le guide di presentazione In questa Guida UP ci occupiamo di una categoria di sostanze molto diverse tra loro: gli Psicofarmaci. Al pari di altre sostanze psicoattive alterano l’umore, i processi di pensiero ed il comportamento, mentre ciò che le differenzia da queste è che vengono prescritte da medici psichiatri nel trattamento di malattie psichiche. Classificare in modo preciso questi farmaci spesso risulta un compito complesso: il metodo più utilizzato è basato sugli effetti comportamentali più caratteristici che producono; molti psicofarmaci sono utilizzati in patologie diverse e su più persone con la stessa malattia producono effetti diversi. Non si hanno quindi certezze nell’uso di psicofarmaci ma solo osservazioni e deduzioni dovute alla pratica di chi li prescrive e di chi li usa. In questa guida trattiamo solo i cosiddetti “psicofarmaci d’abuso”, ossia quegli psicofarmaci il cui uso si è diffuso al di fuori dell’ambito terapeutico, entrando sempre di più a far parte delle sostanze ricreazionali; ci occupiamo quindi di neurolettici, ansiolitici e antidepressivi. Come al solito non ti diciamo cosa fare, come comportarti; ci basta sapere che sai. Buona lettura. 1 indice: premessa pag 4 storia pag 5 i neurolettici pag 7 gli ansiolitici pag 11 gli antidepressivi pag 15 cosa dice la legge pag 17 elenco psicofarmaci pag 18 premessa L’efficacia dei farmaci nel curare patologie del corpo è in 4 costante aumento grazie alle innovazioni tecnologiche, che hanno permesso di affinare studi e sperimentazioni basate su studi, sempre più accurati, svolti nei secoli. Per gli psicofarmaci questo discorso non vale, è necessario farne uno a parte. La psiche (da cui psico-farmaci), o mente, è un’entità immateriale, che non si può toccare, osservare o “riparare” come si può fare con un braccio rotto o con qualsiasi parte del corpo che è invece materiale. Per paragonarla al corpo, spesso la mente è stata “localizzata” nel cervello, ma questa semplificazione ha portato molti a pensare, sbagliando, che la psiche sia effettivamente il sistema nervoso centrale e che studiandone il funzionamento si possano capire, e quindi curare, i meccanismi che portano alle malattie psichiche. Anche accettando questa “identificazione” si pongono notevoli problemi: lo studio del cervello umano e del funzionamento dell’intero sistema nervoso centrale non si sta svolgendo da secoli, ma solo da qualche decennio, infatti, la maggior parte delle conoscenze che attualmente si hanno, si devono alle torture effettuate sui prigionieri nei campi di concentramento durante la seconda guerra mondiale. Trovandosi di fronte a persone che fanno o dicono cose apparentemente incomprensibili, non tollerabili dal punto di vista di chi osserva, livello di tolleranza peraltro oggi sempre più basso, è facile cedere alla tentazione di “normalizzare” queste persone “scomode” attraverso metodi culturalmente ed economicamente più che accettati: l’uso di farmaci. Questo avviene nonostante non siano presenti prove scientifiche a favore dell’efficacia degli psicofarmaci, ma solo l’osservazione di alcuni cambiamenti da questi prodotti, spesso rilevati per caso nella cura di patologie diverse da quelle psichiche. Esistendo solo teorie della mente, non dati concreti, non è possibile stabilire con precisione cosa provochi le malattie mentali e, di conseguenza, non si può affermare che gli psicofarmaci curino malattie di cui non si possono avere informazioni certe. storia La psicofarmacologia moderna ebbe inizio nel 1953, quando Pierre Deniker scopriva gli effetti sedativi della clorpromazina e nel 1954 Frank Berger quelli del meprobamato, il primo ansiolitico. Tra il 1956 e il 1957 furono individuati i primi antidepressivi, l’imipramina (primo