (3 ) e questa estensione è di gran lunga maggiore nei Caradriformi
in particolare proprio nella Beccaccia con un rapporto 24:2 rispetto ai Corvidi .
Inoltre questo tessuto o epitelio è particolarmente ricco di fibrille ( sono come
ciglia delle cellule ) e ricchissimo di cellule olfattorie .
Abbiamo quindi una base rigidamente scientifica , anatomica e comparata : la
Beccaccia ha un apparato olfattivo ( epitelio,nervo,bulbo ) molto più sviluppato
rispetto a molti altri Uccelli . Dobbiamo quindi domandarci : perché ? E perché
ha avuto questa evoluzione di crescita ( filogenesi ) ?
E’ ovvio che l’apparato serve a sentire odori ( o puzze ) e sono tutti da definire
quali odori , e come fa la beccaccia a definire il tipo e l’importanza di
quell’odore specifico rispetto alla funzione da attivare ( alimentazione , sesso ,
altro ).
Dobbiamo ricordare cosa è un odore : molecole per lo più di derivazione
organica sparse nell’aria a concentrazioni variabili . Queste molecole inalate
entrano in contatto “chimico” con i recettori olfattivi ( OR) dell’epitelio nasale (
fibrille.membrane cellulari) e da qui gli effetti elettro-chimici sono trasmessi
attraverso il nervo olfattorio sino al cervello ( bulbi olfattivi , anche questi di
varie dimensione e collocazione ) . Nel cervello gli stimoli vengono identificati e
tipizzati per le conseguenti reazioni , integrazioni ( tatto,vista,udito) e comandi
nervosi centrali , reazioni del tipo – per quanto riguarda Kiwi e forse Beccacciaorientare il becco sottoterra nei canalicoli dei vermi , o più platealmente essere
disponibili sessualmente , o fuggire un predatore o immobilizzarsi
completamente fidando nel mimetismo . Abbiamo accennato alle integrazioni e
per quanto riguarda Kiwi e Beccaccia sono importanti le funzioni dei corpuscoli
di Herbst nel becco per l’elaborazione degli stimoli tattili . Se vogliamo fare un
paragone con il computer , gli stimoli olfattivi viaggiano ed arrivano all’ “hard
disk” del cervello o meglio del bulbo olfattivo che smista – più o meno appunto
poi integrati grazie a vari software con stimoli diversi – verso le strutture più
alte del Sistema Nervoso Centrale quali la corteccia piriforme , l’ippocampo , le
amigdale dove finalmente si sintetizza la sensazione dell’odore . Queste
percezioni odorose possono anche essere immagazzinate in memoria secondo il
crescere delle esperienze di vita dell’uccello , più o meno
nidiaceo,giovane,adulto,vecchio,maschio o femmina. E la memoria potrà meglio
servirgli per difendersi quando sentirà odori legati a situazioni di pericolo ,
magari inizialmente percepite con l’udito o la vista . Possiamo azzardare
empiricamente e pensare al “pasturone” acquartierato che ha sentito anche con
l’olfatto il cane o il cacciatore , e quindi va via di pedina e poi s’invola lungo.
Possiamo ipotizzare e/o documentare altri elementi diretti o indiretti tali da
definire il ruolo dell’olfatto nella beccaccia ?
Nello specifico della “beccaccia” gli elementi propriamente scientifici sono
pochissimi ( con sforzo) o nulli . Troviamo comunque elementi indiretti ,specie in
termini di comparazione con altri uccelli,tali da indurre a comporre suggestive
ipotesi , ma sempre solo ipotesi . Azzardiamo un’analisi organizzata.
Migrazione : può la beccaccia tener conto di stimoli olfattivi per definire la
propria rotta e le soste ?
