DARIO NOVAGLIO PREVENIRE LO STRESS TRAMITE UNA CORRETTA RELAZIONE UOMO/CANE 1. CONSIDERAZIONI GENERALI SULLO STRESS 1. Consideriamo lo STRESS come un elemento vitale indispensabile. Ogni sfida per l’uomo e per il cane genera stress, ma è anche fonte di nuovi traguardi fisici e cognitivi. Distinguiamo tra un tipo di stress positivo, desiderato (eu-stress) e uno di tipo negativo, indesiderato (di-stress). Ogni esperienza di addestramento è uno stress iniziale, ma da cui il cane esce più forte. 2. Lo stress è una risposta strategica del cane di adattamento ad uno stimolo fisiologico o psicologico 3. Ci possono essere patologie fisiche che possono generare stress, che alterano un corretto rapporto e percezione della realtà (es.: malattie cardiache, renali, sensoriali, croniche es. displasie, reumatismi, …) 4. Le relazioni tra salute mentale e fisica sono ormai un dato assodato. I ricercatori hanno studiato il collegamento tra i disturbi cardiaci e i disturbi mentali correlati allo stress, come l’ansia, la depressione, che possono portare anche a comportamenti auto-distruttivi 5. Teniamo presente che alterazioni ormonali sono fonte di stress indesiderato. Là dove vi siano sia problematiche fisiche che comportamentali, queste si alimentano reciprocamente e lo stress tende a divenire uno stato permanente 6. Ogni comportamento che non è vissuto nella serenità e nell’ equilibrio è un potenziale STRESSOR negativo (agente portatore di stress) 2. LA CORRETTA RELAZIONE UOMO/CANE COME FATTORE DI PREVENZIONE DELLO STRESS 1. Il proprietario deve avere consapevolezza della memoria di specie, con annesse dinamiche di branco e corretti ruoli da svolgere in modo coerente e responsabile 2. L’attenzione va posta sin dal momento dell’acquisto del cane e della scelta della razza, in relazione alle caratteristiche del proprietario (attitudini, disponibilità di tempo ed economiche, tipo di vita, …). Le conoscenze della memoria di razza come bagaglio facente parte di un corredo di selezione 1 sedimentato nel cane e purtroppo spesso non considerato, con la conseguente riduzione di tutte le razze a “cani da compagnia”, che nell’accezione corrente significa “da divano”. 3. La capacità del proprietario/educatore di riconoscere le qualità del cane posseduto, quale soggetto unico, irripetibile e senziente, tramite l’osservazione. Sono fattori preventivi: il rispetto, la valorizzazione e, in alcuni casi, il controllo delle doti naturali del proprio cane, quanto a mordacità, impulsi alla lotta e alla difesa, tempra, … 3. Occorre creare una relazione matura, equilibrata, rispettosa e creativa, nella quale il proprietario/educatore propone attività coerenti e durante le quali sono esaltate le doti del singolo cane e rafforzato il ruolo di riferimento del proprietario (leader, capobranco, amm.re delegato, chiamiamolo come ci pare: di fatto chi detta le regole e le fa rispettare) 4. LO STRESS NEL CANE PUO’ ESSERE INDOTTO DAGLI ERRORI DEL PROPRIETARIO Analizziamo alcuni casi di antropomorfizzazione del cane, con conseguente riversamento di pesi e aspettative di natura psico-affettiva sulle spalle dell’animale. E’ evidente che queste relazioni distorte possono rappresentare un’alterazione della natura animale se le motivazioni del proprietario non pongono al primo posto il rispetto del cane, in quanto essere senziente. Questo non toglie nulla alla possibilità che il cane e il suo proprietario umano siano in grado di fornire un supporto reciproco, a volte pratico, a volte psicologico. In questo regime di collaborazione, il cane offrirà un servizio di cui si sentirà utile, perciò equilibrato (cane da utilità) e l’umano un servizio consapevole (proprietario responsabile). 1. CANE COLLA: Cane-Figlio Viziato: il proprietario da una parte è apprensivo e colloso, dall’altra completamente assente quanto a definizione delle regole, incapace di gestire tempi e spazi della serena convivenza. Può essere il caso per es. di molti “toys da borsetta”. Una delle conseguenze è l’insorgere nel cane dell’ansia da separazione, perché il cane viene disabituato a stare da solo, anche solo per poco tempo e soffre di dipendenza della persona. 