antidepressivo triciclico) e l’iproniazide (primo inibitore delle monoammino-ossidasi, IMAO). Un anno più tardi Paul Janssen sintetizzò l’aloperidolo (neurolettico) ed infine, nel 1960, iniziò l’uso del clordiazepossido, la prima benzodiazepina (ansiolitico). Dopo queste importanti scoperte, nel corso dei decenni successivi, la psicofarmacologia si è evoluta ricercando sempre nuovi composti al fine di scoprire La cura della follia il farmaco specifico per ogni tipo di disturbo mentale, approfondendo così le conoscenze sui meccanismi di azione, la selettività, l'efficacia, la presenza di effetti collaterali e la tossicità; vennero inoltre individuate nuove sostanze, dette “di seconda generazione”. 5 i neurolettici Cosa sono Il termine neurolettico significa “farmaco con forte azione sedativa sul sistema nervoso”. Questo concetto deriva da quello di catalessia, opposto al concetto di shock (allarme), che indica un blocco del sistema difensivo, quindi una caduta della tensione neurovegetativa con conseguente caduta della tensione psicologica… in altre parole deprimendo il sistema nervoso vegetativo (involontario) ed il sistema muscolare si ha una diminuzione della tensione psicofisica e dell’angoscia. La terapia con neurolettici ha come logica quella del controllo dei sintomi di persone definite “schizofreniche”, “psicotiche”, “maniaco-depressive”, “paranoiche”…arrivando a sopprimere sintomi quali confusione, deliri, allucinazioni, eccitabilità, angoscia estrema ed aggressività, senza alcuna efficacia sulla causa del disturbo, reale o presunto che sia. I neurolettici inibiscono la persona nei suoi “eccessi” senza curarla, serve quindi associarli ad un’adeguata psicoterapia. I neurolettici diventarono presto strumenti di contenimento chimico utilizzati in tutti i manicomi, prendendo il posto delle camicie di forza e delle altre vecchie terapie come l’uso di barbiturici, shock da insulina, elettroshock e lobotomia… in un certo senso una sorta di “male minore”, sicuramente meno odiosi allo sguardo altrui rispetto a terapie, facilmente confondibili con torture, imposte ai malati psichiatrici. Quasi tutti i neurolettici possono provocare come effetto collaterale, proprio ciò che teoricamente sopprimono, possono cioè aumentare sintomi come allucinazioni o deliri (”effetto paradosso”). 7 Come per tutte le sostanze psicoattive la risposta a questi farmaci è altamente soggettiva, ogni individuo reagisce in modo diverso, ma si deve sottolineare che i neurolettici hanno enormi effetti collaterali. 8 Effetti I neurolettici richiedono un lungo tempo d’assunzione costante, quotidiana, prima che s’instauri l’effetto voluto, generalmente diverse settimane. I neurolettici sono potenti miorilassanti (rilassano la muscolatura volontaria e involontaria), che creano uno stato d’indifferenza psicofisica agli stimoli, provocando un effetto calmante che porta ad una diminuzione dell’angoscia, dell’agitazione e della motilità fisica spontanea (non volontaria): in questa complessiva sedazione si ha anche una riduzione delle allucinazioni. A livello fisico hanno diversi effetti: provocano blocco del vomito, offuscamento della visione, bocca secca, sedazione, confusione e inibizione della muscolatura liscia gastrointestinale e La mordacchia urinaria, abbassamento della pressione e ipotermia. La persona che assume neurolettici spesso si sente stordita, fa fatica a connettere ed associare tra loro le idee, si sente staccata dalla realtà come se tutto fosse ovattato (senso di testa vuota), può avere rapidi cambiamenti d’umore (periodi di calma alternati a periodi di iperattività) e modi di parlare fuori dal comune. Tutti questi comportamenti provocati dall’uso di neurolettici sono praticamente identici ai sintomi