Sappiamo bene dell’importanza dell’olfatto nei piccioni viaggiatori per la Teoria
tutta Italiana della Scuola del Prof.Papi ( Università di Pisa ) che in molti anni di
ricerca anche sperimentale ha documentato la preminente importanza
dell’olfatto nel guidare i Piccioni viaggiatori nel ritorno a casa ( “homing”) ,
trasferibile anche ad altri uccelli propriamente selvatici .Io stesso molti anni fa’
nella Tenuta di San Rossore (Pisa ) ho vissuto un’esperienza con Allievi di Papi :
un gruccione adulto impegnato in cure parentali dei nidiacei sottoterra fu
prelevato,marcato e trasportato incappucciato a distanza di 40 Km e rilasciato
e dopo due ore era già nel suo nido .
Le sperimentazioni su selvatici nel loro ambiente selvatico sono comunque molto
molto difficili : conosciamo dettagliati lavori scientifici sugli storni ( Meson 1987,
Berger 2008 ) che identificano e migrano in aree di nidificazione sulla base della
percezione di odori vegetali tipici ( Achillea millefolium) del loro habitat
appunto di nidificazione . Non possiamo escludere che anche le beccacce in volo
migratorio possono scegliere aree e più particolari territori localizzati per stopover o svernamento o nidificazione , scelte possibilmente guidate dalla
percezione di odori provenienti da particolari terreni e/ o da vegetazione (
ginepro,betulla,pioppo,nocciolo, fogliame marcescente ) o altro ( muffe o licheni
o fungaie ) o aree da pastorizia . E comunque possono scegliere anche localmente
di fare spostamenti più o meno erratici e qui gioca un suo ruolo anche la
memoria negli adulti, per campi di pastura o aree boschive utili anche
all’alimentazione diurna lasciandosi guidare da stimoli olfattivi vegetali o meno
(ad esempio letamai o scoli di liquami fecali in fossi o pantani ) . I movimenti
erratici sono più frequenti od obbligatori in condizioni di gelo prolungato.
Dobbiamo però ancora considerare altri importanti elementi : filogenesi e
fisiologia-etologia comparata .
Filogenesi : fa testo l’esaustivo lavoro di Silke S.Steiger “Evolution of Avian
olfaction” ( Univ.Monaco 2008) dove l’approfondita e difficile indagine
scientifica ha scavato nella strutturazione filogenetica dei “recettori olfattivi “
(OR) per molti uccelli,definendo con chiarezza che gli uccelli – Beccaccia
inclusa – con abitudini di vita crepuscolare o notturna hanno avuto
un’evoluzione che pone l’apparato olfattivo preminente , pur integrato, rispetto
ad altri sensi . Altro lavoro interessante ( Zalelenitsky D.K e coll. 2011)
“Evolution of the sense of smell in dinosaurus and birds” ci riporta a
considerare l’evoluzione dell’olfatto degli uccelli nel corso di milioni di anni ,
dove forse possiamo noi azzardare d’includere il famoso fossile della Beccaccia
di Minorca ( Miocene 10-5 milioni di anni fa’)
Fisiologia-Etologia Comparate : qui di certo troviamo gli elementi più
interessanti trasferibili – direi senza troppo sforzo – anche alla nostra Beccaccia
. Il Kiwi – uccello che non vola ed è presente solo in Nuova Zelanda - è l’unico
uccello esistente con le narici letteralmente in punta di becco , ed il becco e la
conformazione scheletrica hanno molti molti punti di contatto con la Beccaccia .
