le guide di
presentazione
In questa Guida UP ci occupiamo di una categoria di sostanze
molto diverse tra loro: gli Psicofarmaci.
Al pari di altre sostanze psicoattive alterano l’umore, i
processi di pensiero ed il comportamento, mentre ciò che
le differenzia da queste è che vengono prescritte da medici
psichiatri nel trattamento di malattie psichiche.
Classificare in modo preciso questi farmaci spesso risulta
un compito complesso: il metodo più utilizzato è basato
sugli effetti comportamentali più caratteristici che producono;
molti psicofarmaci sono utilizzati in patologie diverse e su
più persone con la stessa malattia producono effetti diversi.
Non si hanno quindi certezze nell’uso di psicofarmaci ma
solo osservazioni e deduzioni dovute alla
pratica di chi li prescrive e di chi li usa.
In questa guida trattiamo solo i cosiddetti “psicofarmaci
d’abuso”, ossia quegli psicofarmaci il cui uso si è diffuso al
di fuori dell’ambito terapeutico, entrando sempre di più a
far parte delle sostanze ricreazionali; ci occupiamo quindi
di neurolettici, ansiolitici e antidepressivi.
Come al solito non ti diciamo cosa fare, come comportarti;
ci basta sapere che sai.
Buona lettura.
1
indice:
premessa pag 4
storia pag 5
i neurolettici pag 7
gli ansiolitici pag 11
gli antidepressivi pag 15
cosa dice la legge pag 17
elenco psicofarmaci pag 18
premessa
L’efficacia dei farmaci nel curare patologie del corpo è in
4
costante aumento grazie alle innovazioni tecnologiche, che
hanno permesso di affinare studi e sperimentazioni basate su
studi, sempre più accurati, svolti nei secoli.
Per gli psicofarmaci questo discorso non vale, è necessario farne
uno a parte. La psiche (da cui psico-farmaci), o mente, è un’entità
immateriale, che non si può toccare, osservare o “riparare” come
si può fare con un braccio rotto o con qualsiasi parte del corpo
che è invece materiale. Per paragonarla al corpo, spesso la
mente è stata “localizzata” nel cervello, ma questa semplificazione
ha portato molti a pensare, sbagliando, che la psiche sia
effettivamente il sistema nervoso centrale e che studiandone
il funzionamento si possano capire, e quindi curare, i meccanismi
che portano alle malattie psichiche. Anche accettando questa
“identificazione” si pongono notevoli problemi: lo studio del
cervello umano e del funzionamento dell’intero sistema nervoso
centrale non si sta svolgendo da secoli, ma solo da qualche
decennio, infatti, la maggior parte delle conoscenze che attualmente si hanno, si devono alle torture effettuate sui prigionieri
nei campi di concentramento durante la seconda guerra mondiale.
Trovandosi di fronte a persone che fanno o dicono cose apparentemente incomprensibili, non tollerabili dal punto di vista
di chi osserva, livello di tolleranza peraltro oggi sempre più
basso, è facile cedere alla tentazione di “normalizzare” queste
persone “scomode” attraverso metodi culturalmente ed economicamente più che accettati: l’uso di farmaci. Questo avviene
nonostante non siano presenti prove scientifiche a favore
dell’efficacia degli psicofarmaci, ma solo l’osservazione di alcuni
cambiamenti da questi prodotti, spesso rilevati per caso nella
cura di patologie diverse da quelle psichiche. Esistendo solo
teorie della mente, non dati concreti, non è possibile stabilire
con precisione cosa provochi le malattie mentali e, di conseguenza, non si può affermare che gli psicofarmaci curino malattie
di cui non si possono avere informazioni certe.
storia
La psicofarmacologia moderna ebbe inizio nel 1953, quando
Pierre Deniker scopriva gli effetti sedativi della clorpromazina
e nel 1954 Frank Berger quelli del meprobamato, il primo
ansiolitico.
Tra il 1956 e il 1957 furono individuati i primi antidepressivi,
l’imipramina (primo antidepressivo triciclico) e l’iproniazide
(primo inibitore delle monoammino-ossidasi, IMAO).