di malattie mentali per cui vengono prescritti i neurolettici. In questa situazione le conseguenze dell’uso di farmaci vengono scambiate per la causa dell’uso stesso ed è facile che si instauri un circolo in cui è difficile, anche volendo, sospendere l’uso! Effetti collaterali – Distonia acuta: torcicollo doloroso, movimenti non voluti degli occhi verso l’alto, tic della palpebra, contrazioni dolorose della schiena con difficoltà a camminare, a volte anche contrazioni della muscolatura laringea con difficoltà nel parlare, voce rauca fino all’afonia, e nel respirare, fino al soffocamento; – Acatisia: incapacità di stare fermi, continui movimenti e dondolamenti, battiti di piedi o dita; – Parkinsonismo: (come nelle persone affette da morbo di Parkinson) rigidità, tremori e movimenti lenti, eccesso di salivazione, disturbi del linguaggio e della scrittura; – Rabbit syndrome (“sindrome del coniglio”): contrazioni involontarie e continue dei muscoli intorno alla bocca; – Discinesia tardiva: movimenti involontari della muscolatura della bocca, delle labbra e della lingua, e spesso anche degli arti e del tronco; sono movimenti ripetuti e ritmati, come baciare, soffiare o masticare, tic facciali e smorfie, che tendono ad attenuarsi durante il sonno ma che aumentano in condizioni di tensione emotiva. – Malfunzionamento di molte parti del corpo (per citarne solo alcune): fegato, apparato gastrointestinale, cuore; – Sindrome neurolettica maligna (NMS): sindrome tossica piuttosto rara ma potenzialmente mortale, caratterizzata da febbre alta, rigidità e tremori, tachicardia e aritmia, sudorazione intensa, ipotensione o ipertensione, difficoltà ad ingerire. Complicanze come insufficienza renale acuta, insufficienza polmonare, infarto o infezione generalizzata, possono portare al coma ed alla morte. Rischi L’uso di neurolettici depot o long acting (iniezioni a lento rilascio) rende impossibile modificare la terapia attraverso la riduzione del dosaggio o la sospensione del trattamento in 9 caso di effetti indesiderati (tremori, rigidità muscolare, etc.). La discinesia tardiva può presentarsi anche dopo la sospensione del trattamento e non sempre è reversibile. In seguito ad uso cronico di neurolettici si presentano tremori, irrequietezza motoria, posture inappropriate del collo, del tronco e degli arti, sedazione e sonnolenza, difficoltà di pensiero, apatia, problemi mestruali, problemi sessuali, aumento di peso, difficoltà ad urinare, confusione, nausea, abbassamenti di pressione ed insonnia. Il contemporaneo abuso di sostanze psicoattive, anche la semplice assunzione di alcol, porta ad un peggioramento della sintomatologia, aumento delle ricadute (soprattutto con stimolanti), effetti negativi da interazione farmacologica, perdita degli effetti terapeutici dei neurolettici, aumento della probabilità di sviluppare discinesia tardiva, peggioramento della capacità di relazionarsi agli altri, comportamenti violenti e decadimento cognitivo. 10 Tutelati – Non usare neurolettici se non sei in cura da un medico psichiatra che te li prescrive! – Non mixare neurolettici con altre sostanze psicoattive: si ha un generale peggioramento della situazione! – Evita le situazioni e le attività che richiedano particolari livelli di attenzione, come guidare, sotto l’effetto di queste sostanze; – Non mixare neurolettici con alcol: si avrebbe una pericolosa depressione del sistema nervoso centrale; – Chiedi al tuo medico di utilizzare neurolettici per via orale, non le iniezioni a lento rilascio, puoi così sospenderli se gli effetti collaterali si presentano! – Alla comparsa di sintomi di Sindrome neurolettica maligna sospendi subito l’assunzione di neurolettici; – Non assumere neurolettici se aspetti un bambino