In particolare il tipo di alimentazione ( vermi e similari ) e le modalità notturne
di alimentazione in pastura hanno strettissima dimostrata correlazione con
l’utilizzo dell’olfatto .Per il Kiwi –pur elusivo ed abbastanza raro – l’incapacità
al volo ha consentito accurati studi in campo aperto naturale , permettendo
approfondimenti anche sperimentali circa l’utilizzo dell’olfatto rapportato al
suo specifico apparato strutturale organico .L’olfatto sembrerebbe importante
anche per competizione e territorialità nel periodo riproduttivo .Molti sono i
lavori estraibili dal WEB ( vedi anche Aggiornamenti specifici su
www.labeccacciascientifica.it ) e molto esaustiva è la Tesi di C.A. Jenkins (
Univ.Massey.NZ 2001 ) “ Use of Olfaction in Northern Brown Kiwi “ . In questo
lavoro sono anche rappresentate in disegni le varie posizioni posturali del Kiwi
che annusa l’aria in punta di becco in cerca di odori , quasi come fa il nostro
pointer nella cerca a naso alto . E’ poi interessante per noi un Science Blog (
Dartin 2009 ) di Zoologia che afferma “ per via che non vola si dice che il Kiwi è
un quasi-mammifero , ma noi possiamo anche dire che è un quasi-beccaccia” .
Ritornando –per concludere – ai nostri quesiti iniziali (
migrazione,navigazione,alimentazione,difesa,attrazione e competizione sociale)
le nostre risposte rimangono obbligatoriamente nel campo delle ipotesi e delle
interpretazioni con poche o nulle basi rigidamente scientifiche . Però le
esperienze di noi beccacciai , immersi spesso nell’habitat e nell’osservazione dei
comportamenti in natura , e le relative integrazioni bibliografiche con ricerche –
queste sì scientificamente valide – di anatomia comparata,filogenesi e fisiologiaetologia , ci permettono di affermare che “ cotanto apparato olfattivo”
sicuramente serve molto alla vita della beccaccia .
PS :rimandiamo per specifici approfondimenti agli Aggiornamenti di
www.labeccacciascientifica.it e ci ripromettiamo ulteriori note sugli altri “sensi” e
più precisamente vista,udito,tatto e …. sesto senso .
ILLUSTRAZIONI di RIFERIMENTO relazionabili al Testo sono facilmente
visibili da www.beccacciawoodcockanatomy.com e più precisamente da
https://picasaweb.google.com/103942035281038458760/NEWATLASOfANATO
MYOfTheEURASIANWOODCOCKScolopaxRusticola2012
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L' udito e altri "sensi": orecchio e "dintorni".
Tutti i cacciatori di beccacce sanno di dover evitare di far rumori nel bosco che
potrebbero mettere in allarme la beccaccia ed indurla a pedinare o involarsi.
Parlare o gridare al compagno di caccia o al cane , sfrusciare sul fogliame o
pestare rami secchi o ghiaccio sono da evitare. Poi al contrario ci affidiamo al
campano per il cane confidando azzardatamente che il suono sia simile a quello
delle vacche,pecore,capre,cavalli al pascolo che poi e' quello sul terreno buono
per cercare i vermi . Ed oggi tutti o quasi tutti usano i vari beeper a vari suoni ,
a mio modo di vedere assolutamente condannabili . Molte beccacce conoscono
ormai questi suoni alieni da ....discoteca nel bosco. Cosi' come - presumiamo conoscono bene i suoni e rumori dei predatori di terra e di aria , ma questi sono i
suoni della Natura nel loro proprio ambiente di sempre.
L'udito quindi come "senso" compartecipe dell 'eventuale stato di allarme .
Altresi' l'udito anche utile a riconoscere l'ambiente : scorrere di un fiume ,
scrosciare di una cascatella , e secondo alcuni anche la risacca del mare o del
lago come punti di riferimento migratorio o di vicinanza a terreni di pastura
.L'udito e' certamente integrato nella c.d. "ecologia dei sensi" e principalmente in varie gerarchie temporali - integrato con la vista e l'olfatto.
Quanto sia acuto e sviluppato nella beccaccia lo presumiamo dall'empirismo
delle tradizioni e dalle esperienze personali di cacciatori e ricercatori : non
abbiamo trovato lavori scientifici specifici per la beccaccia , cosi' come sono
invece rilevabili per altri uccelli anche in termini di fisiologia comparata.