Un anno più tardi Paul Janssen
sintetizzò l’aloperidolo (neurolettico) ed infine, nel 1960, iniziò
l’uso del clordiazepossido, la
prima benzodiazepina (ansiolitico).
Dopo queste importanti scoperte, nel corso dei decenni
successivi, la psicofarmacologia
si è evoluta ricercando sempre
nuovi composti al fine di scoprire
La cura della follia
il farmaco specifico per ogni tipo
di disturbo mentale, approfondendo così le conoscenze sui
meccanismi di azione, la selettività, l'efficacia, la presenza
di effetti collaterali e la tossicità; vennero inoltre individuate
nuove sostanze, dette “di seconda generazione”.
5
i
neurolettici
Cosa sono
Il termine neurolettico significa “farmaco con forte azione
sedativa sul sistema nervoso”.
Questo concetto deriva da quello di catalessia, opposto al
concetto di shock (allarme), che indica un blocco del sistema
difensivo, quindi una caduta della tensione neurovegetativa
con conseguente caduta della tensione psicologica… in altre
parole deprimendo il sistema nervoso vegetativo (involontario) ed il sistema muscolare si ha una diminuzione della
tensione psicofisica e dell’angoscia.
La terapia con neurolettici ha come logica quella del controllo
dei sintomi di persone definite “schizofreniche”, “psicotiche”,
“maniaco-depressive”, “paranoiche”…arrivando a sopprimere
sintomi quali confusione, deliri, allucinazioni, eccitabilità,
angoscia estrema ed aggressività, senza alcuna efficacia
sulla causa del disturbo, reale o presunto che sia.
I neurolettici inibiscono la persona nei suoi “eccessi” senza
curarla, serve quindi associarli ad un’adeguata psicoterapia.
I neurolettici diventarono presto strumenti di contenimento
chimico utilizzati in tutti i manicomi, prendendo il posto
delle camicie di forza e delle altre vecchie terapie come
l’uso di barbiturici, shock da insulina, elettroshock e lobotomia… in un certo senso una sorta di “male minore”,
sicuramente meno odiosi allo sguardo altrui rispetto a
terapie, facilmente confondibili con torture, imposte ai malati
psichiatrici. Quasi tutti i neurolettici possono provocare
come effetto collaterale, proprio ciò che teoricamente
sopprimono, possono cioè aumentare sintomi come allucinazioni o deliri (”effetto paradosso”).
7
Come per tutte le sostanze psicoattive la risposta a questi
farmaci è altamente soggettiva, ogni individuo reagisce in
modo diverso, ma si deve sottolineare che i neurolettici
hanno enormi effetti collaterali.
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Effetti
I neurolettici richiedono un lungo tempo d’assunzione
costante, quotidiana, prima che s’instauri l’effetto voluto,
generalmente diverse settimane.
I neurolettici sono potenti miorilassanti (rilassano la muscolatura volontaria e involontaria), che creano uno stato
d’indifferenza psicofisica agli stimoli, provocando un effetto
calmante che porta ad una diminuzione dell’angoscia,
dell’agitazione e della motilità fisica spontanea (non volontaria): in questa complessiva
sedazione si ha anche una
riduzione delle allucinazioni.
A livello fisico hanno diversi
effetti: provocano blocco del
vomito, offuscamento della
visione, bocca secca, sedazione, confusione e inibizione della muscolatura liscia gastrointestinale e
La mordacchia
urinaria, abbassamento della
pressione e ipotermia.
La persona che assume neurolettici spesso si sente stordita,
fa fatica a connettere ed associare tra loro le idee, si sente
staccata dalla realtà come se tutto fosse ovattato (senso di
testa vuota), può avere rapidi cambiamenti d’umore (periodi
di calma alternati a periodi di iperattività) e modi di parlare
fuori dal comune.
Tutti questi comportamenti provocati dall’uso di neurolettici
sono praticamente identici ai sintomi di malattie mentali
per cui vengono prescritti i neurolettici.
In questa situazione le conseguenze dell’uso di farmaci
vengono scambiate per la causa dell’uso stesso ed è facile
che si instauri un circolo in cui è difficile, anche volendo,
sospendere l’uso!