2. CANE USA E GETTA: Cane-Giocattolo che viene preso in carico dal proprietario a singhiozzo e, quando non piace più lo si getta (cani-strenna, iper-toelettati, cani abbandonati, …) 3. CANE dello SFIGATO: Cane-Suddito sul quale il proprietario sfoga le ingiustizie subite nella vita e maltratta fisicamentre e/o psicologicamente, in questo caso sì, il “povero animale” 4. CANE FICO: Cane- Status Symbol quanto a bellezza estetica: magari per esibire una bellezza di cui non si è dotati o per abbinare due “bellezze elettive”, un’occasione per attirare attenzione da parte degli altri (taglie grandi, peli fluenti, …) 5. CANE DELLA “Sciura Pia”: Cane-Status Symbol quanto a bontà ed empatia: per esibire al mondo intero un sentimento di amore verso i più deboli e i più sfortunati. Possono rientrare in questa categoria i proprietari che collezionano “casi disperati” che potremmo definire di “adozione 2 compulsiva”, senza preoccuparsi della capacità di gestire situazioni sempre più problematiche e complesse 6. CANE RINGHIO: Cane-Status Symbol quanto a muscoli: per comunicare: “sono il più duro del villaggio, lo dimostra il fatto che me ne vado in giro con un cane-killer”. Da qui le mode passeggere delle diverse razze con accentuate doti naturali di lotta, difesa e combattimento, che vanno ad accrescere le presenze nei canili e il numero degli abbandoni 7. CANE DEL BOSS: Cane-Status Symbol quanto a capacità di essere un leader: per dimostrare agli altri e a sé stessi, le potenzialità da “boss” di cui siamo dotati, di cui magari nessuno si è accorto. Questi sono i cani degli istruttori e questa è una “frecciatina autoreferenziale”. Quando vogliamo “essere bravi” a tutti i costi cadiamo nell’ansia da prestazione, iper-attività, senza rispettare i tempi di apprendimento del cane e magari cedendo a tentazioni più o meno coercitive, per trovare inutili scorciatoie oppure evitando di farci carico dei casi più difficili e magari più necessari 5. L’EDUCAZIONE E L’ADDESTRAMENTO COME TERAPIA ANTI-STRESS L’educazione cinofila è lo strumento per ripristinare i guasti di una cattiva relazione cane/proprietario, sia attraverso un lavoro diretto educatore/cane, che educatore/proprietario o, come spesso accade, educatore/famiglia proprietaria. Proviamo ad indicare i passaggi di questo intervento. A- OSSERVAZIONE 1. Studiare il cane nelle sue caratteristiche peculiari naturali. 2. Osservare direttamente il comportamento del cane. Conoscere la routine quotidiana del cane: alimentazione, attività fisica, quanto a varietà e qualità degli stimoli ricevuti 3. Conoscere i proprietari, le loro motivazioni, il loro impegno, le loro modalità di interazione col cane, in particolare nella gestione degli spazi del territorio, degli oggetti, del cibo B- PIANO DI INTERVENTO 1. Predisporre un piano con obiettivi, modalità e tempi di intervento, con criteri di gradualità 2. Illustrare il piano ai proprietari e ricercare la massima condivisione, precisando i loro ruoli attivi C- ESECUZIONE 1. Introdurre nella routine del cane, con gradualità, nuovi elementi di equilibrio: dare un senso alla sua presenza in casa. Un obiettivo per volta per il cane e per il proprietario. Sapere sempre quale è il prossimo passo. Saper tornare indietro se necessario. Porsi sempre nuovi obiettivi di crescita 2. Inibire comportamenti indesiderati, con rinforzi e negazioni. Rafforzare il rispetto da parte del cane verso i proprietari. Lavorare sulla coerenza e determinazione del leader 3. Fare dell’obbedienza una virtù, un’esperienza giocosa e non una semplice sequenza di vuoti esercizi. Stimolare la relazione creativa cane/proprietario D- VERIFICA DEI RISULTATI (anche con ritorno sul luogo a distanza di tempo) 3