L'udito e' invece collegato ai suoni di canto nel periodo della "croule" o
"roding" quando i maschi cantando sorvolano un territorio alla ricerca delle
femmine , ed in tal senso si ritiene anche che il canto serva a "marcare" la
supremazia od occupazione di un territorio. In altre situazioni il canto o similare
suono vocalizio ( la sede vocale e' la "sirynx" nella trachea prima della
biforcazione in bronchi , e nella beccaccia e' molto poco sviluppata ) potrebbero
essere come "grido di allarme" - diverso dal suono in amore- subito all'involo
per stringente pericolo anche per la carica del cane e presenza del cacciatore : e'
rarissimo udirlo , ma personalmente ho avuto un'occasione di registrarlo una
sola volta con grande sorpresa.Alcuni esperti riferiscono anche che un tipo di
canto o "richiamo di gruppo" possa essere utilizzato nei voli notturni di
migrazione di gruppo per mantenersi in contatto di rotta , quindi anche in
presenza di altri rumori come il vento o la pioggia.
Non vi sono studi scientifici che documentino l'importanza gerarchica del senso
dell'udito nella vita della beccaccia : dobbiamo solo dar fede all'esperienza
empirica dei cacciatori nelle varie aree di caccia.
La collocazione ed i rapporti dimensionali ed anatomo-morfometrici sono ben
evidenziati nelle fotografie anatomiche di www.beccacciawoodcockanatomy.com
cosi' come altri elementi sono ben estraibili dagli Aggiornamenti e Capitoli di
www.labeccacciascientifica.it .
L'analisi strettamente anatomica va comprensibilmente ad integrarsi con gli
elementi anatomici ed anatomo-funzionali di tutti gli uccelli (anatomia
comparata).
L'orecchio degli uccelli - beccaccia compresa-e' composto da tre parti , una
esterna , una media , una interna come nell'uomo. L'accesso al forame esterno o
meato acustico e dotto uditivo e' coperto da penne/piume specializzate a
riflettere,filtrare,far scorrere concentrandole le onde sonore sino alla
membrana timpanica che separa l'orecchio esterno da quello medio. Qui' la
cavita' e' ripiena d'aria e contiene un muscolo,legamenti,ed una struttura similcanna-ossea ,unica negli uccelli diversamente dalle tre ossicine degli altri
vertebrati,conosciuta come "columella" che dal timpano trasmette impulsi e
vibrazioni ad una finestra membranosa ovale nell'orecchio interno ripieno di
liquido. L'orecchio medio - come nell'uomo la tuba di Eustacchio -comunica
anche attraverso tubuli faringo-timpanici con cavita' delle ossa craniali e della
mandibola. L'orecchio interno e' a complessa struttura membranosa che
include un c.d. Labirinto cocleare dove meccano-recettori trasmettono
informazioni al cervello per coordinare i movimenti del capo e dei riflessi
coinvolgenti i muscoli degli occhi,collo,tronco,ali ed arti inferiori.Se avete
presenti le immagini in volo di oche canadesi migranti con i colli tesi ed il capo
ben fermo ed allineato nel bilanciamento del volo potete comprendere meglio la
funzione labirintica : e' come se il capo fosse appunto sempre fermo mentre tutto
il resto del corpo si muove variamente dietro il collo nella dimensione spaziale .
Ecco e' a questo che serve il Labirinto .
Nell'insieme la complessa struttura labirintica e' deputata sia all'equilibrio sia
all'udito propriamente tale ( nella coclea ).Le informazioni uditive (onde sonore
di varia ampiezza ed altezza) recepite dai recettori vengono trasmesse al
cervello e cervelletto attraverso il nervo acustico e qui' si integrano con le
informazioni visive,olfattive,tattili e magnetiche. In tal senso ( ecologia sensoriale
) rimane tutta da esplorare scientificamente la possibilita' che la beccaccia
esplorando a colpetti con il becco il terreno sfrutti echi del terreno o
direttamente senta le vibrazioni dei movimenti dei vermi sottoterra . Tutto cio'
e' solo ipotizzabile e comunque completamente diverso dal sistema "eco" dei
pipistrelli.