Effetti collaterali
– Distonia acuta: torcicollo doloroso, movimenti non voluti
degli occhi verso l’alto, tic della palpebra, contrazioni
dolorose della schiena con difficoltà a camminare, a volte
anche contrazioni della muscolatura laringea con difficoltà
nel parlare, voce rauca fino all’afonia, e nel respirare, fino
al soffocamento;
– Acatisia: incapacità di stare fermi, continui movimenti e
dondolamenti, battiti di piedi o dita;
– Parkinsonismo: (come nelle persone affette da morbo di
Parkinson) rigidità, tremori e movimenti lenti, eccesso di
salivazione, disturbi del linguaggio e della scrittura;
– Rabbit syndrome (“sindrome del coniglio”): contrazioni
involontarie e continue dei muscoli intorno alla bocca;
– Discinesia tardiva: movimenti involontari della muscolatura
della bocca, delle labbra e della lingua, e spesso anche degli
arti e del tronco; sono movimenti ripetuti e ritmati, come
baciare, soffiare o masticare, tic facciali e smorfie, che
tendono ad attenuarsi durante il sonno ma che aumentano
in condizioni di tensione emotiva.
– Malfunzionamento di molte parti del corpo (per citarne
solo alcune): fegato, apparato gastrointestinale, cuore;
– Sindrome neurolettica maligna (NMS): sindrome tossica
piuttosto rara ma potenzialmente mortale, caratterizzata
da febbre alta, rigidità e tremori, tachicardia e aritmia,
sudorazione intensa, ipotensione o ipertensione, difficoltà
ad ingerire. Complicanze come insufficienza renale acuta,
insufficienza polmonare, infarto o infezione generalizzata,
possono portare al coma ed alla morte.
Rischi
L’uso di neurolettici depot o long acting (iniezioni a lento
rilascio) rende impossibile modificare la terapia attraverso la
riduzione del dosaggio o la sospensione del trattamento in
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caso di effetti indesiderati (tremori, rigidità muscolare, etc.).
La discinesia tardiva può presentarsi anche dopo la sospensione del trattamento e non sempre è reversibile.
In seguito ad uso cronico di neurolettici si presentano
tremori, irrequietezza motoria, posture inappropriate del
collo, del tronco e degli arti, sedazione e sonnolenza,
difficoltà di pensiero, apatia, problemi mestruali, problemi
sessuali, aumento di peso, difficoltà ad urinare, confusione,
nausea, abbassamenti di pressione ed insonnia.
Il contemporaneo abuso di sostanze psicoattive, anche la
semplice assunzione di alcol, porta ad un peggioramento
della sintomatologia, aumento delle ricadute (soprattutto
con stimolanti), effetti negativi da interazione farmacologica,
perdita degli effetti terapeutici dei neurolettici, aumento
della probabilità di sviluppare discinesia tardiva, peggioramento della capacità di relazionarsi agli altri, comportamenti
violenti e decadimento cognitivo.
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Tutelati
– Non usare neurolettici se non sei in cura da un medico
psichiatra che te li prescrive!
– Non mixare neurolettici con altre sostanze psicoattive: si
ha un generale peggioramento della situazione!
– Evita le situazioni e le attività che richiedano particolari
livelli di attenzione, come guidare, sotto l’effetto di queste
sostanze;
– Non mixare neurolettici con alcol: si avrebbe una pericolosa
depressione del sistema nervoso centrale;
– Chiedi al tuo medico di utilizzare neurolettici per via orale,
non le iniezioni a lento rilascio, puoi così sospenderli se gli
effetti collaterali si presentano!
– Alla comparsa di sintomi di Sindrome neurolettica maligna
sospendi subito l’assunzione di neurolettici;
– Non assumere neurolettici se aspetti un bambino o lo stai
allattando!
gli
ansiolitici
Cosa sono
I farmaci ansiolitici (o tranquillanti minori per distinguerli
dai tranquillanti maggiori o neurolettici) sono farmaci
utilizzati nel trattamento dei disturbi d’ansia, che contrastano
alleviandone i sintomi.