o lo stai allattando! gli ansiolitici Cosa sono I farmaci ansiolitici (o tranquillanti minori per distinguerli dai tranquillanti maggiori o neurolettici) sono farmaci utilizzati nel trattamento dei disturbi d’ansia, che contrastano alleviandone i sintomi. Gli ansioltici si differenziano tra loro per il principio attivo, il dosaggio, la velocità e la potenza d'azione e per la durata dell'effetto sull’organismo. In questa classe di farmaci possiamo distinguere due categorie: le benzodiazepine e gli ansiolitici di seconda generazione. Le benzodiazepine (BDZ), rappresentano la categoria più numerosa e maggiormente usata; negli anni ’60 fu sintetizzata la prima molecola, il clordiazepossido [Librium], alla quale se ne sono aggiunte altre introdotte negli anni successivi, Gli ansiolitici di seconda generazione sono invece farmaci scoperti più di recente con effetti più specifici sui singoli disturbi. Queste sostanze, anche se concepite come farmaci, stanno entrando sempre di più a far parte delle sostanze d’abuso (ricreazionali), utilizzate per il loro effetto o in mix con altre sostanze, soprattutto alcolici. Effetti Gli ansiolitici, anche se con modalità differenti agiscono sui disturbi d’ansia con un effetto miorilassante, in pratica diminuendo le tensioni del tono muscolare. Quest’azione, all’interno del Sistema Nervoso Centrale, può contribuire ad attenuare la trasmissione di stimoli che possono indurre ansia. Al di là delle specificità di ogni sostanza, gli effetti 11 12 psicoattivi rimangono soggettivi ed oltre al dosaggio e all’ambiente è importante considerare la personalità di chi fa uso di ansiolitici. Utilizzati anche in anestesia e disponibili in forme iniettabili, la somministrazione di questi farmaci avviene usualmente per via orale, in forma di compresse o liquida, producendo effetti dopo circa un’ora dall’assunzione. Comunemente le BDZ rimangono attive per periodi abbastanza lunghi (possono superare anche i 10 giorni), mentre gli ansiolitici di nuova generazione esauriscono il loro effetto nel giro di qualche ora. Occorre tenere in considerazione che gli effetti di questi farmaci sono prolungati se assunti da persone con metabolismo lento, ad esempio gli anziani. A basse dosi gli ansiolitici possono dare un senso Edward Munch di tranquillità e benessere L'urlo, 1893 Oslo Munchmuseet ma, anche un piccolo aumento nel dosaggio porta ad un generale rallentamento dell’attività mentale dando a chi li utilizza difficoltà di concentrazione e sonnolenza. A livello fisico, l’uso di ansiolitici porta ad una diminuzione della pressione sanguigna e della frequenza cardiaca, con un generale rilassamento muscolare che induce stanchezza, pesantezza degli arti, difficoltà nella coordinazione dei movimenti e nel parlare. Le BDZ, infine, hanno un'azione antiepilettica generica (deprimono la corteccia cerebrale). Effetti collaterali Sostanze come gli ansiolitici possono dare eccessiva sedazione, intervenendo sul normale livello di attenzione e di capacità di percepire i pericoli e attivare le difese. Il sonno può venire alterato: quando il farmaco ha un effetto breve, sono comuni episodi di risveglio precoce al mattino e insonnia di rimbalzo la notte successiva, mentre l'assunzione di farmaci a lunga durata prima di dormire può dare problemi di sonnolenza anche durante il giorno. Gli ansiolitici possono anche dare problemi di memoria, andando così ad interferire con i processi di apprendimento e producendo conseguenti difficoltà nello studio. Rischi Effetti come sonnolenza e difficoltà di attenzione hanno come conseguenza un minore rendimento nello svolgimento delle normali attività quotidiane, con un maggior rischio di incorrere in infortuni o incidenti e guidare può risultare