Molto interessante per noi tutti cacciatori che seguiamo il meteo alla ricerca
della previsione giusta per andar per beccacce , e' la presenza di una speciale
struttura dell'orecchio medio : il c.d. "organo patatimpanico di Vitali" , quale
organo cavo luminale -proprio degli uccelli - che contiene un epitelio meccanosensitivo costituito da cellule ciliate che possono funzionare come barometro ed
altimetro.Questa struttura e' stata particolarmente studiata da Ricercatori
Italiani ( Giannessi e coll. Universita' di Pisa ) ed in un recentissimo lavoro (
2011 ) in collaborazione con Universita' estera e' stata appunto criticamente
analizzata la funzione barometrica ed altimetrica. Altrettanto recenti ( 2011 )
studi rigidamente scientifici condotti in Israele hanno messo in relazione
l'organo paratimpanico di Vitali con i movimenti migratori di piu' specie
migratrici con le variazioni meteo e barometriche . Nessuno studio specifico e'
stato mai condotto per la beccaccia.
Ed ecco che a questo punto della nostra analisi essenzialmente bibiografica
siamo giunti - e qui' lasciamo "l'udito" - ad " altri sensi" e nello specifico
dell'organo paratimpanico siamo passati per " orecchio e dintorni " .
"Altri sensi " ? Dobbiamo quindi estendere la nostra analisi , se pur brevemente
, a senso per senso di questi aggiuntvi .
G.R.Martin nell'esaustivo lavoro del 2012 " Insights into avian sensory ecology "
( dove qui' dedica tutto un paragrafo alla beccaccia ) pur dando la maggior
importanza a ,vista,udito,olfatto inserisce il senso tattile ( meccanorecettori ) , il
senso del campo magnetico ( magnetorecettori ) ,ed in appendice all'udito il
senso dell' "ecolocazione" cioe' il sistema di rimbalzo dei suoni e ultrasuoni
cioe' il "sonar" dei pipistrelli.
E' molto significativo che proprio in questo anno 2012 e' stato pubblicato un
Libro tutto dedicato ai sensi degli uccelli dove i sensi analizzati sono
vista,olfatto,udito,magnetismo,tatto ma anche gusto e risposte emozionali . Tutti
sensi che possiamo facilmente traferire nella beccaccia . Molti anni orsono era
stato pubblicato un lavoro tutt'ora attuale per le realistiche implicazioni in
analisi : " I sensi chimici degli uccelli " ( M.R.Kare , Universita' di
Pennysilvania ) dove all'esordio si afferma che " tutti gli esseri viventi
comunicano chimicamente " ed ovviamente cio' e' piu' calzante per olfatto e
gusto , essendo presenti negli organi deputati i chemiorecettori piu' o meno
specializzati diversamente secondo le abitudini di vita delle singole specie di
uccelli : gli "echi" di risposta alle condizioni chimico-fisiche dell'ambiente come
ad esempio acidita' e salinita' . Non possiamo certo qui' entrare nei numerosi ed
affascinanti dettagli della ricerca scientifica per ognuno di questi sensi
"aggiunti" ma alcuni aspetti particolari possono essere approfonditi anche qui .
Il senso tattile cosi' raffinatamente sviluppato nel becco della beccaccia dove i
corpuscoli di Herbest , quali essi terminazioni nervose sensitive prive di
rivestimento mielinico cosi' "nude" al contatto giocano un ruolo fondamentale
per la cattura dei vermi sottoterra.
Non sappiamo inoltre quanto possono essere importanti questi stessi corpuscoli
nervosi presenti anche nelle c.d. filopiume dove certamente agisce la pressione
del vento come stimolatore tattile virtuale , forse cosi' capace di innescare riflessi
di volo utili alla migrazione ed all'involo o atterraggio.