Gli ansioltici si differenziano tra loro per il principio attivo,
il dosaggio, la velocità e la potenza d'azione e per la durata
dell'effetto sull’organismo. In questa classe di farmaci
possiamo distinguere due categorie: le benzodiazepine e
gli ansiolitici di seconda generazione.
Le benzodiazepine (BDZ), rappresentano la categoria più
numerosa e maggiormente usata; negli anni ’60 fu sintetizzata
la prima molecola, il clordiazepossido [Librium], alla quale
se ne sono aggiunte altre introdotte negli anni successivi,
Gli ansiolitici di seconda generazione sono invece farmaci
scoperti più di recente con effetti più specifici sui singoli
disturbi.
Queste sostanze, anche se concepite come farmaci, stanno
entrando sempre di più a far parte delle sostanze d’abuso
(ricreazionali), utilizzate per il loro effetto o in mix con altre
sostanze, soprattutto alcolici.
Effetti
Gli ansiolitici, anche se con modalità differenti agiscono sui
disturbi d’ansia con un effetto miorilassante, in pratica
diminuendo le tensioni del tono muscolare. Quest’azione,
all’interno del Sistema Nervoso Centrale, può contribuire ad
attenuare la trasmissione di stimoli che possono indurre
ansia. Al di là delle specificità di ogni sostanza, gli effetti
11
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psicoattivi rimangono soggettivi ed oltre al dosaggio e
all’ambiente è importante considerare la personalità di chi
fa uso di ansiolitici. Utilizzati anche in anestesia e disponibili
in forme iniettabili, la somministrazione di questi farmaci
avviene usualmente per via orale, in forma di compresse o
liquida, producendo effetti dopo circa un’ora dall’assunzione.
Comunemente le BDZ
rimangono attive per
periodi abbastanza lunghi (possono superare
anche i 10 giorni), mentre
gli ansiolitici di nuova
generazione esauriscono
il loro effetto nel giro di
qualche ora.
Occorre tenere in considerazione che gli effetti
di questi farmaci sono
prolungati se assunti da
persone con metabolismo lento, ad esempio
gli anziani.
A basse dosi gli ansiolitici
possono dare un senso
Edward Munch
di tranquillità e benessere
L'urlo, 1893 Oslo Munchmuseet
ma, anche un piccolo
aumento nel dosaggio porta ad un generale rallentamento
dell’attività mentale dando a chi li utilizza difficoltà di
concentrazione e sonnolenza.
A livello fisico, l’uso di ansiolitici porta ad una diminuzione
della pressione sanguigna e della frequenza cardiaca, con
un generale rilassamento muscolare che induce stanchezza,
pesantezza degli arti, difficoltà nella coordinazione dei
movimenti e nel parlare.
Le BDZ, infine, hanno un'azione antiepilettica generica
(deprimono la corteccia cerebrale).
Effetti collaterali
Sostanze come gli ansiolitici possono dare eccessiva sedazione, intervenendo sul normale livello di attenzione e di
capacità di percepire i pericoli e attivare le difese.
Il sonno può venire alterato: quando il farmaco ha un effetto
breve, sono comuni episodi di risveglio precoce al mattino
e insonnia di rimbalzo la notte successiva, mentre
l'assunzione di farmaci a lunga durata prima di dormire può
dare problemi di sonnolenza anche durante il giorno.
Gli ansiolitici possono anche dare problemi di memoria,
andando così ad interferire con i processi di apprendimento
e producendo conseguenti difficoltà nello studio.
Rischi
Effetti come sonnolenza e difficoltà di attenzione hanno
come conseguenza un minore rendimento nello svolgimento
delle normali attività quotidiane, con un maggior rischio di
incorrere in infortuni o incidenti e guidare può risultare
particolarmente pericoloso, soprattutto se queste sostanze
sono assunte assieme, anche, a piccole dosi di alcol.
Questi farmaci producono dipendenza fisica (necessità di
continuare ad assumere il farmaco per funzionare normalmente e non avere sintomi di astinenza) e psicologica,
l'interruzione improvvisa dopo un uso prolungato di ansiolitici
può portare, infatti, ad
una sindrome da sospensione che si può protrarre da una a quattro
settimane con sintomi
come insonnia, irritabilità,
ipersensibilità sensoriale
e ansia di rimbalzo.
