motori dell`evoluzione

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MOTORI DELL’EVOLUZIONE
Nell'ultima edizione dell'Origine della Specie, Charles Darwin, scrive:" Poiché le mie conclusioni sono state di recente molto
travisate e si è affermato che io attribuisco la modificazione della specie esclusivamente alla selezione naturale mi si perm etta di far
notare che nella prima edizione del mio libro ho posto alla fine dell'introduzione le seguenti parole: sono convinto che la selezione
naturale è stata l'agente principale, MA NON UNICO, della modificazione."
Quindi Darwin è consapevole che esistono altri processi che operano nell'evoluzione e che gli
organismi possono presentare anche alcune caratteristiche non adattative. In particolare pone
l'accento su due principi (che abbiamo già trattato nella sezione sull'adattamento) che, a suo
parere (e aveva ragione), spiegano alcuni cambiamenti evolutivi non adattativi:


la correlazione di crescita ossia il cambiamento adattativo di una parte che può portare con
se la trasformazione non adattativa di altre parti dell'organismo (nel panda il sesamoide
radiale aumenta per la pressione della selezione naturale e contemporaneamente aumenta
il sesamoide della tibia anche se in misura inferiore)
un exaptation ossia un organo che, per effetto della selezione, ha una funzione particolare
può essere in grado di avere anche altre funzioni non selezionate (le ali degli uccelli che si
sviluppano per la termoregolazione)
In questa sezione saranno trattati tre cause di evoluzione (le prime due descritte da Darwin, la
terza da Wright negli anni venti del '900)
1.
2.
3.
selezione naturale
selezione sessuale
deriva genetica
SELEZIONE NATURALE: La selezione naturale è il nocciolo della teoria dell'evoluzione di Darwin. Se vengono al mondo più
individui di quanti ne possano sopravvivere, se gli individui che godono di un certo vantaggio, sia pur minimo, hanno una maggiore
probabilità di sopravvivenza e quindi di riprodursi (sempre in questo ordine: prima la sopravvivenza poi la riproduzione) allora: "la
conservazione delle differenze e delle variazioni individuali favorevoli e la distruzione di quelle nocive sono state da me c hiamate
selezione naturale o sopravvivenza del più adatto". E' importante sottolineare che la selezione naturale NON produce variazioni ma
agisce una volta che le variazioni si sono verificate.
Darwin parte dall'analogia con la selezione artificiale: come l'allevatore di colombi è in grado di far convergere in direzioni a lui
convenienti le caratteristiche volute così "la selezione naturale sottopone a scrutinio, giorno per giorno e ora per ora, le più lievi
variazioni in tutto il mondo, scartando ciò che è cattivo e conservando e sommando tutto ciò che è buono". Con un vantaggio la
selezione naturale, rispetto a quella artificiale, ha molto più tempo ed è assai più potente.
Immaginiamo una popolazione di uccelli che vivono nutrendosi di
semi di diverse piante in un'isola dell'oceano pacifico. A causa di una inondazione alcune piante scompaiono e rimangono solo
arbusti che producono semi molto duri. Nella popolazione di uccelli saranno presenti alcuni animali con il becco più grande, altri con
le dimensione del becco intermedie e altri ancora con il becco molto sottile. Il tipo di becco presente nella popolazione varia in modo
CASUALE e in tutte le DIREZIONI. Essendo cambiata completamente la qualità del cibo presente sull'isola, la selezione naturale
conserverà le variazioni vantaggiose, in particolare solo gli individui con il becco più grande potranno sopravvivere e riprodursi
mentre gli altri saranno in difficoltà e dopo un certo periodo scompariranno. Ovviamente questo diverso successo riproduttivo è una
media generale: ad ogni generazione l'uccello con il becco più grande potrebbe essere predato da un animale di un'altra specie e
morire prima di riprodursi. Poiché la prole eredita dal genitore la grandezza del becco, nella generazione successiva gli uccelli con il
becco più grande (che continueranno ad essere favoriti dalla selezione naturale) saranno in percentuale maggiore. Questo
processo, nel corso del quale la grandezza media del becco aumenterà di generazione in generazione, potrà portare a una nuova
specie.
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