Ed ecco infine che riferendoci alla migrazione , tutta una serie di ricerche
scientifiche molto accurate evidenziano l'esistenza di un c.d. " sesto senso " che
di fatto e' l'integrazione o ecologia dei sensi di piu' informazioni che derivano
da singoli sensi e relativi recettori attivati in vario grado e misura secondo
stimoli e conseguenti reazioni realizzatesi in varie condizioni di tempo,spazio ed
ambiente. Un processo indubbiamente complesso e meraviglioso che ogni notte
nel periodo della migrazione si realizza nelle testoline di migliaia di beccacce
migranti. Le "lancette" di magnetite presenti nel loro capo si orientano nel
campo magnetico e la bussola biologica guidata da questo sesto senso stabilisce
la rotta .
Al processo decisionale per la migrazione partecipa inoltre la ghiandola pineale
che producendo melatonina all'inizio della notte regola il ritmo circadiano
consentendo la misurazione della lunghezza della luce stagionale secondo
latitudine , il che e' alla base della decisione di migrare . Gia' al tramonto del
sole ,piu' o meno lungo, la percezione della luce polarizzata e luce ultravioletta
risulta importante per attivare i meccanismi direzionali utili all'incipiente
viaggio migratorio.Si realizzano quindi integrazioni tra stimoli luminosi e
recettivita' magnetica. Secondo Martin ( 2012 ) tre sono le sedi dei meccanismi
candidati ad attivare la sensibilita' magnetica : nell'occhio , nel cervello in
un'area vicina al bulbo olfattorio , nell'orecchio interno . Secondo varie
condizioni contingenti questa attivazione risulterebbe variabile , in termini di
analisi gerarchica delle informazioni elaborate e trasmesse dai vari sensi (
ecologia sensoriale ). Appunto da questa integrazione deriverebbe il c.d. "sesto
senso". Cosi' -come gia' detto - le "lancette" di magnetite presenti nel becco e
nella retina si orienterebbero a Nord consentendo di usare questo misterioso
"sestante biologico" con il quale il cervello si integra e "vede" il campo
magnetico ed il cervelletto invia i comandi ai muscoli del volo ed ai movimenti
delle timoniere . Non ultimo giocherebbe poi il suo ruolo tutto l'apparato di
bilanciamento dell'equilibrio che ha sede nel labirinto dell'orecchio interno,
ovviamente collegato anche alle informazioni altimetriche e barometriche
derivanti dal c.d. organo paratimpanico nell'orecchio medio e le informazioni
tattilo-pressorie derivanti dall'azione del vento sui corpuscoli di Herbst presenti
nelle filopiume.
Corriamo ora il rischio di perderci nel tentativo di rendere schematicamente
semplici le conoscenze scientifiche cosi' complesse e di queste alcuni dettagli ed
approfondimenti sono accessibili su www.labeccacciascientifica ( Capitoli 2-3-8 e
Aggiornamenti )
Concludendo vogliamo pero' ricordare che nel recente Libro " Bird Sense" di
Tim Birkhead ( ed.Bloomsbury - 2012 ) , l'Autore conclude l'analisi dei sensi con
"Emotions" : il riferimento ad un "senso emozionale" degli uccelli sembra quasi
un tentativo di "umanizzare" gli uccelli . Forse sarebbe piu' opportuno e meno
romantico pensare solo che nella "ecologia dei sensi" gioca un suo ruolo
l'apprendimento cognitivo ( nel Sistema Nervoso Centrale ) quale elemento
"superiore" che ha influenzato l'evoluzione filogenetica del corpo e delle sue
strutture anatomiche , ed oggi arricchisce la crescita e la vita di un uccello beccaccia inclusa - ai fini della sopravvivenza e salvaguardia della specie .
NB : TUTTE LE FIGURE RIFERIBILI alle TRE NOTE sono visibili
liberamente a :
https://plus.google.com/photos/103942035281038458760/albums/57427768657304
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