Anche se assunti sotto
controllo medico, risulta
Pillole
spesso difficile interrompere l’uso di ansiolitici, poiché riaffiorerebbero tutti i problemi
per i quali sono stati assunti; gli ansiolitici, infatti, alleviano
13
gli
antidepressivi
i sintomi dei disturbi d’ansia, per curarli efficacemente vanno
accompagnati da un'adeguata psicoterapia.
Questi farmaci possono portare a overdose, intossicazione
acuta che provoca depressione respiratoria, con complicazioni
che comprendono aritmie cardiache, coma e morte; la dose
letale è indicata come 7 volte la dose prescritta dal medico.
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Tutelati
– Non usare ansiolitici se non sei in cura da un medico
psichiatra che te li prescrive!
– Non mixare ansiolitici con altre sostanze psicoattive: si
ha un generale peggioramento della situazione!
– Sotto l’effetto di queste sostanze evita le situazioni e le
attività che richiedano particolari livelli di attenzione, come
guidare;
– Non mixare ansiolitici con alcol: si avrebbe una pericolosa
depressione del sistema nervoso centrale e anche piccole
dosi di entrambi potrebbero risultare letali;
– La facile reperibilità di questi farmaci e la loro legalità non
toglie nulla alla loro pericolosità e alla necessità di usarli
solo secondo specifiche modalità e sotto stretto controllo
medico; solo lui infatti può conoscere la quantità adeguata
per ognuno, un dosaggio troppo basso o troppo alto può
avere effetti indesiderati e poco controllabili.
– L'uso di tali farmaci deve essere accompagnato da un
adeguato sostegno psicologico e/o amicale; quando non
stiamo bene infatti è importante che qualcuno ci stia vicino
aiutandoci a vedere le cose in modo diverso da noi.
– Anche se assumi ansiolitici sotto controllo medico, accertati
che l’interruzione del loro uso avvenga con gradualità;
quando un equilibrio si rompe all'improvviso, non può essere
riacquistato in un colpo solo.
– Evita di assumere ansiolitici se sei in gravidanza o stai
allattando, questi farmaci possono provocare danni al
nascituro e se ne riscontrano tracce anche all’interno del
latte materno.
Cosa sono
Gli antidepressivi sono farmaci utilizzati nel trattamento
della depressione (oltre che di altre patologie psichiche),
malattia le cui cause precise non sono note.
Per depressione non s’intendono la tristezza o la noia,
normalmente provate nella vita, ma un crollo del tono
dell’umore prolungato e costante, una forte diminuzione
dello slancio vitale (con perdita di interesse e piacere per
le attività quotidiane, diminuzione dell’energia e dell’impulso
sessuale, rallentamento mentale), senso di colpa, di impotenza o incapacità fino a veri e propri sentimenti di rovina
e catastrofe imminente.
È stato osservato che alla depressione è associato lo scarso
funzionamento di alcuni neurotrasmettitori (in particolare
dopamina, serotonina e noradrenalina) le cui variazioni
determinano cambiamenti dell’umore. Gli antidepressivi,
generalmente assunti per via orale, sono di tipi diversi
distinti per meccanismo d’azione: triciclici, inibitori delle
MonoAminoOssidasi (IMAO), inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI), inibitori selettivi della ricaptazione della noradrenalina e della serotonina (SSNRI).
Effetti
I farmaci antidepressivi aumentano la quantità di neurotrasmettitori disponibili a livello cerebrale, riportando quindi
l’umore allo stato normale, senza produrre un effetto euforizzante o stimolante.
Va tenuto presente che per gli antidepressivi non valgono
i soliti criteri, validi per le altre sostanze psicoattive, di salita
15
e durata degli effetti; infatti questi richiedono un lungo
tempo d’assunzione costante prima che s’instauri l’effetto
voluto, generalmente 2-4 settimane.
Gli antidepressivi non danno dipendenza fisica (necessità
di continuare ad assumere la sostanza/farmaco per funzionare normalmente e non avere sintomi di astinenza).
