La "vista" : gli occhi ed il campo visivo della Beccaccia

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La "vista" : gli occhi ed il campo visivo della Beccaccia
di Enrico Cavina
Nella Beccaccia la vista - e l'occhio come sua prima base anatomica - presentano particolari
peculiarita' anatomiche e funzionali , ovviamente legate alla Filogenesi dello Scolopacide ,
evoluzione questa legata alla epocale ecologia degli ambienti di sviluppo e di vita svoltisi nel
corso di centinaia di migliaia di anni .
In genere il cacciatore rimane colpito dal comportamento e dalla bellezza dell'uccello che si
completano nel "mistero"delle sua vita e degli incontri che lui predatore,il cacciatore,cerca di
avere con la sua preda,la beccaccia.
La "vista" come "senso" gioca un ruolo fondamentale nel comportamento , e l'occhio e' uno
degli elementi di bellezza che colpiscono il cacciatore quando la prende in mano , specie se
ferita.
Difficilmente si pensa fino in fondo ai meravigliosi meccanismi fisiologici della "vista" di
questo uccello saettante nell'intrico del bosco o migrante per centinaia di kilometri nel buio
della notte stellata.
Forse anche per il cacciatore vale la pena di "saperne qualcosa di piu' " anche per
comprendere meglio i comportamenti all'incontro e tutta la fenomenologia migratoria.La
complessita' anatomo-fisiologica e' tale che l'argomento e' materia specialistica se non superspecialistica , ma in questo nostro viaggio a tappe nei "sensi" della beccaccia cercheremo di
rendere comprensibili elementi di conoscenza che possono arricchire la cultura appassionata ,
appassionata cultura del cacciatore di beccacce.
Alcuni elementi di anatomia e di anatomo-fisiologia comuni a tutti gli uccelli ci sembrano
indispensabili.
Le principali strutture dell'occhio degli uccelli sono simili a quelle degli altri "vertebrati"
uomo compreso.
Al di fuori dell'occhio propriamente tale c'e' la struttura tegumentale esterna costituita da
palpebre e ciglia e connessa a ghiandole lacrimali ;la strutturazione ossea craniale e'
costituita dall'orbita.C'e' subito da dire che nella beccaccia lo sviluppo filogenetico dell'orbita
ha fatto si' di spostare all'indietro tutto il cervello , tant'e' che unica tra gli uccelli e' stata
definita uccello con il cervello rovesciato.Questo ci fa ben capire quanto sia stata importante
la filogenesi per l'occhio , adattando e previlegiando per l'occhio una morfologia e tali
dimensioni indispensabili per la sopravvivenza : l'occhio che vede tutt'intorno al fine
principale di percepire i predatori.
La maggior parte degli uccelli -beccaccia inclusa-non muove gli occhi ed anche le palpebre
non sono usate per batter le ciglia.L'occhio viene lubrificato da una membrana nascosta che
spazza orizzontalmente la cornea come un tergicristallo d'auto,e puo' anche coprire tutto
l'occhio come una lente a contatto.Quando l'uccello dorme e' la palpebra inferiore che sale a
coprire l'occhio.La lubrificazione puo' anche essere potenziata dalle ghiandole lacrimali - ben
presenti anche nella beccaccia come documentato nel nostro Atlante di Istologia - e questa
azione umidifica e previene la secchezza di tutta la superficie corneale,cio' verosimilmente
anche secondo le varie condizioni ambientali ( vento,caldo ).
L'occhio di un uccello e' proporzionalmente piu' grande rispetto a quanto avviene in altri
animali ,pur essendo la maggior parte della sua dimensione occultata nel cranio nella cavita'
orbitale , e questa dimensione e' largamente relazionata alla massa corporea.Molti uccelli -
beccaccia compresa- hanno un'asimmetria nella struttura oculare che rende a loro possibile di
avere a fuoco contemporaneamente l'orizzonte ed una parte significativa dell'ambiente
circostante : cio' ha un costo che e'una certa miopia per la parte anteriore-inferiore del loro
campo visivo.Cosi' come e'appunto per la beccaccia che non vede o vede da miope la punta del
proprio becco , aspetto questo che approfondiremo piu' avanti.
Anche al fine di rendere fisso l'occhio -tale in quasi tutti gli uccelli- e' macroscopicamente
evidente un anello sclerotico costituito anche da elementi ossei : questo anello circonda
l'occhio propriamente tale e lo rende praticamente rigido cosi' come e' nei rettili.
