DERIVATA SECONDA E CONVESSITÀ APPUNTI PER LE LEZIONI DEL CORSO DI ANALISI MATEMATICA I (L–Z) CORSO DI LAUREA IN INGEGNERIA AEROSPAZIALE DANIELE ANDREUCCI DIP. SCIENZE DI BASE E APPLICATE PER L’INGEGNERIA UNIVERSITÀ LA SAPIENZA VIA A.SCARPA 16, 00161 ROMA, ITALY 1. Convessità di funzioni di variabile reale Definizione 1.1. Sia f : (a, b) → R. La f si dice convessa in (a, b) se per ogni x1 , x2 ∈ (a, b) il grafico di f sull’intervallo [x1 , x2 ] è sotto quello della retta per i punti (x1 , f (x1 ), (x2 , f (x2 )). In altri termini, se per ogni a < x1 < x2 < b, 0 < t < 1 vale f (1 − t)x1 + tx2 ≤ (1 − t)f (x1 ) + tf (x2 ) . (1.1) Se la (1.1) vale con la disuguaglianza stretta per ogni a < x1 < x2 < b, 0 < t < 1, la f si dice strettamente convessa. Teorema 1.2. Sia f ∈ C 2 ((a, b)). Allora, se f 00 ≥ 0 in (a, b), la f è ivi convessa. Dimostrazione. Siano a < x1 < x < x2 < b. Si ha da un’applicazione ripetuta dei teoremi fondamentali del calcolo f (x1 ) = f (x) + Zx1 f (s) ds = f (x) − x = f (x) − Zx 0 f 0 (s) ds x1 Zx 0 f (x) + x1 Zs 00 f (r) dr ds x 0 = f (x) + f (x)(x1 − x) + Zx Zx f 00 (r) dr ds x1 s 0 ≥ f (x) + f (x)(x1 − x) . Si è usata nell’ultima maggiorazione anche l’ipotesi f 00 ≥ 0. 1 (1.2) Analogamente f (x2 ) = f (x) + Zx2 f 0 (s) ds x = f (x) + Zx2 0 f (x) + x Zs 00 f (r) dr ds x 0 = f (x) + f (x)(x2 − x) + Zx2 Zs (1.3) f 00 (r) dr ds x x 0 ≥ f (x) + f (x)(x2 − x) . Fissato t ∈ (0, 1), scegliamo x = (1 − t)x1 + tx2 ; moltiplichiamo la (1.2) per (1 − t), la (1.3) per t, e sommiamo le disuguaglianze cosı̀ ottenute. Si ottiene (1 − t)f (x1 ) + tf (x2 ) ≥ f (x) + f 0 (x)[(1 − t)x1 + tx2 − x] = f (x) , ossia la (1.1). 2. Una dimostrazione alternativa Lemma 2.1. Se f : (a, b) → R è derivabile in (a, b), ha un punto di massimo locale in c ∈ (a, b), e ammette derivata seconda in c, allora f 00 (c) ≤ 0. Dimostrazione. Si sa per il Teorema di Fermat che f 0 (c) = 0. Se per assurdo fosse f 0 (x) − f 0 (c) f 0 (x) 00 f (c) = lim = lim > 0, x→c x→c x − c x−c per il teorema della permanenza del segno si avrebbe f 0 (x) > 0 , c < x < c+δ, con δ > 0 opportuno. Questo però come è noto implicherebbe che f sarebbe strettamente crescente in (c, c + δ), e quindi si avrebbe f (x) > f (c) , c < x < c+δ, contro l’ipotesi che c sia un massimo locale. Teorema 2.2. Sia f due volte derivabile in (a, b). Allora, se f 00 ≥ 0 in (a, b), la f è ivi convessa; se f 00 > 0 in (a, b), la f è ivi strettamente convessa. Dimostrazione. A) Iniziamo a dimostrare l’asserto sulla stretta convessità. 2 Siano a < x1 < x2 < b. Indichiamo con s(x) la retta secante per i punti (x1 , f (x1 )), (x2 , f (x2 )). Vogliamo dimostrare che f (x) < s(x) per x1 < x < x2 . Poiché, posto h = f − s, per definizione si ha h(x1 ) = h(x2 ) = 0 , se esistesse un c ∈ (x1 , x2 ) con h(c) > 0, si avrebbe max h = h(p) > 0 , [x1 ,x2 ] per un opportuno p ∈ (x1 , x2 ), e per il Lemma 2.1 si avrebbe 0 ≥ h00 (p) = f 00 (p) − s00 (p) = f 00 (p) > 0 , (2.1) assurdo. Se poi valesse invece h ≤ 0 in [x1 , x2 ], ma con h(p) = 0 per qualche p ∈ (x1 , x2 ), tali p sarebbero di massimo locale per h e si cadrebbe di nuovo nella contraddizione in (2.1). Quindi deve essere h(x) < 0 per x1 < x < x2 . B) Sia poi f 00 ≥ 0 in (a, b), e scegliamo x1 , x2 , s come sopra. Per ogni n ≥ 1 definiamo la funzione 1 fn (x) = f (x) + (x − x1 )(x − x2 ) , a < x < b. n Si noti che valgono per ogni n 2 fn00 (x) = f 00 (x) + > 0 , fn (x1 ) = f (x1 ) , fn (x2 ) = f (x2 ) . n Perciò la retta secante relativa a fn coincide con la s relativa a f , per ogni n ≥ 1. Per la parte A) della dimostrazione pertanto si ha per ogni n≥1 fn (x) < s(x) , x1 < x < x2 . Applicando il teorema della permanenza del segno alla successione {fn (x)} per x ∈ (x1 , x2 ) fissato, si ottiene quindi f (x) = lim fn (x) ≤ s(x) , n→+∞ ossia la convessità di f . 3