Effetti collaterali
I più comuni sono mal di testa, problemi di memoria e
concentrazione, confusione mentale, vertigini, tremori,
tachicardia e aritmie, bocca secca, aumento di peso (soprattutto in trattamenti con SSRI per lunghi periodi e a dosaggi
elevati), più raramente agitazione e insonnia. Se la depressione trattata con questi farmaci non comprende anche
disfunzioni sessuali, questi problemi (calo del desiderio,
disturbi dell’erezione, dell’eiaculazione e dell’orgasmo)
potrebbero manifestarsi.
16
Rischi
Gli antidepressivi, in particolare i triciclici, hanno diverse
interazioni con altri farmaci, aumentando la tossicità di
alcuni o diminuendo l’efficacia di altri e, se assunti in
gravidanza, possono produrre delle malformazioni nel
nascituro.
Va ricordato che tutti gli antidepressivi amplificano l’effetto
sedativo dei tranquillanti (ansiolitici e neurolettici) e dell’alcol:
si può verificare una crisi respiratoria bevendo una quantità
di alcol normalmente non pericolosa! Non si può dimenticare
l’effetto che sonnolenza e rallentamento dei riflessi possono
avere sulla capacità di prestare attenzione e compiere attività
come guidare. Mescolare SSRI con sostanze psicoattive,
anche naturali, può portare a gravi scompensi (sindrome
serotoninergica). I farmaci IMAO non vengono quasi più
usati perché richiedono una particolare attenzione: aumentano notevolmente la tossicità delle varie sostanze che
vengono ingerite, ciò può portare danni al fegato ed aumenti
della pressione sanguigna, talvolta letali.Questo avviene
perché l’organismo non è più in grado di difendersi da solo,
questi farmaci bloccano l'azione delle MAO, enzimi che
naturalmente distruggono le parti tossiche per l’organismo
umano delle varie sostanze, farmaci ed alimenti fermentati
(quali formaggi stagionati, vino, birra, legumi e salumi).
N.B. Il Prozac (fluoxetina) conosciuto anche come “pillola
della felicità” o “bye bye blues” (addio tristezza) per i suoi
effetti stimolanti oltre che antidepressivi, presenta gli stessi
effetti collaterali degli altri SSRI (nausea, sudorazione e
tremore, secchezza delle fauci, mancanza di coordinazione
motoria, affaticamento, disturbi della sfera sessuale), con
la differenza che anziché ad un aumento di peso porta ad
un dimagrimento; dietro questo apparente vantaggio si
nasconde però il rischio di sviluppare un forma di anoressia,
patologia psichica che si andrebbe così a sommare alla
depressione.
È attualmente in corso un processo per stabilire se il Prozac,
attivando in senso maniacale la persona che lo assume, sia
la causa di una serie di omicidi verificatisi negli Stati Uniti.
Tutelati
– Evita di assumere antidepressivi se non sei in cura da un
medico che te li prescrive!
– Se assumi antidepressivi fai attenzione a bere alcolici:
quantità normalmente non pericolose di alcol possono
portare ad una crisi respiratoria;
– Se hai assunto antidepressivi insieme ad alcol o sedativi
non metterti alla guida: aumentano la sonnolenza ed il
rallentamento dei riflessi!
– Fai attenzione a non mixare IMAO con ecstasy o psichedelici:
aumentano notevolmente i rischi fisici e psichici (bad trip)!
– L’uso di SSRI fa diminuire l’effetto psicoattivo di ecstasy
e psichedelici, non aumentare le dosi: si potenzierebbero
solo gli effetti collaterali di entrambi!
– Evita di assumere antidepressivi (soprattutto triciclici e IMAO)
se aspetti un bambino: potrebbero provocargli seri danni!
17
cosa dice
la legge
Gli psicofarmaci sono sostanze appartenenti al circuito
della legalità, non si commette quindi alcun crimine o
infrazione nel possesso (in quantità giustificabili) o nell’uso
di tali sostanze, ma la distribuzione è disciplinata in modo
piuttosto rigido, vista la delicatezza degli effetti prodotti.
Si possono acquistare in farmacia ma solo se muniti di
ricetta, emessa da un medico per quanto riguarda ansiolitici
e antidepressivi, o emessa da uno specialista (medico
psichiatra) se si tratta di neurolettici o stabilizzatori d’umore.