Non crediamo che sia questa nostra nota di aggiornamento su una Rivista per cacciatori la
sede per descrivere ed approfondire tutti gli elementi anatomici dell'occhio e la connessa
fisiologia particolareggiata della "vista". Il Lettore eventualmente interessato potra'
facilmente esplorare i particolari consultando via Google il Web ed anche andando sul nostro
sito www.labeccacciascientifica.it e relativi Aggiornamenti.
Comunque tutti gli elementi anatomici sono ben rappresentati nella figura attinente qui'
inclusa.Sinteticamente elenchiamo gli elementi anatomici principali quali
cornea,iride,pupilla,cristallino,corpo vitreo,ed i tre strati parietali sclera,coroide,retina dove
in quest'ultima e' la fovea , un area ristretta che serve come punto di convergenza focale .
Inoltre , molto importante , negli uccelli tutti ( ed anche in alcuni rettili ) c'e' una struttura
simil-pettinea ( pettine oculare ) costituita principalmente da vasi sanguigni e che si ritiene
alimenti la retina e controlli il pH del corpo vitreo.Questa struttura e' pigmentata e cio'
servirebbe a proteggere la retina da eventuali eccessi di raggi ultravioletti. La fovea e' al
centro della retina dove si trova il piu'gran numero di recettori specializzati della luce .Alcuni
uccelli hanno due fovee. Il nervo ottico trasporta i messaggi luminosi e visuali dalla retina al
cervello e viceversa , e nella beccaccia - come si evidenzia nei nostri preparati anatomici in
www.beccacciawoodcockanatomy.com - appare macroscopicamente molto voluminoso. La
densita' dei fotorecettori e' massima nella fovea ed e' alla base dell'acuita' visiva : questa
densita' e' molto maggiore negli uccelli rispetto all'uomo ,e si presenta con forti variazioni tra
le specie di uccelli anche in dipendenza della divisione tra uccelli con abitudini diurne o
notturne/crepuscolari.
La fisiologia dell'elaborazione visiva e' affascinante e complessa. Da questa complessa
elaborazione deriva la percezione delle forme,della definizione ( i contorni ) delle
medesime,dei colori,dei movimenti e relative profondita' di campo . E' interessante notare
che a differenza degli uomini , gli uccelli percepiscono estemporaneamente i movimenti del
sole e delle stelle nel cielo , movimenti per noi impercettibili. Riguardo ai colori si afferma che
" paragonati alle capacita' visive degli uomini gli uccelli possono distinguere piu' colori e
recepire direttamente la luce ultravioletta e la luce polarizzata". Questa ultima percezione
gioca un ruolo molto importante per l'attivazione dei meccanismi decisionali negli uccelli
migratori , beccaccia inclusa. Questa attivazione avverrebbe sulla base di un fenomeno
elettro-fisico che coinvolge fotorecettori e neuroni sensitivi del magnetismo : alcune
componenti della luce andrebbero a muovere le lancette della bussola biologica e
l'elaborazione cerebrale nei migratori notturni - beccaccia compresa - avverrebbe in un'area
del cervello specializzata alla visione notturna .Questa ellaborazione consentirebbe - oltre alla
guida direzionale ottenuta dalle stelle nell'emisfero celeste e ben visibili data la conformazione
ottica dell'occhio - di "vedere" , letteralmente "vedere" il campo magnetico terrestre sotto il
corpo della beccaccia che vola nella notte.Tutto questo consentirebbe alla beccaccia di
elaborare la direzione migratoria del volo notturno gia' subito dopo il tramonto del sole
quando l'intensita' dei raggi ultravioletti e la visione della luce polarizzata attiverebbero la
bussola biologica e/o compasso magnetico ( il sestante ).
Abbiamo detto che di fatto il cervello "vede" la rotta da seguire e comunque usufruisce
ovviamente di altre informazioni visive ( sole,orizzonte,stelle,orografia ) e altrimenti sensitive (
olfatto,udito,calore, "tatto" del vento ) ed anche "centrali" per gli adulti (memoria).
L'occhio,la vista della beccaccia partecipano quindi - in vari gradi di gerarchia temporale all'integrazione cerebrale di piu' "echi" derivanti da altri sensi quali olfatto ed udito nonche'
integrazione centrale per gli adulti di cognizioni mnemoniche tipo
valli,montagne,mari,fiumi,luci ( la memoria di viaggi precedenti).
Questo aspetto dell'integrazione dei sensi e' sviluppato in un recentissimo lavoro ( 2012 ) di
G.R.Martin " Through birds’eyes : insights into avian sensory ecology “ ( J.Ornithology
,Springer Ed.2012) , lavoro certamente esaustivo circa la fisiologia della "vista" degli
uccelli.Ed in questo lavoro ,cosi' come in precedenti,l'Autore ,professore Emerito
nell'Universita' di Birmingham, dedica tutto un paragrafo alla "vista" della beccaccia con
approfondita analisi dei vari settori del campo visivo.