particolarmente pericoloso, soprattutto se queste sostanze sono assunte assieme, anche, a piccole dosi di alcol. Questi farmaci producono dipendenza fisica (necessità di continuare ad assumere il farmaco per funzionare normalmente e non avere sintomi di astinenza) e psicologica, l'interruzione improvvisa dopo un uso prolungato di ansiolitici può portare, infatti, ad una sindrome da sospensione che si può protrarre da una a quattro settimane con sintomi come insonnia, irritabilità, ipersensibilità sensoriale e ansia di rimbalzo. Anche se assunti sotto controllo medico, risulta Pillole spesso difficile interrompere l’uso di ansiolitici, poiché riaffiorerebbero tutti i problemi per i quali sono stati assunti; gli ansiolitici, infatti, alleviano 13 gli antidepressivi i sintomi dei disturbi d’ansia, per curarli efficacemente vanno accompagnati da un'adeguata psicoterapia. Questi farmaci possono portare a overdose, intossicazione acuta che provoca depressione respiratoria, con complicazioni che comprendono aritmie cardiache, coma e morte; la dose letale è indicata come 7 volte la dose prescritta dal medico. 14 Tutelati – Non usare ansiolitici se non sei in cura da un medico psichiatra che te li prescrive! – Non mixare ansiolitici con altre sostanze psicoattive: si ha un generale peggioramento della situazione! – Sotto l’effetto di queste sostanze evita le situazioni e le attività che richiedano particolari livelli di attenzione, come guidare; – Non mixare ansiolitici con alcol: si avrebbe una pericolosa depressione del sistema nervoso centrale e anche piccole dosi di entrambi potrebbero risultare letali; – La facile reperibilità di questi farmaci e la loro legalità non toglie nulla alla loro pericolosità e alla necessità di usarli solo secondo specifiche modalità e sotto stretto controllo medico; solo lui infatti può conoscere la quantità adeguata per ognuno, un dosaggio troppo basso o troppo alto può avere effetti indesiderati e poco controllabili. – L'uso di tali farmaci deve essere accompagnato da un adeguato sostegno psicologico e/o amicale; quando non stiamo bene infatti è importante che qualcuno ci stia vicino aiutandoci a vedere le cose in modo diverso da noi. – Anche se assumi ansiolitici sotto controllo medico, accertati che l’interruzione del loro uso avvenga con gradualità; quando un equilibrio si rompe all'improvviso, non può essere riacquistato in un colpo solo. – Evita di assumere ansiolitici se sei in gravidanza o stai allattando, questi farmaci possono provocare danni al nascituro e se ne riscontrano tracce anche all’interno del latte materno. Cosa sono Gli antidepressivi sono farmaci utilizzati nel trattamento della depressione (oltre che di altre patologie psichiche), malattia le cui cause precise non sono note. Per depressione non s’intendono la tristezza o la noia, normalmente provate nella vita, ma un crollo del tono dell’umore prolungato e costante, una forte diminuzione dello slancio vitale (con perdita di interesse e piacere per le attività quotidiane, diminuzione dell’energia e dell’impulso sessuale, rallentamento mentale), senso di colpa, di impotenza o incapacità fino a veri e propri sentimenti di rovina e catastrofe imminente. È stato osservato che alla depressione è associato lo scarso funzionamento di alcuni neurotrasmettitori (in particolare dopamina, serotonina e noradrenalina) le cui variazioni determinano cambiamenti dell’umore. Gli antidepressivi, generalmente assunti per via orale, sono di tipi diversi distinti per meccanismo d’azione: triciclici, inibitori delle MonoAminoOssidasi (IMAO), inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI), inibitori selettivi della ricaptazione della noradrenalina e della serotonina (SSNRI). Effetti I farmaci