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elenco
psicofarmaci
Principio Attivo
Nome Commerciale
ANTIDEPRESSIVI
TRICICLICI
Imipramina
Clomipramina
Desipramina
Trimipramina
Protriptilina
Nortriptilina
Amitriptilina
Doxepina
Tofranil
Anafranil
Nortimil
Surmantil
Vivactil, Concordin
Vividyl
Laroxyl, Noritren
Adapin, Sinequan
ATIPICI DI 2° GENERAZIONE
Maprotilina
Ludiomil
Amoxapina
Asendin
Trazodone
Trittico
Bupropio
Wellbutrin
Amineptina
Survector
Desulepina
Protiaden, Maneon, Cantanon
SSRI
Fluoxetina
Sertualina
Paroxetina
Venlafaxina
Fluvoxamina
Citalopram
Prozac, Fluoxeren
Zoloft
Seroxat
Efexor
Dumirox, Maveral
Elopram, Seropram
21
antiMAO
– irreversibili
Fenelzina
Tranilcipromina
Isocarbossazide
– reversibili
Moclobamide
BENZODIAZEPINE
Diazepam
Lorazepam
Triazolam
Clonazepam
Clorazepato
Clonazepam
Flunitrazepam
Lormetazepam
Nardil
Parnate, Parmodalin
Marplan
– Butirrofenoni
Aloperidolo
Droperidolo
Haldol, Serenase, Moditen
Sintodian
– A struttura diversa
Lazapina
Molandone
Loxitane
Moban
ANTIPSICOTICI ATIPICI
Risperidone
Clozapina
Quetiapin
Olanzapina
Risperdal, Belivon
Leponex
Seroquel
Zyprexa
Aurorix
Valium
Tavor
Halcion
Rivotril
Transene
Rivotril
Roipnol
Minias
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NEUROLETTICI
– Fenotiazinici
Clorpromazina
Proclorperazina
Flufenazina
Trifluoperazina
Perfenazina
Acetofenazina
Carfenazina
Triflupromazina
Mesoridazina
Tioridazina
Largactil
Stemetil
Anatensol
Modalina
Trilafon
Tindal
Proketazina
Vesprin
Serentil
Melleril
– Tioxantenici
Tiotixene
Clorprotixene
Navane
Taractan
CLONAZEPAM/RIVOTRIL
c’è 2 volte!
uno è da eliminare o è
stato scritto male un
nome???
23
Ogni individuo reagisce
diversamente:
conosci te stesso,
il tuo corpo, le tue risorse
Le guide di UP ideate e prodotte dal Comune di Reggio
Emilia Assessorato diritti di Cittadinanza e Pari Opportunità.
Coordinamento editoriale:
Luca Fantini, coordinatore programma prevenzione Comune di
Reggio Emilia;
Marco Battini, responsabile area lavoro di strada Centro Sociale
Onlus Papa Giovanni XXIII.
Non assumere mai
Supervisione Scientifica:
Roberto Bosi, responsabile Sert Reggio Emilia;
Benedetto Valdesalici, responsabile Sert Sud.
se non stai bene
Normativa:
Adolfo Valente e Tiziana Casciaro, Ufficio Territoriale del Governo;
Antonio Russo e Mariella Francia, Polizia Municipale.
alcuna sostanza
mentalmente o fisicamente
Quando si usano
sostanze
psicoattive,
anche se naturali,
è molto importante sapere
cosa si sta facendo
Progetto grafico realizzato da:
Winston Wolf srl - la miglior soluzione ®
Tipografia:
Grafiche Maffei - Via Dell’Industria, 40 - Cavriago (RE)
Mandato in stampa nel mese di Maggio 2005.
UNITÀ DI PREVENZIONE
Se vuoi maggiori informazioni, confrontare opinioni, fornirci dei
suggerimenti contattarci:
Viale Olimpia, 13 - Reggio Emilia
Tel. 0522.268.225
Cell. 347.116.1154
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Premiato al
Concorso Nazionale
Buone Pratiche nei
Servizi di Pubblica Utilità