In termini "comparati" i campi visivi degli uccelli sono ben classificati come nella
Figura....,dove e' schematizzato anche il campo visivo della beccaccia.
G.R.Martin conferma con i suoi passati e recentissimi studi che la beccaccia vede tutt'intorno
in termini tridimensionali sopra,sotto,lateralmente bilateralmente , dietro e anteriormente
paga lo scotto di questa ampia visione in punta di becco : non la vede la punta ( o la vede
sfocata da buona miope ) e comunque il becco lo sa usare molto bene per esplorare sondare il
terreno per mangiare guidato da altri sensi quali il senso tattile,l'olfatto,l'udito. La sua visione
praticamente a 360* e' tutta finalizzata a controllare la presenza o meno di predatori di terra
o di aria.Per questa finalta' la filogenesi ha determinato la morfologia del cranio , ed ha
potenziato diversamente altri sensi finalizzati al reperimento dell'alimento principale,i vermi
sottoterra.D'altra parte appunto sottoterra l'occhio non poteva servire.Questi elementi sono
comuni e relazionabili anche per il Kiwi che ha - unico uccello al mondo - le narici in punta di
becco.
Devo dire che questa pur documentata affermazione di Martin circa l'area cieca in punta di
becco mi ha sollcitato qualche dubbio . Sono infatti disponibili sul Web ( youtube) alcuni
video dove si evidenziano beccacce in cattivita' che usano il becco per afferrare vermi appesi
davanti o presi dalle mani , con la netta sensazione che la beccaccia orienti il becco e la punta
del becco per afferrare il verme con adeguata scelta visiva anche nella profondita' del campo
visivo ravvicinato. Ho segnalato questa osservazione al prof.Martin e ne e' nata una cortese e
simpatica corrispondenza via e-mail. Ritiene il prof.Martin che queste capacita' esibite in
video , sono piu' frutto di apprendimento che non di visione diretta in punta di becco.Mi ha
scritto : "anche noi usiamo la bocca per mangiare senza vederla,la bocca,ma solo perche' lo
abbiamo appreso " . Di questa simpatica corrispondenza i dettagli sono consultabili sugli
Aggiornamenti di www.labeccacciascientifica.it . Qualche dubbio a me rimane ,specie
pensando alle documentazioni delle beccacce infermiere che con il becco hanno provveduto a
curare e medicare ferite e fratture. Comunque il problema dell'area cieca in punta di becco
puo' essere considerato un problema minore rispetto alla piu' complessa dinamica visiva e
relativi rilessi muscolari per il volo saettante nel bosco .
Di certo oggi sappiamo - e lo sappiamo per documentata analisi scientifica - che la beccaccia
quando ci frulla davanti e va via zigzagando o diritta davanti a noi , nello stesso tempo
all'indietro vede noi ed il nostro cane e vede in avanti e sopra l'intrico di rami e tronchi del
bosco dove infilare la sua fuga saettante. Cio' puo' valere anche per il solo cane quando gli va
via davanti di pedina.
Di certo oggi sappiamo che la visione dell'emisfero celestiale consente la migrazione a vista di
stelle , cosi' come la luce del tramonto "metabolizzata" sulla retina consente l'attivazione della
bussola biologica per l'orientamento direzionale e decidere la rotta della migrazione notturna.
Di certo sappiamo bene che molti aspetti della c.d. "ecologia dei sensi" rimangono a
sollecitare dubbi e curiosita' scientifiche nell'eterno evolversi del mistero della vita della
beccaccia e della sua filogenesi .
BIBLIOGRAFIA : molte voci ed approfondimenti in www.labeccacciascientifica.it. e relativi
capitoli ed aggiornamenti.
Enrico Cavina
[email protected]
FIGURA …..
OCCHIO UCCELLI
FIGURA ……
Figura ....
I campi visivi comparati , beccaccia inclusa
L'area "ciclopica" di visualizzazione ( i Ciclopi avevano un solo occhio frontale ) e' la
combinazione dei campi visivi frontale e laterali .
I campi visivi degli uccelli sono stati classificati in 3 tipologie :
- (a) -larga visione monoculare ( ad es. lo Storno)
- (b) - molto larga visione "ciclopica" e piccoli campi visivi binoculari frontale e posteriore (
ad es. Beccaccia )
- (c) - piu' larga area frontale con largo campo visivo binoculare ( ad es. Barbagianni )
ALTRE FIGURE inviate SEPARATAMENTE
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