antidepressivi aumentano la quantità di neurotrasmettitori disponibili a livello cerebrale, riportando quindi l’umore allo stato normale, senza produrre un effetto euforizzante o stimolante. Va tenuto presente che per gli antidepressivi non valgono i soliti criteri, validi per le altre sostanze psicoattive, di salita 15 e durata degli effetti; infatti questi richiedono un lungo tempo d’assunzione costante prima che s’instauri l’effetto voluto, generalmente 2-4 settimane. Gli antidepressivi non danno dipendenza fisica (necessità di continuare ad assumere la sostanza/farmaco per funzionare normalmente e non avere sintomi di astinenza). Effetti collaterali I più comuni sono mal di testa, problemi di memoria e concentrazione, confusione mentale, vertigini, tremori, tachicardia e aritmie, bocca secca, aumento di peso (soprattutto in trattamenti con SSRI per lunghi periodi e a dosaggi elevati), più raramente agitazione e insonnia. Se la depressione trattata con questi farmaci non comprende anche disfunzioni sessuali, questi problemi (calo del desiderio, disturbi dell’erezione, dell’eiaculazione e dell’orgasmo) potrebbero manifestarsi. 16 Rischi Gli antidepressivi, in particolare i triciclici, hanno diverse interazioni con altri farmaci, aumentando la tossicità di alcuni o diminuendo l’efficacia di altri e, se assunti in gravidanza, possono produrre delle malformazioni nel nascituro. Va ricordato che tutti gli antidepressivi amplificano l’effetto sedativo dei tranquillanti (ansiolitici e neurolettici) e dell’alcol: si può verificare una crisi respiratoria bevendo una quantità di alcol normalmente non pericolosa! Non si può dimenticare l’effetto che sonnolenza e rallentamento dei riflessi possono avere sulla capacità di prestare attenzione e compiere attività come guidare. Mescolare SSRI con sostanze psicoattive, anche naturali, può portare a gravi scompensi (sindrome serotoninergica). I farmaci IMAO non vengono quasi più usati perché richiedono una particolare attenzione: aumentano notevolmente la tossicità delle varie sostanze che vengono ingerite, ciò può portare danni al fegato ed aumenti della pressione sanguigna, talvolta letali.Questo avviene perché l’organismo non è più in grado di difendersi da solo, questi farmaci bloccano l'azione delle MAO, enzimi che naturalmente distruggono le parti tossiche per l’organismo umano delle varie sostanze, farmaci ed alimenti fermentati (quali formaggi stagionati, vino, birra, legumi e salumi). N.B. Il Prozac (fluoxetina) conosciuto anche come “pillola della felicità” o “bye bye blues” (addio tristezza) per i suoi effetti stimolanti oltre che antidepressivi, presenta gli stessi effetti collaterali degli altri SSRI (nausea, sudorazione e tremore, secchezza delle fauci, mancanza di coordinazione motoria, affaticamento, disturbi della sfera sessuale), con la differenza che anziché ad un aumento di peso porta ad un dimagrimento; dietro questo apparente vantaggio si nasconde però il rischio di sviluppare un forma di anoressia, patologia psichica che si andrebbe così a sommare alla depressione. È attualmente in corso un processo per stabilire se il Prozac, attivando in senso maniacale la persona che lo assume, sia la causa di una serie di omicidi verificatisi negli Stati Uniti. Tutelati – Evita di assumere antidepressivi se non sei in cura da un medico che te li prescrive! – Se assumi antidepressivi fai attenzione a bere alcolici: quantità normalmente non pericolose di alcol possono portare ad una crisi respiratoria; – Se hai assunto antidepressivi insieme ad alcol o sedativi non metterti alla guida: aumentano la sonnolenza ed il rallentamento dei riflessi! – Fai attenzione a non mixare IMAO con ecstasy o psichedelici: aumentano notevolmente i rischi fisici e psichici (bad trip)! – L’uso di SSRI fa diminuire l’effetto psicoattivo di ecstasy e psichedelici, non aumentare le dosi: si potenzierebbero solo gli effetti collaterali di entrambi! – Evita di assumere antidepressivi (soprattutto triciclici e IMAO) se aspetti un bambino: potrebbero provocargli seri danni! 