Alghe: una fonte proteica alternativa e uno strumento innovativo per la prevenzione delle malattie cardiovascolari Ricercatori Teagasc (Autorità Irlandese di sviluppo e ricerca agroalimentare) stanno studiando le alghe quale possibile fonte di proteine, allo scopo di utilizzarle come alimenti funzionali con evidenti benefici per la salute. Storicamente le alghe commestibili sono state consumate dalle comunità costiere di tutto il mondo e le alghe oggi costituiscono la dieta abituale in molti paesi, specialmente asiatici. Negli ultimi tempi poi, le alghe intere sono state aggiunte a vari alimenti quali salumi, formaggi, basi per pizza e prodotti surgelati a base di carne. I ricercatori hanno già dimostrato che le alghe rosse quali la Palmaria palmata (nome comune Dulse) e Porphyra (nome comune Sleabhac o Laver) sono ricche in proteine e che, di conseguenza, possono essere potenzialmente utilizzate per lo sviluppo, a basso costo, di diete altamente nutritive che possono concorrere con fonti proteiche vegetali quali i semi di soia. Per esempio, il contenuto proteico della Dulse varia da 9-­‐25% a seconda della stagione della raccolta. In tutti i casi però il contenuto proteico maggore per grammo secco di alga lo si trova in P. palmata raccolta durante la stagione invernale (ottobre -­‐ gennaio). Preziosi amminoacidi come leucina, valina e metionina sono ben rappresentati in Dulse. Nelle specie Porphyra, il profilo aminoacidico è simile a quello di molti legumi quali i piselli o i fagioli. Considerando che attualmente le malattie cardiovascolari (CVD) causino a livello mondiale più di 4,3 milioni di morti ogni anno e l’ipertensione ne è la causa principale, i ricercatori suppongono che oltre ai benefici nutrizionali le alghe possano grantire anche ottimi risultati in termini di prevenzione di queste particolari patologie. Ciò è dovuto alla presenza di peptidi bioattivi in queste matrici alimentari. I peptidi bioattivi sono peptidi derivati da alimenti in grado di esercitare una azione fisiologica 'ormono-­‐simile'. Alcune proteine e peptidi estratti da fonti alimentari come latte, uova, carne e pesce sono già stati descritti in letteratura nel passato come agenti in grado di ridurre la pressione arteriosa alta e si ritiene che essi possano essere in grado di prevenire malattie cardiovascolari. Gli ACE-­‐I inibitori sono comunemente utilizzati in terapia allo scopo di ridurre la pressione alta. Alcuni peptidi derivati da matrici alimentari possono agire come inibitori di enzimi importanti come l’enzima di conversione dell'angiotensina I (ACE-­‐I) e della renina. I ricercatori hanno trovato un peptide inibitorio della renina-­‐peptide nell’alga Palmaria palmata. Ciò è molto importante in quanto in precedenza non era mai stato mai identificato un agente inibitorio di questo tipo in specie algali. Questi peptidi inibitori della renina sono attualmente in fase di studio per l’utilizzo nella produzione di pane per il consumo umano. Per un approfondimento si consiglia il seguente link http://www.teagasc.ie/publications/view_publication.aspx?publicationID=1527