17 cosa dice la legge Gli psicofarmaci sono sostanze appartenenti al circuito della legalità, non si commette quindi alcun crimine o infrazione nel possesso (in quantità giustificabili) o nell’uso di tali sostanze, ma la distribuzione è disciplinata in modo piuttosto rigido, vista la delicatezza degli effetti prodotti. Si possono acquistare in farmacia ma solo se muniti di ricetta, emessa da un medico per quanto riguarda ansiolitici e antidepressivi, o emessa da uno specialista (medico psichiatra) se si tratta di neurolettici o stabilizzatori d’umore. 19 elenco psicofarmaci Principio Attivo Nome Commerciale ANTIDEPRESSIVI TRICICLICI Imipramina Clomipramina Desipramina Trimipramina Protriptilina Nortriptilina Amitriptilina Doxepina Tofranil Anafranil Nortimil Surmantil Vivactil, Concordin Vividyl Laroxyl, Noritren Adapin, Sinequan ATIPICI DI 2° GENERAZIONE Maprotilina Ludiomil Amoxapina Asendin Trazodone Trittico Bupropio Wellbutrin Amineptina Survector Desulepina Protiaden, Maneon, Cantanon SSRI Fluoxetina Sertualina Paroxetina Venlafaxina Fluvoxamina Citalopram Prozac, Fluoxeren Zoloft Seroxat Efexor Dumirox, Maveral Elopram, Seropram 21 antiMAO – irreversibili Fenelzina Tranilcipromina Isocarbossazide – reversibili Moclobamide BENZODIAZEPINE Diazepam Lorazepam Triazolam Clonazepam Clorazepato Clonazepam Flunitrazepam Lormetazepam Nardil Parnate, Parmodalin Marplan – Butirrofenoni Aloperidolo Droperidolo Haldol, Serenase, Moditen Sintodian – A struttura diversa Lazapina Molandone Loxitane Moban ANTIPSICOTICI ATIPICI Risperidone Clozapina Quetiapin Olanzapina Risperdal, Belivon Leponex Seroquel Zyprexa Aurorix Valium Tavor Halcion Rivotril Transene Rivotril Roipnol Minias 22 NEUROLETTICI – Fenotiazinici Clorpromazina Proclorperazina Flufenazina Trifluoperazina Perfenazina Acetofenazina Carfenazina Triflupromazina Mesoridazina Tioridazina Largactil Stemetil Anatensol Modalina Trilafon Tindal Proketazina Vesprin Serentil Melleril – Tioxantenici Tiotixene Clorprotixene Navane Taractan CLONAZEPAM/RIVOTRIL c’è 2 volte! uno è da eliminare o è stato scritto male un nome??? 23 Ogni individuo reagisce diversamente: conosci te stesso, il tuo corpo, le tue risorse Le guide di UP ideate e prodotte dal Comune di Reggio Emilia Assessorato diritti di Cittadinanza e Pari Opportunità. Coordinamento editoriale: Luca Fantini, coordinatore programma prevenzione Comune di Reggio Emilia; Marco Battini, responsabile area lavoro di strada Centro Sociale Onlus Papa Giovanni XXIII. Non assumere mai Supervisione Scientifica: Roberto Bosi, responsabile Sert Reggio Emilia; Benedetto Valdesalici, responsabile Sert Sud. se non stai bene Normativa: Adolfo Valente e Tiziana Casciaro, Ufficio Territoriale del Governo; Antonio Russo e Mariella Francia, Polizia Municipale. alcuna sostanza mentalmente o fisicamente Quando si usano sostanze psicoattive, anche se naturali, è molto importante sapere cosa si sta facendo Progetto grafico realizzato da: Winston Wolf srl - la miglior soluzione ® Tipografia: Grafiche Maffei - Via Dell’Industria, 40 - Cavriago (RE) Mandato in stampa nel mese di Maggio 2005. UNITÀ DI PREVENZIONE Se vuoi maggiori informazioni, confrontare opinioni, fornirci dei suggerimenti contattarci: Viale Olimpia, 13 - Reggio Emilia Tel. 0522.268.225 Cell. 347.116.1154 Email: [email protected] Web: www.comune.re.it/up Premiato al Concorso Nazionale Buone Pratiche nei Servizi di Pubblica Utilità